Ora che in casa non c'č pių quel tuo odore
di dopobarba, di bende, di morte
e piango sul marciapiede del treno
mentre lontano mi porto
lo sguardo di assenso dei tuoi occhi chiari
e accarezzo
le tue povere mani, gonfie, di cera,
e quel tuo corpo straziato, torturato di cure
...........
ma ti rivedo seduto
fra i tuoi lunghi silenzi
le tue stranezze e le tue dolcezze
incomprensibile e incompreso
Ci lascerai per continuare a farci chiedere
se siamo stati capaci di decide
il giusto e il sbagliato