Insegnami ad amare 4
4.
Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia
«Signora a
che devo...» balbettò imbarazzato prima che la
donna lo interrompesse
«Non
una parola, Bail. Hai combinato un bel guaio; ora devi
rimediare»
«Ma
cosa posso fare? Ultimamente tutto rema contro di me...»
Lo
fermò di nuovo con un cenno della mano
«Contro
di voi. Dillo come ti garba di più; da due anni
non siete più soltanto tu e Breha, siete un noi. Bene,
adesso
rispondi ad una domanda: tra te e Mon Mothma c'è
qualcosa?»
Questa volta
fu il turno del senatore di utilizzare un tono fermo
«No, non avrei mai potuto. Prima di tutto sono un uomo fedele
verso il mio ruolo, secondo io l'amo, veramente»
Stettero
qualche secondo in silenzio fino a quando l'altra
replicò «Perfetto. Quindi parti per Alderaan
seduta stante
e glielo dici di persona»
«Ma
non mi crederà mai» sussurrò disperato.
«Fino
d'ora non hai nemmeno provato. Come fai ad esserne così
sicuro?»
«Perché
la conosco»
«Mi
dispiace deluderti, ma io meglio di te. E poi ricordati: tentar non
nuoce»
«E
cosa succederebbe se lasciassi correre?»
«Finiresti
molto male e per mano mia» fece una pausa
eloquente e riprese «Bail» disse con dolcezza
«Io lo
so che le vuoi bene e che sei una persona affidabile, sennò
due
anni fa non avrei acconsentito alla vostra unione. So anche che sei un
uomo intelligente e che saprai cosa devi fare senza che te lo dica
qualcuno. Soltanto riflettici bene» e chiuse la comunicazione.
Già,
erano un noi per cui valeva combattere?
ωωω
«Madre
chi era?»
«Nessuno,
tranquilla»
«Perché
tutti mi mentite? Non sono scema. Era lui, non è
vero?»
«Tesoro
respira. Non ti vogliamo prendere in giro. È soltanto che ho
ritenuto giusto parlargli»
Breha si morse
il labbro con trepidazione aspettando ulteriori
spiegazioni; quindi l'anziana donna le fece segno di sedersi accanto a
lei sul letto.
«Vedi,
io credo che sia ora che lui torni a casa, da te»
«E
cosa ti fa pensare che io lo rivoglia?»
«Perché
lo sogni spesso. E no, non dire che è una
bugia perché ogni tanto ti incanti. Sarò anziana,
ma lo
riconosco uno sguardo innamorato»
«Sai,
ho avuto un incubo in cui lui moriva e anche nostro figlio
e tutti incolpavano me di non essere una buona regina, madre e
moglie» raccontò la più giovane dopo
una pausa.
«Perché
mai dovresti pensare una cosa del genere?»
replicò con una linea sottile che le increspava la fronte
«Io
non lo so… Sono giovane e lui se ne è andato.
Forse è colpa mia! Non sono stata una brava moglie nel
sostenerlo e magari pensa che non possa neanche essere una brava madre
visto che non sono riuscita a tenere nostro figlio e-»
«Non
farti venire in mente strani pensieri. Tu sei una ragazza
speciale con tante qualità. Sei gentile, intelligente,
riflessiva e spensierata. E si puoi anche controbattere che sia
influenzata dal fatto che sono tua madre, ma non è vero.
È la verità, sennò non ti avrebbero
scelto di
compiere questo passo nonostante tu fossi la minore della nostra
famiglia; ma al di là del punto di vista politico, sei degna
di
essere una regina e di stare al fianco di Bail. Tutti sbagliamo nella
vita, anche lui»
La donna
rimase in silenzio non avendo trovato qualcosa con cui controbattere.
«Ora
sta a lui scegliere se venire o no. Buonanotte cara» e
detto questo uscì dalla stanza con passo elegante lasciando
la
Regina a riflettere.
Si
affacciò alla finestra, era una notte stellata, ma non una
qualunque: quella sera ci sarebbe stato il passaggio vicino ad Aldeeran
di una cometa. La tradizione voleva che bisognasse assistere al
fenomeno insieme alla persona amata, ma purtroppo lei non aveva nessuno
e quindi tornò a dormire; era il primo anno che le succedeva
e
si sentiva vuota.
ωωω
«Sheltay
quando è la prossima seduta in senato?»
«Fra
un mese, senatore. Dobbiamo presentare un rapporto sull'efficacia della
legge appena introdotta»
«Altri
impegni in agenda?»
«Qualche
cena per rafforzare le alleanze e varie riunioni per discutere con il
comitato lealista sul nuovo progetto»
«E
per stasera?»
«Niente»
«Grazie
mille. Vado a fare un salto al tempio, se qualcuno mi
cerca dì che riprovino domani» si avviò
verso la
porta, ma si girò verso l'assistente prima di uscire
«Vai
a casa, sei stanca anche tu. Il prossimo trimestre sarà
molto impegnativo»
«Grazie
signore»
Camminò
a passo spedito anche se avrebbe fatto prima con lo
speeder; voleva trovare le parole adatte per spiegargli la situazione.
Stava ancora riflettendo quando si accorse di essere arrivato a
destinazione e velocemente cercò la sala di meditazione 343
in
cui si erano dati appuntamento. Quando entrò, si
rilassò
alla vista di Obi-Wan, tutte le preoccupazioni sparirono
temporaneamente; infatti il giovane gli faceva questo effetto ogni
volta che si incontravano.
«Maestro
Kenobi vi ringrazio per aver accettato la mia richiesta, mi scuso se vi
ho disturbato»
«Tranquillo,
mi fa piacere parlare con lei. Dammi del tu, ti prego»
«Anche
tu allora» ribattè Bail.
«Come
mai desideri parlarmi?»
«Si
tratta ancora della mia ehm... situazione privata. Mi sono
rivolto a te perché ti stimo e mi fido del tuo giudizio.
Credo
che tu sappia dell'incidente con Mon Mothma»
«E?»
«Ho
la brutta sensazione di essere arrivato a un punto di non
ritorno»
«Tu
cosa vorresti fare? Cosa ti dice il cuore?»
«Sono
confuso. Dovrei parlarle»
«Qui
non si tratta di dovrei, non ci si esprime con i
condizionali. O si fa o non si fa; ovviamente quello che vuoi
tu»
rispose tranquillamente il maestro.
«Vorrei
cancellare tutto quello che ho fatto, ma purtroppo non si
può» sussurrò il senatore.
«È
vero non si può tornare indietro, ma puoi, invece, scegliere
cosa fare in futuro»
«Quindi
mi stai suggerendo di prendere in mano la mia vita?»
«Quello
lo hai già fatto, devi soltanto cambiare
direzione. Se ritieni che ne valga la pena, non dovresti neppure
pensarci» propose tranquillamente il jedi.
Rimasero in
silenzio ognuno perso nei meandri della propria mente cercando risposte
provenienti dal nulla.
«Maestro,
è permesso?»
«Certo
Anakin. Lui lo conosci già sicuramente»
«Si,
buonasera Senatore» rispose il ragazzino che chinò
la testa in segno di rispetto.
«Ciao
Anakin, piacere di rivederti. Comunque me ne stavo andando adesso; vi
lascio ai vostri impegni»
Poi si rivolse
ad Obi-Wan alla sua destra e con un piccolo inchino, lo
ringraziò.
Fu solo un
flash che gli attraversò la mente, ma abbastanza da
rimanergli impresso. Una bambina con lo stesso sorriso spavaldo di
Anakin che lo chiamava papà. Scrollò la testa e
continuò a scendere i gradini del tempio, era solo un
desiderio
dettato dalla delicata situazione in cui si trovava.
Camminò
per le vie trafficate della capitale. Era in preda ai
dubbi, non riusciva a rilassarsi. Gli tornavano in mente le immagini
del sangue e dello sguardo dolorante di sua moglie. Scosse la testa
velocemente, non doveva ricordare quegli attimi in quel momento,
sennò sarebbe potuto risprofondare nell'abisso da cui non
sarebbe più uscito.
Rientrò
nel suo appartamento dopo un'ora circa e chiamò
subito la sua assistente «Sheltay, annulla tutti gli impegni
del
prossimo mese e non prenderne altri. Se ti chiedono qualcosa,
dì
che al momento ne ho un altro più importante. Grazie,
notte» chiuse la comunicazione e ripeté ad alta
voce a
sé stesso, più per convincersi che stava facendo
la cosa
giusta «Bail è tempo di andare, di tornare a
casa»
Ciao:)
per la madre di Breha ho fatto affidamento sulla mia fantasia soltanto,
basandomi sull'idea di una suocera non invadente, ma che al momento del
bisogno tira le orecchie.
Invece
per la tradizione delle comete alle nostre usanze. Ho ripreso il
rapporto tra Bail e Obi-wan perché amo entrambi e credo
sinceramente, anche se non è scritto da nessuna parte, che
si
stimino a vicenda al di là dei ruoli che hanno. In
realtà
mi sembra di aver letto nell’EU che Obi-Wan ad un certo punto
della guerra dei cloni (ambientata più avanti temporalmente
rispetto la nostra storia) salvi Bail e tra di loro nasca un rapporto
sincero di amicizia tanto da voler affidare più avanti il
futuro
della Ribellione tramite sua figlia.
Ah,
quel piccolo flash che ho inserito è ovviamente un omaggio
alla
figlia del senatore, non che Bail sia sensibile alla Forza, ma mi
piaceva inserire questo momento in cui si scorge il futuro
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