Fluffs and Handcuffs

di GladiaDelmarre
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Crowley stava rintanato a Myfair, con NEMMENO una decorazione natalizia appesa alle finestre, sfidandoli tutti a fare di peggio di lui.

OGNI ANNO la stessa storia. Crowley non se ne sarebbe mai fatto una ragione. Era vero che in qualche modo era riuscito a trasformarlo in un trionfo del costumismo e che la parte religiosa e più pura era praticamente dimenticata, ma lui lo detestava lo stesso. Troppa gioia in giro. Troppe lucine. Troppi colori. Troppe risate.

 

Suonò il campanello: era nientemeno che Aziraphale. Con un pacchetto in mano. Che ovviamente Crowley ignorò vistosamente.

Tornò ad affacciarsi alla finestra, e l'angelo gli si affiancò.

 

“Guardali” disse “quegli stronzi”.

“Chi?”

“Non so. Tutti”. (1)

 

“Crowley, è Natale. Non puoi per una volta essere meno ostile?”

“E' il natale a rendermi ostile. Lo odio”.

“Tu odi quasi tutto. Ti ho portato un regalo, a proposito”.

 

Crowley sbuffò, era esattamente quello che non avrebbe dovuto fare. Suo malgrado osservò il pacchetto preparato con cura e si intenerì. Represse immediatamente quell'inutile sentimento.

“Lo accetto solo perchè spesso ti ho portato regali per la tua sciocca libreria, ma SIA CHIARO che questo non è un regalo di Natale” grugnì alla fine. Aziraphale fece un sorrisetto soddisfatto, osservandolo mentre scartava il regalo.

 

“Mi hai regalato un paio di manette col pelo?”

“Beh, non le ho viste nella tua stramba collezione di oggetti umani, quindi..."

"Quindi?"

"Almeno adesso la sezione strumenti di tortura è completa!"

 

Crowley se le rigirò tra le mani. Il pelo era rosa. ASSURDO. Ma divertente.

 

“Beh mettimele, avanti!”

“Cosa??”

“Mettimele! Che me le hai regalate a fare altrimenti?”

“Questa poi...” sbuffò l'angelo tra il divertito e l'imbarazzato. Le prese comunque e gliele chiuse con delicatezza intorno ai polsi. In effetti era un po' ridicolo, vestito completamente di nero, con lo sguardo torvo e delle manette pelose rosa. Ridacchiarono insieme.

 

“Beh, almeno sono molto più comode di quelle classsiche”.

Aziraphale arrossì furiosamente.

“Che c'è, se ho una collezione di oggetti da tortura, come tu dici, credi che non li abbia provati tutti? Su di me... o su qualcun altro?”. Lo guardò divertito dall'imbarazzo dell'altro.

“E quando le avresti usate, di grazia?” disse Aziraphale, indignato.

 

“Oh angelo, non vorresti saperlo. Credimi”.

 

Aziraphale arrossì nuovamente. Poi tirò fuori la lingua, in un gesto infantile.

“Dato che sei abituato allora, non te le toglierò per tutto il giorno!”

“Angelo dai.. non fare così...”

“Scordatelo!” gli rispose ridendo.

 

E gli stampò un bacio sulla guancia, a sancire la sua schiavitù completa.

 

Note:

1) Citazione libera da “Il Giovane Holden” di J.D.Salinger





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