Bollicine al vetiver
Era
da più di mezz'ora che Draco continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a
riaddormentarsi. Si era svegliato a causa di uno spasmo allo stomaco e non era
più riuscito a chiudere occhio. Aveva un forte dolore addominale, come se qualcosa
all'interno si stesse gonfiando e sgonfiando rapidamente, poi sentiva freddo,
poi caldo, di nuovo freddo... scostava le lenzuola per poi nascondervici dentro
nuovamente, sudava ma aveva freddo, insomma: non riusciva a trovare pace.
Così,
si alzò e nell'esatto momento in cui la sua testa si scostò dal cuscino gli
venne un forte conato di vomito. Prima di finire col rigurgitare sul marmo nero
e pregiato del pavimento corse verso il bagno; fu molto veloce nel cambiare
stanza ma non riuscì a trattenersi davvero. Entrò nel bagno ma vomitò sul
pavimento su cui cadde poco dopo, battendo le ginocchia. Si sentiva molto
debole, spaventato e ora anche sporco. Eppure, nonostante la debolezza che lo
costrinse a stendersi sul pavimento, il suo stomaco non la smetteva di contrarsi
e la sua testa continuava a girare vorticosamente.
Draco
iniziò a piangere, spaventato. Cominciò a tremare, prima piano e poi a scossoni
sempre più forti, e più questi si intensificarono più l'aria faticò ad
arrivargli ai polmoni. Si sentiva asfissiare e aveva paura.
Era
quasi certo che sarebbe morto da un momento all'altro proprio lì, steso sul
pavimento del bagno sporco di vomito.
Pianse.
Singhiozzò tantissimo, disperato, per un lasso di tempo che a lui parve
infinito e logorante, e tutte le sue paure sembrarono confermargli che sì,
sarebbe morto lì, da solo, sul pavimento sudicio, e chiuse gli occhi.
«Draco?»
No,
non era vero; non poteva essere la voce di Harry. Quello stupido non c’era più.
«Draco?
Draco, stai... Draco, che hai?» Harry sembrò preoccuparsi, tanto da abbassarsi
sul corpo rannicchiato di Malfoy e stringerlo al proprio, noncurante della
sporcizia e del cattivo odore. Le braccia di Harry erano forti, solide, e il
suo corpo emanava un calore rassicurante. Draco smise di tremare immediatamente
e rilassò gli occhi ancora zuppi di lacrime.
«Te
ne sei andato.»
«Ma
cosa dici, Draco?»
«Sei
andato via.»
«Draco...
io sono qui. Ehi, sono qui, apri gli occhi. Draco, apri gli occhi.»
Con
riluttanza, Malfoy aprì gli occhi e tirò un respiro profondo. Harry continuava
a tenerlo stretto fra le braccia e, sì, aveva ragione: lui c’era. Era lì, non
era andato via. Potter sorrise dolcemente e gli passò le dita tra i capelli in
un goffo tentativo di carezzargli la testa. I due restarono stesi e avvinghiati
fino a quando Draco non sembrò rasserenarsi.
«Facciamo
un bagno insieme? Ti va?»
«Nel
bel mezzo della notte?»
«No?
Io puzzo.»
«Anche
io.»
«E
allora che ne dici di un bel bagno?»
«Sì,
direi di sì, è una buona idea. Sì. Facciamo un bagno insieme.»
Harry
sorrise ancora una volta, si rimise in piedi e ripulì il pavimento con un Politio.
Successivamente, puntò la bacchetta verso la vasca che, in pochi secondi, si
riempì d’acqua calda, schiuma e petali di fiori colorati. Terribilmente
romantico.
Senza
attendere oltre, Potter si tolse i vestiti rapidamente e li gettò per terra
prima di entrare nella vasca ed emettere un sospiro di sollievo. Draco era
rimasto immobile per il tempo necessario a guardare i gesti di Harry che si
spogliava. Li aveva fissati con intensità, come se fosse un dettaglio da imprimere
nella mente, da voler ricordare, il suo bicipite femorale appena accennato,
l’incavo che lasciava appena sotto al sedere quando piegava la gamba, le sue
spalle larghe, la sua pelle olivastra, il neo proprio al centro della natica
destra… tutti dettagli che mai, nemmeno sotto Oblivion, avrebbe potuto
dimenticare.
«Non
vieni?» Harry raccolse sulle mani un batuffolo di schiuma colorata e vi soffiò
sopra, facendo esplodere le bolle di sapone contro il muro di mattonelle
arancioni.
«Arrivo.»
Draco, pallido e stanco, si spogliò del pigiama e raggiunse il compagno nella
vasca; aprì le gambe leggermente, per avvolgere Harry, e sprofondò nell’acqua
lasciando fuori la punta del naso.
L’acqua
odorava di vetiver, profumo che associava a Harry fin dalla loro prima casa.
«Harry.»
«Mh?» Lui aveva gli occhi chiusi e il mento rivolto verso
l’alto. I suoi capelli si erano inumiditi e quelli attaccati alla nuca, invece,
erano completamente in balia delle bollicine di bagnoschiuma.
«Ti
ricordi la nostra prima casa?»
«Intendi
quello schifo di posto in Bulgaria?»
«Quella.»
Draco iniziò a giocherellare con l’acqua cercando di percepire la realtà della
situazione. Era davvero bagnato? Quella schiuma non la stava sognando? Harry
c’era? «Quello schifo di casa dove esplodevano le tubature dell’acqua almeno
due volte al giorno.»
Harry
rise forte e annuì. A Draco piaceva moltissimo il suono della risata di Potter,
genuina anche nei momenti più impensabili, capace di portargli il buonumore
ogni giorno.
«Eravamo
felici lì, però.»
«Vero.
Lo siamo anche qui, perché siamo insieme.» Harry aprì gli occhi e sorrise ancora.
«Te
ne sei andato.» Malfoy sembrò incupirsi e soffiò via un po’ di schiuma.
«Sono
qui.» Harry gli si avvicinò, portò il pollice e l’indice sotto al suo mento e
lo baciò. Fu un bacio lento ma passionale. Draco amava il sapore di Harry, gli
ricordava lo zucchero filato dei lunapark babbani in cui erano andati negli
Stati Uniti d’America. La lingua di Harry si muoveva sinuosa e sembrava ballare
un lento sensuale con quella di Draco. Quando si staccarono, Malfoy continuò a
tenere gli occhi chiusi e Potter gli mordicchiò famelico il labbro inferiore.
«Ti
amo, Harry.» La voce di Draco sembrò spezzata dal dolore, e si affrettò a dirlo
quasi avesse paura che l’altro potesse scomparire da un momento all’altro. Non
gliel’aveva mai detto. Stavano insieme da più di dieci anni e non gliel’aveva
mai detto. «Ti amo.»
«Ti
amo anche io, Draco.» Harry riprese a baciarlo, gli poggiò le mani sui fianchi
e lo tirò a sé prima di riprendere a baciarlo. Malfoy riprese a piangere e
dovette costringersi ad allargare le braccia e provare a stringere Harry, ma ci
riuscì. Continuò a baciarlo e si concentrò sulle mani di Potter che stringevano
la pelle intorno ai fianchi e che scivolavano giù, tra le gambe, facendolo
sussultare. «Non hai idea di quanto ti ami, Draco.»
Malfoy
arrossì e curvò la schiena, gemendo per le attenzioni di Harry. Sentiva le mani
di Potter muoversi sul suo pene, su e giù, il suo fiato caldo raffreddargli la
pelle del collo… e, complice l’inebriante profumo di vetiver, Draco lo bacio
con più foga. «Ti voglio, Harry,» mormorò Malfoy, «ti voglio sentire dentro di
me.»
«Qui?»
chiese Potter mordicchiandogli prima il labbro inferiore e poi il mento.
«Qui,
come facevamo in Francia, nella vasca. Ti voglio, Harry.» La voce di Draco era
bassa ma decisa.
Potter
tornò a stringergli i fianchi con forza poi, data la posizione, lo fece
scivolare verso di sé, in maniera tale che Draco gli fosse sopra a cavalcioni.
Malfoy mugolò e mosse il bacino; si abbassò un po’, con l’intento di strofinare
le natiche contro il pene già gonfio e duro dell’altro.
«Merlino,
Malfoy…»
«Sht!» lo zittì Draco che, dopo avergli afferrato le guance
con le mani, lo baciò con passione. Avvertì le mani umide di Harry
accarezzargli la schiena con tanta voluttà da fargli sentire le unghie troppo lunghe
graffiargli la pelle.
«Harry…»
Malfoy inarcò la schiena e sollevò la testa per dare modo a Potter di baciargli
il collo. Gli piacevano i baci sul collo e il modo in cui glieli dava Harry era
davvero eccitante. Quando le mani di Potter finirono sui glutei e gli
allargarono le natiche, Draco capì che fosse un chiaro invito. Si abbassò
gradualmente; con tutta quell’acqua divenne tutto più scivoloso, ma alla fine
riuscì ad accomodarsi e a sentire il membro di Harry entrare dentro di sé. Un po’
alla volta, riuscì ad entrare tutto e Draco gemette dal piacere.
«Harry…»
«Draco…»
«Harry…»
Draco lo chiamò a bassa voce, muovendosi piano contro il corpo del compagno. «Oh,
Harry…»
«Draco!»
«Harry…»
«Draco,
Draco! Draco, svegliati!»
Il
ragazzo aprì gli occhi. La vista era sfocata e non riusciva a capire dove si
trovasse. La vasca, l’acqua, il bagnoschiuma al vetiver…
«Draco!»
A gridare era una voce femminile.
«Harry…»
Malfoy bisbigliò prima di mettere a fuoco la situazione. Si trovava sul
pavimento del bagno, aveva ancora le labbra sporche del rigurgito ormai seccato,
e puzzava. Non esistevano bollicine al vetiver.
«Tesoro,
Harry… Harry è morto un mese fa.» Narcissa provò a utilizzare
un tono quieto e aiutò il figlio quantomeno a sedersi.
«Harry…
Harry è morto un mese fa,» ripeté Draco e scoppiò a piangere di nuovo. Sua madre
lo abbracciò con forza, scostandogli i capelli appiccicati sulla fronte sudata,
e gli carezzò la nuca. Era un gesto che lo tranquillizzava fin da quando era un
neonato ma, stavolta, Draco non avrebbe smesso di piangere con facilità.
*
The N
side
Per
smorzare un po’ la vena angst e malinconica di tutta
la storia, vi informo che mentre la scrivevo ho ascoltato le canzoni del
maestro Tony Tammaro.
Non sapete
chi è? Merlino, correte su YouTube!
Per il
resto, spero che la storia vi sia piaciuta e sarò più che lieta nel ricevere un
vostro parere! Oppure, potete mettere un like alla mia pagina facebook!