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Autore: rupertinasora    10/08/2009    3 recensioni
"Quello che correva assomigliava a un battito. E quel battito apparteneva al suo cuore, che toccava il suo petto e voleva uscirne fuori. Avrebbe voluto bruciare quella prova.
No, si disse. Sta battendo così non perché mi piace, ma perché mi ha fatto paura.
A dir la verità, neanche lei sapeva cosa pensarne."
Draco Malfoy ed Hermione Granger sono il diavolo e l'acqua santa, ma questo si sapeva già. Che fine farà, però, Hermione, se si innamora di due persone diverse? Un certo biondino di nostra conoscenza, e un ragazzo incontrato per caso nel bagno delle ragazze che le sconvolgerà la vita con la sua indecisione.
Hermione non può certo saperlo, però Malfoy ha un segreto, ed è proprio quello a farla andare nel pallone... Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve lettori, qui è la Rupi che parla. Sono contentissima che così numerosi avete letto finora questa fanfic. In questo capitolo non capirete molto, ma vi prometto che capirete di più nei prossimi capitoli.
 
 
Capitolo undicesimo.
 
Ronald era appena uscito all’infermeria, cosa che non stupì i molti che avevano scommesso sui suoi muscoli e la tempra forte. Tutti erano convinti che se la fosse cavata con poco, ma nessuno sapeva in realtà che l’incidente, che apparentemente non aveva causato gravi danni, l’aveva tenuto fermo per buoni due giorni interi, giorni durante i quali Lavanda Brown, una ragazza del Grifondoro, nonché attuale ragazza dell’eterno amico di Harry Potter, non mancava mai di andarlo a trovare e di fargli il resoconto di ciò che era successo fino a qualche secondo prima; poi lo lasciava da solo, o con gli amici, per captare più cose possibili.
Fu in uno di quei giorni che Ron ricevette una strana notizia, e lo ricordava come se fosse ieri, (in realtà non era stato molti giorni prima).
Era un giorno come tutti gli altri, vuoti e silenziosi.
Aveva aperto quegli occhi profondi e azzurri e aveva guardato il soffitto dell’infermieria.
Da quando era confinato lì, si era chiesto giorno dopo giorno cosa stessero facendo i suoi amici. Il tempo passava inutile, e la sua noia raggiungeva il culmine all’orario delle visite, dove prendeva sempre a parole le poche persone che lo andavano a trovare.
Finito l’orario delle visite, Ron si stendeva sul letto e guardava il bianco del soffitto, ancora una volta.
Si rendeva conto di non avere molti amici, ma a lui non importava. Aveva Harry e Hermione, e quelli bastavano per tutti coloro che avrebbe potuto avere attorno e che non sarebbero valsi neanche un’unghia dei suoi due migliori amici.
Lavanda era entrata in infermeria, pimpante.
Si era voltato verso la sua ragazza, e le aveva sorriso piano.
- Amore mio, come ti senti oggi?- aveva chiesto lei, abbassandosi per baciarlo sulle labbra.
Il rosso si era limitato a stringere le spalle, continuando a guardarla.
Non aveva mai notato il rossore sulle guance quando si tirava indietro i capelli castani, e lo guardava amorevolmente.
- Spero bene. Sai che è successo oggi a pranzo?- aveva chiesto ancora.
Come se lui potesse sapere.
Aveva scosso la testa, in attesa che la ragazza andasse avanti.
- Astoria Greengrass…è stata lasciata da Blaise Zabini!- aveva esclamato lei, e lui era balzato a sedere.
- Cosa?- aveva chiesto stupito, con gli occhi spalancati.
Tutto ciò che riguardava il gossip, se veniva da Lavanda, era del tutto vero, o almeno la maggior parte.
- Già, strano vero? Io non avrei mai immaginato che quei due stessero assieme, eppure è così. Blaise all’improvviso a pranzo si è alzato e ha detto “Astoria basta! Con te non ce la faccio più”, e se n’è andato a grandi passi, e…-
- Ah- l’aveva interrotta lui, tornando a respirare. – Mica questo vuol dire che non stanno assieme-, aveva ribattuto con un sorrisetto.
Era sicuro che Blaise non avesse avuto il coraggio di lasciare quella strega malefica.
Lavanda aveva annuito.
- Guarda che è così! Se solo mi lasciassi continuare- si era lamentata.
Ron aveva alzato un sopracciglio, senza aggiungere altro. Voleva sapere davvero cosa fosse successo, mentre continuava a maledire piano la Chips, che a quei tempi non lo faceva uscire di lì.
- Greengrass si è alzata e ha riso gelidamente. Ce l’hai presente la sua risata, vero?-
Aveva annuito, naturalmente.
Non aveva potuto fare a meno di pensare che la risata di quella ragazza fosse talmente paurosa da mettergli i brividi al solo pensiero del ricordo.
- E non l’ha seguito!- aveva concluso la ragazza, con uno sguardo indagatore.
Probabilmente aveva cercato nel ragazzo qualche segno di sgomentato stupore, che non era arrivato.
In effetti, Ron aveva guardato Lavanda, ma più con sguardo interessato che indagatore.
- Questo, però, te lo ripeto, non significa che stanno insieme-
Lavanda aveva scosso la testa, e i suoi capelli lunghi le erano balzati corposi sulla schiena.
- No, certo che no, ma lei si è riseduta e non ha parlato per tutto il tempo!-
Il ragazzo si era steso di nuovo sul letto.
- Lav, è quello che fa sempre Greengrass. E’ la ragazza meno socievole di tutti, e non perché sia timida-, aveva replicato lui.
Lavanda aveva negato con la testa.
- Sì forse hai ragione tu.-, era convenuta, nonostante il suo disappunto.
Aveva ghignato divertito, e dopo aveva allungato una mano verso la ragazza e le aveva accarezzato la guancia, sentendola paffuta e liscia, come quella dei bambini.
Distolse subito l’attenzione dal ricordo del suo bacio con Lavanda, davvero poco pudico in verità, e tornò serio, mentre recitava perfettamente la nuova parola d’ordine per entrare nel dormitorio.
Fu stupito nel trovare Hermione non circondata dalle solite pile di libri scolastici, intenta a sfogliarli con foga e voglia di conoscere il mondo in cui era stata catapultata all’età di undici anni. Egli aveva sempre creduto che la sua amica fosse diventata tanto carina, ma vederla nello stato in cui si presentava era alquanto sospettoso.
Cosa mai era accaduto al topo da biblioteca a cui voleva bene?
Pareva essere in fibrillazione per qualcosa, e forse proprio per quel qualcosa si era messa in tiro. Era assolutamente stupenda.
Se non fosse stato fidanzato, e lei non fosse stata la sua migliore amica, probabilmente ci avrebbe provato. Certo, non somigliava a Fleur, con quella lunga chioma quasi bianca, ma ci mancava dentro di sé qualche capello di Veela. Era praticamente perfetta.
Le si avvicinò, notando i capelli mossi che aveva lisciato, e il viso leggermente truccato. La divisa era stranamente più provocante del solito.
- A cosa dobbiamo quasto cambiamento?- chiese, sedendole vicino.
Hermione, evidentemente sovrappensiero, alzò lo sguardo, che s illuminò, guardando l’amico.
- Ron!- esclamò, gettandogli le braccia al collo e stringendolo con vigore. – Sei uscito! Oh, ma da quanto? Penso da poco, perché Harry neanche lo sapeva, ed è venuto da te. Non l’hai incontrato?-
Il rosso ridacchiò, ricambiando l’abbraccio.
- Non l’ho visto. Herm, sei stranamente loquace, quindi sputa il rospo-, rispose lui.
La ragazza arrossì sulle gote, allontanandosi da Ron.
- Sai, tra qualche minuto ho un appuntamento, e Lavanda l’ha saputo-, affermò, a mo’ di scusa.
Ron le sorrise, incoraggiante.
- Lavanda dovrebbe imparare a farsi i fatti propri-, commentò semplicemente, accarezzandole i soffici capelli castani, - anche se ha fatto davvero un ottimo lavoro-
Orgogliosa come al solito, ma semplice, Hermione arrossì e lo guardò male.
- Ronald Weasley! Non dovresti dire queste cose sai?-
Alzò un sopracciglio, e ricambiò lo sguardo della ragazza con uno divertito.
- Ah, no? E perché mai?-
- Non è importante quello che c’è fuori, ma quello che c’è dentro!- ribattè lei.
- Non sto dicendo questo, ma semplicemente che se il vino buono sta anche in una bella botte, tanto meglio, non trovi?-
Lei gli assestò uno schiaffo forte sul braccio. Sentì una piccola fitta, e si tenne stretto a sé il braccio.
- Ahi! Ma che ti viene?-
- Sei il solito indelicato, Ron!- sbottò lei.
Sospirarono all’unisono, e si scambiarono uno sguardo divertito. Avevano trovato un feeling particolare quei due, dopo tanti anni passati insieme.
- Beh, dimmi almeno chi è il fortunato-
Hermione arrossì.
- Non ne ho idea-
Ron alzò un sopracciglio.
- Non hai idea?- ripetè incredulo. – Come sarebbe a dire?-
Iniziava a a preoccuparsi. Toccò la fronte alla ragazza. Non era così che si comportava lei. Da un po’ aveva notato come fosse diventata terribilmente strana, a partire dalla festa di Halloween. La ragazza scostò innervosita la mano di lui dalla sua fronte.
- Se te lo dico, prometti di non arrabbiarti?-
Ron annuì, assottigliando lo sguardo.
L’osservava attentamente, senza distogliere da lei lo sguardo neanche per un secondo.
Hermione tirò un sospiro e lo guardò dritto negli occhi.
- E’ successo giusto qualche giorno fa, e neanche io, in verità, ci volevo credere.
Era una mattina come tutte le altre, noiosa senza di te, Ron. Eri appena uscito da una delle notti critiche, ma non eri pronto per uscire dall’infermeria. Chi lo sarebbe stato, dopo quell’incontro con la Greengrass? Non dev’essere stato piacevole ricevere addosso trenta chili di metallo antico, forse di più di trenta chili, ma sto divagando troppo- arrossì e abbassò lo sguardo, guardandosi le mani. – Tornando a noi, in quel giorno successe ciò che non avrei mai immaginato. Vidi Astoria Greengrass che si baciava teneramente con Blaise Zabini.
In realtà, quel bacio era tutto tranne che tenero. C’era passione pura e forte, travolgente la definirei. Ero talmente imbarazzata che fui costretta a distogliere lo sguardo, e mi ritrovai ancora più sconvolta nel vedere di fronte a me Draco Malfoy.
Il solo pensiero, mi fa arrossire ancora, e sorridere.
Come sempre, mi osservava con sdegno, o almeno così mi è parso.
“Granger, ti imbarazzi per quel po’? Eppure non hanno ancora iniziato!”, mi aveva detto lui.
Mi morsi le labbra, troppo imbarazzata per rispondere. Sai bene quanto mi imbarazzano certi atteggiamenti, nonostante tutto. In fondo, sono ancora vergine, e un po’, a dirla tutta, me ne vergogno un po’. So che né tu né Harry lo siete ancora, ma per me è così. Fino a quel giorno, comunque, non ci avevo neanche fatto alcun pensiero. Mi consideravo troppo immatura. Non guardarmi così incredulo, Ron. E’ così. Ma lasciami continuare…
Malfoy si avvicinò a me, e alzò mi alzò il mento con l’indice e il pollice. Si era terribilmente avvicinato, e inutili erano stati i miei tentativi di farmi indietro. Mi aveva fatto scivolare una mano sul fianco, e mi teneva immobile.-
Questo fu troppo per Ron, che afferrò con foga le mani di Hermione e la strattonò, interrompendola.
- Che ti ha fatto quel figlio di Veela? Dimmelo, Hermione! Lo vado ad uccidere!-
Hermione ritirò le mani, scandalizzata.
- Lo sapevo, vedi? Sei subito saltato a conclusioni! Ti odio Ron, ti odio!-
Si alzò, e trattenendo a stento le lacrime, salì nel dormitorio femminile, dove non l’avrebbe più potuta raggiungere.
Ron si alzò lo stesso a sua volta, e cercò di salire le scale.
Tutto inutile. Era come salire una scalinata senza fine.
- Hermione! Hermione!- la chiamò da giù, scendendo. – Hermione dai vieni qui! Prometto che non parlerò più e ti lascerò finire!-
Un colorito appellativo lo seguì dal dormitorio, e poi nulla più.
Maledisse Merlino e la sua barba, e si andò a sedere sul divano.
Stava letteralmente rosicando dalla curiosità. L’aveva lasciato così, senza dargli neanche un indizio per poter capire cosa potesse essere successo.
Si alzò nervosamente, e uscì dal dormitorio, in cerca della Greengrass. Lei si faceva Blaise, che aveva pure lasciato, e lui non sapeva cosa stava succedendo ai suoi due migliori amici. Era una cosa davvero frustrante.
Bestemmiò tra i denti, attraversando un fantasma che passava ignaro per di là, e andando verso il campo da Quidditch.
 
 
Malfoy era comodamente sdraiato sul suo letto.
Si compiaceva da solo, mentre accanto a lui dormiva placidamente una ragazzina con i capelli rossi del Serpeverde. Non sapeva neanche il suo nome, ma non gli interessava molto.
Si era sfogato quanto bastava.
- Bravo, Draco. E come la mettiamo con la tua bella Grifoncina? Non sarà gelosa?- chiese con disprezzo una voce femminile e gelida all’entrata.
Draco si mise su a sedere, e alzò un sopracciglio.
- Di che stai parlando?- chiese lui.
Astoria ghignò, e afferrò per i capelli la ragazza, facendola cadere con un tonfo per terra. Quella si svegliò di soprassalto, lamentandosi, e guardando con odio la bionda.
- Greengrass, che ci fai qui?- chiese lei.
- Fanculizzati, puttanella. Devo parlare con Draco-, rispose Astoria.
- Ma lui non vuole parlare con e, vuole stare con me, vero Draco?-
Il biondino, nel frattempo, si era alzato, e si era acceso una sigaretta. Come risposta alla ragazza, le lanciò gli indumenti.
- Vestiti in fretta e esci- rispose, forse ancora più gelido di lei.
Voleva assolutamente sapere cosa intendeva Astoria con quella frase. Temeva che avesse scoperto tutto, e il colmo era che non temeva per lui, bensì per la sua Hermione.
Neanche osservò la rossa che usciva dalla stanza, troppo impegnato a sostenere lo sguardo gelido dell’amica.
- Davvero, all’inizio pensavo fosse tutto una messa in scena, e invece penso proprio che ti sia bevuto il cervello, Draco. O dovrei dire Brian?-
Rise, mentre Draco sbiancò.
- Tra poco hai un appuntamento, giusto?- piegò la testa, e si avvicinò al ragazzo, che si era irrigidito, e la guardava con gli occhi sbarrati. – Peccato che non ci sarà nessun appuntamento-
Furono le ultime parole che Draco riuscì a sentire, prima di essere circondato dal vuoto e dal silenzio.
 
 
Harry strinse a sé Ginny, e le lasciò un bacio sulla fronte, e dopo tornò a guardare insieme a lei il lago.
- Forse sarebbe ora di andare a vedere Ron come sta- sussurrò lei, senza muovere un muscolo.
Harry grugnì d’assenso, anche se non aveva davvero molta voglia.
- Hai ragione, ma penso che possa aspettare un altro po’-
Ginny ridacchiò.
- Non posso far altro che concordare- rispose lei.
- Devo complimentarmi con voi-, li interruppe una voce alle loro spalle. – Non solo il mio migliore amico mi tradisce, ma ora lo fa anche la mia unica sorellina?-
Si voltarono tutti e due e guardarono Ron a metà tra il confuso e il sorpreso, dal momento che evidentemente pensavano che stesse ancora in infermeria.
- Ron!- esclamò contenta Ginny, alzandosi e correndo verso il fratello.
Quell’abbraccio, i baci di cui lo riempì, fecero addolcire Ron a tal punto da ricambiare l’abbraccio e ridere. Quando lei si allontanò, le baciò la fronte.
- Sei contenta di vedermi, vero?-
Non c’erano risposte che potesse dare tanto da esprimere la gratitudine sul fatto che le condizioni del fratello fossero già migliorate al punto da farlo allontanare dall’infermeria.
Harry li raggiunse, e dopo aver scambiato parole amichevoli con l’amico, lo invitò a sedersi insieme a loro. Invito che fu accettato senza remore.
- Sono stato più di una settimana, e non sto capendo molto- ammise Ron, dopo un po’ di silenzio.
Ginny, seduta tra i due ragazzi, lo guardò e gli accarezzò la mano.
- Dai, hai visto Lavanda?- chiese, con un sorriso.
Il rosso scosse la testa.
- Dovresti dirle che sei uscito, sai? Non fa altro che essere in pensiero per te!-
- Lo so, ma a volte sa essere soffocante. Se glielo dico tra qualche ora non penso vi sia qualche problema, non trovi?- rispose lui, con un sorriso. Sapeva cosa sarebbe successo, e voleva rimandare ancora di qualche ora le attenzioni della ragazza verso di lui.
- Cosa intendevi prima?- chiese Harry, trattenendosi dallo stringere a sé Ginny.
- Prima?- fece a sua volta Ron, grattandosi i capelli. Poi qualcosa gli illuminò il viso. – ah, sì. Per caso sapete con chi Hermione ha un appuntamento?-
A quella domanda, Ginny e Harry si scambiarono un’occhiata, forse prudente, e lei si toccò nervosamente i capelli.
Il ragazzo scosse la testa e  guardò l’amico.
- No. Cioè, è stata misteriosa, e davvero non c’ha voluto dire il nome del tipo-, rispose Harry.
- A mio parere non lo sa neanche lei-, continuò Ginny, dal canto suo. – Cioè, almeno con me ha sempre detto tutto, e mi sembra strano che ora sia piena di misteri. Fatto sta che a lei piace Draco Malfoy, anche se non lo vuole ammettere-.
Ron sbiancò, e si irrigidì.
Quella notizia era giunta come una doccia fredda, gelida. Davvero non riusciva a credere alle sue orecchie. Lanciò uno sguardo verso il brunetto, cercando di captare indizi che lo sollevassero, intimandogli che aveva capito male. Eppure non ne vedeva l’ombra.
- Sì, sono d’accordo- fu la conclusione di Harry, che continuava a guardare grave Ron. – E penso che per questo motivo si trovi molto in difficoltà, perché sa che noi non lo sopportiamo molto, e invece lei si sente terribilmente attratta. Non l’hai notato?-
Non si mosse, per paura di crollare in una crisi di nervi. Si limitò a guardare in lontananza.
- Spero solo che questo ragazzo l’aiuti a dimenticare Malfoy- aggiunse Harry.
Dunque, Hermione non stava per uscire con Draco Malfoy. Il cervello ce l’aveva ancora, sebbene qualcosa gliel’avesse davvero danneggiato.
Ron si alzò, e si allontanò, senza che la curiosità l’avvolgesse come prima. D’un tratto non voleva sapere cosa stava per dirgli Hermione, anche se sapeva che era terribilmente importante. Era importante per lei, ovviamente.
 
 
   
 
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