Era mio padre

di Manindra
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Ora che in casa non c'è più quel tuo odore
di dopobarba, di bende, di morte
e piango sul marciapiede del treno
mentre lontano mi porto
lo sguardo di assenso dei tuoi occhi chiari
e accarezzo
le tue povere mani, gonfie, di cera,
e quel tuo corpo straziato, torturato di cure
...........
ma ti rivedo seduto
fra i tuoi lunghi silenzi
le tue stranezze e le tue dolcezze
incomprensibile e incompreso

Ci lascerai per continuare a farci chiedere
se siamo stati capaci di decide
il giusto e il sbagliato




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