Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo

di Mokochan
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Era semplicemente bella,
e al diavolo il perché
#giacinto





Hinata stava restituendo un kunai a un ragazzino quando Naruto la vide. I suoi capelli corvini erano legati in una coda bassa, delle forcine eleganti a tenerle in ordine alcune ciocche ribelli, e portava un abito leggero tipico dell’estate.
Non sarebbero andati in missione per qualche giorno. Vacanze a sorpresa, avevano detto loro, e Naruto ne aveva gioito, poiché avrebbe potuto passare altro tempo con la giovane Hyuuga. E ora eccolo lì, pronto a incontrarla, ma imbambolato a fissarla.
Hinata era bella in un modo del tutto sconosciuto a Naruto. Certo, riconosceva ci fossero ragazze ben più belle di lei, eppure ai suoi occhi nessuna reggeva il confronto. Forse perché provava amore per lei come non l’aveva mai provato per nessuno; forse era semplicemente qualcosa che non poteva essere definito, come i sentimenti, e a guardarla non avrebbe saputo dire cosa lo attraesse davvero, se la sua bellezza esteriore – morbida e accogliente – o il suo carattere calmo ma deciso.
Sapeva solo che Hinata era bella, e avrebbe voluto toccarla in ogni istante, sentirla premuta contro di sé, sentire il suo cuore e i suoi respiri lenti, la sua voce piena di certezze e consigli fatti di una maturità che a lui era estranea.
Solo – soltanto – sentirla, sempre, in ogni momento.
«Naruto-kun?» La voce di Hinata lo riportò alla realtà, e Naruto si rese conto che il bambino era andato via e la ragazza lo guardava in tralice, la perplessità nelle iridi lilla. Pericolosamente vicina, terribilmente attraente.
«Scusa» rispose allora Naruto, grattandosi la nuca, una mezza risata piena di imbarazzo e il cuore gonfio di parole e sentimenti. «Stavo pensando.»
«A cosa?» domandò Hinata, curiosa.
E Naruto, una timidezza fatta di disagio, non riuscì a rispondere altro che: «Non lo so.»
Hinata rise – una risata leggera e delicata. «Quindi pensavi al nulla?»
«Forse» disse Naruto, e le sfiorò una guancia con le dita. «O forse pensavo a te.»
Un rossore sulle gote, un sorriso dolce in risposta.
E, mentre camminavano l’uno accanto all’altra per le vie del villaggio, Naruto si disse che era semplicemente bella, e al diavolo il perché.





『 350 parole | Prompt: Giacinto bianco, ‘Bellezza’  |  Tabella colori - Challenge dei Fiori di Torre di Carta


Note dell'autrice
Questo è il quarto capitolo, ed è ispirato al Giacinto bianco. Ormai prendo prompt da challenge varie ed eventuali - sempre sui fiori (mi piacciono i fiori, sì).
• La flashfic è a stento una flashfic anche in questo capitolo. Però è venuta così breve poiché non necessitava di andare oltre per numero di parole.
• Di nuovo il punto di vista di Naruto. Potrei fare due capitoli per lei, due capitoli per lui. A seconda di come mi gira.

Salve! Eccomi per l'aggiornamento annuale (faccio schifo, lo so, mi attendono miriadi di pomodori D:). Che poi non voglio mai aggiornare una volta all'anno, eppure aggiorno una volta all'anno. Sono un'autrice pessima (poi la gente finisce per dimenticarmi, alla faccia dei dodici anni passati in questa sezione lol). Anyway, come ve la passate? Spero bene. Naruto è finito da tre secoli, eppure c'è ancora gente che ci scrive. Io sono ancora qua, anche se non sempre, però ci sono. Vabbeh, sto divagando. Spero che questa cosina vi sia piaciuta, e vi ricordo che mi trovate attiva nel fandom di Harry Potter con la Long-Fic Looking too closely.
Inoltre, ringrazio Emmevic che ha recensito il precedente capitolo, e le  8 persone che hanno messo questa raccolta tra i preferiti,  quell'unica personcina che l'ha messa tra le ricordate e le 13 persone che l'hanno inserita tra le seguite e che ora mi staranno guardando picchiettando sull'orologio come per dire: "Massì, aggiorna ogni morte di papa" *pomodori pronti al lancio*. Ehm, okay, direi che è ora di fuggire D:
Un bacione,

Mokochan








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