Patibolo
PROMPT N° 4 – PATIBOLO
Fandom: Black Sails
Personaggi: James Flint/ Charles
Vane
One shot partecipante all'Easter Advent Calendar Challenge 2020 indetto
dal gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction&Fanart" https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
Charles Vane adorava il mare.
Su questo non c’erano dubbi.
Era la sua casa, il suo rifugio
ed era sempre bello ritornarvi per qualche scorreria.
Era lì che aveva sempre vissuto
ed era lì che avrebbe voluto morire. Inspirò a fondo, socchiudendo gli occhi,
prima di riaprirli per fissare la superficie increspata da qualche onda che si
stagliava sotto il pontile della Walrus, mentre quest’ultima si allontanava
celermente da Nassau, spinta da un vento leggero, ma continuo. Un vento che
sembrava simboleggiare quella libertà e quella vita che, per poco, non aveva
perduto.
Se non fosse stato per Flint e la
sua testardaggine…
Già, perché nonostante gli avvertimenti di Jack, che gli aveva
sconsigliato di buttarsi in quella missione suicida per salvare Charles dalla
forca, quel pazzo del suo ormai non più avversario era arrivato fino nella piazza
di Nassau, con un buon numero di pirati come rinforzo. Dopo aver tentato invano
qualche trattativa con Eleanor, cercando anche di sfruttare l’assenza del
Governatore Rogers, a cui sarebbe spettato dare l’ordine definitivo per far
eseguire la sentenza di morte nei confronti del capitano Vane, quando si era
reso contohe non sarebbe riuscito a smuovere quei signori tutti imbellettati
dalla loro decisione, il terrore dei Sette Mari aveva scatenato un vero e proprio
putiferio con i suoi uomini. Era addirittura arrivato a rischiare la propria
vita nell’intento di impedire che Charles soffocasse quando, spaventato dalla
baraonda, il cavallo legato al carro che fungeva da patibolo per il capitano
della Ranger era imbizzarrito ed era scappato, lasciando Vane a penzolare
attaccato al cappio, senza più alcun sostegno sotto i piedi. Il tempo
intercorso tra la caduta e l’intervento di Flint (che gli aveva afferrato le
gambe e lo aveva spinto verso l’alto) era stato sufficiente non solo per fargli
perdere il fiato, ma anche per lasciargli una ferita non troppo profonda sul
collo. Gli attimi successivi erano stati un turbine di eventi: qualcuno doveva
aver tagliato il cappio sopra di lui, probabilmente quell’energumeno di Billy
Bones, poi si era ritrovato a tossire violentemente, sostenuto da Flint che gli
aveva concesso qualche istante per riprendersi, prima slegarlo, farlo alzare e
trascinarlo fuori dalla mischia, aiutato da alcuni uomini che avevano protetto
la loro fuga. Era seguita una corsa a cavallo e poi l’arrivo alla Walrus, che
era salpata poco dopo il ritorno dei superstiti dalla rivolta di Nassau.
I suoi pensieri furono interrotti
da una presenza al suo fianco, che non tardò a identificare con Flint. Il capitano
si fermò accanto a lui, puntando lo sguardo sul mare e intrecciando le dita
dietro la schiena, in quel modo così poco piratesco che gli apparteneva e lo
distingueva dal resto dei masnadieri. Si voltò appena a guardarlo, prima di
tornare a fissare di nuovo i flutti.
“Se ti aspetti un ringraziamento,
hai fatto la strada invano” gli disse, dopo essersi schiarito la voce, resa ancora
più roca dalla corda che gli aveva stretto il collo.
“Ho solo saldato il debito che
avevo con te da quando mi hai liberato a Charlestown. Non c’è bisogno di ringraziamenti,
siamo pari” replicò l’altro, voltandosi verso di lui. “Permettimi però di dirti
che sei stato un emerito coglione. Sul serio, Vane, ti saresti fatto ammazzare
da Eleanor in quel modo? Pensavo che avessi un po’ più di autostima”.
L’ex-capitano della Ranger si
voltò a guardarlo a sua volta, sorpreso per un istante da quella affermazione,
prima di riprendersi per replicare.
“Detto da uno che si era fatto
convincere dalla sua donna a cercare la pace con quei cani della Marina Inglese,
non è un rimprovero molto credibile”
“Era… diverso”.
Oh, su questo Vane non aveva
dubbi: non conosceva la signora in questione, né la natura dei rapporti che
Flint aveva intrattenuto con lei negli anni trascorsi a Nassau, ma di certo non
erano come quelli che lui aveva avuto con la giovane Guthrie. Certo, volendo
avrebbe potuto anche sollevare una discussione, tanto per il gusto di non
dargliela vinta, ma il fatto di essere vivo per un soffio non lo predisponeva
particolarmente alle liti in quel momento. Inoltre, non avrebbe avuto
abbastanza voce per poterlo fare. La conversazione, per quanto lo riguardava,
poteva interrompersi lì. Flint, invece, lo sorprese di nuovo.
“Dovresti fare qualcosa per
quella ferita. Se dovesse infettarsi, ti ritroverai con ben altro che un
semplice mal di gola. Vieni con me” gli disse infatti, prima di voltarsi e
dirigersi a poppa, verso i quartieri del capitano.
In altre circostanze sarebbe
stata una brutta idea, ma Vane si trovò comunque a seguirlo, ignorando le occhiate
di Jack, Anne e Billy Bones. Una volta arrivato nella cabina ed essersi chiuso
la porta alle spalle, si accorse che Flint aveva posizionato due sedie una di
fronte all’altra e lo stava aspettando, accomodato su una delle due, con una
piccola giara in mano.
“Cos’è?” domandò bruscamente,
andando comunque a sedersi sulla sedia libera.
“Un unguento” gli rispose
semplicemente l’altro, intingendo le dita nella giara. “Fa miracoli per le
ferite non troppo gravi”.
“E pensi che non sappia
mettermelo da solo?” brontolò Vane, osservando i suoi movimenti.
“Penso che ci metteresti il
doppio del tempo e che perderesti subito la pazienza. Non servirebbe a molto in
quel modo”. Replicò il capitano della Walrus, soffiando sull’unguento, prima di
cominciare ad applicarlo in un modo stranamente delicato, per essere un crudele
uomo di mare. Dopo un primo sibilo di dolore, Charles emise un sospiro di
sollievo. In effetti, quella roba, qualunque cosa fosse, era un vero toccasana
per la sua gola.
“E pensare che, fino a poco tempo
fa, me l’avresti voluta tagliare”. Mormorò quasi sovrappensiero.
“Già, e sarebbe stato un vero
peccato” fu la risposta che ricevette, nella quale gli parve di scorgere anche
l’accenno di un sorriso da parte del suo nuovo alleato.
Vane non era mai stato molto
fortunato nei rapporti con gli altri. Tutti, prima o poi, nonostante le mille
professioni di amore o amicizia, avevano finito per abbandonarlo. Sentiva però
di potersi fidare di Flint. Certo, era un pirata estremamente scaltro e
disposto a tutto per ottenere i suoi scopi, ma il fatto che quel giorno,
nonostante tutto, fosse tornato indietro per salvarlo era la dimostrazione che,
in qualche strano modo, ci teneva a lui e alla sua vita, fanculo i loro debiti
e Charlestown.
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