Personaggi:
James Price; Joe Langridge-Brown
Raiting:
verde
Coppia:
Price/Joe (cioè più o meno, son piccoli ahah)
Avvertimenti:
Child!AU
Note:
a fine testo
Per Kim
Auguri di buon compleanno!
♥
Fra i pezzi di un puzzle, prende forma un sogno
«Facciamo un puzzle?» propone Joe di punto in
bianco, puntellandosi sui gomiti.
Price inarca le sopracciglia, come se non avesse afferrato.
«Come?»
«Un puzzle. Sai, quel gioco dove devi appiccicare i pezzi fra
di loro...»
«Lo so cos'è un puzzle!» esclama offeso,
colpendolo alla nuca. « É che non capisco come ti
sia venuto in mente.»
«Beh, hai idee migliori?»
Price apre la bocca per ribattere, ma la richiude l'istante seguente.
In effetti, non è che abbiano molte alternative. La pioggia
scroscia a catinelle, e andare a giocare in giardino è fuori
discussione. Sono entrambi sdraiati sul letto di Joe, con il
ventilatore acceso che prova a rinfrescare l'ambiente accaldato.
Nonostante il temporale, la temperatura di agosto è quasi
asfissiante.
«Va bene, facciamolo.»
Joe sorride, prima di alzarsi e iniziare a rovistare fra gli scaffali.
Dopo qualche minuto tira fuori una scatola di cartone ammaccata e
polverosa. Si spostano entrambi sul tappeto colorato ai piedi del
letto, e rovesciano tutti i pezzi. Secondo il disegno sulla custodia,
l'immagine che dovrebbero ricomporre è quella di un dipinto.
Price crede che sia un quadro di Van Gogh -sua madre è una
grande appassionata-, ma non ne è troppo sicuro.
«Beh, da dove iniziamo?»
«Dagli angoli. Dobbiamo trovare prima quelli.»
Mentre rovistano fra i vari tasselli, le loro mani si sfiorano
più volte. Price si chiede se anche Joe senta
quell'elettricità che gli attraversa le dita ogni volta che
si toccano, e se anche il suo cuore stia battendo più
veloce. Ogni volta che sono vicini, Price ricorda il suo primo giro
sulle montagne russe, e il vuoto allo stomaco scaturito dalla paura e
dall'adrenalina. Non riesce ancora a capire se quella sensazione gli
piaccia, oppure no.
Dopo circa mezz'ora di lavoro, si arrendono. Hanno unito la
metà dei pezzi, ma il loro puzzle è totalmente
sbagliato. Non c'è niente che ricordi -neanche vagamente-
l'immagine proposta dalla confezione.
Restano in silenzio per qualche istante, cercando di capire come
procedere. Price si sente improvvisamente abbattuto: non riesce a
risolvere il puzzle di cartone che ha davanti agli occhi, figuriamoci
il rompicapo dei propri sentimenti nei confronti dell'amico.
«Lasciamo perdere» dice Joe, rompendo il silenzio
con un sospiro. «Mi sta venendo mal di testa. E' peggio della
matematica.»
Price annuisce in risposta, senza distogliere però lo
sguardo dai tasselli sparsi sul pavimento. E così
concentrato sui suoi pensieri che non percepisce nemmeno Joe alzarsi,
finché qualcosa non gli colpisce la testa.
«Ahi!
Ma che cavolo...»
Joe è in piedi, e stringe un cuscino fra le braccia con un
sorriso che gli va da un orecchio all'altro. Price non ha il tempo di
reagire, ché un'altra cuscinata lo centra dritto sul petto.
Con un'esclamazione a metà fra il divertito e l'irritato, si
catapulta verso il letto di Joe afferrando un secondo cuscino, dando
inizio a una lotta senza esclusione di colpi. Dopo dieci minuti si
ritrovano ansimanti e fradici di sudore, vicini al ventilatore che
rinfresca loro il viso e il collo bollenti. Probabilmente il giorno
dopo avranno la febbre a quaranta, ma in quel momento non importa a
nessuno dei due.
«Sai Price, pensavo che mi piacerebbe suonare la
chitarra.»
Il sussurro di Joe è così sottile che Price, per
un momento, crede di esserselo immaginato. Si volta a guardarlo
confuso, ma la luce determinata che gli lampeggia negli occhi non
è un'illusione. Sente nuovamente il proprio cuore
accelerare, e la familiare sensazione di vuoto si appropria del suo
stomaco. Poi, d'improvviso, scoppia a ridere.
«Che ti prende? Guarda che sono serio!» borbotta
Joe, mentre le guance gli si colorano di rosso.
«Non ti sto prendendo in giro!» si affretta a
spiegare Price, pur mantenendo un largo sorriso. «Anzi, credo
sia un'idea stupenda.»
Joe lo guarda dritto negli occhi, come per cercare qualche traccia
beffarda fra le sue iridi. Quando capisce che è sincero,
piega soddisfatto le labbra all'insù, sussurrando qualcosa
che Price non afferra. Prima che riesca a rendersi conto delle sue
azioni, ha già allungato un braccio intorno alle spalle
dell'amico, tirandolo verso di sè. Joe sgrana gli occhi,
come se non se l'aspettasse, ma non si tira indietro e si
lascia trascinare docilmente. Restano così, stretti l'uno
all'altro, con le nuche che si sfiorano mentre l'aria del ventilatore
continua a soffiare su di loro, e il cuore di Price che pulsa forte
nelle orecchie.
«Sarebbe figo se formassimo un gruppo» propone dopo
un po', spezzando il silenzio. «Io potrei suonare la
batteria!»
Il sorriso di Joe si fa più largo, e annuisce convinto.
Price, per un momento, s'immagina loro due con le bacchette fra le
dita e la chitarra in braccio, su un palco gremito di gente.
Non è affatto male, come futuro.
Note d'autrice
AHAHHAHHA, Kim scusami per questa cosa oscena ma sii clemente,
è la mia prima fic su di loro! Spero di non averti rovinato
il compleanno! XD
Innanzitutto, grazie a tutti per essere arrivati sin qui (coraggiosi,
vi meritate tanti biscotti e pasticcini), e fatemi ringraziare un
momento due persone (anzi, due persone e una cosa): Tabetha, Soul
Dolmayan e il manga di Haikyuu. La prima, mi ha ispirato con il prompt
'puzzle' da cui è nato tutto ciò, Soul invece mi
ha sopportato/supportato dandomi delle dritte per la caratterizzazione
dei personaggi e consigliandomi la ship (per me le nozze vanno bene,
quando vuoi ♥). Haikyuu, invece, la costante della
mia vita sempre presente, mi ha aiutato perchè inizialmente
questa storia era nata per due personaggi di quel fandom, ma era
rimasta bloccata a nemmeno un terzo dopo sei ore di word (praticamente
il foglio lasciato in bianco). E invece, Price e Joe si sono
praticamente impossessati della storia ed è venuta
giù da sola con una facilità estrema, evento
più unico che raro. Quindi grazie, NBT, siete la salvezza
per i blocchi, scriverò assolutamente più spesso
su di voi!
Tornando a Kim (si è capito che non ho il dono della
sintesi?), auguri di nuovo carissima, perdonami davvero questa...
ehm... cosa, ma spero che un minimo ti abbia fatto sorridere! Non so
nemmeno se ti piacciano le child fiction, ma è stato il mio
modo per rendere più 'miei' i personaggi (della serie: sono
piccoli, se faccio strombolate con la caratterizzazione posso sempre
dare la colpa all'età XD).
E niente, spero davvero che tu passi una bella giornata (ehm,
coronavirus/quarantena/finedelmondo premettendo) e sono contentissima
che tu ti sia iscritta su EFP, in questo modo ho conosciuto un'autrice
davvero dotata e straordinaria, che -almeno per me- è
veramente un esempio a cui ispirarsi, non solo per la trama delle tue storie ma anche
per lo stile meraviglioso che ti caratterizza.
Un abbraccio fortissimo ♥
P.S.: faccio schifo con i finali e pure con i titoli, chiedo venia
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