Fuori
dalle mura del villaggio Lucilla e Nym attendevano pazientemente il
ritorno degli altri due e nel frattempo erano scesi dalle loro
cavalcature godendosi un meritato riposo per la fatica che avevano
affrontato prima nel contrastare la minaccia dell'agguato,l'elfo
teneva l'arco al suo fianco mentre da seduto si godeva la vista
sull'immensa area verde che lo circondava,si sedette a terra
ispirando a pieni polmoni i profumi e gli odori che attorno a lui
vagavano liberi mentre il suo udito percepiva tutti i suoi a lui
più
familiari alla sua razza,il cinguettio degli uccelli più
piccoli,i
passi di una lepre nelle vicinanze,lo scuotere delle foglie da parte
di un venticello giocoso che si muoveva tra le numerose fronde. Era
da tempo che ormai non sentiva più queste sensazioni di
benessere.
“Ti
senti bene?”La leggera e cristallina voce di Lucilla
richiamò
l'attenzione dell'arciere e i suoi occhi incontrarono quelli di
lei,che lo guardavano con aria preoccupata.
“Si...e
solo che è da molto tempo non sentivo più questo
contatto con la
natura,da quando abbiamo cominciato questo viaggio sono stati pochi i
momenti in cui ho potuto prendere tempo per me stesso.”
“Mi
spiace che la mia protezione occupi molto del tuo tempo mio caro
Nym,se fossi più forte non vi avrei mai coinvolti in questo
viaggio,per te e Gordlack dev'essere fastidioso questo
compito.”
“Non
dica così maestà...”, Nym si
alzò tutto d'un colpo e subito
superò in altezza Lucilla che al pari di lui sembrava una
ragazzina,
“Se io e quel testardo di un nano siamo qui e per
lealtà e
riconoscenza verso di lei, se non fosse stato per lei a quest'ora noi
saremmo....”
Non
fece in tempo a parlare che alle sue orecchie giunse un frusciare tra
gli alberi,subito guardò in direzione del rumore,prese
l'arco e
incoccò una freccia in un tempo inferiore ad un battito di
ciglia,il
volto dell'elfo trasmetteva tensione e nervosismo.
“Nym
che succede?” Chiese Lucilla con tono preoccupato.
“Mia
signora salga sulla cerva e si metta al riparo,temo che ci abbiano
raggiunti.”
La
ragazza non se lo fece ripetere e si avvicinò al grande
ruminante
che la fece salire sulla schiena,la cerva alzava e abbassava la
testa,tuttavia non sembrava spaventata ma piuttosto il contrario,come
se si stesse preparando allo scontro. Per quanto riguardava i due
cavalli quello di Nym batteva una zampa sul terreno a ritmo regolare
e agitava la criniera in segno di nervosismo,poi c'era Briseide,la
giumenta sembrava stranamente calma,nessuna reazione,nessun segno di
irrequietezza,l'unica cosa che faceva era nitrire e fissava anche lei
il punto in cui Nym stava prendendo la mira,l'elfo si accorse della
cosa e pensò che era incredibile come quell'animale non solo
non si
stesse facendo prendere dal panico,ma sembrasse addirittura sul piede
di guerra,come un soldato che attende di ricevere il nemico,doveva
riconoscerlo,quel mercenario di un umano aveva proprio un ottima
compagna di viaggio,non che lui non avesse un magnifico esemplare. La
corda era tesa,la freccia pronta a partire,i muscoli erano tesi e il
cuore in attesa di un battito più forte a dar via alla
carica ai
numerosi esserini verdognoli che in precedenza li avevano attaccati,a
quel punto poteva solo sperare che avesse abbastanza munizioni da
uccidere una ventina di goblin,a quel punto avrebbe fatto uso della
piccola ascia che nascondeva dietro la schiena,in caso di
combattimento ravvicinato.
Ora
bastava solo aspettare,il resto sarebbe venuto da se.
L'interno
della casa non sembrava un luogo molto adatto per uno scontro,nemmeno
per solo due persone. Nonostante il grande spazio all'interno
consentisse a due persone di muoversi liberamente per una decina di
metri,dato il fatto che l'ingresso dell'abitazione facesse anche da
sala da pranzo e che i pochi resti ancora in piedi e la mancanza di
mobili a ostruire i movimenti rendeva il luogo adatto per uno scontro
diretto con qualcuno che tendeva a nascondersi e colpire di sorpresa
come quello strano tipo,tuttavia Milziade avrebbe dovuto stare
attento,chissà quale altre bizzarrie era in grado di
compiere il
selvaggio di fronte a lui. L'aria li dentro sapeva di chiuso e la
polvere per terra si era sollevava al minimo cenno di movimento,un
breve sguardo dell'uno verso l'altro,gli artigli pronti a
squartare,la spada in attesa di affondare nelle carni dell'animalesco
assalitore, e poi iniziò. Il primo a scattare fu Milziade
che si
avventò sull'avversario colpendo con un fendente laterale,ma
l'altro
fu rapido a schivare il colpo,abbassandosi con un veloce movimento di
gambe per poi rispondere con un serie di fendenti portati con un
entrambe le mani,che agli occhi di chiunque lo avesse visto era
più
simili alle zampe di una bestia. Il guerriero a sua volta fu rapido a
evitare gli artigli con piegamenti di schiena oppure usando il piatto
della spada per parare i colpi subiti,attacchi feroci e rapidi come
mossi da una furia omicida. Spada e artigli,lama metallica contro
lame naturali,botta e risposta sia di uno che dell'altro
combattente,uno però combatteva in maniera civile,se
così si poteva
definire,attaccava come un uomo,parava come un uomo,schivava come un
uomo. L'altro invece portava attacchi rapidi misti ad una tattica
diretta e aggressiva,era carente di tecnica ma avvantaggiato da forza
e riflessi anormali, infatti ,dopo l'ennesimo attacco da parte di
Milziade, il selvaggio schivò un altro colpo,abbassarsi
poggiando
tutti e quattro gli arti a terra,piegare le gambe e poi saltare
addosso al guerriero,che non aspettandosi quel genere di mossa si
fece prendere di sorpresa,cadendo per terra e col suo nemico che
aveva fatto presa sulle sue braccia e affondava gli artigli nei
muscoli tonici ed allenati,il dolore fu grande e gli scappò
un
gemito di dolore trattenuto a stento dai denti stretti al massimo. Il
mostro guardò Milziade dritto negli occhi mentre col suo
occhio da
serpente non coperto dalla frangia brillava di eccitazione
primordiale mentre pregustava già il momento di dare la
morte con le
stesse mani,il predatore aveva tutta l'intenzione di finire la sua
preda. Sollevò una mano verso il soffitto,con gli artigli
pronti a
infliggere il colpo finale.
“
Qualcosa
da dire prima di
morire?”
“
Si...questo
farà più male
a te che a me.”
Disse
Milziade con un sorrisetto arrogante sulle labbra. Il selvaggio non
riuscì a capire per tempo quello che gli aveva detto il
guerriero
che poco dopo sentì un sibilo perforare l'aria,se ne accorse
all'ultimo e per istinto guardò di fronte a lui e quello che
vide,seppur per brevissimo tempo fu un grosso blocco di metallo
diretto sulla sua faccia,la curiosa visione fu seguita da forte
dolore al centro della stessa,seguita da un senso di disorientamento.
Era il maglio del nano che era andato centrare il viso dello
straniero,che lo costrinse a liberare la presa su
Milziade,rovesciarsi all'indietro e cadere a terra mentre nel
contempo si portava le mani all'altezza del naso. Milziade diede un
occhiata dietro di se mentre si trovava ancora a terra e poi lo vide
chiaramente,era Gordlack e teneva le braccia dritte davanti a lui e
le mani congiunte,chiaro segno che era stato lui a compiere quel
salvataggio in tutta fretta. Milziade si rialzò e si
girò verso il
nano.
“
Ehi
nano da giardino,perché ci hai messo così
tanto?”
“
Cosa?
Dopo quello che ti stava per fare ancora che ti lamenti? Avrei dovuto
lasciare che ti finisse e poi intervenire per ucciderlo all'ultimo
momento,di certo avrei fatto la scelta giusta.”
Il
nano entrò nell'abitazione e appena fu vicino all'umano
allungò un
braccio verso di lui e gli offrì una mano aperta che non
venne
rifiutata,Milziade si aggrappò alla mano per poi essere
tirato in su
e tornare in posizione eretta.
“Ti
odio nano,ho un debito nei tuoi confronti.”
“Ti
potrai sdebitare appena ti sarai levato dai piedi.”
“Cosa
che intendo fare il prima possibile,ma per ora...”
L'umano
non finì la frase che subito girò il suo sguardo
verso l'essere
poco più avanti di lui,era a terra e sembrava molto
sofferente,si
era messo in ginocchio e teneva le mani ancora premute sul naso
mentre da sotto di esse un leggero fiotto di liquido rosso colava
verso il basso sporcando la zona della bocca e del mento,per poi
finire in terra. Era evidente che il loro aggressore avesse il naso
rotto o peggio,un colpo simile avrebbe dovuto spaccargli la testa a
metà o se non altro fargli un buco in faccia grande quanto
un
melone,il fatto che fosse ancora vivo aveva dell'incredibile. L'uomo
rivolse
uno sguardo carico di rabbia verso i due che a loro volta lo
fissavano con aria fredda e distaccata,tanto in quelle condizione non
era molto quello che poteva fare,era questo quello che pensavano
Gordlack e Milziade,mentre il selvaggio che avevano di fronte era in
preda al dolore,ma ancora cosciente e in grado di sentire e vedere
quello che stavano facendo i suoi avversari.
“Fine
dei giochi amico,arrenditi e ti prometto che non ti farò
troppo male
quando ti ucciderò.”
Disse
Milziade puntando la spada verso il volto dello straniero,nel mentre
Gordlack recuperava il suo maglio e si affiancò al
mercenario,poggiando la testa del grosso martello sul pavimento e
poggiando le mani sulla base del manico,come se stesse in posa per
intimorire l'uomo ai suoi piedi e occludergli ogni via di fuga.
L'occhio
serpentino guizzava da un volto all'altro con chiara dimostrazione di
nervosismo,non c'era bisogno di un occhio attento che il selvaggio
era furente e l'espressione che trapelava dal suo sguardo lo
dimostrava ardentemente,si tolse le mani dal naso e le
appoggiò
sulle ginocchia,mostrando agli altri due l'evidente stato del suo
volto distrutto e l'osso del naso spaccato esattamente nel mezzo. Lo
guardarono dritto negli occhi mentre le mani stringevano forte la
presa sulle armi decisi a dargli il colpo di grazia e poi attaccarono
all'unisono.
Ma
proprio quando pensarono di averla avuta vinta il selvaggio fece un
improvviso atto di resistenza,rimasto in ginocchio e notando le parti
scoperte della loro difesa il suo corpo fece uno scatto completamente
inaspettato,irrigidendo i muscoli della schiena e del collo la sua
colonna vertebrale si allungò e con la testa
colpì entrambi a
livello del costato con tale forza da aprirsi una strada in mezzo ai
loro corpi. Il colpo subito era paragonabile allo scatto di una
vipera e la forza dell'incornata di un ariete e della botta appena
arrecata si sollevò sulle sue stesse gambe,per poi correre
fuori
dalla casa e sfuggire alla vista dei suoi avversari,corse per le
stradine sterrate con una velocità degna di coniglio per poi
fermarsi all'angolo di una casa,poggiarsi le mani sul setto nasale e
spingere sulla sezione dell'osso rotto. Il naso fece un leggero
scricchiolio e subito dopo un acuto dolore fece scappare un urlo
all'uomo mezzo nudo,facendogli scendere lacrime di pungente
sofferenza,ora poteva tornare a respirare come prima. Si
guardò un
attimo indietro per vedere se lo stessero seguendo,anche se lui
stesso sapeva che alla velocità alla quale aveva corso era
impossibile che lo avessero già trovato. Si passò
il dorso della
mano sulla bocca per togliere la fastidiosa presenza del sangue,che
tra l'altro era colato anche sotto il mento e gli aveva macchiato il
petto magro e tatuato,tornò col pensiero all'umano e al nano
che
aveva lasciato nella casa e cominciò a pensare tra se e se
con
rabbia e nel farlo tirò con leggero pugno contro il muro.
“Dannati,dovevo
essere io il cacciatore e loro le prede,non il contrario,nonostante
il nano sia fisicamente il più forte e chiaro come sia anche
il più
lento e il più facile da ingannare,il vero problema e
quell'umano,è
forte quasi quanto l'altro ma non abbastanza da resistere ai miei
colpi,eppure é rimasto calmo ,nonostante stessi per finirlo
non ha
fatto una piega,come se avesse previsto l'intervento del compagno.
Forse può aver visto di sfuggita il nano rialzarsi e
continuare a
combattere finché non l'ho buttato a terra,non posso dire
con
certezza che abbia previsto il tutto,ma sta di fatto che quello li
non me la racconta giusta,devo stare più attento,quelle
pecorelle
hanno dimostrato di essere più ostinate del previsto,ma se
pensano
di averla vinta si sbagliano,la caccia non si è ancora
conclusa.”
L'uomo
si staccò dalla parete e fece rientrare gli artigli fino a
far
tornare nuovamente le sue unghie originali,si addentrò
ancora di più
tra le case in cerca di un posto sicuro dove riposare,nel far
compiere così tante imprese al suo corpo si era stancato
più del
dovuto e la frattura del naso aveva contribuito a dover lasciare
andare le sue prede,doveva riposarsi,per il resto avrebbe dovuto
attendere.
Erano
a terra,contusi,senza fiato e con una grande frustrazione a
tormentarli,l'area dello scontro era tornata ad essere una casa
fatiscente senza più nulla di interessante,compreso il
soffitto,che
in quel momento era l'unica cosa sulla quale il loro sguardo riusciva
a vedere. Il nano si passò una mano sulla zona del costato
che era
stato colpito in maniera decisa e diretta,mentre l'umano al suo
fianco si portò una mano vicino alla bocca e
cominciò a tossire,il
colpo era stato così forte da bloccargli l'aria nei
polmoni,che
sentendo il colpo avevano momentaneamente tolto il respiro al
mercenario.
“Stai
bene?”
Chiese
Gordlack dolorante.
“Una
meraviglia...”,ma non finì la frase che un altro
colpo di tosse lo
prese alla sprovvista, “...e tu?”
“Splendidamente.”
Entrambi
si rialzarono a fatica,il dolore che sentivano si fece sentire ancora
di più spingendoli a voler restare per terra a riprendersi
dal forte
urto che avevano subito,ma nonostante ciò si fecero forza e
si
rimisero in piedi e si tolsero la polvere che si era posata sul loro
equipaggiamento.
“Ho
delle domande da farti nano?”
Disse
Milziade a bruciapelo.
“E
necessario farle proprio adesso?Non puoi aspettare che prima
uccidiamo quella specie di mostro?”
“Hai
visto com'è scappato via no? Non penso che
tornerà indietro così
presto e sono certo che sta tramando un altro attacco a
sorpresa,quindi,dubito che ripeterà la stessa mossa una
seconda
volta e adesso dimmi quello che voglio sapere.”
“E
cos'è che vorresti sapere?”
“Per
cominciare la motivazione di questo viaggio,perché la
ragazza ha
tutta questa urgenza di raggiungere la città di
Aegis?”
“Non
posso dirlo.”
“Come
mai una principessa necessita di viaggiare con una tale segretezza da
dover attraversare luoghi così pericolosi?”
“Non
posso dire nemmeno questo.”
“Perché
mai sono stato assunto io per un compito così
segreto?”
“Perché
l'ha voluto lei.”
“In
questo caso ho un ultima domanda da fare,che cos'è un
demiurgo?”
“Lo
domandi alla persona sbagliata,ma questo lo sapevi già
vero?”
“Si,ora
so per certo a chi lo devo chiedere e di certo non sei tu,Lucilla e
l'unica a potermi dare le risposte che cerco e i soldi che
voglio,possibilmente prima i soldi e poi le risposte.”
Gordlack
si aspettava una risposta simile,ai suoi occhi Milziade era solo un
affarista,un abile combattente che aveva scambiato il suo onore di
guerriero in cambio del prezzo corretto,uno come tanti che aveva
visto nella sua lunga vita da abitante della montagna,un guerriero
semplice alla vecchia maniera della sua gente: basso,tozzo,burbero e
con un pessimo carattere,pronto a difendere il clan,la propria
comunità e propri alleati. Cosa che si allontanava molto
dall'idea
che si era fatta dell'umano accanto a lui. Come poteva Lucilla aver
richiesto l'aiuto di un uomo simile,se tutto quello che chiedeva era
una ricompensa in denaro e poi andarsene come se nulla fosse? Era un
mercenario,questo ai suoi occhi lo rendeva un personaggio poco
raccomandabile.
“Andiamo
a inseguire quel mostro a forma d'uomo?”,chiese il nano
mentre si
diede un ultima spolverata alla testa del grosso martello.
“Si,ma
non nella maniera che si aspetta da noi,ascoltami attentamente,ho un
piano....”
Era
seduto in un angolo buio ed umido,in mezzo alla polvere e alla
sporcizia quando nel frattempo si stava riprendendo dal pesante
trauma che il suo setto nasale aveva subito. Se ne stava li a terra e
con gli occhi chiusi mentre le sue mani premevano forte contro il
pavimento della catapecchia e nel mentre recitava una nenia fatta di
borbotti e ringhi,di versi animali e parole dal suono antico e
sconosciuto,si concentrava e nel mentre qualcosa nel suo corpo
cambiava,i muscoli furono percorsi da leggeri spasmi involontari e
nello stesso tempo la sua carne riprendeva il
tono,l'elasticità e la
forza dimostrata prima. Sentiva la violenza dell'orso scorrergli
nelle vene la pazienza del lupo farsi spazio nella sua mente,mentre
poco alla volta il dolore al volto spariva e il naso si riprendeva
dalla martellata tornando completamente come prima.
Magia,era
quella il vero accesso per doni che la natura non concede a tutti,la
forza selvaggia e brutale con la quale i predatori nascono e gli
uomini sviluppano a fatica,troppo impegnati con la loro
civiltà,i
loro governi e tutte quelle cose che allontanano le creature con il
loro io primordiale. E lui ne aveva dovuto fare di strada prima di
apprendere quelle potenti capacità che ora gli appartenevano
e che
usava contro coloro che non riteneva degni,quelli che lui chiamava le
pecorelle,individui troppo deboli e insignificanti,come le
pecore,animali buoni solo per essere macellati e sfamare i
carnivori,questo era il solo ed unico scopo per quale esistevano e
lui accettava questa idea,perché questa era la
verità
dell'esistenza,il forte si nutrirà sempre del più
debole,così era
e così sempre sarà.
Era
passato un po' di tempo da quando quella bestia a forma d'uomo si
nascosta,era giunto il tempo di riprendere la caccia e di finire il
compito una volta per tutte,si rialzò in piedi carico di
rabbia e
rancore per l'umiliazione subita,dentro di lui una grande sete di
sangue si impossessava del suo essere mentre l'occhio serpentino
sprizzava vita come non mai,l'eccitazione della caccia gli ridiede la
spinta necessaria per tornare all'attacco.
“NON
CI PENSO NEMMENO,IL TUO PIANO E UN AUTENTICA IDIOZIA.”Una
voce in
lontananza destò l'attenzione del selvaggio,la riconobbe
subito e
spinto dalla curiosità decise che era giunto il momento di
riprendere da dove aveva interrotto il suo intento
omicida,sbirciò
fuori dall'uscio e vide che non c'era nessuno di fronte alla porta,si
guardò attorno e quando si sentì abbastanza
sicuro decise di uscire
e di tornare all'attacco,ma prima avrebbe controllato bene la
situazione da un posto sicuro e che gli avesse dato un buon riparo
nel caso avesse voluto compiere un agguato,proprio come piaceva a
lui. Ora che era tornato in piena forma fece compiere un altra
trasformazione al suo corpo,le ossa del corpo cominciarono a
dislocarsi formando così un assetto quasi differente dalla
struttura
originale e subito dopo l'uomo cominciò ad abbassarsi a
livello del
terreno e nel mentre appoggiò le mani sul terreno
argilloso,assumendo così le movenze di un animale in tutto e
per
tutto. Si spostava a quattro zampe nella maniera simile a quella di
una lucertola o di un coccodrillo,con il costato che ondeggiava da
una parte e dall'altra per poter coordinare i movimenti simili a
quelli di un rettile. Passò in mezzo ai vicoli e alle
stradine
secondarie mentre allo stesso tempo cercò di orientarsi
attraverso
il suono e la direzione dell'ultimo urlo sentito in precedenza,gli ci
volle un po' per orientarsi e alla fine li ritrovò a
discutere l'uno
contro l'altro in un acceso battibecco,urla,schiamazzi e rimproveri
di ogni sorta volavano gratuitamente come se fosse una discussione di
un quartiere di periferia,mancavano solo i vicini a fare da sfondo al
tutto.
“
IO
DICO CHE I TUOI ANTENATI SI STANNO RIVOLTANDO NELLA LORO PUTRIDA E
FETIDA TOMBA SAPENDO QUELLO CHE HAI INTEZIONE DI FARE.”,Disse
Gordlack puntando rabbiosamente il dito contro Milziade, a sua volta
l'umano diede un ceffone alla mano del nano e subito gli rispose a
tono.
“
IO
HO CONOSCIUTO POCHI NANI NELLA MIA VITA MA TI ASSICURO CHE TU SEI IL
PIU' COCCIUTO,TESTARDO E STUPIDO CHE ABBIA MAI INCONTRATO,SE TI DICO
CHE QUESTA E LA COSA MIGLIORE DA FARE ALLORA ASCOLTAMI E LASCIA
QUESTO POSTO.”
“
SEI
SOLO UN CODARDO,SAI CHE C'E' ? FAMMI UN FAVORE, SPARISCI DALLA MIA
VISTA E NON FARTI PIU' RIVEDERE,SE CAMBI IDEA E TI RICORDI COSA SIA
UN VERO UOMO ALLORA MI TROVERAI IN QUEL POSTO,PER IL RESTO FA COME
VUOI.
A
quel punto i due guerrieri si separarono e presero due strade
diverse,da quello che il selvaggio riuscì a vedere dal suo
nascondiglio,era evidente che i due avessero litigato
animatamente,per lui la cosa poteva essere solo un occasione ghiotta.
Molto probabilmente pensavano che avendo riportato una frattura
nasale così devastante sarebbe stato fuori dai giochi per
molto
tempo e che avevano tutto il tempo per venirlo a cercare e farlo
fuori,quanto erano stupidi quei due. Sarebbe bastato che si fossero
impegnati a cercarlo seriamente invece che litigare,così
sarebbero
stati costretti a dividere le loro forze rendendo più arduo
il
compito di finirlo,se non impossibile, mentre adesso il compito di
ucciderli sarebbe stato molto più facile di quello che
credeva,ma
doveva stare attento,avrebbe dovuto essere silenzioso e preciso e
solo all'ultimo saltare fuori ad azzannare la propria preda con un
fatale affondo dei suoi artigli,o dei suoi morsi a seconda
dell'attacco a lui più conveniente. Doveva scegliere chi dei
due
uccidere per primo,il nano o l'umano,ovviamente voleva occuparsi di
entrambi,il primo per il colpo che gli aveva inferto e anche
perché
tra i due sembrava il più facile da prendere di sorpresa,con
tutto
quel metallo che si portava addosso ai suoi occhi sembrava pesante e
goffo,lento come un maiale,grasso e dalla zampe tozze,il secondo
invece avrebbe voluto ucciderlo più lentamente,si era preso
gioco di
lui con quello scambio di colpi dentro la vecchia casa,solo per poter
essere ferito dal suo compare più basso,quel suo ghigno
arrogante
era la cosa che lo irritava di più,si sentiva preso in giro
da una
creatura che riteneva più debole di lui,un infimo uomo di
città,con
la sua cultura e la sua civiltà. Lui ci sputava sopra a
tutto ciò
che rappresentava la città e tutto ciò che lo
ricordava e quel
guerriero era un ottimo rappresentante. Poi alla fine prese la sua
decisione e spostò tutta la sua attenzione sul nano, infondo
tra
loro due era il bersaglio più facile,lo seguì di
soppiatto,attento
a non farsi sentire,restando nell'ombra mentre Gordlack borbottava
tra se e se si quanto si sentisse bene a non avere più a che
fare
con il mercenario e di come si sarebbe occupato di quel mostro in
forma d'uomo,ovviamente il nano non poteva sapere che l'individuo che
voleva finire col suo maglio era esattamente dietro di lui,a qualche
casa di distanza,in attesa di sferrare il colpo fatale. Dopo un po'
di camminata il nano entrò in un edificio diverso da molti
altri,era
molto più grande e all'apparenza sembrava un enorme capanno
di
legno,come molti altri edifici in città era vistosamente
rovinato ed
era segnato da segni di graffi e morsi di ogni sorta,appena lo vide
entrare il selvaggio si prese un momento per ricomporsi e tornare
nella sua forma originaria,le articolazioni,le ossa,i tendini e i
legamenti ricominciarono a scrocchiare mentre nel frattempo
riprendeva la sua posizione da bipede e la sua schiena
eretta,tornando così' ad una struttura umanoide. Gli artigli
uscirono di nuovo sostituendosi alle unghie,mentre sul suo volto un
sorriso da lupo nascondeva a fatica una gioia personale,uccidere quel
nano come un pecora braccata da un lupo gli dava una sensazione di
potere oltre ogni lecita ragionevolezza,nessuna persona che si
ritenesse un essere civile osava far passare tali pensieri di morte
per la sua testa e la sua anima,ovviamente lui di civile non aveva
niente,coscienza compresa. Uscì dall'ombra mostrando il suo
corpo
alla luce del sole,poi con fare lesto ma cauto si avvicinò
all'ingresso,poggiò l'orecchio alla porta e cercò
di comprendere
cosa stesse succedendo dietro la stessa,di certo entrare
così dalla
porta principale come se nulla fosse era un idea azzardata e priva di
qualsiasi vantaggio,cercò di sentire se c'erano rumori
sospetti,però
nulla,non sentì niente. Si fece coraggio e aprì
la porta molto
cautamente nel caso la porta potesse cigolare e segnalare la sua
presenza,ma per sua fortuna andò tutto bene e
aprì la porta senza
fare alcun rumore e si decise ad entrare. L'interno dell'edificio
mostrava al suo interno la presenza di quattro grandi colonne di
legno che reggevano il pesante tetto di paglia e tutto attorno vide
la presenza di grandi recipienti di terracotta contenenti
vino,grano,olio d'oliva,malto e orzo,il tutto distribuito in maniera
ordinata e in appositi spazi dedicati ad ogni alimento.
“Questo
dev'essere un magazzino,perché mai un nano avrebbe scelto di
rifugiarsi proprio qui?”,disse tra se e se il mostruoso
umanoide
mentre con passi leggeri si spostava tra un otre e l'altro,gli
artigli accarezzavano dolcemente la superficie dei vasi nell'attesa
di affondarli nella carne di quel basso e tarchiato ometto,poi
all'improvviso sentì un paio di passi pesanti e metallici
provenire
nella sua direzione,si acquattò dietro una delle file di
vasi che
componevano una delle tante file presenti li in
mezzo,preparò una
delle mani a colpire,non lo sentiva parlare ne lamentarsi dell'altro
guerriero come faceva in precedenza,ma poco importava,il rimbombo dei
pesanti stivali nanici dichiaravano molto bene la posizione di
Gordlack. Il respiro si fece pesante,la pressione al culmine della
sua forza,appena lo sentì vicino scattò,una mossa
rapida e il colpo
partì,non aveva bisogno di vedere la sua preda sapendo
già la sua
posizione,ma quando credeva di essere riuscito a colpire la sua prima
vittima l'unica cosa che i suoi artigli fendettero e l'aria,un
espressione stupita era scolpita sul suo volto,non vide nessuno di
fronte a se ma solo la presenza di due pesanti stivali di cuoio con
rinforzi e protezioni in ferro e ornato da immagini cesellate sugli
stessi. L'uomo parve confuso di fronte a quell'inaspettata
scoperta,si chiese come fosse possibile che solo gli stivali del nano
fossero li di fronte a lui e non il loro proprietario tutto d'un
pezzo e ancora allibito dalla cosa continuò a fissare le
calzature.
“Ehi
bestia.....”
Lo
sentì chiaramente e subito guardò di fronte a se
e poi,lo
rivide,era Milziade e tra le mani teneva una grossa e pesante
anfora,l'espressione sul volto del selvaggio era di puro stupore e
per un attimo gli sembrò che il cuore gli si fosse fermato.
“Prendi.”
Il
guerriero lanciò con forza il grande vaso contro lo strano
essere
che aveva di fronte a se,rapidamente il suo avversario rispose
all'offensiva e con una artigliata frantumò il vaso venendo
così
investito dal suo contenuto. N'è uscì una
sostanza
semiliquida,color dell'ambra il cui contatto con la pelle nuda del
selvaggio pareva molto appiccicoso, molta di quella sostanza gli
finì
in volto e sulla testa impastandogli i capelli in maniera fastidiosa,in
particolar modo sulla fronte dove una parte del fronte
era completamente occlusa e non poté più vedere
attraverso i
capelli. Finì anche sulle labbra dove istintivamente
passò la fila
di denti superiore sul labbro inferiore e ne sentì il
sapore,dolce,molto dolce. Con l'unico occhio scoperto da perfida
serpe osservò il proprio corpo con fare stupito e arrabbiato.
“Miele....questo
e miele....”,Disse il selvaggio mentre spostava lo sguardo su
Milziade che lo fissò a sua volta con scherno e arroganza,
“Questo
e miele delle api di bronzo”. L'ape di bronzo,un insetto poco
più
grande di un ape normale,la cui caratteristica principale,cosa che
dava nome al piccolo animale era la tonalità del duro
esoscheletro
assomigliante quanto ad una sottile lamina di bronzo brunito,la
preoccupazione di quell'uomo era più che naturale dato che
peggior
cosa dell'essere punto da una di quelle creaturine od essere colpito
da un centinaio di esse era avere a che fare con il loro miele. Una
sostanza dall'ottimo sapore e perfetta anche in ambito medico,ma il
contatto con la pelle era altamente dannoso in quanto il solo venire
a contatto con il corpo nudo rendeva la sostanza altamente
pericolosa, il solo contatto diretto poteva seccare,sgretolare e
perforare la pelle nel caso si fosse asciugato e tentato di levarselo
di dosso senza le giuste conoscenze su quella sostanza,che
solitamente appartenevano ad un medico o a un mago esperto del mondo
naturale.
“Ma
come è possibile che una sostanza simile si trovi in un
posto del
genere?”.
“Te
lo spiego io...”,disse Milziade mentre avanza lentamente
verso il
suo avversario, “immagino che tu non lo sappia dato la
maniera
nella quale poco ti vesti,vedi,ogni tanto mi è capitato di
sorseggiare una bevanda tipica dell'impero detta mulsum,si mescola
del miele ad una brocca di vino e poi lo si serve poco prima del
pranzo,il miele delle api di bronzo e particolarmente amato da tutte
quelle persone che sono disposte a spendere anche dieci cesari d'oro
solo per poterne bere un bicchiere,per tua sfortuna questo e un
deposito mercantile e tra i prodotti più costosi al suo
interno c'è
anche questo miele,che fortuna che ho avuto vero?Ma sai qual
è stata
la mia fortuna più grande? La tua natura
predatoria.”
Il
miele cominciò a seccarsi,processo che il selvaggio temeva
più di
tutto e nel mentre i suoi occhi astiosi e iracondi fissavano il
guerriero con intensità.
“Cosa?”
“Ancora
non ci arrivi?Fin da quanto siamo entrati qui dentro non hai fatto
altro che osservare me e il nano per tutto il tempo,saresti potuto
intervenire anche appena entrati al villaggio,ma hai preferito
aspettare e farti vivo solo quando abbiamo notato la distesa di
scheletri presenti al centro di questo posto,come a volerci incutere
timore e ucciderci senza troppe difficoltà,hai dato per
scontato il
fatto che avremmo combattuto divisi e in maniera impacciata,ma quando
hai notato che in due abbiamo avuto un vantaggio su di te sei subito
fuggito,in quel momento ho realizzato quale fosse la tua strategia di
ingaggio,così ho escogitato un piano,abbiamo fatto finta di
litigare
pensando di essere osservati e poi come sperato hai seguito il nano
pensando che io mi fossi dileguato,lasciandolo a morte certa,quando
in realtà ho corso giungendo fin qui passando per altre
strade,mentre tu hai fatto un giro più lungo per arrivare
fin
qui,quando io ci ho impiegato metà del tempo,trovando tutto
ciò di
cui avevo bisogno per farti cadere in trappola e poi mi sono nascosto
in mezzo alla merce,in questo momento quel cocciuto di un nano
starà
già tornando indietro dagli altri due ad informarli
dell'accaduto,come vedi bestia,io sono il lupo....”
Milziade
arrivò ad un palmo di naso dalla strana creatura che aveva
davanti
a se,gli appoggiò la spada sul lato del collo e lo
osservò con una
divertita sfrontatezza,il viso rilassato e la smorfia del
vincitore,un sorriso carico di derisione.
“...e
tu la pecora.”
A
quel punto l'espressione del selvaggio si tramutò dalla
rabbia alla
follia sanguinaria,emise un urlo
improvviso
e primordiale,mentre con un botta incontrollata allontanò il
braccio
di Milziade con mal curata mira e subito il mercenario balzò
indietro con un rapido scatto.
“TI
AMMAZZO VERME SCHIFOSO.”
Urlò
furioso l'essere bestiale,subito si lanciò contro il
guerriero
sferrando una serie di colpi animaleschi,molto forti ma poco precisi.
Per lo più erano ampie zampate di una bestia furiosa
che,ferita e
disperata,lotta con tutte le forze rimaste per uscire
vincitrice,sapeva che il tempo non giocava a suo favore e che il
miele presto o tardi lo avrebbe reso inagibile e inerme contro il suo
avversario,sentiva già adesso la pelle che si induriva per
colpa del
dorato prodotto delle api di bronzo,una potere concesso dalla natura
per difendere l'alveare in caso di golosi invasori.
Milziade
guardava quella serie di artigliate disperate come un successo in
piena regola,la vera trappola non consisteva solo nel bloccarlo nel
miele,cosa che stava riuscendo alla perfezione,ma anche di farlo
arrabbiare,infuriare,di costringerlo a dare tutto se stesso senza
alcuna strategia e tattica degne di tale nome,voleva sfruttare le
capacità del suo avversario contro se stesso e per quello
che stava
succedendo ci stava riuscendo. Lo straniero si dimenava più
che
poteva per poter anche solo sfiorare l'arrogante che lo aveva
condotto in quella trappola,ma il miele rendeva vani i tentavi di
colpirlo con i suoi inquietanti artigli da predatore,ma la ferocia
non gli era di alcun aiuto in quel momento e i movimenti serpentini
che prima gli erano stati molto utili ora sembravano inutili contro
quella sostanza viscosa che rendeva doloroso ogni
movimento,lasciandolo vulnerabile alle risposte di Milziade. Il
guerriero ora poteva scontrarsi col suo assalitore su un piano
più
umano,i movimenti del selvaggio erano diventati più
prevedibili e
quindi più facili da evitare o parare,diversi fendenti della
sua
corta lama ferirono la bestia in forma d'uomo sul ventre e sul
torace,mentre con un po' di agilità e un buon gioco di piedi
Milziade rendeva vani i colpi del rivale. Troppi erano i danni che
stava subendo per mano di quel semplice umano e i suoi tentativi
andati a vuoto per ucciderlo gli stavano facendo perdere tempo
prezioso,per questa ragione decise di giocare il tutto per tutto e in
quel momento compì un nuovo e sorprendente colpo di scena.
Puntò
entrambi le mani contro il volto di Milziade mentre da tutte e dieci
le dita gli artigli si strapparono via dalle punte delle dita per poi
volare come frecce in direzione dell'uomo e che si piantarono sul
pettorale,due sotto il mento e una aveva rischiato di recidere
l'arteria sul lato sinistro del collo.
“SEI
MORTA PECORELLA.”,ruggì il selvaggio mentre si
lanciava a fauci
spalancate contro il mercenario,tutti e trentadue i denti erano
divenute zanne affilate come le cuspidi di un muro di lance pronte a
strappare la gola dell'arrogante che si era preso gioco di lui,non
gli importava del dolore alle dita,non gli importava del miele che
presto gli avrebbe strappato la pelle,la sua mente spinta dalla
rabbia e dall'umiliazione aveva in mente solo lui,Milziade,che si era
permesso di prenderlo in giro fin dall'inizio,doveva fargliela
pagare,le pecore non si fanno beffe dei lupi. Gli sembrava
vulnerabile in quel momento,come un agnello che stava per essere
preso tra le fauci di un lupo,la sua ora era segnata. Poi
all'improvviso lo vide,gli parve solo un attimo,il tempo di un
battito di ciglia,ma il selvaggio lo vide chiaramente,dagli occhi di
Milziade scaturì in quel momento uno sguardo diverso da
quello che
aveva portato fin a quel momento per tutta la mattina,lo sguardo del
mercenario da prima rilassato e quasi scherzoso era passati in un
lampo a seri e decisi,una luce diversa illuminava ora le pupille
dell'uomo,il bagliore di una determinazione calma come il fuoco e
lucente come il sole. Non c'era esitazione in quegli occhi,ma solo
una grande forza di volontà della quale il selvaggio ebbe un
timore
improvviso e inaspettato,proprio come la mossa del guerriero. Mentre
il mostro in forma d'uomo avanza senza sosta nella sua carica
forsennata Milziade fece la sua mossa, per quanto gli artigli volanti
lo avessero preso alla sprovvista ebbe il tempo di compiere una mossa
fulminea,mosse il braccio che teneva la spada corta in un gesto
rapido,forte e deciso, in obliquo dal basso verso l'alto che si
scontrò col volto del selvaggio. Una profonda linea era nata
sul
volto della bestia e che adesso aggiungeva mostruosità ad
altra
mostruosità,lo squarciò fu così
dannoso da andare a prendere anche
l'occhio serpentino dell'uomo seminudo il cui urlo di dolore e paura
lo faceva sembrare più umano. Atterrò bruscamente
contro il
pavimento mentre in preda al dolore e alla perdita dell'occhio si
dimenava come una bestia impazzita,il sangue scendeva copiosamente
imbrattando il volto di un rosso vivo e caldo. Si portò una
mano
sull'orbita squarciata e nessun pensiero passò nella sua
mente se
non quello di tamponare la perdita subita e di salvare il salvabile.
Era stato troppo sicuro delle sue capacità e aveva
sottovalutato i
suoi nemici,ora ne pagava le conseguenze. Milziade rimase fermo
giusto un paio di secondi prima di rendersi conto dell'accaduto,non
sapeva bene cosa fosse successo,era stato distratto dal volo degli
artigli del selvaggio cosa che lo costrinse a mettersi sulla
difensiva,poi lo vide saltare contro di lui,come una fiera
sanguinaria e feroce saltargli incontro e in attimo trovò
subito la
soluzione,non per effetto di chissà quale magia o per via di
una
capacità sovrumana,ma solo grazie all'esperienza,ai riflessi
pronti,ad una mente attenta e un braccio forte e scattante,non si
poteva dire che quella fosse stata una delle sue mosse migliori e
più
sicure da realizzare,ma nel momento del bisogno,quando più
la sua
vita era in pericolo,qualcosa era scattato in lui e come un fulmine a
ciel sereno il suo colpo partì quando meno era previsto. Il
fuoco
della battaglia era ancora vivo nel guerriero e lo sentiva scaldare
ogni muscolo del suo corpo,ogni frammento di se ardeva come le fiamme
della fucina di Efesto e ci sarebbe voluto del tempo prima che anche
il più piccolo tizzone ardente si spegnesse in tutta
tranquillità.
Eppure il respiro era calmo e tranquillo e il suo cuore batteva privo
di qualsiasi ritmo scoordinato dovuto all'emozione, ma i suoi occhi
dicevano altro su ciò che sentiva in quel momento,lo sguardo
di chi
non sente alcuna esitazione o di pentimento su ciò che sta
per fare
e sapeva esattamente cosa c'era bisogna di fare, si voltò
verso la
bestia dolente ai suoi piedi e puntandogli la punta della spada
contro una tempia si rivolse a lui con tono asciutto e distaccato.
“Perché
quella ragazza e così importante per te? Cosa c'entra questo
attacco
col suo rapimento?”.
L'uomo
tatuato rivolse un occhiataccia rancorosa con l'unico occhio che gli
era rimasto e la sua bocca si serrò in un silenzioso
ringhiare colmo
di un odio profondo e primordiale,ma Milziade restò
indifferente nel
vedere quell'essere e non reagire alla sua rabbia,improvvisamente il
guerriero alzò l'arma dal collo del suo inerme aggressore e
con il
piatto della corta lama diede uno schiaffo sullo squarcio dalla quale
fuoriusciva abbondantemente linfa vitale,che fece sobbalzare il
selvaggio per l'ennesima botta.
“Sto
parlando con te schifoso,o forse devo essere più convincente
per
farti parlare?
“Sei
solo uno stupido, tu credi che solo io gli dia la caccia? Che non ci
sono altre persone interessate a lei? Presto ti renderai conto di
quanto vale realmente quella ragazza.”
“Di
cosa stai parlando?”
“So
che l'hai visto,nella foresta,il simbolo che ho lasciato per voi nel
luogo dell'imboscata...siamo venuti qui a prenderla per noi, i veri
predatori di questo mondo e i distruttori di quella debole e fragile
menzogna che voi chiamate civiltà e giunta al termine,stiamo
arrivando in centinaia di migliaia di
guerrieri,barbari,razziatori,saccheggiatori,druidi e quanto
c'è di
più pericoloso proveniente dal gelido e spietato nord,stiamo
arrivando....”
Mentre
parlava fece alcune gesti con le dita della mano libera e subito dopo
la sua pelle cominciò a sgretolarsi come pergamena vecchia e
dai
solchi usciva uno strano fumo caldo e nero,dall'odore nauseabondo.
“E
non potete far nulla per fermarci,SACRIFICIO DELLA VECCHIA
CARNE.”
All'improvviso
come un fulmine a ciel sereno un forte boato fece scoppiare la pelle
e la carne sottostante del selvaggio,ricoprendo così
Milziade di
sangue e filamenti di pelle e carne, il colpo fu improvviso e
distolse l'attenzione del mercenario dalla bestia appena sconfitta.
Gli occhi erano chiusi per via del sangue che aveva lordato
totalmente di sangue il volto e tutta la parte frontale del corpo,per
istinto provò a colpire l'avversario con un fendente alla
cieca,ma
colpì solo l'aria e sentì che il selvaggio si
stava allontanando da
lui a gran velocità,si passò una mano sulle
palpebre rosse
ripulendosi dal sangue caldo e disgustoso ed infine lo vide. Era
completamente nudo e con la pelle arrossata come se fosse stata
bruciata da un getto d'acqua bollente, i segni presenti sul petto
erano scomparsi,poi lo vide puntagli un braccio contro mentre con
l'altra mano continuava a tenersi l'orbita dolorante.
“TI
UCCIDERO' UMANO,TRA TORMENTI E SUPPLIZI CHE NON HAI MAI OSATO
IMMAGINARE,TI SBUDELLERO',TI SPELLERO' VIVO E TI FARO' DIVORARE
AGONIZZANTE TRA LE BESTIE DELLA FORESTA E I VERMI DELLA TERRA,PROPRIO
COME HO FATTO CON QUESTA GENTE,PAROLA DEL MEZZELFO NIMERIN,...E UNA
PROMESSA.
Con
queste ultime parole corse verso la porta con una postura bipede e
uscì,scomparendo dalla vista di Milziade,in tutta fretta
quest'ultimo provò a ricorrerlo, ma non appena
arrivò alla porta
non vide alcuna traccia del mezzelfo,era scomparso nel nulla e a quel
punto al guerriero non restò altro da fare che tornare
indietro a
prendere gli stivali del nano. Rimuginò su quello che gli
aveva
detto riguardo all'invasione,la grande ora che stava scendendo da
settentrione e si chiese cosa potesse centrare con una principessa in
fuga per chissà quale motivo,poi c'era questo
Demiurgo,perché mai
la sera precedente un gruppo di fanatici avrebbe dovuto attaccarlo
nella taverna nella quale alloggiava e il giorno dopo un maniaco
trasformista seminudo aveva organizzato così'
meticolosamente due
trappole nell'arco di una sola mattinata?Cosa c'era veramente in
questa storia che rendeva il tutto così appetibile?Ma
sopratutto
cos'era questo Demiurgo? Qualunque cosa fosse era così
prezioso da
scatenare una sequenza di eventi così catastrofica e
frettolosa da
coinvolgere chi c'entrava veramente poco con tutto questo. Non ci
capiva più niente di questa storia,l'unica cosa certa e che
c'era
una sola persona che avrebbe potuto rispondergli e quella persona
probabilmente era in compagnia di un elfo saccente e una cerva
particolarmente grossa e pericolosa,avrebbe dovuto stare attento a
ciò che avrebbe dovuto dire,inimicarsi più di
così l'arciere e
quello col maglio non sarebbe di certo stato una cosa saggia.
Tornò
dentro all'edificio e recuperò gli stivali di Gordlack e
appena li
prese in mano sentì il peso di quei calzari,doveva ammettere
che
erano stati molto più utili di quello che credeva,gli era
bastato
sbatterli ritmicamente contro il pavimento per simulare una camminata
e poi lanciarli al momento più opportuno,una buona
improvvisata se
pensava alle poche risorse sulla quale poteva affidarsi,avrebbe
dovuto riposarsi almeno una decina di minuti,ormai quell'individuo
era scomparso e adesso toccava agli altri occuparsi dei goblin e
contin... .Si girò fulmineo verso la porta del magazzino e
tornando
al pensiero al resto del gruppo si era ricordato che insieme a
Lucilla e a Nym era rimasta anche la sua Briseide e cominciò
a
correre a perdifiato,la sua giumenta era certamente una cavalcatura
affidabile,animale che non era solo veloce ma anche intelligente e
forse era l'unica creatura vivente della quale si fidasse
veramente,era anche in grado difendersi da sola potendo mordere e
scalciare così forte da spaccare la testa di un uomo come se
fosse
una zucca matura. Ma forse non avrebbe potuto reggere il confronto
con un intera banda di goblin,infondo erano solo un elfo,una
principessa sotto mentite spoglie e una possente cerva grande
abbastanza da sradicare un abete,ma Briseide restava pur sempre una
cavalla,non aveva capacità magiche o chissà quale
attacco segreto
per potersi difendere,aveva solo i suoi zoccoli e la sua testaccia
dura,ma a parte quello nulla. Arrivò ai confini del
villaggio,superò
la grande porta,fece il giro della mura e trovò il sentiero
che si
era aperto insieme al nano,in quel punto preciso trovò
Gordlack che
correva al massimo della sua velocità con le gambe tozze e
momentaneamente nude,il nano cercò di dirgli qualcosa ma non
lo
stette a sentire e gli lasciò i suoi stivali di fronte a lui
senza
dare al nano il tempo di chiedergli cosa fosse successo all'altro
tizio. Infine arrivò al punto dov'erano rimasti gli altri
due e per
quanto avesse corso e tutte le ferite subite nei due scontri
precedenti sentiva che poteva ancora combattere,poteva ancora alzare
la spada e trucidare più di una decina di quei piccoli
bastardi
verdognoli senza neanche troppa fatica,una fida compagna di sempre e
la sua unica possibilità per essere schifosamente ricco
stavano
rischiando la vita contro un orda di goblin,poteva solo sperare che
la situazione non fosse troppo grave. Ma quando credeva che lo
aspettava un altro combattimento si accorse dello spettacolo di
fronte a lui,numerosi corpi di goblin erano sparsi per terra senza
vita,alcuni con una freccia o due in diversi punti vitali,altri
presentavano segni di bruciature e pesanti ustioni,poi vide
chiaramente la cerva che stava calpestando alcuni goblin superstiti
sotto i suoi zoccoli di bronzo,poi da un altra parte vide un altra
figura alle prese con un paio di goblin ancora vivi,due dei esserini
verdi brandivano un coltellaccio ciascuno contro quello che sembrava
un umano molto giovane. La pelle del giovane era molto abbronzata e
portava dei corti capelli crespi di tinta bianca e vestiva solo di un
corto gonnellino blu con dettagli geometrici neri,uno spallaccio di
bronzo posto sulla spalla destra e un paio di sandali di cuoio
vecchio e consunto,tra le mani teneva nella destra un corto tridente
dalle punte affilate e come dettaglio all'attaccatura delle tre punte
al corpo di legno portava la forma di un idra a tre teste,che dalle
bocche aperte fuoriuscivano i rebbi e nell'altra mano reggeva una
grande rete formata da sottili catene alle cui estremità dei
pesi di
piombo di forma sferica rendevano quello singolare strumento ancora
più pesante. Uno dei goblin attaccò annunciando
le proprie
intenzione con un grido stridulo e fastidioso e si lanciò
reggendo
la sua arma con molto violenza ma poca abilità,in risposta
il
ragazzo lanciò la sua rete contro il piccolo essere che
rimase
intrappolato tra le sottili catenelle e che per il peso della stessa
non riuscì a scrollarsela di dosso,nel mentre il giovane si
lanciò
sul secondo brandendo la sua arma con un mano sola e subito
infilzò
il secondo goblin all'altezza del volto,devastandogli la faccia con
un colpo rapido e diretto uccidendolo sul colpo e senza neanche
dargli il tempo per reagire. Il goblin rimasto assistette alla scena
e preso dalla disperazione cercò di sollevare la rete con
tutta la
forza che aveva,ma i pesi laterali impedivano al verdastro
piccoletto di poter fare qualsiasi cosa,spingeva,tirava,sollevava,ma
non c'era nulla che potesse fare e quindi si sforzava con tutte le
sue piccole e miserevoli forze,ma il giovane estrasse il tridente e
subito lo infilzò nella schiena dell'altro
compare,stramazzandolo al
suono e facendogli emettere un ultimo grido di dolore misto a stupore
prima della morte,estrasse nuovamente l'arma dall'altro assalitore e
con un solo braccio tirò a se la pesante rete metallica per
mezzo di
una catenella esterna al resto della matassa e legata attorno alla
mano che l'aveva lanciata,mezzo ingegnoso per poterla riprendere
senza doversi disturbare di doverla raccogliere e poterla richiamare
a se quando voleva.
“Braxus.”,Il
giovane si voltò a sentire la voce di colei che lo aveva
chiamato,Lucilla lo intravide da lontano e gli fece segno di
avvicinarsi,il giovane raccolse la rete e se la mise in spalla
raggiungendo così la sacerdotessa di Apollo,lei appariva
stanca,sfibrata e molto provata per lo scontro che era avvenuto li in
quello spiazzo in mezzo agli alberi,ma contrariamente alla fatica il
volto di lei era così sorridente e sereno che l'arduo
scontro non
sembrava pesare in alcun modo sull'animo del giovane. “Ti
ringrazio
per essere giunto in nostro soccorso,sei un vero
amico.”,Disse lei
con delicata gentilezza mentre si asciugava la fronte madida di
sudore e il cervo sotto di lei finiva l'ultima di quelle creature.
“
Figurati
faccio solo il mio
dovere e poi,tutto sommato non avevo niente da fare in città
e
oltretutto sono qui per una questione della massima
urgenza,vedete...”
“Principessa.”
Una
terza voce si intromise nel discorso e nel sentirla i due giovani si
voltarono nella stessa direzione,era Milziade che si stava
avvicinando a loro con fare disinvolto,nonostante tenesse la spada in
mano e il sudore imperlava ogni centimetro di pelle scoperta. Il
mercenario appena si avvicinò alla ragazza venne subito
fermato da
Braxus che gli puntò sotto la gola la sua arma in asta.
“
Non
ti conosco amico.”, Disse il ragazzo con aria sospetta.
“
Se
vuoi ci possiamo conoscere....amico”, Disse Milziade con tono
freddo e controllato mentre il giovane inaspettatamente si
ritrovò
la punta della spada appena sotto il suo occhio sinistro,era stupito
da come l'arma di quello sconosciuto lo avesse colto di
sorpresa,eppure era sicuro che la spada corta si trovasse nell'altra
mano mentre adesso c'è l'aveva nella sinistra,doveva
ammetterlo,era
stato preso alla sprovvista.
“Ve
ne prego smettetela.”, Lucilla implorò i due ad
abbassare le armi
con supplicandoli con voce tenue e gentile,Braxus fu il primo ad
abbassare l'arma dato che fu persuaso dalla sua voce e dai suoi modi
così pacati e puri da farla sembrare ai suoi occhi una
musa,poco
dopo fu seguito dal mercenario ma solo perché era lei quella
che gli
aveva promesso dei soldi che non aveva visto,ma che tuttavia si
sentiva di avere già a portata di mano. Fu solo per quello
che
rinfoderò la spada e non perché lei gli avesse
ispirato un gesto di
accondiscendenza provenire dal cuore ma per il suo desiderio
pecuniario,nulla di più e nulla di meno che il vile denaro.
“Mia
carissima ragazza,c'è una cosa della quale dobbiamo
discutere.”
“Da
come mi hai chiamato prima posso immaginare di cosa vuoi
parlare.”
Disse lei preoccupata mentre lui le si rivolgeva con un espressione
statuaria e lo sguardo glaciale,per qualche secondo il mercenario la
fissò intensamente,come se volesse scrutarle dentro
l'anima,o almeno
era questa l'impressione che gli dava. Da parte sua la Lucilla non
abbassò lo sguardo e ciò mostro un qualche tipo
di coraggio,ma i
suoi occhi non davano quell'aria da ragazzina viziata che solitamente
ci si aspetterebbe da una signorina di nobili natali,anzi c'era una
sorta di candore e gentilezza nel suo sguardo,anche di fronte ad uomo
il cui unico compenso per quello sforzo sarebbe stato il denaro non
riusciva ad essere più cattiva,non era troppo difficile
capire che
entrambi non potevano essere l'uno più diversa dall'altra.
Lei lo
scrutò con attenzione e nel mentre si accorse degli squarci
presenti
sul pettorale di lui e delle ferite sottostanti, “Ma tu sei
ferito,aspetta ci penso io.”,Disse lei mentre presa da un
improvviso impulso di pietà verso il guerriero scese dalla
cerva e
si avvicinò ancora di più al suo interlocutore.
“Già
e proprio di questo che dobbiamo...”
Ma
lei non gli fece finire la frase che subito appoggiò le sue
mani sul
petto di Milziade,la candida pelle di lei pareva la più
nobile delle
sete se confrontata all'armatura di morbido bronzo e pur non
appoggiando i palmi con malizia sopra gli squarci dell'armatura
pareva un contatto piuttosto intimo al quale il mercenario non
riuscì
a sfuggire,cosa che lo mise in grande imbarazzo.
“Che
il tocco di Apollo lenisca i tuoi mali.”,Disse lei mentre una
tenue
luce scaturì dai suoi palmi facendo risplendere quel punto
della
armatura. Il mercenario si sentì pervadere da un sensazione
di puro
benessere,il tepore di energia calda e benefica circolava in tutto il
suo corpo facendosi pacificamente strada nei muscoli e nelle ossa
dell'uomo,che subito parve più sereno e meno imbronciato,al
contempo
le fatiche di quella mattina e le ferite ricevute in combattimento si
richiusero ad una velocità sorprendente e senza provocare il
minimo
dolore. Milziade sentiva le energie tornare e tutte le sue ferite
scomparire,come se non ci fossero mai state.
“Ma
cosa....”, Milziade dovette interrompere nuovamente le sue
parole
che vide Lucilla sentirsi mancare e rischiando di cadere al suolo, ma
rapidamente Braxus l'afferrò in tempo con le sue agile e
leggere ma
forti braccia. Le sollevò la testa appoggiandole una mano
sulla nuca
e poi delicatamente la posò sul terreno erboso.
“E
svenuta.” Milziade sentì una voce alle sue spalle
e vide la
sottile figura dell'elfo fare la sua comparsa,tra le mani stringeva
ancora l'arco e la sua faretra era quasi completamente vuota,
“ Non
so bene come funziona ma da quello che hai visto e dovuta dalla magia
che gli scorre dentro,in passato a fatto la stessa cosa con me e con
il nano,la luce che hai visto e in grado di curare o di bruciare a
seconda dell'uso che lei ne fa.”
“Quindi
i goblin con i segni di ustione sul corpo sono bruciati per mano
sua.”
“Esattamente,ma
l'uso di questi poteri la stancano velocemente e tutte le volte che
esagera tende a svenire per lo sforzo eccessivo,ma a parte questo non
le succede nient'altro di spiacevole,tempo un ora e si
riprenderà.”
Milziade
si riprese subito dallo stupore iniziale e distese i nervi,quella
mattinata aveva tirato fuori una serie di cose della quale poteva
fare anche a meno,bestie,goblin e un folle mezzelfo dai tratti
animaleschi che aveva tentato di ucciderlo,lo aveva minacciato di
morte e che vociferava di un orda di popoli selvaggi che avrebbero
distrutto qualunque cosa sul loro cammino,se l'avesse saputo prima
forse avrebbe rifiutato di affrontare tutto quel delirio di
viaggio,mai prima di allora aveva affrontato una impresa simile e di
certo avrebbe chiesto un cifra così grande da vivere di
rendita per
il resto dei suoi giorni,cosa che secondo lui si sarebbe meritato.
“Braxus,com'è
la situazione in città?”,chiese Nym con fare serio
e preoccupato.
“Non
bene,un esercito noviano e stanziato fuori dalle mura della
città,temo che questa volta facciano sul serio.”
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