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Autore: Kim WinterNight    12/02/2020    8 recensioni
Brian non aveva mentito quando aveva assicurato a Freddie che i suoi capelli non sarebbero stati mai tagliati.
Durante quella festa si era davvero infuriato con il cantante, non lo riconosceva più e la cosa lo faceva star male.
Non appena avvertì delle dita insinuarsi tra i folti ricci, sussultò e riaprì gli occhi, riscuotendosi dal leggero dormiveglia in cui era caduto.
Il suo sguardo incrociò quello dolce e calmo di John.
«Deaky…» farfugliò.

- QUARTA CLASSIFICATA a pari merito al contest "Queen me like there's no tomorrow" indetto da Carmaux sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, John Deacon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There are times when I flick through magazines and think I’m in danger of becoming a prisoner of my own hair.
[Brian May]


 
 
 
 
Brian non aveva mentito quando aveva assicurato a Freddie che i suoi capelli non sarebbero stati mai tagliati.
Durante quella festa si era davvero infuriato con il cantante, non lo riconosceva più e la cosa lo faceva star male.
Non appena avvertì delle dita insinuarsi tra i folti ricci, sussultò e riaprì gli occhi, riscuotendosi dal leggero dormiveglia in cui era caduto.
Il suo sguardo incrociò quello dolce e calmo di John.
«Deaky…» farfugliò.
Il bassista si sistemò meglio sul divano accanto a lui e poggiò la guancia sulla sua spalla, senza smettere di tormentare le ciocche brune di Brian.
Il chitarrista gli avvolse le spalle con un braccio e lo trasse più vicino, ascoltando il suo respiro placido e beandosi di quel calore che ormai da mesi lui e John non potevano fare a meno di regalarsi.
Non sapeva come fosse cominciato, ricordava di aver bevuto troppo e di essersi risvegliato a letto con il bassista. Non erano nudi, ma qualcosa era cambiato tra loro, aleggiava nell’aria come una presenza invisibile e impossibile da ignorare.
Da allora si erano cercati, si erano ritagliati del tempo per tenersi tra le braccia e confortarsi, anche se non avevano mai pensato di definire quel rapporto.
Brian espirò bruscamente, ricordandosi di quando, qualche giorno prima, John aveva posato per un breve istante le labbra sulla sua guancia, fin quasi a toccare le sue. Si era detto che era stato un caso, che John aveva sbagliato a calcolare le distanze, ma la sua mente non faceva che ritornare su quell’istante che lo aveva fatto fremere.
«Scusa, ti ho svegliato» sussurrò John, massaggiando piano i ricci ribelli del chitarrista.
«No. Pensavo a Fred, sai? Si sta distruggendo la vita da quando frequenta così tanto Paul» ammise Brian, tentando di scacciare i pensieri scomodi.
«Noi abbiamo provato a dirglielo, non possiamo… non possiamo fare altro» mormorò John, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro.
Brian socchiuse le palpebre, spingendo involontariamente il capo contro le dita gentili e dolci dell’altro. Se c’era un motivo valido per cui non avrebbe mai rinunciato alla sua folta chioma, era quello: potersi godere le carezze del bassista lo faceva sciogliere come burro fuso.
Un leggero mugolio sfuggì dalle labbra del chitarrista, così John si fermò e sollevò il viso per poterlo osservare meglio.
«Ti dà fastidio?» chiese mortificato, tentando di allontanarsi.
Ma Brian non glielo permise e lo tenne stretto, scuotendo appena il capo. «Per niente. Ti va di…» Si bloccò, pensando che fosse un’idea stupida.
John avvampò di botto. «Io…»
«Ti va di… continuare? È rilassante, ecco…» borbottò il più grande, affogando nel suo stesso imbarazzo.
Era così difficile interagire con John senza rischiare che entrambi rimanessero in silenzio, chiusi nel loro riccio sicuro e protettivo, senza essere costretti a esternare le loro emozioni.
Il bassista gli regalo un piccolo sorriso e tornò a tuffare le dita tra i suoi capelli.
Brian avrebbe voluto capire cosa gli stava succedendo, ma la verità era che gli andava bene così.
«Sai, Deaky… Ci sono occasioni in cui sfoglio alcune riviste e penso di essere in pericolo di rimanere prigioniero dei miei stessi capelli» buttò lì, giusto per sciogliere la tensione che sentiva.
John ridacchiò e gli tirò leggermente qualche ciocca. «Sarebbe così terribile?»
«Non saprei. Tu che dici?»
John ci rifletté un po’ su prima di rispondere, come se stesse cercando le parole più adatte. «A me…» Deglutì. «A me non dispiacerebbe essere, ecco, prigioniero dei tuoi capelli» buttò fuori tutto d’un fiato, mentre la sua mano scivolava alla base del collo di Brian.
Il chitarrista fremette appena, serrando un po’ di più la stretta sul corpo del più giovane. Non era certo di aver capito bene cosa John intendesse comunicargli, ma le sue parole erano state talmente dolci e calde da fargli battere più forte il cuore.
«Ho sbagliato a… a dirlo?» azzardò ancora John, tentando di divincolarsi dall’abbraccio e dal profondo imbarazzo che aveva attanagliato entrambi.
Brian scosse piano il capo e sollevò la mano destra, portandola sotto il mento del bassista. Lo costrinse a guardarlo negli occhi e lo scrutò a fondo, cercando di decifrare quell’espressione così difficile, così complicato, così diverso dal solito.
«Deaky.» Brian sospirò. «Sai dirmi cosa sta succedendo?»
L’altro sorrise mortificato. «Non volevo, io non… scusami.»
«Intendo dire in generale. Cosa sta succedendo… tra me e te?» riuscì a concludere, sentendo il viso andare in fiamme.
John, le dita ancora incastrate tra i suoi capelli e il viso delicato a pochi centimetri dal suo, lo fissava atterrito. «Non lo so, Bri.»
«Forse io sì.»
Si guardarono ancora, poi Brian spostò la mano tra i capelli di John e lo trasse con uno scatto a sé. Le loro fronti si scontrarono, facendoli ridacchiare imbarazzati, come due ragazzini alle prime armi.
Brian ghignò appena. «Se io adesso, per esempio… ti baciassi… tu…»
John, sempre più rosso in viso, non perse altro tempo e si fece coraggio, spingendosi a baciarlo sulle labbra prima che lui potesse prendere l’iniziativa.
Brian non poteva crederci, eppure fu costretto a rendersi conto che John qualche giorno prima non aveva sbagliato.
Ci aveva davvero provato.
Lo tenne premuto contro il suo corpo, invitandolo a dischiudere le labbra per poter approfondire il bacio.
John non si fece pregare, era evidente che non aspettasse altro. Le loro lingue cominciarono a danzare sinuose, lente, scontrandosi e accarezzandosi con urgenza. Volevano assaporarsi, conoscersi, accogliersi.
John strinse forte le ciocche brune di Brian, il quale gemette appena e si scostò da lui per riprendere fiato.
«Cosa stiamo facendo?» rantolò il chitarrista, portando una mano a massaggiarsi la fronte imperlata di sudore.
John, con il respiro accelerato, gli sorrideva sornione. «Niente che non ci piaccia» replicò.
«Ma noi… noi siamo…»
«Siamo Brian May e John Deacon.»
Il chitarrista aggrottò le sopracciglia. «E questo cosa c’entra?»
«Possiamo fare ciò che vogliamo, siamo delle leggende, no? Anche Freddie lo dice sempre…»
Brian si lasciò sfuggire un altro sospiro e attirò nuovamente a sé John, abbracciandolo forte e facendogli appoggiare nuovamente la guancia sulla sua spalla. «Se lo dici tu…»
«Se non ti va, io…»
«Mi va, John. Tu… mi piaci» ammise Brian, felice di non avere lo sguardo dell’altro su di sé.
«Beh, anche tu…»
Il chitarrista si ritrovò a ridere nervoso. «Siamo due disastri.»
«Due disastri? Carino. Almeno adesso posso torturare i tuoi capelli quando mi pare e piace.»
«Questo lo deciderò io» affermò il più grande, utilizzando un tono serio e autoritario.
John sghignazzò contro il suo collo, per poi lasciargli un tenero e bollente bacio. «Va bene, mio signore» lo canzonò.
Brian lo afferrò per i fianchi e lo costrinse a sdraiarsi di schiena sul divano, per poi sistemarsi in ginocchio tra le sue gambe.
Lo fissò con estrema serietà, gli occhi scuri e caldi, le mani premute sulle sue spalle esili.
John si lasciò percorrere da un brivido e si agitò appena, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
«Adesso il tuo signore ti farà vedere come ci si comporta» disse, per poi abbassarsi con impeto a baciarlo.
John soffocò una risata e se lo trascinò addosso, senza ritrarsi da quell’assalto feroce e tremendamente eccitante.
Erano un turbinio di capelli, braccia gambe e sentimenti ancora da svelare, erano prigionieri di quell’attrazione nuova e piccante.
Erano finalmente stretti in una morsa di tenera passione.
E Brian lo sentiva, sentiva che finalmente quello strano legame stava prendendo forma.
Ti amo, Deaky, avrebbe voluto dirgli mentre gli sfilava lentamente la t-shirt.
Tuttavia continuò a tacere, perché sapeva che non ci sarebbe riuscito e che John, a sua volta, non avrebbe saputo replicare.
Era ancora troppo presto.
Sarebbe stato sempre troppo presto per due ragazzi introversi come loro.
 
 
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
E niente, lettori, è solo una sciocchezzuola piuttosto fluff per inaugurare questo mio inaspettato amore per la Maycon, Breaky o come volete chiamarla :D
Devo assolutamente ringraziare ninfetta per due ragioni: per avermi “instradato” verso queste lande, è solo grazie a lei se ho cominciato a shipparli come una furia XD; e poi per il bellissimo banner che trovate in cima, che lei ha fatto apposta per me e io trovo che sia un gioiellino, grazie cara ♥
Sono rimasta incantata dall’eventualità di loro due insieme, insomma, sono così chiusi, introversi e… boh, mi fanno uscire di testa! *___*
La citazione che trovate all’inizio della storia fa parte del pacchetto Random 6 del contest di Carmaux, e l’ho riportata poi in corsivo anche all’interno del testo, ovviamente tradotta in italiano sempre dalla cara giudice!
E ovviamente anche il titolo è in linea con la frase :D
Mi auguro che vi sia piaciuta e siate clementi, è solo il mio primo, piccolo esperimento ^^
Ringrazio chiunque deciderà di lasciare un piccolo commento e anche chi è arrivato a leggere fin qui!
Alla prossima ♥
  
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