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Per
la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP.
Scegli
un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da
uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i
prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista:
1- Izuku Midoriya
2- Ochaco Uraraka
3- Katsuki Bakugou
4- Denki Kaminari
5- Kyoka Jirou
6- Momo Yaoyorozu
7- Eijirou Kirishima
8- Shouto Todoroki
9- Mina Ashido
10- Tsuyu Asui
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Pessime
scommesse, ottimi amici
[Prompt #3: 7
(Kirishima) perde una scommessa, deve invitare per finta un personaggio
a vostra scelta ad un appuntamento. Imprevisto!Bonus:
quella persona finirà per piacergli sul serio]
Avrebbe
dovuto intuirlo, che i manga nascosti nella scatola
sotto il letto di Aoyama fossero fumetti Hentai, ci sarebbe dovuto
arrivare sul
serio. Invece no, quella sua zucca dura si era convinta che il biondo
fosse un
tipo troppo puro ed innocente per quelle scene così volgari.
Denki e Hanta
erano di un’altra opinione e, chiacchiera dopo chiacchiera, i
tre avevano
finito per scommetterci sopra.
Come
ci erano arrivati a parlare dei giornaletti di Aoyama? Eijirou
si ricordava che l’argomento iniziale erano le loro compagne
di classe, poi con
una serie di associazioni di idee deliranti erano finiti a toccare il
tema “Yuuga”.
Lo
studente con il quirk di indurimento aveva perso di
brutto la sfida, perciò gli era toccato sottostare alla
regola stabilita dai
suoi amici: chi aveva torto avrebbe dovuto invitare fuori un delle
ragazze –
escluse Uraraka e Hagakure, non ci teneva a morire giovane, ucciso da
una coda
o da un calcio superforte. E avrebbe fatto meglio ad evitare anche
Jirou,
perché per quanto Kaminari si ostinasse a non ammetterlo,
era palese che l’interesse
di entrambi fosse reciproco.
L’unica
con cui non avrebbe rischiato di morire per il
troppo imbarazzo era Mina, dato che avevano alle spalle qualche anno di
conoscenza reciproca ed erano nello stesso gruppo di amici.
Perciò
eccolo lì, seduto sui gradini d’ingresso del
dormitorio ad aspettare che la rosa lo raggiungesse. Si stava
tormentando le
mani dal nervoso; lui non ci era mai uscito con una ragazza, ma non era
certo
un appuntamento romantico, quello. Quindi perché era
così agitato?
Non
ebbe il tempo di trovare una risposta, perché la porta
si spalancò all’improvviso e un’allegra
voce squillante lo fece sobbalzare. –
Ah, Kirishima sei già qui! Scusami, adesso andiamo?
Il
rosso annuì con fin troppa enfasi, mentre le guance
assumevano lo stesso colore dei suoi capelli. Non poté non
notare come la
compagna fosse più carina del solito, con quel vestito a
fiori arcobaleno, gli
anfibi scuri, la borsa a tracolla e il giubbetto di jeans tra le mani.
Per
tutto il tragitto dalla scuola al centro gli fu molto
difficile comportarsi in maniera naturale. L’intera
situazione aveva un che di
molto strano, seppur in senso positivo. Doveva continuare a ripetersi
che il
loro era un semplice incontro tra amici; dopotutto lo stava facendo
principalmente perché aveva perso la scommessa… O
no?
Il
suo piano iniziale era quello di rivelare a fine giornata
che l’appuntamento non era nulla di speciale, dopotutto era
stato costretto da
quelle due teste bacate che erano i suoi amici ad invitare fuori la
ragazza. Non
voleva che Mina si facesse idee strane e poi ci restasse male, ecco. Si
convinse
che il suo nervosismo era dovuto a questa ragione.
Il
programma della loro uscita non era nulla di speciale, le
solite attività che i normali sedicenni potevano compiere:
pranzare in un
locale carino ed economico, guardare un film al cinema o spassarsela in
sala
giochi, anche se per prima cosa si concedettero una passeggiata nel
centro, perché
era sempre affascinante vedere come i negozi moderni e più
famosi coesistessero
in armonia con le botteghe tipiche, nella stessa strada.
Camminando
fianco a fianco, le mani dei due ragazzi si
sfiorarono per caso più di una volta e Kirishima si
ritrovò ad arrossire,
mentre sentiva il cuore aumentare il battito forte come un tamburo. Dal
troppo
imbarazzo, si sforzò di concentrare l’attenzione
sulle vetrine piuttosto che l’amica
e per questo non si accorse della reazione di Mina.
Eppure,
per tutte le ore successive, Red Riot non ebbe occhi
che per lei: gli sembrò di conoscere davvero Ashido per la
prima volta in vita
sua, studiava il suo modo di fare entusiasta e naturale allo stesso
tempo, il
suo atteggiamento così allegro e pieno di
vitalità e si rese conto che a starle
così vicino gran parte del suo nervoso era soppiantato dal
divertimento. Nemmeno
con Sero e Kaminari uscire era stato così bello che con lei.
Il
bowling a fine pomeriggio fu il colpo finale. Entrambi non
giocavano da chissà quanto tempo, perciò
dovettero imparare di nuovo insieme e
poco ci mancò che Eijirou andasse in autocombustione; la
ragazza era riuscita a
ricordarsi il movimento per lanciare e gli stava correggendo la postura
con
tocchi delicati ed eleganti.
Sulla
via del ritorno, le meningi del povero rosso
lavorarono all’impazzata per elaborare un nuovo discorso,
molto diverso dall’originale
con cui si era preparato quella mattina. Forse suonava molto idiota, ma
lui con
la ragazza ci voleva uscire ancora, solo loro due; non era sicuro al
cento per
cento di cosa provasse davvero, ma stare con lei gli piaceva sul serio.
Prima di
varcare il cancello della U.A. Eijirou condusse la compagna verso una
panchina
poco distante.
–
Ecco, Mina, volevo dirti una cosa… –
esordì quando si
furono seduti. – Come dire… Riguardo
l’uscita di oggi… Sero, Kaminari ed io…
–
…avete fatto una scommessa, guarda che lo so! –
c’era una
nota amara nella risata della rosa, pareva un poco forzata.
–
Sì, abbiamo scommesso… – Kirishima
iniziò, dispiaciuto, ma
poi colse il reale senso di quelle parole e si voltò di
scatto a fissare la
compagna, incredulo. – Aspetta, lo sai?! Sai della nostra
scommessa su Aoyama?
–
Non tutti i dettagli, ma che c’era in ballo qualcosa lo
sapevo. Non siete esattamente molto silenziosi quando discutete, voi
tre. Fareste
degna concorrenza a Bakugou.
Il
possessore del quirk di indurimento fissava l’amica con
tanto d’occhi. Mina ridacchiò alla sua reazione e
fece per alzarsi, ma questo
servì a risvegliare il ragazzo, il quale le chiese di
aspettare ancora un secondo.
–
Non ho finito, non era… non era quello il punto centrale
del discorso. – ammise ad occhi bassi, e stavolta fu il turno
di Ashido di
rimanere stupita. – Quello che voglio dire è che
oggi mi sono divertito molto
con te. E… e se anche tu vuoi, possiamo uscire insieme altre
volte. Non so
dirti con sicurezza cosa provo, ma so per certo che sono stato molto
bene con
te e quindi, boh, se ti va ancora…
Red
Riot lasciò cadere la frase, incerto sul come andare
avanti. Aveva paura di non essersi spiegato bene, o magari al contrario
era
stato troppo ripetitivo e aveva mancato l’argomento
fondamentale. Temeva come l’avrebbe
presa la ragazza, era così teso che non si rese conto del
bacio sulla guancia
fino a quando Mina non si staccò.
–
Certo che mi piacerebbe uscire ancora solo io e te. Non sei
stato l’unico ad aver trascorso una giornata davvero bella.
– Dal tono si
capiva che Ashido stava sorridendo.
Insieme
si alzarono dalla panchina e si incamminarono fianco
a fianco verso il dormitorio, fantasticando su quello che avrebbero
potuto fare
nell’uscita successiva.
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Hola gente
Scrivere questo
capitolo è stato un po' un parto, perché se come
lettrice non sono una grande fan delle storie in cui si narra il
primissimo appuntamento di una coppia, come scrittrice lo sono ancora
meno: è difficile trovare qualcosa di originale, e a
spiegare le dinamiche dei sentimenti di entrambe le parti ho sempre
paura di cadere nel ripetitivo e/o banale.
L'idea (molto
folle) dei fumetti Hentai sotto il letto di Aoyama non so come mi sia
venuta, non chiedetemelo e soprattutto non chiedetemi perché
proprio Aoyama. Non lo so nemmeno io.
Il titolo è dato a casaccio, perché non avevo
altre idee, anche se non c'entra proprio molto con il resto della
storia, ma dettagli.
Ringrazio
Juriaka per la challenge e per
aver recensito il secondo capitolo, e ringrazio chi
recensirà e anche chi leggerà e basta.
Alla prossima gente
Adios
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