Nevia
precipitava anche lei ma ad una velocità superiore,lei sue
mani
fremevano all'idea di infilzare le sue spade nella tenera carne della
principessa,non per chissà quale macabro piacere omicida,ma
perché
spinta da una forte lealtà verso il suo imperatore,lei era
un
soldato,avrebbe obbedito agli ordini ricevuti e di certo,anche se
Lucilla non era ancora entrata in città era inevitabile che
anche da
prigioniera non si sarebbe sottomessa alla volontà del
divino
augusto e che sarebbe stato meglio ucciderla che portala viva alla
capitale,un elemento del genere era troppo pericoloso e per tanto non
avrebbe esitato ad alzare le sue armi contro di lei. Nevia stava
puntando i gladii sotto di lei come a voler fare del suo corpo una
grossa freccia che avrebbe trafitto la traditrice e le sue lame non
avrebbero tardato a sporcarsi di sangue,la velocità della
discesa
avrebbe fatto tutto il resto e sarebbe stato veloce ed
imprevedibile,come un fulmine a ciel sereno. Il carro e l'aquila,la
sacerdotessa in fuga e il soldato,la fuggitiva e la sua
inseguitrice,l'aquila che dava la caccia alla colomba,solo una delle
due avrebbe ottenuto ciò che voleva e il tutto si sarebbe
svolto in
una manciata di secondi. Nevia scendeva sempre di più,sempre
più
velocemente,le sue mani erano pronte a sferrare l'attacco decisivo e
seppur protetta da Braxus era chiaro che in quella situazione lei non
sapeva come reagire al meglio,poteva solo andare giù,sempre
più
giù,lasciando che la sua magia continuasse a funzionare
almeno per
il tempo necessario. Le forze della sacerdotessa stavano cominciando
ad abbandonarla,mantenere un tale incantesimo richiedeva uno sforzo e
un energia tale che rischiava di terminare il suo effetto,dare forma
al carro con qualcosa di così leggero come delle nubi
necessitava di
una forza magica molto grande,ma per quanto talentuosa fosse era
ancora alle prime armi come sacerdotessa di Apollo,creare un nuovo
incantesimo era una cosa,saperlo gestire era un altra. Lucilla stava
per cedere,Nevia era da un passo dal poterla colpire e nessuno su
quel carro poteva evitare quello che stava per accadere,la punta di
uno dei gladi si stava avvicinando,sempre di più,sempre
più
minacciosa e non c'era verso di cambiare la cosa,questo Nevia lo
sapeva benissimo...quello che non sapeva era che il suo attacco non
avrebbe avuto successo,infatti,un lampo improvviso si
manifestò
dalla torre sotto di loro. Un piccolo bagliore improvviso
entrò
nelle attenzioni della comandante e per istinto diede un colpo d'ali
e subito si spostò di lato cosa che gli salvò la
vita,perché se
fosse rimasta sulla stessa traiettoria sarebbe stata colpita in pieno
da un lucente raggio blu che attraversò il cielo in un
battibaleno.
“In
nome di Bellona....”,disse lei in quella con fare stupito,non
era
la prima volta che vedeva un raggio magico impiegato come contro
misura durante gli assedi ed usata su interi reggimenti per
respingere gli invasori,ma vederne uno lanciato fino a lei,a
quell'altezza nel cielo e con così tanta precisione,sapeva
delle
contromisure della città-stato,ma non si aspettava di certo
una cosa
simile e su quella distanza,un tale attacco magico necessitava non
solo di un grande potere,ma anche di mezzi specifici per quel tipo di
magia,come i macigni per le catapulte o i dardi per la
balista,evidentemente Aegis possedeva molte più contromisure
di
quelle che la comandante si aspettava. Oramai il carro si era
allontanato a tal punto da risultare irraggiungibile e quindi non
poté far altro che stare a guardare il suo tentativo di
cattura,ma
sarebbe stato meglio definirlo omicidio,fallire nel momento stesso in
cui aveva schivato il raggio per evitare di essere colpita in pieno
per poi morire chissà come e di certo non intendeva
sperimentarlo
sulla sua pelle. Diede un ultima occhiata verso il carro e i suoi
occupanti e poi se ne volò indietro,diretta verso il castrum
dove i
suoi uomini attendevano di essere guidati per la marcia contro la
città,aveva dato l'ordine di comporre l'esercito in assetto
da
battaglia,ma non aveva dato l'ordine di lasciare il castrum ne tanto
meno di condurre l'attacco ad un suo sottoposto nel caso non fosse
tornata per tempo per iniziare l'assedio. No, era lei che doveva
condurre le sue truppe mostrandosi in volo poco sopra la prima linea
di fanteria,mostrando così come altre volte il suo impegno a
sporcarsi di terra e sangue insieme ai suoi uomini,l'attacco alla
principessa aveva fallito,ora era compito dell'esercito a porre
rimedio al suo errore. La città avrebbe visto la sua fine
volare
contro di loro con ali d'acciaio. C'è l'avevano fatta,erano
riusciti
a scampare a quel nuovo e inaspettato pericolo,ora tutto ciò
che
restava da fare era trovare un posto dove poter scendere in tutta
sicurezza,il carro continuava la sua folle e spericolata discesa
verso il palazzo mentre Lucilla cercava di mantenerlo il controllo
del luminoso mezzo di trasporto,ormai sentiva le energie mancargli,lo
sforzo era stato eccessivo e l'incantesimo da lei creato necessitava
di più energia di quello che credeva per poterlo mantenere
stabile
ed impedire che tutti i passeggeri rischiassero di precipitare al
suolo. La velocità era eccessiva e ormai gli edifici
più sotto
cominciavano a diventare sempre più nitidi e chiari al loro
sguardo,
da lassù pareva che la stessa struttura urbana diventasse
sempre più
grande,peccato che in quel momento potessero rendersi conto della
cosa dato che l'idea che stessero rischiando la vita era ben radicata
nelle loro menti e quindi avevano poco tempo pensare al panorama che
li circondava.
“SE
PROPRIO DEVO MORIRE VOGLIO CHE SAPPIATE UNA COSA,VI HO DETESTATO
TUTTI FIN DAL PRIMO MOMENTO.”, Urlò Milziade ormai
convinto che
non c'é l'avrebbe fatta e in uno slancio impulsivo strinse
con
entrambe le mani la criniera della sua giumenta,unica creatura tra i
presenti che sentiva degna del suo rispetto e che presto avrebbe
rivisto nell'oltretomba. La principessa ormai era allo stremo delle
forze e sentiva che i sensi la stavano abbandonando,le forze la
lasciavano,era fiacca e tuttavia non si diede per
vinta,chiamò a se
le ultime energie rimastogli per controllare il carro e raddrizzarlo
abbastanza bene da potersi posare al suolo senza subire troppi danni.
Invocò il nome del suo luminoso patrono e drizzando un
braccio
davanti a se strinse il pugno per poi portarlo lentamente a se,come
se stesse tirando delle briglie invisibili,usando tutta la sua forza
d'animo e la massima concentrazione per poter richiamare a se il
pieno controllo della sua magia,ma il carro era già pesante
di
suo,senza contare le persone che stava trasportando e la
velocità di
caduta di certo non gli rendeva l'impresa più facile per cui
dovette
stringere i denti,nel vero senso della parola e tirare con quanta
forza gli era rimasta in corpo. Il carro cominciò a
inclinarsi e
poco alla volta si stava riposizionando nella giusta posizione dando
dimostrazione a Lucilla che la sua fede in Apollo e nella sua
missione non l'aveva abbandonata,era giunta nella città di
Aegis e
tra poco le conferme a ciò che aveva previsto si sarebbero
rivelate
di fronte a lei in tutta la loro pericolosità,era fuggita
dal domus
lucis esattamente per trovare conferma ai suoi timori e quel viaggio
era stato come un sentiero per mettere alla prova la sua fiducia in
Apollo,che con la sua sua luce l'aveva guidata e protetta fin li
adesso sentiva che nulla poteva andare più storto. Ma
proprio quando
pensava che tutto stava per andare per il meglio sentì un
improvviso
calo delle sue forze e il magico veicolo cominciò a slittare
a
destra e a sinistra,creando così un altra preoccupazione ai
suoi
accompagnatori.
“Lucilla
che ti prende?”
Chiese
il ragazzo fortemente preoccupato. La sacerdotessa sembrava stesse
per dirgli qualcosa ma subito si piegò al bordo del carro
come in
preda ad un forte dolore mentre la bocca si apriva in un urlo senza
voce e le sue mani si mossero per aggrapparsi al petto,di colpo il
carro riprese a scendere ancora più rapidamente e cosa ben
peggiore
il carro cominciò lentamente a svanire e la nebbiolina
luminosa
cominciava a disperdersi nell'aria. Oramai era chiaro a tutti i
passeggeri che mancava poco al contatto col suolo,per cui Milziade
restò aggrappato alla criniera della sua giumenta,mentre
l'elfo
all'apparenza più calmo e controllato strinse le briglie del
suo
cavallo e il nano dietro di lui strinse con le gambe il costato
dell'animale e strinse il martello con entrambe le mani tenendolo in
orizzontale,sperando che quella posizione potesse mantenergli un
basso baricentro e avere più possibilità di non
essere sbalzato
dalla cavalcatura mentre più infondo Braxus usò
il tridente per
circondare il corpo di Lucilla verso il suo così da fargli
da scudo
con la sua stessa carne. L'impatto era imminente e i loro corpi si
stavano già irrigidendo all'idea di scontrarsi col duro
pavimento
cittadino che nel caso fossero sopravvissuti se la sarebbero cavata
con qualche frattura ma almeno avrebbero avuto salva la vita...in
caso contrario sarebbero morti sul colpo.
“REGGETIVI
FORTE.”,urlò il nano in preda alla paura che gli
scorreva nelle
vene. Un attimo prima dello schianto e videro che un centinaio di
persone sotto di loro si spostarono mentre un ondata di panico si
dilagò tra gli altri passanti vicino a loro,creando
così una ondata
di paura nata da un basilare istinto di sopravvivenza che spingeva i
presenti ad allontanarsi il più possibile. Ormai erano quasi
giunti
vicino al terreno pronti al dolore imminente che li avrebbe
travolti,quando all'improvviso la loro corsa si
arrestò,così a
mezz'aria,come se una forza invisibile li tenesse bloccati li,senza
poter muovere un muscolo. Dopo qualche secondo si sbloccarono e
atterrarono dolcemente sul terreno mentre il carro stava scomparendo
definitivamente,mentre quella strana nebbia si diradò come
soffiata
da una leggera brezza d'estate. Il mercenario non fece nemmeno in
tempo a spiegarsi cosa fosse successo che subito la giumenta si
imbizzarrì e cominciò a sollevarsi sulle due
zampe posteriori e a
nitrire in maniera incontrollata,con rapida mano Milziade prese le
redini e tirò a se le due cordicelle di cuoio con tutta la
forza che
aveva e da parte sua lo sforzo non fu poco.
“Buona
Briseide,buona e tutto a posto,ora sei a terra e al sicuro,tranquilla
ci sono io...ci sono io”.
Gli
ci volle qualche minuto e una buona dose di rassicurazioni per farla
calmare,glielo leggeva in quei grandi occhi marroni che l'esperienza
di quello strano volo era stata troppo forte per il suo grosso cuore
da cavallo e anche per lui,che una cosa del genere non lo aveva mai
vissuto e di certo non lo avrebbe mai più fatto. Si diede
una rapida
occhiata attorno e osservò con attenzione il nuovo ambiente
che
aveva di fronte agli occhi. Erano precipitati in una piazza
immensa,lunga almeno un paio di leghe e di forma rotonda,attorno a
loro era presente una grande folla di persone di razze e culture
delle più disparate,molte non le aveva nemmeno mai viste,per
la
maggior parte umani ma altri presentavano caratteristiche differenti
e insolite,come alcuni individui magri,dalla pelle rossa e glabra e
giravano con un semplice perizoma,oppure di un altra figura con occhi
da falchi e una serie di penne bianche che gli circondavano gli occhi
e indossava una tunica di lino bianco latte,oppure ancora di un
grosso uomo,due volte un uomo adulto dal corpo grassoccio e
rotondetto e vestito come un contadino. Ma la cosa più
sorprendente
era l'altissima torre di fronte ai suoi occhi,alta quasi a sfiorare
il cielo e dalla forma rettangolare la cui immagine volesse mostrare
forza e sicurezza nella sua solidità. Ma la sua attenzione
era
incentrata su tutta un altra cosa,si girò indietro verso
Lucilla con
l'intenzione di dirgliene quattro sul fatto che sarebbe stato meglio
avvertirlo che aveva intenzione di farlo volare e che per colpa di
quella manovra improvvisa il prezzo per i suoi servigi era lievitato
e che adesso si aspettava una paga molto,ma molto cospicua,al punto
tale che avrebbe potuto vivere di rendita per tutta la vita. Ma
proprio quando stava per dire la sua vide la ragazza a carponi mentre
boccheggiava in cerca di aria,poi qualche rapido colpo di tosse e poi
venne il peggio quando vomitò un gettò di sangue
e accasciarsi al
suolo priva di coscienza per la seconda volta in un solo giorno. Nel
vedere quella scena Gordlack fu il primo a reagire con risolutezza e
lasciando cadere il maglio si lanciò subito verso la
principessa,cercando di sollevarla con le sue piccole ma forti
braccia.
“Che
ti succede bambina mia? Rispondimi piccola,forza....”
Ma
le sue parole non riuscivano a farla rinvenire e lei era ancora
li,con gli occhi chiusi e il sangue che gli usciva dalla bocca e dal
naso e che aveva macchiato il suo preziosissimo abito. Il nano la
scosse leggermente nella speranza di farla rinvenire,ma non accadde
niente e lei restava ancora immobile,molle nell'abbraccio di
Gordlack. Di getto anche Nym si avvicinò alla ragazza e le
pose due
dite a lato del collo,sopra l'arteria e il suo volto assunse un aria
concentrata.
“Il
battito e debole,come se la sua energia vitale stesse
svanendo.”
“Che
intendi?”,chiese il nano con gli occhi spalancati che
guardavano
verso Nym come se avesse paura della risposta che non voleva sentire.
“Che
ha bisogno di cure e anche immediate e credo di sapere dove possiamo
trovarle,passamela,la porto io”.
Nym
prese Lucilla tra le sue braccia e cominciò a
muoversi,seguito dagli
altri tre mentre con un breve fischio verso il suo cavallo gli
ordinò
di restare dov'era,stessa cosa provò a farla anche Milziade
con la
sua giumenta,ma sembrava non aver capitò la cosa.
“Resta
li e non ti muovere”,disse velocemente il guerriero a
Briseide,prima di riprendere la corsa e di raggiungere gli altri,la
sua meritata ricompensa per i suoi servigi era tanto vicino da
sentirlo già in tasca il peso di quell'oro che gli faceva
moltissima
gola,restarle vicino l'avrebbe fatto figurare come una specie di eroe
e quindi nessuno si sarebbe lamentato se si fosse preso il prezzo del
breve ma intenso periodo di guardia che aveva fatto a quella
ragazza,peccato che non aveva ancora deciso la somma che voleva
ricevere e oltretutto aveva ancora l'anello di lei come pegno della
stipulazione del contratto,cosa che teoricamente gli garantiva un
pagamento. La folla attorno a loro si spostava con gran
facilità,sopratutto perché il nano aveva ripreso
il martello e lo
agitava come un pazzo nel tentativo di disperdere tutte quelle
persone che gli bloccavano la strada.
“FATE
LARGO MARMAGLIA,NON AVETE NIENTE DA VEDERE QUI”
E
altre frasi del genere venivano pronunciate da Gordlack con autentica
rabbia mista a preoccupazione mentre Nym la sorreggeva con le sue
braccia,forti ma dal tocco delicato,teneva il corpo della ragazza con
la stessa cura di cui si occupava del suo arco e a differenza di
quest'ultimo lei una volta morta non si sarebbe potuta riparare,ed
era quella la ragione per cui correva con tutte le forze che aveva in
corpo per salvarle la vita,ma altrettanto spaventato da quella
situazione era Braxus. Il giovane era stato tutto il tempo insieme a
Lucilla,le era stato accanto quando erano entrati nei territori di
Aegis e l'aveva difesa da quella donna con l'armatura alata al meglio
delle sue capacità,ma quando vide i primi segni di cedimento
della
sacerdotessa non seppe come reagire,aveva paura e non sapeva cosa
fare,era rimasto pietrificato dalla paura e per questo se ne
vergognò,forse standole accanto avrebbe potuto risolvere
qualcosa,ma
sapeva anche lui che una cosa simile era solo una flebile speranza,ma
non sapeva cos'altro fare e quindi anche lui come gli altri si mise a
correre verso l'unico posto dove forse avrebbero potuto salvarla. In
lontananza videro l'ingresso dell'alta torre che si innalzava su
tutta la città allo stesso modo di un re che si impone su i
suoi
sudditi,protetta da tre fila di guardie armate di scudi rotondi e
lance e formando la falange,il muro di uomini,scudi e lance in grado
di fermare un avanzata nemica come un onda che si abbatte su di una
scogliera,non c'era bisogno di avvicinarsi così tanto capire
che
quegli uomini avrebbe opposto resistenza piuttosto che farli passare
senza protestare,a quanto pareva quella giornata non era ancora sazia
di combattimenti. Ma proprio quando i quattro si stavano preparando
al peggio accadde un altro evento bizzarro,proprio quando si stavano
muovendo per raggiungere la torre videro una figura scendere dalla
torre lungo la parete esterna della costruzione,come se stesse
levitando senza sforzo alcuno e toccare terra con noncuranza
dell'accaduto. Lo videro incamminarsi verso di loro e pian piano che
si avvicinava notarono la sua veste blu e un cappuccio che gli
copriva il capo e dalla quale usciva una lunga barba bianca,mentre in
una mano teneva un lungo bastone di legno dalla punta logora che gli
faceva da appoggio sul terreno. Camminava lentamente e sembrava si
sforzasse di restare in una postura ritta quando in realtà
si
sforzava di non curvarsi in avanti,come se compiere qualche passo
fosse uno sforzo immane per un corpo vecchio e indebolito. Appena
giunsero in corsa di fronte a lui l'elfo si fermò imitato da
tutti
gli altri mentre mostrava la ragazza all'anziano e con movimenti
delicati si inginocchiò di fronte a lui.
“Le
avevo già detto che il carro solare richiede troppa energia
magica
per essere mantenuto così a lungo e con tale
sregolatezza,anche per
una sacerdotessa talentuosa come lei...sciocca ragazzina,non
è
ancora pronta per manifestare così tanta
magia.”,disse il vecchio
con voce piatta.
“Salvala
mago...sai bene per quale motivo siamo qui,per cui non farla morire
inutilmente...non farla morire affatto.”,disse Nym con voce
pacata
e piena di tristezza,i suoi occhi si posarono sul viso di lei con
fare protettivo e pieno di timori,la sua premura nel volerle salvare
la vita aveva qualcosa di protettivo,come un custode geloso del suo
tesoro,nel volerla salvare e rivederla sveglia,anche solo per vederla
sorridere,quel sorriso caldo,raggiante e luminoso,come il sole sopra
le loro teste e che lei pregava con tutta se stessa.
L'anziano
se ne restava li immobile,con l'elfo ai suoi piedi,il nano e il
ragazzo ansiosi di vedere cosa sarebbe accaduto e infine il
mercenario che se ne stava in attesa con espressione confusa l'intera
scena,la serie di incontri che stava facendo in un solo giorno aveva
del comico,a quel punto qualcuno avrebbe potuto scriverci una
commedia degna delle migliori opere comiche per tutte le famiglie e
ci sarebbe stato sicuramente da ridere,dato l'alto tasso di
sfortunati incontri che gli si erano presentati in un lasso di tempo
così breve. Una cosa però era certa,la prossima
volta che avrebbe
pernottato in un villaggio avrebbe controllato di non essere
perseguitato da una banda di pazzi,sicuramente la cosa gli avrebbe
giovato alla salute,sia a quella del corpo che dello spirito. Mentre
stava pensando alle proprie sfortune notò che il vecchio lo
stesse
fissando,non n'è aveva la totale certezza dato che il
cappuccio gli
copriva gli occhi,ma in un qualche modo sentiva una strana sensazione
provenire da quel figuro dall'aria sinistra,aveva appena aggiunto un
altra persona alla sua lista di cose che non gli piacevano e da
quando aveva cominciato quel lavoro erano diventate molte.
“Stai
tranquillo,lasciarla morire sarebbe controproducente per i nostri
scopi,se agisco per tempo potrò ancora salvarla e pregate
che sia
così,o il vostro viaggio fino a qui sarà stato
inutile.
Il
mago fece dei rapidi gesti con le dita e senza pronunciare una
singola parola il corpo di Lucilla si sollevò dalle mani di
Nym e se
lo portò a se vicino al suo petto,sostenuta apparentemente
da nulla
e tuttavia era sospesa da qualunque appoggiò
fisico,facendola
sembrare leggera come una piuma. Il vecchio diede loro le spalle e si
sollevò dal suolo allo stesso modo della sacerdotessa,poi
girò
appena la testa e diede voce ai suoi pensieri.
“Tu
devi essere l'uomo che questa fanciulla ha cercato con tanto
impegno,Milziade giusto?”
Il
mercenario ancora stupito da quello che era in grado di fare
l'uomo,rispose al meglio della sua spavalderia.
“Si...e
tu sei uno strano ometto volante della quale dubito che abbia i soldi
che mi erano stati promessi,in ogni caso ti chiedo anch'io di
salvarla.”
“Un
altro avventuriero che si è unito alla causa della nostra
Lucilla?”
“Spero
proprio di no,dato che il nostro rapporto è puramente
professionale,quindi non credo che abbia delle motivazioni stupide
per restare con loro dopo aver ricevuto il mio compenso.”
“Ne
sei sicuro?”
E
senza dargli il tempo di ribattere il mago si alzò in aria
allontanandosi da dove si trovavano i quattro accompagnatori e
lasciandoli li, con la folla attorno a loro a guardare il tutto.
“Milziade,forse
la tua presenza in questo luogo potrebbe non essere un caso,se le
visioni di questa ragazza sono più che autentiche,allora
posso stare
sicuro che d'ora in avanti le cose potranno solo peggiorare,non
è un
caso che Silla abbia voluto fare la sua mossa prima del
previsto.”
Pensò
tra se e se l'anziano mentre si dileguava lontano dai guai.
Un
ora dopo.
“Bene,qualcuno
di voi geniacci sa spiegarmi come siamo caduti così in
basso?”
Era
Milziade a parlare e da dentro una cella,insieme agli altri tre
accompagnatori. Dopo che videro il mago portare via Lucilla furono
raggiunti da un manipolo di soldati che li avevano circondati e
intimato a tutte le creature intelligenti nei paraggi di farsi da
parte. Ovviamente erano pronti a combattere,ma dato che Lucilla era
ormai all'interno dei palazzo avevano svolto il loro compito e quindi
combattere sarebbe stato inutile e avrebbe solo peggiorato le
cose,dato che erano entranti in città con un carro caduto
giù dal
cielo e una legione che stava per assaltare la città non era
certo
un clima pieno di comprensione per le situazione che stavano
vivendo,quindi decisero tutti di arrendersi ed evitare di aggiungere
guai a quelli che avevano già causato arrivando ad Aegis.
Furono
disarmati,presi in custodia e sbattuti nella stessa cella sotto il
palazzo,in attesa che le cose si mettessero meglio per loro,la loro
sola speranza di salvezza era che la ragazza riprendesse i
sensi,prima che li spedissero da qualche parte a fare lavori forzati
da qualche parte sui monti a estrarre ghiaccio,o così
pensava il
mercenario del suo probabile e tragico futuro. La cella nella quale
si trovavano era ampia e i muri erano rovinati,con traccie di muffa
nera e diverse ragnatele sparse qua e la,a pensarci bene Milziade
avrebbe preferito la compagnia dei ragni,almeno loro se ne stavano al
loro posto sulle loro ragnatele,senza far del male a nessuno,sempre
se non le si disturbava ovvio. Al contrario la presenza dei suoi
collaboratori,se così li poteva definire,erano fastidiosi
anche
senza doverli disturbare,anche se in realtà dal suo punto di
vista
l'uomo prezzolato sentiva che erano stati loro a disturbarlo per
offrirgli un lavoro,certo lui aveva accettato per il gusto dei
soldi,ma sapere che sarebbe finita così avrebbe rinunciato
subito,senza troppi ripensamenti. Il nano se ne stava sdraiato su di
un giaciglio di paglia a guardare il soffitto e Braxus se ne stava in
un angolo a guardare un ragno che tesseva una ragnatela,mentre Nym se
ne stava in piedi appoggiato ad un muro con le palpebre abbassate e
le braccia conserte mentre Milziade stava vicino alle sbarre con
espressione smorta e senza vitalità,come un cane vecchio e
malaticcio che attende la morte in un vicolo.
“Beh...se
non altro sono stato in posti peggiori.”
Disse
Milziade tra se e se,osservando con noncuranza lo squallido
sotterraneo in cui lo avevano messo,almeno qui non avrebbero provato
a mangiarlo, o squartarlo o fargli chissà quale diabolica
maledizione nei suoi confronti.
“Su
questo non ho dubbi lama venduta.”
Disse
l'elfo con tono sarcastico e facendo voltare il guerriero che senza
distogliersi dalle sbarre girò la testa in direzione di Nym.
“Hai
detto qualcosa orecchie da capretta?”
Rispose
Milziade con tono irritato.
“Sei
hai problemi di udito prova a venire più vicino,magari lo
capisci
meglio.”,Disse Nym con tono sarcastico
I
due si squadrarono un attimo per capire l'uno le intenzioni
dell'altro,entrambi tenevano i pugni serrati in attesa del primo
colpo da sferrare oppure della mossa avversaria. Era chiaro che i due
ormai erano ai ferri corti e il fatto di averli rinchiusi insieme in
una cella poteva solo peggiorare la tensione già nervosa in
precedenza ed entrambi sentivo un certo prurito sulle dita,quella
sensazione che sale quando si vuole sferrare un colpo a qualcuno e la
senti nella mano quella voglia incontrollabile di dare un pugno a
qualcuno dopo tanto tempo di sole provocazioni e subdole frecciatine.
Entrambi provavano lo stesso identico sentimento che aveva l'uno
verso l'altro. Le mani erano pronte e il sangue era caldo,mentre
Gordlack e Braxus se ne stavano in disparte come se la cosa non gli
importasse,non tanto per codardia,quanto piuttosto al fatto che il
loro fosse solo un battibecco e poi Nym era sempre stato un elfo che
sapeva rendersi antipatico,come il più classico stereotipo
degli
elfi Nym senza l'elmetto di cuoio appariva con corti capelli biondi e
il suo modo di comportarsi con la maggior parte delle persone lo
etichettava come una persona fredda e distaccata,con una certa cura
nel vestirsi nel tempo libero e l'abitudine di parlare con lingua
tagliente ed affilata,pronto a fare una battutina sarcastica con le
persone che non gli piacevano. Ma i pochi che lo frequentavano
conoscevano bene anche le sue capacità combattive e anche
senza
l'arco se la cavava bene nel combattimento a mani nude,anche se negli
scontri diretti preferiva l'uso di piccole armi da taglio come
pugnali o coltellacci,che erano molto adatte alle sue
capacità da
ricognitore e arciere,ma quando c'è ne era bisogno faceva
capire
alla gente che se all'apparenza un elfo appare magro e longilineo,non
vuol dire che sia debole e inerme,anzi,un arco elfico di buona
fattura richiedeva una certa esperienza e una buona forza fisica solo
per montare la corda sul legno,tra poco l'avrebbe fatto scoprire
anche a quello che hai suoi occhi appariva feccia della peggior
specie. I pugni erano carichi,le intenzioni erano cattive e uno dei
due non si sarebbe rialzato molto presto.
“
Ehi...”
Ma
proprio quando i due stavano per risolvere le loro divergenze una
voce si fece sentire da fuori le sbarre. Era una guardia e a
giudicare dall'aspetto doveva lavorare in quel posto da moltissimo
tempo data la corta barba bianca e una leggera calvizia sulla parte
frontale del capo.
“Vi
vuole il capo del consiglio,vuole vedervi e non pensate neanche di
scappare,oltre a me ci sono due corpi di guardia appositamente
preparate per impedirvi di fare qualsiasi cosa di
stupido,muovetevi.”
Nym
e Milziade per un attimo persero tutta la loro grinta e comprendendo
ricordandosi la situazione nella quale si trovavano sarebbe stato
meglio non fare nulla di stupido,per quanto la voglia di massacrarsi
a vicenda era chiaro che una baruffa avrebbe solo peggiorato le cose
e in più avrebbero rischiato di essere rinchiusi in una
cella di
isolamento,per cui sarebbe stato meglio tenere le mani basse. Tra
l'altro c'era una motivazione in più per la quale avrebbe
fatto
meglio a restare lucido e non spaccare la faccia all'elfo,se lui
restava in cella per più tempo del previsto chi si sarebbe
occupato
di Briseide? Certamente era una giumenta più intelligente di
molte
persone con la quale aveva avuto a che fare e di certo sapeva
cavarsela anche da sola,ormai era la sua compagna di avventure da
anni e sapeva che lo avrebbe aspettato. Ma dopo essere stata
sfruttata per essere parte di una qualche magia che l'aveva fatta
volare,trainare un carro fatto di nuvole e farla precipitare a tutta
velocità all'interno di una grande città come
quella era facile
intuire che forse il suo precedente attacco di panico
incontrollato,mentre nitriva,calciava e si impennava senza alcun
controllo delle sue azioni,era comprensibile lo stato d'animo di un
animale che a rigor di logica non avrebbe dovuto volare,ne tanto meno
trainare una nuvola. Per il momento avrebbe dovuto aspettare prima di
tornare da Briseide.
I
quattro uscirono di cella percorrendo un lungo corridoio con altre
celle sparse per tutto il tragitto,che percorsero fino alla fine
arrivando di fronte ad un spessa porta di legno con rinforzi in
metallo e con uno spioncino posto ad altezza d'uomo,dalla quale due
occhi scrutavano cosa ci fosse dietro la porta,la quale si
aprì e
subito si ritrovarono in una stanza più piccola. Al suo
interno vi
erano presenti quattro guardie armate di tutto punto ed un altra era
seduta ad un tavolo sulla quale erano presenti un foglio di pergamena
e una penna bagnata nell'inchiostro,la vecchia guardia si
avvicinò
all'uomo seduto.
“Chiedo
la conferma per poter far scortare i prigionieri nella sala del
consiglio.”
L'uomo
seduto non rispose e con un gesto indicò la penna con la
quale la
guardia firmò il foglio con un movimento secco e automatico.
“Scortate
i prigionieri ai piani alti e fate in modo che non possano
fuggire.”,disse l'uomo seduto guardando i quattro soldati
armati
con tono annoiato. Due guardie si mossero per prime e subito uscirono
da un altra porta posta poco più avanti di quella precedente
mentre
le altre due si misero dietro i prigionieri,pronte ad usare la lancia
e lo scudo se necessario.
“Andate
avanti.”
I
quattro prigionieri non dissero niente e sotto minaccia delle armi
tornarono ad avanzare,uscendo dalla porta e trovandosi subito dopo
infondo ad una scala che una volta percorsa tutta si ritrovarono a
posare il loro sguardo su di un area dalla quale erano già
passati
per essere messi sotto terra,ma alla cui vista non si erano ancora
abituati. Era una gigantesca sala forma rotonda dell'ampiezza tale da
contenere una piccola armata,decorata con affreschi e pitture delle
culture più disparate,con grandi figure di eroi e mostri,di
forti
guerrieri e saggi filosofi mentre armi e armature glorificavano i
muri più in basso donando un aspetto di forza e
solidità. La stanza
era gremita di persone delle razze più disparate e il
continuo via
vai di gente creava in quel luogo una sensazione di continuo
movimento,soldati,funzionari,filosofi,sacerdoti, un piccolo mondo si
trovava alla base di quella torre e nonostante fosse la seconda volta
che lo vedevano erano rimasti stupiti dal continuo via vai di razze
in un solo ed unico,seppur grande,edificio come quella torre.
All'ennesimo cenno della guardia i quattro furono scortati in mezzo
alla fiumana di gente che rischiava di disperdere le i quattro
prigionieri nel mezzo della folla che non sembrava amai avere fine,le
quattro guardie armate però avevano anche il compito di non
far
avvicinare nessuno che non fosse autorizzato ad avvicinarsi a loro a
meno di dieci passi da loro e il solo vederli metteva tutti i
passanti in allerta impedendo così a tutti coloro che
incrociavano
la loro strada di astenersi a non prestare dal loro passaggio. Poco
dopo raggiunsero il centro della sala dove le quattro guardie armate
si fermarono all'improvviso fermando così l'avanzata dei
quattro
stranieri,che si erano fermati sopra un cerchio intagliato nel
pavimento di pietra e notando i quattro uomini armati si
distanziarono un po' di più dagli altri quattro intimando
con le
armi di mantenere le distanze dai prigionieri.
“Ehi
ragazzi che succede?”,Chiese Milziade alle guardie con
disinvoltura.
“Alla
camera del consiglio”. Disse la vecchia guardia che non si
era
allontanata da loro e all'improvviso sentirono il pavimento sotto di
loro sollevarsi,rivelando che quello su cui avevano messo piede era
una pedana e si stava sollevando dal suolo,senza che niente la
reggesse sotto.
La
forma di pietra cominciò a salire sempre più in
alto,mentre il caos
che prima li circondava adesso si allontanava lentamente da loro
osservando con stupore quello che stavano vivendo in quel momento.
Si
guardarono attorno, notando che una lunga scala percorreva tutto la
parete interna e che il soffitto sopra di loro aveva un foro largo
quanto la piattaforma sulla quale si trovavano e dopo quello
c'è
n'era un altro,ed un altro,ed un altro ancora,passando il primo e
scoprendo così che avevano superato un altro piano molto e
subito
dopo un altro,non avevano mai visto nulla di simile,un palazzo con
una struttura interna cava e sostenuto solo dalle pareti esterne,a
rigor di logica non poteva esistere edificio così grande in
grado di
sostenersi senza l'ausilio di colonne o di una qualche forma di
sostegno,il solo poter realizzare un impresa simile aveva
dell'incredibile.
“Ehi
elfo,sai stavo pensando ad una cosa.”,Disse Milziade in
maniera
tranquilla,mentre osservava velocemente tutti i piani che la pedana
stava attraversando.
“Ma
non mi dire,tu pensi...non l'avrei mai detto.”,Disse Nym in
maniera
sarcastica e volutamente offensiva. Ma il prezzolato non gli diede
segno di essersi offeso e quindi continuò la conversazione.
“Come
stavo dicendo...stavo pensando ad una cosa,prima,quando ti sei
rivolto al mago per salvare la ragazza,ho notato una cosa
interessante.”
“E
sarebbe?”
“Tu
sei stato l'unico a rivolgergli la parola,gli altri due sono stati
zitti come se fossero pietre.”
“E
con ciò?”
“Ciò
mi ha fatto giungere ad una conclusione,tu sai chi è quel
tipo o
meglio,tu lo conosci personalmente,quindi forse tu puoi rispondere ad
un mia domanda che non vuole lasciare la mia testa per nessuna
ragione al mondo.”
“Sentiamo,quale
sarebbe questo grande dilemma che ti tormenta,ammesso che io lo
voglia sapere e fidati non mi interessa,chiedi e forse ti
risponderò.”
“Che
cos'è il Demiurgo?”
Calò
il silenzio ma l'elfo non volle rispondere,lo osservò in
volto e lo
vide inespressivo.
“
E
tanto importante saperlo?”
“
Voglio
sapere per quale
ragione ho rischiato la mia vita per dei soldi che per ora non ho
ancora visto.”
“
Ti
basti sapere che sarai ricompensato per i tuoi servigi,anche se
fosse per me ti avrei già piantato una freccia nella
schiena...”
“Ed
io ti avrei spaccato la testa col mio maglio e avrei lasciato le tue
ossa insepolte in una landa putrida e fangosa.”,Disse il nano
con
tono leggermente irritato.
“Ma
visto che la nostra signora vuole rispettare i patti pagherà
un
prezzo fin troppo generoso e potrai ritirarti non appena possibile e
si spera che sia molto presto.
“Che
e quello che ho intenzione di fare non appena possibile,però
sai,devo ammettere che sono curioso,tutta questa segretezza
farà di
certo gola a molti,chissà quante persone saranno disposte a
pagare
per quel poco che so su di voi.”
A
sentire quelle parole Nym e Gordlack e Braxus lo fulminarono con lo
sguardo e un espressione rabbiosa comparve sui loro volti,ma Milziade
restò calmo e con quella sua aria arrogante mise in avanti
entrambe
le mani facendo segno di calmarsi,allo stesso modo in cui una persona
cerca di far calmare un amico.
“Rilassatevi
ragazzi,vi stavo prendendo in giro,non sono diventato bravo nel mio
mestiere raccontando i fatti altrui,io sono un tipo molto discreto
sapete? Tutto sommato per quanto sia uno spaccone mi piace pensare di
essere un professionista,quindi potete stare tranquilli,non
dirò
niente a nessuno,voglio solo prendere i miei soldi e andarmene,fine
della storia.”
“Vorrei
ricordarti che c'è un esercito noviano nei pressi della
città,come
pensi di superarlo?”
“Segreto
professionale,se te lo dicessi...poi dovrei ucciderti.”
Nym
fu sul punto di rispondergli,ma si trattenne e decise di restare in
silenzio,tanto parlare con quel genere di persona era un totale
spreco di fiato,pensò lui,non lo avrebbe più
rivisto e di sicuro di
dove sarebbe andato non gli importava,per cui preferì il
silenzio
piuttosto che buttar via un altro soffio d'aria per lui. Non ne
valeva la pena.
Dopo
aver superato innumerevoli piani arrivarono all'ultimo piano
dell'edificio,l'unico che non potesse essere raggiunto dalla scala
principale e di tutti quelli precedenti sembrava anche il
più
piccolo,ma questo non lo rendeva di certo il meno bello. I muri era
rivestiti da mattonelle azzurre e gli angoli dei muri erano ricoperti
da una sottile linea d'oro. A parte le decorazioni l'unico percorso
sulla quale si poteva proseguire era un lungo corridoio alto e non
molto lungo,ma era ben decorato con un grande mosaico della
città
sulla sinistra e un altro raffigurante Zeus,che con atteggiamento
regale sedeva sul trono e in una mano teneva una folgore,simbolo del
suo potere divino al di sopra di tutti gli uomini.
“Siamo
arrivati,forza che vi aspettano.”,Disse la vecchia guardia
indicando loro il tragitto da percorrere,loro scesero dalla pedana,ma
la guardia non li seguì e rivolse a loro altre parole.
“
Da
qui in poi siete soli,io non ho il permesso di
proseguire,però
attenti a ciò che fate o dite,o rischiate di non uscirne
vivi da
li,se sarete fortunati tornerò a prendervi.”, e
con quelle parole
si separò dai quattro stranieri e tornò al pian
terreno,lasciandoli
li,di fronte a quel corridoio,che prometteva tante speranze quante
erano le loro incertezze su come sarebbe continuata la loro presenza
in quel palazzo. Si guardarono l'un l'altro spaesati e confusi,erano
stati lasciati li senza la benché minima idea su cosa
fare,sapevano
che avrebbero dovuto percorrere quel corridoio,ma a parte
ciò erano
completamente persi e senza la presenza di Lucilla a giustificare la
loro presenza in quella città loro quattro erano inutili e
nessuno
di loro sembrava il più adatto a presentarsi ad un gruppo
che
risiedeva ai vertici di quella magnifica torre. Il nano aveva un
aspetto rozzo e privo di grazia,Braxus era un ragazzino e sembrava il
più titubante di tutti a continuare,Nym aveva un
atteggiamento
distaccato e nonostante la mancanza delle protezioni elfiche si
comportava come un vero presuntuoso e Milziade era il più
cinico e
provocatorio di tutto il gruppo,sempre con quell'atteggiamento
strafottente e al limite del sopportabile,cosa che di certo non lo
avrebbe aiutato in quella situazione.
“
Venite
avanti,siate i
benvenuti nella nostra città.”
Una
voce di uomo si fece udire aldilà della porta,ma la
sentirono come
se fosse vicino a loro,convinti da quelle parole decisero di muovere
i primi passi verso il consiglio. Una volta percorso una decina di
passi videro una porta a due ante rivestita da una sottile strato di
foglia d'oro sulla quale era stato inciso il simbolo di un grande
scudo rotondo,con la testa di una gorgone posta nel centro.
Raggiunsero la porta e proprio quando Gordlack fece per aprire la
porta questa si mosse da sola mostrando una grande sala rotonda al
cui interno quattro colonne di marmo bianco erano poste in modo da
farli sembrare i quattro angoli di un quadrato
immaginario,sostenevano un soffitto decorato con l'affresco di una
grande battaglia,dove i soldati della città fronteggiano le
truppe
imperiali in uno scontro dalla portata immensa. Il resto della stanza
era decorato con vasi e anfore ornamentali e sui muri erano state
appese delle lucerne di ottima fattura e in mezzo alle quattro
colonne era posto un tavolo in legno alla quale erano sedute quattro
figuri,due donne e due uomini. La prima aveva lunghi capelli rossi
raccolti in una lunga treccia che gli scendeva dalla spalla sinistra
e aveva gli occhi azzurri,indossava una lunga veste verde con
cuciture dorate attorno al collo e sulle maniche che gli arrivavano
fino ai polsi e attorno al collo portava un pelliccia di volpe.
La
seconda figura possedeva un corpo simile a quello umano,ma la sua
testa era quella di un grosso cane nero,dal muso liscio e le orecchie
dritte e suoi occhi erano attenti come quelli di un segugio. Era
magro e vestiva di un semplice gonnellino di lino bianco sul braccio
sinistro portava un bracciale d'oro con sopra l'incisione della testa
di un uccello dal lungo becco. La terza figura invece era una gipvane
donna molto bella,magra con una corta capigliatura castana,dai
capelli mossi,aveva occhi marroni e il viso era leggermente
tondo,indossava una lunga veste bianca senza maniche con una sola
spallina dov'era posizionato uno spillone d'argento a forma di
civetta. La cosa più strana che la riguardava era il fatto
che per
quanto sembrasse umana emanava una strana aura intorno a se,come un
qualcosa di positivo,ma nessuno del gruppo di Lucilla seppe dire di
cosa potesse trattarsi. E la quarta presenza alla tavola era quella
con l'aspetto più bizzarro. Sembrava un uomo piuttosto
basso,persino
più basso di Gordlack e indossava una lorica anatomica,le
stesse
armature indossate dagli alte cariche dell'esercito di Nova,pareva un
bambino in confronto a tutti gli altri e in effetti la sua sedia
presentava anche una piccola scaletta.
“Voi
dovete essere coloro che hanno scortato la nobile Lucilla togliendola
alle grinfie di Nova.”,disse il più piccolo dei
quattro,nonostante
le dimensioni la sua voce era paragonabile a quella di un comune uomo
di mezza età ma con il tipico tono del soldato,forte e
deciso.
“
E
voi sareste il consiglio della città giusto?”
Chiese Milziade con
tono stupito.
“Ovvio
che si”,disse la ragazza dai capelli corti con tono rilassato.
“Ma
siete solo in quattro.”
“Noi
rappresentiamo la massima autorità dei quattro quartieri che
compongono la città-stato di Aegis e vi basterà
sapere
questo,perché non abbiamo tempo da perdere.”,disse
l'uomo con la
testa da sciacallo con tono cupo, “Il vostro compito
è appena
iniziato.”
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