Capitolo
11
Chi
è Azaele?
Alba
si infilò dentro le coperte ripensando a quell'imbecille di
Molinesi! Ma come si era permesso di rivolgersi a Lei e a Sael in
quel modo, comportandosi come se tra loro ci fosse qualcosa! Come se
avesse dei diritti su di lei!
Ma
quando? Ma dove?
E
aveva anche insultato Sael! Per una volta che aveva trovato qualcuno con
cui valeva la pena di fare due chiacchiere, ecco che era arrivato il
Grosso Fesso Pelato a rovinare la serata!
Alba
sospirò, era da tanto che non si trovava così bene con
qualcuno, le sarebbe piaciuto molto diventare amica di Sael e invece
per colpa di Molinesi si era dimenticata di scambiare il numero di
cellulare.
Il
gatto nero saltò sul letto e si acciambellò accanto a
lei facendo le fusa. Alba sorrise, Sael aveva avuto ragione, il gatto
era arrivato a casa sano e salvo e l'aveva aspettata davanti alla
porta.
"Mmmh,
che meraviglia Merlino, rimani accanto a me!" mormorò
abbracciandolo e cadendo addormentata senza neanche rendersi conto di
averlo appena chiamato per nome. Il gatto la osservò per
qualche istante e poi si addormentò anche lui.
#
"Azaele?
Che nome strano!" commentò Alba.
Il
giovane ci rimase un po' male "Che ha di strano?"
Alba
si accorse di essere stata un po' scortese "Scusa, non volevo
offenderti, è solo che non ho mai conosciuto nessuno con
questo nome, sei straniero?"
Il
giovane sorrise "In un certo senso! Perché quei contadini
ti inseguivano?"
"Ho
usato delle erbe per calmare la febbre di una ragazza che aveva le
convulsioni. Secondo il sacerdote del paese era stata posseduta dal
demonio"
"Addirittura? Mi
è capitato spesso di provocare reazioni entusiastiche, ma
convulsioni mai!" rise il ragazzo.
Alba
gli lanciò uno sguardo perplesso.
"E
scommetto che al sacerdote non è andata giù la
guarigione!"
"In
realtà non è stato lui ad accusarmi ma un contadino che
non ho voluto per marito!"
"Quel
biondo che prima voleva arrostire te e poi il cinghiale?"
"Già"
sospirò Alba "proprio lui!"
"Francamente,
anche io al tuo posto non gli permetterei di sfiorarmi neanche con un
dito! Mi sembra un completo idiota e poi puzza più del
cinghiale!" rispose il ragazzo allegramente.
"Ti
accompagno a casa, anche se la tua ferita non è grave è
meglio che non ti sforzi troppo e poi non si sa mai, quei contadini
potrebbero essere ancora in giro!" aggiunse caricandosela sulla
schiena come uno zainetto.
Alba
rimase stupita dalla forza del ragazzo, l'aveva sollevata senza
alcuno sforzo e ora camminava a passo svelto come se non portasse
alcun carico.
"Ma
non ti stanca portarmi sulla schiena mentre cammini?" chiese
stupita.
Il
ragazzo rise "Ma va là, sei più leggera di una
piuma!"
Arrivarono
quasi al limite del bosco in pochi minuti, il ragazzo sembrava non
aver bisogno di seguire alcun sentiero, camminava spedito in mezzo ai
cespugli e agli arbusti che al suo passaggio sembravano quasi
spostarsi per fargli spazio. Alba pensò che doveva essere una
di quelle guide che aveva spesso visto accompagnare i soldati del
Papa.
Improvvisamente
il ragazzo si arrestò.
"Che
succede?"
"Sento
odore di fumo, non mi piace!"
"Sei
sicuro, io non sento nulla?"
"Siamo
troppo lontani per te, forse è meglio se scendi e io vado
avanti a controllare cosa sta succedendo"
"No,
ti prego Azaele, non voglio rimanere sola!" lo pregò Alba
stringendosi a lui.
Azaele
nel sentire la ragazza stringerlo in quel modo, provò una
sensazione sconosciuta, una sorta di tenerezza mai provata prima e
che gli piacque molto.
"Va
bene, ma è meglio se scendi e cammini al mio fianco, potrei
aver bisogno di avere le mani libere!"
Alba
scese e gli strinse una mano per sentirsi più sicura, Azaele
sorrise e insieme si avviarono verso il limite del bosco.
#
Michele
si guardò intorno e individuò Azaele che si premeva del
ghiaccio istantaneo sulla nuca.
Incrociò
il suo sguardo e gli fece un cenno.
Azaele
capì, ringraziò il gruppetto di persone che lo aveva
aiutato e raggiunse Michele.
Una
volta usciti dal Cubo, si diressero verso il passo carrabile dove li
aspettava Sael apoggiato al muro e con le braccia incrociate.
"Che
ci fai qui tu, bastardo?" lo apostrofò Azaele
rabbiosamente.
Sael
non si scompose "Modera i termini, sono qui per dare una mano!"
"Come
hai fatto poco fa?" rispose furioso Azaele lanciandosi contro di
lui.
Ma
il corpo umano di Molinesi rallentava i suoi movimenti.
Sael
scansò senza problemi il suo attacco e lo spinse contro il
passo carrabile tenendolo schiacciato contro la saracinesca
abbassata.
"Ti
vuoi calmare? Ho detto che ti voglio aiutare, perché non
ascolti le persone quando ti parlano?"
"Non
accetto l'aiuto di uno che è rimasto deluso perché non
si è potuto gustare lo spettacolo degli Arcidiavoli che mi
torturano"
Michele
intervenne "È vero?"
Sael
lasciò andare Azaele "È vero che l'ho detto, ma
non che lo penso" ammise sostenendo lo sguardo di Michele.
"Ah
si? Da come te la ridevi con Sakmeel, a me invece è sembrato
che trovassi la cosa piuttosto divertente!" ribatté
Azaele.
"Trovo
divertente vedere gli Arcidiavoli torturarti esattamente come tu
trovi divertente organizzare giochini a tre con le utenti!"
rispose secco Sael.
"Cosa?"
domandò allibito Michele.
"Sono
tutte stronzate!" esclamò imbarazzato Azaele.
"Esatto,
sono stronzate che ci tocca dire per quieto vivere, per evitare
problemi con i nostri colleghi! Quindi datti una calmata se vuoi che
ti aiuti a gestire il casino in cui ti sei cacciato! Cominciando dal
problema di come trasportare il tuo corpo umano, visto che un carro
attrezzi si è appena portato via la tua macchina!"
Azaele
e Michele si guardarono intorno e si resero conto che effettivamente
l'ingombrante SUV noleggiato da Azaele non c'era più.
Michele
sospirò.
"Non
dire niente!" commentò affranto Azaele, sedendosi sul
marciapiede.
"Allora
che si fa?" domandò Sael.
Michele
ci pensò un attimo "È meglio dividersi, voi
trovate il modo di andare a casa di Alba e controllate che Razel non
l'abbia seguita, io vado a casa della sua amica per evitare che Ariel
reagisca in modo eccessivo quando si accorgerà di aver
sbagliato ragazza"
"Come
fai a sapere dove abitano?" domandò stupito Azaele.
"Ho
seguito Alba dappertutto quando ti cercavo!"
"E
Razel che c'entra, perché dovrebbe aver seguito Alba?"
chiese ancora Azaele cominciando a sentirsi in ansia.
"È
convinto che tu debba rendergli l'anima di Alba, me l'ha detto lui
stesso!" spiegò Sael.
"Non
capisco, perché mai Razel pensa di essere il proprietario
dell'anima di Alba e cosa vuol dire che Ariel ha sbagliato ragazza?"
domandò Azaele agitatissimo.
"Calmati
Aza, adesso non abbiamo tempo per discutere di questo, ci penseremo
poi" intervenne Michele nervosamente "datevi una mossa,
cercate un taxi, un passaggio per Azaele, insomma muovetevi!"
"Ok,
Azaele ti porto io" propose Sael aprendo le ali.
"Ma
così vi vedranno tutti!" esclamò Michele.
"Figurati,
che vuoi che succeda se mi vedono?” cercò di
rassicurarlo Azaele “Al massimo girerà la mia foto sui
social, diranno tutti che è ritoccata per far credere che sto
volando e qualcuno ci farà un meme che in meno di una
settimana sarà dimenticato!".
E
in effetti andò così, a parte per il meme
dell'Uomo Pelato Che Vola, che divenne uno dei più
famosi e longevi del mondo dei social.
Michele
osservò Sael alzarsi in volo, sospirò preoccupato e si
alzò in volo anche lui.
#
Arianna
e Ariel erano a letto. Arianna non poteva credere a quello che era
appena successo, Ariel era l'uomo più bello e perfetto che
avesse mai conosciuto.
Lui
la guardò sorridendo "Sono stupito, non pensavo che mi
avresti invitato davvero a casa tua!"
"Perché?"
domandò Arianna allungando una mano per accarezzargli capelli.
"Non
pensavo di essere il tuo tipo"
"Ma
quando mai?" rise Arianna.
"Pensavo
fossi attratta soprattutto dagli uomini dall'aspetto mediterraneo!"
commentò Ariel perplesso.
"Ma
quella è Alba!" rise Arianna "A lei piacciono solo
mori e riccioluti! Non sa cosa si perde!"
"Cosa?
Cosa hai detto?"
"Ho
detto che ad Alba piacciono…"
"Aspetta
vuoi dire che tu non sei quella innamorata di Azaele?"
Arianna
lo guardò senza capire "Chi è Azaele?"
"Tu
non hai idea di chi sia Azaele?" domandò ancora Ariel.
"No,
dovrei?" chiese a sua volta Arianna che cominciava a sentirsi a
disagio.
"Ma
per la miseria sono un idiota!" esclamò furioso Ariel
saltando giù dal letto e rivestendosi.
"Scusa
non capisco, ma perché sei così arrabbiato?"
"Perché
ho solo perso tempo!" rispose lui senza un minimo di
delicatezza. Finì di vestirsi e se ne andò senza
salutare, sbattendo pure la porta nonostante l'ora tarda.
Arianna
rimase inebetita a fissare la porta appena sbattuta da Ariel. Ne
aveva avute di esperienze deludenti, ma mai nessuno era arrivato a
urlarle di essere stata una perdita di tempo.
E
poi che c'entrava Alba e che cosa voleva Ariel dalla sua migliore
amica? E chi era questo Azaele?
Arianna
si sentì improvvisamente impaurita, Alba aveva ragione, non
avrebbe dovuto fidarsi di Ariel. Doveva avvertirla prima possibile,
dirle di tenersi lontana da lui.
#
"Complimenti,
sei proprio un vero gentiluomo!" esclamò Michele
sarcastico rivolgendo uno sguardo di disapprovazione ad Ariel che si
era appena lasciato alle spalle la porta dell'appartamento di
Arianna.
Ariel
gli lanciò uno sguardo a metà tra lo stupito e
l'infastidito.
"Tu
che ci fai qua, che vuoi?"
"Volevo
controllare che non facessi niente di stupido contro quella povera
ragazza! Fortunatamente ti sei limitato a comportarti da stronzo!"
"Da
quando mi controlli? E poi quella è solo una trentenne in
calore, altro che povera ragazza!"
"Una
trentenne in calore? Ma non ti vergogni di esprimerti in questo
modo?"
"Non
fare il santarellino Michele, proprio tu che te la fai con un
demone!"
Michele
si irrigidì per la rabbia ma mantenne il controllo.
"Posto
che per me Azaele è come un fratello, se anche avessi una
storia con lui, cosa ti dà tanto fastidio la sua natura
infernale o il fatto che sia un
demone?"
"Entrambe
le cose e lo sai bene, dovresti vergognarti!"
Michele
gli rise faccia "Sul serio? Proprio tu, che hai subdolamente
approfittato di quella ragazza solo per cercare informazioni su
Azaele e che non ti sei vergognato di scaricarla in malo modo e di
insultarla dopo aver capito che non era la persona che cercavi, ti
senti autorizzato a giudicare me per una presunta storia d'amore con
Azaele? Perché secondo te, sarebbe moralmente sbagliato se io
lo amassi come un compagno di vita e non come un fratello? Sai,
qualcuno di cui forse ti sei scordato, duemila anni fa ha dato una
bella definizione delle persone come te!"
"Ah,
si? Quale?" ribatté sarcasticamente Ariel.
"Sepolcro
imbiancato!"
La
risposta di Michele colpì Ariel dritto al cuore, l'angelo
divenne bianco come un lenzuolo e non riuscì a trovare parole
per ribattere.
"Cerca
di ritrovare te stesso Ariel, se continui così rischi davvero
di perderti senza possibilità di ritorno" concluse
Michele aprendo le ali e volando via.
Ariel
rimase solo a riflettere sulle parole di Michele. Improvvisamente gli
arrivò addosso una secchiata d'acqua accompagnata dalla voce
infuriata di un uomo "A stronzo! Va a litigare col tuo fidanzato
da un'altra parte che qui c'è gente che la mattina presto se
deve alzà per andare a lavorare!"
Le
pupille di Ariel diventarono rosse di rabbia e umiliazione mentre dal
suo elegante completo italiano, completamente fradicio, gocce d'acqua
sporca grondavano copiose sul pavimento del pianerottolo.
#
Sael
atterrò sulla terrazza di Alba e lasciò andare Azaele.
"Ok,
cambio" ordinò il demone uscendo dal corpo di Molinesi e
lasciando il posto a Sael che si accomodò su un panchetto.
Azaele
diede un'occhiata attraverso la serranda, constatò che era
tutto buio ed entrò.
Diede
uno sguardo in giro per sincerarsi che non ci fosse nessuno, poi
raggiunse Alba sul letto a soppalco.
Quando
la vide addormentata, abbracciata stretta al cuscino, per un attimo
si commosse. Era tanto bella mentre dormiva. Sospirò e con
fatica si voltò per andare via.
Ma
proprio in quel momento lei pronunciò il suo nome "Azaele!"
Lui
si voltò incredulo, possibile che l'avesse riconosciuto?
Ma
lei emise dei piccoli lamenti e Azaele capì che stava
sognando.
Si
avvicinò al suo viso, le spostò delicatamente i capelli
e le sfiorò la guancia con un bacio leggero.
"Dormi
serena amore mio" sussurrò accarezzandola dolcemente.
Alba
smise di lamentarsi.
Azaele
sorrise, alzò lo sguardo e si ritrovò di fronte due
piccoli fari gialli che lo fissavano minacciosi.
"Cosa
diavolo… Merlino, sei tu?"
Un
miagolio sordo accompagnato dalla comparsa di una lingua rossa e
quattro piccoli canini bianchissimi e acuminati, convinsero Azaele
che era il caso di svignarsela al più presto. Merlino, ammesso
che fosse proprio lui, non sembrava molto disponibile a socializzare.
Non
fece in tempo a saltare giù dal letto che il gatto lo aggredì
cercando di graffiargli gli occhi "Merda, Merlino! Piantala
sono Azaele!" si lamentò il demone a mezza voce cercando
di allontanarlo dal viso.
Ma
il gatto non aveva intenzione di mollarlo, continuava a soffiare e
cercare di acceccarlo.
Azaele
cadde dal letto, rimbalzò sulla poltrona gonfiabile e rotolò
su quello che gli sembrò un roveto di spine acuminate.
Merlino
continuava a graffiarlo imperterrito, Azaele riuscì ad
afferrarlo e lanciarlo contro la parete centrando in pieno uno dei
due antichi piatti giapponesi regalati ad Alba dai genitori, al
ritorno da un viaggio in Giappone per cui li aveva grandemente
invidiati.
"Merda,
speriamo che non si sia svegliata" pensò Azaele
costernato.
Merlino
miagolò ancora e Azaele si precipitò in terrazza
chiamando "Cambio, cambio!"
Sael,
che nel frattempo aveva ceduto all'irrefrenabile desiderio di fumarsi
una sigaretta saltò fuori dal corpo di Molinesi cedendo il
posto ad Azaele.
"Ma
che cavolo è successo lì dentro?"
"Shhh!"
intimò Azaele trattenendo il respiro.
In
quel momento la luce si accese e Azaele, dimenticandosi completamente
di essere rientrato nel corpo di Molinesi, si lanciò dal
balcone.
"Ma
che cazzo combina?" si domandò Sael esterrefatto nel
vederlo andar giù come un sasso.
Si
lanciò anche lui dal balcone e toccò terra appena in
tempo per prendere Molinesi tra le braccia prima che si sfracellasse
al suolo.
Ma
non avendo calcolato il peso dell'uomo stramazzò per terra
schiacciato e dolorante.
"Merda
Azaele!" si lamentò "certe volte ti comporti proprio
come un coglione!"
"È
quello che gli dico spesso anche io!" ridacchiò Michele
osservando divertito i due demoni.
"Michele,
che ci fai già qui?" domandò Azaele ancora
sdraiato su Sael che commentò spazientito "Se ti levi dal
mio stomaco prima di fartelo spiegare è meglio, è
pesante questo grosso umano!"
"Oh,
scusa!" rispose Azaele alzandosi.
Sael
si sedette un po' dolorante e Michele gli porse una mano per aiutarlo
ad alzarsi.
"Grazie!"
mugugnò il demone stringendo la mano dell'angelo.
Michele
aspettandosi che il demone fosse più pesante di quanto non
fosse realmente, diede uno strattone così forte da tirarsi
addosso Sael che si ritrovò abbracciato all'angelo.
"Hai
intenzione di baciarmi di nuovo?" commentò l'angelo
sarcastico.
"Co...
cosa? N... no!" balbettò Sael.
"Allora
spostati!"
Sael
si spostò di scatto "Scusa!" mormorò
avvilito.
Michele
non intuendo nemmeno lontanamente il vero motivo del disagio di Sael
pensò di essere stato troppo sgarbato "Guarda che
scherzavo, non prendertela!" si scusò stringendogli una
spalla amichevolmente.
Sael
al tocco di Michele diventò paonazzo.
Michele
se ne accorse e, per la prima volta in migliaia di anni, fu colto da
un vago sospetto.
“Sentite,
io vado. Tanto per stasera direi che possiamo stare tranquilli!”
propose Sael cercando di dissimulare l'imbarazzo che stava provando.
“Perchè
non vieni a dormire a casa mia?” domandò di punto in
bianco Azaele.
“Cosa?”
domandarono in coro Michele e Sael.
“Beh,
mi hai dato una mano, è tardi e a casa mia c'è posto
per tutti!” spiegò Azaele come se fosse la cosa più
normale del mondo.
“A
meno che non voglia tornare a casa tua dove i tuoi adorati
coinquilini se la stanno sicuramente spassando con le conquiste della
notte!” aggiunse con un sorrisetto sarcastico.
“Beh...!”
Sael non sapeva che dire.
Michele
gli venne in aiuto “Ma si, Azaele ha ragione, per questa notte
vieni da noi!”
Sael
non credeva alle sue orecchie, quell'invito così spontaneo e
sincero da parte di Azaele e Michele lo aveva stupito e commosso allo
stesso tempo.
#
"Wow"
commentò Sael avvicinandosi alla vetrata del bilocale di
Molinesi ammirando il panorama spettacolare di Roma di notte.
"Posso
uscire sulla terrazza?" domandò ad Azaele.
"Certo"
rispose lui aprendo le vetrate. Sael uscì sulla terrazza si
poggiò sulla ringhiera e sospirò emozionato "Avrà
pure i suoi casini, ma questa città è, e sarà
sempre, bellissima" commentò con convinzione.
Michele
e Azaele lo raggiunsero e si poggiarono anche loro sulla ringhiera,
una a destra e uno a sinistra del demone.
"Non
ti facevo tipo da emozionarsi davanti ad un bel panorama"
commentò Michele.
Sael
sospirò "Solo perché in genere evito di mostrare
cosa provo, mi ci vedi a fare un simile commento davanti a Zarael e
Radael?" domandò riferendosi ai due demoni che lo avevano
mollato in discoteca "Mica sono tutti come voi due!"
Michele
si irrigidì "In che senso, che vuoi dire?" domandò
freddamente.
Sael
era troppo preso dal panorama per accorgersi della reazione di
Michele, così rispose sinceramente "Voglio dire, che con
voi uno si sente libero di esprimere un'emozione senza temere di
scatenare infinite prese per il culo e pentirsene per il resto della
vita"
Michele
ancora una volta rimase colpito da quanto si fosse sbagliato nel
giudicare Sael.
"Effettivamente
giù all'inferno sono un branco di buzzurri" intervenne
Azaele "l'unica cosa che apprezzerebbero quassù è
la possibilità di fare una gara a chi riesce a raggiungere il
palazzo di fronte pisciando!"
Sael
scoppiò in un'allegra risata, alla quale si aggiunse Michele.
Chiacchierarono
ancora del più e del meno e dopo un pò, Michele, che
aveva avuto una settimana abbastanza pesante concluse “Ragazzi,
domani dobbiamo parlare di Razel e Ariel, ora però sono troppo
stanco per ragionare, buonanotte!” rientrò in casa e
crollò addormentato sul divano.
Sael, che a causa della situazione rilassata che si era creata tra loro aveva abbassato le sue difese, si lasciò sfuggire "Certo che Michele è proprio bellissimo!"
"Perché
non glielo dici quando è sveglio? Magari ti dà una
chance!" commentò Azaele senza alcuna ironia.
Sael
cominciò ad agitarsi "No… cioè… cosa
hai capito… intendevo solo che oggettivamente…!"
"Oggettivamente
sei perso di lui Sael, guarda che si vede lontano un miglio! Diventi
rosso come una Ferrari ogni volta che ti sfiora per sbaglio. Michele
non se ne ancora accorto solo perché porti sempre gli
occhiali scuri e lui non sopporta di non poter guardare le persone
negli occhi!"
Il
giovane demone divenne talmente bianco che Azaele si sentì in
colpa "Stai tranquillo, non credo che nessuno a parte me se ne
sia mai accorto, i nostri colleghi non si interessano di nessuno a
parte se stessi!"
"Azaele,
ti prego!"
"Guarda
che sono secoli che me ne sono reso conto, se avessi voluto fare lo
stronzo lo avrei già fatto! Comunque io mi faccio i fatti
miei, ma tu dovresti farlo capire a Michele!"
Sael
abbassò lo sguardo "E per quale motivo, per farmi ridere
in faccia?"
"Michele
al massimo potrebbe imbarazzarsi e respingerti gentilmente, ma non ti
riderebbe mai in faccia, fidati è la persona più
sensibile e gentile che abbia mai conosciuto. Non ferirebbe mai i
tuoi sentimenti!"
Sael
sospirò "In ogni modo non sono pronto ad affrontare il
discorso con lui, ti prego Azaele, non dirgli niente, morirei di
vergogna se Michele sapesse cosa provo!”
“Ti
ho già detto che puoi stare tranquillo, però pensaci
su!”
“Comunque lo stesso discorso vale anche per te con Alba, dovresti
avvicinarla con il tuo vero aspetto e dirle chi sei e cosa provi per
lei!”
"È
la stessa cosa che mi ha detto Michele!"
"E
ha ragione! Stasera io e Alba ci siamo scambiati qualche confidenza,
mi ha detto che ha un debole per gli uomini ricci e non troppo alti,
capisci che significa?"
Azaele
lo guardò stupito “Ti ha detto davvero così?”
“Si,
mi ha detto proprio così! Aza, piantala di fare figure di
merda con lei e rivelati per ciò che sei, se ti amava
quattrocento anni fa, ti amerà ancora!”
“Non
sono ancora pronto e comunque non posso fino a domenica, ho un
accordo con Molinesi!”
Sael
sospirò “Te l'ho già detto vero, che a volte ti
comporti come un coglione?'”
“Temo
di si, circa un'ora fa!” ridacchiò Azaele porgendogli il
pacchetto di sigarette.
“Mi
pareva, infatti!” sorrise Sael prendendo una sigaretta e
lasciandosela accendere da Azaele.
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