Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo di Mokochan (/viewuser.php?uid=81458)
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Era semplicemente bella,
e al diavolo il
perché
#giacinto
Hinata stava restituendo un kunai a un ragazzino quando Naruto la vide.
I suoi capelli corvini erano legati in una coda bassa, delle forcine
eleganti a tenerle in ordine alcune ciocche ribelli, e portava un abito
leggero tipico dell’estate.
Non sarebbero andati in missione per qualche giorno. Vacanze a
sorpresa, avevano detto loro, e Naruto ne aveva gioito,
poiché avrebbe potuto passare altro tempo con la giovane
Hyuuga. E ora eccolo lì, pronto a incontrarla, ma
imbambolato a fissarla.
Hinata era bella in un modo del tutto sconosciuto a Naruto. Certo,
riconosceva ci fossero ragazze ben più belle di lei, eppure
ai suoi occhi nessuna reggeva il confronto. Forse perché
provava amore per lei come non l’aveva mai provato per
nessuno; forse era semplicemente qualcosa che non poteva essere
definito, come i sentimenti, e a guardarla non avrebbe saputo dire cosa
lo attraesse davvero, se la sua bellezza esteriore – morbida
e accogliente – o il suo carattere calmo ma deciso.
Sapeva solo che Hinata era bella, e avrebbe voluto toccarla in ogni
istante, sentirla premuta contro di sé, sentire il suo cuore
e i suoi respiri lenti, la sua voce piena di certezze e consigli fatti
di una maturità che a lui era estranea.
Solo – soltanto
– sentirla, sempre, in ogni momento.
«Naruto-kun?» La voce di Hinata lo
riportò alla realtà, e Naruto si rese conto che
il bambino era andato via e la ragazza lo guardava in tralice, la
perplessità nelle iridi lilla. Pericolosamente vicina,
terribilmente attraente.
«Scusa» rispose allora Naruto, grattandosi la nuca,
una mezza risata piena di imbarazzo e il cuore gonfio di parole e
sentimenti. «Stavo pensando.»
«A cosa?» domandò Hinata, curiosa.
E Naruto, una timidezza fatta di disagio, non riuscì a
rispondere altro che: «Non lo so.»
Hinata rise – una risata leggera e delicata.
«Quindi pensavi al nulla?»
«Forse» disse Naruto, e le sfiorò una
guancia con le dita. «O forse pensavo a te.»
Un rossore sulle gote, un sorriso dolce in risposta.
E, mentre camminavano l’uno accanto all’altra per
le vie del villaggio, Naruto si disse che era semplicemente bella, e al
diavolo il perché.
Note
dell'autrice
• Questo
è il quarto capitolo, ed è ispirato al Giacinto bianco.
Ormai prendo prompt da challenge varie ed eventuali - sempre sui fiori
(mi piacciono i fiori, sì).
• La flashfic è a stento una flashfic anche in
questo capitolo. Però è venuta così
breve poiché non necessitava di andare oltre per numero di
parole.
• Di nuovo il punto di vista di Naruto. Potrei fare due
capitoli per lei, due capitoli per lui. A seconda di come mi gira.
Salve! Eccomi per l'aggiornamento annuale (faccio schifo, lo so, mi
attendono miriadi di pomodori D:). Che poi non voglio mai aggiornare
una volta all'anno, eppure aggiorno una volta all'anno. Sono un'autrice
pessima (poi la gente finisce per dimenticarmi, alla faccia dei dodici
anni passati in questa sezione lol). Anyway, come ve la passate? Spero
bene. Naruto è finito da tre secoli, eppure c'è
ancora gente che ci scrive. Io sono ancora qua, anche se non sempre,
però ci sono. Vabbeh, sto divagando. Spero che questa cosina
vi sia piaciuta, e vi ricordo che mi trovate attiva nel fandom di Harry
Potter con la Long-Fic Looking
too closely.
Inoltre, ringrazio Emmevic che ha recensito il precedente capitolo, e
le 8 persone che hanno messo questa raccolta tra i preferiti,
quell'unica personcina che l'ha messa tra le ricordate e le
13 persone che l'hanno inserita tra le seguite e che ora mi staranno
guardando picchiettando sull'orologio come per dire: "Massì,
aggiorna ogni morte di papa" *pomodori pronti al lancio*. Ehm, okay,
direi che è ora di fuggire D:
Un bacione,
Mokochan
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