Ciao Stellina

di Odysseus 950
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Erano le due quando iniziai a scriverti un giorno,
tutta la mia malinconia si levò di torno.

Erano le due del pomeriggio e disegnavi,
mi confessavi i tuoi dubbi e incertezze,
ero l'unico con cui ti sfogavi,
sognavi morbide e dolci carezze.

Scendevano sulla strada i raggi del Sole,
appassivano le viole.
Scese dal Cielo la Grande Madre col suo bambino,
scandivan quell'istante gli effetti del caffè e del vino.

Eravamo tutti seduti sul divano
a riflettere cosa fosse sacro, cosa profano,
parlavamo della nostra giornata,
che come tutte le altre lasciate al passato se ne sarebbe andata.

Dal terrazzo amavo osservare la croce e il campanile,
le contadine uscire dai granai e dal fienile,
ascoltavo coi piedi sul tavolino un vecchio vinile.

Paradossalmente la tua incertezza mi rassicurava,
la fiducia nel mondo che insieme costruiremo mi restituiva,
mentre vedevo una lucertola che da un foro su una roccia usciva
e la pioggia che il suolo benediva.





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