Khayyàm
che cucì le tende della sapienza,
è
caduto nel crogiolo dell’affanno, e di colpo vi si è
bruciato.
Le
forbici della morte han ben reciso la corda della sua vita,
il
banditore della speranza lo ha venduto gratis all’asta.
Con
regolari tonfi, la terra copre il corpo di Azam.
Rashid
osserva,gli occhi lucidi di lacrime. Il suo cuore non riesce a
credere a quello che vede.
Due
giorni prima, Azam era ancora lucido e attivo, malgrado l’età.
Poi,
il suo grande cuore si è fermato.
Si
è spento silenziosamente, come un orologio scarico.
Mi mancherai., pensa.
Fin dalla prima infanzia, quel gigante non è stato solo un
servitore per lui.
Gli
ha donato l’affetto di una famiglia.
Senza
il suo rassicurante calore, avverte il freddo della solitudine su di
sé.
Trema.
Forse, Azam si è ammalato e, pur di stargli accanto, ha
occultato il suo malessere.
Ha
posto la sua vita davanti alla propria.
Eppure,
non ha mai mancato di farsi visitare dai medici.
Sospira
e leva una breve preghiera. No, non può perdersi in contorte
elucubrazioni.
Per
quanto dura, la risposta è una, dolorosa, crudele.
Il
suo tempo è giunto al termine.
E,
in fondo, non è il destino di tutti gli uomini?
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