SOS
Shavo si prende il capo tra le mani e sospira, mentre legge
per l’ennesima volta il biglietto che ha trovato incastrato
nell’amplificatore
del suo basso: SOS locale e buffet. Sente
già un principio di mal di
testa pulsargli nelle tempie, sta per avere una crisi di nervi.
La grafia è sicuramente quella di Serj e la cosa non lo
tranquillizza affatto: qual è il problema stavolta?
Perché SOS? Lo sapeva, se
lo sentiva: ogni volta che cercano di organizzare una dannata festa a
sorpresa
per John e Daron, qualcosa deve sempre andare
storto!
“Ehi, fratello!”
Shavo sobbalza spaventato e si ficca in fretta il foglietto
in tasca, non aveva sentito la porta della saletta aprirsi. Solleva lo
sguardo
e tira un sospiro di sollievo quando apprende che si tratta di Sako.
“Che faccia! Sono davvero così brutto da far
paura?” esclama
il tecnico, avvicinandoglisi per mollargli una pacca sulla spalla.
Shavo prende un profondo respiro prima di rispondere. “Ehi!
No, è che temevo fossi uno dei festeggiati e…
stavo leggendo un biglietto che
mi ha lasciato Serj. Dev’essere successo qualcosa di
grave!” Il bassista
recupera il pezzetto di carta spiegazzato e lo mostra a Sako.
“SOS locale e
buffet. E non c’è scritto altro! Io a cosa dovrei
pensare? Ora che cazzo è
successo?” Il suo tono di voce, parola dopo parola, si fa
sempre più agitato e
isterico.
Sako afferra il biglietto e lo esamina, scettico. “E non gli
hai chiesto spiegazioni?”
“Ho provato a
chiamarlo, ma non mi ha risposto! E ora sono qui e non so qual
è il problema, e
non posso fare niente! E se il tizio che doveva affittarci il locale ci
ha dato
buca? E se quelli del buffet hanno avuto un incidente e non possono
consegnare
il cibo in tempo? Io lo sapevo, questa festa è stata una
pessima…”
Sako si porta
l’indice
davanti alle labbra, intimandogli di ammutolire. “Non
strillare, John e Daron
potrebbero arrivare da un momento all’altro! E non essere
così tragico…”
“Come faccio a
stare
calmo? Serj mi ha scritto SOS!” Shavo prende a camminare
avanti e indietro,
torcendosi nervosamente il pizzetto a treccina.
“Che ansia e che
palle
che sei! Magari SOS non è una richiesta
d’aiuto” suppone Sako, stravaccandosi
su una poltroncina.
“Certo, e cosa
dovrebbe significare?” sbotta il bassista, fermandosi di
botto e fulminandolo
con un’occhiata.
Sako si stringe nelle
spalle; non capisce proprio perché il suo amico si faccia
prendere tanto
dall’agitazione, se Serj avesse avuto qualcosa di importante
da dirgli
l’avrebbe chiamato. “Magari sta per Sono
Occupato, Scusa. Oppure per Shavo
Odadjian, Sposami…”
“E cosa c’entrano il locale e il buffet?”
“Beh, se vi dovete sposare bisognerà pur pensare
al
ricevimento…”
“Ah, ma vaffanculo!” Detto questo, Shavo riprende a
vagare
per tutta la stanza, borbottando tra sé e portandosi di
tanto in tanto una mano
alla tempia.
“Beh, se ti fa più piacere, puoi sempre pensare
che il
locale è esploso e che il cibo del buffet ha preso vita ed
è scappato a nuoto
verso i Caraibi” rompe il silenzio Sako dopo qualche istante.
“Così non mi aiuti, lo sai?” grugnisce
l’altro in tono
lugubre.
“Dimmi cosa posso fare per esserti utile allora”
replica il
tecnico della batteria, per poi sbadigliare.
“Ricordami perché anche stavolta
ho deciso di
organizzare una festa a sorpresa.”
“Uhm… perché sei masochista? E comunque
smettila di andare
avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare!”
Il trillo di un telefono
riempie l’aria all’improvviso, facendo
sobbalzare i due. Con il cuore in gola, Shavo afferra di tutta fretta
il suo
cellulare dalla tasca del jeans e quasi lo lancia in aria quando legge
il nome
del mittente. “È Serj!”
Sako solleva gli occhi al
cielo. “Oh, finalmente! Serj, mio salvatore!”
Ma Shavo lo ignora e preme
con forza il tasto verde, portandosi
l’apparecchio all’orecchio. “Serj! Porca
puttana, ho provato a chiamarti mille
volte, mi hai fatto prendere un colpo! Si può sapere a cosa
cazzo ti serve un
cellulare se non rispondi mai?” comincia a sproloquiare,
gesticolando
nervosamente con la mano libera.
“Ehi! Io sto
bene, grazie mille per esserti interessato” esordisce il
cantante ironico.
“Non
è il momento! Si può sapere cosa vuol dire quel
biglietto che mi hai
lasciato sull’ampli?”
Serj ridacchia con fare
rilassato. “Come che significa?”
“Perché
mi hai scritto SOS? Cosa è successo? Ci hanno tirato un
bidone?
Se vuoi mi metto subito a cercare un altro locale, conosco un tizio
che…”
“SOS? E dove
l’avrei scritto?”
Shavo sgrana gli occhi
confuso. In un paio di falcate raggiunge Sako –
che intanto lo scruta a metà tra il confuso e il divertito
– e gli strappa il
bigliettino di mano. “SOS locale e buffet! Quante
interpretazioni può avere?”
Dall’altro capo
del telefono cala il silenzio per qualche secondo.
“Ehm…
Shavo… quelle non sono lettere, sono numeri.
È il prezzo totale dell’affitto
del locale più il buffet: 505.”
Il bassista è
completamente basito; il suo viso impallidisce sotto lo sguardo
sempre più confuso di Sako. “Cinquecentocinque
dollari…” riesce soltanto a
biascicare.
Il tecnico della batteria
spalanca la bocca, lancia un ultimo sguardo al
biglietto e infine scoppia a ridere di gusto, accasciandosi nuovamente
sulla
poltroncina. “Io non ci voglio credere!”
Shavo si sventola il
foglietto davanti al viso e lo osserva per
l’ennesima volta – ormai lo conosce a memoria, ma
ora assume tutto un altro
significato. “Serj, fratello, fattelo dire: hai una grafia di
merda.”
“Andavo di
fretta!” si giustifica il cantante. “Dovevo forse
prodigarmi
in fronzoli gotici per abbellire i caratteri?”
“Ma cazzo, lo
zero non è tondo, è ovale! E
la linea del cinque è
più squadrata nella parte alta!” sbotta Shavo.
Sako se la ride, Serj
anche, e intanto lui per questa faccenda ha perso
dieci anni di vita.
“Non
è colpa mia se non sai leggere!” lo accusa il
cantante.
“E non
è colpa mia se non sai scrivere!” ribatte il
bassista piccato.
A quel punto Sako, dopo
essersi asciugato le lacrime che gli sono
sfuggite per il troppo ridere, si rimette dritto sulla poltroncina e
strappa il
cellulare di mano a Shavo. “Ehi Serj! La prossima volta, al
posto di mandargli
un SOS, mandagli un SMS, almeno vi capite
meglio!”
:D :D :D
Prompt
per la challenge “Just stop for a minute and smile”:
16. "Smettila di
andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di
mare!"
31. "Ho provato a
chiamarlo, ma non mi ha risposto!"
Ehm…
sì, sono LEGGERMENTE in ritardo per i compleanni di John e
Daron, ma
cosa ci possiamo fare, l’idea mi è venuta in
ritardo… e che idea AHAHAHAHAHAHAH
Quanto mi sono
divertita a scrivere questa cosa, QUANTO!!! E quanto mi mancava
scrivere di questi cretini *_______* chebbello che è questo
fandom! Certe volte
mi dimentico di quanto siano divertenti i System XD
E potevo non
rendere partecipe della vicenda Sako, il nostro tecnico
della batteria preferito? Qualcuno doveva pur sorbirsi Shavo in preda
all’ansia
AHAHAHAHAH
Per quanto
riguarda la dubbia grafia di Serj, ho preso ispirazione da me
stessa: molto spesso quando scrivo i numeri sembrano lettere,
cioè se scrivo “200”
sembra che io abbia scritto “ZOO”, e allo stesso
modo se scrivo “505” sembra
“SOS”
AHAHAHAHAH perché ho una grafia molto
“rotonda” e tendo a smussare tutti gli
spigoli! Quindi ho voluto costruire un malinteso demenziale su questa
mia ennesima
deficienza!
So che sono in
ritardo massimo, ma spero che gli auguri per la
Jarohn…
ehm… John e Daron siano ancora validi! TANTISSIMI
AUGURI ai ragazzi che da
troppo tempo mi hanno rubato il cuore e non me l’hanno mai
restituito, GRAZIE
DI ESISTERE!!!!! ♥
E grazie a voi
lettori che siete giunti fin qui, spero di avervi
strappato un sorriso!!!! :3
Alla prossima!
*________*
|