CAPITOLO
22.
Maria entrò
titubante nella grande e fredda chiesa, non si poteva certo definire
una gran religiosa, però aveva trovato spesso conforto fra
quelle mura nei lunghi anni successivi all'abbandono di Ariell.
Il reverendo
Michael si voltò e le sorrise bonario andandole incontro.
“Mia cara
Maria, venga con me.” e detto ciò la guidò
dolcemente nel piccolo ufficio facendola accomodare e sedendosi, a
sua volta.
“Mi ha
accennato al fatto che sua figlia si trova in pericolo.”
Maria annuì
e prese un grosso respiro.
“Si
ricorda degli incubi che mi perseguitavano da mesi? Quelli dove
vedevo una ragazza che mi chiedeva aiuto?” iniziò la
donna guardandolo negli occhi.
L'uomo annuì
senza interromperla.
“Era mia
figlia, la ragazza del sogno. In genere quando apriva gli occhi io mi
svegliavo sempre ma, l'ultima volta che l'ho sognata, è andata
diversamente. È riuscita a darmi un indirizzo.”
L'uomo fece un
cenno col capo invitandola a proseguire e facendosi ancora più
attento.
“Mi sono
recata lì e ho fatto di tutto per vederla. All'inizio era
molto arrabbiata ma poi siamo riuscite a trovare un punto d'incontro.
Le ho raccontato la verità sulla sua nascita e le mie paure.”
Il reverendo a
quel punto parlò.
“Le ha
raccontato anche le sue percezioni?”
Maria annuì
tremando leggermente.
“E come
l'ha presa la ragazza?” chiese l'uomo preoccupato.
Maria scosse le
spalle facendosi pensierosa.
“Non ne
era stupita. Mi...mi ha raccontato di sentirsi...strana ultimamente,
è spesso preda di una rabbia cocente e arriva a formulare
pensieri orrendi. È spaventata ed ha paura che questa rabbia
la conduca alla pazzia e che possa perdere il controllo della mente e
fare qualcosa di irreparabile.” improvvisamente si zittì
come se si fosse svuotata.
Il reverendo
rimase in silenzio per un lungo momento, così tanto che Maria
pensò non avesse recepito le sue parole.
Poi l'uomo
parlò, con voce grave e preoccupata.
“Maria,
non vorrei essere affrettato ma credo che la ragazza sia posseduta da
un entità malvagia.”
Maria sbatté
le palpebre e un brivido le corse lungo la schiena. Aveva sentito
parlare di possessioni molto spesso ma credeva fossero, perlopiù,
trovate buone solo per qualche film e non cose che potevano succedere
nella realtà.
Eppure qualcosa
dentro di lei le disse che era quella la strada giusta, per quanto
incredibile potesse sembrare.
“So cosa
sta pensando Maria, ma non si lasci ingannare da ciò che ha
visto in tv o da quanto ha letto in qualche libro troppo fantasioso.
Esistono possessioni molto gravi, che portano a commettere gesti
inconsulti, portano a fare del male, a diventare pericolosi per se
stessi e per gli altri, ma esistono persone abbastanza forti che
riescono a contrastare la malvagità. Non è facile, e i
casi che riescono a convivere con lati oscuri del genere sono
pochissimi, ma se Ariell non è ancora arrivata a fare
seriamente del male a qualcuno possiamo intervenire per aiutarla.”
cercò di rassicurarla l'uomo.
“Ma
dicono che le possessioni siano terribili, che succedono cose
orribili, le persone possedute possono parlare in lingue sconosciute,
possono...” si interruppe con un singulto.
“Maria,
quello è ciò che fanno vedere al cinema. Non esistono
persone che girano la testa a 365 gradi, o che camminano sotto sopra.
Però esistono le possessioni, esistono persone in cui il male
alberga fin dalla nascita, non se ne conosce la ragione ma succede.”
Continuò l'uomo cercando di essere comprensivo.
“S-si può
fare qualcosa per lei?” Riuscì a buttare fuori la donna
ancor più tremante, guardandolo speranzosa.
Il reverendo
annuì.
“Dobbiamo
sottoporre la ragazza ad un esorcismo prima che la parte malvagia
prenda il sopravvento. Se perderà il controllo di se stessa
potrebbe condurla alla pazzia.” disse gravemente guardando
Maria negli occhi.
La donna riuscì
solo ad annuire prima di scoppiare in singhiozzi.
La voce di
Maddy giungeva ovattata alle orecchie di Ariell che non riusciva a
concentrarsi abbastanza da capire il discorso che l'amica aveva
iniziato almeno da dieci minuti buoni.
La mente
turbinava frenetica per oscure vie e non riusciva a fermarla.
Negli ultimi
giorni il nervosismo e la paura erano salite alle stelle e non
riusciva ne a dormire ne a concentrarsi nello studio. Ormai passava
il tempo chiusa nella sua stanza quando era a casa e persa nei
pensieri quando era a scuola.
Ma Maddy era la
sua migliore amica e non la mollava un attimo guardandola spesso con
sguardo preoccupato ma non osando chiederle nulla.
Ariell si voltò
a scrutare l'amica e cercò di concentrarsi al massimo su
quanto stava dicendo.
“Insomma,
non so come fare con Jaden, devi aiutarmi!” la supplicò
Maddy rivolgendole uno sguardo disperato.
Ariell sorrise,
forse se la sarebbe cavata senza dover ammettere di non aver sentito
nemmeno una parola.
“Ok ok,
ti aiuterò. Per prima cosa se vuoi destare il suo interesse
dovresti proprio rivolgergli la parola e non limitarti a sbavargli
dietro.” tentò e, per fortuna, fece
centro.
“Hai
ragione Ari, so che ha una passione per la musica, proverò ad
attaccar bottone con quella. Incrocia le dita per me” le
sussurrò prima di fiondarsi all'uscita dove Jaden se ne stava
appoggiato al muro in attesa, presumibilmente, di qualche amico.
Ariell si
lasciò sfuggire un sorrisetto scostandosi i capelli dietro la
spalla.
Passò
accanto all'amica e la salutò con la mano mentre Maddy le
faceva l'occhiolino senza farsi vedere dal bel ragazzo che le stava
di fianco.
Non aveva
nemmeno svoltato l'angolo quando si ritrovò faccia a faccia
con Maria che la prese per le spalle e si guardò attorno con
fare circospetto.
“Che
succede? Che ci fai qui?” le chiese sulla difensiva.
Nonostante il
discorso a cuore aperto di qualche giorno prima Ariell si sentiva
ancora ferita e mal disposta nei confronti della madre biologica.
“Credo di
poterti aiutare.” rispose la madre guardandola con quegli occhi
verde smeraldo.
“Aiutarmi?
E come?”
la donna si
guardò intorno ancora una volta come se avesse paura di essere
sentita o vista da qualcuno.
“Mi sono
rivolta ad un reverendo, è una brava persona e ci può
dare l'aiuto che ci occorre con il tuo problema.” mormorò
strizzandole leggermente le spalle.
“Un
reverendo? E cosa potrebbe mai fare un reverendo, esorcizzarmi?!”
la rimbeccò con ironia acida.
Quando vide
Maria sbiancare e serrare le labbra capì che era proprio
quello il piano.
“Stai
scherzando vero?”
La donna scosse
la testa e cercò di carezzarle la testa ma la ragazza si
scostò bruscamente.
“Io non
sono posseduta! Queste cose succedono solo nei film!” sibilò
serrando i pugni e sentendo, l'ormai famigliare, calore riscaldarle
il corpo.
Cercò di
allontanarsi e prese un profondo respiro, il cuore le batteva
all'impazzata.
“Ariell,
ti prego, lascia che ti aiuti!” La pregò Maria
afferrandole il braccio.
Ariell cercò
di scostarsi ma fu troppo lenta e la madre riuscì a poggiarle
le dita sulla pelle.
Con una smorfia
di dolore Maria ritrasse la mano bruscamente e se la portò
davanti agli occhi.
La pelle era
rossa e le bruciava terribilmente.
Dopo un momento
di stupore tornò a guardare la figlia e gli occhi le si
velarono di lacrime.
Anche quelli di
Ariell si velarono mentre guardava inorridita cos'aveva fatto alla
mano della donna.
“M-mi
dispiace, i-io non volevo. Non riesco a controllarmi!” cercò
di giustificarsi fra le lacrime.
“Va tutto
bene Ariell, lascia solo che ti aiuti.” la implorò
facendo un passo verso la ragazza che indietreggiò d'istinto.
“Nessuno
può aiutarmi.” sentenziò lei scuotendo la testa.
“E se ci
fosse qualcuno in grado di farlo? Non vorresti chiudere per sempre
questa storia e tornare a vivere la vita che facevi prima?”
La giovane
sollevò il capo offrendole uno scorcio della disperazione più
acuta in quei suoi occhi così strani, così particolari.
Quando parlò
Maria poté sentire tutto il dolore e la paura che la figlia
provava.
“Esiste
davvero qualcuno in grado di aiutarmi?”
La donna annuì
non trovando la forza di parlare, in realtà non era sicura che
il reverendo potesse aiutare Ariell, ma lo sperava con tutto il cuore
e ciò, per il momento, doveva bastare.
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti
amici lettori, come ve la passate?
Spero bene.
Sto procedendo
lentamente con questa storia e spero che tornerete a seguirla.
Fatemi sapere
cosa ne pensate.
Bacioni.
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