Note
introduttive:
Questa
storia partecipa al contest “The one about Slytherins” indetto da
Soficoifiocchi (DeaPotteriana) sul forum di EFP.
Il
contest voleva una rappresentazione degli studenti Serpeverde che andasse al di
là della loro fama di cattivi, per questo motivo ho eliminato dalla storia ogni
riferimento ai Mangiamorte per concentrarmi sui rapporti e i sentimenti che
legano i personaggi.
Mi sono
divertita a utilizzare una location insolita (esistono tipo tre versioni di
questa storia: a Hogwarts, a Grimmauld Place e questa) come la residenza estiva
dei Black (da Cygnus e Druella) per ricreare quelle ambientazioni quasi
vittoriane in cui immagino immersa la società Purosangue inglese (e di cui mi
diverto tantissimo a scrivere).
Alexandra
Turner è la mia OC protagonista della long Kintsugi. Lei e la sua famiglia sono
una mia invenzione. Non ho resistito all’idea di inserirla visto che il contest
accettava relazioni poliamorose e io che sto pubblicando i capitoli sul
processo di Barty avevo proprio bisogno di tornare a sentire il mio amato trio
di nuovo giovane e felice, un anno prima della scomparsa di Regulus Black.
<3
Nome su
EFP/Forum: SeveraBartySha/Shallo
Titolo:
Something to stand for
Personaggi:
Barty Crouch Jr, Regulus Black, Nuovo Personaggio
Something
to stand for
Barty
Crouch Jr, Regulus Black, Alexandra Turner (Nuovo Personaggio)
Wiltshire,
2 luglio 1978
Barty fremeva dall’emozione.
Aveva appena ricevuto un gufo da Regulus con un invito a trascorrere qualche
giorno nella residenza estiva dei Black per cercare nei boschi alcuni ingredienti
per le pozioni insieme ad Alexandra.
Aveva sottoposto l’invito a suo
padre che lo stava esaminando e Barty si augurava vivamente che non gli dicesse
di no. Insomma, i Black erano anche lontani parenti, Alex era la sua fidanzata,
cosa c’era da temere?
“Ci saranno i Turner?” domandò
suo padre guardandolo negli occhi.
“Sì, ci sono anche loro.”
“Allora va bene.”
Trattenne ogni entusiasmo per
non destare sospetti. Suo padre diffidava degli eccessi di entusiasmo.
“Caro, ma credi sia sicuro? Con
quello che sta succedendo in giro?” Un brivido corse lungo la schiena di Barty.
Non aveva previsto l’intervento di sua madre.
“Credo proprio che quelli che
stanno provocando i disordini a Diagon Alley non pensino proprio ad attaccare i
Black. A dirla tutta, Barty è più al sicuro nel Wiltshire che qua in città. I
Black sanno difendere le loro proprietà, forse anche troppo secondo il
Ministero, e poi ci saranno anche i Turner. Ora devo andare, Moody mi sta
aspettando.”
Barty vide il padre uscire,
senza nemmeno augurargli buon viaggio o di divertirsi, nemmeno una parola sulle
ricerche nei boschi da fare con Regulus. Nulla. Al contrario, sua madre fu fin
troppo prodiga di domande, raccomandazioni, coccole e premure nemmeno stesse
per partire per la guerra. Talmente pressante da risultare quasi fastidiosa.
In stanza Barty finì di
preparare il baule, raccolse la sua scopa, la nuovissima Stellasfreccia che
avrebbe provato con Regulus e rimase in attesa dei signori Turner: non vedeva
l’ora di rivedere Alexandra e Regulus. Erano così abituati a trascorrere le
giornate insieme che le vacanze estive per lui diventavano un tormento.
Quando i suoi amici facevano dei
viaggi con la famiglia, Barty finiva per essere perennemente confinato in casa,
nella zona residenziale di Diagon Alley, perché suo padre era sempre troppo
impegnato per poter lasciare il Ministero. “I Mangiamorte non vanno in vacanza
e nemmeno gli Auror,” gli aveva risposto l’ultima volta in cui Barty aveva
osato chiedergli se quell’estate sarebbero andati da qualche parte. Detestava
quella situazione.
L’invito di Regulus, pertanto,
era la prima occasione di fuga che gli si presentava da molto tempo a quella
parte e non l’avrebbe sprecata. Bastava tornare con la stessa tranquillità con
cui si era partiti e suo padre non avrebbe avuto più scuse per impedirgli di
ripetere l’esperienza.
Quando arrivarono i signori
Turner, Barty era perfettamente vestito con i capelli in ordine e la sua
espressione da bravo ragazzo. Salutò sua madre con calore dandole un bacio,
anche se fino a pochi istanti prima lei gli aveva tormentato le guance con i
suoi baci, dicendogli che il suo piccolo Barty le sarebbe mancato
moltissimo. Che poi, aveva quindici anni e non era più piccolo! Tra due anni
sarebbe diventato un adulto e a settembre avrebbe iniziato il c.d. anno dei
G.U.F.O.!
“Sei pronto, Barty?” domandò
allegro il signor Turner. Era un uomo dall’aria tranquilla e serafica. Il
classico Guaritore che mette a proprio agio i pazienti. Aveva gli occhi marroni
luminosi e il sorriso gentile come Alexandra e indossava un elegante completo
di lino che lo faceva sembrare un gentleman di campagna.
Barty annuì, lo vide agitare la
bacchetta e far scomparire il baule e la scopa di Barty, poi si rivolse alla moglie:
“Darlene, tu prendi Alex. Barty, reggiti al mio braccio. Arrivederci Evelyn, prenda
i filtri che le ho portato, stia tranquilla e si riguardi.”
Alexandra gli sorrideva allegra
mentre reggeva il braccio della madre. Barty ebbe un sussulto nel vederla con
un abito di lino bianco al posto della solita uniforme scolastica. Diversamente
da quando erano a scuola, portava i capelli sciolti che le scendevano in
morbide onde lungo la schiena, mentre alcune ciocche erano raccolte dietro la
nuca. La conosceva fin troppo bene per capire che anche lei avrebbe voluto fare
buona impressione sui Black perché una settimana insieme era un’occasione
troppo ghiotta da sprecare.
Lo strappo all’altezza
dell’ombelico della Smaterializzazione lo distolse dai suoi pensieri e quando
riaprì gli occhi si ritrovò nei prati del Wiltshire.
La dimora dei Black era
un’enorme villa settecentesca immersa nel verde, con un meraviglioso bosco che,
secondo Regulus, era la riserva di caccia dei suoi zii. Uno stuolo di sudici
elfi domestici andò loro incontro, pronti a prendere i bagagli che il signor
Turner faceva comparire agitando la bacchetta.
Alexandra approfittò della
distrazione dei genitori e gli si avvicinò: “Come sono state le tue vacanze
finora?”
“Noiose, le tue?”
“Noiose.” Barty dovette
trattenere l’impulso di baciarla che avvertiva ogni volta che le scorgeva un
sorriso e quello sguardo. La loro complicità era cresciuta da quando al terzo
anno lei lo aveva seguito nella folle impresa di seguire tutti i corsi. Il
professor Lumacorno aveva dato a entrambi una Giratempo e ogni tanto si
divertivano a ritagliare un’ora extra solo per loro, così che Barty non aveva
idea di quante ore trascorresse esattamente insieme ad Alexandra.
“Benvenuti cittadini!” Regulus
andò loro incontro sorridente.
Alexandra gli rivolse uno dei
suoi sorrisetti sarcastici: “Disse colui che abitava nel cuore della Londra
babbana!” Barty si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito.
Regulus scoppiò a ridere, mentre
metteva un braccio intorno alle spalle di Alexandra e uno intorno a quelle di
Barty. Era così felice di vederli. Nonostante lo strato di vestiti che lo
separava da Regulus, Barty ebbe un fremito nel momento in cui Regulus fece
scivolare un dito lungo la sua nuca, tra il colletto e l’attaccatura dei capelli.
Barty rabbrividì e Regulus gli lanciò un’occhiata divertita.
Barty notò che anche Alexandra
rabbrividì quando Regulus le sfiorò la pelle nuda del braccio lasciato scoperto
dal vestito. Invidiò la possibilità delle ragazze di girare indossando abiti
così leggeri, mentre lui era costretto nel suo elegante completo di lino
chiaro.
Regulus lasciò le loro spalle
con nonchalance e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni. Li guardò entrambi
divertito e disse: “Vi farò fare un tour della casa, ma mi raccomando, Alex,
non tirare fuori l’argomento Grimmauld Place e vicinanza ai Babbani: è stato
l’oggetto delle conversazioni tra mia madre e zio Cygnus per gli ultimi tre
giorni.” Regulus parlava alternando lo sguardo tra Barty e Alexandra,
sorridendo a entrambi. “Zio Cygnus sta cercando di convincere mia madre a
lasciare quella fogna di Londra per venire nel Wiltshire, mia mamma
ovviamente non ha nessuna intenzione di lasciare la casa dei suoi padri.
In questo delirio si intromette mia cugina Bellatrix, che sostiene a mia madre,
dicendo che sono i Babbani a dover sparire, non certo i Black.”
“D’accordo,” esclamò Alexandra
divertita, “mi limiterò a mostrare a tua madre i progressi negli incantesimi
per servire il tè.”
“Non farlo, ti prego,” esclamò
Regulus, “Druella sta ammorbando Bellatrix con questa storia del saper ricevere
gli ospiti e se salta fuori che tu hai imparato gli incantesimi in quei libri
assurdi… Beh, io non farei arrabbiare mia cugina.”
“D’accordo, allora prestatemi
una scopa e giocherò a Quidditch con voi! Non lasciatemi in pasto alle
signore!”
“Figurarsi se ti lascio in pasto
a mia madre!” rispose abbracciandola. A Barty non sfuggì il modo in cui
Alexandra lasciò che il suo corpo aderisse per un istante contro il fianco di
Regulus e nemmeno il tentativo di lui di dissimulare il turbamento che quel
contatto gli aveva provocato.
I signori Turner avevano già
raggiunto i Black in giardino, salutarono i padroni di casa e Regulus si offrì
di accompagnare gli ospiti nelle loro stanze.
“È un compito da elfo domestico,
Regulus, chiama Kreacher” disse Walburga dopo aver ricevuto un perfetto
baciamano da Barty. Era molto fiero del modo impeccabile in cui gli era uscito,
perfino Alexandra ne fu impressionata.
“Sono miei amici, mamma, è segno
di ospitalità, me l’hai insegnato tu” ribatté Regulus. Barty notò il difficile
equilibrio tra il giustificare la richiesta e il non mostrare troppo entusiasmo
verso i suoi amici che avrebbe insospettito gli adulti. In fondo, erano
ufficialmente per studiare e cercare ingredienti per le pozioni.
Walburga alzò al cielo gli occhi
grigi, così simili a quelli di Regulus. Il signor Turner intervenne cercando di
mediare: “Walburga, lasciali andare, non vedevano l’ora di rivedersi!” Barty
adorava il papà di Alexandra, era sempre così ragionevole, ed era la
dimostrazione che si potesse essere dei genitori in carriera pur considerando i
figli.
“D’accordo, ma non fate tardi
per il tè. Regulus, mi raccomando, non imbarazzare il nome dei Black.”
Barty si domandò in che modo
Regulus potesse mettere in imbarazzo il nome dei Black mentre li accompagnava
nelle stanze. Probabilmente, per sua madre anche una scarpa slacciata o la
cravatta non annodata perfettamente avrebbe potuto causare motivo di imbarazzo,
ma subito dopo a Barty vennero in mente una serie di pensieri che sì, avrebbero
messo in imbarazzo il nome dei Black. Si domandò anche tra quanto tempo il tè
sarebbe stato servito.
In casa furono accolti dal
fresco delle pareti e dal profumo dolciastro dei fiori nei vasi. Regulus iniziò
a raccontare la storia della casa e Barty gli sussurrò: “Risparmiaci il tour,
tra quanto tempo servono il tè?”
“Tra un’ora.” Regulus gli
rivolse un sorrisetto divertito e Barty si inumidì le labbra. “Mostraci le
stanze,” disse, in un modo che sembrava quasi un ordine.
Regulus, ancora più divertito dalla
situazione, lo stava studiando. “Che hai in mente, Crouch?”
“Solo pessime idee, come sempre.”
Alexandra, accanto a Regulus, sembrava
aver compreso perfettamente. Barty lo vedeva dal sorrisetto che cercava di
trattenere e da quella luce di eccitazione che le illuminava lo sguardo. Il
sorriso di Regulus si allargò e Barty sentì un nuovo fremito e il desiderio di
liberarsi della cravatta.
Entrarono nella stanza di
Alexandra, aprirono le finestre e lasciarono credere che Alexandra rimanesse in
camera a rinfrescarsi, mentre sgaiattolò con loro in quella che sarebbe stata di
Barty, nell’altra ala del palazzo, vicino la stanza di Regulus.
Avevano confinato Alexandra
nella stanza accanto a Bellatrix e Rodolphus e temevano che avrebbe potuto
avere qualche difficoltà a passare inosservata. Barty si disse che avrebbe
pensato a una soluzione. In ogni caso, non l’avrebbero lasciata da sola.
“E questa è la tua stanza…”
concluse Regulus chiudendo la porta della camera alle sue spalle.
Tutti e tre si scambiarono uno
sguardo, avvertendo la tensione del momento. La felicità di ritrovarsi era mescolata
con la paura di essere scoperti e rovinare tutto appena arrivati. Barty si
allentò il nodo della cravatta.
“Abbiamo quarantacinque minuti
prima del tè” disse Alexandra molto pragmaticamente. Regulus le si avvicinò e
le posò un bacio sul collo, le sussurrò: “Mi siete mancati.” Si scambiarono un
bacio mentre Barty si liberava anche della giacca sentendo il respiro venirgli
meno. Si avvicinò a loro due e sentì di nuovo le labbra morbide di Regulus
sulle sue, seguite da quelle di Alex. Erano baci così diversi: passionale lui,
dolcissima lei.
Sentì le dita sottili di
Alexandra tra i capelli mentre continuavano a baciarsi e Regulus dietro di lei
che le sbottonava l’abito. Lo videro cadere per terra. Barty sentì le dita di
Alexandra lasciare i capelli, accarezzargli la nuca e scendere sul petto a
sbottonargli la camicia. Il cuore gli batteva furiosamente, ma doveva
controllarsi, era sempre lui ad avere il controllo della situazione e non aveva
intenzione di lasciare il comando a Regulus o ad Alexandra. Erano frettolosi,
loro.
Le labbra di Alexandra lo
baciarono alla base del collo e quando gli sfiorarono il pomo d’Adamo, Barty si
sentì fremere e mandare al diavolo i propositi di auto controllo. Regulus lo
guardava dietro la spalla di Alexandra con un sorriso divertito. Barty allungò
la mano e sentì le dita di Regulus intrecciarsi con le sue. Lo attirò a sé e si
baciarono mentre Alexandra continuava a spogliarlo e lo stava già liberando dei
pantaloni che iniziavano ad opprimerlo. Si sorprese quando sentì le dita di
Regulus infilarsi dentro i suoi boxer, mentre Alexandra si voltava a spogliare
Regulus continuando a baciare ogni lembo di pelle che riuscisse a scoprire.
Barty vide la cravatta di
Regulus scivolare via, seguita da quelle ridicole bretelle che gli facevano
indossare in campagna, la camicia e infine i pantaloni. Si ritrovarono tutti e
tre stretti, come era avvenuto nel loro nascondiglio nei sotterranei, la sera
prima di prendere il treno da Hogsmeade per tornare a casa.
Erano sei mesi che la relazione
tra loro tre stava andando avanti e Barty non riusciva a credere quanto potesse
essere appagante riuscire a soddisfare il suo desiderio di stare
contemporaneamente con Regulus e Alexandra.
Quando fu servito il tè, si
erano cambiati, rinfrescati ed erano perfettamente composti, seduti accanto i
genitori a fingere un’innocenza che non apparteneva a nessuno di loro. Barty
adorava quelle recite, adorava il modo in cui nessuno avrebbe mai pensato che
l’algido erede dei Black fosse un amante appassionato, o che Alexandra si
eccitasse solo se lui e Regulus le sfioravano la mano distrattamente. Nessuno
immaginava, poi, che il fidanzato di Alexandra, così studioso e educato, fosse
perdutamente innamorato di Regulus.
Barty osservava quegli adulti,
le signore con il loro cappelli dalle tese larghe e gli abiti chiari, i mariti
e persino le cugine di Regulus, nessuno di loro avrebbe compreso il legame che
c’era tra loro tre. Nessuno sarebbe stato in grado di accettare che si potesse
amare contemporaneamente due persone.
Regulus e Alexandra erano stati
separati dalle loro famiglie perché i Turner non erano considerati una famiglia
sufficientemente altolocata per poter sposare un Black. Quello che non avevano
previsto, era che il fidanzato di Alexandra si innamorasse di Regulus e che
usassero un’apparenza di rispettabilità per continuare a vedersi. Regulus, nel
frattempo, prendeva tempo con le fidanzate che i genitori gli proponevano.
Nessuna strega con la puzza sotto il naso e l’ambizione di mettere le mani sul
patrimonio dei Black poteva competere con lui ed Alexandra.
Si ritrovarono a trascorrere il
pomeriggio stesi sotto una quercia a leggere i libri che i professori avevano
loro assegnato. Alexandra era alle prese con i compiti di Divinazione e stava
riempiendo il suo diario dei sogni provando a interpretarli. Barty la osservava
preoccupato: lo sguardo le si spegneva e ogni tanto rabbrividiva. Aveva letto i
terribili sogni che popolavano le notti della sua fidanzata e né lui né Regulus
riuscivano a placarne le paure.
“Sapete, ragazzi, credo di aver
trovato la definizione di ciò che siamo,” disse Regulus mentre metteva il punto
finale sul tema di Incantesimi.
“Un triangolo?” domandò Barty
divertito.
“Più o meno,” disse Regulus, “siamo
come i Doni della Morte.”
Alexandra smise di scrivere sul
diario e lo guardò perplessa. Regulus sorrise e spiegò: “Insomma, siamo in tre,
siamo così diversi e insieme siamo in equilibrio perfetto. Barty, con la sua
mania di controllo è la bacchetta di sambuco. Ha anche il sorrisetto sadico e
la passione per il sangue, considerati i morsi che lascia.” Barty sorrise
compiaciuto per il paragone.
“Alex, tu sei così diplomatica e
riesci a mimetizzarti nelle situazioni da essere il Mantello dell’Invisibilità,
senza contare che averti addosso è un piacere unico,” continuò facendola
arrossire.
“Io, naturalmente, sono la
Pietra della Resurrezione, con tutto il peso degli antenati sulle spalle e vi
posso assicurare che ci sono giorni che mi sento sprofondare con questo
fardello.”
Barty si guardò intorno e
sussurrò: “Sei la Pietra della Resurrezione perché basta un tuo sorriso e fai
resuscitare anche i morti…” Regulus scoppiò a ridere, con una delle sue
bellissime risate e Barty si sentì sollevato, non gli piaceva quando Regulus
menzionava i suoi antenati o le aspettative che la famiglia riponeva su di lui.
Ognuno di loro tre aveva in
mente un percorso radicalmente diverso da quello che le loro famiglie si
sarebbero atteso: lui non aveva intenzione di diventare un Auror come suo
padre, Alexandra non sarebbe diventata una Guaritrice come i suoi genitori e
Regulus non intendeva passare la vita ad annoiarsi come Orion Black.
Ciò in cui tutti e tre erano
determinati era trovare un modo per vivere insieme, a dispetto di quello che
pensava il resto del mondo magico.
Barty si guardò intorno e vide
che erano rimasti da soli in giardino. Si sporse verso Alexandra e le diede un
bacio sulle labbra, sussurrandole: “Ti amo.” Le sue labbra morbide risposero al
bacio, sentì la lingua di lei sfiorargli le labbra e strappargli un sorriso
mentre lei gli soffiava: “Ti amo anch’io.”
Si sporse anche verso Regulus e
gli diede un bacio leggero sulle labbra, dicendo sottovoce: “Ti amo, Reg.” Le
labbra di Regulus ricambiarono velocemente il bacio, le sue guance si
colorarono per l’imbarazzo di essere baciato all’aperto, ma gli disse: “Ti amo,
Barty.”
Osservò anche il modo tenero in
cui Regulus e Alexandra si guardarono, sfiorandosi i nasi e le loro labbra si
cercarono per poi sussurrarsi il loro amore.
In quell’esatto momento, quando
i loro sguardi si incrociarono nuovamente, dietro sorrisi imbarazzati e labbra
che sembravano desiderare altro, Barty ebbe la consapevolezza che non avrebbe
permesso a nulla al mondo di distruggere quello che era nato tra loro tre.