Le leggi dello spazio e del tempo

di GladiaDelmarre
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(i sistemi si attraggono)



 

Non c'è cosa che non possa essere spiegata con la fisica e la chimica, caposaldi delle leggi dell'universo. Basta solo studiare.

Basta solo spingersi oltre.

 

Il salto loro lo hanno fatto.

Aziraphale e Crowley hanno fatto il loro salto nel vuoto: hanno iniziato nel momento in cui si sono incontrati la prima volta. Forse ancor prima.

 

Entrambi sono caduti, per forza o per destino.

L'uno è stato scaraventato giù, scacciato dal Paradiso, e ha trovato il suo posto non nell'Inferno insieme ad altri demoni, ma incarnato in Terra inseme agli umani. L'altro è disceso più leggero e in punta di piedi: non ha sollevato polvere, ha lasciato che la bellezza del Creato passasse attraverso di lui e ne ha raccolto la luce negli occhi.

 

Hanno continuato a cadere, a volte fluttuando e a volte precipitando, trovando nuovi modi per conoscere questa Terra incredibile e affascinante, comprendendo le ragioni dell'amore. Hanno scoperto l'umanità, con le sue mostrusità e i suoi contrasti, con i suoi palpiti di bontà e di generosità.

 

Il legame che si è creato dalla loro interazione è forte, indissolubile.

Essi sono materia e antimateria, si girano intorno con spin opposti, uno la nemesi dell'altro. Entrambi provengono da un singolo inizio, da un singolo atto d'amore e come emanazione di Dio. Un demone e un angelo che si legano insieme nel tempo e nello spazio, trovandosi in epoche diverse, in luoghi diversi. Si guardano solo a volte. Altre si ascoltano. Tessono via via una tela più ricca.

 

Le loro esistenze coesistono su di un nastro di Moebius: entrambi vanno avanti per il loro sentiero, seguendo le strade imposte dalle loro nature. Eppure, presto o tardi l'uno correrà sulla via dove l'altro lo ha preceduto, e viceversa. Un eterno rincorrersi, un eterno seguirsi e trovarsi e lasciarsi ed incontrarsi ancora, per poi capire infine che la strada è la stessa. Così un angelo potrà trovarsi a fare la cosa sbagliata, cosciente o meno, mentre un demone farà del bene senza pensare, senza nemmeno sceglierlo.

 

Non c'è altro modo che non quello di accettarsi e comprendersi, ed imparare a vedere quanto ci sia di meraviglioso in loro, intorno a loro.

 

In quel momento, il groviglio che li stringe si serra ancor più strettamente.

Sono stati insieme su questa Terra troppo a lungo.

Una separazione di qualche giorno o qualche secolo non basta più a spezzare un legame che nemmeno dovrebbe esistere. Non sono più due sistemi distinti ad interagire, ma diventano un unico sistema, più grande, più forte. Indistinto. E così, non c'è più una fazione o l'altra, ma la loro, inevitabile conclusione della loro caduta.

 

Mani che si stringono a sugellare la scelta, come in un rito non officiato da nessuno, ma allo stesso tempo sacro, sotto agli occhi di Dio. Una sfida diversa dalla ribellione, non dettata dall'orgoglio, ma dal sottomettersi al sentimento che li unisce.

 

La caduta, per Crowley e Aziraphale, è dettata dalle leggi della gravitazione: sono uno il sole dell'altro, il polo attrattivo, la luce e la fonte di calore. Come due stelle binarie in una traiettoria a spirale, l'attrazione è intrinseca nella loro essenza. Un unico pozzo gravitazionale li stringe e li schiaccia su se stessi, a formare infine un unico ammasso fatto delle perle in fila delle loro esperienze e dell'amore che hanno imparato, dolorosamente, ad accettare come parte della vita.

 

Crowley e Aziraphale hanno atteso per secoli, fino all'unica conclusione possibile.

 

L'amore è il senso dell'esistenza.

 

 

“To the world”.

 

To the world”.

 

 

 

Note:

In questo terzo ed ultimo capitolo mi sono presa numerose licenze poetiche, tra cui appunto la scelta del titolo. L'equazione di Dirac, spesso erroneamente chiamata equazione dell'amore, postula: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continuare ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.

In realtà vale solo per una particella, non per sistemi complessi, ma visto che teoricamente angeli e demoni sono incorporei nella loro essenza ultraterrena...

Per chi volesse, un piccolo excursus nella fisica, quella vera.





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