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Autore: Bloodred Ridin Hood    02/08/2009    3 recensioni
Sul suo cuscino c’era una rosa bianca, delicata sulla stoffa chiara.
La prese fra le mani incerte, e accarezzò con un polpastrello i petali morbidi. Per un attimo si perse osservando la purezza e la grazia di quel fiore, chiedendosi chi mai avesse potuto avergliela portata.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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My Gift To You



- Sei sicura di non voler uscire a fare due passi? Che ne so? Magari mangiare qualcosa… - propose Ino davanti alla porta di ingresso - … scambiare due chiacchiere… - azzardò calando il volume della voce, non sapendo come avrebbe reagito l’amica.

Sakura sospirò alzando lo sguardo, ma senza abbandonare il sorriso.

Forzò una risata fra sé e sé.

Non voleva che gli altri si preoccupassero per lei, doveva essere forte.

Doveva recitare la sua parte.

- Ino, va tutto bene. – la rassicurò – È solo che preferisco rilassarmi stasera. Sono molto stanca. – spiegò convincente.

L’amica annuì, capiva alla perfezione.

- Sono quasi gelosa di te. – disse Ino gettando lo sguardo sulle vaschette di fiori affianco all’ingresso.

Sakura alzò un sopracciglio sorpresa.

- Ammiro la tua forza. Una notevole forza. – si chiarì meglio Ino con voce tagliente – Ma non devi dimostrare niente a nessuno… -

Sakura strinse le labbra, cominciava ad innervosirsi. Sapeva già dove sarebbe andato a finire il discorso.

Aprì la bocca per replicare, ma Ino la bloccò prima che potesse cominciare a parlare.

- No! Adesso devi ascoltarmi, Sakura. – le ordinò la bionda prendendole un braccio – Non devi dimostrare niente a nessuno. – disse con gli occhi cominciavano a bagnarsi di lacrime – Sakura, io non te l’ho voluto dire, ma… non so cosa ti passi per la testa, ma non sei obbligata a farlo… -

- Ino, stai esagerando! – la ammonì Sakura col mento tremante di rabbia.

Ino si morse il labbro e guardò via.

Sakura incrociò le braccia davanti al petto e alzò gli occhi al cielo, nascondendo le lacrime che anche a lei stavano scappando.

- Dimmi solo una cosa. – riprese Ino con calma pochi secondi più tardi.

Sakura spostò gli occhi su di lei.

- Sarai felice? –

Sakura sorrise con sarcasmo.

- Più di quanto lo sia ora. – sollevò le spalle.

- Anche se non lo ami. –

- Questo non è vero. – ribatté Sakura senza ammettere replica.

Ino sospirò. Rimase a pensare per qualche istante e poi si avvicinò all’amica.

- Ci vediamo domani allora. – disse mentre l’abbracciava – Non farò tardi, e cerca di riposare. Non vorrai mica essere una sposa stanca. –

Sakura sorrise.

Ino si voltò e cominciò a percorrere la strada di ritorno.

- Ino. – la chiamò Sakura.

Lei si voltò e vide l’amica ancora sulla soglia.

- Beh ecco… - cominciò Sakura in difficoltà - … grazie. –

Ino annuì sorridendo, come fanno le amiche e si allontanò verso casa sua.

Sakura chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò scivolare su di essa fino a toccare il pavimento.

Tirò verso di sé e le gambe e le racchiuse con le braccia, affondando il viso contro le ginocchia e cercando di reprimere i singhiozzi che non riusciva a soffocare.

Sollevò poi il viso riprendendo aria e guardando un punto indefinito sul soffitto.

Passavano i giorni, passavano le notti.

Riviveva ogni giorno il momento di quella maledetta decisione. Lo riviveva di continuo, nei suoi incubi notturni, nelle sue notti insonni, quando presa dalla rabbia stringeva fra le dita le lenzuola e si sfogava su di loro desiderando di stracciarle, di distruggerle.

Qualcosa per fermare la sua disperazione.

Guardò il grande orologio da parete della cucina. Erano le dieci in punto.

Ancora quattro ore, ancora una sola fottuta notte, prima di quel giorno.

Ormai aveva preso la sua decisione. Aveva aspettato tutto questo tempo. Aveva resistito per così tanto.

“Domani sarà fatto” pensò mentre si torturava nervosamente le labbra.

“Da domani la mia vita cambierà.”

“Sarò felice”.

Si alzò in piedi, si asciugò le lacrime dalla faccia. Passò davanti allo specchio.

Evitò di guardare il suo riflesso. Anche vedere la sua stessa faccia le provocava ribrezzo.

Perché le ricordava quella persona che tutti gli altri vedevano, quella persona che tutti quanti credevano di capire e soprattutto di conoscere.

Quella falsa persona che stava vivendo la vita al posto suo.

Entrò in camera sua e si sfilò la maglietta di dosso rimanendo in biancheria intima.

Aprì l’armadio e cominciò a rovistare fra i suoi vestiti.

Brutto sbaglio.

Da dentro l’armadio un enorme vaporoso abito bianco sembrava sfidarla con orgoglio.

Prese la camicia da notte e sbatté violentissima l’anta dell’armadio, per toglierselo dalla vista.

Odiava quell’abito. Odiava ogni singolo centimetro di stoffa che gli apparteneva.

Si infilò la camicia da notte e si sfilò i pantaloncini di cotone bianchi dalle gambe.

Pronta per accoccolarsi ai rimorsi e agli incubi che l’avrebbero accompagnata per tutta la notte, prese il lembo del lenzuolo del letto e fece per sollevarlo, quando qualcosa lasciata sul cuscino catturò la sua attenzione.

Sussultò e per un attimo il suo cuore sembrò fermarsi.

Sul suo cuscino c’era una rosa bianca, delicata sulla stoffa chiara.

La prese fra le mani incerte, e accarezzò con un polpastrello i petali morbidi. Per un attimo si perse osservando la purezza e la grazia di quel fiore, chiedendosi chi mai avesse potuto avergliela portata.

Solo pochi secondi dopo notò che oltre alla rosa qualcuno aveva lasciato anche un minuscolo bigliettino di carta, che era finito sul pavimento.

Sakura lasciò la rosa sul comodino e si chinò a raccogliere il biglietto, impaziente di scoprire chi ci fosse dietro quel insolito regalo.

Aprì il biglietto piegato su sé stesso e lesse quelle poche parole che erano state lasciate.

Rimase raggelata riconoscendo quella calligrafia che non aveva mai dimenticato.

il mio regalo per te

Per poco non lo lasciò cadere a terra per la sorpresa.

Si portò una mano davanti alla bocca, mentre le gambe le diventarono improvvisamente molli e sentiva esplodere dentro di sé una strana emozione.

Rabbia? Forse, anzi certamente… ma non solo. Era qualcosa di molto più particolare, molto più profondo.

Girò il biglietto sul retro e lesse un altro piccolo messaggio.

a mezzanotte

Diceva solamente, ma Sakura capiva esattamente.

Era come una specie di fortissimo deja-vu.

Ci sarebbe andata?

“No.” Si rispose subito.

“Non si merita niente.” Continuava a ripetersi. “Neanche solo la mia attenzione.”

Cercando di ignorare il cuore che le batteva ancora a mille, si infilò tra le lenzuola e affondò la testa sul cuscino, pregando silenziosamente di addormentarsi al più presto, di sfuggire ai suoi stessi pensieri.

Ma nemmeno lei, ormai esperta bugiarda, era così brava a mentire… soprattutto a sé stessa.


*


Uscì a mezzanotte precisa, dalla finestra, con ancora la camicia da notte indosso, a piedi nudi.

Si diresse verso la foresta, al solito punto. Dove lui la stava aspettando.

Arrivò camminando leggera sulle foglie secche, la sua sagoma ricordava un po’ quella di un fantasma, così chiara e pallida sotto la luce della luna.

- Sapevo che saresti venuta. – disse una voce da dietro di lei.

Una voce che le fece vibrare l’anima, come se si stesse risvegliando dopo un lungo sonno.

- Non posso dire di certo lo stesso di te… - rispose lei con voce chiara - … Sasuke. –

Le si avvicinò da dietro. Lei sentì il suo respiro sul suo collo.

Crudele da parte sua, davvero crudele.

- Una rosa sul cuscino. – continuò lei, ignorando ogni suo pensiero, e apparendo quasi divertita – Imparerò mai a conoscerti? –

Lui ridacchiò, passandole una mano sopra la spalla e poi sul braccio, sfiorando la sua pelle, quasi come se si stesse preparando ad assaggiarla.

- In effetti non era prevedibile. – fu la sua risposta.

- Dimmi un po’ piuttosto… - domandò lei fermandogli la mano fra le dita senza voltarsi – Cosa è stato a richiamarti da queste parti? –

Lui avvicinò le sue labbra al suo orecchio.

- Tu che ne dici? – sussurrò lui un po’ palesemente seccato.

In quel momento Sakura trovò la forza di voltarsi e affrontare il suo sguardo.

I suoi capelli, morbidi profumati fili rosa, accarezzarono il volto del ragazzo durante il brusco movimento. Cosa che non lo lasciò indifferente.

Osservò quei coraggiosi occhi verdi che lo sfidavano e ammorbidì lo sguardo.

Il cuore di Sakura cominciò a battere più velocemente.

Dio, quanto le era mancato.

Quell’uomo che odiava e amava allo stesso tempo era lì davanti a lei, che era tornato per lei, forse per cercare di recuperarla… di non perderla per sempre.

Perché loro non avevano nessuna intenzione di lasciarsi per sempre.

- Io tra un paio d’ore mi sposo, Sasuke. – disse Sakura mentre la voce le si affievoliva.

Lui avvicinò l’altra mano e le accarezzò la guancia, asciugandole una lacrima ribelle.

- Lo so. Il mio regalo è per questo. –

Lei parve sciogliersi di fronte al suo tocco.

Ma non poteva sopportare il suo egoismo.

- Sei un bastardo! – gli urlò contro, mentre lui sogghignava in un modo che trovò estremamente attraente.

Sakura fece un passo indietro, per non permettergli di toccarla.

- Non sono io che sto andando a sposarmi. – fece notare lui.

Lei sorrise.

- Sei forse geloso? –

Lui ridacchiò e scosse poi la testa.

- No, non geloso. – precisò – Perché… - gli scappò una risata fra i denti – Andiamo, sai bene anche tu che tra noi non cambierebbe niente! –

Sakura sembrò offesa.

Alzò il mento in segno di sfida.

- Vuoi mettermi alla prova? –

L’altro gli mise le mani sui fianchi e l’avvicinò di scatto al suo corpo.

Il cuore di Sakura si fermò di nuovo.

Con gli occhi spalancati lo guardò piena di stupore, lui le rispose con uno sguardo compiaciuto.

Con una mano le scostò i capelli dalla fronte.

Quella fronte che aveva amato coprire per così tanto tempo, ma che lui aveva sempre trovato in qualche modo graziosa.

Lei si trovò senza fiato, così vicina a lui. Vedeva illuminato dalla debole luce della luna il suo viso, i suoi lineamenti che lei aveva sempre trovato perfetti.

- Vediamo… - le sussurrò lui all’orecchio facendo qualche passo all’indietro, mettendola a spalle contro un albero.

- Sasuke che fai? – domandò Sakura con voce acuta cominciando a preoccuparsi.

Sasuke sembrò turbato da quel tono.

- Che c’è? Hai paura di me adesso? – volle sapere fissandola negli occhi.

Lei strinse i denti, trattenne il fiato, mentre cercava di lottare contro le sue emozioni.

- No… - si arrese infine.

Quel misto di sensazioni che provocava sempre la sua presenza non era niente di neanche lontano alla paura.

- Ti sto solo dimostrando perché sono certo che tra noi non cambierebbe niente. – spiegò come se niente fosse – Mi hai chiesto tu di metterti alla prova, ricordi? –

Le era mancato anche quello. Il suo modo di essere così enigmatico, così misterioso.

Improvvisamente la fece scivolare con un rapido movimento, posandola praticamente sul letto di foglie, a terra, lui sopra di lei.

Sakura sobbalzò di nuovo. Ora il suo cuore sembrava impazzire.

Sasuke sorrise pieno di soddisfazione.

- Lo senti? – sussurrò piano, quasi non volendo disturbare il suono.

- Co… cosa? –

- Il battito del mio cuore sul tuo. – rispose come se fosse la cosa più scontata del mondo.

La sua mano incontrò quella tremante della ragazza e strinsero le dita incrociandole le une con le altre.

- Il brivido che ti corre lungo la schiena ogni volta che ci tocchiamo. – continuò con voce invitante.

Sasuke prese un kunai dalla tasca.

Sakura stava letteralmente per impazzire.

- Non ti senti viva Sakura? – la stuzzicò – Non ti senti viva? –

Lei cedette, sorrise.

Perché certamente si sentiva viva, viva come non mai.

Sasuke prese il kunai con la mano che teneva anche quella della ragazza e lo strinse forte fra le dita, facendo attenzione a non far male a Sakura.

- Sasuke che fai? – chiese Sakura spaventata vedendo un unico piccolo rivolo di sangue scivolargli fra le dita e incontrare le sue.

- Non lo senti? – chiese lui ancora in estasi – Non senti anche tu il dolore? –

Lei prese il kunai e lo lanciò via, con un movimento preciso, andò a conficcarsi nella corteccia di un albero poco distante.

Prese le dita del ragazzo fra le sue e delicatamente cominciò a procedere con la sua tecnica curativa per chiudere il piccolo taglio trasversale.

- Sei pazzo. – sussurrò lei dolcemente – C’era bisogno? -

- No… - rispose lui convinto – Non vedi che avevo ragione? –

- Scusa? – chiese lei.

- Hai sentito il mio dolore. –

- Certo… - fece lei evasiva, tanto per lasciarlo parlare.

Sasuke ridacchiò indispettito.

- È così invece, razza di bambina capricciosa… -

Lei sollevò gli occhi sui suoi, profondissimi, color pece.

- Io posso vedere attraverso i tuoi occhi… - cominciò a spiegare accarezzandole il viso – Sento con le tue orecchie, percepisco il mio corpo in questo momento dalla tua pelle. E così è per te… -

Sakura gli lasciò la mano.

- Forse non sono quello giusto per te… - fece lui – Non sono mai stato un tipo romantico. Non sono il genere di ragazzo che lascia rose sul cuscino… - sogghignò – Ma… non puoi negare… - la sua voce si fece più seria, più dura - … che sia indubbiamente l’unico per te. –

Sakura si voltò verso un punto indefinito del sottobosco, per evitare il suo sguardo.

- Forse il nostro non è proprio quello che gli altri definiscono amore. Però… – spiegò lui – è maledettamente una delle sensazioni migliori di questo mondo. – concluse – E so che è così anche per te. –

Sakura tornò a fissarlo, con gli occhi lucidi.

- Sei veramente crudele, Sasuke. – disse lei sprezzante, prima di andare a cercare le sue labbra ardenti di desiderio.

Si incontrarono, le loro bocche, e si unirono come se fosse la cosa più giusta e naturale di questo mondo.

- Lo so, me l’hai già detto… - fece lui riprendendo un attimo il fiato – Sono un… -

- Un vero bastardo. – rise lei tra la foga di un bacio e l’altro.

- Ma tu sei una vera stronza. – rispose lui facendoglielo notare.

Sakura si lasciò scappare una risata.

- Sei geloso. – confermò convinta.

- Più che altro la trovo… una mancanza di rispetto. – ci tenne a precisare lui.

- N’è valsa la pena… se ti ha fatto tornare… -

- Cazzo Sakura quanto sei noiosa… - si lamentò lui prima di lasciarsi trasportare di nuovo dalla passione.

I loro corpi si muovevano sinuosamente l’uno sull’altro, la voglia andava in crescendo, ormai era diventato impossibile resistere. Era una sensazione perdutamente perfetta.

Sasuke prese il lembo della camicia da notte di lei e fece per tirarlo su, ma Sakura gli bloccò la mano con la sua.

- Tra qualche ora mi sposo. – gli ricordò con gli occhi pieni di disperazione.

Anche lei dovette lottare contro sé stessa per trattenersi.

Lei scivolò di lato, liberandosi dalla sua stretta e con un sinuoso balzò da ninja si ritrovò a pochi passi di distanza dal ragazzo.

Le mani sul volto, le spalle si muovevano a ritmi interrotti dai singhiozzi.

Sasuke sospirò, deluso per essere rimasto a bocca asciutta e mise a sedere per terra con le spalle contro l’albero.

- Perché l’hai fatto? – chiese lei tra un sussulto e l’altro – Perché hai infranto la promessa? –

Sasuke inspirò a fondo prima di rispondere.

- Mi dispiace. – disse sincero – Lo sai bene anche tu. –

- Sasuke, poteva morire! – sbraitò lei voltandosi di scatto verso di lui.

La sua faccia era completamente bagnata di lacrime.

Il ragazzo sollevò il viso, esasperato.

- Mi avevi promesso che non sarebbe mai più successo! – gli rinfacciò.

- Lo sai anche tu che non volevo ucciderlo. – si giustificò lui sollevando le spalle.

- Come puoi essere così insensibile? – continuò lei – Ti giuro che a volte mi fai quasi paura! Mi sembra di non conoscerti per niente! –

Lui non rispose, fece una smorfia di disappunto.

- Quando io l’ho visto tornare in quelle condizioni… io… - cominciò a raccontare lei cercando le parole - … non sapevo cosa pensare, ecco… non poteva essere capitato… di nuovo! –

- Naruto se l’è andata a cercare, come sempre. – rispose secco lui – Cazzo, guarda che anche io non ero mica messo tanto bene dopo lo scontro! –

- Finirete per uccidervi a vicenda infatti! – lo rimproverò lei con tutto il fiato che aveva in gola.

Sasuke sollevò le spalle come se fosse qualcosa di poco conto.

- Pensavi che se tu l’avessi sposato avrei avuto un po’ di ritegno in più? –

Sakura non ci vide più dalla rabbia, afferrò una pietra dal terreno e gliela tirò addosso con tutta la forza che aveva.

Sasuke fu veloce e si spostò prima che la pietra andasse a conficcarsi contro l’albero, trapassandolo quasi.

Sasuke osservò impressionato l’operato.

- A volte penso che piuttosto sarai tu ad uccidermi in qualche modo. –

- Allora faresti meglio a controllare la bocca quando sei con me! – rispose Sakura minacciosa.

- E allora perché? – chiese lui inasprito – Perché hai deciso di sposare Naruto? –

Sakura riprese a lottare contro le lacrime.

Deglutì.

- Quando l’ho visto tornare in quelle condizioni… - cominciò a raccontare – Ho deciso che ti avrei odiato. –

Sasuke rise, ma contenne la risata temendo un altro possibile attacco di ira psicopatica della compagna.

- Ho pianto per Naruto. Sono stata con lui durante tutto il periodo che era ricoverato in ospedale… Poi un giorno… - tirò su col naso fermandosi qualche secondo - … un giorno mi ha detto che mi amava. –

Sasuke sorrise compiaciuto.

Aveva sempre saputo che Naruto aveva un debole per Sakura.

Certo, magari non si era aspettato che i due arrivassero a sposarsi.

- E lui… ha sofferto un sacco per colpa tua! – gli rinfacciò Sakura indicandolo puntandogli un indice contro – E per colpa mia… ho pensato che lui si meritasse un po’ di felicità. Gli ho risposto che anche io lo amavo. –

Sasuke scosse la testa indignato.

- Che cretina… - commentò sprezzante – Adesso sarei proprio curioso di vedere la sua faccia quando gli spezzerai il cuore prima del matrimonio. –

Sakura avvampò di rabbia.

- Chi ti dice che lo farò?! –

Sasuke rise di gusto.

- Non capisco se tu sia più sadica o più masochista. –

Si avvicinò a passi lenti, accorciando la distanza fra loro fino a raggiungerla definitivamente.

Le afferrò le braccia per evitare che si divincolasse e la guardò dritta negli occhi.

- Finché il mio cuore continuerà a battere su questa maledetta terra, tu non potrai mai amare… - si bloccò un momento e poi precisò – o odiare, dipende dai punti di vista… nessun altro. –

Sakura rimase colpita davanti a quella verità, che sapeva da sempre, ma che cercava di sopprimere dentro di lei. Cercò di divincolarsi e riuscì a liberarsi.

- Perché non sei più tornato? – domandò lei cambiando discorso – Per tutto questo tempo… -

- Perché ho cercato di tenermi il più lontano possibile da Konoha. – rispose – Per evitare altri casini. Anche io come te ho cercato di farmene una ragione… non volevo più vederti per un po’ di tempo, ad essere sincero. Lo scontro con Naruto mi ha fatto ricordare quanto è complicata tutta la nostra relazione. – spiegò – Io ho un obiettivo. Non posso vivere una vita normale finché non porterò a termine la mia vendetta, lo sai… ma nel frattempo non mi interessa far soffrire altra gente. –

Sakura si asciugò le lacrime che le avevano rigato le guance.

- Ma non ci sono riuscito… - disse infine – Come non ci sei riuscita tu… però almeno io non mi sono sposato! Io ho mantenuto un minimo rispetto! –

- Quanto sei permaloso! – fece lei esausta.

Sasuke sgranò gli occhi stupefatto.

- Cioè ti sembra una cosa da poco? –

Sakura fece le spallucce.

- Insomma… -

- Quando ho saputo che il nuovo hokage si doveva sposare, ho subito pensato a te. – confessò – E non ci ho visto più dalla rabbia! E a quanto pare avevo ragione. Una volta arrivato qui, non ho più avuto dubbi. –

- Scusa di averti mancato di rispetto. – fece Sakura con assoluta semplicità – Ma te la sei andato a cercare. –

- Non si tratta solo di me. – precisò lui – Senza accorgertene hai fatto male a ben tre persone. –

Sakura subì un’ennesima pugnalata al cuore.

- A me, a Naruto… ma soprattutto… - non c’era bisogno che finisse la frase, era ben intuibile - …a te stessa. –

Sakura sollevò gli occhi al cielo, come se fosse stanca di sentirselo ripetere dalla sua coscienza.

- Vai finché sei in tempo. – disse Sasuke con quella che sembrò quasi una supplica – Parla con Naruto. Vedrai, ti capirà... Non far sì che questa bugia diventi per sempre. –

Il ragazzo si avvicinò da lei e la guardò intensamente negli occhi.

E per la prima volta Sakura udì due parole che fu certa che non avrebbe mai più sentito provenire dalle sue labbra.

- Per favore… - sussurrò, come se temesse di pronunciarle più forti del necessario – Ti aspetterò qui domani alla stessa ora. Abbiamo lasciato qualcosa in sospeso. – le ricordò con un sorrisetto malizioso.

Sakura sorrise a sua volta.

- Però dovrai promettermi che non sparirai mai più. – disse lei prima di baciarlo di nuovo – Ti odio… - gli sussurrò prima di allontanarsi improvvisamente e sgattaiolare fra gli alberi.

Sasuke rimase con un bacio interrotto a mezz’aria, aprì lentamente gli occhi e sogghignò di nuovo, mentre assaporava ancora il sapore di lei sulle sue labbra.

- Ti amo anche io. – disse ora che non poteva più sentirlo.

  
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