There are times when
I flick through magazines and think I’m in danger of becoming
a prisoner of my
own hair.
[Brian May]
Brian non aveva
mentito quando aveva assicurato a Freddie
che i suoi capelli non sarebbero stati mai tagliati.
Durante quella festa
si era davvero infuriato con il
cantante, non lo riconosceva più e la cosa lo faceva star
male.
Non appena
avvertì delle dita insinuarsi tra i folti ricci,
sussultò e riaprì gli occhi, riscuotendosi
dal leggero dormiveglia in
cui era caduto.
Il suo sguardo
incrociò quello dolce e calmo di John.
«Deaky…»
farfugliò.
Il bassista si
sistemò meglio sul divano accanto a lui e
poggiò la guancia sulla sua spalla, senza smettere di
tormentare le ciocche
brune di Brian.
Il chitarrista gli
avvolse le spalle con un braccio e lo
trasse più vicino, ascoltando il suo respiro placido e
beandosi di quel calore
che ormai da mesi lui e John non potevano fare a meno di regalarsi.
Non sapeva come fosse
cominciato, ricordava di aver bevuto
troppo e di essersi risvegliato a letto con il bassista. Non erano
nudi, ma
qualcosa era cambiato tra loro, aleggiava nell’aria come una
presenza
invisibile e impossibile da ignorare.
Da allora si erano
cercati, si erano ritagliati del tempo
per tenersi tra le braccia e confortarsi, anche se non avevano mai
pensato di
definire quel rapporto.
Brian
espirò bruscamente, ricordandosi di quando, qualche
giorno prima, John aveva posato per un breve istante le labbra sulla
sua
guancia, fin quasi a toccare le sue. Si era detto che era stato un
caso, che
John aveva sbagliato a calcolare le distanze, ma la sua mente non
faceva che
ritornare su quell’istante che lo aveva fatto fremere.
«Scusa, ti
ho svegliato» sussurrò John, massaggiando piano i
ricci ribelli del chitarrista.
«No. Pensavo
a Fred, sai? Si sta distruggendo la vita da
quando frequenta così tanto Paul» ammise Brian,
tentando di scacciare i
pensieri scomodi.
«Noi abbiamo
provato a dirglielo, non possiamo… non possiamo
fare altro» mormorò John, lasciandosi sfuggire un
lieve sospiro.
Brian socchiuse le
palpebre, spingendo involontariamente il
capo contro le dita gentili e dolci dell’altro. Se
c’era un motivo valido per
cui non avrebbe mai rinunciato alla sua folta chioma, era quello:
potersi
godere le carezze del bassista lo faceva sciogliere come burro fuso.
Un leggero mugolio
sfuggì dalle labbra del chitarrista, così
John si fermò e sollevò il viso per poterlo
osservare meglio.
«Ti
dà fastidio?» chiese mortificato, tentando di
allontanarsi.
Ma Brian non glielo
permise e lo tenne stretto, scuotendo
appena il capo. «Per niente. Ti va di…»
Si bloccò, pensando che fosse un’idea
stupida.
John
avvampò di botto. «Io…»
«Ti va
di… continuare? È rilassante,
ecco…» borbottò
il più grande, affogando nel suo stesso imbarazzo.
Era così
difficile interagire con John senza rischiare che
entrambi rimanessero in silenzio, chiusi nel loro riccio sicuro e
protettivo,
senza essere costretti a esternare le loro emozioni.
Il bassista gli regalo
un piccolo sorriso e tornò a tuffare
le dita tra i suoi capelli.
Brian avrebbe voluto
capire cosa gli stava succedendo, ma la
verità era che gli andava bene così.
«Sai,
Deaky… Ci
sono occasioni in cui sfoglio alcune
riviste e penso di essere in pericolo di rimanere prigioniero dei miei
stessi
capelli»
buttò lì, giusto per sciogliere la tensione che
sentiva.
John
ridacchiò e gli tirò leggermente qualche ciocca.
«Sarebbe così terribile?»
«Non saprei.
Tu che dici?»
John ci
rifletté un po’ su prima di rispondere, come se
stesse cercando le parole più adatte. «A
me…» Deglutì. «A me non
dispiacerebbe
essere, ecco, prigioniero dei tuoi capelli» buttò
fuori tutto d’un fiato, mentre
la sua mano scivolava alla base del collo di Brian.
Il chitarrista
fremette appena, serrando un po’ di più la
stretta sul corpo del più giovane. Non era certo di aver
capito bene cosa John
intendesse comunicargli, ma le sue parole erano state talmente dolci e
calde da
fargli battere più forte il cuore.
«Ho
sbagliato a… a dirlo?» azzardò ancora
John, tentando di
divincolarsi dall’abbraccio e dal profondo imbarazzo che
aveva attanagliato
entrambi.
Brian scosse piano il
capo e sollevò la mano destra,
portandola sotto il mento del bassista. Lo costrinse a guardarlo negli
occhi e
lo scrutò a fondo, cercando di decifrare
quell’espressione così difficile, così
complicato, così diverso dal solito.
«Deaky.»
Brian sospirò. «Sai dirmi cosa sta
succedendo?»
L’altro
sorrise mortificato. «Non volevo, io non…
scusami.»
«Intendo
dire in generale. Cosa sta succedendo… tra me e
te?» riuscì a concludere, sentendo il viso andare
in fiamme.
John, le dita ancora
incastrate tra i suoi capelli e il viso
delicato a pochi centimetri dal suo, lo fissava atterrito.
«Non lo so, Bri.»
«Forse io
sì.»
Si guardarono ancora,
poi Brian spostò la mano tra i capelli
di John e lo trasse con uno scatto a sé. Le loro fronti si
scontrarono,
facendoli ridacchiare imbarazzati, come due ragazzini alle prime armi.
Brian
ghignò appena. «Se io adesso, per
esempio… ti
baciassi… tu…»
John, sempre
più rosso in viso, non perse altro tempo e si
fece coraggio, spingendosi a baciarlo sulle labbra prima che lui
potesse
prendere l’iniziativa.
Brian non poteva
crederci, eppure fu costretto a rendersi
conto che John qualche giorno prima non aveva sbagliato.
Ci aveva davvero provato.
Lo tenne premuto
contro il suo corpo, invitandolo a
dischiudere le labbra per poter approfondire il bacio.
John non si fece
pregare, era evidente che non aspettasse
altro. Le loro lingue cominciarono a danzare sinuose, lente,
scontrandosi e
accarezzandosi con urgenza. Volevano assaporarsi, conoscersi,
accogliersi.
John strinse forte le
ciocche brune di Brian, il quale
gemette appena e si scostò da lui per riprendere fiato.
«Cosa stiamo
facendo?» rantolò il chitarrista, portando una
mano a massaggiarsi la fronte imperlata di sudore.
John, con il respiro
accelerato, gli sorrideva sornione.
«Niente che non ci piaccia» replicò.
«Ma
noi… noi siamo…»
«Siamo Brian
May e John Deacon.»
Il chitarrista
aggrottò le sopracciglia. «E questo cosa
c’entra?»
«Possiamo
fare ciò che vogliamo, siamo delle leggende, no?
Anche Freddie lo dice sempre…»
Brian si
lasciò sfuggire un altro sospiro e attirò
nuovamente a sé John, abbracciandolo forte e facendogli
appoggiare nuovamente
la guancia sulla sua spalla. «Se lo dici
tu…»
«Se non ti
va, io…»
«Mi va,
John. Tu… mi piaci» ammise Brian, felice di non
avere lo sguardo dell’altro su di sé.
«Beh, anche
tu…»
Il chitarrista si
ritrovò a ridere nervoso. «Siamo due
disastri.»
«Due
disastri? Carino. Almeno adesso posso torturare i tuoi
capelli quando mi pare e piace.»
«Questo lo
deciderò io» affermò il più
grande, utilizzando
un tono serio e autoritario.
John
sghignazzò contro il suo collo, per poi lasciargli un
tenero e bollente bacio. «Va bene, mio signore» lo
canzonò.
Brian lo
afferrò per i fianchi e lo costrinse a sdraiarsi di
schiena sul divano, per poi sistemarsi in ginocchio tra le sue gambe.
Lo fissò
con estrema serietà, gli occhi scuri e caldi, le
mani premute sulle sue spalle esili.
John si
lasciò percorrere da un brivido e si agitò
appena,
senza riuscire a distogliere lo sguardo.
«Adesso il tuo signore ti farà vedere
come ci si
comporta» disse, per poi abbassarsi con impeto a baciarlo.
John
soffocò una risata e se lo trascinò addosso,
senza
ritrarsi da quell’assalto feroce e tremendamente eccitante.
Erano un turbinio di
capelli, braccia gambe e sentimenti
ancora da svelare, erano prigionieri di quell’attrazione
nuova e piccante.
Erano finalmente
stretti in una morsa di tenera passione.
E Brian lo sentiva,
sentiva che finalmente quello strano
legame stava prendendo forma.
Ti amo, Deaky, avrebbe voluto dirgli mentre
gli
sfilava lentamente la t-shirt.
Tuttavia
continuò a tacere, perché sapeva che non ci
sarebbe
riuscito e che John, a sua volta, non avrebbe saputo replicare.
Era ancora troppo
presto.
Sarebbe stato sempre
troppo presto per
due ragazzi
introversi come loro.
♥
♥
♥
E niente, lettori,
è solo una sciocchezzuola piuttosto fluff
per inaugurare questo mio inaspettato amore per la Maycon, Breaky o
come volete
chiamarla :D
Devo assolutamente
ringraziare ninfetta per due ragioni: per
avermi “instradato” verso queste lande,
è solo grazie a lei se ho cominciato a
shipparli come una furia XD; e poi per il bellissimo banner che trovate
in
cima, che lei ha fatto apposta per me e io trovo che sia un gioiellino,
grazie
cara ♥
Sono rimasta
incantata dall’eventualità di loro due insieme,
insomma, sono così chiusi, introversi e… boh, mi
fanno uscire di testa! *___*
La citazione che
trovate all’inizio della storia fa parte
del pacchetto Random 6 del contest di Carmaux, e l’ho
riportata poi in corsivo
anche all’interno del testo, ovviamente tradotta in italiano
sempre dalla cara
giudice!
E ovviamente anche
il titolo è in linea con la frase :D
Mi auguro che vi
sia piaciuta e siate clementi, è solo il
mio primo, piccolo esperimento ^^
Ringrazio chiunque
deciderà di lasciare un piccolo commento
e anche chi è arrivato a leggere fin qui!
Alla prossima
♥
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