Un aspetto orribile
Playing in "Cool Hand
Luke" was an experience that was full of fun and learning, but ultimately I was
hiding a very important part of who I was, and that was painful. We had a healthy dose of playing in bars and
clubs, but the other half was playing in churches and at Christian music
festivals. That was only a little over a decade ago, but there was no room to
be honest about who I was, because I knew speaking up for myself would mean the
end of my career. The spirit of MAN ON MAN is the total opposite of that —
we’re rooted in love, self-expression, and true freedom.
[Joey Holman, Rolling
Stone Interview]
«Fermo, fermo!»
«Dimmi che è vero quello che mi hai detto prima, ti prego!»
piagnucolo.
«Che cosa?»
«Che hai lavorato come parrucchiere per qualche tempo.»
Joey ridacchia, continuando a tagliuzzare sulla mia nuca.
«Ma insomma, sto con un uomo o con una femminuccia?»
«Tutto questo è ingiusto!» protesto.
Joey mi si piazza di fronte e si indica i capelli. «Invece
il disastro che mi hai combinato in testa è giusto? Pretendi davvero che non mi
vendichi?»
«Ma io non riuscivo a stare dritto, ogni tanto mi tornava il
mal di schiena…»
Lui scuote il capo e mi punta contro le forbici. «Taci o ti
taglio qualcos’altro al posto dei capelli.»
«Non capisco perché ce l’hai tanto con le mie palle. Posso
almeno guardarmi?»
«Niente affatto. Stai zitto e fermo, e fidati di me.» Detto
questo, torna alle mie spalle e riprende ad armeggiare con le forbici. «Verrà
fuori uno splendore!»
«Eh, immagino…»
«Sai una cosa?» gli dico, fissandomi allo specchio con
un’espressione a metà tra la disperazione e lo sconforto.
«Sentiamo.» Joey è al mio fianco con le braccia incrociate
sul petto e l’aria enigmatica.
«Così sembro ancora di più un vecchio di merda» ammetto,
cercando di capire perché mi siano rimasti così pochi capelli in testa. Da
giovane li portavo lunghi, ero decisamente più carino.
«Ah, Roddy… se non esistessi bisognerebbe inventarti!» Joey
mi avvolge la vita con un braccio e mi stringe al suo fianco, appoggiando la
testa sulla mia spalla. «A me piace questo look.»
«Ti piacerà pure, ma ciò non toglie che sembro un idiota.»
«Sembri e basta? Io non ne sarei così sicuro.»
«Vaffanculo.»
«Beh, però è vero: secondo le mie personalissime
statistiche, combini talmente tante idiozie da dimostrare di essere un idiota,
non solo di sembrarlo» blatera.
Lo spingo via e alzo gli occhi al cielo. «La smetti di
parlare tramite statistiche? Mi dai sui nervi!»
Joey mi pizzica sul fianco e porta l’altra mano al centro
del mio petto. «Uh, il nostro iconico tastierista oggi ha le sue cose! Attento
a non macchiare le mutande…» scherza, per poi scostarsi di scatto e dirigersi
verso la cucina.
«Brutto pezzo di… ringrazia che ho mal di schiena e non
posso rincorrerti, altrimenti vedresti cosa ti farei!»
Lo sento ridere forte, mentre armeggia con qualcosa nella
stanza adiacente. «Sii più chiaro. Di cosa mi stai minacciando precisamente?»
«È meglio che tu non lo sappia, credimi.» Mi guardo ancora
allo specchio e mi trovo davvero orribile. A questo punto sarebbe meglio
rasarmi a zero, questi dannati capelli sono inguardabili.
«Datti una mossa, mangiamo qualcosa» urla Joey.
Sospiro e lo raggiungo in cucina.
«Quello cos’è?» chiede Joey dubbioso, scrutando l’oggetto
che mi sto rigirando tra le mani.
«Uno spruzzino. Un tempo dentro c’era uno sgrassatore per il
bagno o qualcosa del genere. L’ho ritrovato nel mobile sotto il lavandino e ho
pensato che potesse apparire nel nostro video» spiego soddisfatto.
«Nel nostro… ma che ruolo dovrebbe ricoprire?»
Ridacchio e mi alzo, dirigendomi verso il frigorifero. Lo
apro e porto fuori un bricco di latte, per poi richiudere l’anta con un colpo
d’anca. «Ci mettiamo dentro questo» continuo a spiegare con ovvietà.
«Che cosa?»
«Sì, ce lo mettiamo dentro e facciamo una bella lotta!» ammicco,
strizzandogli l’occhio.
«Io sono disarmato, non vale!» esclama.
«Trovati un’arma, mica posso pensare per due!» Mi stringo
nelle spalle e comincio a svitare il tappo dello spruzzino.
«Hai ragione, non pensi neanche per te stesso, figurati se
puoi pènsare per entrambi… ah, dannazione» farfuglia, aggirandosi per la
cucina.
Io intanto verso il latte nel contenitore e lo richiudo con
cura, per poi mettermi in piedi e brandirlo come fosse una pistola. «In
guardia, Holman!»
«Non essere sleale, lasciami il tempo di cercare qualcosa
con cui difendermi! Ma poi perché ci hai messo il latte? Potevi riempirlo con
l’acqua, almeno sporcheresti di meno in giro.»
«Beh, il latte fa più perverso, nel video potrebbe sembrare
qualcosa di allusivo e molto gay…» insinuo, sparando il primo colpo contro di
lui.
«Maledetto, che cazzo! Adesso ti faccio vedere!» Si avvicina
alla fruttiera e afferra una banana, brandendola come fosse una spada. «E questa
fa abbastanza gay se te la ficco su per il culo?» strilla.
Scoppio a ridere e spruzzo ancora, per poi indietreggiare
verso il salotto. «Prova a prendermi!» lo sfido.
«Hai ancora mal di schiena, non durerai a lungo!» ruggisce,
scattando in avanti e rischiando di cadere a terra dopo essere inciampato nella
gamba di una sedia.
«Prendi questa! Così impari, mi hai distrutto l’autostima
con questo taglio di capelli orribile!» sbraito, spruzzando senza sosta nella
sua direzione.
Joey lancia la banana nella mia direzione e io non riesco a
schivarla: mi si spiaccica in fronte e cade a terra, sfaldandosi; cerco di
indietreggiare, ma scivolo sul frutto ormai immangiabile e cado con il culo sul
pavimento.
Il mio uomo scoppia a ridere e mi indica, mentre si preme
una mano sulla pancia. «Spero che le tue telecamere del cazzo abbiano ripreso
tutto questo, è troppo divertente!»
Mi strofino il viso con un braccio e lo fisso in preda alla
furia. «Almeno ho delle prove per accusarti di tentato omicidio!»
«Oh, certo… mi immagino già la deposizione che rilasceresti:
il mio compagno ha provato a uccidermi con una banana» mi schernisce,
per poi guardarsi attorno. «Cristo, guarda che casino.»
«Se ti dà fastidio, pulisci tutto» lo incoraggio,
rimettendomi piano in piedi e massaggiandomi le natiche doloranti.
«Non se ne parla. Prendi straccio e spazzolone e pensaci
tu.» Joey indietreggia e si lascia cadere su una sedia, incrociando le braccia
al petto e divaricando le gambe, in una posa da vero duro. «Io me ne starò qui
a godermi lo spettacolo.»
«Guarda che è il video dei Man On Man, non di I want to
break free!» protesto.
«Prima di poterti travestire da donna, dovresti quantomeno
depliarti. Su, coraggio, Freddie sarebbe fiero di te!» mi sprona, mostrandomi
un ghigno più che divertito.
«Ah, al diavolo!» esclamo. «E io che volevo dare
l’impressione che facessimo cose sconce durante la quarantena…»
«Mi sa che ti è andata male, amore mio!» Joey sorride ancora
di più e si sistema ancora meglio sulla sedia.
«Amore mio un cazzo.»
«Sì, anche quello…»
Sospiro e mi preparo alla mia prossima tortura.
Beh, del resto me la sono cercata, non c’è che dire.
[Prompt 15: “Se non esistessi, bisognerebbe inventarti.”]
Eheheheheheheh, continuano le avventure dei nostri amati
vecchi di merda XD
Avete visto cos’hanno combinato tra tagli di capelli
improbabili e riferimenti a sfondo sessuale ben poco mascherati?
Ma veniamo a un paio di appunti: il riferimento a “I want
to break free” è ovvio, dato che i Queen si vestirono da donne per girare quel
videoclip, e si adoperarono per fare le pulizie XD ebbene, furono censurati per
questo, ahahahah!
Che ve n’è parso di questi ulteriori sviluppi?
Grazie a chi continua a seguirmi in questo progetto
assolutamente demenziale :D
Alla prossima ♥
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