CAP. 4
CAP.
4
-
Non lo farò! Non voglio tornare! -
-
Hathor, devi capire che
non puoi lasciare un lavoro a metà. Ho accettato la tua
sospensione
quando me l'hai richiesta, e sai anche tu che da regolamento non
avrei potuto farlo, inoltre non puoi ridurti così per uomo -
Mirjana
non riusciva a concepire che quella creatura rannicchiata sul divano,
con i capelli arruffati, le occhiaie più profonde della
Fossa delle
Marianne e il pigiama sformato e sporco di cioccolato, fosse sua
amica. E per di più ridotta così per uomo.
-
Non lo perdonerò
mai per quello che ha fatto... Non voglio più saperne di
nessun
uomo, umano o meno che sia -
Dovette
fare appello a tutte le
sue forze per non prenderla pugni. Quando da giovane suo padre l'aveva
mandata a
studiare in una congrega di streghe bianche aveva fatto voto di non
violenza, ma in quel momento lo stava rimpiangendo.
-
Andiamo,
sappiamo che praticare la castità non è proprio
nelle tue corde,
quindi non fare promesse che tanto poi non manterrai. In più
di
trent'anni che fai parte dell'Ordine hai rimesso in piedi l'intera
sezione militare, e vorresti buttare all'aria tutto il tuo
lavoro per lui? Mi deludi, amica mia -
Hathor
si girò vero di
lei fissandola con gli occhi vitrei.
-
A quanto pare, di
recente, non sono da me molte cose... E comunque nulla di quello che
puoi dirmi mi farà cambiare idea -
Mirjana
sospirò
pesantemente. Se le buone maniere non funzionavano, allora l'avrebbe
obbligata.
-
Allora non mi lasci altra scelta: devi lasciare
questo appartamento -
L'espressione
di Hathor mutò
improvvisamente.
-
CHE COSA???!!! QUESTO APPARTAMENTO É MIO!
-
-
Non è tuo, questo appartamento è dell'Ordine e ti
è
stato dato in affitto. Quando sei stata sospesa e stavi a Lucis con
tuo marito e tuo figlio, te l'ho tenuto da parte perché
siamo
amiche, tuttavia visto le cose non sono andate bene e non hai
intenzione di tornare a lavorare, devi lasciare l'appartamento.
Verrà
dato in affitto a chi lo richiederà -
Mirjana
si girò
dirigendosi verso l'uscita, ma venne fermata dalla voce più
che
alterata di Hathor.
-
Ancora con questa storia delle amiche...
Quando sono venuta a lavorare per l'Ordine mi hai detto che non
avresti fatto favoritismi per me, vuoi dire che non è stato
così?
Che oltre alla casa ti devo anche la mia carriera? -
Si
girò
verso di lei con un'espressione mortalmente seria.
-
Non intendo
affrontare questo argomento con te ridotta in questo stato,
è
l'alcool che parla. Comunque hai due settimane per liberare
l'appartamento -
-
E dove andrò a stare?? Sotto a un ponte??
-
La
donna la squadrò dalla testa ai piedi.
-
Sembri
comunque una senza tetto pure se rimanessi qui. Guarda come ti sei
ridotta per colpa di un uomo, ma almeno se te ne vai, questo
appartamento smetterà di puzzare di alcool -
Mirjana
uscì poco prima che qualcosa di vetro, probabilmente una
bottiglia,
s'infranse sulla porta e delle selvagge urla invasero il corridoio.
Sapeva
di averla convinta.
Settore
8, Motel Icecap
h
04:02
Hathor
si svegliò di colpo.
Era
da anni che quel sogno non le faceva
più visita, ma ancora s'imbarazzava da morire al ricordo.
Come
poteva essersi ridotta in quello stato? Anche se per Regis. Tutti i
suoi discorsi sulla dignità e sul fatto che solo per poche
persone
valesse la pena di stare male, li aveva buttati nel cesso come niente
fosse. Lei era sempre stata orgogliosa delle sue origini di demone
maggiore, ma non appena lui l'aveva chiamata mostro, tutto era sfumato:
la loro storia, il loro matrimonio, e poi il colpo di grazia: dover
abbandonare Noctis e cancellargli la memoria come se lei non fosse mai
esistita.
Quella
fu la parte peggiore.
Nei
mesi successivi alla rottura, aveva proprio toccato il fondo,
diventando la più grande ipocrita della terra rinnegando
praticamente
tutto quello che aveva fatto da quando aveva messo piede all'Ordine.
Ricordava bene che ci aveva messo parecchio a riprendersi e chi
più l'aveva aiutata, pur senza fare qualcosa in particolare,
era
stata proprio la donna che ora dormiva nella
stanza di fianco alla sua.
In
quello stesso periodo Katarina era
arrivata all'Ordine.
Era
un ragazza di neanche 20 anni, magra e
sporca, con due occhi che sembravano tizzoni ardenti tanto era
arrabbiata con il mondo. Mirjana aveva avuto la brillante idea di
assegnarla proprio a lei "per non perdere il tuo smalto"
diceva, la verità è che con Katarina faticava a
comunicare. Era
palese che la ragazza non si fidasse nemmeno della sua ombra.
Poi,
un giorno, mentre si allenavano in un castello diroccato in Romania,
una delle tante sedi di allenamento dell'Ordine sparse per il mondo,
la cosa degenerò.
Hathor,
la cui rabbia era arrivata a
comprendere tutto il genere umano, aveva fatto una battuta di pessimo
gusto sulla madre di Katarina, violentata dal padre di lei, alto
generale di Tenebrae, morta di parto e quindi abbandonata dal padre in
quanto figlia
illegittima.
Katarina
s'infuriò di brutto e l'attaccò.
Se
ne diedero tante e di
santa ragione, nello scontro, Hathor le procurò la cicatrice
che
ancora solcava il volto della rossa.
Non
resistette più alla
marea di ricordi, doveva alzarsi.
Si
diresse in bagno per
sciacquarsi la faccia e riprendere possesso delle sue
facoltà, così
sarebbe riuscita a dormire almeno un paio d'ore.
Ci
aveva
messo un po' di tempo per tornare al motel, doveva essere sicura che
quei tizi non la seguissero quindi aveva girato un po' a vuoto e
modificato il suo aspetto diverse volte sperando di confonderli.
Se
fosse dipeso da lei li avrebbe affrontati, ma
l'espressione preoccupata di Katarina quando era uscita, l'aveva
frenata dal cercare un confronto diretto.
Tuttavia,
nonostante
tutto il casino che c'era per strada, qualcosa dal discorso di quei
tizi era riuscita a carpirlo e il resto poteva immaginarselo.
A
quanto pare non tutti erano felici e contenti sotto il dominio della
ShinRa e ciò che era avvenuto quella sera era un attacco
terroristico in piena regola. Sul momento le era balenata un idea, ma
doveva prima parlarne con Katarina e sapeva già che non ne
sarebbe
stata troppo felice.
L'addestramento
che aveva ricevuto
all'Ordine l'aveva cambiata parecchio, e se prima era per il motto "il
fine giustifica i mezzi" ora non più, come per esempio
l'uccisione di
persone innocenti nemmeno per una buona causa.
A
onor del
vero, nemmeno ad Hathor faceva piacere rivolgersi a certa gente,
tuttavia ci aveva ragionato parecchio mentre scappava a casaccio dai
cani della ShinRa: loro non sapevano muoversi per la città.
C'erano
nascondigli, scappatoie e scorciatoie che non potevano conoscere e
che, molto probabilmente, per le prossime mosse sarebbero potute
servire.
Così
aveva pensato che stringere una piccola alleanza
con quei terroristi avrebbe potuto giovare ad entrambe le parti.
Molto probabilmente Katarina avrebbe potuto trovare tra i documenti
della ShinRa qualcosa che potesse essere utile a quei criminali, e
avrebbero potuto usarlo come merce di scambio.
Guardò
l'orologio.
Erano
solo le 04:11.
Ci
avrebbe pensato più
tardi, ora voleva solamente tornare a letto e, chissà,
magari il
sonno le conciliava anche un'idea migliore di quella che aveva
avuto.
Si
svegliò che erano quasi le 10.
Alla
fine
aveva dormito più di quel che credeva, tuttavia il sonno non
le
aveva dato l'idea migliore in cui sperava.
Anzi,
aveva
addirittura ampliato gli scenari in cui i tizi della ShinRa
scoprivano cosa fosse in realtà e la sottoponevano ad ogni
più atroce
esperimento.
Non
aveva altra scelta. Doveva per forza proporre a
Katarina l'alleanza con quei terroristi.
La
trovò in camera
sua, seduta sul letto con un asse di legno presa da chissà
dove che fungeva da scrivania
sulle ginocchia e una mega tazza di caffè
in mano.
-
Buongiorno -
Il
saluto scollò gli occhi di
Katarina dallo schermo del computer che presero a fissarla come se
riuscissero a vedere attraverso il suo corpo facendo sentire a
disagio Hathor.
-
Che c'è? -
-
Niente nocche insanguinate
né
unghie rotte, segno che hai seguito il mio consiglio e non ti sei
scontrata con i tizi della ShinRa. Bene, allora cosa è
successo
stanotte? -
-
Un gruppo di terroristi ha attaccato uno dei
reattori della ShinRa, e... -
Vide
che Katarina non
l'ascoltava più, il suo sguardo era fisso sul televisore
vecchio
modello poggiato su una massiccia cassettiera, dove un bella signorina
era davanti
all'entrata del palazzo della ShinRa e stava dicendo qualcosa proprio
sull'attacco.
-
Sembra che questa notte, intorno alle 24, il reattore del settore 1
sia stato fatto esplodere in quello che sembra essere un attacco
terroristico. La conta dei morti è molto alta e destinata a
salire, quasi tutti sono
fanti della ShinRa e pochi civili che abitavano o erano di passaggio
nei pressi del reattore. Al momento mi trovo davanti all'entrata del
palazzo ShinRa dove, a breve, il Presidente stesso rilascerà
una
dichiarazione sull'accaduto -
Infatti,
in quello stesso momento il Presidente affiancato da due uomini in
smoking nero si avvicinò ad un piccolo palco allestito per
l'occasione.
-
Quello giovane con i capelli lunghi è un Turk.
L'ho visto quando siamo andate al palazzo, insieme ad altri si era
precipitato a vedere come stesse il Presidente -
-
Anche l'altro
lo è -
-
Cosa te lo fa dire? -
-
Non sembra una semplice
guardia del corpo. A giudicare da come guarda il tizio più
giovane
deve essere il capo, o comunque un suo superiore, inoltre ha una
fondina sotto la giacca e la mano in acciaio, forse anche tutto il
braccio, mi fa pensare che probabilmente l'ha perso in azione
-
Dopo
quel breve scambio tornarono a prestare attenzione al
televisore dove il Presidente aveva finalmente preso la parola.
-
Signori e signore, cittadini di Midgar, so bene cosa è
successo
stanotte. Molti fanti coraggiosi hanno perso la vita in questo vile
attacco terroristico, posso garantirvi che i responsabili verranno
catturati e giustiziati. Gli altri fanti lavoreranno giorno e notte per
consegnare i responsabili alla giustizia. A breve verranno anche
ripristinati i vari servizi nel settore coinvolto. Nel frattempo,
porgo le mie più sincere condoglianze alle famiglie dei
fanti e
degli abitanti deceduti -
Il
Presidente rivolse un sorriso falso alle
telecamere e salutò, ritornando all'interno del palazzo
insieme ai due uomini.
La
telecamera inquadrò di nuovo l'inviata.
-
E queste erano le parole del presidente della ShinRa Electric Power
Company. Vi ricordo che per tutti i caduti dell'attentato
sarà
organizzata una commemorazione e... -
Katarina
spense la televisione e tornò a concentrarsi sul computer.
-
Cosa ne pensi di questi terroristi? Credi ci saranno d'intralcio? -
-
Beh non è troppo complicato capirlo: hanno attaccato i
reattori
della ShinRa, ergo ce l'hanno con la ShinRa. Ma non leggo nella
mente, quindi non posso sapere quale sia il loro obbiettivo ultimo.
Se ci saranno d'intralcio? Non ne ho idea... Anzi, beh, un'idea ce
l'avrei -
-
Ovvero? -
Non
sentendo risposta, Katarina alzò
lo sguardo dal pc per osservare Hathor evidentemente in
difficoltà.
In
breve capì dove volesse andare a parare.
-
No -
-
Non vedo molte altre poss... -
-
Non mi alleo con
assassini. Hanno ucciso innocenti e la cosa non mi piace per niente
-
Hathor
si sedette sul letto.
-
Ci ho pensato mentre
tornavo dal reattore stanotte, e ne avevamo anche già
parlato: non
conosciamo la città e non abbiamo il tempo di conoscerla
-
-
Sì ma, perché con loro? Chi ti da la certezza che
non ci
tradiranno? E che conoscano la città così bene? -
-
Ecco perché
speravo che tu potessi rintracciarli, non penso che la ShinRa curi
anche l'anagrafe o gli immigrati. E poi tentare non costa nulla, se
si azzarderanno a fare il doppio gioco li faremo fuori -
Katarina
si fermò un momento a riflettere sull'idea di Hathor.
-
E se
non volessero aiutarci? -
-
Pensavo che qualcosa che hai trovato
tra i documenti della ShinRa potrebbero essere una buona merce di
scambio: loro avranno le loro informazioni e noi le nostre guide per
la città -
-
E che cosa gli racconteremo? Vorranno sicuramente
sapere perché abbiamo dei documenti riservati della ShinRa e
perché
ce l'abbiamo tanto con la compagnia. Dovremo inventarci qualcosa, non
possiamo dire loro che veniamo da un'altra dimensione e che tu non
sei umana -
-
Già, ma ho pensato pure a questo: racconteremo
una mezza verità. Non è necessario che sappiano
da dove veniamo o
perché la ShinRa ha in ostaggio Aeni, e se ce lo chiedessero
inventeremo -
Si
vedeva bene che Katarina era combattuta sulla
scelta, ma alla fine cedette poiché non vedeva altre
possibilità.
-
E va bene. Se non ricordo male, anche i reattori della ShinRa
dovrebbero essere controllati da telecamere a circuito chiuso,
m'infiltrerò nella rete e cercherò questi
fantomatici terroristi
-
-
Grazie -
-
Se se, ora lasciami lavorare. Ma sappi che
la cosa ancora non mi piace -
ShinRa
Building, piano 49
h
07:35
Era
maledettamente in ritardo, se non l'avrebbero ucciso i mostri
all'interno del simulatore sicuramente ci avrebbe pensato
Angeal.
Aveva
giurato che sarebbe stato davanti alla sala del
simulatore alle 07:30 precise, ed erano già passati cinque
minuti.
Angeal non era tipo da tollerare ritardi, purtroppo
la sera prima si era scordato di mettere su la sveglia mezz'ora prima
del solito e chiaramente quella mattina non aveva suonato.
Tuttavi
non era solo la sicura strigliata di Angeal a
preoccuparlo, ma anche la foto che Kunsel gli aveva mandato in
allegato a un messaggio.
Ovviamente
la voce dei terroristi che
avevano attaccato il reattore 1 si era sparsa a macchia d'olio e
avevano già cominciato a girare voci, quasi sempre del tutto
infondate, su chi potessero essere.
Alcuni
pensavano che fossero collegati alle due donne che si sapeva essere
entrate alla ShinRa, altri dicevano che non era mai successa
l'intrusione nel palazzo e che era stata solo un'esercitazione, molti
altri invece non si fidavano affatto delle voci di
corridoio.
Tuttavia
si fidava di Kunsel.
La
foto che gli
aveva mandato era mossa, e non si distingueva
granché, ma una cosa l'aveva vista bene: la Fusion Sword.
Quella
era senza dubbio la spada di Cloud.
Avrebbe
voluto parlarne con
Angeal, ma temeva che per dovere di SOLDIER dicesse tutto ai piani
alti.
Lui
era sicuro di essere fedele al corpo, ma in quel
momento preferiva essere più fedele al suo vecchio amico e
sperare
che non si fosse messo nei guai.
Mentre
rimuginava su
tutta la faccenda, si era scordato completamente dell'appuntamento
con Angeal e se prima era un ritardo recuperabile con delle scuse
accorate, ora non lo era più visto che erano quasi le 08:00.
Diede
fondo alla sue energie con la corsa e quando riuscì a
scorgere le
porte automatiche della sala allenamenti, scorse anche il suo
severissimo
maestro appoggiato con la schiena al muro, le braccia incrociate al
petto e gli occhi chiusi.
Ad
un'altra persona poteva sembrare
che stesse riposando gli occhi, ma Zack sapeva bene che invece stava
pensando, e molto probabilmente pensava alla sua vendetta
sull'indisciplinato allievo.
-
Angeal, eccomi! Scusa per... -
-
Non voglio sentire scuse, hai preso un impegno
e pretendo che lo rispetti. Oppure non hai più intenzione di
diventare un 1st? -
-
Che? Certo che sì, ma ... -
Angeal
lo spinse nel simulatore lasciando che le porte si chiudessero dietro
di lui.
-
Non voglio sentire "ma" siamo già in
ritardo sulla tabella di marcia. Per punizione, al
posto
dell'allenamento
dedicato
ai SOLDIER di 2 classe, farai quelli per la 1 a livello più
difficile. E dopo ti
fermerai a dare una pulita alla sala. Così le signore delle
pulizie
avranno una sala in meno di cui occuparsi. E ora muoviti -
-
Sissignore -
Si
preannunciava una giornata moolto lunga.
Germania, Foresta Nera, Arcrow
h 04:45
- Non ci posso credere -
Quella mattina
Mirjana era stata svegliata molto prima del solito a causa di
un'ancella che era entrata di corsa nelle sue stanze dicendole, o
meglio urlandole, che quella notte qualcuno era entrato nella
biblioteca e l'aveva messa sottosopra in cerca di chissà
cosa.
Allora, Mirjana, si era messa una vestaglia decente in fretta e,
ignorando l'ancella che le diceva che non era un abbigliamento
adeguato, era andata immediatamente a controllare.
I Warlords e alcuni Cacciatori stava risistemando la biblioteca,
facendo al contempo un'elenco dei volumi che erano ancora presenti, il
tutto sotto gli ordini di Gladio.
- Signora -
- Gladio, cosa è successo? -
- Pare che stanotte intorno alle 23, qualcuno sia entrato nella
biblioteca in cerca di qualcosa anche se ancora non sappiamo cosa.
Sembra che non manchi nulla -
Proprio in quel momento un Warlord si avvicinò ai due.
- Scusatemi, sembra che ci sia tutto eccetto un libro -
- Quale? -
- Era uno dei cinque volumi messi in bacheca -
Mirjana tirò un sospiro di sollievo a sentire la risposta,
ma al
contempo non poteva non preoccuparsi: sapeva che libro cercava il ladro.
- Non è un problema i libri messi in bacheca sono falsi, le
pagine al loro interno sono bianche. Le loro copertine sono copie
perfette degli originali che invece sono sistemati nella sezione
proibita insieme agli altri. Rifaremo le copie e li rimetteremo nella
bacheca. Grazie -
Attese un momento affinché il soldato si allontanasse e poi
si rivolse a Gladio.
- Ti devo parlare, è urgente. Facciamo colazione nelle mie
stanze? -
- Certo -
Si spostarono in una piccola saletta privata oltre la sala del trono
dove Mirjana riceveva i Cacciatori. Si sistemarono a un tavolo con
delle poltrone assai comode poste vicino a un'ampia vetrata
semicircolare che offriva una meravigliosa vista sulla
città. La
stanza pullulava di verdi piante e fiori profumati.
Un paio di graziose ancelle servirono loro tè,
caffè,
biscotti, brioches, torta, macedonia e succo d'arancia.
Gladio non sapeva proprio cosa scegliere, così
optò per
una fetta di torta panna e fragole e una tazza di caffè non
zuccherato, mentre Mirjana si serviva di macedonia e succo.
Quando ebbero scelto, Gladio, un po' impaziente, prese la parola.
- Allora, c'è qualcosa non mi ha detto, vero? -
Mirjana sospirò, sapendo che era arrivato il momento di
chiarire la situazione a Gladio.
- Vero. Non ho voluto parlarne davanti ai Warlords, fino ad oggi questa
cosa la sapevano solo poche persone, ovvero me ed Hathor -
- La ascolto -
- Agli inizi, quando Hathor era da poco arrivata all'Ordine e ancora
non aveva messo mano alla sezione militare, la mandai in missione nella
vecchia
Istanbul. Pare che fosse comparso un tomo, probabilmente arrivato
tramite il contrabbando, che aveva ucciso molte persone. Alcuni avevano
ucciso altri per possederlo, altri ancora per tenerselo, ma una cosa
era certa: quel
libro seminava solo distruzione e morte. La sua missione era
apparentemente semplice: recuperare il libro e far ricadere gli omicidi
sul trafficante che si era tolto la vita poco
prima in circostanze piuttosto misteriose -
- Qualcosa mi dice che non ha funzionato -
- Al contrario, funzionò bene. Forse troppo bene. Al ritorno
mi
chiamò Hathor, diceva che non voleva portarsi dietro quel
libro,
era già stata attaccata da cinque uomini che lo volevano. Mi
raccontò che non erano in loro, sembravano come sotto
l'effetto
di qualche droga. L'unica cosa che mi disse quando tornò era
che
aveva dovuto uccidere quegli uomini; non mi raccontò altro,
anzi, evitava accuratamente l'argomento. Quando mi porse il libro capii
cosa era. Il suo popolo lo conosce come Al Azif, ma nel resto del mondo
è meglio conosciuto come Necronomicon -
Gladio, che stava per poggiare le labbra sulla tazza, si
bloccò incredulo.
- Pensavo che quel libro fosse una leggenda. Un semplice espediente
letterario -
- Non lo è. É una leggenda ciò che
c'è
scritto dentro e come è fatto: la leggenda dice che contenga
la
chiave per dominare i demoni dell'inferno, che sia scritto col sangue e
rilegato in pelle umana, in realtà è un comune
libro che
racchiude i più potenti incantesimi di magia nera. E non
è nemmeno stato scritto nel 730 d.C. dall'arabo pazzo, ma
nel
medioevo a cura di una delle congreghe di streghe nere più
potenti che siano mai esistite: le Sorelle della Trinità.
Avevano sede a Salem, ma purtroppo se ne andarono prima che cominciasse
la caccia alle streghe, avvisate da alcuni informatori che avevano
all'interno della Chiesa; la loro congrega risiedeva là da
secoli,
poiché quella città è un forte fulcro
di energia.
Per paura
che la loro conoscenza e i loro incantesimi venissero dimenticati nel
corso delle generazioni, iscrissero il Necronomicon e lo protessero con
innumerevoli incantesimi oscuri in modo che nessun umano potesse
leggerlo senza impazzire. Prima che tu me lo chieda: no, non lo
scrissero in inglese ma in un alfabeto inventato da loro e che solo le
streghe di quella congrega avrebbero potuto comprendere. A oggi siamo
riusciti
a
decifrarne solo una parte, ma è stata abbastanza per farci
passare la voglia di saperne di più: fra sacrifici di
bambini o
di intere famiglie, torture... É atroce -
- Quindi quel libro è stato messo nella nostra biblioteca
dopo
che Hathor lo riportò dalla Turchia, giusto? E poi? -
- Nella parte che siamo riusciti a tradurre era segnato un'incantesimo
molto pericoloso: il Damnae. É una contrazione della parola
latina Damnatio Memoriae, un'incantesimo che serve per cancellare dalla
storia un particolare avvenimento o una persona importante -
- In pratica manipola lo scorrere della storia -
- Esatto. Ed è già stato usato in passato. Tu fai
parte
dell'Ordine e conosci la storia precedente a quella di oggi; sai che i
continenti non erano Lucis, Accordo, Tenebrae e Niflheim ma erano:
America, Asia, Africa, Europa e Oceania. Oggi sappiamo che il
continente di Accordo, ovvero la passata Oceania, e il regno di
Tenebrae sono finite sotto Niflheim anche se oggi si è
ritirata
da quei territori e sono ridiventati regni a se' stanti... -
- Aspetti aspetti, mi sta dicendo che è stato a causa di
quell'incantesimo che il mondo si è dimenticato di
ciò
che è stato fino a cinquemila anni fa? -
Mirjana si sciolse in un sorriso compiaciuto dall'acume di Gladio.
- Indovinato. Dopo la terza guerra mondiale, ancora non eravamo in
possesso del Necronomicon e una strega della congrega di Salem,
forse una novizia, ha eseguito quell'incantesimo, risultato: gli esseri
umani rimasti dopo la guerra, hanno scordato tutto ciò
che era stato prima. Alcune cose nel corso del tempo le
abbiamo
recuperate, come un pezzo di storia antica, qualche tecnologia, ma
siamo andati avanti e abbiamo costruito altro. I membri del Mondo
Nascosto sono gli unici a ricordare esattamente come fosse il mondo di
prima a causa della loro longevità e le cupole di pura magia
che
l'Ordine crea ogni anno, ha protetto le creature del Mondo Nascosto
dall'incantesimo. Sebbene alcune città costruite dagli
esseri
umani
siano rimaste in piedi, gli stati precedenti all'incantesimo non ci
sono più:
il regno di Lucis è sorto dove una volta c'erano le due
Americhe, Niflheim è situato dove c'era
Scandinavia, Russia
e Siberia e il regno di Tenebrae occupa quelle che una volta erano
Francia, Spagna e Portogallo e il risorto regno di Accordo comprende
Asia e Oceania. Il resto dell'Europa è rimasto
semi deserto grazie al fatto che la popolazione umana mondiale
è stata
dimezzata e questi territori sono stati abbandonati, mentre l'Africa e
Arabia sono invase dal deserto che si è esteso.
Ufficialmente
qui in Europa
ci sono solo ampie zone boschive, in realtà sappiamo bene
che ci
sono un migliaio di città e paesi di competenza dell'Ordine -
- E noi teniamo questo libro in biblioteca? Con tutto il potere che
può scatenare? -
- Sì. Io all'inizio l'avevo messo nella bacheca, ma Hathor
mi ha
fatto giustamente notare che sarebbe come metterci sopra un cartello
luminoso con su scritto "sono prezioso, rubami". Così ne
abbiamo
fatto una copia perfetta e abbiamo nascosto l'originale in mezzo a
tutti gli altri libri -
Mirjana fece una pausa prendendo un sorso di succo, mentre Gladio
fissava il fondo della sua tazza di caffè ormai vuota.
- E quell'incantesimo? -
- Non senza parecchi sforzi, siamo riusciti a purificare il libro dalla
magia nera che lo teneva sigillato prima di cominciare a decifrarlo, e
quando abbiamo scoperto quell'incantesimo... Abbiamo strappato via la
pagina -
Gladio rialzò gli occhi su Mirjana, sorpreso.
- Avete eliminato quell'incantesimo? -
- Non del tutto, lo custodisce una persona di cui mi fido moltissimo -
- Hathor -
- Esatto. Non ho voluto sapere cosa ne avesse fatto, anche se
probabilmente ha nascosto la pagina nella sua immensa biblioteca -
- E ora qualcuno lo sta cercando -
- Già. Non importa chi otterrà quell'incantesimo
se una
persona con buone intenzioni o meno, ma alterare la storia di un
universo è sempre pericolosissimo anche se si conoscono i
rischi
-
- E ora ci troviamo in quella situazione tanto temuta: persone che, di
sicuro non mi pare abbiano buone intenzioni, vogliono
quell'incantesimo. É sicura che non cerchino altro? -
- Paradossalmente, quello è l'unico incantesimo che
può eseguire chiunque,
anche un normale essere umano. L'ultima strega della congrega di Salem
è morta nella terza guerra mondiale a soli 14 anni, non
penso
abbia avuto figli e i poteri si acquisiscono per discendenza femminile -
- Quindi è stata lei a eseguire la prima volta l'incantesimo
-
- No, abbiamo scoperto essere stata la madre. Poco dopo un conflitto in
America, ha scoperto la morte
della figlia e distrutta dal dolore, ha tentato l'ultima disperata
mossa. Non penso
sapesse fino in fondo cosa stesse facendo -
- Beh, ora cosa facciamo? -
- Pensavo di raddoppiare le guardie, ma sarebbe come ammettere che
nascondiamo davvero qualcosa di prezioso e che abbiamo paura, quindi
non lo farò, ma metterò degli incantesimi di
protezione
sulla sezione proibita della biblioteca -
- Avvertirà anche Hathor e Katarina? -
Mirjana trasse un sospiro rumoroso prima di rispondergli.
- No, penso che abbiano già sufficienti problemi per conto
loro -
- Capisco -
Proprio in quel momento arrivò un messaggio sul cellulare di
Gladio.
- Signora... I Warlords hanno scoperto il volto del ladro -
- Chi è? -
Gladio rimase in silenzio, evidentemente non era felice di dare quella
notizia.
- È Cordelia. Controllando le telecamere, il supervisore dei
Warlords l'ha notata, inoltre non è più nel suo
alloggio -
Midgar, Settore 8, Motel
Icecap
h 12.05
Katarina
ci mise quasi tutto il resto della mattinata a spulciare tra i
documenti della ShinRa che aveva scaricato, in cerca di qualche buon
appiglio da propinare a quei terroristi.
Più ripensava alla proposta di Hathor e meno le piaceva.
Quando suo padre l'aveva abbandonata, era stata accolta da un gruppo di
assassini mercenari e più di una volta come lavoro era
arrivato
loro di commettere atti terroristici e uccidere anche innocenti: alle
persone al potere non importava di certo il popolo, ma solo il potere
fine a se stesso. Non importava chi venivano coinvolti e non dubitava
che anche lì funzionasse così.
Alla fine se n'era andata perché uno degli atti terroristici
che
dovevano essere messi in atto, sarebbe stato in una scuola. Urlando che
non ci stava se ne era andata come una furia dicendo loro di tenersi
anche i soldi degli ultimi "lavori" che aveva fatto.
Qualche mese dopo era finita all'Ordine e lì aveva trovato
il modo
perfetto per mettere a frutto le sue conoscenze negli omicidi aveva
avuto l'occasione di sventarne parecchi.
- Allora, hai trovato qualcosa di utile? -
Vide Hathor avvicinarsi con in mano due tazze di caffè
fumanti.
Si avvicinò e si sedette sul letto dove stava lavorando e le
allungò una tazza.
Katarina ne bevve un sorso prima di risponderle.
- Nulla di che nei documenti, ma penso che dargli un'accesso alle mail
e alle telefonate possa essere un buon inizio. Dubito che a loro
interessino un'elenco dei prodotti della ShinRa, anche
perché li
conosceranno a memoria abitando in questo mondo -
- Perfetto. Ora dobbiamo solo trovarli -
Katarina le rivolse un'occhiata piuttosto eloquente.
- Pensi davvero che non ci abbia già pensato? Per chi mi hai
preso? Fortunatamente i reattori mako hanno anche delle telecamere di
sorveglianza, così li ho rintracciati quando sono entrati e
anche quando sono usciti. Per nostra immensa fortuna si sono mossi con
il treno, e
lì ci sono altre telecamere, così li ho seguiti
fino a quello che
penso sia il loro nascondiglio... -
- Ti serve il rullo di tamburi? -
- Si trovano in un bar dei bassifondi del settore 7 si chiama Seventh
Heaven -
- Settimo Cielo? Ottima citazione. Sai in quanti sono? -
- Il gruppo conta un nucleo centrale di sei persone e circa una ventina
di "soldati" che fungono da forza armata -
- E pensano davvero di affrontare una mega corporazione come la ShinRa
con così poco... Personale? -
- Potrebbero benissimo dire la stessa cosa di noi: siamo solo in due -
- Sì, ma noi non siamo qui per combattere la ShinRa, ma solo
per riprenderci Aeni e poi andarcene -
- Quindi la tua idea è di sfruttarli, vero? -
- Ovviamente. Come a te, non piace nemmeno a me il loro metodo di
affrontare le cose. Arriveremo a riprendere Aeni e
poi ce ne andremo prima di rimanere coinvolte in qualcosa che non ci
riguarda -
Katarina annuì in segno di assenso.
- Perfetto, allora direi che possiamo andare a trovarli -
- Scommetto che qui non ci sono i siti dove i clienti possono lasciare
i commenti sul locale, vero? -
- Temo di no. Quindi non sapendo nemmeno gli orari di apertura,
dovremmo rischiare -
Si scambiarono un sorriso d'intesa per poi prepararsi, assumendo la
stessa identità che avevano adottato per andare alla ShinRa,
e
andare a trovare i loro nuovi "compagni".
Ci misero un po' per arrivare. Dovettero cambiare aspetto un paio di
volte, in particolare vicino la stazione dove giravano parecchi fanti,
ma
alla fine si trovarono davanti a un bar a dir poco decadente
così come il resto degli edifici circostanti.
Certo, visto che erano nei bassifondi non si aspettavano architetture
di lusso, tuttavia l'interno del bar era pulito e profumato. Al bancone
una graziosa mora con un visetto dolcissimo, asciugava dei bicchieri
per poi sistemarli sulla rastrelliera alle sue spalle. Katarina le
sussurrò nell'orecchio che lei era una dei terroristi,
così le si avvicinarono
lentamente, per fortuna a quell'ora il bar era deserto.
Non appena si accorse di loro, la mora alzò lo sguardo
sorridendo.
- Salve signore, cosa posso portarvi? Un caffè? Un liquore? -
- Solo delle informazioni -
La mora le guardò interrogativa, così Katarina,
sotto le
spoglie di segretaria, appoggiò la stampa di una ripresa
delle
telecamere del reattore dove la ritraeva entrarci insieme al resto del
gruppo. Di colpo l'espressione della ragazza cambiò,
facendosi
mortalmente seria, così come la sua voce.
- Andatevene. Non nulla da dirvi -
Avendo capito che la situazione non si sarebbe risolta bene, Hathor
mise subito in chiaro le cose.
- Hai frainteso, non facciamo parte della ShinRa e tanto meno stiamo
dalla sua parte. Ma potremmo essere dalla vostra se arrivassimo a
un'accordo -
Lo sguardo poco amichevole che rivolse loro la barista
suggerì
che o si sbrigavano a spiegare quello che volevano oppure le avrebbe
mandate via con la forza.
- Va bene, arrivo al punto: la ShinRa ha preso una nostra compagna che
è rinchiusa in uno dei loro laboratori. Siamo riuscite a
farci dare un'appuntamento con il Presidente e a piazzare dei
microfoni e dei decriptatori sui loro pc così da sapere in
anticipo le loro mosse. Tuttavia non conosciamo la città,
veniamo... Da molto distante e non sappiamo orientarci. Abbiamo saputo
di voi dal telegiornale e, visto che abbiamo un comune nemico, forse
unire le forze potrebbe essere d'aiuto a entrambi. Nessuna fregatura.
Altrimenti, se fossimo della ShinRa ti avremmo già arrestata
o uccisa per
via di quella foto, non credi? Inoltre conosciamo anche le facce dei
tuoi complici e poi, se fossimo della ShinRa, sarebbe molto
più semplice piazzare
una bomba qui dentro, aspettare che ci siate tutti e farla esplodere,
no? -
La mora parve rifletterci un po' su, era chiaro come il sole che li
sotto non arrivava mai, che non si fidava e non faceva nulla per
nasconderlo, tuttavia pareva anche tentata di avere più
informazioni sulla ShinRa. Come se le avesse letto
nella mente,
Katarina le lanciò un'esca così succulenta a cui
era
difficile non abboccare.
- Pensa: tu e i tuoi amici costantemente quattro passi davanti a quelli
della ShinRa. Quando noi avremo recuperato la vostra compagna
passerò tutto al vostro hacker, perché sono
sicura che ce
ne sia almeno uno tra di voi, i contatti diretti con i pc, le mail e i
telefoni della ShinRa per portare avanti la vostra battaglia con loro -
- E voi? -
- Una volta recuperata la nostra compagna spariremo, e la ShinRa non
potrà usarci contro di voi -
Lei parve pensarci ancora un po' su.
- Ti lasciamo i nostri contatti, parlane con gli altri. Quando
deciderete qualcosa, in un senso o nell'altro, facci sapere -
Detto ciò, le due uscirono lasciando la ragazza a
contemplare il foglietto con sopra segnati due numeri di cellulare.
Bassifondi settore 7,
7th Heaven bar, h 23.03
Tifa si girava e rigirava tra le mani quel biglietto con
quei
due numeri di telefono, da quando erano andate via. All'inizio l'aveva
gettato, però dopo aveva pensato e ripensato a
ciò che le
avevano detto, così l'aveva recuperato dal cestino e ci
giocherellava da allora. Effettivamente se fossero state della ShinRa
l'avrebbero
uccisa senza nemmeno passare dal via, vista la foto che le avevano
mostrato. Quindi, che volessero aiutarli per davvero? O che comunque
avrebbero fornito loro il supporto che avevano promesso? L'indecisione
era tanta, ed era la quinta volta che puliva sempre lo stesso
bicchiere.
Proprio in quel momento la porta del bar si aprì con uno
scampanellìo e colui che entrò, distrasse
definitivamente
Tifa dai suoi pensieri.
Cloud veniva sempre al bar in anticipo per prendersi
da bere e rilassarsi prima che arrivassero tutti gli altri, per poi
scendere nello scantinato e dare il via alla riunione. Nessuno sapeva
esattamente dove stesse il biondo ne
dove dormisse, però era sempre super puntuale ad ogni
incontro
con il resto dei membri dell'AVALANCHE.
- Il solito -
NIente saluti, solo un semplice cenno della testa, Cloud prendeva il
suo bicchiere di
liquore, e poi se ne stava lì a contemplare il fondo del
bicchiere fino a che non arrivavano gli altri. Tifa lo guardava spesso,
chiedendosi che cosa ne avesse fatto la ShinRa del suo vivace vicino di
casa. Poi lo vedeva litigare con Barret e pensava che, in fondo, era
solo cresciuto. Aveva sempre la stessa lingua affilata che aveva anche
da piccolo, sempre la solita predisposizione a mettersi nei guai, solo
che ora era stato addestrato come militare quindi aveva un po'
più di contegno ed era più riservato, anche se
manteneva
quell'arroganza e supponenza che faceva infuriare di brutto Barret.
Non credeva nella causa, e non ne condivideva affatto i mezzi,
tuttavia
era pagato fin troppo bene e per questo non poneva troppe domande
scomode.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo dei restanti membri
dell'AVALANCHE, che la salutarono con trasporto in particolare la
piccola
Marlene, figlia adottiva di Barret, che adorava.
Dopo i convenevoli, Tifa chiuse il bar, portò un'assonnata
Marlene nella sua
camera di sopra, e si diressero tutti quanti nello scantinato.
A quanto pare Jesse aveva setacciato
la rete informativa della ShinRa e
non aveva affatto buone notizie: dopo il loro primo attacco, riuscito
solo perché avevano preso tutti di sorpresa, il Presidente
aveva
raddoppiato la sicurezza in tutti gli altri reattori e le strade del
"piano di sopra" nonché nelle stazioni, pullulavano di fanti
armati fino ai denti. Inoltre aveva saputo, ascoltando i discorsi dei
fanti di nascosto, che anche i Turks erano a caccia, ma non stavano
cercando loro : le voci dicevano che due tipe si erano introdotte nel
palazzo arrivando fino all'ufficio del Presidente.
A quella notizia, Tifa collegò immediatamente le
due donne
che le avevano fatto visita la mattina. Dunque era vero che ce
l'avevano con la ShinRa.
Barret cominciò a sciorinare una serie di improperi davvero
poco
raffinati, ma venne bloccato da una frase di Cloud che lo fece solo
arrabbiare il doppio.
- Lo sapevamo che sarebbe andata così, il Presidente non se
ne
sarebbe rimasto comodo ad aspettare una nostra prossima mossa -
Barret cominciò a prendersela col biondo, accusandolo di non
aver mai dimenticato di aver fatto parte dei fanti.
Tifa si rivolse a Jesse chiedendole più informazioni
riguardo le due donne.
- Mi spiace, non so nulla di certo, solo che queste due, forse, sono
riuscite ad arrivare all'ufficio del Presidente. Sono solo voci di
corridoio, poiché un'altro fante ha detto che questa cosa
non
è mai successa e che si è trattato invece di
un'intrusione dei soldati
di Wutai -
- No, io non credo -
L'affermazione di Tifa fece smettere di litigare Cloud e Barret e
portò Biggs a chiederle il perché.
- Come mai sei così convinta che non siano stati i soldati
di
Wutai? Infondo da quando la guerra con Wutai è iniziata le
loro
incursioni si sono fatte sempre più violente -
- Lo so per certo perché quelle due donne sono state qui,
stamattina -
Un'affermazione che raggelò tutti quanti. Cloud fu il primo
a "scongelarsi".
- Ti hanno fatto qualcosa? -
- No, sono venute solo per parlare -
Meno dolce fu Barret.
-Ti hanno detto che volevano? -
- Sì. Avevano una foto con
tutti noi che ci ritraeva mentre
entravamo nel reattore, quindi sanno chi siamo, tuttavia mi hanno
garantito che non siamo noi il loro obbiettivo: pare che una loro
compagna è tenuta nei laboratori della ShinRa e la
devono recuperare. Hanno detto che vengono da lontano e non sanno
muoversi in città, per questo hanno cercato il nostro aiuto.
In
cambio ci offrono un'accesso diretto alle mail e alle telefonate dei
dipendenti ShinRa e, una volta che se ne saranno andate, lasceranno
tutto in mano al nostro hacker -
Terminò fissando Jesse negli occhi. Com'era prevedibile,
Barret esplose.
- Non se ne parla! Non siamo un fottuto esercito della salvezza,
abbiamo la nostra missione non abbiamo tempo di stare dietro a delle
turiste; ci rallenterebbero! La nostra missione è troppo
importante, inoltre non abbiamo garanzie che quelle due non ci fottano
alla prima occasione -
Cloud intervenne dicendo, senza volerlo, la stessa cosa che le aveva
detto la donna più anziana la mattina.
- Se fossero della ShinRa avrebbero già ucciso o rapito
Tifa,
inoltre avrebbero potuto piazzare una bomba al bar senza essere viste e
a quest'ora saremmo già saltati in aria. No, non penso che
abbiano secondi fini. Inoltre ci hanno trovati in poco tempo, e questo
vuol dire che loro hanno ciò che manca a noi: i mezzi -
- Senti, biondo, se tu vuoi fidarti di quelle due fai pure, ma
l'AVALANCHE è sotto la mia responsabilità,
così
come lo è la sua missione -
- Non pensi, grande capo, che un po' di gente in più non ci
farebbe male? Non so se te ne sei accorto ma siamo un po' pochi -
- E due in più cosa cambierebbero? -
- Cambierebbe che ci forniscono un po' più di supporto, se
è vero che hanno quello che hanno detto a Tifa -
- Vuoi davvero fidarti di due perfette nessuno? Ci sarebbero
più di peso che di aiuto -
- Ma che ne sai? Nemmeno le hai viste, e comunque ti ricordo che tutti
noi eravamo dei perfetti nessuno per te. L'AVALANCHE si è
formata piano piano, e anche di noi all'inizio non ti fidavi -
- Di te ancora non mi fido -
- Un po' l'avevo capito -
Prima che la situazione si surriscaldasse troppo, ci pensò
Jesse a placare gli animi.
- Barret. Se quelle due hanno delle informazioni che ci permettono
di anticipare la ShinRa, non vale la pena rischiare? Almeno mettiamole
alla prova e vediamo cosa riescono a combinare -
A quel punto intervenne Biggs.
- Capo, potremmo essere in vantaggio sulla ShinRa. Direi che il gioco
vale la candela -
- E comunque non sappiamo nemmeno dove rintracciarle -
- Sì, invece -
Tifa estrasse dalla tasca della minigonna il foglietto che aveva
torturato per tutto il giorno con sopra segnati i due numeri di
telefono.
- Te l'hanno dato loro? -
- Sì -
Jesse prese il foglietto e lo esaminò.
- Sono quasi sicura che uno dei numeri sia di un motel del settore 8,
l'altro è di un telefono cellulare -
Ci fu un momento di silenzio in cui si guardarono l'un con l'altro
aspettando che qualcuno prendesse una decisione. Alla fine fu Wedge a
parlare.
- Almeno proviamoci -
Barret sospirò pesantemente prima di rivolgersi a Tifa non
poco infastidito dalla situazione.
- Tifa, visto che hanno dato a te il numero, contattale.
Dì
loro che ci troviamo qui domani a mezzanotte e che non tardino -
- Va bene -
- Allora rimandiamo l'assemblea a domani sera -
Piano superiore settore
8, Motel Icecap
h 10.01
- La moretta ha chiamato -
- E? -
- Ci aspettano al bar a mezzanotte. Lì conosceremo gli
altri, e
probabilmente decideranno se accettare quello che abbiamo da offrire o
meno -
Hathor tornò a concentrarsi sulla sua spada che stava
affilando,
sicura che a breve ne avrebbe avuto bisogno. Dopo aver finito, le
bastò focalizzare nella mente l'immagine che
desiderava e
la sua spada tornò ad essere un grazioso ornamento in oro e
ossidiana che infilò nella sua scomposta crocchia corvina.
- Dal momento in cui otterremo il loro aiuto, si comincerà a
fare sul serio. Da dopo l'incontro con il Presidente fino ad ora, non
abbiamo più fatto alcuna mossa quindi, probabilmente,
pensano che abbiamo avuto
paura e ce la siamo data a gambe -
- Forse no -
- Che intendi? -
- Stamattina ho dato un occhio alle mail scaricate dalla ShinRa e ne ho
beccata una da parte del Presidente al direttore dei Turks, chiedeva
come andavano le ricerche sulle due che sono entrate nel palazzo -
- Quindi i Turks hanno il compito di ucciderci -
- Di catturarci, a quanto pare. Sembra vogliano farci diventare le dame
di compagnia di Aeni -
- E questo non può succedere. Più grave del fatto
che
capiscano come funzioni il sangue nero, lo è il fatto che
scoprano da dove arrivi Aeni... E noi, ovviamente -
- Aeni è arrivata qui con un portale illegale e quelli hanno
la
fastidiosa, ma in questo caso molto utile, tendenza a non lasciare
tracce sulla provenienza -
- Inoltre Aeni è nell'Ordine da poco tempo e il suo
organismo
è ancora molto simile a quello di un'essere umano normale,
ma se
catturassero una di noi e la studiassero, capirebbero che non
facciamo parte di questo mondo e in quel momento chi ci assicurerebbe
che la fame di potere di quel mostro chiamato Presidente non si
estenderebbe anche al nostro mondo? -
- Abbiamo già abbastanza problemi da noi, non riusciremmo a
contrastare anche un'invasione -
- Al momento la cosa che più mi preoccupa
è Aeni. E
poi, nessuna di noi due è tipo da farsi catturare facilmente
quindi abbiamo il culetto al riparo. Per ora -
Katarina parve riflettere un momento per poi sollevare un'ottima
questione.
- Stando a stretto contatto è possibile che quelli
dell'AVALANCHE si possano accorgere che abbiamo qualcosa di strano.
Senza contare che per avere quantomeno una minima fiducia, dovremmo
mostrare loro come siamo. Tu come farai? -
- Apparirò come essere umano, grazie a uno dei famosi
cerotti
muta forma di Sissel. Niente orecchie a punta, artigli da gatto, denti
da vampiro, occhi gialli ecc -
- Ok. Allora che facciamo per tutto il giorno visto che siamo libere? -
- Direi di rilassarci, perché dopo stasera non so quanto
tempo avremo per farlo -
Si mossero intorno alle 23.00, non avevano certo intenzioni di far
aspettare i loro illustri ospiti. Le guardie alla stazione del settore
1
erano addirittura aumentate da quando c'era stato l'attentato della
AVALANCHE, quindi dovettero fare parecchia attenzione, tentando di
mescolarsi il più possibile ai passeggeri presenti sul
treno, e
una volta arrivati nei bassifondi, svanirono velocemente.
Arrivarono al bar di Tifa alle 23.58.
Sulla porta del bar c'era il cartello "closed" ma Tifa si accorse di
loro, lasciò sul bancone il bicchiere che stava asciugando,
e
andò ad aprire. Una volta entrate videro che sistemati a due
tavoli c'erano gli altri membri dell'AVALANCHE intenti a
chiacchierare tra di loro, ma si zittirono immediatamente una volta che
le due entrarono.
- Beh, direi che ci siamo tutti -
Dopo la frase d'esordio di Hathor, si alzarono a si avvicinarono alle
due con un'aria poco amichevole. Katarina sorrise appena
all'affermazione
della compagna per poi rivolgersi direttamente a Barret.
- E a quanto pare Tifa vi ha detto tutto -
- E non ci fidiamo minimamente -
- Sì, beh, nemmeno noi tanto per chiarire. Ma è
ancora un po' presto per tirare le somme, no? -
La risposta di Katarina non andò a genio a Barret che le
rivolse
un'occhiataccia alquanto fulminante. Già Katarina non era
molto
dell'idea di ricorrere al loro aiuto in più Barret le
rispose subito male, per cui, prima che
la situazione degenerasse, Hathor tentò di correre ai
ripari.
- Intendeva dire che è impossibile che vi fidiate di noi,
visto
che non ci conoscete. Dateci una possibilità: vi mostriamo
cosa
abbiamo sulla ShinRa e poi deciderete cosa fare in separata sede, ok? -
Barret si fece avanti molto poco convinto di ciò che aveva
detto
Hathor e, torreggiando su di lei, le spiegò poco gentilmente
il
suo dubbio.
- Certo e chi ci garantisce che se noi non accettassimo il vostro aiuto
non andrete dai tizi della ShinRa a dire dove ci nascondiamo? Secondo
me
dovremmo farvi fuori subito, così eviteremmo problemi
più
avanti -
Altrettanto poco gentilmente, Katarina si rivolse a lui talmente in
fretta che Hathor non riuscì a fermarla.
- E allora per che cazzo ci avete chiamato? Il treno costa e noi
abbiamo fondi limitati, per non parlare che la ShinRa ci cerca almeno
quanto cerca voi per cui abbiamo una buona metà dei fanti
incollati al nostro culo e voi ci chiamate per poi venire fuori con
questa stronzata? Noi ce ne andiamo e voi potete andare all'inferno -
Dopo il suo discorso alquanto incazzoso, Katarina era già
pronta a
infilare la porta di uscita dopo aver rivolto un'occhiataccia a Tifa
che quasi corse per aprirgliela, quando Jesse parlò al posto
di
Barret che stava già per aprire la bocca e rispondere con
una delle sue.
- Vorrei che capiste che siamo in stato di massima all'erta proprio per
lo stesso problema che avete anche voi. La ShinRa farebbe carte false
per avere le nostre teste proprio come lo fanno per avere le vostre.
Potete ben capire perché la nostra fiducia negli estranei
è ai minimi storici, in fondo non sappiamo niente di voi -
Hathor si girò verso di lei.
- E noi non sappiamo niente di voi. Non siete gli unici a correre dei
rischi. Abbiamo pensato che unire le forze sia meglio piuttosto
che rischiare di metterci i bastoni nelle ruote a vicenda, infondo
abbiamo un comune nemico, se collaborassimo potremmo trarre beneficio
gli uni dagli altri. Voi tralasciate il fatto che anche noi rischiamo
nel venire qui da voi, chi ci dice che per salvarvi la pelle non ci
denunciate alla ShinRa? -
Jesse si ritrovò all'improvviso a corto di parole. Le parole
della signora l'avevano zittita, così come avevano zittito
tutti
incluso Barret. Mentre l'altra li fissava con uno sguardo a dir poco
terrificante, nella signora non vi era alcun tipo di biasimo o di
falsità. Aveva semplicemente esposto come stavano le cose.
Così, visto che nessuno accennò a dire qualcosa,
continuò anche.
- Non dubito che ciò che fate per voi sia importante e
capisco
anche la diffidenza nei nostri confronti, l'avremmo avuta anche noi, ma
quello che avete detto va ben oltre il semplice sospetto. Non volete
quello che abbiamo da offrire? Nemmeno sapete cosa abbiamo, come potete
giudicarci così? Senza neanche farci parlare -
Poi si rivolse direttamente a Barret con un'espressione più
dura.
- E in ogni caso, non ci faremmo certo uccidere da un gruppo di ribelli
allo sbando -
- Che hai detto?! -
Barret la attaccò d'istinto.
Hathor ci aveva visto giusto: non
erano guerrieri e non erano minimamente preparati. Ci mise poco ad
afferrargli il braccio sano e a scaraventarlo contro la parete, gli
altri nemmeno si mossero, anzi, rimasero alquanto sbalorditi con quanta
facilità quella signora di sessant'anni fosse riuscita a
sollevare e a scaraventare
lontano uno come Barret che non era affatto di stazza minuta.
- Ma che diavolo... ?! -
La signora non si scompose minimamente mentre Barret era ancora a terra
per lo stupore di quanto appena successo.
- Spero che questo serva ad acquistare un po' di fiducia in noi. La
ShinRa non sa quale sia la nostra vera faccia, voi siete i primi a
scoprirlo -
Detto ciò si tolse un qualcosa che sembrava un cerotto da
dietro
il collo, di riflesso si tolse la medesima cosa anche l'altra.
Dire che rimasero di carta, era ben poco.
Oltre al fatto che entrambe, in realtà, viaggiavano
all'incirca
sulla ventina d'anni, era ben evidente anche un'altra cosa: erano
guerriere. La rossa aveva due daghe gemelle rinfoderate sulla schiena e
due file di coltelli attaccati a due cinghie che le cingevano le cosce,
sicuramente anche la mora aveva qualche arma che, tuttavia, non si
vedeva. La mora si avvicinò a Barret, ancora a terra, che la
guardava con sospetto ma, a sorpresa, gli porse la mano sinistra per
aiutarlo ad alzarsi. Barret guardò la mano mulatta di lei
coperta fino alle nocche da una striscia di pelle nera che lasciava
libere le dita, e le
lunghe e curate unghie smaltate di nero lucido che brillavano sotto il
neon
del bar. Poi guardò lei: non vi era la
soddiìsfazione di
averlo steso nei suoi occhi
neri come il carbone, così con somma sorpresa dei restanti
membri dell'AVALANCHE, Barret accettò la sua mano
rialzandosi.
La donna si rivolse a lui con una voce bassa, leggermente roca e
imperiosa. Avevano proprio fatto un ottimo lavoro nello nascondere la
loro vera natura.
- Ora ci ascolterete? -
Barret volse lo sguardo alla rossa che si era appoggiata a una panca
del bar con le braccia incrociate sul seno prosperoso messo in evidenza
dalla più che generosa scollatura. I suoi occhi
verde smeraldo, al contrario di quelli della mora, erano ancora
parecchio diffidenti e feroci. La squadrò da capo a piedi e
solo
allora si accorse di una borsa nera ai suoi piedi.
Ancora diffidente e arrabbiato, Barret si rivolse alla mora.
- Direi che ve lo siete meritato -
La mora abbozzò un sorriso. Un sorriso grato e allo stesso
tempo un po' triste.
- Siete liberi di farci ogni domanda che ritenete giusto fare,
ribadisco che non
siamo dalla parte della ShinRa e non abbiamo nulla da nascondervi -
A quella frase la mora si rivolse alla rossa, che già la
fissava
un po' sorpresa, inarcando un sopracciglio come se le stesse dicendo
"vero che è così?".
Poi riportò la sua attenzione a Barret.
- Ma prima... Immagino che voi non facciate le riunioni qui nel bar,
non c'è un posto più appartato? Così
vi
illustriamo per bene ciò che abbiamo e ci presentiamo anche -
Tifa fece cenno loro di seguirla nel retrobottega, lì
nascosta
da una tenda, vi trovarono una scala che scendeva in una specie
di scantinato. L'ambiente era molto spartano: tutto in legno ad
eccezione del pavimento che era nudo cemento, dei tubi probabilmente
dell'acqua attraversavano l'ambiente, al centro della stanza vi era
sistemata una sgangherata tavola in legno rovinata dal tempo su cui
troneggiava un vecchio pc miracolosamente funzionante, come sedie
c'erano dei vecchi fusti di birra vuoti e alla parete vi era taccata la
bandiera dell'AVALANCHE.
- Carino -
La voce della rossa, al contrario di quella della mora, era insieme
suadente e terrificante e li fece sobbalzare. Si sistemarono tutti
intorno
al tavolo, la rossa prese un modernissimo pc portatile dalla borsa, lo
mise sul tavolo e lo accese.
- Partiamo dalle presentazioni: io sono Hathor e lei Katarina -
- Barret, Tifa, Jesse, Wedge, Biggs e Cloud -
Barret li presentò uno ad uno e tutti risposero con un cenno
della testa alle due nuove arrivate.
- Molto bene. Durante la nostra gita alla ShinRa, dopo che la
carinissima
segretaria del Presidente mi ha accompagnata in bagno, ho avuto
l'occasione di piazzare decriptatori e microfoni in praticamente tutti
i piani a partire dal sessantaseiesimo in sù -
- Proprio i piani più alti -
La rossa guardò Cloud e un sorrisino si formò sul
suo viso.
- È lì che vengono dette le cose più
interessanti,
no? Comunque, da che li abbiamo messi sono passati un paio di giorni fa
e già abbiamo raccolto informazioni interessanti. Intanto
sembra
che siano i Turks ad avere l'ordine di catturarci dopo che la fanteria
ha fallito, infatti tutti i fanti che ci sono alle stazioni sono
lì per voi mica per noi. So per certo che i Turks hanno
cominciato a cercarci dai bassifondi, per questo siamo rimaste sul
piano superiore in un motel del settore 8. Se fossimo venute qui sotto,
probabilmente avrebbero messo a ferro e fuoco tutto quanto,
lassù non possono fare che vogliono e devono agire con
più moderazione. E comunque, sarebbe stato troppo scontato
venire a
nasconderci qui sotto -
- Ora sono sicura che vi chiederete come mai ce l'abbiamo
così
tanto con la ShinRa e sono altrettanto sicura che Tifa vi abbia
già raccontato
ciò che le abbiamo detto, ebbene sì: la ShinRa ha
una
nostra compagna, una mia allieva per essere precisi e intendiamo
riprenderla. Alla prossima domanda del perchè fare tutto
questo
casino per una persona, la risposta è voi non lo farete per
qualcuno a cui tenete? Sono sicura di sì, per le persone a
cui
si vuole bene, si fa sempre tutto ciò che è
necessario.
Non ci fa certo impazzire l'idea di andare contro la ShinRa, ma non
possiamo
fare altrimenti. Ho tentato di ragionare col signor Presidente, ma ne
abbiamo ricavato solo una dichiarazione di guerra aperta. E ancora non
ci ha mandato contro i SOLDIER, almeno per ora -
A quel punto intervenne Cloud.
- I SOLDIER non scendono in campo facilmente e al momento sono
impegnati nella guerra contro Wutai -
- Quindi le tre superstar non sono qui? -
- So per certo esserci solo Angeal, ha degli allievi da seguire e non
è ancora stato richiamato al fronte. Per ora -
- Sei informato -
Cloud la guardò come se fosse indeciso nel dirle qualcosa,
ma ci pensò Barret con la sua storica delicatezza.
- Era uno sporco fante. Non mi meraviglio che sappia certe cose -
Dopo un rumoroso sospiro per farsi forza, Cloud gli rispose.
- O forse solo perchè guardo il telegiornale. Sai passano
molte notizie da lì, alcune vere e altre meno -
Katarina si incuriosì domandandosi il perchè, ma
sulla
sua faccia la domanda doveva essere implicita poichè Tifa le
rispose subito.
- La televisione, così come tutti gli altri mezzi di
comunicazione, sono sorvegliati dalla ShinRa. Non possono dire nulla
che non passi prima da loro, non mi fiderei troppo -
- Si da un gran da fare, il Presidente -
- Lui si mostra al popolo come un eroe. Ha datto tutto agli abitanti,
in particolare qui a Midgar. Questa città, e l'intero
pianeta, sono completamente
sotto il suo controllo. Ma non mi spiego come mai non abbia dato
notizie in tv di voi -
Hathor si sbottonò in sorrisetto ironico.
- Non è difficile capire il perchè: abbiamo
sfondato
tutti i suoi parametri di sicurezza, arrivando fino al suo ufficio. Se,
come dici, tiene molto alla sua immagine pubblica, non dirà
nemmeno sotto tortura che la sua perfetta sicurezza ha fallito. In ogni
caso se Il Presidente si troverà
all'angolo richiamerà sicuramente i SOLDIER -
Barret era poco convinto delle parole della mora.
- I SOLDIER sono geneticamente rinforzati, come sperate di affrontarli?
-
Il sorriso della mora fu alquanto mefistofelico.
- Abbiamo i nostri metodi. Scusate ma questa è una cosa di
cui
ci è proibito parlarvene, almeno per il momento. Sappiate
solo
che non temiamo una rappresaglia da parte della ShinRa -
Le fissarono in silenzio un po' perplessi, poi Jesse sollevò
un quesito fondamentale.
- Come farete a recuperare la vostra compagna? Avete un piano? -
- Nulla di definito. Per questo siamo qui, abbiamo pensato che chiunque
si metta contro la ShinRa abbia più conoscenze di quante ne
abbiamo noi -
I membri dell'AVALANCHE si guardarono l'uno con l'altro, poi Cloud
spezzò quel silenzio.
- La vostra compagna è sicuramente nei laboratori di Hojo.
Al
sessantottesimo o sessantettesimo piano, ma solo alcune persone con un
pass speciale, oltre che gli scienziati del piano, possono accedervi.
Sono due dei piani più sigillati dell'edificio -
Hathor e Katarina si guardarono quasi incredule dal colpo di fortuna.
- Per sbaglio sai anche chi è in possesso di questi pass
speciali? -
- I Turks. Le loro tessere di riconoscimento aprono tutte le porte del
palazzo della ShinRa -
- Perfetto -
- Non proprio. I Turks sono furbi. Sono quelli che sanno tutto della
compagnia e sono fedeli ad essa -
- Pensavo fossero fedeli al Presidente -
- No, solo alla compagnia non importa chi la guida e non è
facile imbrogliare un Turk. Nessuno oserebbe farlo -
- Allora sarò la prima a farlo. Prenderò io il
pass -
Guardarono Hathor come se fosse un fantasma, c'erano un po' rimasti
male alla prontezza di risposta che aveva avuto e ci rimasero ancora
ancora più di carta a vedere il sorrisetto che si
scambiavano le due.
- Non l'hai sentito? È quasi impossibile fregare un Turk, e
anche se fosse, e sottolineo anche se, come pensi di fare? -
- Hathor è una ex ladra. Può prendere anche le
mutande
che ha addosso una persona senza che se ne accorga. Infatti, non
è mai stata catturata -
- Devo sapere come è fatta questa tessera -
- Come mai? È una tessera -
- Per poterla falsificare. Non pensi che non appena arrivi al palazzo
il Turk in questione la userà? Per poter entrare devo avere
o la copia o
l'originale, ma per falsificarla come si deve la devo studiare da ogni
angolazione. Sicuramente avrà anche un chip per
l'identificazione -
Giusto in quel momento Cloud gettò sul tavolo la sua tessera
di ex fante.
- Come questa -
- Perfetto. Mi serviranno una stampante apposita e un foglio di
plastica rigida -
Jesse si fece avanti.
- A quello posso pensare io. So dove procurare quello che cerchi -
- Mi daresti anche una mano a creare la tessera fasulla? -
- Certo -
Ma frenò l'entusiasmo dopo aver visto l'occhiataccia di
Barret. Hathor lo notò.
- Parlando francamente, penso che ormai tu non possa più
tirarti
indietro. So che questo incontro doveva valere solo per conoscerci, ma
con le informazioni siamo andati molto in là. Quindi mi
permetterei di suggerire una cosa: vediamo come va questa cosa
provvisoria e solo allora deciderete cosa fare -
Barret stava per parlare quando Tifa lo bloccò.
- Barret, io sono d'accordo. Vediamo come va a finire la
prossima missione con loro, prima di decidere in via definitiva.
Provare non ci costa nulla -
Tifa fu solo la prima a tentare di fare opera di convincimento su
Barret che proprio non ne voleva sapere.
- Molto bene. Katarina raccogli tutto quanto, ci arrangeremo come al
solito. E per muoverci in città compreremo una cartina o la
gireremo un po' cercando quello che ci potrà servire. Buona
fortuna con la vostra missione e spero di rivedervi più -
Detto ciò, ripresero l'aspetto con cui erano
arrivate e, alquanto alterate, se ne andarono.
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