Salve
lettori, qui è la
Rupi che parla. Sono contentissima che così numerosi avete
letto finora questa
fanfic. In questo capitolo non capirete molto, ma vi prometto che
capirete di
più nei prossimi capitoli.
Capitolo
undicesimo.
Ronald
era appena uscito
all’infermeria, cosa che non stupì i molti che
avevano scommesso sui suoi
muscoli e la tempra forte. Tutti erano convinti che se la fosse cavata
con
poco, ma nessuno sapeva in realtà che l’incidente,
che apparentemente non aveva
causato gravi danni, l’aveva tenuto fermo per buoni due
giorni interi, giorni
durante i quali Lavanda Brown, una ragazza del Grifondoro,
nonché attuale
ragazza dell’eterno amico di Harry Potter, non mancava mai di
andarlo a trovare
e di fargli il resoconto di ciò che era successo fino a
qualche secondo prima;
poi lo lasciava da solo, o con gli amici, per captare più
cose possibili.
Fu
in uno di quei giorni
che Ron ricevette una strana notizia, e lo ricordava come se fosse
ieri, (in realtà
non era stato molti giorni prima).
Era
un giorno come tutti
gli altri, vuoti e silenziosi.
Aveva
aperto quegli occhi
profondi e azzurri e aveva guardato il soffitto
dell’infermieria.
Da
quando era confinato
lì, si era chiesto giorno dopo giorno cosa stessero facendo
i suoi amici. Il
tempo passava inutile, e la sua noia raggiungeva il culmine
all’orario delle
visite, dove prendeva sempre a parole le poche persone che lo andavano
a
trovare.
Finito
l’orario delle
visite, Ron si stendeva sul letto e guardava il bianco del soffitto,
ancora una
volta.
Si
rendeva conto di non
avere molti amici, ma a lui non importava. Aveva Harry e Hermione, e
quelli
bastavano per tutti coloro che avrebbe potuto avere attorno e che non
sarebbero
valsi neanche un’unghia dei suoi due migliori amici.
Lavanda
era entrata in
infermeria, pimpante.
Si
era voltato verso la
sua ragazza, e le aveva sorriso piano.
-
Amore mio, come ti
senti oggi?- aveva chiesto lei, abbassandosi per baciarlo sulle labbra.
Il
rosso si era limitato
a stringere le spalle, continuando a guardarla.
Non
aveva mai notato il
rossore sulle guance quando si tirava indietro i capelli castani, e lo
guardava
amorevolmente.
-
Spero bene. Sai che è
successo oggi a pranzo?- aveva chiesto ancora.
Come
se lui potesse sapere.
Aveva
scosso la testa, in
attesa che la ragazza andasse avanti.
-
Astoria Greengrass…è
stata lasciata da Blaise Zabini!- aveva esclamato lei, e lui era
balzato a
sedere.
-
Cosa?- aveva chiesto
stupito, con gli occhi spalancati.
Tutto
ciò che riguardava
il gossip, se veniva da Lavanda, era del tutto vero, o almeno la
maggior parte.
-
Già, strano vero? Io
non avrei mai immaginato che quei due stessero assieme, eppure
è così. Blaise
all’improvviso a pranzo si è alzato e ha detto
“Astoria basta! Con te non ce la
faccio più”, e se n’è andato
a grandi passi, e…-
-
Ah- l’aveva interrotta
lui, tornando a respirare. – Mica questo vuol dire che non
stanno assieme-, aveva
ribattuto con un sorrisetto.
Era
sicuro che Blaise non
avesse avuto il coraggio di lasciare quella strega malefica.
Lavanda
aveva annuito.
-
Guarda che è così! Se
solo mi lasciassi continuare- si era lamentata.
Ron
aveva alzato un
sopracciglio, senza aggiungere altro. Voleva sapere davvero cosa fosse
successo, mentre continuava a maledire piano la Chips, che a quei tempi
non lo
faceva uscire di lì.
-
Greengrass si è alzata
e ha riso gelidamente. Ce l’hai presente la sua risata, vero?-
Aveva
annuito,
naturalmente.
Non
aveva potuto fare a
meno di pensare che la risata di quella ragazza fosse talmente paurosa
da
mettergli i brividi al solo pensiero del ricordo.
- E
non l’ha seguito!- aveva
concluso la ragazza, con uno sguardo indagatore.
Probabilmente
aveva
cercato nel ragazzo qualche segno di sgomentato stupore, che non era
arrivato.
In
effetti, Ron aveva
guardato Lavanda, ma più con sguardo interessato che
indagatore.
-
Questo, però, te lo
ripeto, non significa che stanno insieme-
Lavanda
aveva scosso la
testa, e i suoi capelli lunghi le erano balzati corposi sulla schiena.
-
No, certo che no, ma
lei si è riseduta e non ha parlato per tutto il tempo!-
Il
ragazzo si era steso
di nuovo sul letto.
-
Lav, è quello che fa
sempre Greengrass. E’ la ragazza meno socievole di tutti, e
non perché sia
timida-, aveva replicato lui.
Lavanda
aveva negato con
la testa.
-
Sì forse hai ragione
tu.-, era convenuta, nonostante il suo disappunto.
Aveva
ghignato divertito,
e dopo aveva allungato una mano verso la ragazza e le aveva accarezzato
la
guancia, sentendola paffuta e liscia, come quella dei bambini.
Distolse
subito
l’attenzione dal ricordo del suo bacio con Lavanda, davvero
poco pudico in
verità, e tornò serio, mentre recitava
perfettamente la nuova parola d’ordine
per entrare nel dormitorio.
Fu
stupito nel trovare
Hermione non circondata dalle solite pile di libri scolastici, intenta
a
sfogliarli con foga e voglia di conoscere il mondo in cui era stata
catapultata
all’età di undici anni. Egli aveva sempre creduto
che la sua amica fosse
diventata tanto carina, ma vederla nello stato in cui si presentava era
alquanto
sospettoso.
Cosa
mai era accaduto al
topo da biblioteca a cui voleva bene?
Pareva
essere in
fibrillazione per qualcosa, e forse proprio per quel qualcosa si era
messa in
tiro. Era assolutamente stupenda.
Se
non fosse stato
fidanzato, e lei non fosse stata la sua migliore amica, probabilmente
ci
avrebbe provato. Certo, non somigliava a Fleur, con quella lunga chioma
quasi
bianca, ma ci mancava dentro di sé qualche capello di Veela.
Era praticamente
perfetta.
Le
si avvicinò, notando i
capelli mossi che aveva lisciato, e il viso leggermente truccato. La
divisa era
stranamente più provocante del solito.
- A
cosa dobbiamo quasto
cambiamento?- chiese, sedendole vicino.
Hermione,
evidentemente
sovrappensiero, alzò lo sguardo, che s illuminò,
guardando l’amico.
-
Ron!- esclamò,
gettandogli le braccia al collo e stringendolo con vigore. –
Sei uscito! Oh, ma
da quanto? Penso da poco, perché Harry neanche lo sapeva, ed
è venuto da te.
Non l’hai incontrato?-
Il
rosso ridacchiò,
ricambiando l’abbraccio.
-
Non l’ho visto. Herm,
sei stranamente loquace, quindi sputa il rospo-, rispose lui.
La
ragazza arrossì sulle
gote, allontanandosi da Ron.
-
Sai, tra qualche minuto
ho un appuntamento, e Lavanda l’ha saputo-,
affermò, a mo’ di scusa.
Ron
le sorrise,
incoraggiante.
-
Lavanda dovrebbe imparare
a farsi i fatti propri-, commentò semplicemente,
accarezzandole i soffici
capelli castani, - anche se ha fatto davvero un ottimo lavoro-
Orgogliosa
come al
solito, ma semplice, Hermione arrossì e lo guardò
male.
-
Ronald Weasley! Non dovresti
dire queste cose sai?-
Alzò
un sopracciglio, e
ricambiò lo sguardo della ragazza con uno divertito.
-
Ah, no? E perché mai?-
-
Non è importante quello
che c’è fuori, ma quello che
c’è dentro!- ribattè lei.
-
Non sto dicendo questo,
ma semplicemente che se il vino buono sta anche in una bella botte,
tanto
meglio, non trovi?-
Lei
gli assestò uno
schiaffo forte sul braccio. Sentì una piccola fitta, e si
tenne stretto a sé il
braccio.
-
Ahi! Ma che ti viene?-
-
Sei il solito
indelicato, Ron!- sbottò lei.
Sospirarono
all’unisono,
e si scambiarono uno sguardo divertito. Avevano trovato un feeling
particolare
quei due, dopo tanti anni passati insieme.
-
Beh, dimmi almeno chi è
il fortunato-
Hermione
arrossì.
-
Non ne ho idea-
Ron
alzò un sopracciglio.
-
Non hai idea?- ripetè
incredulo. – Come sarebbe a dire?-
Iniziava
a a
preoccuparsi. Toccò la fronte alla ragazza. Non era
così che si comportava lei.
Da un po’ aveva notato come fosse diventata terribilmente
strana, a partire
dalla festa di Halloween. La ragazza scostò innervosita la
mano di lui dalla
sua fronte.
-
Se te lo dico, prometti
di non arrabbiarti?-
Ron
annuì, assottigliando
lo sguardo.
L’osservava
attentamente,
senza distogliere da lei lo sguardo neanche per un secondo.
Hermione
tirò un sospiro
e lo guardò dritto negli occhi.
-
E’ successo giusto
qualche giorno fa, e neanche io, in verità, ci volevo
credere.
Era
una mattina come
tutte le altre, noiosa senza di te, Ron. Eri appena uscito da una delle
notti
critiche, ma non eri pronto per uscire dall’infermeria. Chi
lo sarebbe stato,
dopo quell’incontro con la Greengrass? Non
dev’essere stato piacevole ricevere
addosso trenta chili di metallo antico, forse di più di
trenta chili, ma sto
divagando troppo- arrossì e abbassò lo sguardo,
guardandosi le mani. – Tornando
a noi, in quel giorno successe ciò che non avrei mai
immaginato. Vidi Astoria
Greengrass che si baciava teneramente con Blaise Zabini.
In
realtà, quel bacio era
tutto tranne che tenero. C’era passione pura e forte,
travolgente la definirei.
Ero talmente imbarazzata che fui costretta a distogliere lo sguardo, e
mi
ritrovai ancora più sconvolta nel vedere di fronte a me
Draco Malfoy.
Il
solo pensiero, mi fa
arrossire ancora, e sorridere.
Come
sempre, mi osservava
con sdegno, o almeno così mi è parso.
“Granger,
ti imbarazzi
per quel po’? Eppure non hanno ancora iniziato!”,
mi aveva detto lui.
Mi
morsi le labbra,
troppo imbarazzata per rispondere. Sai bene quanto mi imbarazzano certi
atteggiamenti, nonostante tutto. In fondo, sono ancora vergine, e un
po’, a
dirla tutta, me ne vergogno un po’. So che né tu
né Harry lo siete ancora, ma
per me è così. Fino a quel giorno, comunque, non
ci avevo neanche fatto alcun
pensiero. Mi consideravo troppo immatura. Non guardarmi così
incredulo, Ron. E’
così. Ma lasciami continuare…
Malfoy
si avvicinò a me,
e alzò mi alzò il mento con l’indice e
il pollice. Si era terribilmente
avvicinato, e inutili erano stati i miei tentativi di farmi indietro.
Mi aveva
fatto scivolare una mano sul fianco, e mi teneva immobile.-
Questo
fu troppo per Ron,
che afferrò con foga le mani di Hermione e la
strattonò, interrompendola.
-
Che ti ha fatto quel
figlio di Veela? Dimmelo, Hermione! Lo vado ad uccidere!-
Hermione
ritirò le mani,
scandalizzata.
-
Lo sapevo, vedi? Sei
subito saltato a conclusioni! Ti odio Ron, ti odio!-
Si
alzò, e trattenendo a
stento le lacrime, salì nel dormitorio femminile, dove non
l’avrebbe più potuta
raggiungere.
Ron
si alzò lo stesso a
sua volta, e cercò di salire le scale.
Tutto
inutile. Era come
salire una scalinata senza fine.
-
Hermione! Hermione!- la
chiamò da giù, scendendo. – Hermione
dai vieni qui! Prometto che non parlerò
più e ti lascerò finire!-
Un
colorito appellativo
lo seguì dal dormitorio, e poi nulla più.
Maledisse
Merlino e la
sua barba, e si andò a sedere sul divano.
Stava
letteralmente
rosicando dalla curiosità. L’aveva lasciato
così, senza dargli neanche un
indizio per poter capire cosa potesse essere successo.
Si
alzò nervosamente, e
uscì dal dormitorio, in cerca della Greengrass. Lei si
faceva Blaise, che aveva
pure lasciato, e lui non sapeva cosa stava succedendo ai suoi due
migliori
amici. Era una cosa davvero frustrante.
Bestemmiò
tra i denti,
attraversando un fantasma che passava ignaro per di là, e
andando verso il
campo da Quidditch.
Malfoy
era comodamente
sdraiato sul suo letto.
Si
compiaceva da solo,
mentre accanto a lui dormiva placidamente una ragazzina con i capelli
rossi del
Serpeverde. Non sapeva neanche il suo nome, ma non gli interessava
molto.
Si
era sfogato quanto bastava.
-
Bravo, Draco. E come la
mettiamo con la tua bella Grifoncina? Non sarà gelosa?-
chiese con disprezzo
una voce femminile e gelida all’entrata.
Draco
si mise su a
sedere, e alzò un sopracciglio.
-
Di che stai parlando?-
chiese lui.
Astoria
ghignò, e afferrò
per i capelli la ragazza, facendola cadere con un tonfo per terra.
Quella si
svegliò di soprassalto, lamentandosi, e guardando con odio
la bionda.
-
Greengrass, che ci fai
qui?- chiese lei.
-
Fanculizzati,
puttanella. Devo parlare con Draco-, rispose Astoria.
-
Ma lui non vuole
parlare con e, vuole stare con me, vero Draco?-
Il
biondino, nel
frattempo, si era alzato, e si era acceso una sigaretta. Come risposta
alla
ragazza, le lanciò gli indumenti.
-
Vestiti in fretta e
esci- rispose, forse ancora più gelido di lei.
Voleva
assolutamente
sapere cosa intendeva Astoria con quella frase. Temeva che avesse
scoperto
tutto, e il colmo era che non temeva per lui, bensì per la
sua Hermione.
Neanche
osservò la rossa
che usciva dalla stanza, troppo impegnato a sostenere lo sguardo gelido
dell’amica.
-
Davvero, all’inizio
pensavo fosse tutto una messa in scena, e invece penso proprio che ti
sia
bevuto il cervello, Draco. O dovrei dire Brian?-
Rise,
mentre Draco
sbiancò.
-
Tra poco hai un
appuntamento, giusto?- piegò la testa, e si
avvicinò al ragazzo, che si era
irrigidito, e la guardava con gli occhi sbarrati. – Peccato
che non ci sarà
nessun appuntamento-
Furono
le ultime parole
che Draco riuscì a sentire, prima di essere circondato dal
vuoto e dal
silenzio.
Harry
strinse a sé Ginny,
e le lasciò un bacio sulla fronte, e dopo tornò a
guardare insieme a lei il
lago.
-
Forse sarebbe ora di
andare a vedere Ron come sta- sussurrò lei, senza muovere un
muscolo.
Harry
grugnì d’assenso,
anche se non aveva davvero molta voglia.
-
Hai ragione, ma penso
che possa aspettare un altro po’-
Ginny
ridacchiò.
-
Non posso far altro che
concordare- rispose lei.
-
Devo complimentarmi con
voi-, li interruppe una voce alle loro spalle. – Non solo il
mio migliore amico
mi tradisce, ma ora lo fa anche la mia unica sorellina?-
Si
voltarono tutti e due
e guardarono Ron a metà tra il confuso e il sorpreso, dal
momento che
evidentemente pensavano che stesse ancora in infermeria.
-
Ron!- esclamò contenta
Ginny, alzandosi e correndo verso il fratello.
Quell’abbraccio,
i baci
di cui lo riempì, fecero addolcire Ron a tal punto da
ricambiare l’abbraccio e
ridere. Quando lei si allontanò, le baciò la
fronte.
-
Sei contenta di
vedermi, vero?-
Non
c’erano risposte che
potesse dare tanto da esprimere la gratitudine sul fatto che le
condizioni del
fratello fossero già migliorate al punto da farlo
allontanare dall’infermeria.
Harry
li raggiunse, e
dopo aver scambiato parole amichevoli con l’amico, lo
invitò a sedersi insieme
a loro. Invito che fu accettato senza remore.
-
Sono stato più di una
settimana, e non sto capendo molto- ammise Ron, dopo un po’
di silenzio.
Ginny,
seduta tra i due
ragazzi, lo guardò e gli accarezzò la mano.
-
Dai, hai visto
Lavanda?- chiese, con un sorriso.
Il
rosso scosse la testa.
-
Dovresti dirle che sei
uscito, sai? Non fa altro che essere in pensiero per te!-
-
Lo so, ma a volte sa
essere soffocante. Se glielo dico tra qualche ora non penso vi sia
qualche
problema, non trovi?- rispose lui, con un sorriso. Sapeva cosa sarebbe
successo, e voleva rimandare ancora di qualche ora le attenzioni della
ragazza
verso di lui.
-
Cosa intendevi prima?-
chiese Harry, trattenendosi dallo stringere a sé Ginny.
-
Prima?- fece a sua
volta Ron, grattandosi i capelli. Poi qualcosa gli illuminò
il viso. – ah, sì.
Per caso sapete con chi Hermione ha un appuntamento?-
A
quella domanda, Ginny e
Harry si scambiarono un’occhiata, forse prudente, e lei si
toccò nervosamente i
capelli.
Il
ragazzo scosse la
testa e guardò
l’amico.
-
No. Cioè, è stata misteriosa,
e davvero non c’ha voluto dire il nome del tipo-, rispose
Harry.
- A
mio parere non lo sa
neanche lei-, continuò Ginny, dal canto suo. –
Cioè, almeno con me ha sempre
detto tutto, e mi sembra strano che ora sia piena di misteri. Fatto sta
che a
lei piace Draco Malfoy, anche se non lo vuole ammettere-.
Ron
sbiancò, e si
irrigidì.
Quella
notizia era giunta
come una doccia fredda, gelida. Davvero non riusciva a credere alle sue
orecchie. Lanciò uno sguardo verso il brunetto, cercando di
captare indizi che
lo sollevassero, intimandogli che aveva capito male. Eppure non ne
vedeva
l’ombra.
-
Sì, sono d’accordo- fu
la conclusione di Harry, che continuava a guardare grave Ron.
– E penso che per
questo motivo si trovi molto in difficoltà,
perché sa che noi non lo
sopportiamo molto, e invece lei si sente terribilmente attratta. Non
l’hai
notato?-
Non
si mosse, per paura
di crollare in una crisi di nervi. Si limitò a guardare in
lontananza.
-
Spero solo che questo
ragazzo l’aiuti a dimenticare Malfoy- aggiunse Harry.
Dunque,
Hermione non
stava per uscire con Draco Malfoy. Il cervello ce l’aveva
ancora, sebbene
qualcosa gliel’avesse davvero danneggiato.
Ron
si alzò, e si
allontanò, senza che la curiosità
l’avvolgesse come prima. D’un tratto non
voleva sapere cosa stava per dirgli Hermione, anche se sapeva che era
terribilmente importante. Era importante per lei, ovviamente.
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