Capitolo
10
Non
fidarti degli sconosciuti!
Alba
stava ancora chiacchierando con Sael, quando vide Arianna avvicinarsi
tutta eccitata.
"Ariel
mi ha chiesto se gli faccio vedere dove abito!" le comunicò
porgendole la mano" mi dai il bigliettino dei cappotti?"
"Alba
la guardò perplessa "Scusa, ma ti sembra il caso? In
fondo non sai davvero chi sia!”
"Mi
basta sapere che stasera mi faccio il manzo più sexy di tutto
il Cubo!"
"Guarda
che non sempre è l'aspetto che conta! Potresti rimanere
delusa!" intervenne Sael ridacchiando.
"Oh,
beh! Io intanto lo porto a casa mia, domani poi vi faccio sapere!"
rispose allegramente Arianna dirigendosi verso il guardaroba.
"Mi
scusi un attimo?" domandò Alba rivolgendosi preoccupata a
Sael.
"Ma
si certo, va pure, abbandonami anche tu!" scherzò lui con
tono fintamente tragico.
"Torno
subitissimo!" lo rassicurò lei.
Alba
raggiunse Arianna che attendeva il suo turno al guardaroba e le
strinse un braccio preoccupata "Ari, non sai niente di lui!"
"Uffa
Alba, piantala, non mi sembra il tipo del serial killer!” le
rispose Arianna alzando gli occhi al cielo mentre recuperava borsa e
cappotto.
“Non
ho detto questo, è solo che non dovresti fidarti così
di uno che hai appena conosciuto”
“Oh,
piantala Alba, mi sembri mia madre! E poi mi pare che anche tu abbia
trovato compagnia, no?" tagliò corto Arianna voltandole
le spalle e raggiungendo Ariel che l'aspettava sorridente all'uscita
del Cubo.
Il
giovane tenne la porta aperta giusto il tempo di far passare la
ragazza, poi la lasciò andare facendola sbattere praticamente
in faccia ad Alba che li aveva quasi raggiunti.
Alba
uscì e, un po' sconsolata, osservò Arianna andare via
senza neanche accennare a voltarsi per salutarla.
Sospirò
malinconicamente, non che fosse proprio offesa, sapeva com'era fatta
la sua migliore amica e non c'era da stupirsi se aveva deciso di
mollarla per finire la serata allegramente, però era lo stesso
un po' delusa, qualche volta le avrebbe fatto piacere che Arianna
rinunciasse ai fine serata da una botta e via e tornasse a casa
insieme a lei, come quando erano due ragazzine e non c'erano ancora
uomini a disturbare la loro amicizia.
"Che
imbecille, ha sbagliato ragazza!" commentò una voce
divertita al suo fianco.
Alba
si girò, un omone alto più di due metri, probabilmente
uno dei buttafuori del cubo, la osservava divertito mentre si rollava
una canna.
"Che
intende dire?"
"Quello
che ho detto regazzina, senza nulla togliere alla tua amica e al suo
bel culo, ha sbagliato ragazza" rispose l'ormone "ma
magari per te è meglio no?"
"Non
saprei, non capita mica tutti i giorni di incontrare il Dio del
Tuono" scherzò Alba.
"Uahahaha,
sei simpatica regazzina, ma ti sbagli, quello è solo una
brutta copia del dio Thor e poi a me sembri più un tipo da
moretto con gli occhi scuri! Mi sbaglio?" domandò lui
guardandola negli occhi e porgendole la canna.
Alba
rifiutò con un cenno del capo, ma sentì ugualmente un
lieve capogiro "Beh, indubbiamente preferisco il tipo
mediterraneo"
"Magari
pure riccioluto?" aggiunse Razel strizzandole l'occhio.
Il
capogiro di Alba peggiorò, aveva la sensazione di essere un
po' ubriaca nonostante avesse bevuto solo una limonata e un cocktail
analcolico.
"In
effetti adoro gli uomini con i capelli ricci" aggiunse
sorridendo complice.
"Me
lo immaginavo" commentò Razel avvicinandosi alla ragazza.
Allungò
una mano verso di lei ma prima che potesse toccarla un gatto nero
atterrò sul suo braccio e lo graffiò.
"Ahi!"
si lamentò il demone.
Cercò
di dargli una pacca per toglierselo dal braccio ma il gatto fu più
veloce, si lanciò tra le braccia di Alba e da lì
rivolse a Razel un miagolio minaccioso.
"È
tuo?" le domandò il demone.
"Non
esattamente, però l'altra notte durante il temporale l'ho
lasciato entrare in casa" rispose Alba riconoscendo la stella
bianca sulla fronte "scusami, ti ha fatto male? Non riesco
proprio a capire come possa avermi seguito fin qui!" rispose
Alba imbarazzata.
“Dev'essere
il tuo famiglio!” borbottò lui.
“Il
mio cosa?” domandò Alba che non aveva compreso il
borbottio di Razel.
In
quel momento Sael si affacciò alla porta del Cubo e riconobbe
Razel "Tutto bene?" domandò un po' preoccupato.
"Si,
ho solo un po' di freddo!" rispose Alba rendendosi
improvvisamente conto che era uscita con indosso soltanto la camicia
di seta.
Per
scaldarsi un pochino, abbracciò stretto il gatto nero che
iniziò a far le fusa.
Sael
rivolse un'occhiata di sfida a Razel e si avvicinò ad Alba
frapponendosi tra lei e il grosso demone.
Razel
ridacchiò e sbuffò una nuvola di marijuana.
Sael
si tolse la giacca e la posò sulle spalle della ragazza "Dai
rientriamo, anche i miei amici si sono volatilizzati, ti offro un
drink analcolico così tu puoi affogare i dispiaceri
nell'aranciata amara e io in un altro Mojito!" scherzò
per consolarla.
Il
gatto osservò Sael, poi come se avesse deciso di potergli dare
la sua approvazione, si divincolò dall'abbraccio di Alba,
saltò sul marciapiede e sparì tra le macchine
parcheggiate.
“Ma
dove va?” si chiese Alba preoccupata.
“Stai
tranquilla, se la sa cavare di sicuro, vedrai che te lo ritrovi sotto
casa ad aspettarti!” la rassicurò Sael.
Alba
non avrebbe saputo dire perché, ma le parole di Sael la
tranquillizzarono davvero, sorrise e aprì la porta del Cubo.
Il
demone fece per seguirla ma Razel lo tirò indietro
afferrandolo per il colletto della camicia "È meglio che
non ci fai troppi pensieri sulla regazzina, bel fighetto, appartiene
ad Azaele!"
"Cosa?"
"È
la sua fidanzatina!"
"E
a te che t'importa se mi prendo la fidanzatina di Azaele?"
"Normalmente
niente, ma in questo caso, mi importa perché lei è
anche mia! Nun ce devi proprio pensà a prendertela. Lui me la
deve rendere, insieme a Molinesi, ti è chiaro adesso?"
"No,
che significa che te la deve rendere... e poi chi cazzo sarebbe
Molinesi?"
"Tu
non devi farti domande, moccioso, tu devi solo stamparti bene in
testa questa frase NUN CE DEVI PENSÀ. PUNTO!" concluse
Razel lasciandolo andare.
Sael
rientrò, si guardò intorno per cercare Alba e la vide
che lo aspettava al guardaroba con un sorriso gentile.
Sospirò,
non era giusto che Razel si prendesse quella ragazza, soprattutto se
era la famosa umana di cui si era innamorato il moretto. Tutti
conoscevano quella storia, ad Azaele si era spezzato il cuore.
"Devo
avvertirlo che lei è tornata" decise Sael, poi si ricordò
che era da un po' che non si vedeva in giro e che perfino Michele lo
stava cercando "Magari lo ha trovato, potrei chiedergli se sa
dov'è... se non mi ammazza prima" pensò Sael
impallidendo leggermente al ricordo del recente scontro con l'angelo.
#
Michele
fissava terrorizzato la strada aggrappato alla cintura di sicurezza.
Aveva l'impressione che da un momento all'altro si sarebbero
ammazzati o avrebbero ammazzato qualcuno o entrambe le cose, al
contrario di Azaele che evitando con destrezza scooter, pedoni e
buche, guidava con una Marlboro accesa tra le labbra e il braccio
sinistro fuori dal finestrino.
"SantoIddio,
era ora" commentò Michele sospirando di sollievo quando
finalmente arrivarono di fronte al Cubo e poté scendere dalla
macchina.
"Ehi,
è vietato nominarlo invano!" lo sgridò Azaele.
"Non
era affatto invano, te lo assicuro! Questa è la prima e anche
l'ultima volta che mi convinci ad entrare in una macchina, la
prossima volta ti seguo dall'alto!"
"Quante
storie, gli umani la usano in continuazione!"
"Beh,
francamente non mi spiego come mai non si siano ancora estinti"
commentò Michele ancora sudato fradicio per la tensione.
"Scusa
ma la lasci qui?" domandò notando che Azaele aveva
parcheggiato davanti ad un divieto di sosta.
"Massi,
tanto siamo di notte, a chi vuoi che interessi?"
"Ma
c'è scritto passo carrabile, si prega di lasciare libero il
passaggio ventiquattr'ore su ventiquattro!"
Azaele,
fece spallucce e accendendo un'altra sigaretta si avviò verso
il Cubo.
"Di
un po', da quando in qua fumi?" domandò Michele
perplesso.
Azaele
osservò la sigaretta "Da quando sono nel corpo del
pelatone! Ho visto un pacchetto a metà sul tavolo di cristallo
e… beh non ho potuto evitare di accendermene una!"
"Devi
essere l'unico demone che è riuscito a farsi tentare da un
umano!" ridacchiò Michele
"Spiritoso!"
rispose Azaele lanciandogli un'occhiataccia "Vuoi provare?”
aggiunse poi porgendogli il pacchetto.
"In
effetti sono sempre stato curioso di sapere che gusto ci provano!"
commentò l'angelo prendendo una sigaretta dal pacchetto.
Azaele
accese la sigaretta di Michele che alla prima tirata diventò
pallido e cominciò a tossire "Ma che schifo, è una
cosa orrenda e poi ha un sapore disgustoso" commentò tra
un colpo di tosse e l'altro.
Azaele
rise divertito "Devi essere l'unico angelo che riesce a farsi
tentare da un demone"
"Cretino!"
rispose Michele dandogli una pacca sulla nuca ma sorridendo anche
lui.
Michele
e Azaele erano appena entrati quando il demone vide Alba seduta su un
divanetto che chiacchierava amabilmente con Sael.
"No…
Non posso crederci!" commentò stringendo un braccio a
Michele e indicandogli Alba "Che ci fa Sael con Alba?"
"Che
vuoi che stia facendo, starà cercando di prendersela!"
rispose Michele.
"Io
lo ammazzo!" ringhiò Azaele.
"Ti
do una mano!" rispose l'angelo ancora irritato con Sael per il
modo in cui lo aveva trattato il giorno prima.
"Renditi
invisibile" suggerì Azaele.
"Ok"
Azaele
furente, raggiunse Sael e gli urlò in faccia "Non
pensarci neanche per un secondo, imbecille, lei non sarà mai
tua!"
Alba
e Sael lo fissarono basiti.
"Non
dirmi che conosci anche lui!" domandò Alba.
"Mai
visto prima!"
In
realtà Sael aveva riconosciuto Molinesi, ma non poteva dirlo,
sarebbe stato piuttosto complicato spiegarle come mai conosceva il
consulente grazie al quale insieme ai colleghi si divertiva a far
litigare gli umani durante i laboratori, per non parlare dello
spasso di quando avevano inscenato la possessione e… OCCAVOLO!
Ecco dove aveva visto Alba e sopratutto, ecco dov'era finito Azaele!
"Alba,
credimi, non devi fidarti di questo imbecille!" disse Azaele
agitatissimo.
"Di
te invece, si? E poi come ti permetti di offendere Sael, non lo
conosci neppure!" rispose lei lanciandogli uno sguardo
infuriato.
“Lo
conosco eccome, per favore Alba, credimi, non devi fidarti di lui,
vieni via con me!” insistette Azaele prendendola per un braccio
e facendola alzare in piedi.
Alba
si divincolò dalla presa di Azaele “Tu sei completamente
matto! Sael ha appena detto che non ti conosce! E non permetterti di
toccarmi di nuovo!” urlò furiosa spingendolo indietro.
"Mi
dispiace, la serata è completamente rovinata, è stato
bello chiacchierare con te, ma ora voglio tornare a casa" disse
a Sael alzandosi sulle punte dei piedi per dargli un bacio sulla
guancia, Sael la guardò senza capire, poi si rese conto e si
abbassò un po' per permettere ad Alba di baciarlo "È
stato bello anche per me" rispose baciandola anche lui davanti
allo sguardo esterrefatto di Azaele.
Alba
fece dietro front e se ne andò senza degnare di uno sguardo
Azaele che si lanciò verso di lei, ma fu trattenuto da Sael
che gli aveva afferato un braccio “Aspetta Azaele, ti devo
parlare!”
“Che
diavolo vuoi, lasciami andare!” rispose Azaele agitatissimo
cercando di liberarsi dalla stretta di Sael.
“Azaele,
non puoi seguirla adesso, dammi retta!” cercò di
calmarlo il demone.
Ma
Azaele era troppo agitato per ascoltarlo, diede uno strattone
talmente forte per liberarsi dalla presa di Sael che perse
l'equilibrio e cadde all'indietro sbattendo la testa sullo spigolo del
tavolino che si ribaltò rovesciandogli addosso bicchieri,
bottiglie e piattini vari.
"Almeno
ti sei calmato" sospirò Sael osservando il demone steso
per terra, privo di conoscenza a causa della botta in testa.
In
quel momento, sentì una mano tirargli indietro la testa e la
lama di una spada premergli sulla gola, la voce bassa e tesa di
Michele ordinò minacciosa "Non muoverti!"
Il
diavolo si irrigidì spaventato.
"Cosa
gli hai fatto?" domandò Michele che era stato impegnato a
controllare che non ci fossero altri demoni in giro e non aveva
assistito alla scena.
"Non
gli ho fatto nulla" rispose Sael tremando.
Michele
premette un po' di più la lama.
"Te
lo giuro, Michele, non gli ho fatto nulla, non uccidermi!"
"Che
gli è successo?" domandò ancora Michele
continuando a premere ma stando in realtà attento a non ferire
Sael, si era accorto che il demone era disarmato e per quanto fosse
arrabbiato, non avrebbe mai potuto far del male ad un nemico inerme.
“Azaele,
voleva inseguire la sua ragazza, ho cercato di fermarlo per evitare
che si mettesse nei casini, lui per liberarsi ha dato uno strattone
così forte che è caduto all'indietro e ha sbattuto la
testa contro il tavolino, credimi ha fatto tutto da solo"
Michele
ci riflettè su un attimo e concluse che, conoscendo Azaele,
era molto probabile che il demone stesse dicendo la verità.
“Che
ne sai che quel tizio è Azaele e come fai a sapere che quella
è la sua ragazza?”
"È
stato Razel a dirmi di Alba, e per quanto riguarda Azaele ho solo
fatto due più due quando mi ha aggredito in quel modo"
"Merda…
Razel è qui?"
"Almeno
fino a un quarto d'ora fa"
Michele
diede un'occhiata ad Azaele, notò che un gruppetto di persone
lo aveva circondato per aiutarlo e decise di continuare ad
interrogare Sael in un posto più tranquillo.
"Muoviti"
ordinò trascinandolo verso i bagni degli uomini "e vedi
di renderti invisibile, evitiamo di attirare l'attenzione"
Sael
obbedì.
Entrati
nei bagni Michele spinse Sael contro la parete e lo bloccò
puntandogli la spada contro il petto, il demone alzò le mani
"So… sono disarmato Michele!" balbettò.
Nel
bagno vi era un via vai di umani che andavano a urinare, spararsi
cocaina in vena o nel naso e scopare nei bagni con la conquista della
sera, ma nessuno di loro poteva vedere un angelo biondo minacciare
con una spada un diavolo vestito di nero con le mani alzate e uno
sguardo impaurito.
Michele
osservò Sael con più attenzione del solito, era la
prima volta che lo vedeva senza occhiali scuri, notò che aveva
due occhi verdi molto espressivi.
In
quel momento esprimevano un misto di paura e qualcos'altro che non
riuscì a decifrare.
"Perché
stavi parlando con Alba?"
"Che
tu ci creda o no, mi è riuscita simpatica. Ci stavo solo
chiacchierando, ci siamo incontrati per caso, te lo giuro!"
"Giuri
un po' troppo spesso Sael!"
"È
la verità, insomma... ammetto che all'inizio ho provato a
tentarla, ma è stato inutile perché lei è
inusuale e alla fine mi è riuscita simpatica, tutto qui"
"E
Razel? Qaundo ti ha detto che era la ragazza di Aza?"
"È
stato dopo che si sono incontrati fuori dal Cubo. Lei era preoccupata
perché la sua amica se ne stava andando con Ariel…"
"Aspetta,
che c'entra Ariel?"
"Credo
che abbia confuso le due ragazze!"
Michele
lo guardò senza capire.
"Alba
era qui con un'amica che se n'è andata con Ariel. Ho sentito
Razel dire ad Alba che quel
fesso aveva scelto la ragazza
sbagliata. Forse anche Ariel vuole scoprire dove si è
nascosto Azaele, dicono in giro che si sia fregato un'anima di Ariel
che giù da noi era stata assegnata a Razel! Ma tu devi saperlo
meglio di me, altrimenti non lo avresti cercato tanto, arrivando a
chiedere notizie anche ai nostri! Ti prego allontana la tua spada…
brucia da morire"
Michele
allontanò leggermente la spada dal petto di Sael.
"E
questo è tutto ciò che sai di questa storia?"
"No,
so anche che Razel vuole indietro l'anima che gli ha fregato Azaele e
soprattutto so che rivuole l'anima di Alba… dobbiamo avvertire
Azaele. Razel sembra tranquillo ma credo che sia furioso con lui, il
tuo amico sta rischiando veramente troppo questa volta e anche la sua
ragazza è nei guai!"
"E
a te che importa?" il modo arrogante in cui Michele gli aveva
posto la domanda irritò talmente Sael che la rabbia prese il
posto della paura.
"Ma
tu credi di essere l'unico che tiene a quello svampito? Guarda che
anche a me è simpatico, anche se non sto a darlo a vedere in
giro! Azaele ha già sofferto abbastanza quando gli hanno
portato via Alba la prima volta, non mi va che soffra ancora e poi
lei mi piace molto e non voglio che se la prenda quel troglodita di
Razel, non so perché la ritenga di sua proprietà ma non
penso proprio che se la meriti... E ti ho chiesto di allontanare
quella stramaledetta spada, brucia da morire, che cazzo!"
Michele
osservò il demone stupito, non immaginava che potesse provare
quel tipo di sentimenti nei confronti di nessuno. Lo aveva sempre
considerato un cretino che pensava di rendersi interessante
indossando un paio di occhiali scuri e un vestito nero.
Si
rese conto che era la prima volta che stavano avendo una reale
conversazione e che Sael, senza altri demoni intorno, era migliore
di come si era sempre mostrato.
"Scusa"
rispose abbassando la spada "in genere basta allontanarla
leggermente, non volevo farti male!"
"Per
poco mi tagli la gola però non volevi farmi male?"
rispose polemico Sael.
"Volevo
solo spaventarti, non avevo alcuna intenzione di tagliarti davvero la
gola!"
"Beh,
a me invece sembravi piuttosto convinto del contrario!" rispose
Sael abbassando le braccia e sfregandosi una mano sul petto.
“Che
male, devi avermi ustionato!” si lamentò.
"Apriti
la camicia!" disse Michele.
"Cosa?"
domandò Sael arrossendo imbarazzato.
"Fammi
vedere la bruciatura, idiota!"
"Ah,
ok!" rispose Sael aprendo la camicia e mostrando una larga piaga
rossa in corrispondenza del cuore.
Michele
ci rimase parecchio male, non era sua intenzione ferire così
il demone e non capiva come potesse essere successo. A meno che le
emozioni di Sael non fossero state ancora più forti di quello
che aveva dato a vedere, le spade angeliche rispondevano alle
emozioni scaldandosi fino a diventare incandescenti e forse la sua
spada aveva reagito alla paura e alla rabbia provate da Sael.
"Mi
dispiace, sul serio, non intendevo ferirti. Tieni passaci sopra
questa, vedrai che starai subito meglio" disse staccandosi una
penna candida e porgendola al demone.
Sael
lo guardò perplesso "Mi stai aiutando davvero?"
"No
per finta, muoviti, sono preoccupato per Azaele!"
Sael
passò la penna sulla piaga che sparì immediatamente.
"Va
molto meglio. Grazie!" commentò sospirando di sollievo e
rendendo la penna a Michele.
"Che
ci dovrei fare?" rispose lui brusco.
"Non...
non so, è tua, pensavo la rivolessi indietro!" rispose il
demone sentendosi un idiota.
Michele
si intenerì un po' nel vedere Sael con la sua penna in mano e
un'espressione imbarazzata in volto.
"Puoi
buttarla, non mi serve più ormai" gli suggerì con
tono più gentile "ci vediamo!" aggiunse voltandosi
verso l'uscita dei bagni.
"Aspetta,
io…" Sael si interruppe nel vedere lo sguardo di Michele
di nuovo teso.
"Allora?"
lo esortò l'angelo impaziente.
"Vorrei
darvi una mano!"
Michele
lo osservò qualche istante poi decise di provare a fidarsi, in
fondo Sael era al corrente di notizie utili e sarebbe stato meglio
averlo dalla loro parte che contro di loro.
"Ok,
aspetta un attimo prima di uscire e poi ci vediamo direttamente fuori
dal Cubo!"
Sael
lo guardò perplesso.
"Non
vorrai che ti vedano uscire di qui con la fidanzatina di Azaele?"
commentò sarcastico Michele.
Il
demone non replicò, sapeva di essere stato abbastanza stronzo,
il giorno prima. Si limitò a domandare "Dove?"
"Davanti
al passo carrabile"
"Ma
non è divieto di sosta ventiquattr'ore su ventiquattro? Non
dirmi che Azaele ha parcheggiato proprio lì?"
"Tu
che ne pensi?" sorrise Michele.
"Ovviamente!"
ridacchiò Sael.
Michele
notò che il demone oltre a due begli occhi aveva anche un gran
bel sorriso.
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