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(Teste
calde)
Optimus Prime
stava per chiudere le ottiche -non per sempre.
Non ancora- quando il suono bizzarro che accompagnava i passaggi di
fase del
Phase Shifter lo indusse a riaprirle quasi di botto. Smokescreen era
via da
parecchio tempo ormai ma sembrava aver fatto ritorno.
«Smoke…screen»
mormorò, prima ancora di voltarsi.
«No.
Non proprio».
Non era
Smokescreen. La voce che aveva appena sentito era
molto più “adulta” di quella del giovane
mech e altrettanto familiare; in quel
caso però la familiarità non era positiva
trattandosi, senza possibilità di
errore, di Wheeljack.
«Ecco
perché il ragazzo è andato a rubare la Forgia.
Adesso
capisco» continuò il demolitore, con la Forgia
ancora in mano, avvicinandosi a
Optimus e accovacciandosi di fianco a lui «Non ti trovo molto
bene».
«Cos’hai…
fatto a-»
«A
Smokescreen? Io nulla, eccetto essermi mosso troppo
tardi. Come al solito» sospirò Wheeljack
«L’ultima volta che l’ho visto
però
era vivo».
«Io
non capisco. Sapevo che n-non mi stimavi… al massimo,
Wheeljack, ma… cosa ti avevano fatto gli altri?»
Per qualche
attimo, l’unico rumore udibile furono le gocce
di condensa che cadevano sul pavimento roccioso della grotta.
«Ostinarsi
a darti retta sempre e comunque» rispose
Wheeljack «Ma questo giustifica l’essermene andato
varie volte in passato, non
quel che ho fatto più di recente».
«Sei
qui per… finire il lavoro e terminarmi?»
«No,
e nemmeno per fare ammenda o supplicarti di tornare in
un team sparpagliato. Non che supplicarti sia qualcosa che ho mai
fatto»
aggiunse, per buona misura «E non inizierò adesso,
Prime. L’unica cosa che
voglio sapere è se…» esitò
leggermente «È evidente che tu sia stato coinvolto
nella distruzione della base…»
«Bulkhead
e Miko erano… usciti in tempo» lo
anticipò Optimus
«I-il tuo amico… non si era ancora arreso, con
te».
«Il
mio “amico” a volte è un
cretino».
Optimus lo
vide poggiare la Forgia vicino alla sua mano, in
modo che lui potesse afferrarla.
«Da
qui in poi di quel che farai o non farai non mi importa
niente» affermò il demolitore «Spera di
avere abbastanza forza nelle braccia
per sollevare questo coso».
Detto
ciò se ne andò, attraversando la roccia grazie al
Phase Shifter, senza neanche aspettare una risposta da parte del suo ex
comandante. Wheeljack sentiva di aver fatto “il
suo” almeno quella volta -anzi,
di aver fatto anche troppo- facendo in modo che le azioni di un giovane
mech
innocente non fossero state fatte invano. Per il resto, tutto quel che
riguardava Prime non era più affar suo.
***
«Questo
è tutto, signore. Soundwave risulta essere stabile
ma al momento non sono in grado di stabilire con precisione quando si
risveglierà» disse Knockout «Potrebbe
succedere tra qualche giorno oppure oggi
stesso. Se mi permette, è già molto che sia
riuscito a evitare di essere
colpito in pieno dal raggio».
«Capisco»
disse Megatron, non molto felice di una prognosi
che avrebbe preferito essere più chiara «Mi terrai
aggiornato. Shockwave,
Starscream, come procedono le manovre di contenimento?!»
«I
vehicons dei settori colpiti sono stati abbattuti come
aveva ordinato, signore!» dichiarò Starscream, con
un inchino piuttosto
cerimonioso.
«L’agente
in grado di aiutare a smaltire la circletine mal
tagliata è stato immesso nel sistema di aerazione.
Aiuterà a evitare recidive» disse
Shockwave «A tal proposito ho ritenuto opportuno
l’aggiornamento del database
di sostanze nocive presenti nel sistema, così da agire in
maniera più
tempestiva nel caso dovessero esserci di nuovo delle falle nella
sicurezza…
alla quale dovrebbe contribuire anche il luogotenente incaricato di
muovere le
truppe».
«Cos’è,
appena arrivato cerchi già di mettermi in cattiva
luce agli occhi di Lord Megatron?!» si irritò il
seeker.
«La
mia è stata una constatazione logica. Le tue azioni o
inazioni e le relative conseguenze non dipendono dalla mia
persona» replicò
Shockwave «Sebbene in un caso specifico mi abbiano
coinvolto».
L’irritazione
di Starscream svanì, capendo a cosa l’altro
Decepticon stesse alludendo. «A-ehm, a cosa ti
rife-»
«Mentre
sviluppavo l’agente di smaltimento, Lord Megatron mi
ha aggiornato sui fatti di questo ultimo periodo» lo
interruppe lo scienziato
«Io di rimando ho aggiornato lui su quanto era accaduto a
Cybertron. L’attacco
dei due Autobot, il mio inseguimento, i danni che avevo subito, la
fonte di
energia che mi ha attirato nei pressi del mare di ruggine e che mi ha
permesso
di trovare la squadra di ricerca. A tutto ciò manca un solo
tassello, la
risposta a una domanda: perché sono stato abbandonato come
spazzatura?» domandò
al seeker argentato, avvicinandosi a lui e chinandosi leggermente verso
il
basso «Perché?»
«P-perché…»
farfugliò Starscream «Perché
l’esplosione che è
seguita all’attacco dei due Autobot ha fatto collassare tutto
quanto, l’ultima
cosa che ti abbiamo visto fare è stata entrare nel Ponte
Spaziale!» esclamò,
con una serie di gesti e di espressioni che avrebbero fatto invidia a
un attore
di teatro «Nessuno ti ha visto uscire!»
Per qualche
istante nessuno fiatò.
«Trovo
la tua replica… logica»
concluse Shockwave, allontanandosi.
Starscream,
ringalluzzito, si lasciò sfuggire un sospiro di
sollievo. «Ti farà anche piacere sapere che ho
provveduto a vendicarti
terminando personalmente l’Autobot di nome
Cliffjumper» aggiunse, sbattendo
brevemente le ali come un colibrì.
«Sta’attento…
a forza di ungerlo potresti finire a scivolare
sull’olio che tu stesso hai versato» disse
Knockout, sarcastico, con un
sorrisetto malevolo.
«In
quanto primo
luogotenente di Lord Megatron, permettimi di darti ufficialmente il
benvenuto
nella squadra vincente! Lo avrei fatto prima, se solo non fossimo stati
interrot-»
«A
proposito, dato che al momento che gli ufficiali che
possono essere presenti sono tutti qui, posso illustrare la nuova
catena di
comando» disse Megatron.
«La
nuova… cosa?» si stupì Starscream.
“Ho
riavuto da poco il mio posto di secondo in comando, dato
che Dreadwing ha avuto l’ottima idea di togliersi dai piedi,
non vorrà
togliermelo un’altra volta per affidarlo a
Shockwave?!” pensò.
«Mentre
Starscream
manterrà la sua attuale posizione al comando delle
operazioni militari, Shockwave
sarà il primo luogotenente nella sezione degli esperimenti
scientifici» affermò
il signore dei Decepticon «Entrambi farete riferimento
direttamente a me. Spero
di essere stato chiaro».
«Assolutamente»
annuì Shockwave, lapidario.
«M-ma…»
Starscream guardò dapprima lo scienziato, poi Megatron
«Quindi io e Shockwave siamo praticamente pari?! È
questo che sta dicendo?»
«Sono
certo che riuscirete a coordinarvi e non intralciarvi,
Starscream»
replicò Megatron,
sottintendendo che trovava più probabile che fosse
Starscream a intralciare
Shockwave che viceversa «E ora… Shockwave, il tuo
compito primario sarà portare
avanti le ricerche sulla formula dell’energon sintetico, ma
attualmente
necessito delle tue capacità di ingegnere. Credo che tu sia
in grado di
occuparti delle riparazioni del cannone di Darkmount».
«Sì,
Lord Megatron. Procedo?»
Megatron
annuì, e il grosso Decepticon viola lasciò
immediatamente la stanza. «Quanto a te, Starscream, vedi di
far fruttare quella
microspia. Trova il prigioniero, trova quel maledetto Spectrus Specter,
trova
almeno uno dei suoi compagni o ex compagni che siano! Possibile che
anche con
l’esercito di cui disponiamo nessuno sia in grado di portarmi
la testa di un
singolo Auto…bot?!»
Accorgendosi
solo in quel momento di star sentendo la
propria voce risuonare in tutta la sala, in tutta Darkmount, in tutta
la
Nemesis, probabilmente su tutte le linee Decepticon esistenti, Lord
Megatron
aggrottò le sopracciglia metalliche.
«Colpa
mia. Mi ero appoggiato alla console e ho messo un
gomito dove non dovevo, chiedo perdono» disse velocemente
Knockout,
allontanandosi dai pulsanti.
Megatron
alzò gli occhi dal soffitto e sbuffò.
«Non è
l’imprevisto peggiore che è capitato oggi. E
ora… fate il vostro dovere!»
Detto
ciò se ne andò, lasciando soli secondo in comando
e
medico di bordo.
«Ti
vedo ancora abbastanza nervoso, Starscream. Paura di
perdere il tuo posticino al caldo?» lo stuzzicò
Knockout.
«Tu
sei fortunato, nessuno vorrebbe mai scalzarti dalla tua
posizione, io invece ho sempre qualcuno pronto a farmi le
scarpe!» sbuffò il
seeker «Shockwave è appena arrivato e
già cerca di mettermi in cattiva luce
agli occhi di Megatron».
«Cosa
nella quale tu riesci benissimo da solo, come ha fatto
notare tra le righe Shockwave stess-»
«Si
può sapere da che parte stai?!» sbottò
Starscream,
irritato.
«Qui
non conta la parte, contano i dati di fatto»
replicò
Knockout, facendo spallucce «E un altro dato di fatto
è che se cerchi il
momento giusto per agire, non ce ne sarà uno migliore di
questo».
«Cosa
intendi dire?»
«Soundwave
è temporaneamente fuori gioco e cercare gente ora è un
compito solo tuo».
Starscream
sollevò entrambe le sopracciglia metalliche. «Non
so proprio a cosa tu stia accennando».
Knockout
osò mettergli un braccio attorno alle spalle.
«Credi che mi sia sfuggito? Non stai cercando solo
gli Autobot, stai
cercando anche qualcun altro… e non credo che sia per
chiederle nuovamente di
diventare la tua compagna».
Capito che
Knockout aveva davvero compreso cosa gli stesse
passando per il processore, Starscream si sottrasse comunque al
contatto fisico
indesiderato. «La sto cercando perché non serbo
affatto rancore per quel che
c’è stato, perché non credo affatto che
sia per me una fonte di disgrazie e
perché, essendo gentile, vorrei cercare di riportarla al suo
caro compagno
prima che venga trovata terminata da qualche parte. Il rischio che
accadesse e
nessuno potesse risalire all’assassino già
c’era, ma ora che Soundwave è
temporaneamente inattivo…»
«Povera
Spectra, era così giovane» sospirò
Knockout «Ma così
imprudente. Ti consiglierei di cercare di sbrigarti però,
non sei il solo che
vorrebbe trovarla per sincerarsi delle sue condizioni.
C’è suo fratello e c’è
Airachnid, entrambi amici tuoi!»
«Non
riusciranno ad anticiparmi! Noi seekers siamo i più
veloci in tutto, non lo sapevi?!»
«Spero
per te che non siate i più veloci in tutto-tutto»
sogghignò il medico.
«Sei
un pervertito. Invece di perdere tempo, dato che del
tuo paziente non devi occuparti oltre, dammi una mano a
cercare… chiunque e
qualunque cosa di utile» disse Starscream «Anche
perché il sistema di
comunicazione si è parzialmente danneggiato e al momento va
a tratti, incluso
il segnalatore che ho messo su Wheeljack, appare e scompare dal radar
di
continuo».
«Meglio
non dire a Lord Megatron questo dettaglio. A ogni modo
sono contento di vedere che ti è passato il momento in cui
fingevi di avere una
coscienza riguardo i tuoi trascorsi con Spectra».
«Al
momento rimpiango di non aver fatto tutto quel che avrei
potuto fare quando avrei avuto modo di farlo, e questo è
tutto».
Knockout fece
spallucce. «Alla fine ti è andata bene, visto?
A quest’ora quello con la moglie in fuga saresti potuto
essere tu. Ah no, come
non detto, non saresti mai riuscito anche solo a tentare di uccidere Specter,
quindi a posto».
«Dammi
una mano a cercare… e basta!» concluse Starscream,
con un’ultima occhiataccia.
***
Nell’astronave
Iron Will, dalla quale la Jackhammer restava
a poca distanza, Ultra Magnus rimuginava su una verità dura
e alquanto scomoda
da digerire.
Senza certe
prove visive della questione avrebbe stentato a
credere a certe storie, stentava tuttora, però certi
comportamenti del suo
comandante facevano veramente pensare che potesse non essere del tutto
in sé.
Il racconto di Specter, comprensivo della questione reliquie e Omega
Lock, era
molto chiaro nel suo modulo cerebrale.
“Inizialmente
sembrava
tutto normale, signore. Sono stato soccorso e mi era sembrato di essere
stato
accolto piuttosto bene nella squadra di Optimus Prime di stanza su
questo
pianeta; questo è comprensibile anche da un punto di vista
pratico, i
Decepticon potevano e possono tuttora contare su molte più
unità rispetto a
noi, la mia presenza era senz’altro d’aiuto. Con
alcuni membri della squadra
avevo sviluppato in brevissimo tempo un rapporto molto stretto.
Tuttavia dopo
qualche tempo ho cominciato a fare caso a più di una
stranezza…”
Spectrus gli
aveva parlato della reticenza che aveva notato
in Optimus Prime quando si trattava di fermare i Decepticon utilizzando
tutti i
mezzi a propria disposizione, casi come quello in cui Starscream era
stato da
lui bloccato, ma praticamente fatto scappare da Prime stesso, per
esempio.
“Riconosco
che in quel
frangente mi ero fatto un po’prendere la mano. Non so se
conosce la storia ma
Starscream è responsabile dello sterminio della mia
famiglia, cosa che comunque non mi giustifica dall’aver quasi
messo da parte il nostro Codice di comportamento. Nonostante questo
è indubbio
che avrebbe potuto catturare Starscream dopo che io avevo desistito,
invece di
lasciare che scappasse. Conoscendo bene il soggetto in questione ho
tentato di
dire a Optimus Prime che quella scelta avrebbe creato problemi in
futuro, ma
non mi ha ascoltato… ed è stato proprio
Starscream, dopo, a far sì che le
chiavi Omega finissero nelle mani di quel folle di Megatron, come
può vedere
dalla registrazione”.
Aveva
continuato parlando di altri episodi, spesso corredati
da prove visive, in cui Optimus Prime sembrava aver manifestato
più di
un’indecisione nel portare a termine il proprio compito.
“In
seguito ho
iniziato a pensare di aver esposto i miei dubbi, e di aver esposto me
stesso,
un po’troppo. Nel corso del tempo Optimus Prime, e di
conseguenza più d’uno dei
miei compagni, ha iniziato a cambiare atteggiamento nei miei confronti.
Da
aiuto che ero, man mano sono stato tacciato quale elemento di disturbo.
Nemmeno
salvare una compagna - la mia compagna.
Immagino che Lei disapprovi ma voglio essere totalmente onesto- che era
stata
catturata dai Decepticon è giovato alla mia reputazione,
anzi, dopo quel fatto
è successo… no. Questo sarebbe solo del gossip,
anche se… no”.
Nonostante la
reticenza di Specter a parlare della cosa
-anzi, proprio per quella- Ultra Magnus lo aveva spinto a dire tutto
quanto,
scoprendo con sommo stupore che un Prime “diverso”
dagli altri aveva circuito
una femme già impegnata e, messo davanti a
quell’accusa, non aveva neppure
negato. Anche in quel caso c’erano dei filmati che lo
provavano.
“Poco
tempo dopo io e
uno dei demolitori, Wheeljack, anch’egli poco propenso a
vedere di buon occhio
certi comportamenti, siamo stati cacciati. Ci hanno fatti passare per
traditori… traditori di cosa, devo ancora capirlo.
Né io né lui siamo e saremmo
mai scesi a patti con dei Decepticon, io ho perfino rinnegato
l’energon del mio
energon per averlo fatto: amavo mia sorella, essendo molto gracile e
delicata ho
sempre cercato di tenerla nascosta dal conflitto e proteggerla
perché era tutto
ciò che restava della mia famiglia, ma il suo tradimento fa
sì che sia morta
per me. La legge è dura, ma è legge”.
La cosa
più assurda di tutte però -ancor più
assurda della
presenza di un civile di Prion sul pianeta, che era molto
più che stupefacente-
era stata la distruzione dell’Omega Lock, ultima speranza di
risanare
Cybertron, proprio per mano di Optimus stesso.
Ultra Magnus
aveva capito che Megatron aveva pianificato di
utilizzare quello strumento anche contro il pianeta Terra,
però Optimus non
avrebbe potuto… sconfiggerlo prima? Spegnere
l’Omega Lock? Danneggiarlo un
po’meno, se non altro?
L’Arca
era persa, vero, Cybertron sarebbe stato un pianeta
senza popolo in quel momento, vero anche quello, tuttavia riportando in vita il
pianeta e facendo in modo di
spargere la voce tutti i cybertroniani non Decepticon ancora in vita
sparsi nel
cosmo -voleva credere che ce ne fossero- questi avrebbero sicuramente
cercato
di tornare a casa.
“Dunque
stai cercando
di dire che Optimus Prime, il nostro leader, potrebbe essere un
traditore? Perché
nonostante tutto stento a crederlo, e stenterei ancor di più
a crederti se non
fosse per le prove!”
“Che
Optimus Prime sia
un traditore non è quello che intendo, in verità
penso che lui sia davvero
convinto di star facendo del bene per la nostra fazione e per tutti
quanti. È
sul suo stato mentale che mi sorge qualche dubbio. Qualche tempo prima
che io
arrivassi, lui aveva perso tutti i suoi ricordi come Optimus Prime,
mantenendo
solo quelli di Orion Pax. Ha anche passato diverso tempo nella Nemesis.
Era una
storia che già conoscevo e della quale ho ottenuto i filmati
proprio oggi, dopo
l’assalto a Darkmount. In seguito sembrava
aver recuperato i ricordi ed essere tornato a posto, ma i fatti recenti
mi
portano a chiedere… quanto ‘a posto’ di
preciso?”
“Riguardo
il resto
della squadra…”
“Lungi
da me dar loro
dei traditori, sono semplicemente molto fedeli a Optimus Prime. Lo
seguono in
ogni cosa e sono disposti a credere a qualunque cosa dica, come bravi
soldatini”.
“Questo
è un ambiente
militare, Specter, la disciplina e l’ordine sono
fondamentali. Senza di essi
non si va da alcuna parte”.
“Né
si va da alcuna
parte con un leader discutibile. La sua presenza qui è
positiva, signore,
purtroppo io non ho i gradi per andare a fondo della questione. Lei
sì”.
“Hai
avuto modo di
ottenere notizie sui loro piani?”
“Negativo,
ma mentre
ero a Darkmount ho saputo che c’era stato un tentativo di
rubare la Forgia di
Solus Prime. Può costruire e riparare qualunque cosa ma mi
risulta essere
rimasta quasi del tutto a secco di energia. Forse qualcuno della
squadra
vorrebbe utilizzarla per riparare l’Omega Lock?”
“Sarebbe
auspicabile,
nonché l’uso più nobile”.
Per tutte
quelle ragioni Ultra Magnus intendeva cercare gli
altri Autobot, Optimus Prime incluso, chiedere loro di consegnarsi
così da
poter fare accertamenti e in seguito decidere come procedere. Era la
procedura
prevista dal loro Codice in casi simili -nonché a parer suo
la più logica per
qualcuno che era appena arrivato sul pianeta- e lui intendeva solo
applicarla.
Immaginava che avrebbe potuto già capire molte cose dalle
loro reazioni… e
ormai non mancava molto per trovarne ben due nello stesso quadrante.
***
«Jack!»
«Miko!
Mi- ehi! Attenta, mi fai cadere!» esclamò il
ragazzino, sorridendo nonostante tutto.
Era stata pura
e semplice casualità che lui e Arcee si
fossero trovati a passare in quel posto, che in seguito si era rivelato
essere
il punto di raccolta dei demolitori; così facendo avevano
ritrovato Bulkhead e
una Miko che, a dispetto di tutto, era piuttosto su di morale.
«Sono
contenta di vedere che state bene! Il team comincia a
riunirsi!» esultò Miko «Tra poco tempo
potremo ricominciare a prendere a calci
qualche Decepticon e buttare già quella brutta roba che
hanno costruito!»
«Temo
che per quello ci vorrà un altro po’di
tempo» disse
Arcee «E di compagni di squadra, soprattutto».
«Credo
che tu abbia ragione» disse Bulkhead, più mogio di
quanto cercasse di non far apparire «Però
è già una buona cosa esserci
ritrovati».
Era
sinceramente felice di aver ritrovato Arcee, era una
compagna di squadra alla quale voleva bene e che stimava -sebbene negli
ultimi
tempi lui e altri componenti del gruppo, purtroppo, non
l’avessero dimostrato
granché- però doveva ammettere a se stesso di
essere rimasto deluso quando
aveva visto lei e non Wheeljack. Sentire il rumore di un motore in
quella zona
sperduta lo aveva fatto sperare che fosse lui, poco importava che il
rumore di
quello di Arcee fosse decisamente più contenuto e lui lo
sapesse benissimo.
Forse era
tempo di arrendersi all’idea che non sarebbe mai
venuto lì e che ormai fosse perso, la sua parte
più razionale lo suggeriva,
però da qualche parte in fondo alla Scintilla si rifiutava
ancora di crederlo.
Jack
aggrottò le sopracciglia scure, sollevando lo sguardo
verso il cielo. «Ragazzi, sento dei rumor-»
«Astronave
in avvicinamento!» esclamò Miko.
“Proprio
ora?!” pensò Arcee.
Preparandosi
alla battaglia notò che in realtà erano due
astronavi che viaggiavano in coppia, che una era più grande
e una più piccola,
e che la seconda delle quali sembrava aver intenzione di restare
più a
distanza. Quella più grande le era totalmente sconosciuta ma
la più piccola,
anche da lontano, aveva un’aria vaghissimamente familiare al
di là delle
finiture turchesi piuttosto sgargianti.
«Le
navi sono due, sono insieme. Jack, Miko, nascondetevi!»
ordinò, mentre la nave più grande atterrava a
pochi metri da loro
«Bulkhead!...»
«Sì,
ci sono» rispose, pronto, il demolitore.
La sua
attenzione tuttavia era attirata dall’astronave
più
piccola, che si stava avvicinando in modo lentissimo e inesorabile e
che, anche
ai suoi sensori ottici meno potenti di quelli di una ricognitrice,
iniziava a
sembrare conosciuta.
Il portello
dell’astronave grande si aprì e i due Autobot
video uscire da essa un mech blu e rosso, dall’espressione
inflessibile, che
portava il loro stesso simbolo.
«Soldati».
«Ultra
Magnus?!» si stupì Arcee, iniziando solo allora ad
abbassare lentamente le armi «Non avevamo più
avuto notizie di te dall’esodo in
poi. Come ci hai trovati?»
Di tutti
coloro che avrebbe potuto aspettarsi di vedere, il
comandante in seconda di Optimus Prime era tra gli ultimi della lista.
Era sorprendente
che si trovasse lì e che fosse successo proprio in quel
momento, e in teoria
avrebbe dovuto essere positivo, però Arcee si sentiva
fortemente inquieta.
Provava una sensazione che aveva provato stesso negli ultimi tempi,
ossia
quella che precedeva un probabile momento difficile.
«Soldato,
anche se non ci troviamo su Cybertron c’è un
protocollo militare che va rispettato» replicò
Ultra Magnus, duro come… il
comandante che era, appunto.
«Ultra
Magnus! È un grande onore» disse Bulkhead, stupito
quanto e più di Arcee. Oltre che comandante in seconda,
Ultra Magnus un tempo
era stato anche a capo dei demolitori.
«“È
un grande onore” signore»
lo corresse l’altro.
«Ah…
ehm… sissignore. Chiedo scusa, signore».
«È
dei nostri, quindi possiamo uscire! Ehi!» esclamò
Miko,
dopo aver fatto un potente fischio per attirare l’attenzione
del nuovo arrivato
«Tu e Optimus Prime vi siete quasi copiati i
colori!»
Jack
alzò brevemente gli occhi al cielo. Apprezzava Miko ma
si rendeva conto perfettamente di come si facesse sempre riconoscere
-nel bene
e nel male.
«La
mia storia è identica a quella di tutti gli altri
dall’esodo in poi» inizio a raccontare
Ultra Magnus, decidendo saggiamente di ignorarla «Disperso, ho viaggiato
in lungo e in largo
per il cosmo fino
a quando sono stato attirato qui da una fonte di energia potentissima e
sconosciuta, emessa dall’Omega Lock».
“Come
sa dell’Omega Lock?!” si stupì Arcee,
nel cui
processore aveva iniziato a risuonare un segnale d’allarme
rosso.
«Giunto
in prossimità di questo pianeta sono riuscito a
captare dei segnali Autobot. Questo è tutto»
concluse Ultra Magnus «E direi che
sono arrivato qui nel momento più opportuno,
perché c’è più di una
questione
che necessita di essere chiarita. Salite nella mia astronave, voi e le
forme di
vita indigene che proteggete siete presi in consegna fino a nuovo
ordine».
Sentito
ciò, Arcee si allontanò bruscamente.
«Non vedo per
quale motivo dovremmo essere presi in consegna, sinc-»
«Jackhammer…»
La scout si
voltò verso Bulkhead, vide che stava guardando
l’astronave più piccola -che nel mentre si era
avvicinata di più- e fece
rapidamente due più due.
Quella era la
Jackhammer, la Jackhammer era di Wheeljack,
Wheeljack era con Spectrus e infine Ultra Magnus, così di
botto senza senso,
era apparso lì assieme alla Jackhammer per
“prenderli in consegna”…
«…
e adesso, dal momento che la cara Arcee è una testa calda
e lo sappiamo tutti quanti, si ribellerà e- eccola!» disse Spectrus, con un
leggero sorriso
freddo e soddisfatto, nel vedere Arcee arrivare a sparare al suo
comandante in
seconda, prendere Jack Darby e iniziare a scappare via.
Vide anche
Bulkhead fare lo stesso con Miko subito dopo,
azione prevedibile anch’essa.
«Ora
ho capito perché quando li hai visti hai detto che non
poteva andare meglio di così» commentò
Bustin, accelerando per non perdere la
tracce dei due Autobot «Immaginavi una reazione del
genere».
«Come
ho detto poco fa, Arcee è una testa calda diffidente.
Con ben poche eccezioni, tra cui il sottiscritto» aggiunse
Spectrus, per buona
misura «Se a questo aggiungi i fatti degli ultimi tempi,
dovuti perlopiù a me,
non poteva reagire altrimenti di
fronte qualcuno che rispunta dopo tanto tempo, insieme a noi, e vuol prenderla in
consegna. Bulkhead poi è un tipo molto gregario, quindi non
c’era dubbio che
l’avrebbe seguita, dunque ora bisogna solo attendere la
reazione di Ultra
Magnus in tre, due, uno…»
– Specter, i due
soldati si sono rifiutati di essere presi in consegna e stanno
scappando,
richiedo assistenza per la cattura. Sono stato colpito ma non
è grave. L’uso di
forza letale è negato, dobbiamo cercare di ridurre al minimo
i danni e cercare
di far sì che le forme di vita indigene restino illese.
Passo.
–
«Sissignore,
ci stiamo già muovendo. L’avevo avvisata
riguardo il fatto che sarebbe potuta finire così con Arcee.
Riguardo i
demolitori si sa come sono fatti, hanno spesso qualche problema con
l’autorità
costituita. Passo».
– Non posso negarlo.
Passo e chiudo.
–
«Aveva
fatto una smorfia infastidita quando gli parlavi dei
demolitori del Team Prime» disse Bustin, una volta chiusa la
comunicazione.
«Appunto.
Quando prenderemo Arcee dovremo ringraziarla per
l’aiuto che ci ha dato nel mettere Ultra Magnus contro se
stessa e il resto del
gruppo, sarebbe stato più difficile fare tutto da
soli».
«Arcee,
Bulkhead, abbiamo la Jackhammer alle costole!»
esclamò Jack, guardando l’astronave quasi sopra di
loro.
«Lo
sappiamo, Jack! Tu tieniti forte!» rispose Arcee,
accelerando al massimo.
«Tra
poco si unirà anche Ultra Magnus» aggiunse
Bulkhead
«Arcee, lui è dei nostri, è il secondo
il comando, e se ti fossi sbagliata a-»
«Dopo
quel che è accaduto ultimamente non mi fido più
delle
persone che arrivano all’improvviso, e non dovresti farlo
nemmeno tu» lo
interruppe la femme «È anche e soprattutto
perché ci siamo fidati di Spectrus,
che era dei nostri, che abbiamo perso tutto! Non sapevamo
più nulla di Ultra
Magnus da eoni, potrebbe anche essere diventato un Decepticon sotto
copertura
nel frattempo, se non qualcosa di peggio, considerando con chi sta. Non
mi
fido, e proprio perché non mi fido dico che è
meglio prevenire che curare!»
“Anche
perché certe cose non si possono curare affatto”
pensò amaramente, chiedendosi ancora una volta quale potesse
essere stato il
destino di Optimus.
Nonostante gli
ordini dati da Ultra Magnus, che comunque i
due Autobot non avevano sentito, la Jackhammer aveva iniziato a sparare
contro
di loro colpi a bassa intensità. Forse non c’era
la volontà di danneggiarli in
maniera letale ma non c’era nemmeno quella di non
danneggiarli affatto e, di
sicuro, dei due ragazzini umani presenti non importava nulla a nessuno.
«Wheeljack!»
esclamò Bulkhead, utilizzando il canale
preferenziale dei demolitori per comunicare con la Jakhammer
«Anche se ora ti
sei messo con quel mostro non riesco a credere che tu mi stia sparando
contro
pur sapendo che c’è Miko con me! Io non ti avevo
fatto niente, i ragazzi ancora
meno!»
«Non
credo che ormai gli importi qualcosa, Bulk» disse Miko,
piuttosto disillusa.
«Wheeljack! Almeno
rispondimi!»
–
“Stare
insieme è finito! Abbiamo capito! Ma
dirselo è duraaa!” –
«Perché
Wheeljack ha risposto con una canzone dei Pooh?»
allibì Miko «Ma soprattutto, perché io conosco i
Pooh?!»
Né
lei né chiunque altro avrebbero mai potuto rispondere a
quella domanda ma, arrivati al limitare di un bosco non troppo folto,
Bulkhead
la fece scendere e le disse di correre via.
«E
tu vai con lei, Jack! Vai!»
gridò
Arcee «Bulkhead, noi corriamo dalla parte opposta!»
«Sei
ancora in tempo per lasciarlo perdere, Wheeljack!» si
ostinò
a esclamare Bulkhead «Non deve andare così per
forza! Non dev-»
Un colpo laser
arrivò dritto al suo addome, scagliandolo nel
bosco e abbattendo due degli alberi presenti.
Arcee corse
immediatamente da lui. «Bulkhead, ce la fai ad
alzarti?!»
«Sì…
penso di sì» disse il demolitore, col metallo
ancora
fumante, tirandosi su con un po’di fatica.
Fosse stato un
eroe drammatico e romantico, avrebbe detto
che non era il colpo laser a fargli più male; tuttavia non
era un eroe
drammatico e romantico, era solo un demolitore che si era finalmente
convinto
che il suo vecchio compagno di scorribande fosse irrecuperabile.
Si
addentrarono nel bosco di corsa, per quanto Bulkhead
potesse correre, sperando che così facendo
l’astronave avrebbe avuto più
difficoltà a seguirli. I sensibili recettori uditivi di
Arcee captarono il
rumore della seconda astronave, quella di Ultra Magnus, ancora lontana
ma in
movimento, e il rumore di un portello che si apriva.
«Mi
sa che a breve avremo compagnia» osservò Arcee.
Immaginando
che a breve si sarebbe trovava faccia a faccia
col suo ex compagno iniziò a ribollire di rabbia pura,
perché lo considerava la
causa di tutti i suoi mali -insieme alla propria stupidità
nel crederlo molto
meglio di quanto fosse in realtà.
Sentì
il rumore di passi pesanti in rapido avvicinamento.
«Ti
ricordavo un po’meno codarda, Arcee».
Era uno dei
suoi punti deboli, non era mai stata brava a
evitare di cadere nelle provocazioni altrui. Lei lo sapeva benissimo, e
purtroppo lo sapeva benissimo anche Spectrus.
«Come
sta il buon Prime?»
Appunto: il
riferimento a Optimus fu la classica goccia che
faceva traboccare il vaso e portò Arcee a interrompere la
corsa e voltarsi
verso di lui. «Molto meglio di quanto starai tu tra poco,
schifos- Bulkhead,
lasciami!»
«Cerca
i ragazzi e vai via, sei più veloce di me» disse
Bulkhead, deciso «Cercali e vai!
Ti
raggiungo dopo!»
Benché
insicura sull’ascoltarlo o meno e infuriata,
l’atteggiamento del suo compagno di squadra le
ricordò qual era la missione che
Optimus aveva affidato a tutti loro prima di farli uscire: restare
nascosti,
cercare di riunirsi e soprattutto tenere al sicuro i ragazzi.
Tutto
ciò doveva avere la precedenza sulla rabbia verso un
ex compagno bastardo, ragion per cui fu costretta a fare violenza su se
stessa,
trasformarsi e filare via.
«Sai
che è piuttosto difficile che tu riesca a raggiungerla
sul serio» disse Spectrus, vedendo Bulkhead pararsi davanti a
lui col pugno
pronto a demolire.
«Tu
e io abbiamo una faccenda in sospeso da un pezzo. Per
quello che hai fatto ad Arcee» fece un passo in avanti
«Per quello che hai
fatto alla nostra squadra» ne fece un altro «E
soprattutto per aver corrotto il
mio migliore amico».
«Arcee
è un’idiota, la vostra squadra non era unita come
credevate se eravate tanto pronti a saltarvi ala gola l’un
l’altro per qualche
mia frase e, infine, è difficile corrompere qualcuno che non vuole essere
corrotto. Pensaci su» replicò Specter, con tutta
la calma del mondo «Di te mi
importa poco quindi non dobbiamo essere nemici per forza».
Quell’ultima
frase fu la molla che fece scattare in avanti
il demolitore, il cui potente diretto tuttavia non andò a
segno e si infranse
contro un albero il cui tronco, a causa dell’urto, esplose in
una pioggia di
schegge. «Come ti azzardi?! Come puoi dire che non dobbiamo
essere nemici per
forza dopo che hai provato a farci saltare in aria?!»
«Sei
sicuro che l’abbia fatto io e non il tuo amico
appassionato di bombe?»
Con un verso
quasi barbarico Bulkhead, ignorando l’addome
che sfrigolava, sradicò un grosso masso e lo
lanciò rabbiosamente contro l’ex
compagno di squadra, che non essendo ferito ebbe gioco facile
nell’ evitarlo.
«Rifletti.
Prime è morto, la tua squadra è divisa, il tuo
amico è già con me, idem il secondo in comando e
ho fatto più io contro i Decepticon
di quanto abbia fatto chiunque di voi in questi giorni!»
esclamò Spectrus,
parando un pugno di Bulkhead «Darkmount è
parzialmente distrutta, Soundwave
potrebbe essere morto, l’esercito di vehicons di Megatron ora
può contare su
varie unità in meno, quindi dovresti dirmi grazie,
non» riuscì ad assestare al
demolitore un gancio sotto il mento «Prendermi» poi
un diretto in faccia «A
pugni!»
Un potente
calcio dritto nell’addome ferito mise al tappeto
Bulkhead, che cadde a terra con un grosso tonfo. La testa
finì a battere
violentemente contro una roccia, tanto che la visione del demolitore
iniziò a
diventare sempre più confusa e i suoni sempre più
ovattati.
«Non
pensi che, se perfino Ultra Magnus è dalla mia, magari
c’era qualcosa che non andava con la leadership di
Prime?» continuò Spectrus «Ammettiamo
pure che fra noi ci sia stato qualche dissidio ma alla fine
l’unica che
potrebbe veramente lamentarsi è Arcee, la quale a sua volta
non è stata una
santa, quindi di che parliamo?»
“E
che diavolo sta succedendo fuori dal bosco?!”
pensò poi,
sentendo dei rumori di molteplici spari. «Bustin, che
succede?!»
–
“Diamo
inizio ai fuochi d’artificio sul pianeta Vegeta!” –
Ebbe solo il
tempo di sollevare un sopracciglio prima che
una serie di esplosioni, causate da una sventagliata di colpi al laser,
rischiarasse il cielo e facesse quasi precipitare anche addosso a lui
più di un
pezzo di vehicons aerei.
– Credo che i
Decepticon abbiano intercettato le nostre attività e abbiano
mandato qui un po’dei
bulloni da cannone che gli restano – disse
Bustin – Sono qui da un paio di
minuti, Ultra Magnus infatti è rimasto bloccato
più indietro. Non so se tu voglia ucciderlo e dare la colpa
ai Decepticon
oppure voglia fare come dice Ultra Magnus ma qualunque cosa sia falla
in
fretta, l’ordine di ritirarci ti arriverà presto.
L’ho già ritardato abbastanza
con un po’di interferenze. –
«E
tu non hai pensato di dirmelo prima?!»
–
Tu
me l’hai chiesto solo adesso! –
“Quei
Funko Pop perderanno la testa. Forse non oggi, forse
non domani, ma la perderanno, insieme a quel suo idolo del tizio col
nome
impronunciabile, come cazzo era… Nyarlathotep!”
pensò Spectrus.
Sguainò
la spada senza esitazione, intenzionato a mettere in
pratica la prima delle due alternative che Bustin aveva menzionato,
quando il
movimento di una figura scura alla sua destra lo costrinse a voltarsi
giusto in tempo per parare i colpi delle due
lame di Wheeljack.
«Non
riesci proprio a decidere da che parte stare, vero? Eppure
dovresti sapere che gli Autobot sono finiti ormai» disse
Spectrus, tutt’altro
che felice di essere stato interrotto.
«Non
se Prime riesce a ripararsi con la Forgia che gli ho
fatto avere» replicò il demolitore, con la
maschera di protezione sollevata sul
viso, dando inizio a uno scambio di colpi «Hai fatto un
errore a non
distruggerla quando hai preso il ragazzo!»
«Quindi
eri lì, non l’hai aiutato e ora mi fai la
paternale
lo stesso. Migliori sempre più riguardo la coerenza, e
quanto al resto sai… se Prime
userà la Forgia per riparare se stesso, in un certo senso
sarà meglio così».
«Cos-»
– Specter!... oh,
finalmente il sistema di comunicazioni funziona. È tempo di
ritirarci, il
numero di Decepticon aumenta sempre di più, se continua
così potrebbe diventare
pericoloso anche per i due soldati in fuga e, soprattutto, per i due
indigeni
civili. Rientra immediatamente nella tua astronave, è un
ordine.
–
Specter aveva
tutt’altre intenzioni, però una nuova scarica
di laser abbatté altri vehicons che, in di nuovo, quasi gli
precipitarono
addosso. Grazie a questa distrazione, Wheeljack poté
sollevare parzialmente
Bulkhead e allontanarsi assieme a lui.
“Nulla
di male. Presto o tardi ritroverò entrambi”
concluse Spectrus.
«Sissignore».
***
La prima cosa
che Bulkhead vide quando riprese i sensi fu il
solito paesaggio roccioso. Vedendo la seconda cosa, invece,
pensò di avere un’allucinazione.
«Jacky?...»
«Una
volta ti saresti ripreso molto prima, stare con gli
altri ti ha arrugginito. Ti ho messo una toppa qui e là ma
fossi in te
cercherei di trovare un medico» disse Wheeljack,
trasformandosi in modalità
veicolo «Nel bosco, prima di arrivare da te, ho sentito Arcee
parlare dell’Harbinger ai ragazzi.
Dille che deve imparare ad abbassare la voce, perché se
l’avesse sentita
qualcun altro sarebbe stato un problema».
«Wheeljack,
dove…» barcollando, Bulkhead cercò di
rialzarsi
«Mi hai salvato, giusto? Non devi stare con Specter per
forza, non sei perso
come-»
«Infatti
non sto con lui ma nemmeno con voi. Addio».
Wheeljack
andò via con una sgommata, lasciando lì Bulkhead
e
il suo miscuglio di sollievo e di speranze disattese per
l’ennesima volta.
“Se
era nel bosco e mi ha aiutato non poteva essere nemmeno nella
Jackhammer
a sparare ai Decepticon. Ma allora chi?...” si chiese,
guardandolo andarsene.
Ricordando
quanto detto da Spectrus riguardo Darkmount e
pensando che, conoscendolo, almeno quella potesse essere la
verità, Bulkhead
contattò Arcee via comm-link.
«Arcee,
sto bene, ci vediamo all’Harbinger… chi me
l’ha
detto? Wheeljack. Non sta con Spectrus e non era neppure nella
Jackhammer con
lui. Forse non è perso… sì,
sì, sarò diffidente. Sì»
disse, sentendo i
rimproveri via comm-link della femme Autobot «Sto
arrivando».
Non ho
granché da dire stavolta, solo specificare che quella di
Bustin riguardo il pianeta Vegeta è una citazione di
Dragonball che viene da qua
(dal minuto 3.36 in poi).
Freezer
è il suo personaggio preferito xD
Grazie di
cuore a tutti coloro che leggono e recensiscono :) Alla prossima,
_Cthylla_
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