Il
mercante, o meglio, l’uomo che era conosciuto come tale scese
rapidamente le scale, arrivando al lungo corridoio sotterraneo
illuminato da torce.
Non
aveva particolari incombenze quel giorno, così poteva
dedicarsi alla
sua attività preferita: creare.
Giunse
davanti ad un grosso portone di legno borchiato; inserì la
pesante
chiave di ferro e lo aprì, per poi richiuderlo alle sue
spalle.
Si
trovava in una stanza vuota, apparentemente identica al corridoio:
stesse torce, stessi pesanti blocchi di pietra che costituivano le
pareti. Unica particolarità: la pavimentazione era
costituita da
pietre ordinate in cerchi concentrici.
L’uomo
si sedette esattamente in mezzo alla stanza che stava silenziosa,
come in attesa di qualcosa.
Bene,
pensò, sarebbe partito da zero. Chiuse gli occhi e si
concentrò
sull’idea che da qualche giorno gli frullava in testa. Una
città
antica, in mezzo al deserto, portatrice di leggende e avventure.
Carovane che entrano ed escono, aromi diversi per le strette vie tra
le abitazioni.
Mentre
immaginava tutto ciò dai muri cominciò a cadere
polvere, come se la
malta si stesse sgretolando. Tra le fessure iniziò ad
insinuarsi un
alito di vento.
L’uomo
aprì gli occhi; con la mano sfiorò il pavimento e
questo si sfaldò
come se fosse solo disegnato sulla sabbia, cosa che effettivamente
era diventato.
Si
alzò, si avvicinò al muro e spinse: il grosso
blocco di pietra
cadde dall’altra parte, facendo entrare uno sbuffo
d’aria calda e
secca. Continuò, finché riuscì ad
uscire.
Fu
subito colpito dall’accecante luce del sole mentre il vento
implacabile polverizzò e portò via ciò
che era rimasto della
stanza in cui si trovava.
Era tra alcune palme, al limite di
una piccola oasi.
Si
sciacquò il viso gustando il gusto dell’acqua
dolce e si guardò
intorno. Prese il cavallo che sapeva essere legato dietro una pianta
e si avviò rapidamente in mezzo alla sabbia, incontro al
sole
nascente.
Dopo
pochi minuti giunse su un’altura, e vide ai suoi piedi una
valle:
il fiume scorreva enorme e pigro in mezzo alla grande città
già
brulicante di vita, costruita con mattoni dello stesso colore della
terra che la circondava. Al centro il palazzo e il maestoso tempio,
simbolo di potere e vicinanza agli dei. Fuori dalle mura
c’era già
una lunga fila di gente che attendeva di poter entrare, si poteva
scorgere il bagliore delle armi bronzee dei soldati che rilucevano. E
anche se da qui non si vedeva, il mercante sapeva già del
passaggio
segreto scavato dal palazzo alla collina a nord in caso di emergenza.
Tutto come previsto.
Eccellente,
pensò l’uomo sorridendo felice, ora non restava
che mettersi in
coda per entrare con gli altri. Dopodiché avrebbe scoperto
cosa
aveva da dirgli quella millenaria città che non sapeva di
essere
appena nata.
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