Yoru Sawada era un bellissimo bambino, aveva i
colori del padre, era quasi come se di Mari non avesse niente.
Hayato lo adorava, era l'unico bambino che gli avesse mai rubato il
cuore anche se quando si sentiva chiamare zio la sua anima soffriva
sempre.
Era un giorno qualunque quando Tsuna lo mandò a chiamare nel
suo ufficio, consuetudine per il loro lavoro.
"Stasera c'è un evento in questo locale" gli disse senza
neanche dargli il tempo di chiudere la porta.
Agitò la locandina verso di lui mostrando l'immagine del
posto.
"Ti va di andarci insieme?"
Gokudera annuì.
"Lo dico agli altri e ci organizziamo."
Tsuna sospirò e accennò un sorriso.
"Okay..."
"Se non c'è altro io andrei allora..." disse Gokudera, aveva
molto da lavorare, ma in quegli occhi lesse chiaramente che la
conversazione non era finita.
"In realtà... volevo parlarti di una cosa..." gli disse
Tsuna torturandosi le dita.
"Mi sento confuso, non sento più la stessa passione... ho
come la sensazione che mi sia innamorato dell'idea che avevo di lei e
non di lei..."
Gokudera sussultò, erano anni che non sentiva quelle parole
in cui aveva davvero sperato, ma no, stavolta era diverso, lui era
cambiato.
"Quando il matrimonio viene consumato esistono dei momenti di crisi,
poi ci si lavora e si superano. L'arrivo di un figlio obbliga a
rivedere le proprie priorità e non è facile.
Spesso il rapporto di coppia non ne beneficia, ma sono solo fasi."
Tsuna accennò un sorriso, gli venne da ridere.
"Parli come se fossi sposato..."
"Leggo molti libri sul comportamento umano...”
"Spero tu abbia ragione..." disse Tsuna con sguardo triste.
“Comunque il fatto è che ho iniziato a provare dei
sentimenti per un'altra persona e non credo di poter continuare questo
matrimonio...non voglio dare a Yoru dei genitori che non si amano
realmente, ma fingono come facevano i miei e al contempo io non voglio
si senta abbandonato, voglio che senta sempre di avere una mamma e un
papà."
Gokudera ascoltò attentamente, neanche fece caso all'altra
persona di cui parlava Tsuna. Probabilmente il suo meccanismo non aveva
fine.
"Vabbè lasciamo stare..." sospirò Tsuna.
"Ma tu davvero stai bene senza avere mai avuto una relazione? Non ti
è mai piaciuto qualcuno?" gli domandò.
Gokudera accennò un sorriso e lasciò andare una
piccola risata isterica.
"Sì, ma non ho mai avuto possibilità. Con
permesso" disse allontanandosi in fretta prima che quei sentimenti
uscissero senza permesso.
Mentre camminava a passo svelto nel corridoio non poteva fare a meno di
pensare che se solo quel giorno glielo avesse detto ora non sarebbe
stato in questa schifosa situazione.
Questi sentimenti moriranno con me e Tsuna non lo saprà
mai...
La serata vide riunirsi tutti i guardiani attorno
a un bancone di un bar dove venivano passati shottini che andavano
bevuti a seconda delle situazioni.
Era un gioco strano, ma in qualche modo divertente e Gokudera fu grato
che non ci avessero messo la sessualità di mezzo o sarebbe
stato un momento triste per lui.
Divenne un gioco che finì con uno stato di ebbrezza, nessuno
alla fine era completamente lucido, ma Tsuna era quello più
a pezzi.
Nonostante diceva di starsi divertendo Hayato percepiva tutto altro,
era come se avesse voluto affogare i suoi dispiaceri nell'alcol.
Dal momento che Tsuna neanche si reggeva in piedi correttamente
Gokudera si sentì in dovere di aiutarlo a camminare. Lo
aiutò a uscire dal locale e disse agli di avviarsi e che a
breve li avrebbero raggiunti.
"Scusami...Hayato. Sono un disastro..."
"Macché, capita a tutti di alzare un po' il gomito."
Mentre camminavano Tsuna perse completamente l'equilibrio, Hayato lo
sorresse e se lo ritrovò spalmato contro il petto.
"Attenzione..." mormorò con un filo di voce.
Gokudera sapeva niente, sapeva solo che un attimo dopo le labbra di
Tsuna erano sulle sue.
Il suo bacio, il bacio che aveva tanto gelosamente conservato
finalmente lo aveva potuto vivere.
Ricambiò immediatamente, sentendo il cuore battere
all'impazzata e la gola secca che bruciava per via dell'alcol.
Gli ci volle qualche minuto per elaborare lo stato di Tsuna, rendersi
conto che non era in sé, che non poteva essere in
sé dopo tutto quello che aveva bevuto.
Quell'attimo di paradiso andò sfumando e nonostante Tsuna
stessa approfondendo il bacio Hayato si impose di allontanarlo.
Amava un uomo sposato e con figli e stava approfittando del suo stato
di coscienza alterata. Lui non era così.
"Mi piaci, Hayato... scusami se non te l'ho mai detto. Io e Mari ci
siamo già separati da due mesi e io non ho il coraggio di
dirlo a Yoru, ma non posso continuare a mentire né agli
altri né a me stesso..." disse Tsuna immediatamente non
appena si vide allontanare.
"Tsuna, sei ubriaco, non sai che stai dicendo" gli disse immediatamente
Hayato, cercando di scacciare quella speranza nella sua testa che non
era mai morta.
"Sì, che lo so invece. Oggi qui volevo venirci con te, solo
con te e tu invece hai coinvolto tutti gli altri.." protestò
Tsuna.
"Tu non hai idea di quante volte ti ho sognato quando eravamo
ragazzi, ma ho sempre fatto finta di niente e quella volta nel tio
locale... sentivo le farfalle nello stomaco e non mi spiegavo il
perché... ma eri tu, sei tu... sei sempre stato tu..."
Gokudera sussultò, aveva aspettato una vita intera quelle
parole, ma ora non sapeva se crederci.
"Dimmi queste stesse parole da sobrio, okay?"
Tsuna scosse la testa vigorosamente.
"Che importanza ha quando te le dico. Ti voglio, ho aspettato per
così tanto e tu non puoi convincermi di non provare la
stessa cosa dopo come hai reagito al mio bacio..."
Gokudera sospirò, lo prese sulle spalle e riprese a
camminare.
Non sa cosa dice... si ripeté in mente.
Nonostante la situazione non fosse delle migliori comunque non poteva
lasciarlo tornare nella sua stanza in quelle condizioni quindi lo
portò nella propria.
Lo adagiò sul letto ascoltando le sue proteste, ma non volle
sentire ragioni.
"Cerca di riposare" gli disse togliendogli solo le scarpe.
"Resta con me..." lo supplicò Tsuna.
"Facciamo l'amore..." disse iniziando a sbottonare i pantaloni.
Gokudera ingoiò a vuoto, quanto avrebbe voluto poter
rispondere diversamente.
"Un ubriaco non può essere consenziente..." disse
allontanandosi.
"Ma io sono così eccitato e tu sei bellissimo..."
ribatté Tsuna.
"Sono lusingato... ma non posso soddisfare questa richiesta neanche se
me la mettessi sotto forma di ordine diretto."
"Ti prego, non andartene..." mormorò Tsuna allungando una
mano verso di lui.
"Stai con me, voglio stringerti tra le mie braccia e baciarti..."
Hayato si sedette sul bordo del letto e gli accarezzò il
viso.
"Domani...se mi vorrai ancora" disse.
Tsuna continuò a insistere finché l'alcol non
ebbe la meglio e cadde addormentato.
Gokudera sorrise, nonostante tutto era un piccolo sogno che si era
avverato.
Gli lasciò il letto e gli mise una coperta addosso,
trascorse la notte sul divano.
Quando si risvegliò Tsuna non poté ignorare
né il suo mal di testa, né la stanza di Hayato,
né i suoi pantaloni sbottonati.
Oh cazzo...non dirmi che abbiamo.. pensò allarmato.
"Buongiorno, ecco una tazza di tè e un'aspirina."
"Grazie Hayato..." mugolò Tsuna mettendosi seduto
accogliendo di buon grado il vassoio che gli era stato portato.
Bevve il tè e mangiò qualche biscotto per poi
prendere l'aspirina.
Trascorsero qualche lungo secondo in silenzio finché Tsuna
non si decise a parlare.
"Senti, ma... noi abbiamo...?"
"No" rispose immediatamente Gokudera.
Tsuna sembrò sollevato e Hayato si sentì ferito
dalla cosa, forse non aveva davvero idea di cosa stesse parlando e si
stava solo buttando sul primo che gli era capitato.
"Menomale, non avrei mai voluto dimenticarlo..." mormorò
Tsuna.
Gokudera rimase in silenzio, aveva sentito bene?
"Ormai sono qui, tanto vale dirti la verità. Non sto dicendo
di non aver amato Mari o tutte le altre ragazze con cui sono stato, sto
solo dicendo che avrei dovuto guardare in faccia la realtà
molto tempo fa e chiedere a te di uscire..."
Gokudera rimase a bocca aperta: o era un sogno terribilmente realistico
o aveva sempre avuto ragione.
In entrambi i casi era tutta la vita che non aspettava altro.
"Perché con te non mi sarei mai sentito come prima o poi mi
sono sentito con tutte le altre persone con cui sono stato. Con te
avrebbe funzionato fin dal principio..."
Gokudera sospirò profondamente guardandolo negli occhi.
"Tsuna, ma tu pensi davvero quello che stai dicendo?" gli
domandò incredulo.
"Sì, che motivo avrei di mentirti. L'ho fatto già
troppo a lungo. È vero che c'è un'altra persona,
ciò che non è vero è che sia recente,
perché mi piace da praticamente sempre e sei tu..."
Gokudera lo guardò spaesato il suo cuore sembrava essersi
fermato o aver ricominciato a battere, non sapeva dirlo.
"Ti prenderei a schiaffi.." mormorò.
Tsuna alzò un sopracciglio, non era esattamente la reazione
in cui sperava.
"Sai perché per tutto questo tempo non ho mai avuto una
relazione?" domandò sentendosi carico di emozioni
contrastanti.
"Sì" rispose Tsuna.
"Ora mi è chiaro..." aggiunse.
"Io volevo te, ho sempre voluto te e ti ho aspettato per
così tanto tempo. Mi hanno dato del pazzo, ma io lo sentivo,
lo sentivo che non potevo essere da solo..."
Tsuna accennò un sorriso, tese una mano verso di lui e gli
accarezzò la guancia.
"È troppo tardi per darti ciò che hai sempre
voluto?"
Hayato sentì il suo corpo fremere mentre le lacrime si
facevano strada lungo le guance.
Rispose con un bacio assaporando la sua felicità, Tsuna lo
ricambiò.
Lo prendo per un no
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