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Autore: arashinosora5927    16/04/2020    2 recensioni
Lo stesso momento può essere vissuto in maniera completamente diversa da due persone o forse no
Welcome a tutti, questa è la prima delle mie storie che vedrà una nuova luce direttamente dal 2015 riscritta col mio stile e le mie capacità attuali, spero la apprezzerete.
Voglio dedicarla alla mia amica Marianna perché merita solo cose belle, ma soprattutto perché non sono ancora riuscita a trovarle il regalo che vorrebbe e nel frattempo le dedico questa storia sperando che le piaccia almeno quanto a me è piaciuto esplorarla e riscriverla.
[5927]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yoru Sawada era un bellissimo bambino, aveva i colori del padre, era quasi come se di Mari non avesse niente.

Hayato lo adorava, era l'unico bambino che gli avesse mai rubato il cuore anche se quando si sentiva chiamare zio la sua anima soffriva sempre.

Era un giorno qualunque quando Tsuna lo mandò a chiamare nel suo ufficio, consuetudine per il loro lavoro.

"Stasera c'è un evento in questo locale" gli disse senza neanche dargli il tempo di chiudere la porta.

Agitò la locandina verso di lui mostrando l'immagine del posto.

"Ti va di andarci insieme?"

Gokudera annuì.

"Lo dico agli altri e ci organizziamo."

Tsuna sospirò e accennò un sorriso.

"Okay..."

"Se non c'è altro io andrei allora..." disse Gokudera, aveva molto da lavorare, ma in quegli occhi lesse chiaramente che la conversazione non era finita.

"In realtà... volevo parlarti di una cosa..." gli disse Tsuna torturandosi le dita.

"Mi sento confuso, non sento più la stessa passione... ho come la sensazione che mi sia innamorato dell'idea che avevo di lei e non di lei..."

Gokudera sussultò, erano anni che non sentiva quelle parole in cui aveva davvero sperato, ma no, stavolta era diverso, lui era cambiato.

"Quando il matrimonio viene consumato esistono dei momenti di crisi, poi ci si lavora e si superano. L'arrivo di un figlio obbliga a rivedere le proprie priorità e non è facile. Spesso il rapporto di coppia non ne beneficia, ma sono solo fasi."

Tsuna accennò un sorriso, gli venne da ridere.

"Parli come se fossi sposato..."

"Leggo molti libri sul comportamento umano...”

"Spero tu abbia ragione..." disse Tsuna con sguardo triste.

“Comunque il fatto è che ho iniziato a provare dei sentimenti per un'altra persona e non credo di poter continuare questo matrimonio...non voglio dare a Yoru dei genitori che non si amano realmente, ma fingono come facevano i miei e al contempo io non voglio si senta abbandonato, voglio che senta sempre di avere una mamma e un papà."

Gokudera ascoltò attentamente, neanche fece caso all'altra persona di cui parlava Tsuna. Probabilmente il suo meccanismo non aveva fine.

"Vabbè lasciamo stare..." sospirò Tsuna.

"Ma tu davvero stai bene senza avere mai avuto una relazione? Non ti è mai piaciuto qualcuno?" gli domandò.

Gokudera accennò un sorriso e lasciò andare una piccola risata isterica.

"Sì, ma non ho mai avuto possibilità. Con permesso" disse allontanandosi in fretta prima che quei sentimenti uscissero senza permesso.

Mentre camminava a passo svelto nel corridoio non poteva fare a meno di pensare che se solo quel giorno glielo avesse detto ora non sarebbe stato in questa schifosa situazione.

Questi sentimenti moriranno con me e Tsuna non lo saprà mai...
La serata vide riunirsi tutti i guardiani attorno a un bancone di un bar dove venivano passati shottini che andavano bevuti a seconda delle situazioni.

Era un gioco strano, ma in qualche modo divertente e Gokudera fu grato che non ci avessero messo la sessualità di mezzo o sarebbe stato un momento triste per lui.

Divenne un gioco che finì con uno stato di ebbrezza, nessuno alla fine era completamente lucido, ma Tsuna era quello più a pezzi.

Nonostante diceva di starsi divertendo Hayato percepiva tutto altro, era come se avesse voluto affogare i suoi dispiaceri nell'alcol.

Dal momento che Tsuna neanche si reggeva in piedi correttamente Gokudera si sentì in dovere di aiutarlo a camminare. Lo aiutò a uscire dal locale e disse agli di avviarsi e che a breve li avrebbero raggiunti.

"Scusami...Hayato. Sono un disastro..."

"Macché, capita a tutti di alzare un po' il gomito."

Mentre camminavano Tsuna perse completamente l'equilibrio, Hayato lo sorresse e se lo ritrovò spalmato contro il petto.

"Attenzione..." mormorò con un filo di voce.

Gokudera sapeva niente, sapeva solo che un attimo dopo le labbra di Tsuna erano sulle sue.

Il suo bacio, il bacio che aveva tanto gelosamente conservato finalmente lo aveva potuto vivere.

Ricambiò immediatamente, sentendo il cuore battere all'impazzata e la gola secca che bruciava per via dell'alcol.

Gli ci volle qualche minuto per elaborare lo stato di Tsuna, rendersi conto che non era in sé, che non poteva essere in sé dopo tutto quello che aveva bevuto.

Quell'attimo di paradiso andò sfumando e nonostante Tsuna stessa approfondendo il bacio Hayato si impose di allontanarlo.

Amava un uomo sposato e con figli e stava approfittando del suo stato di coscienza alterata. Lui non era così.

"Mi piaci, Hayato... scusami se non te l'ho mai detto. Io e Mari ci siamo già separati da due mesi e io non ho il coraggio di dirlo a Yoru, ma non posso continuare a mentire né agli altri né a me stesso..." disse Tsuna immediatamente non appena si vide allontanare.

"Tsuna, sei ubriaco, non sai che stai dicendo" gli disse immediatamente Hayato, cercando di scacciare quella speranza nella sua testa che non era mai morta.

"Sì, che lo so invece. Oggi qui volevo venirci con te, solo con te e tu invece hai coinvolto tutti gli altri.." protestò Tsuna.

"Tu non hai idea di quante volte ti ho sognato  quando eravamo ragazzi, ma ho sempre fatto finta di niente e quella volta nel tio locale... sentivo le farfalle nello stomaco e non mi spiegavo il perché... ma eri tu, sei tu... sei sempre stato tu..."

Gokudera sussultò, aveva aspettato una vita intera quelle parole, ma ora non sapeva se crederci.

"Dimmi queste stesse parole da sobrio, okay?"

Tsuna scosse la testa vigorosamente.

"Che importanza ha quando te le dico. Ti voglio, ho aspettato per così tanto e tu non puoi convincermi di non provare la stessa cosa dopo come hai reagito al mio bacio..."

Gokudera sospirò, lo prese sulle spalle e riprese a camminare.

Non sa cosa dice... si ripeté in mente.

Nonostante la situazione non fosse delle migliori comunque non poteva lasciarlo tornare nella sua stanza in quelle condizioni quindi lo portò nella propria.

Lo adagiò sul letto ascoltando le sue proteste, ma non volle sentire ragioni.

"Cerca di riposare" gli disse togliendogli solo le scarpe.

"Resta con me..." lo supplicò Tsuna.

"Facciamo l'amore..." disse iniziando a sbottonare i pantaloni.

Gokudera ingoiò a vuoto, quanto avrebbe voluto poter rispondere diversamente.

"Un ubriaco non può essere consenziente..." disse allontanandosi.

"Ma io sono così eccitato e tu sei bellissimo..." ribatté Tsuna.

"Sono lusingato... ma non posso soddisfare questa richiesta neanche se me la mettessi sotto forma di ordine diretto."

"Ti prego, non andartene..." mormorò Tsuna allungando una mano verso di lui.

"Stai con me, voglio stringerti tra le mie braccia e baciarti..."

Hayato si sedette sul bordo del letto e gli accarezzò il viso.

"Domani...se mi vorrai ancora" disse.

Tsuna continuò a insistere finché l'alcol non ebbe la meglio e cadde addormentato.

Gokudera sorrise, nonostante tutto era un piccolo sogno che si era avverato.

Gli lasciò il letto e gli mise una coperta addosso, trascorse la notte sul divano.

Quando si risvegliò Tsuna non poté ignorare né il suo mal di testa, né la stanza di Hayato, né i suoi pantaloni sbottonati.

Oh cazzo...non dirmi che abbiamo.. pensò allarmato.

"Buongiorno, ecco una tazza di tè e un'aspirina."

"Grazie Hayato..." mugolò Tsuna mettendosi seduto accogliendo di buon grado il vassoio che gli era stato portato.

Bevve il tè e mangiò qualche biscotto per poi prendere l'aspirina.

Trascorsero qualche lungo secondo in silenzio finché Tsuna non si decise a parlare.

"Senti, ma... noi abbiamo...?"

"No" rispose immediatamente Gokudera.

Tsuna sembrò sollevato e Hayato si sentì ferito dalla cosa, forse non aveva davvero idea di cosa stesse parlando e si stava solo buttando sul primo che gli era capitato.

"Menomale, non avrei mai voluto dimenticarlo..." mormorò Tsuna.

Gokudera rimase in silenzio, aveva sentito bene?

"Ormai sono qui, tanto vale dirti la verità. Non sto dicendo di non aver amato Mari o tutte le altre ragazze con cui sono stato, sto solo dicendo che avrei dovuto guardare in faccia la realtà molto tempo fa e chiedere a te di uscire..."

Gokudera rimase a bocca aperta: o era un sogno terribilmente realistico o aveva sempre avuto ragione.

In entrambi i casi era tutta la vita che non aspettava altro.

"Perché con te non mi sarei mai sentito come prima o poi mi sono sentito con tutte le altre persone con cui sono stato. Con te avrebbe funzionato fin dal principio..."

Gokudera sospirò profondamente guardandolo negli occhi.

"Tsuna, ma tu pensi davvero quello che stai dicendo?" gli domandò incredulo.

"Sì, che motivo avrei di mentirti. L'ho fatto già troppo a lungo. È vero che c'è un'altra persona, ciò che non è vero è che sia recente, perché mi piace da praticamente sempre e sei tu..."

Gokudera lo guardò spaesato il suo cuore sembrava essersi fermato o aver ricominciato a battere, non sapeva dirlo.

"Ti prenderei a schiaffi.." mormorò.

Tsuna alzò un sopracciglio, non era esattamente la reazione in cui sperava.

"Sai perché per tutto questo tempo non ho mai avuto una relazione?" domandò sentendosi carico di emozioni contrastanti.

"Sì" rispose Tsuna.

"Ora mi è chiaro..." aggiunse.

"Io volevo te, ho sempre voluto te e ti ho aspettato per così tanto tempo. Mi hanno dato del pazzo, ma io lo sentivo, lo sentivo che non potevo essere da solo..."

Tsuna accennò un sorriso, tese una mano verso di lui e gli accarezzò la guancia.

"È troppo tardi per darti ciò che hai sempre voluto?"

Hayato sentì il suo corpo fremere mentre le lacrime si facevano strada lungo le guance.

Rispose con un bacio assaporando la sua felicità, Tsuna lo ricambiò.

Lo prendo per un no
   
 
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