My Gift To You
- Sei
sicura di non voler uscire a fare due passi? Che ne so? Magari mangiare
qualcosa… - propose Ino davanti alla porta di ingresso - … scambiare due
chiacchiere… - azzardò calando il volume della voce, non sapendo come avrebbe
reagito l’amica.
Sakura
sospirò alzando lo sguardo, ma senza abbandonare il sorriso.
Forzò
una risata fra sé e sé.
Non
voleva che gli altri si preoccupassero per lei, doveva essere forte.
Doveva
recitare la sua parte.
- Ino,
va tutto bene. – la rassicurò – È solo che preferisco rilassarmi stasera. Sono
molto stanca. – spiegò convincente.
L’amica
annuì, capiva alla perfezione.
- Sono
quasi gelosa di te. – disse Ino gettando lo sguardo sulle vaschette di fiori
affianco all’ingresso.
Sakura
alzò un sopracciglio sorpresa.
- Ammiro
la tua forza. Una notevole forza. – si chiarì meglio Ino con voce tagliente – Ma
non devi dimostrare niente a nessuno… -
Sakura
strinse le labbra, cominciava ad innervosirsi. Sapeva già dove sarebbe andato a
finire il discorso.
Aprì la
bocca per replicare, ma Ino la bloccò prima che potesse cominciare a parlare.
- No!
Adesso devi ascoltarmi, Sakura. – le ordinò la bionda prendendole un braccio –
Non devi dimostrare niente a nessuno. – disse con gli occhi cominciavano a
bagnarsi di lacrime – Sakura, io non te l’ho voluto dire, ma… non so cosa ti
passi per la testa, ma non sei obbligata a farlo… -
- Ino,
stai esagerando! – la ammonì Sakura col mento tremante di rabbia.
Ino si
morse il labbro e guardò via.
Sakura
incrociò le braccia davanti al petto e alzò gli occhi al cielo, nascondendo le
lacrime che anche a lei stavano scappando.
- Dimmi
solo una cosa. – riprese Ino con calma pochi secondi più tardi.
Sakura
spostò gli occhi su di lei.
- Sarai
felice? –
Sakura
sorrise con sarcasmo.
- Più di
quanto lo sia ora. – sollevò le spalle.
- Anche
se non lo ami. –
- Questo
non è vero. – ribatté Sakura senza ammettere replica.
Ino
sospirò. Rimase a pensare per qualche istante e poi si avvicinò all’amica.
- Ci
vediamo domani allora. – disse mentre l’abbracciava – Non farò tardi, e cerca di
riposare. Non vorrai mica essere una sposa stanca. –
Sakura
sorrise.
Ino si
voltò e cominciò a percorrere la strada di ritorno.
- Ino. –
la chiamò Sakura.
Lei si
voltò e vide l’amica ancora sulla soglia.
- Beh
ecco… - cominciò Sakura in difficoltà - … grazie. –
Ino
annuì sorridendo, come fanno le amiche e si allontanò verso casa sua.
Sakura
chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò scivolare su di essa fino a toccare
il pavimento.
Tirò
verso di sé e le gambe e le racchiuse con le braccia, affondando il viso contro
le ginocchia e cercando di reprimere i singhiozzi che non riusciva a soffocare.
Sollevò
poi il viso riprendendo aria e guardando un punto indefinito sul soffitto.
Passavano i giorni, passavano le notti.
Riviveva
ogni giorno il momento di quella maledetta decisione. Lo riviveva di continuo,
nei suoi incubi notturni, nelle sue notti insonni, quando presa dalla rabbia
stringeva fra le dita le lenzuola e si sfogava su di loro desiderando di
stracciarle, di distruggerle.
Qualcosa
per fermare la sua disperazione.
Guardò
il grande orologio da parete della cucina. Erano le dieci in punto.
Ancora
quattro ore, ancora una sola fottuta notte, prima di quel giorno.
Ormai
aveva preso la sua decisione. Aveva aspettato tutto questo tempo. Aveva
resistito per così tanto.
“Domani
sarà fatto” pensò mentre si torturava nervosamente le labbra.
“Da
domani la mia vita cambierà.”
“Sarò
felice”.
Si alzò
in piedi, si asciugò le lacrime dalla faccia. Passò davanti allo specchio.
Evitò di
guardare il suo riflesso. Anche vedere la sua stessa faccia le provocava
ribrezzo.
Perché
le ricordava quella persona che tutti gli altri vedevano, quella persona che
tutti quanti credevano di capire e soprattutto di conoscere.
Quella
falsa persona che stava vivendo la vita al posto suo.
Entrò in
camera sua e si sfilò la maglietta di dosso rimanendo in biancheria intima.
Aprì
l’armadio e cominciò a rovistare fra i suoi vestiti.
Brutto
sbaglio.
Da
dentro l’armadio un enorme vaporoso abito bianco sembrava sfidarla con orgoglio.
Prese la
camicia da notte e sbatté violentissima l’anta dell’armadio, per toglierselo
dalla vista.
Odiava
quell’abito. Odiava ogni singolo centimetro di stoffa che gli apparteneva.
Si
infilò la camicia da notte e si sfilò i pantaloncini di cotone bianchi dalle
gambe.
Pronta
per accoccolarsi ai rimorsi e agli incubi che l’avrebbero accompagnata per tutta
la notte, prese il lembo del lenzuolo del letto e fece per sollevarlo, quando
qualcosa lasciata sul cuscino catturò la sua attenzione.
Sussultò
e per un attimo il suo cuore sembrò fermarsi.
Sul suo
cuscino c’era una rosa bianca, delicata sulla stoffa chiara.
La prese
fra le mani incerte, e accarezzò con un polpastrello i petali morbidi. Per un
attimo si perse osservando la purezza e la grazia di quel fiore, chiedendosi chi mai avesse potuto avergliela portata.
Solo
pochi secondi dopo notò che oltre alla rosa qualcuno aveva lasciato anche un
minuscolo bigliettino di carta, che era finito sul pavimento.
Sakura
lasciò la rosa sul comodino e si chinò a raccogliere il biglietto, impaziente di
scoprire chi ci fosse dietro quel insolito regalo.
Aprì il
biglietto piegato su sé stesso e lesse quelle poche parole che erano state
lasciate.
Rimase
raggelata riconoscendo quella calligrafia che non aveva mai dimenticato.
il mio
regalo per te
Per poco
non lo lasciò cadere a terra per la sorpresa.
Si portò
una mano davanti alla bocca, mentre le gambe le diventarono improvvisamente
molli e sentiva esplodere dentro di sé una strana emozione.
Rabbia?
Forse, anzi certamente… ma non solo. Era qualcosa di molto più particolare,
molto più profondo.
Girò il
biglietto sul retro e lesse un altro piccolo messaggio.
a
mezzanotte
Diceva
solamente, ma Sakura capiva esattamente.
Era come
una specie di fortissimo deja-vu.
Ci
sarebbe andata?
“No.” Si
rispose subito.
“Non si
merita niente.” Continuava a ripetersi. “Neanche solo la mia attenzione.”
Cercando
di ignorare il cuore che le batteva ancora a mille, si infilò tra le lenzuola e
affondò la testa sul cuscino, pregando silenziosamente di addormentarsi al più
presto, di sfuggire ai suoi stessi pensieri.
Ma
nemmeno lei, ormai esperta bugiarda, era così brava a mentire… soprattutto a sé
stessa.
*
Uscì a
mezzanotte precisa, dalla finestra, con ancora la camicia da notte indosso, a
piedi nudi.
Si
diresse verso la foresta, al solito punto. Dove lui la stava aspettando.
Arrivò
camminando leggera sulle foglie secche, la sua sagoma ricordava un po’ quella di
un fantasma, così chiara e pallida sotto la luce della luna.
- Sapevo
che saresti venuta. – disse una voce da dietro di lei.
Una voce
che le fece vibrare l’anima, come se si stesse risvegliando dopo un lungo sonno.
- Non
posso dire di certo lo stesso di te… - rispose lei con voce chiara - … Sasuke. –
Le si
avvicinò da dietro. Lei sentì il suo respiro sul suo collo.
Crudele
da parte sua, davvero crudele.
- Una
rosa sul cuscino. – continuò lei, ignorando ogni suo pensiero, e apparendo quasi
divertita – Imparerò mai a conoscerti? –
Lui
ridacchiò, passandole una mano sopra la spalla e poi sul braccio, sfiorando la
sua pelle, quasi come se si stesse preparando ad assaggiarla.
- In
effetti non era prevedibile. – fu la sua risposta.
- Dimmi
un po’ piuttosto… - domandò lei fermandogli la mano fra le dita senza voltarsi –
Cosa è stato a richiamarti da queste parti? –
Lui
avvicinò le sue labbra al suo orecchio.
- Tu che
ne dici? – sussurrò lui un po’ palesemente seccato.
In quel
momento Sakura trovò la forza di voltarsi e affrontare il suo sguardo.
I suoi
capelli, morbidi profumati fili rosa, accarezzarono il volto del ragazzo durante
il brusco movimento. Cosa che non lo lasciò indifferente.
Osservò
quei coraggiosi occhi verdi che lo sfidavano e ammorbidì lo sguardo.
Il cuore
di Sakura cominciò a battere più velocemente.
Dio,
quanto le era mancato.
Quell’uomo che odiava e amava allo stesso tempo era lì davanti a lei, che era
tornato per lei, forse per cercare di recuperarla… di non perderla per sempre.
Perché
loro non avevano nessuna intenzione di lasciarsi per sempre.
- Io tra
un paio d’ore mi sposo, Sasuke. – disse Sakura mentre la voce le si affievoliva.
Lui
avvicinò l’altra mano e le accarezzò la guancia, asciugandole una lacrima
ribelle.
- Lo so.
Il mio regalo è per questo. –
Lei
parve sciogliersi di fronte al suo tocco.
Ma non
poteva sopportare il suo egoismo.
- Sei un
bastardo! – gli urlò contro, mentre lui sogghignava in un modo che trovò
estremamente attraente.
Sakura
fece un passo indietro, per non permettergli di toccarla.
- Non
sono io che sto andando a sposarmi. – fece notare lui.
Lei
sorrise.
- Sei
forse geloso? –
Lui
ridacchiò e scosse poi la testa.
- No,
non geloso. – precisò – Perché… - gli scappò una risata fra i denti – Andiamo,
sai bene anche tu che tra noi non cambierebbe niente! –
Sakura
sembrò offesa.
Alzò il
mento in segno di sfida.
- Vuoi
mettermi alla prova? –
L’altro
gli mise le mani sui fianchi e l’avvicinò di scatto al suo corpo.
Il cuore
di Sakura si fermò di nuovo.
Con gli
occhi spalancati lo guardò piena di stupore, lui le rispose con uno sguardo
compiaciuto.
Con una
mano le scostò i capelli dalla fronte.
Quella
fronte che aveva amato coprire per così tanto tempo, ma che lui aveva sempre
trovato in qualche modo graziosa.
Lei si
trovò senza fiato, così vicina a lui. Vedeva illuminato dalla debole luce della
luna il suo viso, i suoi lineamenti che lei aveva sempre trovato perfetti.
-
Vediamo… - le sussurrò lui all’orecchio facendo qualche passo all’indietro,
mettendola a spalle contro un albero.
- Sasuke
che fai? – domandò Sakura con voce acuta cominciando a preoccuparsi.
Sasuke
sembrò turbato da quel tono.
- Che
c’è? Hai paura di me adesso? – volle sapere fissandola negli occhi.
Lei
strinse i denti, trattenne il fiato, mentre cercava di lottare contro le sue
emozioni.
- No… -
si arrese infine.
Quel
misto di sensazioni che provocava sempre la sua presenza non era niente di
neanche lontano alla paura.
- Ti sto
solo dimostrando perché sono certo che tra noi non cambierebbe niente. – spiegò
come se niente fosse – Mi hai chiesto tu di metterti alla prova, ricordi? –
Le era
mancato anche quello. Il suo modo di essere così enigmatico, così misterioso.
Improvvisamente la fece scivolare con un rapido movimento, posandola
praticamente sul letto di foglie, a terra, lui sopra di lei.
Sakura
sobbalzò di nuovo. Ora il suo cuore sembrava impazzire.
Sasuke
sorrise pieno di soddisfazione.
- Lo
senti? – sussurrò piano, quasi non volendo disturbare il suono.
- Co…
cosa? –
- Il
battito del mio cuore sul tuo. – rispose come se fosse la cosa più scontata del
mondo.
La sua
mano incontrò quella tremante della ragazza e strinsero le dita incrociandole le
une con le altre.
- Il
brivido che ti corre lungo la schiena ogni volta che ci tocchiamo. – continuò
con voce invitante.
Sasuke
prese un kunai dalla tasca.
Sakura
stava letteralmente per impazzire.
- Non ti
senti viva Sakura? – la stuzzicò – Non ti senti viva? –
Lei
cedette, sorrise.
Perché
certamente si sentiva viva, viva come non mai.
Sasuke
prese il kunai con la mano che teneva anche quella della ragazza e lo strinse
forte fra le dita, facendo attenzione a non far male a Sakura.
- Sasuke
che fai? – chiese Sakura spaventata vedendo un unico piccolo rivolo di sangue
scivolargli fra le dita e incontrare le sue.
- Non lo
senti? – chiese lui ancora in estasi – Non senti anche tu il dolore? –
Lei
prese il kunai e lo lanciò via, con un movimento preciso, andò a conficcarsi
nella corteccia di un albero poco distante.
Prese le
dita del ragazzo fra le sue e delicatamente cominciò a procedere con la sua
tecnica curativa per chiudere il piccolo taglio trasversale.
- Sei
pazzo. – sussurrò lei dolcemente – C’era bisogno? -
- No… -
rispose lui convinto – Non vedi che avevo ragione? –
- Scusa?
– chiese lei.
- Hai
sentito il mio dolore. –
- Certo…
- fece lei evasiva, tanto per lasciarlo parlare.
Sasuke
ridacchiò indispettito.
- È così
invece, razza di bambina capricciosa… -
Lei
sollevò gli occhi sui suoi, profondissimi, color pece.
- Io
posso vedere attraverso i tuoi occhi… - cominciò a spiegare accarezzandole il
viso – Sento con le tue orecchie, percepisco il mio corpo in questo momento
dalla tua pelle. E così è per te… -
Sakura
gli lasciò la mano.
- Forse
non sono quello giusto per te… - fece lui – Non sono mai stato un tipo
romantico. Non sono il genere di ragazzo che lascia rose sul cuscino… -
sogghignò – Ma… non puoi negare… - la sua voce si fece più seria, più dura - …
che sia indubbiamente l’unico per te. –
Sakura
si voltò verso un punto indefinito del sottobosco, per evitare il suo sguardo.
- Forse
il nostro non è proprio quello che gli altri definiscono amore. Però… – spiegò
lui – è maledettamente una delle sensazioni migliori di questo mondo. – concluse
– E so che è così anche per te. –
Sakura
tornò a fissarlo, con gli occhi lucidi.
- Sei
veramente crudele, Sasuke. – disse lei sprezzante, prima di andare a cercare le
sue labbra ardenti di desiderio.
Si
incontrarono, le loro bocche, e si unirono come se fosse la cosa più giusta e
naturale di questo mondo.
- Lo so,
me l’hai già detto… - fece lui riprendendo un attimo il fiato – Sono un… -
- Un
vero bastardo. – rise lei tra la foga di un bacio e l’altro.
- Ma tu
sei una vera stronza. – rispose lui facendoglielo notare.
Sakura
si lasciò scappare una risata.
- Sei
geloso. – confermò convinta.
- Più
che altro la trovo… una mancanza di rispetto. – ci tenne a precisare lui.
- N’è
valsa la pena… se ti ha fatto tornare… -
- Cazzo
Sakura quanto sei noiosa… - si lamentò lui prima di lasciarsi trasportare di
nuovo dalla passione.
I loro
corpi si muovevano sinuosamente l’uno sull’altro, la voglia andava in crescendo,
ormai era diventato impossibile resistere. Era una sensazione perdutamente
perfetta.
Sasuke
prese il lembo della camicia da notte di lei e fece per tirarlo su, ma Sakura
gli bloccò la mano con la sua.
- Tra
qualche ora mi sposo. – gli ricordò con gli occhi pieni di disperazione.
Anche
lei dovette lottare contro sé stessa per trattenersi.
Lei
scivolò di lato, liberandosi dalla sua stretta e con un sinuoso balzò da ninja
si ritrovò a pochi passi di distanza dal ragazzo.
Le mani
sul volto, le spalle si muovevano a ritmi interrotti dai singhiozzi.
Sasuke
sospirò, deluso per essere rimasto a bocca asciutta e mise a sedere per terra
con le spalle contro l’albero.
- Perché
l’hai fatto? – chiese lei tra un sussulto e l’altro – Perché hai infranto la
promessa? –
Sasuke
inspirò a fondo prima di rispondere.
- Mi
dispiace. – disse sincero – Lo sai bene anche tu. –
-
Sasuke, poteva morire! – sbraitò lei voltandosi di scatto verso di lui.
La sua
faccia era completamente bagnata di lacrime.
Il
ragazzo sollevò il viso, esasperato.
- Mi
avevi promesso che non sarebbe mai più successo! – gli rinfacciò.
- Lo sai
anche tu che non volevo ucciderlo. – si giustificò lui sollevando le spalle.
- Come
puoi essere così insensibile? – continuò lei – Ti giuro che a volte mi fai quasi
paura! Mi sembra di non conoscerti per niente! –
Lui non
rispose, fece una smorfia di disappunto.
- Quando
io l’ho visto tornare in quelle condizioni… io… - cominciò a raccontare lei
cercando le parole - … non sapevo cosa pensare, ecco… non poteva essere
capitato… di nuovo! –
- Naruto
se l’è andata a cercare, come sempre. – rispose secco lui – Cazzo, guarda che
anche io non ero mica messo tanto bene dopo lo scontro! –
-
Finirete per uccidervi a vicenda infatti! – lo rimproverò lei con tutto il fiato
che aveva in gola.
Sasuke
sollevò le spalle come se fosse qualcosa di poco conto.
-
Pensavi che se tu l’avessi sposato avrei avuto un po’ di ritegno in più? –
Sakura
non ci vide più dalla rabbia, afferrò una pietra dal terreno e gliela tirò
addosso con tutta la forza che aveva.
Sasuke
fu veloce e si spostò prima che la pietra andasse a conficcarsi contro l’albero,
trapassandolo quasi.
Sasuke
osservò impressionato l’operato.
- A
volte penso che piuttosto sarai tu ad uccidermi in qualche modo. –
- Allora
faresti meglio a controllare la bocca quando sei con me! – rispose Sakura
minacciosa.
- E
allora perché? – chiese lui inasprito – Perché hai deciso di sposare Naruto? –
Sakura
riprese a lottare contro le lacrime.
Deglutì.
- Quando
l’ho visto tornare in quelle condizioni… - cominciò a raccontare – Ho deciso che
ti avrei odiato. –
Sasuke
rise, ma contenne la risata temendo un altro possibile attacco di ira
psicopatica della compagna.
- Ho
pianto per Naruto. Sono stata con lui durante tutto il periodo che era
ricoverato in ospedale… Poi un giorno… - tirò su col naso fermandosi qualche
secondo - … un giorno mi ha detto che mi amava. –
Sasuke
sorrise compiaciuto.
Aveva
sempre saputo che Naruto aveva un debole per Sakura.
Certo,
magari non si era aspettato che i due arrivassero a sposarsi.
- E lui…
ha sofferto un sacco per colpa tua! – gli rinfacciò Sakura indicandolo
puntandogli un indice contro – E per colpa mia… ho pensato che lui si meritasse
un po’ di felicità. Gli ho risposto che anche io lo amavo. –
Sasuke
scosse la testa indignato.
- Che
cretina… - commentò sprezzante – Adesso sarei proprio curioso di vedere la sua
faccia quando gli spezzerai il cuore prima del matrimonio. –
Sakura
avvampò di rabbia.
- Chi ti
dice che lo farò?! –
Sasuke
rise di gusto.
- Non
capisco se tu sia più sadica o più masochista. –
Si
avvicinò a passi lenti, accorciando la distanza fra loro fino a raggiungerla
definitivamente.
Le
afferrò le braccia per evitare che si divincolasse e la guardò dritta negli
occhi.
- Finché
il mio cuore continuerà a battere su questa maledetta terra, tu non potrai mai
amare… - si bloccò un momento e poi precisò – o odiare, dipende dai punti di
vista… nessun altro. –
Sakura
rimase colpita davanti a quella verità, che sapeva da sempre, ma che cercava di
sopprimere dentro di lei. Cercò di divincolarsi e riuscì a liberarsi.
- Perché
non sei più tornato? – domandò lei cambiando discorso – Per tutto questo tempo…
-
- Perché
ho cercato di tenermi il più lontano possibile da Konoha. – rispose – Per
evitare altri casini. Anche io come te ho cercato di farmene una ragione… non
volevo più vederti per un po’ di tempo, ad essere sincero. Lo scontro con Naruto
mi ha fatto ricordare quanto è complicata tutta la nostra relazione. – spiegò –
Io ho un obiettivo. Non posso vivere una vita normale finché non porterò a
termine la mia vendetta, lo sai… ma nel frattempo non mi interessa far soffrire
altra gente. –
Sakura
si asciugò le lacrime che le avevano rigato le guance.
- Ma non
ci sono riuscito… - disse infine – Come non ci sei riuscita tu… però almeno io
non mi sono sposato! Io ho mantenuto un minimo rispetto! –
- Quanto
sei permaloso! – fece lei esausta.
Sasuke
sgranò gli occhi stupefatto.
- Cioè
ti sembra una cosa da poco? –
Sakura
fece le spallucce.
-
Insomma… -
- Quando
ho saputo che il nuovo hokage si doveva sposare, ho subito pensato a te. –
confessò – E non ci ho visto più dalla rabbia! E a quanto pare avevo ragione.
Una volta arrivato qui, non ho più avuto dubbi. –
- Scusa
di averti mancato di rispetto. – fece Sakura con assoluta semplicità – Ma te la
sei andato a cercare. –
- Non si
tratta solo di me. – precisò lui – Senza accorgertene hai fatto male a ben tre
persone. –
Sakura
subì un’ennesima pugnalata al cuore.
- A me,
a Naruto… ma soprattutto… - non c’era bisogno che finisse la frase, era ben
intuibile - …a te stessa. –
Sakura
sollevò gli occhi al cielo, come se fosse stanca di sentirselo ripetere dalla
sua coscienza.
- Vai
finché sei in tempo. – disse Sasuke con quella che sembrò quasi una supplica –
Parla con Naruto. Vedrai, ti capirà... Non far sì che questa bugia diventi per sempre. –
Il
ragazzo si avvicinò da lei e la guardò intensamente negli occhi.
E per la
prima volta Sakura udì due parole che fu certa che non avrebbe mai più sentito
provenire dalle sue labbra.
- Per
favore… - sussurrò, come se temesse di pronunciarle più forti del necessario –
Ti aspetterò qui domani alla stessa ora. Abbiamo lasciato qualcosa in sospeso. –
le ricordò con un sorrisetto malizioso.
Sakura
sorrise a sua volta.
- Però
dovrai promettermi che non sparirai mai più. – disse lei prima di baciarlo di
nuovo – Ti odio… - gli sussurrò prima di allontanarsi improvvisamente e
sgattaiolare fra gli alberi.
Sasuke
rimase con un bacio interrotto a mezz’aria, aprì lentamente gli occhi e
sogghignò di nuovo, mentre assaporava ancora il sapore di lei sulle sue labbra.
- Ti amo
anche io. – disse ora che non poteva più sentirlo.
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