“Kaon, you
wretch!”
C’erano momenti in cui Nickel non si sentiva tanto parte di
una squadra di esecutori Decepticon, quanto piuttosto la madre un
gruppo di protoforme
la cui altezza era cresciuta, ma non la capacità di tenere
in ordine se stessi e
i propri oggetti.
Vos faceva eccezione, essere stato uno scienziato aveva
fatto sì che mantenesse un metodo tutto personale ma
ordinato di disporre e
gestire le proprie cose, però il resto della DJD meritava
solo rimproveri: Helex
e Tesarus erano un completo disastro ed era meglio non ricordare
cos’aveva
trovato l’ultima volta che aveva messo piede dove si
ricaricavano, Kaon era
tanto preciso nel gestire la Lista quanto terribilmente distratto per
tutto il
resto e Tarn, secondo lei, era il più
“strano” di tutti. Nei suoi quartieri non
esistevano vie di mezzo, c’erano parti ordinate con cura
maniacale e altre
parti, perlopiù seminascoste, in cui regnava un caos
completo. Faceva il paio
con la maniera in cui gestiva se stesso, mantenendosi sempre
più che funzionale
e, allo stesso tempo, tendendo a ignorare graffi, tagli e
quant’altro. Bastava
pensare alla sua maschera costantemente rovinata o al volto ancora in
parte
sfigurato da una cicatrice -dovuta a una lotta- che sembrava non aver
intenzione di farsi togliere.
«Possibile mai… guarda un po’ che mi
tocca fare, stare
dietro a quelle grosse macchine assassine per certe cose, ma dico
io!» borbottò
Nickel.
Dopo averlo cercato per un paio di giorni senza risultati,
Kaon le aveva chiesto se lei avrebbe potuto aiutarlo nella ricerca del
suo
datapad personale. Stando a quanto le aveva detto, l’ultima
volta che ricordava
di averlo avuto in mano era stata quando lei aveva esaminato tutti in
infermeria uno dopo l’altro, ma pur avendo dato
un’occhiata in giro non era
riuscito a trovarlo.
«Lasciano
le loro
cose in disordine, poi non riescono a trovarle e allora
“Niiiickeeeel, sai
dov’è la smerigliatrice? Niiiiiickel, sai
dov’è il mio panno blu, quello
morbido con cui lucido la scioglitutto? Niiiiiickel,
dov’è il mio datapad?”. E
poi, anche quando rispondo “prova a guardare nel tal
posto”, non riescono mai a
trovare quel che cercano nonostante lo
abbiano davanti alle ottiche!... proprio come in questo
caso!» sbuffò la
minicon, notando il datapad perduto di Kaon su un ripiano abbastanza in
alto. Si
sentiva giustificata per non averlo notato: come avrebbe potuto pensare
che
lassù si nascondesse un pad che lei non ci aveva messo?
Non aveva il jet pack sulle spalle né aveva voglia di
indossarlo, avendo concluso di poter raggiungere il ripiano con un
saltello, e
così fece; la presa sul datapad tuttavia si
rivelò poco salda, ragion per cui
il dispositivo le scivolò tra le dita e cadde a terra.
“Spero di non averlo rotto” pensò
Nickel, un po’dispiaciuta
“Forse avrei dovuto davvero usare il jet pack… oh,
per fortuna non sembra avere
danni, si è solo sbloccato”.
Dopo un sospiro di sollievo poggiò un dito sul pulsante per
bloccare lo schermo, salvo cambiare idea una volta che i suoi sensori
ottici si
posarono per puro caso sull’anteprima di uno dei messaggi che
Kaon aveva
ricevuto da un mittente non registrato tra i contatti.
C’erano parecchie foto e
qualche video, ricevuti tutti nell’arco di tempo in cui lui
aveva perso il
datapad.
Dopo un breve momento d’immobilità in cui
rifletté se fosse
più grave la violazione della privacy del tecnico o quel che
stava vedendo
nell’anteprima -o pensava di star vedendo: essendo
un’anteprima in piccolo
c’era ancora un vago margine di dubbio- decise che della
privacy di Kaon non le
importava alcunché.
:: Circa venti minuti
dopo ::
«Ehi Nickel» esordì Kaon, entrando con
tranquillità in
infermeria «In merito a quel che ti ho chiesto prima, hai poi
trovato il mio-»
«Zitto».
Inizialmente Kaon non capì nemmeno cosa Nickel gli stesse
mostrando, né perché fosse così
palesemente infuriata, poi i suoi sensori
ottici assenti si soffermarono sul datapad.
«Allora era qui davvero!» sorrise «Sono
contento che tu…»
Il sorriso scomparve appena il suo sguardo finì sullo
schermo e sulla fotografia mostrata.
«Spiega» gli
intimò Nickel
«E vedi di farlo alla
svelta, e soprattutto in modo efficace, perché al momento ho
solo voglia di
legarti lì» indicò il
“lettino” da medico «E prenderti a
frustate con… non so
nemmeno io con cosa, ma qualcosa lo trovo
senz’altro!»
«Alcuni dei porno della collezione di Tesarus iniziano
più o
meno così» disse Kaon, il cui processore era
troppo impegnato a pensare “Oh
cazzo-” per avere controllo sulla lingua.
«KAON-»
«Non so nulla di quella foto, ok?! Non sapevo di averla! Non
so dove sia stata scattata» farfugliò il
Decepticon, con visioni fin troppo
chiare e tremende sia di punizioni che non teneva proprio a ricevere,
sia della
propria testa staccata dal collo «Non so chi sia quel tizio
nudo intento a bere
energon extra forte accanto a una henn sputafuoco e NON
so chi siano quelle due femmes gemelle intente a bere a loro
volta, ma di sicuro NON sono Eribe
e
Vliegen, assolutamente no, eh!»
«Io non ho parole!» esclamò la minicon,
ritraendo la mano
col datapad quando Kaon tentò di prenderlo «T u
sei sempre stato fuori dal
gioco dal momento in cui sei stato buttato giù dal ponte,
vero?! Sei stato per
tutto il tempo insieme a quella strega bastarda e alla sua gemella che
è ancora
più bastarda di lei! Disgraziato! Non ho parole!»
«E-ehm, allora visto che “non hai parole”
puoi essere così
gentile da non parlare a Tarn o a chiunque altro di questo piccolo
particolare?
Per favore. Ti prego- ti prego» la implorò Kaon,
arrivando perfino a
inginocchiarsi «In fin dei conti non avevo scelta, ero solo
un povero infelice
in balia di una strega, proprio come voi!»
«Ah sì guarda, proprio un povero infelice,
dev’essere stato
terribile essere costretto a festeggiare e bere mentre noi eravamo
dispersi in
un IKEA infestato dai cybertroniani mannari!»
gridò Nickel, più infuriata di
prima.
Kaon le fece cenno di abbassare la voce. «Non vorrei finire
offline oggi, ecco-»
«Non è di Tarn che devi avere paura, non
riuscirebbe a
metterti le mani addosso, io arriverei prima! Magari ci guardavi anche,
mentre
eri insieme a loro, vero?! Ci hai guardati nell’IKEA, ci hai
guardati mentre
tribolavamo con le scimmie elettriche che in effetti ti somigliavano un
po’troppo-»
«Eribe ha preso ispirazione dal mio aspetto, sì,
ma io non
approv-»
«…e ci hai guardati anche mentre affrontavamo gli
skarknado,
vero?!»
«Lì ve la siete spassata, dai, avete fatto un
massacro!»
«Gli altri! IO NO!»
sbraitò la minicon, del tutto fuor dai gangheri.
«Va bene, va bene, capisco che tu sia un
po’arrabbiata col
sottoscritto» disse Kaon, alzando le mani in segno di resa
«Però sappi che io
in realtà non mi sono divertito neanche un
momento!»
Sentito ciò, Nickel fece scorrere i video nella galleria, ne
scelse uno e premette play.
Sullo schermo del datapad comparvero Eribe intenta a far
fluttuare in aria uno strumento musicale somigliante a quello che certi
organici avrebbero chiamato tromba, Vliegen accanto allo sportello di
un forno
semiaperto e Kaon con due grossi coperchi di metallo tenuti uno per
mano.
– E uno! E due! E un,
due, tre!
La tromba iniziò a suonare da sola, e in seguito Kaon e
Vliegen si unirono sbattendo a tempo i coperchi di metallo e lo
sportello del
forno.
Delle luci da discoteca e il suono di un sintetizzatore resero
la scena ancor più assurda una manciata di secondi dopo.
Se Kaon fosse stato organico avrebbe iniziato a sudare
freddo . «Questa… potrebbe essere stata
un’eccezione, magari, te lo concedo,
ma-»
«Un’eccezione, eh? Allora che mi dici di questa
foto di te
che giochi a carte contro la henn vestita da postina?!»
«Ah, qui è quando stavo imparando a giocare a
valtti» alias
un gioco terribilmente simile alla “briscola” cui
giocavano certe specie
organiche «Non hai idea delle batoste che quella henn mi ha
dato durante le varie
partit-ehm, volevo dire, sono stato costretto, sai bene anche tu che
oppormi
era impossibile, sono treme-»
«Vuoi dire “tremende”? Immagino che lo
pensassi anche qui»
fece partire un altro video «Mentre tu e il cane volavate in
groppa alle henn
giganti! Ti rendi conto?! Ti hanno perfino lasciato uscire dal
palazzo!»
«Ero impotente, non avrei potuto scappare e aiutare nessuno
in alcun caso quindi, anche se avrebbero potuto, non avevano motivo di
tenermi imprigionato
o legato da qualche parte» cercò di spiegarle il
mech.
«E a
proposito di “legato”,
hai anche lasciato Vos incatenato per quindici giorni! Ora ho capito
perché ti
guardava male, e io che credevo fosse stata solo una mia impressione!
Ecco
perché ha detto che eravamo in quattro
dentro a Berg des Sees e non in cinque!»
«Non avevo il permesso di slegarlo, però avrei
voluto, credimi»
disse Kaon, con l’aria di chi si sentiva un po’in
colpa, grattandosi la nuca
metallica «Non so come abbia fatto Vos a capire che ero
fuori, di sicuro non mi
ha visto. Ho pensato che potesse avermi sentito le volte in cui sono
andato dal
cane, in fin dei conti la Peaceful Tiranny non era troppo lontana
dall’arco e
tutt’attorno c’è solo silenzio,
però non aveva prove fisiche della cosa, per
cui non ha dett-»
«Sta di fatto che tu sei stato a lì a bere, a
divertiti, a guardare
vecchie serie televisive, a strafogarti di
enerpizza…»
«Nickel-»
«… e a scoparti la cazzo di strega insieme alla
sua cazzo di
gemella!» strillò Nickel, la voce più
alta di un’ottava rispetto al solito.
«Che?! No, questo non l’ho fatto!»
negò con fermezza il
Decepticon «Non ho portato nella cuccetta né una
né l’altra, te lo posso
giurare su Towards Peace».
«I giuramenti su Towards Peace valgono solo se sei Tarn, e
tu non sei Tarn, tu sei solo un cretino! Come puoi pretendere che ti
creda?!
Qui avevi il cavo al vento!» ribatté Nickel,
sbattendogli in faccia la prima
fotografia «E anche in altri video e in altre fotografie! Mi
prendi per
scema?!»
«Nickel, se fosse per me io starei col cavo al vento anche
qui! Mi aiuta a stare concentrato» si giustificò
il mech «Se avessi potuto
farlo anche qui magari non avrei nemmeno perso il datapad. È
che una sera in
cui ero piuttosto ubriaco mi sono tolto la protezione inguinale, le
gemelle
hanno detto che non avevano problemi a riguardo e quindi da
lì in poi- ehi!»
esclamò, bloccando la mano destra di Nickel appena prima che
raggiungesse la
sua faccia.
«E in tutto questo io, Tarn, Helex e Tesarus passavamo
l’inferno!»
«Non fare così! Non potevo oppormi!»
«Non potevi opporti, è vero, infatti il problema
è che tu te la sei goduta!
DISGRAZIATO!»
Kaon ormai conosceva Nickel abbastanza bene da sapere che
aveva un certo caratterino, tuttavia nella situazione attuale gli
sembrava un
po’diversa dal solito. Era normale che fosse arrabbiata dopo
aver trovato
quelle foto e quei video, però in condizioni normali non era
così, come
definirla? “Isterica”? Forse non era proprio quello
ma poco ci mancava.
«Hai dei motivi validi per essere infuriata ma ricorda che i
tredici passi non li hanno risparmiati nemmeno a me» disse
Kaon, bloccando
anche l’altra mano di Nickel «E non so cosa pensi
tu ma io, considerando quel
che ho visto, sono piuttosto convinto che siano stati il peggio di
tutto! Avrei
preferito mille volte non subire quelli ed essere stato con voi per
tutto il
tempo, inclusa la parte nel palazzo sott’acqua…
cheee io non ho visto perché da
dopo gli sharknado ero stato spedito a fare e guarnire muffin, ma
questo è un
dettaglio».
Nickel cercò senza particolare successo di liberare i polsi
dalla presa di Kaon. «Non mi parlare dei tredici passi, non
me ne parlare
affatto! Ormai sono passati quattro giorni, pensavo che mi sarebbe
passata,
pensavo-»
«Perché, tu credi che il resto di noi stia meglio?
Non abbiamo
parlato della cosa tra noi ma ora che lo stiamo facendo lo dico: a me
non è
ancora passata» affermò Kaon «E secondo
me nemmeno agli altri. Tesarus parla
ancor meno del solito e non si lamenta perché si annoia, ho
trovato più volte
Helex che si aggirava nei paraggi della cucina all’ora in cui
teoricamente
dovremmo andare in ricarica perché ha difficoltà
a prendere sonno, e Tarn… non
so, avendo sempre la maschera non si capisce molto, a lui magari
è passata, ma
d’altra parte se è il leader
c’è più di un motivo».
Nickel avrebbe avuto diversi dubbi da esprimere riguardo come
stesse Tarn, in verità era piuttosto convinta che non gli
sarebbe passata per
davvero fino a quando avesse verificato se nei tredici passi aveva
lasciato o
meno indietro qualcuno -e la
minicon
sperava di no- ma,
per rispetto verso di
lui, li tenne per sé.
«Sì, su questo hai ragione».
Vedendola meno desiderosa di staccargli il naso a suon di
schiaffi, Kaon la lasciò andare. «Non voglio
chiederti cos’hai visto né ho
voglia di parlare di cos’ho visto io» disse
«Ma sono convinto che a breve
tornerà tutto normal- ahio!»
esclamò,
massaggiandosi la nuca appena colpita.
«Questo te lo meritavi in ogni caso per aver quasi fatto
amicizia col nemico!» dichiarò Nickel.
«E… intendi dirlo a Tarn?»
La minicon sbuffò. «No. Al momento ho bisogno di
un aiutante
per pulire a fondo l’infermeria, lucidare i miei attrezzi e
disporli in ordine
di grandezza e frequenza d’uso. Oh, e i miei turni di pulizia
te li cederei
volentieri. Sono sicura che non vedi l’ora di metterti al
lavoro, giusto?»
«Almeno i turni di pulizia potrei evitar…
d’accordo, va
bene, come non detto» sospirò Kaon, conscio di
essersela cavata con poco.
«Ecco, bravo».
Ci fu una breve pausa di silenzio durante la quale a Nickel venne
in mente più d’una domanda. Era restia a farle,
avrebbe significato mostrare
interesse verso persone che avevano fatto passare l’inferno a
tutto il gruppo
ma alla fine, come suo solito, non poté evitare di dire quel
che le passava per
la testa.
«Come hai fatto ad andare d’accordo con quelle
due?! Se
somigliano a Stiria-»
«Pfff! No. Nessuna delle due le somiglia granché,
Eribe
ancor meno di Vliegen, che delle due gemelle è la
più stronza e non ha problemi
a riconoscerlo. Voglio dire, riesci a immaginare Stiria che gioca a
carte con le
henn a Pettinathia?»
«Direi di no».
«EH! A proposito
di Pettinathia, dato che ormai sei venuta a conoscenza del resto tutto
posso
dirti quel ho saputo dalle sorelle di Stiria!»
esclamò Kaon, tornato a
sorridere come suo solito al pensiero «Ricordi quando ci
siamo stati e ho
raccontato a te e Tarn di Dhambrexia? La ex proprietaria di
Pettinathia, quella
morta di overdose, quella della colla di valvola e di Paco e
Ta-»
«Mi ricordo, mi ricordo, basta così, non
aggiungere altro!»
lo interruppe Nickel «Cos’hai saputo?»
«Dhambrexia non si è sempre chiamata
così. Prima si chiamava
Laminga» le
rivelò Kaon, cercando di
restare serio «Ti dice nulla questo nome? L’hai
sentito di recente!»
«Effettivamente mi suona familiare ma non saprei-»
«Laminga e Tesarus».
Nickel sgranò gli occhi. «Tesarus ha nominato
quella tizia
durante la battaglia con gli sharknado, ora ricordo! Quindi lui sarebbe
stato
con…»
Kaon annuì. «Dhambrexia, sì! E non ne
ha la minima idea!»
Nickel si coprì il volto con le mani. «Siete uno
più
disgraziato dell’altro, ragion per cui» mise in
mano a Kaon un panno e del
lucidante «Inizia a rimediare! Al lavoro!»
Un po’per raggiungere una cifra tonda, un
po’per rispondere a certe domande che
potevano nascere nel precedente capitolo, ho scritto questo bonus.
Spero lo
abbiate gradito :)
Alla prossima,
_Cthylla_
In allegato eccovi la fotografia che Nickel ha mostrato per prima xD
|