Wet hair

di Soul Mancini
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Wet
Wet hair
 
 
 
 
 
Jim uscì dal bagno ancora avvolto dal vapore, con un asciugamano stretto attorno ai capelli fradici.
Mi sollevai sui gomiti e lo osservai mentre scaraventava qualche oggetto e un mucchio di indumenti dentro la sua valigia.
“Non ti asciughi i capelli?” gli chiesi.
Lui si voltò a osservarmi. “Poi lo faccio.”
“Siamo a gennaio, Jim. Se li lasci bagnati, ti beccherai una polmonite” lo rimproverai inarcando un sopracciglio. Lasciai ricadere la testa sul cuscino e mi stesi su un fianco, cercando una posizione comoda.
“Adesso non ne ho voglia.” Si tuffò sul suo letto, attento che la stretta dell’asciugamano non si allentasse o disfacesse.
“Come vuoi tu. Se ti ammali, sappi che non ti accudirò” borbottai, ma subito dopo mi lasciai sfuggire un sorrisetto.
Calò il silenzio per qualche istante e io socchiusi le palpebre, beandomi di quell’attimo di calma – raramente in tour si aveva la possibilità di rilassarsi.
Ma ben presto mi accorsi di uno sguardo insistente che mi premeva addosso, allora riaprii gli occhi e li immersi direttamente in quelli di Jim, pieni d’aspettative e illuminati da una strana scintilla. Sul viso del chitarrista si era dipinto uno dei suoi soliti sorrisetti sbilenchi e sornioni che dedicava solo a me.
Avevo già capito dove voleva andare a parare.
Sospirai. “Ecco, lo sapevo” mi finsi indisposto.
“Dai, Roddy…” mugolò lui con voce vagamente implorante. Adoravo quando mi si rivolgeva in quel tono supplichevole.
“Il mio ruolo nella band è un altro, lo sai?”
“Non sei preoccupato che io stia qui coi capelli bagnati, col rischio di ammalarmi?”
Sospirai nuovamente e mi misi seduto. “Va bene, porta il phon” mi arresi.
Lui si aprì in un sorriso soddisfatto e vittorioso, poi scivolò giù dal letto e si diresse verso il bagno.
Ridacchiai tra me.
 
Stringevo il phon con la mano sinistra, mentre le dita della destra scorrevano tra i fluenti capelli di Jim, ancora umidi e appiattiti. Man mano che si asciugavano, tornavano a essere ricci e ribelli come al solito.
Ed erano così morbidi.
La verità era che mi divertivo un sacco a giocarci e intrecciarci le dita, lui lo sapeva bene.
Mentre i miei polpastrelli si avvicinavano alla sua nuca, una serie di leggeri brividi gli increspavano la pelle delle braccia, lasciata libera dalla maglietta a maniche corte. Non mi sfuggiva mai quel dettaglio.
Decisi di mettere Jim alla prova: spensi il phon.
La prima reazione che ottenni fu un mugolio di disappunto che mi fece ridacchiare.
“Perché l’hai spento?”
“Ho finito.”
“Non è vero, sono ancora bagnati!”
Sospirai. “Quante pretese…”
“Dai, Roddy!”
Ah, quel tono così implorante…
Mi sporsi per lasciargli un piccolo bacio sulla fronte, poi accesi nuovamente il phon e lo puntai tra i suoi capelli.
Quando immersi ancora le dita nella sua chioma, Jim inclinò appena il capo all’indietro, come a chiedermi di averne di più, come per non lasciarsi sfuggire quel contatto.
Non vedevo l’ora di tuffare il viso tra quei capelli scuri e respirare tutta l’essenza di Jim.
 
 
 
 

♣ ♣ ♣
 
 
CI SONO CASCATA DI NUOVO AHAHAHAHAHAHAH XD
Non ci credo nemmeno io che ho scritto di nuovo su questa ship! Però non so, ho questo headcanon di Jim che vuole farsi accarezzare i capelli da Roddy – e solo da Roddy – che mi fa completamente uscire di testa *________*
So che è una cosetta senza pretese, ma spero che nella sua semplicità vi abbia strappato un sorriso!
Grazie a chiunque sia giunto fin qui e chi deciderà di lasciare un commento :3
Alla prossima!!! ♥
 
 




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