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Autore: Kris91    01/12/2019    0 recensioni
ATTENZIONE! Come da avviso, sto riaggiornando con calma la storia, anche per inserire i nuovi dettagli visti nel remake.
Dopo la terza guerra mondiale, la Terra e il genere umano faticano a riprendersi. Molte nazioni sono scomparse e altre hanno prosperato. Gli esseri umani si dividono in grandi e tecnologiche metropoli e in poveri villaggi dove anche saper leggere è un lusso.
Tuttavia, esiste una società che non conosce decadenza: il Mondo Nascosto.
Il Mondo Nascosto, invisibile agli esseri umani, è regolato da un organizzazione chiamata l'Ordine. Durante un incantesimo di protezione annuale, un'apprendista viene risucchiata da un portale. Due donne dovranno varcare le dimensioni per andare a recuperarla. Ma, come si accorgeranno, il pianeta di Gaia è tutt'altro che disabitato.
* * *
- Così non va... Krizia ha avuto una specie di premonizione al Tempio degli Antichi -
- Una premonizione? Che premonizione? -
Barrett era evidentemente confuso, così come tutti gli altri che le fissarono in attesa.
- E' successo qualcosa che ancora non siamo riuscite a capire ma... Una cosa è sicura: qualcuno o qualcosa ha manipolato la vostra linea temporale creandone una alternativa in cui i fatti e il destino di questo mondo e di chi lo abita, sono cambiati -
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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CAP. 4
CAP. 4

- Non lo farò! Non voglio tornare! -
- Hathor, devi capire che non puoi lasciare un lavoro a metà. Ho accettato la tua sospensione quando me l'hai richiesta, e sai anche tu che da regolamento non avrei potuto farlo, inoltre non puoi ridurti così per uomo -
Mirjana non riusciva a concepire che quella creatura rannicchiata sul divano, con i capelli arruffati, le occhiaie più profonde della Fossa delle Marianne e il pigiama sformato e sporco di cioccolato, fosse sua amica. E per di più ridotta così per uomo.
- Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto... Non voglio più saperne di nessun uomo, umano o meno che sia -
Dovette fare appello a tutte le sue forze per non prenderla pugni. Quando da giovane suo padre l'aveva mandata a studiare in una congrega di streghe bianche aveva fatto voto di non violenza, ma in quel momento lo stava rimpiangendo.
- Andiamo, sappiamo che praticare la castità non è proprio nelle tue corde, quindi non fare promesse che tanto poi non manterrai. In più di trent'anni che fai parte dell'Ordine hai rimesso in piedi l'intera sezione militare, e vorresti buttare all'aria tutto il tuo lavoro per lui? Mi deludi, amica mia -
Hathor si girò vero di lei fissandola con gli occhi vitrei.
- A quanto pare, di recente, non sono da me molte cose... E comunque nulla di quello che puoi dirmi mi farà cambiare idea -
Mirjana sospirò pesantemente. Se le buone maniere non funzionavano, allora l'avrebbe obbligata.
- Allora non mi lasci altra scelta: devi lasciare questo appartamento -
L'espressione di Hathor mutò improvvisamente.
- CHE COSA???!!! QUESTO APPARTAMENTO É MIO! -
- Non è tuo, questo appartamento è dell'Ordine e ti è stato dato in affitto. Quando sei stata sospesa e stavi a Lucis con tuo marito e tuo figlio, te l'ho tenuto da parte perché siamo amiche, tuttavia visto le cose non sono andate bene e non hai intenzione di tornare a lavorare, devi lasciare l'appartamento. Verrà dato in affitto a chi lo richiederà -
Mirjana si girò dirigendosi verso l'uscita, ma venne fermata dalla voce più che alterata di Hathor.
- Ancora con questa storia delle amiche... Quando sono venuta a lavorare per l'Ordine mi hai detto che non avresti fatto favoritismi per me, vuoi dire che non è stato così? Che oltre alla casa ti devo anche la mia carriera? -
Si girò verso di lei con un'espressione mortalmente seria.
- Non intendo affrontare questo argomento con te ridotta in questo stato, è l'alcool che parla. Comunque hai due settimane per liberare l'appartamento -
- E dove andrò a stare?? Sotto a un ponte?? -
La donna la squadrò dalla testa ai piedi.
- Sembri comunque una senza tetto pure se rimanessi qui. Guarda come ti sei ridotta per colpa di un uomo, ma almeno se te ne vai, questo appartamento smetterà di puzzare di alcool -
Mirjana uscì poco prima che qualcosa di vetro, probabilmente una bottiglia, s'infranse sulla porta e delle selvagge urla invasero il corridoio.
Sapeva di averla convinta.

Settore 8, Motel Icecap
h 04:02

Hathor si svegliò di colpo.
Era da anni che quel sogno non le faceva più visita, ma ancora s'imbarazzava da morire al ricordo. Come poteva essersi ridotta in quello stato? Anche se per Regis. Tutti i suoi discorsi sulla dignità e sul fatto che solo per poche persone valesse la pena di stare male, li aveva buttati nel cesso come niente fosse. Lei era sempre stata orgogliosa delle sue origini di demone maggiore, ma non appena lui l'aveva chiamata mostro, tutto era sfumato: la loro storia, il loro matrimonio, e poi il colpo di grazia: dover abbandonare Noctis e cancellargli la memoria come se lei non fosse mai esistita. 
Quella fu la parte peggiore.
Nei mesi successivi alla rottura, aveva proprio toccato il fondo, diventando la più grande ipocrita della terra rinnegando praticamente tutto quello che aveva fatto da quando aveva messo piede all'Ordine. Ricordava bene che ci aveva messo parecchio a riprendersi e chi più l'aveva aiutata, pur senza fare qualcosa in particolare, era stata proprio la donna che ora dormiva nella stanza di fianco alla sua.
In quello stesso periodo Katarina era arrivata all'Ordine.
Era un ragazza di neanche 20 anni, magra e sporca, con due occhi che sembravano tizzoni ardenti tanto era arrabbiata con il mondo. Mirjana aveva avuto la brillante idea di assegnarla proprio a lei "per non perdere il tuo smalto" diceva, la verità è che con Katarina faticava a comunicare. Era palese che la ragazza non si fidasse nemmeno della sua ombra.
Poi, un giorno, mentre si allenavano in un castello diroccato in Romania, una delle tante sedi di allenamento dell'Ordine sparse per il mondo, la cosa degenerò.
Hathor, la cui rabbia era arrivata a comprendere tutto il genere umano, aveva fatto una battuta di pessimo gusto sulla madre di Katarina, violentata dal padre di lei, alto generale di Tenebrae, morta di parto e quindi abbandonata dal padre in quanto figlia illegittima.
Katarina s'infuriò di brutto e l'attaccò.
Se ne diedero tante e di santa ragione, nello scontro, Hathor le procurò la cicatrice che ancora solcava il volto della rossa. 
Non resistette più alla marea di ricordi, doveva alzarsi.
Si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia e riprendere possesso delle sue facoltà, così sarebbe riuscita a dormire almeno un paio d'ore.
Ci aveva messo un po' di tempo per tornare al motel, doveva essere sicura che quei tizi non la seguissero quindi aveva girato un po' a vuoto e modificato il suo aspetto diverse volte sperando di confonderli.
Se fosse dipeso da lei li avrebbe affrontati, ma l'espressione preoccupata di Katarina quando era uscita, l'aveva frenata dal cercare un confronto diretto.
Tuttavia, nonostante tutto il casino che c'era per strada, qualcosa dal discorso di quei tizi era riuscita a carpirlo e il resto poteva immaginarselo.
A quanto pare non tutti erano felici e contenti sotto il dominio della ShinRa e ciò che era avvenuto quella sera era un attacco terroristico in piena regola. Sul momento le era balenata un idea, ma doveva prima parlarne con Katarina e sapeva già che non ne sarebbe stata troppo felice.
L'addestramento che aveva ricevuto all'Ordine l'aveva cambiata parecchio, e se prima era per il motto "il fine giustifica i mezzi" ora non più, come per esempio l'uccisione di persone innocenti nemmeno per una buona causa.
A onor del vero, nemmeno ad Hathor faceva piacere rivolgersi a certa gente, tuttavia ci aveva ragionato parecchio mentre scappava a casaccio dai cani della ShinRa: loro non sapevano muoversi per la città.
C'erano nascondigli, scappatoie e scorciatoie che non potevano conoscere e che, molto probabilmente, per le prossime mosse sarebbero potute servire.
Così aveva pensato che stringere una piccola alleanza con quei terroristi avrebbe potuto giovare ad entrambe le parti. Molto probabilmente Katarina avrebbe potuto trovare tra i documenti della ShinRa qualcosa che potesse essere utile a quei criminali, e avrebbero potuto usarlo come merce di scambio.
Guardò l'orologio.
Erano solo le 04:11.
Ci avrebbe pensato più tardi, ora voleva solamente tornare a letto e, chissà, magari il sonno le conciliava anche un'idea migliore di quella che aveva avuto.

Si svegliò che erano quasi le 10.
Alla fine aveva dormito più di quel che credeva, tuttavia il sonno non le aveva dato l'idea migliore in cui sperava.
Anzi, aveva addirittura ampliato gli scenari in cui i tizi della ShinRa scoprivano cosa fosse in realtà e la sottoponevano ad ogni più atroce esperimento.
Non aveva altra scelta. Doveva per forza proporre a Katarina l'alleanza con quei terroristi.
La trovò in camera sua, seduta sul letto con un asse di legno presa da chissà dove che fungeva da scrivania sulle ginocchia e una mega tazza di caffè in mano.
- Buongiorno -
Il saluto scollò gli occhi di Katarina dallo schermo del computer che presero a fissarla come se riuscissero a vedere attraverso il suo corpo facendo sentire a disagio Hathor.
- Che c'è? -
- Niente nocche insanguinate unghie rotte, segno che hai seguito il mio consiglio e non ti sei scontrata con i tizi della ShinRa. Bene, allora cosa è successo stanotte? -
- Un gruppo di terroristi ha attaccato uno dei reattori della ShinRa, e... -
Vide che Katarina non l'ascoltava più, il suo sguardo era fisso sul televisore vecchio modello poggiato su una massiccia cassettiera, dove un bella signorina era davanti all'entrata del palazzo della ShinRa e stava dicendo qualcosa proprio sull'attacco.
- Sembra che questa notte, intorno alle 24, il reattore del settore 1 sia stato fatto esplodere in quello che sembra essere un attacco terroristico. La conta dei morti è molto alta e destinata a salire, quasi tutti sono fanti della ShinRa e pochi civili che abitavano o erano di passaggio nei pressi del reattore. Al momento mi trovo davanti all'entrata del palazzo ShinRa dove, a breve, il Presidente stesso rilascerà una dichiarazione sull'accaduto -
Infatti, in quello stesso momento il Presidente affiancato da due uomini in smoking nero si avvicinò ad un piccolo palco allestito per l'occasione.
- Quello giovane con i capelli lunghi è un Turk. L'ho visto quando siamo andate al palazzo, insieme ad altri si era precipitato a vedere come stesse il Presidente -
- Anche l'altro lo è -
- Cosa te lo fa dire? -
- Non sembra una semplice guardia del corpo. A giudicare da come guarda il tizio più giovane deve essere il capo, o comunque un suo superiore, inoltre ha una fondina sotto la giacca e la mano in acciaio, forse anche tutto il braccio, mi fa pensare che probabilmente l'ha perso in azione -
Dopo quel breve scambio tornarono a prestare attenzione al televisore dove il Presidente aveva finalmente preso la parola.
- Signori e signore, cittadini di Midgar, so bene cosa è successo stanotte. Molti fanti coraggiosi hanno perso la vita in questo vile attacco terroristico, posso garantirvi che i responsabili verranno catturati e giustiziati. Gli altri fanti lavoreranno giorno e notte per consegnare i responsabili alla giustizia. A breve verranno anche ripristinati i vari servizi nel settore coinvolto. Nel frattempo, porgo le mie più sincere condoglianze alle famiglie dei fanti e degli abitanti deceduti -
Il Presidente rivolse un sorriso falso alle telecamere e salutò, ritornando all'interno del palazzo insieme ai due uomini.
La telecamera inquadrò di nuovo l'inviata.
- E queste erano le parole del presidente della ShinRa Electric Power Company. Vi ricordo che per tutti i caduti dell'attentato sarà organizzata una commemorazione e... -
Katarina spense la televisione e tornò a concentrarsi sul computer.
- Cosa ne pensi di questi terroristi? Credi ci saranno d'intralcio? -
- Beh non è troppo complicato capirlo: hanno attaccato i reattori della ShinRa, ergo ce l'hanno con la ShinRa. Ma non leggo nella mente, quindi non posso sapere quale sia il loro obbiettivo ultimo. Se ci saranno d'intralcio? Non ne ho idea... Anzi, beh, un'idea ce l'avrei -
- Ovvero? -
Non sentendo risposta, Katarina alzò lo sguardo dal pc per osservare Hathor evidentemente in difficoltà.
In breve capì dove volesse andare a parare.
- No -
- Non vedo molte altre poss... -
- Non mi alleo con assassini. Hanno ucciso innocenti e la cosa non mi piace per niente -
Hathor si sedette sul letto.
- Ci ho pensato mentre tornavo dal reattore stanotte, e ne avevamo anche già parlato: non conosciamo la città e non abbiamo il tempo di conoscerla -
- Sì ma, perché con loro? Chi ti da la certezza che non ci tradiranno? E che conoscano la città così bene? -
- Ecco perché speravo che tu potessi rintracciarli, non penso che la ShinRa curi anche l'anagrafe o gli immigrati. E poi tentare non costa nulla, se si azzarderanno a fare il doppio gioco li faremo fuori -
Katarina si fermò un momento a riflettere sull'idea di Hathor.
- E se non volessero aiutarci? -
- Pensavo che qualcosa che hai trovato tra i documenti della ShinRa potrebbero essere una buona merce di scambio: loro avranno le loro informazioni e noi le nostre guide per la città -
- E che cosa gli racconteremo? Vorranno sicuramente sapere perché abbiamo dei documenti riservati della ShinRa e perché ce l'abbiamo tanto con la compagnia. Dovremo inventarci qualcosa, non possiamo dire loro che veniamo da un'altra dimensione e che tu non sei umana -
- Già, ma ho pensato pure a questo: racconteremo una mezza verità. Non è necessario che sappiano da dove veniamo o perché la ShinRa ha in ostaggio Aeni, e se ce lo chiedessero inventeremo -
Si vedeva bene che Katarina era combattuta sulla scelta, ma alla fine cedette poiché non vedeva altre possibilità.
- E va bene. Se non ricordo male, anche i reattori della ShinRa dovrebbero essere controllati da telecamere a circuito chiuso, m'infiltrerò nella rete e cercherò questi fantomatici terroristi -
- Grazie -
- Se se, ora lasciami lavorare. Ma sappi che la cosa ancora non mi piace -

ShinRa Building, piano 49
h 07:35

Era maledettamente in ritardo, se non l'avrebbero ucciso i mostri all'interno del simulatore sicuramente ci avrebbe pensato Angeal.
Aveva giurato che sarebbe stato davanti alla sala del simulatore alle 07:30 precise, ed erano già passati cinque minuti. Angeal non era tipo da tollerare ritardi, purtroppo la sera prima si era scordato di mettere su la sveglia mezz'ora prima del solito e chiaramente quella mattina non aveva suonato.
Tuttavi non era solo la sicura strigliata di Angeal a preoccuparlo, ma anche la foto che Kunsel gli aveva mandato in allegato a un messaggio.
Ovviamente la voce dei terroristi che avevano attaccato il reattore 1 si era sparsa a macchia d'olio e avevano già cominciato a girare voci, quasi sempre del tutto infondate, su chi potessero essere.
Alcuni pensavano che fossero collegati alle due donne che si sapeva essere entrate alla ShinRa, altri dicevano che non era mai successa l'intrusione nel palazzo e che era stata solo un'esercitazione, molti altri invece non si fidavano affatto delle voci di corridoio.
Tuttavia si fidava di Kunsel.
La foto che gli aveva mandato era mossa, e non si distingueva granché, ma una cosa l'aveva vista bene: la Fusion Sword.
Quella era senza dubbio la spada di Cloud.
Avrebbe voluto parlarne con Angeal, ma temeva che per dovere di SOLDIER dicesse tutto ai piani alti.
Lui era sicuro di essere fedele al corpo, ma in quel momento preferiva essere più fedele al suo vecchio amico e sperare che non si fosse messo nei guai.

Mentre rimuginava su tutta la faccenda, si era scordato completamente dell'appuntamento con Angeal e se prima era un ritardo recuperabile con delle scuse accorate, ora non lo era più visto che erano quasi le 08:00.
Diede fondo alla sue energie con la corsa e quando riuscì a scorgere le porte automatiche della sala allenamenti, scorse anche il suo severissimo maestro appoggiato con la schiena al muro, le braccia incrociate al petto e gli occhi chiusi.
Ad un'altra persona poteva sembrare che stesse riposando gli occhi, ma Zack sapeva bene che invece stava pensando, e molto probabilmente pensava alla sua vendetta sull'indisciplinato allievo.
- Angeal, eccomi! Scusa per... -
- Non voglio sentire scuse, hai preso un impegno e pretendo che lo rispetti. Oppure non hai più intenzione di diventare un 1st? -
- Che? Certo che sì, ma ... -
Angeal lo spinse nel simulatore lasciando che le porte si chiudessero dietro di lui.
- Non voglio sentire "ma" siamo già in ritardo sulla tabella di marcia. Per punizione, al posto dell'allenamento dedicato ai SOLDIER di 2 classe, farai quelli per la 1 a livello più difficile. E dopo ti fermerai a dare una pulita alla sala. Così le signore delle pulizie avranno una sala in meno di cui occuparsi. E ora muoviti -
- Sissignore -
Si preannunciava una giornata moolto lunga. 

Germania, Foresta Nera, Arcrow
h 04:45

- Non ci posso credere -
Quella mattina Mirjana era stata svegliata molto prima del solito a causa di un'ancella che era entrata di corsa nelle sue stanze dicendole, o meglio urlandole, che quella notte qualcuno era entrato nella biblioteca e l'aveva messa sottosopra in cerca di chissà cosa.
Allora, Mirjana, si era messa una vestaglia decente in fretta e, ignorando l'ancella che le diceva che non era un abbigliamento adeguato, era andata immediatamente a controllare.
I Warlords e alcuni Cacciatori stava risistemando la biblioteca, facendo al contempo un'elenco dei volumi che erano ancora presenti, il tutto sotto gli ordini di Gladio.
- Signora -
- Gladio, cosa è successo? -
- Pare che stanotte intorno alle 23, qualcuno sia entrato nella biblioteca in cerca di qualcosa anche se ancora non sappiamo cosa. Sembra che non manchi nulla -
Proprio in quel momento un Warlord si avvicinò ai due.
- Scusatemi, sembra che ci sia tutto eccetto un libro -
- Quale? -
- Era uno dei cinque volumi messi in bacheca -
Mirjana tirò un sospiro di sollievo a sentire la risposta, ma al contempo non poteva non preoccuparsi: sapeva che libro cercava il ladro.
- Non è un problema i libri messi in bacheca sono falsi, le pagine al loro interno sono bianche. Le loro copertine sono copie perfette degli originali che invece sono sistemati nella sezione proibita insieme agli altri. Rifaremo le copie e li rimetteremo nella bacheca. Grazie -
Attese un momento affinché il soldato si allontanasse e poi si rivolse a Gladio.
- Ti devo parlare, è urgente. Facciamo colazione nelle mie stanze? -
- Certo -

Si spostarono in una piccola saletta privata oltre la sala del trono dove Mirjana riceveva i Cacciatori. Si sistemarono a un tavolo con delle poltrone assai comode poste vicino a un'ampia vetrata semicircolare che offriva una meravigliosa vista sulla città. La stanza pullulava di verdi piante e fiori profumati.
Un paio di graziose ancelle servirono loro tè, caffè, biscotti, brioches, torta, macedonia e succo d'arancia. Gladio non sapeva proprio cosa scegliere, così optò per una fetta di torta panna e fragole e una tazza di caffè non zuccherato, mentre Mirjana si serviva di macedonia e succo.
Quando ebbero scelto, Gladio, un po' impaziente, prese la parola.
- Allora, c'è qualcosa non mi ha detto, vero? -
Mirjana sospirò, sapendo che era arrivato il momento di chiarire la situazione a Gladio.
- Vero. Non ho voluto parlarne davanti ai Warlords, fino ad oggi questa cosa la sapevano solo poche persone, ovvero me ed Hathor -
- La ascolto -
- Agli inizi, quando Hathor era da poco arrivata all'Ordine e ancora non aveva messo mano alla sezione militare, la mandai in missione nella vecchia Istanbul. Pare che fosse comparso un tomo, probabilmente arrivato tramite il contrabbando, che aveva ucciso molte persone. Alcuni avevano ucciso altri per possederlo, altri ancora per tenerselo, ma una cosa era certa: quel libro seminava solo distruzione e morte. La sua missione era apparentemente semplice: recuperare il libro e far ricadere gli omicidi sul trafficante che si era tolto la vita poco prima in circostanze piuttosto misteriose -
- Qualcosa mi dice che non ha funzionato -
- Al contrario, funzionò bene. Forse troppo bene. Al ritorno mi chiamò Hathor, diceva che non voleva portarsi dietro quel libro, era già stata attaccata da cinque uomini che lo volevano. Mi raccontò che non erano in loro, sembravano come sotto l'effetto di qualche droga. L'unica cosa che mi disse quando tornò era che aveva dovuto uccidere quegli uomini; non mi raccontò altro, anzi, evitava accuratamente l'argomento. Quando mi porse il libro capii cosa era. Il suo popolo lo conosce come Al Azif, ma nel resto del mondo è meglio conosciuto come Necronomicon -
Gladio, che stava per poggiare le labbra sulla tazza, si bloccò incredulo.
- Pensavo che quel libro fosse una leggenda. Un semplice espediente letterario -
- Non lo è. É una leggenda ciò che c'è scritto dentro e come è fatto: la leggenda dice che contenga la chiave per dominare i demoni dell'inferno, che sia scritto col sangue e rilegato in pelle umana, in realtà è un comune libro che racchiude i più potenti incantesimi di magia nera. E non è nemmeno stato scritto nel 730 d.C. dall'arabo pazzo, ma nel medioevo a cura di una delle congreghe di streghe nere più potenti che siano mai esistite: le Sorelle della Trinità. Avevano sede a Salem, ma purtroppo se ne andarono prima che cominciasse la caccia alle streghe, avvisate da alcuni informatori che avevano all'interno della Chiesa; la loro congrega risiedeva là da secoli, poiché quella città è un forte fulcro di energia. Per paura che la loro conoscenza e i loro incantesimi venissero dimenticati nel corso delle generazioni, iscrissero il Necronomicon e lo protessero con innumerevoli incantesimi oscuri in modo che nessun umano potesse leggerlo senza impazzire. Prima che tu me lo chieda: no, non lo scrissero in inglese ma in un alfabeto inventato da loro e che solo le streghe di quella congrega avrebbero potuto comprendere. A oggi siamo riusciti a decifrarne solo una parte, ma è stata abbastanza per farci passare la voglia di saperne di più: fra sacrifici di bambini o di intere famiglie, torture... É atroce -
- Quindi quel libro è stato messo nella nostra biblioteca dopo che Hathor lo riportò dalla Turchia, giusto? E poi? -
- Nella parte che siamo riusciti a tradurre era segnato un'incantesimo molto pericoloso: il Damnae. É una contrazione della parola latina Damnatio Memoriae, un'incantesimo che serve per cancellare dalla storia un particolare avvenimento o una persona importante -
- In pratica manipola lo scorrere della storia -
- Esatto. Ed è già stato usato in passato. Tu fai parte dell'Ordine e conosci la storia precedente a quella di oggi; sai che i continenti non erano Lucis, Accordo, Tenebrae e Niflheim ma erano: America, Asia, Africa, Europa e Oceania. Oggi sappiamo che il continente di Accordo, ovvero la passata Oceania, e il regno di Tenebrae sono finite sotto Niflheim anche se oggi si è ritirata da quei territori e sono ridiventati regni a se' stanti... -
- Aspetti aspetti, mi sta dicendo che è stato a causa di quell'incantesimo che il mondo si è dimenticato di ciò che è stato fino a cinquemila anni fa? -
Mirjana si sciolse in un sorriso compiaciuto dall'acume di Gladio.
- Indovinato. Dopo la terza guerra mondiale, ancora non eravamo in possesso del Necronomicon e una strega della congrega di Salem, forse una novizia, ha eseguito quell'incantesimo, risultato: gli esseri umani rimasti dopo la guerra, hanno scordato tutto ciò che era stato prima. Alcune cose nel corso del tempo le abbiamo recuperate, come un pezzo di storia antica, qualche tecnologia, ma siamo andati avanti e abbiamo costruito altro. I membri del Mondo Nascosto sono gli unici a ricordare esattamente come fosse il mondo di prima a causa della loro longevità e le cupole di pura magia che l'Ordine crea ogni anno, ha protetto le creature del Mondo Nascosto dall'incantesimo. Sebbene alcune città costruite dagli esseri umani siano rimaste in piedi, gli stati precedenti all'incantesimo non ci sono più: il regno di Lucis è sorto dove una volta c'erano le due Americhe, Niflheim è situato dove c'era Scandinavia, Russia e Siberia e il regno di Tenebrae occupa quelle che una volta erano Francia, Spagna e Portogallo e il risorto regno di Accordo comprende Asia e Oceania. Il resto dell'Europa è rimasto semi deserto grazie al fatto che la popolazione umana mondiale è stata dimezzata e questi territori sono stati abbandonati, mentre l'Africa e Arabia sono invase dal deserto che si è esteso. Ufficialmente qui in Europa ci sono solo ampie zone boschive, in realtà sappiamo bene che ci sono un migliaio di città e paesi di competenza dell'Ordine -
- E noi teniamo questo libro in biblioteca? Con tutto il potere che può scatenare? -
- Sì. Io all'inizio l'avevo messo nella bacheca, ma Hathor mi ha fatto giustamente notare che sarebbe come metterci sopra un cartello luminoso con su scritto "sono prezioso, rubami". Così ne abbiamo fatto una copia perfetta e abbiamo nascosto l'originale in mezzo a tutti gli altri libri -
Mirjana fece una pausa prendendo un sorso di succo, mentre Gladio fissava il fondo della sua tazza di caffè ormai vuota.
- E quell'incantesimo? -
- Non senza parecchi sforzi, siamo riusciti a purificare il libro dalla magia nera che lo teneva sigillato prima di cominciare a decifrarlo, e quando abbiamo scoperto quell'incantesimo... Abbiamo strappato via la pagina -
Gladio rialzò gli occhi su Mirjana, sorpreso.
- Avete eliminato quell'incantesimo? -
- Non del tutto, lo custodisce una persona di cui mi fido moltissimo -
- Hathor -
- Esatto. Non ho voluto sapere cosa ne avesse fatto, anche se probabilmente ha nascosto la pagina nella sua immensa biblioteca -
- E ora qualcuno lo sta cercando -
- Già. Non importa chi otterrà quell'incantesimo se una persona con buone intenzioni o meno, ma alterare la storia di un universo è sempre pericolosissimo anche se si conoscono i rischi -
- E ora ci troviamo in quella situazione tanto temuta: persone che, di sicuro non mi pare abbiano buone intenzioni, vogliono quell'incantesimo. É sicura che non cerchino altro? -
- Paradossalmente, quello è l'unico incantesimo che può eseguire chiunque, anche un normale essere umano. L'ultima strega della congrega di Salem è morta nella terza guerra mondiale a soli 14 anni, non penso abbia avuto figli e i poteri si acquisiscono per discendenza femminile -
- Quindi è stata lei a eseguire la prima volta l'incantesimo -
- No, abbiamo scoperto essere stata la madre. Poco dopo un conflitto in America, ha scoperto la morte della figlia e distrutta dal dolore, ha tentato l'ultima disperata mossa. Non penso sapesse fino in fondo cosa stesse facendo -
- Beh, ora cosa facciamo? -
- Pensavo di raddoppiare le guardie, ma sarebbe come ammettere che nascondiamo davvero qualcosa di prezioso e che abbiamo paura, quindi non lo farò, ma metterò degli incantesimi di protezione sulla sezione proibita della biblioteca -
- Avvertirà anche Hathor e Katarina? -
Mirjana trasse un sospiro rumoroso prima di rispondergli.
- No, penso che abbiano già sufficienti problemi per conto loro -
- Capisco -
Proprio in quel momento arrivò un messaggio sul cellulare di Gladio.
- Signora... I Warlords hanno scoperto il volto del ladro -
- Chi è? -
Gladio rimase in silenzio, evidentemente non era felice di dare quella notizia.
- È Cordelia. Controllando le telecamere, il supervisore dei Warlords l'ha notata, inoltre non è più nel suo alloggio -

Midgar, Settore 8, Motel Icecap
h 12.05

Katarina ci mise quasi tutto il resto della mattinata a spulciare tra i documenti della ShinRa che aveva scaricato, in cerca di qualche buon appiglio da propinare a quei terroristi.
Più ripensava alla proposta di Hathor e meno le piaceva.
Quando suo padre l'aveva abbandonata, era stata accolta da un gruppo di assassini mercenari e più di una volta come lavoro era arrivato loro di commettere atti terroristici e uccidere anche innocenti: alle persone al potere non importava di certo il popolo, ma solo il potere fine a se stesso. Non importava chi venivano coinvolti e non dubitava che anche lì funzionasse così.
Alla fine se n'era andata perché uno degli atti terroristici che dovevano essere messi in atto, sarebbe stato in una scuola. Urlando che non ci stava se ne era andata come una furia dicendo loro di tenersi anche i soldi degli ultimi "lavori" che aveva fatto.
Qualche mese dopo era finita all'Ordine e lì aveva trovato il modo perfetto per mettere a frutto le sue conoscenze negli omicidi aveva avuto l'occasione di sventarne parecchi.
- Allora, hai trovato qualcosa di utile? -
Vide Hathor avvicinarsi con in mano due tazze di caffè fumanti. Si avvicinò e si sedette sul letto dove stava lavorando e le allungò una tazza.
Katarina ne bevve un sorso prima di risponderle.
- Nulla di che nei documenti, ma penso che dargli un'accesso alle mail e alle telefonate possa essere un buon inizio. Dubito che a loro interessino un'elenco dei prodotti della ShinRa, anche perché li conosceranno a memoria abitando in questo mondo -
- Perfetto. Ora dobbiamo solo trovarli -
Katarina le rivolse un'occhiata piuttosto eloquente.
- Pensi davvero che non ci abbia già pensato? Per chi mi hai preso? Fortunatamente i reattori mako hanno anche delle telecamere di sorveglianza, così li ho rintracciati quando sono entrati e anche quando sono usciti. Per nostra immensa fortuna si sono mossi con il treno, e lì ci sono altre telecamere, così li ho seguiti fino a quello che penso sia il loro nascondiglio... -
- Ti serve il rullo di tamburi? -
- Si trovano in un bar dei bassifondi del settore 7 si chiama Seventh Heaven -
- Settimo Cielo? Ottima citazione. Sai in quanti sono? -
- Il gruppo conta un nucleo centrale di sei persone e circa una ventina di "soldati" che fungono da forza armata -
- E pensano davvero di affrontare una mega corporazione come la ShinRa con così poco... Personale? -
- Potrebbero benissimo dire la stessa cosa di noi: siamo solo in due -
- Sì, ma noi non siamo qui per combattere la ShinRa, ma solo per riprenderci Aeni e poi andarcene -
- Quindi la tua idea è di sfruttarli, vero? -
- Ovviamente. Come a te, non piace nemmeno a me il loro metodo di affrontare le cose. Arriveremo a riprendere Aeni e poi ce ne andremo prima di rimanere coinvolte in qualcosa che non ci riguarda -
Katarina annuì in segno di assenso.
- Perfetto, allora direi che possiamo andare a trovarli -
- Scommetto che qui non ci sono i siti dove i clienti possono lasciare i commenti sul locale, vero? -
- Temo di no. Quindi non sapendo nemmeno gli orari di apertura, dovremmo rischiare -
Si scambiarono un sorriso d'intesa per poi prepararsi, assumendo la stessa identità che avevano adottato per andare alla ShinRa, e andare a trovare i loro nuovi "compagni".

Ci misero un po' per arrivare. Dovettero cambiare aspetto un paio di volte, in particolare vicino la stazione dove giravano parecchi fanti, ma alla fine si trovarono davanti a un bar a dir poco decadente così come il resto degli edifici circostanti.
Certo, visto che erano nei bassifondi non si aspettavano architetture di lusso, tuttavia l'interno del bar era pulito e profumato. Al bancone una graziosa mora con un visetto dolcissimo, asciugava dei bicchieri per poi sistemarli sulla rastrelliera alle sue spalle. Katarina le sussurrò nell'orecchio che lei era una dei terroristi, così le si avvicinarono lentamente, per fortuna a quell'ora il bar era deserto.
Non appena si accorse di loro, la mora alzò lo sguardo sorridendo.
- Salve signore, cosa posso portarvi? Un caffè? Un liquore? -
- Solo delle informazioni -
La mora le guardò interrogativa, così Katarina, sotto le spoglie di segretaria, appoggiò la stampa di una ripresa delle telecamere del reattore dove la ritraeva entrarci insieme al resto del gruppo. Di colpo l'espressione della ragazza cambiò, facendosi mortalmente seria, così come la sua voce.
- Andatevene. Non nulla da dirvi -
Avendo capito che la situazione non si sarebbe risolta bene, Hathor mise subito in chiaro le cose.
- Hai frainteso, non facciamo parte della ShinRa e tanto meno stiamo dalla sua parte. Ma potremmo essere dalla vostra se arrivassimo a un'accordo -
Lo sguardo poco amichevole che rivolse loro la barista suggerì che o si sbrigavano a spiegare quello che volevano oppure le avrebbe mandate via con la forza.
- Va bene, arrivo al punto: la ShinRa ha preso una nostra compagna che è rinchiusa in uno dei loro laboratori. Siamo riuscite a farci dare un'appuntamento con il Presidente e a piazzare dei microfoni e dei decriptatori sui loro pc così da sapere in anticipo le loro mosse. Tuttavia non conosciamo la città, veniamo... Da molto distante e non sappiamo orientarci. Abbiamo saputo di voi dal telegiornale e, visto che abbiamo un comune nemico, forse unire le forze potrebbe essere d'aiuto a entrambi. Nessuna fregatura. Altrimenti, se fossimo della ShinRa ti avremmo già arrestata o uccisa per via di quella foto, non credi? Inoltre conosciamo anche le facce dei tuoi complici e poi, se fossimo della ShinRa, sarebbe molto più semplice piazzare una bomba qui dentro, aspettare che ci siate tutti e farla esplodere, no? -
La mora parve rifletterci un po' su, era chiaro come il sole che li sotto non arrivava mai, che non si fidava e non faceva nulla per nasconderlo, tuttavia pareva anche tentata di avere più informazioni sulla ShinRa. Come se le avesse letto nella mente, Katarina le lanciò un'esca così succulenta a cui era difficile non abboccare.
- Pensa: tu e i tuoi amici costantemente quattro passi davanti a quelli della ShinRa. Quando noi avremo recuperato la vostra compagna passerò tutto al vostro hacker, perché sono sicura che ce ne sia almeno uno tra di voi, i contatti diretti con i pc, le mail e i telefoni della ShinRa per portare avanti la vostra battaglia con loro -
- E voi? -
- Una volta recuperata la nostra compagna spariremo, e la ShinRa non potrà usarci contro di voi -
Lei parve pensarci ancora un po' su.
- Ti lasciamo i nostri contatti, parlane con gli altri. Quando deciderete qualcosa, in un senso o nell'altro, facci sapere -
Detto ciò, le due uscirono lasciando la ragazza a contemplare il foglietto con sopra segnati due numeri di cellulare.

Bassifondi settore 7,
7th Heaven bar, h 23.03

Tifa si girava e rigirava tra le mani quel biglietto con quei due numeri di telefono, da quando erano andate via. All'inizio l'aveva gettato, però dopo aveva pensato e ripensato a ciò che le avevano detto, così l'aveva recuperato dal cestino e ci giocherellava da allora. Effettivamente se fossero state della ShinRa l'avrebbero uccisa senza nemmeno passare dal via, vista la foto che le avevano mostrato. Quindi, che volessero aiutarli per davvero? O che comunque avrebbero fornito loro il supporto che avevano promesso? L'indecisione era tanta, ed era la quinta volta che puliva sempre lo stesso bicchiere.
Proprio in quel momento la porta del bar si aprì con uno scampanellìo e colui che entrò, distrasse definitivamente Tifa dai suoi pensieri.
Cloud veniva sempre al bar in anticipo per prendersi da bere e rilassarsi prima che arrivassero tutti gli altri, per poi scendere nello scantinato e dare il via alla riunione. Nessuno sapeva esattamente dove stesse il biondo ne dove dormisse, però era sempre super puntuale ad ogni incontro con il resto dei membri dell'AVALANCHE.
- Il solito -
NIente saluti, solo un semplice cenno della testa, Cloud prendeva il suo bicchiere di liquore, e poi se ne stava lì a contemplare il fondo del bicchiere fino a che non arrivavano gli altri. Tifa lo guardava spesso, chiedendosi che cosa ne avesse fatto la ShinRa del suo vivace vicino di casa. Poi lo vedeva litigare con Barret e pensava che, in fondo, era solo cresciuto. Aveva sempre la stessa lingua affilata che aveva anche da piccolo, sempre la solita predisposizione a mettersi nei guai, solo che ora era stato addestrato come militare quindi aveva un po' più di contegno ed era più riservato, anche se manteneva quell'arroganza e supponenza che faceva infuriare di brutto Barret.
Non credeva nella causa, e non ne condivideva affatto i mezzi, tuttavia era pagato fin troppo bene e per questo non poneva troppe domande scomode.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo dei restanti membri dell'AVALANCHE, che la salutarono con trasporto in particolare la piccola Marlene, figlia adottiva di Barret, che adorava.

Dopo i convenevoli, Tifa chiuse il bar, portò un'assonnata Marlene nella sua camera di sopra, e si diressero tutti quanti nello scantinato.
A quanto pare Jesse aveva setacciato la rete informativa della ShinRa e non aveva affatto buone notizie: dopo il loro primo attacco, riuscito solo perché avevano preso tutti di sorpresa, il Presidente aveva raddoppiato la sicurezza in tutti gli altri reattori e le strade del "piano di sopra" nonché nelle stazioni, pullulavano di fanti armati fino ai denti. Inoltre aveva saputo, ascoltando i discorsi dei fanti di nascosto, che anche i Turks erano a caccia, ma non stavano cercando loro : le voci dicevano che due tipe si erano introdotte nel palazzo arrivando fino all'ufficio del Presidente.
A quella notizia, Tifa collegò immediatamente le due donne che le avevano fatto visita la mattina. Dunque era vero che ce l'avevano con la ShinRa.
Barret cominciò a sciorinare una serie di improperi davvero poco raffinati, ma venne bloccato da una frase di Cloud che lo fece solo arrabbiare il doppio.
- Lo sapevamo che sarebbe andata così, il Presidente non se ne sarebbe rimasto comodo ad aspettare una nostra prossima mossa -
Barret cominciò a prendersela col biondo, accusandolo di non aver mai dimenticato di aver fatto parte dei fanti.
Tifa si rivolse a Jesse chiedendole più informazioni riguardo le due donne.
- Mi spiace, non so nulla di certo, solo che queste due, forse, sono riuscite ad arrivare all'ufficio del Presidente. Sono solo voci di corridoio, poiché un'altro fante ha detto che questa cosa non è mai successa e che si è trattato invece di un'intrusione dei soldati di Wutai -
- No, io non credo -
L'affermazione di Tifa fece smettere di litigare Cloud e Barret e portò Biggs a chiederle il perché.
- Come mai sei così convinta che non siano stati i soldati di Wutai? Infondo da quando la guerra con Wutai è iniziata le loro incursioni si sono fatte sempre più violente -
- Lo so per certo perché quelle due donne sono state qui, stamattina -
Un'affermazione che raggelò tutti quanti. Cloud fu il primo a "scongelarsi".
- Ti hanno fatto qualcosa? -
- No, sono venute solo per parlare -
Meno dolce fu Barret.
-Ti hanno detto che volevano? -
- Sì. Avevano una foto con tutti noi che ci ritraeva mentre entravamo nel reattore, quindi sanno chi siamo, tuttavia mi hanno garantito che non siamo noi il loro obbiettivo: pare che una loro compagna è tenuta nei laboratori della ShinRa e la devono recuperare. Hanno detto che vengono da lontano e non sanno muoversi in città, per questo hanno cercato il nostro aiuto. In cambio ci offrono un'accesso diretto alle mail e alle telefonate dei dipendenti ShinRa e, una volta che se ne saranno andate, lasceranno tutto in mano al nostro hacker -
Terminò fissando Jesse negli occhi. Com'era prevedibile, Barret esplose.
- Non se ne parla! Non siamo un fottuto esercito della salvezza, abbiamo la nostra missione non abbiamo tempo di stare dietro a delle turiste; ci rallenterebbero! La nostra missione è troppo importante, inoltre non abbiamo garanzie che quelle due non ci fottano alla prima occasione -
Cloud intervenne dicendo, senza volerlo, la stessa cosa che le aveva detto la donna più anziana la mattina.
- Se fossero della ShinRa avrebbero già ucciso o rapito Tifa, inoltre avrebbero potuto piazzare una bomba al bar senza essere viste e a quest'ora saremmo già saltati in aria. No, non penso che abbiano secondi fini. Inoltre ci hanno trovati in poco tempo, e questo vuol dire che loro hanno ciò che manca a noi: i mezzi -
- Senti, biondo, se tu vuoi fidarti di quelle due fai pure, ma l'AVALANCHE è sotto la mia responsabilità, così come lo è la sua missione -
- Non pensi, grande capo, che un po' di gente in più non ci farebbe male? Non so se te ne sei accorto ma siamo un po' pochi -
- E due in più cosa cambierebbero? -
- Cambierebbe che ci forniscono un po' più di supporto, se è vero che hanno quello che hanno detto a Tifa -
- Vuoi davvero fidarti di due perfette nessuno? Ci sarebbero più di peso che di aiuto -
- Ma che ne sai? Nemmeno le hai viste, e comunque ti ricordo che tutti noi eravamo dei perfetti nessuno per te. L'AVALANCHE si è formata piano piano, e anche di noi all'inizio non ti fidavi -
- Di te ancora non mi fido -
- Un po' l'avevo capito -
Prima che la situazione si surriscaldasse troppo, ci pensò Jesse a placare gli animi.
- Barret. Se quelle due hanno delle informazioni che ci permettono di anticipare la ShinRa, non vale la pena rischiare? Almeno mettiamole alla prova e vediamo cosa riescono a combinare -
A quel punto intervenne Biggs.
- Capo, potremmo essere in vantaggio sulla ShinRa. Direi che il gioco vale la candela -
- E comunque non sappiamo nemmeno dove rintracciarle -
- Sì, invece -
Tifa estrasse dalla tasca della minigonna il foglietto che aveva torturato per tutto il giorno con sopra segnati i due numeri di telefono.
- Te l'hanno dato loro? -
- Sì -
Jesse prese il foglietto e lo esaminò.
- Sono quasi sicura che uno dei numeri sia di un motel del settore 8, l'altro è di un telefono cellulare -
Ci fu un momento di silenzio in cui si guardarono l'un con l'altro aspettando che qualcuno prendesse una decisione. Alla fine fu Wedge a parlare.
- Almeno proviamoci -
Barret sospirò pesantemente prima di rivolgersi a Tifa non poco infastidito dalla situazione.
- Tifa, visto che hanno dato a te il numero, contattale. Dì loro che ci troviamo qui domani a mezzanotte e che non tardino -
- Va bene -
- Allora rimandiamo l'assemblea a domani sera -

Piano superiore settore 8, Motel Icecap
h 10.01

- La moretta ha chiamato -
- E? -
- Ci aspettano al bar a mezzanotte. Lì conosceremo gli altri, e probabilmente decideranno se accettare quello che abbiamo da offrire o meno -
Hathor tornò a concentrarsi sulla sua spada che stava affilando, sicura che a breve ne avrebbe avuto bisogno. Dopo aver finito, le bastò focalizzare nella mente l'immagine che desiderava e la sua spada tornò ad essere un grazioso ornamento in oro e ossidiana che infilò nella sua scomposta crocchia corvina.
- Dal momento in cui otterremo il loro aiuto, si comincerà a fare sul serio. Da dopo l'incontro con il Presidente fino ad ora, non abbiamo più fatto alcuna mossa quindi, probabilmente, pensano che abbiamo avuto paura e ce la siamo data a gambe -
- Forse no -
- Che intendi? -
- Stamattina ho dato un occhio alle mail scaricate dalla ShinRa e ne ho beccata una da parte del Presidente al direttore dei Turks, chiedeva come andavano le ricerche sulle due che sono entrate nel palazzo -
- Quindi i Turks hanno il compito di ucciderci -
- Di catturarci, a quanto pare. Sembra vogliano farci diventare le dame di compagnia di Aeni -
- E questo non può succedere. Più grave del fatto che capiscano come funzioni il sangue nero, lo è il fatto che scoprano da dove arrivi Aeni... E noi, ovviamente -
- Aeni è arrivata qui con un portale illegale e quelli hanno la fastidiosa, ma in questo caso molto utile, tendenza a non lasciare tracce sulla provenienza -
- Inoltre Aeni è nell'Ordine da poco tempo e il suo organismo è ancora molto simile a quello di un'essere umano normale, ma se catturassero una di noi e la studiassero, capirebbero che non facciamo parte di questo mondo e in quel momento chi ci assicurerebbe che la fame di potere di quel mostro chiamato Presidente non si estenderebbe anche al nostro mondo? -
- Abbiamo già abbastanza problemi da noi, non riusciremmo a contrastare anche un'invasione -
- Al momento la cosa che più mi preoccupa è Aeni. E poi, nessuna di noi due è tipo da farsi catturare facilmente quindi abbiamo il culetto al riparo. Per ora -
Katarina parve riflettere un momento per poi sollevare un'ottima questione.
- Stando a stretto contatto è possibile che quelli dell'AVALANCHE si possano accorgere che abbiamo qualcosa di strano. Senza contare che per avere quantomeno una minima fiducia, dovremmo mostrare loro come siamo. Tu come farai? -
- Apparirò come essere umano, grazie a uno dei famosi cerotti muta forma di Sissel. Niente orecchie a punta, artigli da gatto, denti da vampiro, occhi gialli ecc -
- Ok. Allora che facciamo per tutto il giorno visto che siamo libere? -
- Direi di rilassarci, perché dopo stasera non so quanto tempo avremo per farlo -

Si mossero intorno alle 23.00, non avevano certo intenzioni di far aspettare i loro illustri ospiti. Le guardie alla stazione del settore 1 erano addirittura aumentate da quando c'era stato l'attentato della AVALANCHE, quindi dovettero fare parecchia attenzione, tentando di mescolarsi il più possibile ai passeggeri presenti sul treno, e una volta arrivati nei bassifondi, svanirono velocemente.
Arrivarono al bar di Tifa alle 23.58.
Sulla porta del bar c'era il cartello "closed" ma Tifa si accorse di loro, lasciò sul bancone il bicchiere che stava asciugando, e andò ad aprire. Una volta entrate videro che sistemati a due tavoli c'erano gli altri membri dell'AVALANCHE intenti a chiacchierare tra di loro, ma si zittirono immediatamente una volta che le due entrarono.
- Beh, direi che ci siamo tutti -
Dopo la frase d'esordio di Hathor, si alzarono a si avvicinarono alle due con un'aria poco amichevole. Katarina sorrise appena all'affermazione della compagna per poi rivolgersi direttamente a Barret.
- E a quanto pare Tifa vi ha detto tutto -
- E non ci fidiamo minimamente -
- Sì, beh, nemmeno noi tanto per chiarire. Ma è ancora un po' presto per tirare le somme, no? -
La risposta di Katarina non andò a genio a Barret che le rivolse un'occhiataccia alquanto fulminante. Già Katarina non era molto dell'idea di ricorrere al loro aiuto in più Barret le rispose subito male, per cui, prima che la situazione degenerasse, Hathor tentò di correre ai ripari.
- Intendeva dire che è impossibile che vi fidiate di noi, visto che non ci conoscete. Dateci una possibilità: vi mostriamo cosa abbiamo sulla ShinRa e poi deciderete cosa fare in separata sede, ok? -
Barret si fece avanti molto poco convinto di ciò che aveva detto Hathor e, torreggiando su di lei, le spiegò poco gentilmente il suo dubbio.
- Certo e chi ci garantisce che se noi non accettassimo il vostro aiuto non andrete dai tizi della ShinRa a dire dove ci nascondiamo? Secondo me dovremmo farvi fuori subito, così eviteremmo problemi più avanti -
Altrettanto poco gentilmente, Katarina si rivolse a lui talmente in fretta che Hathor non riuscì a fermarla.
- E allora per che cazzo ci avete chiamato? Il treno costa e noi abbiamo fondi limitati, per non parlare che la ShinRa ci cerca almeno quanto cerca voi per cui abbiamo una buona metà dei fanti incollati al nostro culo e voi ci chiamate per poi venire fuori con questa stronzata? Noi ce ne andiamo e voi potete andare all'inferno -
Dopo il suo discorso alquanto incazzoso, Katarina era già pronta a infilare la porta di uscita dopo aver rivolto un'occhiataccia a Tifa che quasi corse per aprirgliela, quando Jesse parlò al posto di Barret che stava già per aprire la bocca e rispondere con una delle sue.
- Vorrei che capiste che siamo in stato di massima all'erta proprio per lo stesso problema che avete anche voi. La ShinRa farebbe carte false per avere le nostre teste proprio come lo fanno per avere le vostre. Potete ben capire perché la nostra fiducia negli estranei è ai minimi storici, in fondo non sappiamo niente di voi -
Hathor si girò verso di lei.
- E noi non sappiamo niente di voi. Non siete gli unici a correre dei rischi. Abbiamo pensato che unire le forze sia meglio piuttosto che rischiare di metterci i bastoni nelle ruote a vicenda, infondo abbiamo un comune nemico, se collaborassimo potremmo trarre beneficio gli uni dagli altri. Voi tralasciate il fatto che anche noi rischiamo nel venire qui da voi, chi ci dice che per salvarvi la pelle non ci denunciate alla ShinRa? -
Jesse si ritrovò all'improvviso a corto di parole. Le parole della signora l'avevano zittita, così come avevano zittito tutti incluso Barret. Mentre l'altra li fissava con uno sguardo a dir poco terrificante, nella signora non vi era alcun tipo di biasimo o di falsità. Aveva semplicemente esposto come stavano le cose. Così, visto che nessuno accennò a dire qualcosa, continuò anche.
- Non dubito che ciò che fate per voi sia importante e capisco anche la diffidenza nei nostri confronti, l'avremmo avuta anche noi, ma quello che avete detto va ben oltre il semplice sospetto. Non volete quello che abbiamo da offrire? Nemmeno sapete cosa abbiamo, come potete giudicarci così? Senza neanche farci parlare -
Poi si rivolse direttamente a Barret con un'espressione più dura.
- E in ogni caso, non ci faremmo certo uccidere da un gruppo di ribelli allo sbando -
- Che hai detto?! -
Barret la attaccò d'istinto. Hathor ci aveva visto giusto: non erano guerrieri e non erano minimamente preparati. Ci mise poco ad afferrargli il braccio sano e a scaraventarlo contro la parete, gli altri nemmeno si mossero, anzi, rimasero alquanto sbalorditi con quanta facilità quella signora di sessant'anni fosse riuscita a sollevare e a scaraventare lontano uno come Barret che non era affatto di stazza minuta.
- Ma che diavolo... ?! -
La signora non si scompose minimamente mentre Barret era ancora a terra per lo stupore di quanto appena successo.
- Spero che questo serva ad acquistare un po' di fiducia in noi. La ShinRa non sa quale sia la nostra vera faccia, voi siete i primi a scoprirlo -
Detto ciò si tolse un qualcosa che sembrava un cerotto da dietro il collo, di riflesso si tolse la medesima cosa anche l'altra.
Dire che rimasero di carta, era ben poco.
Oltre al fatto che entrambe, in realtà, viaggiavano all'incirca sulla ventina d'anni, era ben evidente anche un'altra cosa: erano guerriere. La rossa aveva due daghe gemelle rinfoderate sulla schiena e due file di coltelli attaccati a due cinghie che le cingevano le cosce, sicuramente anche la mora aveva qualche arma che, tuttavia, non si vedeva. La mora si avvicinò a Barret, ancora a terra, che la guardava con sospetto ma, a sorpresa, gli porse la mano sinistra per aiutarlo ad alzarsi. Barret guardò la mano mulatta di lei coperta fino alle nocche da una striscia di pelle nera che lasciava libere le dita, e le lunghe e curate unghie smaltate di nero lucido che brillavano sotto il neon del bar. Poi guardò lei: non vi era la soddiìsfazione di averlo steso nei suoi occhi neri come il carbone, così con somma sorpresa dei restanti membri dell'AVALANCHE, Barret accettò la sua mano rialzandosi.
La donna si rivolse a lui con una voce bassa, leggermente roca e imperiosa. Avevano proprio fatto un ottimo lavoro nello nascondere la loro vera natura.
- Ora ci ascolterete? -
Barret volse lo sguardo alla rossa che si era appoggiata a una panca del bar con le braccia incrociate sul seno prosperoso messo in evidenza dalla più che generosa scollatura. I suoi occhi verde smeraldo, al contrario di quelli della mora, erano ancora parecchio diffidenti e feroci. La squadrò da capo a piedi e solo allora si accorse di una borsa nera ai suoi piedi.
Ancora diffidente e arrabbiato, Barret si rivolse alla mora.
- Direi che ve lo siete meritato -
La mora abbozzò un sorriso. Un sorriso grato e allo stesso tempo un po' triste.
- Siete liberi di farci ogni domanda che ritenete giusto fare, ribadisco che non siamo dalla parte della ShinRa e non abbiamo nulla da nascondervi -
A quella frase la mora si rivolse alla rossa, che già la fissava un po' sorpresa, inarcando un sopracciglio come se le stesse dicendo "vero che è così?". Poi riportò la sua attenzione a Barret.
- Ma prima... Immagino che voi non facciate le riunioni qui nel bar, non c'è un posto più appartato? Così vi illustriamo per bene ciò che abbiamo e ci presentiamo anche -
Tifa fece cenno loro di seguirla nel retrobottega, lì nascosta da una tenda, vi trovarono una scala che scendeva in una specie di scantinato. L'ambiente era molto spartano: tutto in legno ad eccezione del pavimento che era nudo cemento, dei tubi probabilmente dell'acqua attraversavano l'ambiente, al centro della stanza vi era sistemata una sgangherata tavola in legno rovinata dal tempo su cui troneggiava un vecchio pc miracolosamente funzionante, come sedie c'erano dei vecchi fusti di birra vuoti e alla parete vi era taccata la bandiera dell'AVALANCHE.
- Carino -
La voce della rossa, al contrario di quella della mora, era insieme suadente e terrificante e li fece sobbalzare. Si sistemarono tutti intorno al tavolo, la rossa prese un modernissimo pc portatile dalla borsa, lo mise sul tavolo e lo accese.
- Partiamo dalle presentazioni: io sono Hathor e lei Katarina -
- Barret, Tifa, Jesse, Wedge, Biggs e Cloud -
Barret li presentò uno ad uno e tutti risposero con un cenno della testa alle due nuove arrivate.
- Molto bene. Durante la nostra gita alla ShinRa, dopo che la carinissima segretaria del Presidente mi ha accompagnata in bagno, ho avuto l'occasione di piazzare decriptatori e microfoni in praticamente tutti i piani a partire dal sessantaseiesimo in sù -
- Proprio i piani più alti -
La rossa guardò Cloud e un sorrisino si formò sul suo viso.
- È lì che vengono dette le cose più interessanti, no? Comunque, da che li abbiamo messi sono passati un paio di giorni fa e già abbiamo raccolto informazioni interessanti. Intanto sembra che siano i Turks ad avere l'ordine di catturarci dopo che la fanteria ha fallito, infatti tutti i fanti che ci sono alle stazioni sono lì per voi mica per noi. So per certo che i Turks hanno cominciato a cercarci dai bassifondi, per questo siamo rimaste sul piano superiore in un motel del settore 8. Se fossimo venute qui sotto, probabilmente avrebbero messo a ferro e fuoco tutto quanto, lassù non possono fare che vogliono e devono agire con più moderazione. E comunque, sarebbe stato troppo scontato venire a nasconderci qui sotto -
- Ora sono sicura che vi chiederete come mai ce l'abbiamo così tanto con la ShinRa e sono altrettanto sicura che Tifa vi abbia già raccontato ciò che le abbiamo detto, ebbene sì: la ShinRa ha una nostra compagna, una mia allieva per essere precisi e intendiamo riprenderla. Alla prossima domanda del perchè fare tutto questo casino per una persona, la risposta è voi non lo farete per qualcuno a cui tenete? Sono sicura di sì, per le persone a cui si vuole bene, si fa sempre tutto ciò che è necessario. Non ci fa certo impazzire l'idea di andare contro la ShinRa, ma non possiamo fare altrimenti. Ho tentato di ragionare col signor Presidente, ma ne abbiamo ricavato solo una dichiarazione di guerra aperta. E ancora non ci ha mandato contro i SOLDIER, almeno per ora -
A quel punto intervenne Cloud.
- I SOLDIER non scendono in campo facilmente e al momento sono impegnati nella guerra contro Wutai -
- Quindi le tre superstar non sono qui? -
- So per certo esserci solo Angeal, ha degli allievi da seguire e non è ancora stato richiamato al fronte. Per ora -
- Sei informato -
Cloud la guardò come se fosse indeciso nel dirle qualcosa, ma ci pensò Barret con la sua storica delicatezza.
- Era uno sporco fante. Non mi meraviglio che sappia certe cose -
Dopo un rumoroso sospiro per farsi forza, Cloud gli rispose.
- O forse solo perchè guardo il telegiornale. Sai passano molte notizie da lì, alcune vere e altre meno -
Katarina si incuriosì domandandosi il perchè, ma sulla sua faccia la domanda doveva essere implicita poichè Tifa le rispose subito.
- La televisione, così come tutti gli altri mezzi di comunicazione, sono sorvegliati dalla ShinRa. Non possono dire nulla che non passi prima da loro, non mi fiderei troppo -
- Si da un gran da fare, il Presidente -
- Lui si mostra al popolo come un eroe. Ha datto tutto agli abitanti, in particolare qui a Midgar. Questa città, e l'intero pianeta, sono completamente sotto il suo controllo. Ma non mi spiego come mai non abbia dato notizie in tv di voi -
Hathor si sbottonò in sorrisetto ironico.
- Non è difficile capire il perchè: abbiamo sfondato tutti i suoi parametri di sicurezza, arrivando fino al suo ufficio. Se, come dici, tiene molto alla sua immagine pubblica, non dirà nemmeno sotto tortura che la sua perfetta sicurezza ha fallito. In ogni caso se Il Presidente si troverà all'angolo richiamerà sicuramente i SOLDIER -
Barret era poco convinto delle parole della mora.
- I SOLDIER sono geneticamente rinforzati, come sperate di affrontarli? -
Il sorriso della mora fu alquanto mefistofelico.
- Abbiamo i nostri metodi. Scusate ma questa è una cosa di cui ci è proibito parlarvene, almeno per il momento. Sappiate solo che non temiamo una rappresaglia da parte della ShinRa -
Le fissarono in silenzio un po' perplessi, poi Jesse sollevò un quesito fondamentale.
- Come farete a recuperare la vostra compagna? Avete un piano? -
- Nulla di definito. Per questo siamo qui, abbiamo pensato che chiunque si metta contro la ShinRa abbia più conoscenze di quante ne abbiamo noi -
I membri dell'AVALANCHE si guardarono l'uno con l'altro, poi Cloud spezzò quel silenzio.
- La vostra compagna è sicuramente nei laboratori di Hojo. Al sessantottesimo o sessantettesimo piano, ma solo alcune persone con un pass speciale, oltre che gli scienziati del piano, possono accedervi. Sono due dei piani più sigillati dell'edificio -
Hathor e Katarina si guardarono quasi incredule dal colpo di fortuna.
- Per sbaglio sai anche chi è in possesso di questi pass speciali? -
- I Turks. Le loro tessere di riconoscimento aprono tutte le porte del palazzo della ShinRa -
- Perfetto -
- Non proprio. I Turks sono furbi. Sono quelli che sanno tutto della compagnia e sono fedeli ad essa -
- Pensavo fossero fedeli al Presidente -
- No, solo alla compagnia non importa chi la guida e non è facile imbrogliare un Turk. Nessuno oserebbe farlo -
- Allora sarò la prima a farlo. Prenderò io il pass -
Guardarono Hathor come se fosse un fantasma, c'erano un po' rimasti male alla prontezza di risposta che aveva avuto e ci rimasero ancora ancora più di carta a vedere il sorrisetto che si scambiavano le due.
- Non l'hai sentito? È quasi impossibile fregare un Turk, e anche se fosse, e sottolineo anche se, come pensi di fare? -
- Hathor è una ex ladra. Può prendere anche le mutande che ha addosso una persona senza che se ne accorga. Infatti, non è mai stata catturata -
- Devo sapere come è fatta questa tessera -
- Come mai? È una tessera -
- Per poterla falsificare. Non pensi che non appena arrivi al palazzo il Turk in questione la userà? Per poter entrare devo avere o la copia o l'originale, ma per falsificarla come si deve la devo studiare da ogni angolazione. Sicuramente avrà anche un chip per l'identificazione -
Giusto in quel momento Cloud gettò sul tavolo la sua tessera di ex fante.
- Come questa -
- Perfetto. Mi serviranno una stampante apposita e un foglio di plastica rigida -
Jesse si fece avanti.
- A quello posso pensare io. So dove procurare quello che cerchi -
- Mi daresti anche una mano a creare la tessera fasulla? -
- Certo -
Ma frenò l'entusiasmo dopo aver visto l'occhiataccia di Barret. Hathor lo notò.
- Parlando francamente, penso che ormai tu non possa più tirarti indietro. So che questo incontro doveva valere solo per conoscerci, ma con le informazioni siamo andati molto in là. Quindi mi permetterei di suggerire una cosa: vediamo come va questa cosa provvisoria e solo allora deciderete cosa fare -
Barret stava per parlare quando Tifa lo bloccò.
- Barret, io sono d'accordo. Vediamo come va a finire la prossima missione con loro, prima di decidere in via definitiva. Provare non ci costa nulla -
Tifa fu solo la prima a tentare di fare opera di convincimento su Barret che proprio non ne voleva sapere.
- Molto bene. Katarina raccogli tutto quanto, ci arrangeremo come al solito. E per muoverci in città compreremo una cartina o la gireremo un po' cercando quello che ci potrà servire. Buona fortuna con la vostra missione e spero di rivedervi più -
Detto ciò, ripresero l'aspetto con cui erano arrivate e, alquanto alterate, se ne andarono.
  
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