In prigione
Fuori, un passero cinguetta. Svolazza davanti alla finestra, le ali
imbevute di sole e libertà.
«Cip-cip,
cip-cip, cip-cip!»
Dentro,
una donna urla. Le tremano le ciglia, ha del sangue sulle labbra.
«Sta'
zitta, zitta, zitta e soffoca!»
Fuori,
sono fioriti denti di leone e margherite. L'edera selvatica s'avviluppa
intorno al tronco dell'ulivo.
Nel
giardino soffia il vento!
Dentro,
le sono spuntati lividi lungo tutto il corpo. La mano di un
uomo si stringe forte attorno al suo collo.
Oramai non c'è più tempo.
Fuori,
una primula sboccia, sgargiante e colorata. I petali sono fitti e
vellutati, il calore le ha donato bellezza e profumo. Un bambino
si ferma, sorride e l'innaffia.
«Che
bella che è!»
Dentro,
una donna si rannicchia su se stessa, tacita e spenta. È
nuda, slavata e gelida, l'hanno privata sia della voce che dell'anima. Un uomo si
ferma, sorride e la calpesta.
«Che
bella che sei.»
Dentro,
l'inverno guarda la donna e piange.
Fuori,
la primavera la guarda e ride.
Note d'autrice
È
uscita di getto. Un piccolo tributo (per quel che può
valere) a tutte le donne che subiscono violenza, in particolare a causa
di questa quarantena che le costringe a stare rinchiuse con i propri
aguzzini. Vi ringrazio per la lettura!
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