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Autore: AlbAM    15/06/2020    32 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 10

Non fidarti degli sconosciuti!



Alba stava ancora chiacchierando con Sael, quando vide Arianna avvicinarsi tutta eccitata.

"Ariel mi ha chiesto se gli faccio vedere dove abito!" le comunicò porgendole la mano" mi dai il bigliettino dei cappotti?"

"Alba la guardò perplessa "Scusa, ma ti sembra il caso? In fondo non sai davvero chi sia!”

"Mi basta sapere che stasera mi faccio il manzo più sexy di tutto il Cubo!"

"Guarda che non sempre è l'aspetto che conta! Potresti rimanere delusa!" intervenne Sael ridacchiando.

"Oh, beh! Io intanto lo porto a casa mia, domani poi vi faccio sapere!" rispose allegramente Arianna dirigendosi verso il guardaroba.

"Mi scusi un attimo?" domandò Alba rivolgendosi preoccupata a Sael.

"Ma si certo, va pure, abbandonami anche tu!" scherzò lui con tono fintamente tragico.

"Torno subitissimo!" lo rassicurò lei.

Alba raggiunse Arianna che attendeva il suo turno al guardaroba e le strinse un braccio preoccupata "Ari, non sai niente di lui!"

"Uffa Alba, piantala, non mi sembra il tipo del serial killer!” le rispose Arianna alzando gli occhi al cielo mentre recuperava borsa e cappotto.

Non ho detto questo, è solo che non dovresti fidarti così di uno che hai appena conosciuto”

Oh, piantala Alba, mi sembri mia madre! E poi mi pare che anche tu abbia trovato compagnia, no?" tagliò corto Arianna voltandole le spalle e raggiungendo Ariel che l'aspettava sorridente all'uscita del Cubo.

Il giovane tenne la porta aperta giusto il tempo di far passare la ragazza, poi la lasciò andare facendola sbattere praticamente in faccia ad Alba che li aveva quasi raggiunti.

Alba uscì e, un po' sconsolata, osservò Arianna andare via senza neanche accennare a voltarsi per salutarla.

Sospirò malinconicamente, non che fosse proprio offesa, sapeva com'era fatta la sua migliore amica e non c'era da stupirsi se aveva deciso di mollarla per finire la serata allegramente, però era lo stesso un po' delusa, qualche volta le avrebbe fatto piacere che Arianna rinunciasse ai fine serata da una botta e via e tornasse a casa insieme a lei, come quando erano due ragazzine e non c'erano ancora uomini a disturbare la loro amicizia.

"Che imbecille, ha sbagliato ragazza!" commentò una voce divertita al suo fianco.

Alba si girò, un omone alto più di due metri, probabilmente uno dei buttafuori del cubo, la osservava divertito mentre si rollava una canna.

"Che intende dire?"

"Quello che ho detto regazzina, senza nulla togliere alla tua amica e al suo bel culo, ha sbagliato ragazza" rispose l'ormone "ma magari per te è meglio no?"

"Non saprei, non capita mica tutti i giorni di incontrare il Dio del Tuono" scherzò Alba.

"Uahahaha, sei simpatica regazzina, ma ti sbagli, quello è solo una brutta copia del dio Thor e poi a me sembri più un tipo da moretto con gli occhi scuri! Mi sbaglio?" domandò lui guardandola negli occhi e porgendole la canna.

Alba rifiutò con un cenno del capo, ma sentì ugualmente un lieve capogiro "Beh, indubbiamente preferisco il tipo mediterraneo"

"Magari pure riccioluto?" aggiunse Razel strizzandole l'occhio.

Il capogiro di Alba peggiorò, aveva la sensazione di essere un po' ubriaca nonostante avesse bevuto solo una limonata e un cocktail analcolico.

"In effetti adoro gli uomini con i capelli ricci" aggiunse sorridendo complice.

"Me lo immaginavo" commentò Razel avvicinandosi alla ragazza.

Allungò una mano verso di lei ma prima che potesse toccarla un gatto nero atterrò sul suo braccio e lo graffiò.

"Ahi!" si lamentò il demone.

Cercò di dargli una pacca per toglierselo dal braccio ma il gatto fu più veloce, si lanciò tra le braccia di Alba e da lì rivolse a Razel un miagolio minaccioso.

"È tuo?" le domandò il demone.

"Non esattamente, però l'altra notte durante il temporale l'ho lasciato entrare in casa" rispose Alba riconoscendo la stella bianca sulla fronte "scusami, ti ha fatto male? Non riesco proprio a capire come possa avermi seguito fin qui!" rispose Alba imbarazzata.

Dev'essere il tuo famiglio!” borbottò lui.

Il mio cosa?” domandò Alba che non aveva compreso il borbottio di Razel.

In quel momento Sael si affacciò alla porta del Cubo e riconobbe Razel "Tutto bene?" domandò un po' preoccupato.

"Si, ho solo un po' di freddo!" rispose Alba rendendosi improvvisamente conto che era uscita con indosso soltanto la camicia di seta.

Per scaldarsi un pochino, abbracciò stretto il gatto nero che iniziò a far le fusa.

Sael rivolse un'occhiata di sfida a Razel e si avvicinò ad Alba frapponendosi tra lei e il grosso demone.

Razel ridacchiò e sbuffò una nuvola di marijuana.

Sael si tolse la giacca e la posò sulle spalle della ragazza "Dai rientriamo, anche i miei amici si sono volatilizzati, ti offro un drink analcolico così tu puoi affogare i dispiaceri nell'aranciata amara e io in un altro Mojito!" scherzò per consolarla.

Il gatto osservò Sael, poi come se avesse deciso di potergli dare la sua approvazione, si divincolò dall'abbraccio di Alba, saltò sul marciapiede e sparì tra le macchine parcheggiate.

Ma dove va?” si chiese Alba preoccupata.

Stai tranquilla, se la sa cavare di sicuro, vedrai che te lo ritrovi sotto casa ad aspettarti!” la rassicurò Sael.

Alba non avrebbe saputo dire perché, ma le parole di Sael la tranquillizzarono davvero, sorrise e aprì la porta del Cubo.

Il demone fece per seguirla ma Razel lo tirò indietro afferrandolo per il colletto della camicia "È meglio che non ci fai troppi pensieri sulla regazzina, bel fighetto, appartiene ad Azaele!"

"Cosa?"

"È la sua fidanzatina!"

"E a te che t'importa se mi prendo la fidanzatina di Azaele?"

"Normalmente niente, ma in questo caso, mi importa perché lei è anche mia! Nun ce devi proprio pensà a prendertela. Lui me la deve rendere, insieme a Molinesi, ti è chiaro adesso?"

"No, che significa che te la deve rendere... e poi chi cazzo sarebbe Molinesi?"

"Tu non devi farti domande, moccioso, tu devi solo stamparti bene in testa questa frase NUN CE DEVI PENSÀ. PUNTO!" concluse Razel lasciandolo andare.

Sael rientrò, si guardò intorno per cercare Alba e la vide che lo aspettava al guardaroba con un sorriso gentile.

Sospirò, non era giusto che Razel si prendesse quella ragazza, soprattutto se era la famosa umana di cui si era innamorato il moretto. Tutti conoscevano quella storia, ad Azaele si era spezzato il cuore.

"Devo avvertirlo che lei è tornata" decise Sael, poi si ricordò che era da un po' che non si vedeva in giro e che perfino Michele lo stava cercando "Magari lo ha trovato, potrei chiedergli se sa dov'è... se non mi ammazza prima" pensò Sael impallidendo leggermente al ricordo del recente scontro con l'angelo.


#


Michele fissava terrorizzato la strada aggrappato alla cintura di sicurezza. Aveva l'impressione che da un momento all'altro si sarebbero ammazzati o avrebbero ammazzato qualcuno o entrambe le cose, al contrario di Azaele che evitando con destrezza scooter, pedoni e buche, guidava con una Marlboro accesa tra le labbra e il braccio sinistro fuori dal finestrino.

"SantoIddio, era ora" commentò Michele sospirando di sollievo quando finalmente arrivarono di fronte al Cubo e poté scendere dalla macchina.

"Ehi, è vietato nominarlo invano!" lo sgridò Azaele.

"Non era affatto invano, te lo assicuro! Questa è la prima e anche l'ultima volta che mi convinci ad entrare in una macchina, la prossima volta ti seguo dall'alto!"

"Quante storie, gli umani la usano in continuazione!"

"Beh, francamente non mi spiego come mai non si siano ancora estinti" commentò Michele ancora sudato fradicio per la tensione.

"Scusa ma la lasci qui?" domandò notando che Azaele aveva parcheggiato davanti ad un divieto di sosta.

"Massi, tanto siamo di notte, a chi vuoi che interessi?"

"Ma c'è scritto passo carrabile, si prega di lasciare libero il passaggio ventiquattr'ore su ventiquattro!"

Azaele, fece spallucce e accendendo un'altra sigaretta si avviò verso il Cubo.

"Di un po', da quando in qua fumi?" domandò Michele perplesso.

Azaele osservò la sigaretta "Da quando sono nel corpo del pelatone! Ho visto un pacchetto a metà sul tavolo di cristallo e… beh non ho potuto evitare di accendermene una!"

"Devi essere l'unico demone che è riuscito a farsi tentare da un umano!" ridacchiò Michele

"Spiritoso!" rispose Azaele lanciandogli un'occhiataccia "Vuoi provare?” aggiunse poi porgendogli il pacchetto.

"In effetti sono sempre stato curioso di sapere che gusto ci provano!" commentò l'angelo prendendo una sigaretta dal pacchetto.

Azaele accese la sigaretta di Michele che alla prima tirata diventò pallido e cominciò a tossire "Ma che schifo, è una cosa orrenda e poi ha un sapore disgustoso" commentò tra un colpo di tosse e l'altro.

Azaele rise divertito "Devi essere l'unico angelo che riesce a farsi tentare da un demone"

"Cretino!" rispose Michele dandogli una pacca sulla nuca ma sorridendo anche lui.


Michele e Azaele erano appena entrati quando il demone vide Alba seduta su un divanetto che chiacchierava amabilmente con Sael.

"No… Non posso crederci!" commentò stringendo un braccio a Michele e indicandogli Alba "Che ci fa Sael con Alba?"

"Che vuoi che stia facendo, starà cercando di prendersela!" rispose Michele.

"Io lo ammazzo!" ringhiò Azaele.

"Ti do una mano!" rispose l'angelo ancora irritato con Sael per il modo in cui lo aveva trattato il giorno prima.

"Renditi invisibile" suggerì Azaele.

"Ok"

Azaele furente, raggiunse Sael e gli urlò in faccia "Non pensarci neanche per un secondo, imbecille, lei non sarà mai tua!"

Alba e Sael lo fissarono basiti.

"Non dirmi che conosci anche lui!" domandò Alba.

"Mai visto prima!"

In realtà Sael aveva riconosciuto Molinesi, ma non poteva dirlo, sarebbe stato piuttosto complicato spiegarle come mai conosceva il consulente grazie al quale insieme ai colleghi si divertiva a far litigare gli umani durante i laboratori, per non parlare dello spasso di quando avevano inscenato la possessione e… OCCAVOLO! Ecco dove aveva visto Alba e sopratutto, ecco dov'era finito Azaele!

"Alba, credimi, non devi fidarti di questo imbecille!" disse Azaele agitatissimo.

"Di te invece, si? E poi come ti permetti di offendere Sael, non lo conosci neppure!" rispose lei lanciandogli uno sguardo infuriato.

Lo conosco eccome, per favore Alba, credimi, non devi fidarti di lui, vieni via con me!” insistette Azaele prendendola per un braccio e facendola alzare in piedi.

Alba si divincolò dalla presa di Azaele “Tu sei completamente matto! Sael ha appena detto che non ti conosce! E non permetterti di toccarmi di nuovo!” urlò furiosa spingendolo indietro.

"Mi dispiace, la serata è completamente rovinata, è stato bello chiacchierare con te, ma ora voglio tornare a casa" disse a Sael alzandosi sulle punte dei piedi per dargli un bacio sulla guancia, Sael la guardò senza capire, poi si rese conto e si abbassò un po' per permettere ad Alba di baciarlo "È stato bello anche per me" rispose baciandola anche lui davanti allo sguardo esterrefatto di Azaele.

Alba fece dietro front e se ne andò senza degnare di uno sguardo Azaele che si lanciò verso di lei, ma fu trattenuto da Sael che gli aveva afferato un braccio “Aspetta Azaele, ti devo parlare!”

Che diavolo vuoi, lasciami andare!” rispose Azaele agitatissimo cercando di liberarsi dalla stretta di Sael.

Azaele, non puoi seguirla adesso, dammi retta!” cercò di calmarlo il demone.

Ma Azaele era troppo agitato per ascoltarlo, diede uno strattone talmente forte per liberarsi dalla presa di Sael che perse l'equilibrio e cadde all'indietro sbattendo la testa sullo spigolo del tavolino che si ribaltò rovesciandogli addosso bicchieri, bottiglie e piattini vari.

"Almeno ti sei calmato" sospirò Sael osservando il demone steso per terra, privo di conoscenza a causa della botta in testa.

In quel momento, sentì una mano tirargli indietro la testa e la lama di una spada premergli sulla gola, la voce bassa e tesa di Michele ordinò minacciosa "Non muoverti!"

Il diavolo si irrigidì spaventato.

"Cosa gli hai fatto?" domandò Michele che era stato impegnato a controllare che non ci fossero altri demoni in giro e non aveva assistito alla scena.

"Non gli ho fatto nulla" rispose Sael tremando.

Michele premette un po' di più la lama.

"Te lo giuro, Michele, non gli ho fatto nulla, non uccidermi!"

"Che gli è successo?" domandò ancora Michele continuando a premere ma stando in realtà attento a non ferire Sael, si era accorto che il demone era disarmato e per quanto fosse arrabbiato, non avrebbe mai potuto far del male ad un nemico inerme.

Azaele, voleva inseguire la sua ragazza, ho cercato di fermarlo per evitare che si mettesse nei casini, lui per liberarsi ha dato uno strattone così forte che è caduto all'indietro e ha sbattuto la testa contro il tavolino, credimi ha fatto tutto da solo"

Michele ci riflettè su un attimo e concluse che, conoscendo Azaele, era molto probabile che il demone stesse dicendo la verità.

Che ne sai che quel tizio è Azaele e come fai a sapere che quella è la sua ragazza?”

"È stato Razel a dirmi di Alba, e per quanto riguarda Azaele ho solo fatto due più due quando mi ha aggredito in quel modo"

"Merda… Razel è qui?"

"Almeno fino a un quarto d'ora fa"

Michele diede un'occhiata ad Azaele, notò che un gruppetto di persone lo aveva circondato per aiutarlo e decise di continuare ad interrogare Sael in un posto più tranquillo.

"Muoviti" ordinò trascinandolo verso i bagni degli uomini "e vedi di renderti invisibile, evitiamo di attirare l'attenzione"

Sael obbedì.

Entrati nei bagni Michele spinse Sael contro la parete e lo bloccò puntandogli la spada contro il petto, il demone alzò le mani "So… sono disarmato Michele!" balbettò.

Nel bagno vi era un via vai di umani che andavano a urinare, spararsi cocaina in vena o nel naso e scopare nei bagni con la conquista della sera, ma nessuno di loro poteva vedere un angelo biondo minacciare con una spada un diavolo vestito di nero con le mani alzate e uno sguardo impaurito.

Michele osservò Sael con più attenzione del solito, era la prima volta che lo vedeva senza occhiali scuri, notò che aveva due occhi verdi molto espressivi.

In quel momento esprimevano un misto di paura e qualcos'altro che non riuscì a decifrare.

"Perché stavi parlando con Alba?"

"Che tu ci creda o no, mi è riuscita simpatica. Ci stavo solo chiacchierando, ci siamo incontrati per caso, te lo giuro!"

"Giuri un po' troppo spesso Sael!"

"È la verità, insomma... ammetto che all'inizio ho provato a tentarla, ma è stato inutile perché lei è inusuale e alla fine mi è riuscita simpatica, tutto qui"

"E Razel? Qaundo ti ha detto che era la ragazza di Aza?"

"È stato dopo che si sono incontrati fuori dal Cubo. Lei era preoccupata perché la sua amica se ne stava andando con Ariel…"

"Aspetta, che c'entra Ariel?"

"Credo che abbia confuso le due ragazze!"

Michele lo guardò senza capire.

"Alba era qui con un'amica che se n'è andata con Ariel. Ho sentito Razel dire ad Alba che quel fesso aveva scelto la ragazza sbagliata. Forse anche Ariel vuole scoprire dove si è nascosto Azaele, dicono in giro che si sia fregato un'anima di Ariel che giù da noi era stata assegnata a Razel! Ma tu devi saperlo meglio di me, altrimenti non lo avresti cercato tanto, arrivando a chiedere notizie anche ai nostri! Ti prego allontana la tua spada… brucia da morire"

Michele allontanò leggermente la spada dal petto di Sael.

"E questo è tutto ciò che sai di questa storia?"

"No, so anche che Razel vuole indietro l'anima che gli ha fregato Azaele e soprattutto so che rivuole l'anima di Alba… dobbiamo avvertire Azaele. Razel sembra tranquillo ma credo che sia furioso con lui, il tuo amico sta rischiando veramente troppo questa volta e anche la sua ragazza è nei guai!"

"E a te che importa?" il modo arrogante in cui Michele gli aveva posto la domanda irritò talmente Sael che la rabbia prese il posto della paura.

"Ma tu credi di essere l'unico che tiene a quello svampito? Guarda che anche a me è simpatico, anche se non sto a darlo a vedere in giro! Azaele ha già sofferto abbastanza quando gli hanno portato via Alba la prima volta, non mi va che soffra ancora e poi lei mi piace molto e non voglio che se la prenda quel troglodita di Razel, non so perché la ritenga di sua proprietà ma non penso proprio che se la meriti... E ti ho chiesto di allontanare quella stramaledetta spada, brucia da morire, che cazzo!"

Michele osservò il demone stupito, non immaginava che potesse provare quel tipo di sentimenti nei confronti di nessuno. Lo aveva sempre considerato un cretino che pensava di rendersi interessante indossando un paio di occhiali scuri e un vestito nero.

Si rese conto che era la prima volta che stavano avendo una reale conversazione e che Sael, senza altri demoni intorno, era migliore di come si era sempre mostrato.

"Scusa" rispose abbassando la spada "in genere basta allontanarla leggermente, non volevo farti male!"

"Per poco mi tagli la gola però non volevi farmi male?" rispose polemico Sael.

"Volevo solo spaventarti, non avevo alcuna intenzione di tagliarti davvero la gola!"

"Beh, a me invece sembravi piuttosto convinto del contrario!" rispose Sael abbassando le braccia e sfregandosi una mano sul petto.

Che male, devi avermi ustionato!” si lamentò.

"Apriti la camicia!" disse Michele.

"Cosa?" domandò Sael arrossendo imbarazzato.

"Fammi vedere la bruciatura, idiota!"

"Ah, ok!" rispose Sael aprendo la camicia e mostrando una larga piaga rossa in corrispondenza del cuore.

Michele ci rimase parecchio male, non era sua intenzione ferire così il demone e non capiva come potesse essere successo. A meno che le emozioni di Sael non fossero state ancora più forti di quello che aveva dato a vedere, le spade angeliche rispondevano alle emozioni scaldandosi fino a diventare incandescenti e forse la sua spada aveva reagito alla paura e alla rabbia provate da Sael.

"Mi dispiace, sul serio, non intendevo ferirti. Tieni passaci sopra questa, vedrai che starai subito meglio" disse staccandosi una penna candida e porgendola al demone.

Sael lo guardò perplesso "Mi stai aiutando davvero?"

"No per finta, muoviti, sono preoccupato per Azaele!"

Sael passò la penna sulla piaga che sparì immediatamente.

"Va molto meglio. Grazie!" commentò sospirando di sollievo e rendendo la penna a Michele.

"Che ci dovrei fare?" rispose lui brusco.

"Non... non so, è tua, pensavo la rivolessi indietro!" rispose il demone sentendosi un idiota.

Michele si intenerì un po' nel vedere Sael con la sua penna in mano e un'espressione imbarazzata in volto.

"Puoi buttarla, non mi serve più ormai" gli suggerì con tono più gentile "ci vediamo!" aggiunse voltandosi verso l'uscita dei bagni.

"Aspetta, io…" Sael si interruppe nel vedere lo sguardo di Michele di nuovo teso.

"Allora?" lo esortò l'angelo impaziente.

"Vorrei darvi una mano!"

Michele lo osservò qualche istante poi decise di provare a fidarsi, in fondo Sael era al corrente di notizie utili e sarebbe stato meglio averlo dalla loro parte che contro di loro.

"Ok, aspetta un attimo prima di uscire e poi ci vediamo direttamente fuori dal Cubo!"

Sael lo guardò perplesso.

"Non vorrai che ti vedano uscire di qui con la fidanzatina di Azaele?" commentò sarcastico Michele.

Il demone non replicò, sapeva di essere stato abbastanza stronzo, il giorno prima. Si limitò a domandare "Dove?"

"Davanti al passo carrabile"

"Ma non è divieto di sosta ventiquattr'ore su ventiquattro? Non dirmi che Azaele ha parcheggiato proprio lì?"

"Tu che ne pensi?" sorrise Michele.

"Ovviamente!" ridacchiò Sael.

Michele notò che il demone oltre a due begli occhi aveva anche un gran bel sorriso.





   
 
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