CAPITOLO
3
Dopo la palestra andai
a cercare Jasper. Volevo parlare con lui e ciò che Rosalie
mi aveva detto m'incuriosiva. Lo trovai accanto al suo armadietto "
Ehi, ciao - lo salutai vivacemente - sei pronto per andare a pranzo?"
"Si...
Io... Prima devo passare in infermeria"
"Va tutto
bene?"
"Si, va
tutto bene. Ci vediamo là, ok?"
Stavo
cominciando ad avere dei dubbi, ma decisi di non approfondire
l'argomento, per il momento. "Ok, ci vediamo lì"
Il pensiero
continuò a tornanrmi in mente, mentre facevo la fila per il
pranzo. Speravo che Jasper stesse bene, ma non riuscivo a togliermi
dalla testa la conversazione con Rosalie. Aveva detto che
mangiava da solo. Era nei guai? Perchè non poteva mangiare
con noi?"
La voce
di Bella interruppe i miei pensieri, mentre sedevo al nostro solito
tavolo "Va tutto bene? Mi sembri preoccupata... Qualcosa non
va?"
"Stavo
solo pensando"
"A cosa?"
"A nulla
in particolare..."
Mi
sorrise,prima di rivolgere la sua attenzione a Edward e chiedergli come
fosse andata la sua mattina.
Mentivo ,
ma non potevo dire a Bells che stavo pensando a Jasper; per
chissà quale motivo era convinta che avessi una cotta per
lui. Non che non avessi altre amicizie , non era la prima volta che mi
avventuravo fuori dal nostro piccolo gruppo . Certo alcuni ragazzi non
erano stati gentili con me, ma non ero impopolare: essere piccola mi ha
aiutato ad avere un posto nella squadra delle cheerleader e poi c'era
sempre il club dell'arte...
Insomma non
trascorrevo tutto il mio tempo a scuola e fuori con lei, Edward e
Rosalie , perciò non riuscivo a capire perchè
avesse quella convinzione!
Ancora
una volta mi ero persa nei miei pensieri e non mi accorsi che Jasper si
era seduto accanto a me . "Ehi Alice"
"Fratellino
- Emmett aveva attirato la sua attenzione alzando la voce
più del necessario - ti unisci a noi oggi?"
"Si. Mi
ha invitato Alice"
"Bene.
Sei andato in infermeria?"
"Si -
Jasper rispose , alzando gli occhi al cielo - ci sono appena stato"
"Com'è?"
insistette Emmett
"117"
"Molto
bene. Hai mangiato?"
"Cristo,
Emmett. Si: ho mangiato!" Jasper sembrava piuttosto infastidito e
frustrato da quella conversazione criptica.
"Ehi,
calmati fratello. Stavo solo chiedendo..." Emmett sembrava soddisfatto
delle risposte tanto da riportare istantaneamente la sua attenzione su
Rosalie.
"Allora...
Di cosa si tratta?" chiesi , incuriosita dalle loro parole.
"Niente
di importante"
"Sembra
che a tuo fratello importi parecchio" insistetti, cercando di capire
cosa stesse succedendo.
"E' solo
iperprotettivo. Sai come sono i fratelli maggiori..."
"Beh...Io
non ho fratelli maggiori, solo Bella e Cynthia,la mia sorellina, ma
c'è Edward! E se i fratelli maggiori sono come lui sono
sicura che sarà snervante!"
"Snervante
è la parola giusta! - ridacchiò - Voi
due siete molto uniti?" mi chiese, cercando di non farsi notare mentre
guardava Edward.
"Si; ci
conosciamo da quando io, mia madre e Chintya ci siamo trasferite a
Forks. Avevo sette anni anni, o giù di li... Siamo vicini di
casa e siamo cresciuti giocando insieme. A volte è
iperprotettivo, ma basta ricordargli che sono perfettamente in grado di
badare a me stessa. E Charlie è il capo della polizia, dopo
tutto, mi ha insegnato più mosse di autodifesa di quante
potrò mai usarne!"
"Non
è la prima volta che nomini Charlie, chi è?"
"Il mio
patrigno, il padre di Bella. E' a posto, ma no sono mai riuscita a
chiamarlo papà . Chyntia non ricorda affatto nostro padre e
io ho non l'ho più visto da quando ci siamo trasferiti...il
che va bene..."
"Sei
proprio un libro aperto, vero?"
"Non
credo nei segreti: causano solo problemi. Puoi chiedermi qualsaisi cosa
e ti darò una risposta onesta. Inoltre non c'è
bisogno di fare pettegolezzi su chi ti dice apertamente tutto
ciò che vuoi sapere. Poi se qualcuno pensa di dover
nascondere qualcosa probabilmente è il caso che si domandi
perchè sente di doverlo fare. Per me significa o che ci si
vergogna inutilmente di qualcosa o che sta facendo qualcosa che non
dovrebbe"
"E se
qualcuno ti dicesse qualcosa chiedendoti, però, di mantenere
il segreto?"
"Beh...
Ogni regola ha la sua eccezione. A meno che ciò
che mi viene detto non faccia del male a qualcuno terrei per me
ciò che mi viene confidato. Onestà,
lealtà e fiducia hanno la stessa importanza"
"Sicuramente
! - fece una pausa - Hai spesso conversazioni filosofiche con persone
che hai appena conosciuto?" Spalancò gli occhi, come se
improvvisamente fosse stato colpito dall'importanza della conversazione.
"Beh, no.
La maggior parte delle persone tende a cambiare argomento non appena si
toccano argomenti impegnativi o personali, in effetti sei l'unico che
non l'ha fatto!" La realizzazione di ciò che avevo appena
detto fu come un fulmine a ciel sereno. In effetti lui era
davvero il solo, oltre a Edward, a parlare con me di simili argomenti.
Sorrisi , sapendo che era una cosa importante e sentendomi felice.
La campanella interruppe momentanemante la nostra conversazione,
mentre, mentalmente, prendevo nota di chiedergli la sua data di
nascita: dovevo assolutamnte controllare il suo oroscopo!
Avevo
ancora un gran sorriso stampato in faccia quando mia avvicinai al mio
armadietto. "Stai ancora facendo sogni ad occhi aperti su Jasper?"
ridacchiò mia sorella.
"No"
risposi bruscamente.
"Ehi!
pensavo fossimo d'accordo che ci saresti andata con i piedi di piombo,
con quel ragazzo" Intervenne Rosalie. Non c'era rabbia o disgusto nella
sua voce, ma solo preoccupazione.
"Hai
provato a chiedere a Emmett? Voi due state sempre insieme, ormai, e,
dopotutto, è suo fratello"
"L'ho
fatto, ma mi ha risposto che non spettava a lui parlerne e mi sono
sentita a disagio. Pensavo di chiedergli di uscire, tipo...un
appuntamento, così non mi sembrava il caso di sfidare la
sorte - si morse il labbro- Stai solo attenta ok? Sei una
persona aperta e simpatica. Non vorrei che quel tipo strambo
aprofittasse di te..."
Rosalie
se ne andò, dopo aver detto la sua, lasciandomi sola con
Bella "Quindi anche Rose può essere gentile ?"
"Si,
immagino proprio di si"
"Chissà
perchè è così preoccupata"
Raccontai
a Bella la conversazione che avevo avuto con Rose in palestra.
" Sembra qualcosa di medico... Non penso che stia nascondendo qualcosa
di brutto. Forse sta male e non vuole che si sappia in giro"
Era una
teoria ragionevole e decisamente più semplice da acettare di
qualsiasi cosa pensasse Rosalie.
Lanciai
un'occhiata alla bionda, ringraziando il cielo che Emmett occupasse di
nuovo il mio posto, salutai Bella e andai a sedermia ccanto a Jasper.
"Ehi tu
cosa scrivi?"
"Oh-
chiuse rapidamente il quaderno e lo mise nello zaino - Niente. Pronta
per la tua lezione preferita?"
"Mai"
Risposi ridendo.
"Bene;
dopo scuola ti aiuterò a studiare così potrai
stupire il Signor Binns e dissuaderlo dall'idea di darti una Z!"
Il suo
commento mi fece piacere: evidentemente aveva prestat attenzione ai
miei sproloqui!
"Alice-
il Sinor Binns mi stava chiamando- sono contento che per una volta
abbia deciso di non chiacchierare, ma forse potresti anche stare
attenta anzichè fantasticare?"
Quel commento
cancellò repentinamente il sorriso dal mio viso.
"Bene, adesso iniziamo
la lezione. oggi inizieremo a lavorare su una ricerca. Trovatevi un
compagno e scrivete una relazione di cinque pagine sul Proibizionismo"
"Vuoi...lavorare
con me?" Mi voltai e vidi Jasper che mi fissava intensamente.
"Si"
"Ehi -
disse, facendosi improvvisamente serio - l'insegnante è
stato un idiota: non avrebbe dovuto parlarti così. Sembravi
così felice prima che lui ti richiamasse e sei diventata
così triste, dopo"
"Wow...
grazie - cambiai argomento, imbrazzata -quindi Proibizionismo. Di cosa
vuoi parlare? Dimmi tu; io non so assolutamnete nulla degli anni Venti,
se non che indossavano abiti adorabili e cercavano di mettersi in
contatto col mondo degli spiriti. Ecco vorrei poter scrivere una
relazione su qualcosa di interessante, tipo che Houdini pensava che
tutta la faccenda delle sedute fosse una cavolata e faceva di tutto per
iìdimostrare lo spiritismo fosse un grande imbroglio!"
"Ma
allora ti piace la storia?" sembrava davvero colpito
"Forse mi
piacciono solo abiti a e fantasmi- scherzai, mentre suonava la
campanella- non lo saprai mai"
"Allora
Alice- si alzò e mi seguì fuori dalla classe -
cosa hai intenzione di fare durante la tua ora libera?"
"Andrò
nell'aula di arte e lavorerò al mio progetto"
"Che tipo
di progetto ?"
"Un
vestito"
"Un
vestito come progetto per arte?"
"Si, un
vestito. Sto realizzando un intero abito fatto con linguette delle
lattine di soda- aspettai un momento, godendomi il suo stupore- sto
scherzando! La scuola non ritiene che trucco o vestiti siano arte, il
che, ovviamente, è sbagliato. Ma sto facendo un ritratto,
Audrey Hepburn, con pezzi di vetro colorati e devo finire il vestito.
"Sembra
un lavoro enorme!" Aveva di nuovo quel simpatico sgurado d'interesse
dipinto sul viso.
"Lo
è, ma mi è piaciuto realizzarlo, fino ad ora, e
non vedo l'ora di finirlo e vedere come viene. Quando la scuola
sarà finita lo regalerò a mia madre, per il suo
compleanno. Lei adora Audrey Hepburn! In realtà avrebbe
voluto chiamarmi Audrey, ma a mio padre non piaceva"
"A parte
gli scherzi: in un certo senso le somigli"
"Questo
si che è un complimento! - mi fermai davanti alla porta
della classe di arte - io sono arrivata . Buona fortuna con algebra"
"Buona
fortuna col vestito di vetro -si incamminò, ma si
fermò improvvisamente e si
voltò verso di me - dovrai farmelo vedere quando
sarà finito"
|