Vita da Rock

di _STRANGE
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Capitolo I Tutti in Germania! Sono le sette del mattino, e ad Amburgo in una “certa casa” il riposo di “due certe persone” è disturbato dallo squillo del telefono. Un ragazzo con dei dreads neri e bianchi, a malavoglia si alza e va a rispondere, in cuor suo bestemmiando in cinque lingue diverse a quel rompico****** che telefona alle sette del mattino. Il suddetto ragazzo, prima di andare a rispondere, passa davanti alla camera di un altro a noi conosciuto ragazzo che sembra in catalessi. Quest’ultimo è Tom Kaulitz, il quale è entrato in letargo. Bill, il ragazzo che sembra la fotocopia bianca di Bob Marley, corre in cucina e va a rispondere al telefono che, in quell’arco di tempo stava ancora squillando. – Pronto? – - Bill, disturbo? – era la voce di una ragazza - Marika !?!? – esclamò Bill stupefatto. Marika infatti era un’amica sua e di Tom che però era di sei anni più piccola. Anche lei, faceva parte di una band famosa in tutta l’Europa, suonando la tastiera. – Si, proprio io. Senti, possiamo venire io e i ragazzi a riposarci da voi? – chiese la ragazza. – Certo… ma… dove sei? – chiese Bill. – Fuori casa tua -. Bill si precipitò fuori la porta e si trovò davanti i Dangerous Aliens al completo. Marika gli gettò le braccia al collo. – Bill, grazie - - Prego ma, che è successo? – - Dovremmo ritirarci e rilassarci un po’. Stiamo per fare il quinto album - - Be’ entrate, no? – disse Bill. Intanto, Tom si era svegliato e si era accorto della porta aperta e, inizialmente confuso (E quando mai non lo è NdME) aveva osservato i 6 ragazzi entrare: Bill, Marika, Ste, Strange, Bob & Jago. – MA CHE… - aveva esclamato il mocho vileda nero – Tom… emh… staranno un po’ da noi, non ti dispiace, vero?-disse Bill - No, ovviamente - - Bene, vi mostro le camere – disse Bill a Ste, Strange, Bob & Jago. Marika conosceva fin troppo bene la casa dei due e andò con le sue 8 valigie nella ormai fissa camera sua. Dopo che si ebbe sistemata (ovvero 2 ore dopo) e fatta una doccia, Marika si guardò attorno. Era come la ricordava. Ampia e luminosa, la camera aveva le pareti bianche e il letto a due piazze. Davanti alla finestra c’era una scrivania nera con cassetto e di fronte al letto un televisore LCD di 50 pollici.




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