Napoleon è sale su una ferita aperta, è un’acida
spruzzata di limone negli occhi, è ghiaccio secco sui coglioni.
Illya non riesce a concentrarsi sulla ricetta; non
quando lo chef si ferma alle sue spalle, con noncuranza raccoglie
dita lunghe al suo fianco e schiude labbra troppo vicino alla sua
guancia – un «Fammi assaggiare, Peril» che è dolce e
tentazione, cioccolata fusa e fragole di stagione.
Distratto, la mano sbaglia mira e la lama del
coltello apre un taglio all’indice di Illya; serra i denti, non
sfiata, ma ritrae la mano. Napoleon la intercetta, la porta alla
bocca, infila il dito tra labbra umide – e Illya teme che tutto il
sangue che ha nelle vene abbia appena raggiunto lo stato di
ebollizione.
Napoleon è un’overdose di sapori: la sua sola
presenza gli sarà fatale.
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