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Autore: Nemesis01    03/07/2020    0 recensioni
Draco non riesce a dormire distratto dalla nostalgia che prova nei confronti della vita condivisa con Harry.
ATTENZIONE! La storia si basa sulla morte di un personaggio principale.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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Bollicine al vetiver

 

 

 

Era da più di mezz'ora che Draco continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a riaddormentarsi. Si era svegliato a causa di uno spasmo allo stomaco e non era più riuscito a chiudere occhio. Aveva un forte dolore addominale, come se qualcosa all'interno si stesse gonfiando e sgonfiando rapidamente, poi sentiva freddo, poi caldo, di nuovo freddo... scostava le lenzuola per poi nascondervici dentro nuovamente, sudava ma aveva freddo, insomma: non riusciva a trovare pace.

Così, si alzò e nell'esatto momento in cui la sua testa si scostò dal cuscino gli venne un forte conato di vomito. Prima di finire col rigurgitare sul marmo nero e pregiato del pavimento corse verso il bagno; fu molto veloce nel cambiare stanza ma non riuscì a trattenersi davvero. Entrò nel bagno ma vomitò sul pavimento su cui cadde poco dopo, battendo le ginocchia. Si sentiva molto debole, spaventato e ora anche sporco. Eppure, nonostante la debolezza che lo costrinse a stendersi sul pavimento, il suo stomaco non la smetteva di contrarsi e la sua testa continuava a girare vorticosamente.

Draco iniziò a piangere, spaventato. Cominciò a tremare, prima piano e poi a scossoni sempre più forti, e più questi si intensificarono più l'aria faticò ad arrivargli ai polmoni. Si sentiva asfissiare e aveva paura.

Era quasi certo che sarebbe morto da un momento all'altro proprio lì, steso sul pavimento del bagno sporco di vomito.

Pianse. Singhiozzò tantissimo, disperato, per un lasso di tempo che a lui parve infinito e logorante, e tutte le sue paure sembrarono confermargli che sì, sarebbe morto lì, da solo, sul pavimento sudicio, e chiuse gli occhi.

 

«Draco?»

No, non era vero; non poteva essere la voce di Harry. Quello stupido non c’era più.

«Draco? Draco, stai... Draco, che hai?» Harry sembrò preoccuparsi, tanto da abbassarsi sul corpo rannicchiato di Malfoy e stringerlo al proprio, noncurante della sporcizia e del cattivo odore. Le braccia di Harry erano forti, solide, e il suo corpo emanava un calore rassicurante. Draco smise di tremare immediatamente e rilassò gli occhi ancora zuppi di lacrime.

«Te ne sei andato.»

«Ma cosa dici, Draco?»

«Sei andato via.»

«Draco... io sono qui. Ehi, sono qui, apri gli occhi. Draco, apri gli occhi.»

Con riluttanza, Malfoy aprì gli occhi e tirò un respiro profondo. Harry continuava a tenerlo stretto fra le braccia e, sì, aveva ragione: lui c’era. Era lì, non era andato via. Potter sorrise dolcemente e gli passò le dita tra i capelli in un goffo tentativo di carezzargli la testa. I due restarono stesi e avvinghiati fino a quando Draco non sembrò rasserenarsi.

«Facciamo un bagno insieme? Ti va?»

«Nel bel mezzo della notte?»

«No? Io puzzo.»

«Anche io.»

«E allora che ne dici di un bel bagno?»

«Sì, direi di sì, è una buona idea. Sì. Facciamo un bagno insieme.»

 

Harry sorrise ancora una volta, si rimise in piedi e ripulì il pavimento con un Politio. Successivamente, puntò la bacchetta verso la vasca che, in pochi secondi, si riempì d’acqua calda, schiuma e petali di fiori colorati. Terribilmente romantico.

Senza attendere oltre, Potter si tolse i vestiti rapidamente e li gettò per terra prima di entrare nella vasca ed emettere un sospiro di sollievo. Draco era rimasto immobile per il tempo necessario a guardare i gesti di Harry che si spogliava. Li aveva fissati con intensità, come se fosse un dettaglio da imprimere nella mente, da voler ricordare, il suo bicipite femorale appena accennato, l’incavo che lasciava appena sotto al sedere quando piegava la gamba, le sue spalle larghe, la sua pelle olivastra, il neo proprio al centro della natica destra… tutti dettagli che mai, nemmeno sotto Oblivion, avrebbe potuto dimenticare.

«Non vieni?» Harry raccolse sulle mani un batuffolo di schiuma colorata e vi soffiò sopra, facendo esplodere le bolle di sapone contro il muro di mattonelle arancioni.

«Arrivo.» Draco, pallido e stanco, si spogliò del pigiama e raggiunse il compagno nella vasca; aprì le gambe leggermente, per avvolgere Harry, e sprofondò nell’acqua lasciando fuori la punta del naso.

L’acqua odorava di vetiver, profumo che associava a Harry fin dalla loro prima casa.

«Harry.»

«Mh?» Lui aveva gli occhi chiusi e il mento rivolto verso l’alto. I suoi capelli si erano inumiditi e quelli attaccati alla nuca, invece, erano completamente in balia delle bollicine di bagnoschiuma.

«Ti ricordi la nostra prima casa?»

«Intendi quello schifo di posto in Bulgaria?»

«Quella.» Draco iniziò a giocherellare con l’acqua cercando di percepire la realtà della situazione. Era davvero bagnato? Quella schiuma non la stava sognando? Harry c’era? «Quello schifo di casa dove esplodevano le tubature dell’acqua almeno due volte al giorno.»

Harry rise forte e annuì. A Draco piaceva moltissimo il suono della risata di Potter, genuina anche nei momenti più impensabili, capace di portargli il buonumore ogni giorno.

«Eravamo felici lì, però.»

«Vero. Lo siamo anche qui, perché siamo insieme.» Harry aprì gli occhi e sorrise ancora.

«Te ne sei andato.» Malfoy sembrò incupirsi e soffiò via un po’ di schiuma.

«Sono qui.» Harry gli si avvicinò, portò il pollice e l’indice sotto al suo mento e lo baciò. Fu un bacio lento ma passionale. Draco amava il sapore di Harry, gli ricordava lo zucchero filato dei lunapark babbani in cui erano andati negli Stati Uniti d’America. La lingua di Harry si muoveva sinuosa e sembrava ballare un lento sensuale con quella di Draco. Quando si staccarono, Malfoy continuò a tenere gli occhi chiusi e Potter gli mordicchiò famelico il labbro inferiore.

«Ti amo, Harry.» La voce di Draco sembrò spezzata dal dolore, e si affrettò a dirlo quasi avesse paura che l’altro potesse scomparire da un momento all’altro. Non gliel’aveva mai detto. Stavano insieme da più di dieci anni e non gliel’aveva mai detto. «Ti amo.»

«Ti amo anche io, Draco.» Harry riprese a baciarlo, gli poggiò le mani sui fianchi e lo tirò a sé prima di riprendere a baciarlo. Malfoy riprese a piangere e dovette costringersi ad allargare le braccia e provare a stringere Harry, ma ci riuscì. Continuò a baciarlo e si concentrò sulle mani di Potter che stringevano la pelle intorno ai fianchi e che scivolavano giù, tra le gambe, facendolo sussultare. «Non hai idea di quanto ti ami, Draco.»

Malfoy arrossì e curvò la schiena, gemendo per le attenzioni di Harry. Sentiva le mani di Potter muoversi sul suo pene, su e giù, il suo fiato caldo raffreddargli la pelle del collo… e, complice l’inebriante profumo di vetiver, Draco lo bacio con più foga. «Ti voglio, Harry,» mormorò Malfoy, «ti voglio sentire dentro di me.»

«Qui?» chiese Potter mordicchiandogli prima il labbro inferiore e poi il mento.

«Qui, come facevamo in Francia, nella vasca. Ti voglio, Harry.» La voce di Draco era bassa ma decisa.

Potter tornò a stringergli i fianchi con forza poi, data la posizione, lo fece scivolare verso di sé, in maniera tale che Draco gli fosse sopra a cavalcioni. Malfoy mugolò e mosse il bacino; si abbassò un po’, con l’intento di strofinare le natiche contro il pene già gonfio e duro dell’altro.

«Merlino, Malfoy…»

«Sht!» lo zittì Draco che, dopo avergli afferrato le guance con le mani, lo baciò con passione. Avvertì le mani umide di Harry accarezzargli la schiena con tanta voluttà da fargli sentire le unghie troppo lunghe graffiargli la pelle.

«Harry…» Malfoy inarcò la schiena e sollevò la testa per dare modo a Potter di baciargli il collo. Gli piacevano i baci sul collo e il modo in cui glieli dava Harry era davvero eccitante. Quando le mani di Potter finirono sui glutei e gli allargarono le natiche, Draco capì che fosse un chiaro invito. Si abbassò gradualmente; con tutta quell’acqua divenne tutto più scivoloso, ma alla fine riuscì ad accomodarsi e a sentire il membro di Harry entrare dentro di sé. Un po’ alla volta, riuscì ad entrare tutto e Draco gemette dal piacere.

«Harry…»

«Draco…»

«Harry…» Draco lo chiamò a bassa voce, muovendosi piano contro il corpo del compagno. «Oh, Harry…»

 

«Draco!»

«Harry…»

«Draco, Draco! Draco, svegliati!»

Il ragazzo aprì gli occhi. La vista era sfocata e non riusciva a capire dove si trovasse. La vasca, l’acqua, il bagnoschiuma al vetiver…

«Draco!» A gridare era una voce femminile.

«Harry…» Malfoy bisbigliò prima di mettere a fuoco la situazione. Si trovava sul pavimento del bagno, aveva ancora le labbra sporche del rigurgito ormai seccato, e puzzava. Non esistevano bollicine al vetiver.

«Tesoro, Harry… Harry è morto un mese fa.» Narcissa provò a utilizzare un tono quieto e aiutò il figlio quantomeno a sedersi.

«Harry… Harry è morto un mese fa,» ripeté Draco e scoppiò a piangere di nuovo. Sua madre lo abbracciò con forza, scostandogli i capelli appiccicati sulla fronte sudata, e gli carezzò la nuca. Era un gesto che lo tranquillizzava fin da quando era un neonato ma, stavolta, Draco non avrebbe smesso di piangere con facilità.

 

*

 

The N side

Per smorzare un po’ la vena angst e malinconica di tutta la storia, vi informo che mentre la scrivevo ho ascoltato le canzoni del maestro Tony Tammaro.

Non sapete chi è? Merlino, correte su YouTube!

 

Per il resto, spero che la storia vi sia piaciuta e sarò più che lieta nel ricevere un vostro parere! Oppure, potete mettere un like alla mia pagina facebook!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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