Decima
connessione
«Oh cazzo…»
Il getto di liquido seminale si
allargò sul pavimento in un laghetto appiccicoso. Naruto si lasciò ricadere
privo d’energie contro lo schienale; respirava a fatica, il battito accelerato…
Presto, le funzioni vitali sarebbero rientrate nei normali parametri. Presto
avrebbe incaricato Kurama di attivare il sistema di pulizia e la macchia
vischiosa sarebbe sparita sotto litri di disinfettante.
Presto, ma in quel momento la
mente di Naruto era altrove, dispersa nell’oblio di un orgasmo solitario.
Sono
le 05.45
La voce meccanica di Kurama lo
costrinse a uscire dal torpore. S’infuriò con se stesso quando lo sguardo gli
cadde sullo sperma ancora fresco. Aveva solo una manciata di ore, distribuite
durante tutta la giornata, per dormire e aveva sprecato quindici minuti
preziosi per masturbarsi.
«Kurama pulisci» ordinò. L’IA
non gli rispose, ma un getto di vapore dal penetrante odore di disinfettante
proruppe da una fessura del pavimento. Storse il naso, sia per il profumo
pungente, sia per il sottile ammutinamento di Kurama che, da quando si era
riattivata, continuava a tenergli il muso e rivolgergli parola solo lo stretto
necessario.
Peggio per lei, pensò.
Si sentì stupido subito dopo. Stava litigando con una macchina, con un’IA che
poteva riprogrammare a piacimento e rendere servizievole e obbediente. Allora
perché non lo faceva? Perché non modificava gli algoritmi che facevano di
Kurama un’intelligenza artificiale così impertinente?
La
prossima volta dormi, invece di lasciare in giro i tuoi raccapriccianti fluidi
corporei
Incassò il rimprovero con un
mezzo sorriso e cominciò a prepararsi una tazza di caffè liofilizzato. Lo
aspettava un’altra giornata alle prese con Sasuke Uchiha e la sua indifferenza.
E stavolta non avrebbe avuto il sostegno del riposo ad aiutarlo a combattere la
noia.
Si rimise in postazione, cuffie
ben calcate tra i capelli biondi un po’ unti. Da quanti giorni non si lavava?
Almeno da quanto non si faceva la barba, che sentiva prudere sul mento. Si
grattò il collo, graffiandosi i polpastrelli con i peli ispidi e osservò la
fotocamera notturna. Da un paio di giorni Sasuke sembrava soffrire d’insonnia e
non era raro vederlo aggirarsi per l’abitazione, con in mano una tazza fumante
o un libro. Due volte si era addormentato in poltrona, gli occhiali riversi sul
naso e il libro aperto sulle gambe.
La prima volta, Naruto aveva
perso due ore a osservarlo dormire, sorpreso nello scorgere, per la prima
volta, un’apparente debolezza dietro la robotica vita che conduceva. Soffrire
d’insonnia era indice di ansia. L’ansia derivava dal nervosismo, quindi c’era
qualcosa che preoccupava Sasuke, che lo rendeva vulnerabile. Ma cosa?
Si era scervellato per un giorno
intero, cercando di ottenere un confronto con Kurama, giusto per non avere
l’impressione di dialogare da solo. Il silenzio dell’IA gli era pesato più di
quanto credeva. Alla fine dei suoi lunghi ragionamenti, non era giunto ad
alcuna conclusione.
La seconda volta, era stato più
accorto. Aveva spiato al meglio il libro che Sasuke stava leggendo – Biofisica
delle mutazioni e riscontri etici – e aveva monitorato le sue condizioni di
salute. L’alto livello di cortisolo aveva confermato la sua ipotesi, ma non era
in grado di svelare i motivi di quell’agitazione.
Sospirò, rigirandosi la tazza
tra le mani. L’orologio segnava le 05:55 e mancavano ancora cinquanta minuti
alla sveglia di Sasuke. Sorseggiò la bevanda ormai fredda e contrasse le labbra
in una smorfia disgustata. Il caffè liofilizzato non era il massimo. Si
pregustò, una volta terminata quella missione, di concedersi un bel pranzetto
al ristorante. Avrebbe mangiato del vero ramen e non quelle porzioni precotte,
sorseggiato un vero caffè… Magari si sarebbe goduto anche un bel po’ di sano
sesso con un androide C-SX-4000. Un lusso, questo, che non si era mai potuto
permettere, ma aveva letto un po’ di recensioni e a quanto pareva era quasi
come scopare con una persona vera, ma senza il rischio di contrarre malattie
infettive. D’altronde, la maggior parte delle prostitute erano mutanti schedati
e girava quella voce secondo cui la mutazione era contagiosa… Perché rischiare,
quando risparmiando un po’ potevi goderti un androide pulito e disinfettato?
Sì, avrebbe investito un po’ nel suo piacere personale. D’altro canto se lo
meritava per essere stato dietro a Sasuke Uchiha, possibile simpatizzante
ProMut, intellettuale noiosissimo e socialmente inadeguato. Lo stesso Sasuke
che aveva una donna – fidanzata? Amante? Naruto non l’aveva ancora capito –
bellissima al suo fianco, che mangiava cibo vero, che non doveva passare
le sue notti dietro una telecamera… Quel Sasuke Uchiha che forse – ricordò con
un brivido – lo aveva scoperto e che lo stava fissando attraverso gli occhi del
PetCompany 3000.
Sono
le 06.00
Se non l’avesse avvisato Kurama,
sarebbe stato il suono inaspettato della sveglia di Sasuke a farlo. Osservò
Uchiha aprire di scatto gli occhi scuri, come se non avesse mai dormito. Lo
zoom della telecamera si concentrò sul volto cinereo e destabilizzato. Era in anticipo
di quarantacinque minuti sul suo orario. Che avesse sbagliato a puntare la
sveglia?
Impossibile, si
disse. Era troppo teso, troppo attivo per aver riposato bene e, soprattutto, non
c’era alcuna traccia di stupore sull’orario insolito. Sasuke Uchiha aveva
deciso deliberatamente di svegliarsi prima e lui doveva scoprire il perché.
La risposta arrivò quando,
appena due minuti dopo, il microfono rilevò un bussare frenetico alla porta. Stava
per seguirlo, ma Sasuke tornò sui suoi passi. Osservò il primo piano di lui che
armeggiava con qualcosa attorno al corpo del PetCompany 3000, poi la visuale si
oscurò.
«Merda!»
Naruto provò a spostare l’animale
meccanico, avanti e indietro, ma Uchiha aveva bloccato anche le ruote. Fece
qualche altro tentativo e di fronte al fallimento non trovò di meglio da fare
che accendere gli amplificatori. Percepì in un sibilo distante l’aprirsi della
porta, la voce di Hinata e qualche frase strascicata e tenue.
«…dentro…»
«…Akatsuki… Mut…»
«…parla piano…»
«…ferita… la manifestazione…»
«Dopo, dopo… porta… casa…»
Udì un trafficare soffocato, poi
il silenzio. Dopo qualche ora in cui solo il ronzio delle ruote contro il
blocco imposto da Sasuke e sporadici rumori di passi gli avevano fatto
compagnia, sullo schermo si materializzò di nuovo il volto dell’uomo.
«Piaciuta la nottata?»
Gocce di sudore freddo
scivolarono sulla sua fronte. Il sogghigno di Uchiha mentre teneva in braccio
il PetCompany 3000 era abbastanza chiarificatore.
Erano le 07.25, stava per andare
al lavoro e lui, Naruto Uzumaki, Osservatore di Primo Grado, era stato
scoperto.
N/A: avevo questo capitolo quasi
pronto da circa un mesetto ed eccolo qui. Credo che stiamo andando verso le
battute finali e… niente, spero che vi piaccia.