Mikasa e Annie avevano vissuto molti momenti insieme –
nell’accezione più melanconica del termine.
Nonostante le giornate in caserma trascorse l’una accanto all’altra,
c’era una divergenza tra di loro, creata da mura invisibili che
assediavano i loro cuori.
Eppure, quando le luci si spegnevano e le due giovani si stendevano
sulle loro brande affiancate, l’allettante oscurità faceva quasi
credere che fosse facile far scivolare una mano fino a sfiorare quella
dell’altra.
Forse, se almeno una di loro avesse seguito il cammino bisbigliato nel buio dal
cuore, molte cose sarebbero andate diversamente.
Ci sarebbe stata un’alleata in più, lì su Paradis Island.
*
Quando Armin le disse che c’era una grossa possibilità che il
Gigante Femmina fosse Annie, Mikasa sentì il mondo crollarle addosso.
Le prove fornite dal suo amico erano convincenti, ma lei sperò fino
all’ultimo che avesse equivocato, poiché sapeva che qualcosa quadrava.
Perché, pur conoscendo la forza di Mikasa, Annie non aveva mai
cercato di ucciderla, magari facendole capitare qualche spiacevole
incidente durante un allenamento? Perché Annie era sempre accorsa in
aiuto di qualcuno, quando questi era in difficoltà?
Mikasa, accecata dall’odio, non provò mai a capirla.
“Annie,
cadi.”
Voleva solo dimenticarla.
*
Dopo quattro anni, la bella addormentata fu liberata dalla sua bara
di ghiaccio. Le salate lacrime che aveva trattenuto per tutto quel
tempo si mischiarono al cristallo sciolto; Mikasa non era mai venuta a
trovarla, nemmeno una volta. L’aveva davvero obliterata dalla propria
vita.
Debole e incapace di usare il potere del Gigante, Annie fece per
aprire la porta dei sotterranei, ma venne anticipata proprio da Mikasa,
la quale aveva gli occhi lucidi come perle nere e il nome dell'altra
sulle labbra.
Da quando si erano divise, la battaglia si era fatta più impervia, ma
erano certe che, percorrendo le loro strade
riunite, sarebbero state più forti. Insieme.