Take
me down to the river bend
Take
me down to the fighting end
Wash
the poison from off my skin
Show
me how to be whole again
Fly
me up on a silver wing
Past
the black where the sirens sing
Warm
me up in a nova's glow
And
drop me down to the dream below
'Cause
I'm only a crack in this castle of glass
Hardly
anything there for you to see
For
you to see
(Castle
Of Glass-Linkin Park)
Da
qualche parte nel continente, molti anni prima
-Kukuku!
Con questo artefatto diventerò invincibile! Finalmente
sconfiggerò
Ul!-.
-Ehilà,
che fai Lyon?-.
-Ah!-
La pacca sulla spalla fu così forte da fargli cadere
l'oggetto dalle
mani che, essendo fatto di ghiaccio, andò in pezzi. Lyon
diventò
rosso dalla furia.
-Che
era quello?-.
-Grrrrr!
Imbecille! Lo hai rotto!-.
-E
stai calmo! Siamo alchimisti del ghiaccio no? Createne un altro
(qualunque cosa fosse).-.
-Non
si può, era unico! Era la chiave della mia vittoria su Ul! E
tu
l'hai distrutto!!!- Lo
colpì nell'impeto
con
un pugno in
faccia.
-Ahi!
Pezzo di...- Gray ricambiò il gesto e presero ad azzuffarsi;
se le
diedero finché non li fermarono due sonore pacche sulla
testa.
-Basta
voi due!-.
-Maestra
Ul...-.
La
donna era visibilmente furibonda:
-Smettetela di fare
i bambini!-.
-Ma
lui mi ha...-.
-Gray
doveva fare attenzione, ma non ha avuto colpa. Tu invece non dovresti
affidarti a oggetti magici per diventare potente... tra l'altro
quello era un falso.-.
-Umpf!
Eh,
cosa?-.
Gray
gli fece la linguaccia, lui lo vide e gli ringhiò contro.
Ul
sospirò, la rabbia mutata in rassegnazione: -Accidenti,
siete
irrecuperabili. E sì che vi somigliate tanto...-.
-Assomigliare
a lui? Proprio
no!-
Dissero insieme. La
loro maestra scosse
la testa,
e i due si guardarono ancor più in cagnesco.
-Tanto
per iniziare, entrambi avete un obbiettivo, qualcuno da battere.
Tenetelo sempre a mente se volete diventare più forti, ma
non
lasciate che vi consumi. Sapete, se vi aiutaste a vicenda forse...-.
“È
più probabile che lo uccida.” Pensò
seccamente Lyon.
-Ul-sensei,
è questo qui che se le cerca.-.
-Basta,
Gray. Comunque sia, non lo batterete stasera il vostro nemico. Su,
andate a dormire e riflettete su quanto vi ho detto. Ah, e per
stimolarvi, niente lenzuolo.-.
-Ehh???-.
Quando
se ne fu andata, i due ragazzini si scambiarono un'ultima occhiata.
-Occhi
languidi.-.
-Capelli
di latta.-.
Si
allontanarono in direzioni opposte, e Lyon uscì di casa. Al
solito,
c'era una bufera di neve.
“Farmi
consumare? Giammai. Anzi, sono sicuro che succederà a lui, e
toccherà a me risolvere la situazione.”.
Iniziò
ad avere freddo e rientrò in fretta. La neve
coprì presto le sue
tracce.
“Brr!
Sai che? Non vedo l'ora che arrivi quel giorno!”.
PIC
PIC
Hargeon,
adesso
Cadde
anche l'ultima delle sue scaglie. Usava
la sua forma Cambiata come ultima spiaggia perché al momento
della
reversione il suo petto collassava per qualche secondo.
Ma
ora non
era più un problema.
-...è
abbastanza... anf... è abbastanza...-.
La
punta smise di premere. Si era già presa il cuore. Non
serviva
procedere oltre.
Si
sentiva debole, tanto che per tenere la testa alta
doveva appoggiare il mento sulla spalla del ragazzo. Era più
larga
di quanto ricordasse. E
calda.
E il suo viso? Chissà com'era adesso.
-Ah...
che vergogna... pensavo che ci saremmo almeno affrontati... e che
avrei vinto io... dopo un lungo combattimento... invece...-.
-Stai
zitto.- Fece una voce atona.
-Gelido
come il ghiaccio... potresti almeno salutare il tuo vecchio
compagno...-.
-Non
ho nessun compagno qui. Solo un altro demone che ho eliminato. E non
mi interessa cosa ha da dire.-.
-Ho
capito... quindi è questo che hai fatto in tutto questo
tempo...-.
-Sì.-.
Lyon
dovette inspirare e sentì i polmoni riempirsi di sangue. Se
avesse
ancora potuto sentire dolore, ne sarebbe impazzito.
-Perché,
Lyon?-.
Lyon
aggrottò la fronte per lo sforzo. Rammentarselo era sempre
più
difficile.
-All'inizio
non sapevo cosa fosse reale... non sapevo se i miei compagni fossero
morti o no... un momento lo erano... e quello dopo no... pensavo
solo... anf...
che
volevo
ucciderlo...-.
-Nella
mia testa avevo l'ordine di servirlo... ma resistevo... mi dissi che
se gli avessi obbedito come un cane avrei avuto la mia
opportunità,
prima o poi...-.
Gli
sembrava di vederlo, proprio di fronte a lui, seduto nel suo trono in
fiamme.
-Seguii
i suoi ordini... ogni ordine che mi dava... lo eseguivo... anf... non
pensavo sarebbe stato così semplice... e gli ero sempre
più
vicino...-.
-E
alla fine... non mi era rimasto più niente... non mi
aspettava
nient'altro... e io non ero più... quello di prima...-
Gli mancò il fiato e tossì scheggie di ghiaccio
rosso. La
gola era irrimediabilmente intasata.
-Che
idiozia.- Per un attimo gli sembrò di sentire stizza nella
sua voce,
e non solo, del rimprovero: -Per questo hai venduto l'anima? Sei uno
stupido, Lyon, lo sei sempre stato. Hai dimenticato chi eri
veramente, per questo hai ucciso i tuoi amici?-.
-I
miei amici... Non
sono stato io...
ah...-.
-Però,
sai,
io ho ucciso Juvia.-.
…
Juvia...
i
suoi capelli... il suo sangue...
Juvia...
-Ti
ringrazio.-.
?
-In
effetti pensare ancora
a
lei
mi avrebbe distratto dal mio obbiettivo. Perciò, grazie.-.
-Per
questo e perché... così me lo rendi molto
più semplice.-.
CRUNCH
Lyon
sentì
i muscoli e le ossa della schiena lacerarsi sotto la spinta della
lama, che gli mozzò nuovamente il respiro. Una
punta di dolore gli attraversò le labbra, o erano i ricordi
di un
tempo umano a ingannarlo.
Non
mancava più molto.
-Gray...
ho pensato molte volte a questo momento... anf... cosa...
cosa avrei pensato... ah... forse...
avrei
visto il suo volto... e degli altri... avrei avuto paura... anf...
sentito...
freddo... disperazione...-.
-Ah...
ma adesso che sono qui... non sento nulla... ah...
le cose che ho fatto... le rifarei ancora... ah... ed
io
non
ho... alcun... rimorso...-.
TONF
-Ul...-.
*
*
*
Castello
di Crocus, mesi prima
Davanti
a Kinana
c'erano
due Cavalieri delle Rune.
-Ruggito
del Drago di Terra!-.
Niente
più cavalieri.
-Kina-Kina-Kina!-
Ridacchiò la Dragon Slayer. Da fuori sentiva deflagrazioni e
suoni
di lotta, meglio muoversi e andarsene in fretta. Ah, e recuperare
Dan, se ce n'era il tempo.
-Se
con tutto questo casino quei due erano ancora qui, vuol dire che
dietro questa porta...-.
L'aprì
con un calcio.
-Bingo!-.
Un'enorme
sala circolare che si alzava fino al soffitto dell'ultimo piano: alle
pareti libri a non finire, dai quali uscivano pagine luminose che
volavano da una parte all'altra in modo apparentemente casuale. Al
centro un fascio luminoso, attraverso il quale passavano molte di
quelle pagine.
La
maxi-magia Archivio. Ora doveva solo...
FREEZE
Tutto
si coprì di brina, lei compresa. Alle sue spalle, Gray entrò
nella sala.
-Ottimo
lavoro, Kinana. Vediamo un po'...- Tese la mano e delle pagine
uscirono dal flusso.
-Ecco
qui i laboratori restanti dei demoni. Vediamo... la prigione la
lascio all'esercito... questo qui lo prendo io... e anche questo...-
Le due pagine scelte scomparvero, per ricomparire nella sua mente.
Con
la coda dell'occhio, guardò la statua di ghiaccio che era
Kinana:
-Al tuo livello attuale, puoi distruggerne solo uno. Beh, credo di
sapere quale sceglierai...- fece sparire la prigione e l'altro,
rimaneva solo il Cube.
Soddisfatto,
il ragazzo si girò e uscì. Dopo trenta secondi,
la brina sublimò
tutta.
Kinana
sussultò. D'improvviso aveva avuto freddo.
-Oh,
solo uno eh? Bene bene, ci sarà da divertirsi-kina!-.
Una
volta uscita, Dan stava combattendo con due uomini che avrebbe
preferito non incontrare mai più: Freed e Bickslow.
*
* *
Hargeon,
adesso
Lyon
era prono, la guancia
destra sulla terra
e gli occhi socchiusi. I lunghi capelli argentei non riuscivano
a coprire
il buco sulla schiena, e
la sua pelle era diventata azzurra e piena di crepe. Il suo corpo non
svaniva, forse perché era
troppo freddo per farlo.
Gray
strinse il pugno con cui lo aveva ucciso,
che da nero tornò rosa
carne.
-Sei
un pessimo bugiardo, Lyon.
Il
laboratorio sotto la
prigione non è stato il mio ghiaccio a distruggerlo,
e nemmeno l'esercito di Fiore.-.
Si
rivolse poi al corpo della Cambiata alle sue spalle. L'aveva vista
una volta, ai Grandi Giochi della Magia. Sembrava un'altra vita.
Respirava
ancora.
-Non
la toccare.-.
La
Wendy di Edolas lo fissava con occhi di fuoco.
-Non
ce n'è bisogno. Tanto nemmeno la vera Wendy potrebbe
salvarla.-.
Dando
una tiepida occhiata al resto dell'esercito, riconobbe qualcuno di
Edolas. Poi si allontanò.
Sotto
di lui, il terreno si scongelava e tornava normale.
-Ci
vediamo.-.
La
sentì
mormorare qualcosa, ma lui era già lontano.
Nell'idilliaco
regno fatato di Oberon
-Mio
nobile cavaliere, mi avete salvata, come potrò mai
ringraziarVi?-.
-Mia
dolce Kinana, angelo dei miei pensieri, vulnus
del mio cuore e luce dei miei occhi, morirò
per ogni risposta che possiate darmi, ma debbo chiederlo: vi prego,
diventate
(frattanto
porgimi
altro nettare) la mia sposa!-.
-Oh,
nobile cavaliere...-.
-Eccelsa
Beatrice...-.
-Svegliati
Dan.-.
SBENG
-Ahi!
Che immensa agonia! Quale fellone osa colpire un cavaliere
mentre...-.
Due
ciuffi di barba, borse sugli occhi, testa pelata, alito che
acciderebbe il Grendel... per tutti i poemi!
-Nobile
Byro! Siete voi!-.
-Che
hai detto del mio alito?-.
-Ehi,
Dan, questo qui è amico tuo?- Mary Huges stava rigirandosi
sotto il
piede la faccia pesta del menestrello senza cervello.
-Giammai,
egli è un feroce inimico del... ma che ci fate in codesto
luogo?-.
-Mm-mm?
Siamo venuti a per te, no?- Domandò mellifluo Sugarboy.
-Per
me? Ah, ma non dovevate disturbarvi!- Dan balzò in piedi e
si mise
sull'attenti: -Sono in forma più che mai!-.
I
suoi compagni si guardarono
in maniera peculiare.
-Non
hai capito. “Siamo qui per te” nel senso che stiamo
dando la
caccia ad un disertore.- Disse lapidario Byro, maneggiando la sua
staffa.
Dan
sgranò gli occhi.
-Cosa?
Siete qui perché... Mary, Sugarboy, Samuel, anche tu piccola
Coco?
Me lo sarei aspettato da Kubrick ma...-.
-Dechu!-.
Coco
alzò le spalle: -Scusaci.-.
Dan
abbassò le sue, sconsolato.
-Oh,
accidenti. Ma non si dica che un cavaliere fugga di fronte a un
duello! Mia fida Habara- Sugarboy l'aveva inglobata con le sue melme:
-Ah. Poco cange, orsù, fatevi sotto!- esclamò
agitando i pugni.
-Va
bene. Facciamola breve.- Byro alzò la verga e
spazzò un colpo.
Zonia
-Ky-ah!-.
KLENG
Erza
digrignò i denti, spingendo a fondo. Dall'altra parte, al
di là della
lama e degli
artigli incrociati dell'arpia, anche questa
storceva le labbra per lo sforzo.
Eppure
entrambe sorridevano.
-Ah!-
L'Etherious liberò
una mano per attaccarla con le sue branche, ma
lei
le scansò prontamente.
Ora
toccava all'altra mano. Con gli artigli così allungati,
cinque alla
sua destra e cinque alla sua sinistra, chiunque avrebbe approfittato
della sua apertura per
trafiggerla
in pieno petto. Chiunque avesse
voluto essere fatto a fette, per
essere più precisi.
Erza
estrasse l'altra katana e, quando Kyouka unì le mani, usò
entrambe
per difendersi. Attivò i propulsori e volò via,
rimanendo sospesa
a qualche metro da terra.
Kyouka
si leccò le labbra. Erza le lanciò uno sguardo
divertito.
-Perché
ridi?-.
-Perché,
anche se sei un'aquila, qui l'unica che vola sono io.-.
-Uhm.
Hai ragione, sì.- Kyouka sbatté la braccia e se
la trovò addosso.
KLENGKLENGKLENGKLENG
Si
lanciarono addosso
fendenti e affondi troppo veloci per un occhio umano, tracciando
archi di scintille metalliche.
“Acc!!!”.
Otto
punture
sulle cosce la avvisarono che l'aveva arpionata con le zampe.
“Riescono
a perforare la mia tuta! Impressionante!”.
-Mi
hai presa per un trespolo?- Risucchiò
la
saliva e, al momento giusto, sputò. Lo sputo
attraversò l'aria,
venne tagliato in due e le finì sugli occhi.
-Kh!-
Kyouka
perse
il ritmo per un solo istante, quello necessario alla
rossa
per mettere a segno il primo colpo. Allora la furia
si schiodò dalla sua presa e tornò a terra; Erza
notò con piacere
che le ci vollero tutti gli arti per atterrare.
Rialzatasi,
Kyouka si toccò la guancia. Oh, guarda guarda... ora la sua
bocca
era un po' più larga di prima.
Erza
scese anch'essa, rinfoderando le due spade. Toh, si era trovata
quella Minerva sotto i piedi. Non era ancora strisciata via?
-Tu...
sei davvero... Erza?-.
-Sì,
sono Erza. Ma non quella che conosci tu.-.
Minerva
alzò appena
un
angolo della bocca, anche se lo faceva sembrare uno sforzo immane.
Patetica.
Ma aveva la pellaccia
dura, doveva
ammetterlo.
-Ah...
va bene... allora...- Le sue palpebre si abbassarono e
appoggiò la
testa per terra. Boh, magari stavolta era morta.
-I
miei complimenti.- Disse Kyouka: -Mi fai sentire nostalgica. In tutta
onestà, credevo che voi di Edolas foste insetti tra gli
insetti.-.
-Ohhh,
qualcuno ha fatto i compiti a casa, che brava.- Erza allargò
le
braccia con scherno: -Come puoi vedere, abbiamo compensato la
mancanza di magia.-.
-È
proprio vero, allora, che gli scarafaggi sopravvivono a tutto.-.
-Heh.-.
-Qual
è il tuo nome?-.
-Mi
chiamo Erza. Erza Knightwalker. Se non sbaglio, tu ti chiami
Kyouka.-.
-Precisamente.
Erza Knightwalker. Erza... sì, posso confermare che meriti
questo
nome.-.
-Grazie.-
Rispose sinceramente: -E devo dire che è da tanto che non
affrontavo
un avversario al tuo calibro.-.
-È
un peccato non poter continuare così in eterno...- Dicendo
questo,
la demoniessa pareva voler riprendere la lotta; invece
proseguì a
parlare: -Non vedo il marchio di Fairy Tail sulla tua spalla. Dimmi
un po', quella fastidiosissima gilda esiste anche nel tuo mondo?-.
-Fufufu...
ahahahah!- Dopo un attimo di sbigottimento, Erza era
scoppiata
a ridere.
-Certo
che esiste, ma se non lo vedi sul mio corpo è
perché ero conosciuta
come “la cacciatrice di fate”.-.
Un
guizzo attraversò gli occhi di Kyouka: -Molto affascinante.
Guarda
un po' l'ironia della sorte, tutte quante qui abbiamo odiato Fairy
Tail... e ci ha sconfitte la stessa persona.-.
-Mmm.
Allora si può dire che quella che perderà qui non
merita
una rivincita contro di
lei.-.
-Un
motivo in più per vincere. Ti ringrazio di avermi concesso
un minuto
di riposo, tuttavia ora dovrò proprio fare sul serio.-.
Gareggiando
con lei al sorriso più folle, Erza le fece cenno di farsi
sotto.
-Fai
pure. Però ti avverto: lei mi ha affrontata dieci anni fa,
ed io
sono molto più forte di allora.-.
Malva
SNIF
SNIF SNIF
“A
destra.”.
SNIF
SNIF SNIF
“A
sinistra.”.
-B-Bianca,
loro sono...-.
-Sono
vivi. Quasi tutti.- Si avvicinò a uno dei corpi a terra, la
strada
ne era piena.
“ È
un soldato di Edolas. È ustionato in più punti.
Allora il cielo di
prima era opera loro.”.
-Sono
stati attaccati molto recentemente. Uno solo. Li ha sconfitti subito.
Non li ha uccisi, forse perché li considerava pesci
piccoli?- Prese
la lancia del soldato in mano, facendo per esaminarla.
-In
ogni caso, è molto probabile che l'aggressore si trovi
ancora- Si
girò di scatto: -qui!-.
L'arma
si conficcò sulla parete, senza però colpire
niente. Lisanna fece
una smorfia di disappunto.
-Flare,
stammi vicina.-.
-Uh?
S-Sì!-.
Ripresero
a camminare, ma
l'albina
aveva la costante impressione di essere osservata.
“È
invisibile? Però
non
sento il suo odore e non lo sento muoversi. Percepisco solo la sua
aura demoniaca. È forte... Flare
è in pericolo.”.
-!!!-.
Flare
le finì addosso, perché si era fermata senza
preavviso.
-Bianca,
che succede?!-.
-Niente,
è solo che... una certa persona è appena morta.-.
-Ah...
chi era?- Domandò debolmente lei. Eppure doveva averlo
avvertito
anche lei. Dopo tutto quello che le aveva fatto, doveva
essere
così.
-Qualcuno
che volevo uccidere con le mie stesse mani. Non è
importante, anche
perché adesso... ora che ci penso...- Si
mordicchiò un'unghia, un
allarme recondito nella sua testa continuava a suonare.
“Gli
obbiettivi di Natsu non sono casuali, voleva distruggere Raven Tail e
i giganti, ma altri gruppi era disposto a Cambiarli, persino tipi
come Zancrow. Cerca persone forti da unire al suo esercito, ed
è
lecito pensare che stia schierando i migliori in questo
momento.”.
Forse
li considerava pesci piccoli
“Bruciature...
di esplosioni?”.
-Niente
è casuale.-.
-Bianca?-.
-So
con chi abbiamo a che fare.-.
Crocus,
castello reale
-Fin’ora
sta andando tutto come avevi previsto.-.
Hisui
guardava con attenzione l’olo-mappa del continente, spostando
lo
sguardo da un lato all’altro alla ricerca della minima
variazione.
Pensare che tutti quei puntini luminosi erano in realtà
persone, e
vedendoli spegnersi così velocemente, era... era molto
strano.
-N-Non
direi!- Rispose Mavis con imbarazzo.
-Non
avrei mai immaginato che sarebbero arrivati gli abitanti di Edolas!-.
-Principessa,
posso entrare?- Si annunciò Arcadios da dietro la porta.
-Sì,
entra pure.-.
Il
cavaliere entrò, vestito in armatura da battaglia.
-Mi
aveva chiesto di riferirle quando Kagura si sarebbe svegliata.
Inoltre il Portale Eclipse è pronto.-.
-Bene,
delle buone notizie. Ma non è ancora il momento di usarlo.
Ci
vorranno come minimo...-.
-Ci
sono molte variabili da considerare.- Si intromise Mavis: -Ma non
prima di ore.-.
-Sì,
direi di sì.-.
Arcadios
non poteva sentirla. Non si era fatto marchiare, non aveva voluto.
-Comunque
sia, voglio vedere come sta. Mavis-sama, puoi restare tu qui per un
po?- Le domandò sorridendo.
-Certamente.
E, ehm, porgetele i miei saluti.-.
La
principessa e il cavaliere uscirono. Come furono fuori,
l’espressione
della ragazza cambiò.
La
faccenda della spia, la talpa che aveva aiutato Zeref, la questione
che l’aveva presa per mesi… i nodi stavano per
venire al pettine.
Sì, la spia era una persona insospettabile, anzi,
inimmaginabile per
chiunque.
Iniziarono
a camminare, lui poco dietro di lei, ma in modo che lo potesse vedere
con la coda dell’occhio. Stava forse poggiando la mano
sull’elsa
della spada?
“ È
sempre pronto a colpire.”.
Oltrepassarono
alcuni maggiordomi, cameriere e soldati in divisa. La paranoia
avrebbe spinto chiunque nella sua posizione a guardarli con sospetto,
a cercare un pugnale celato, una mano svelta,
un’occhiata…
Ma
lei no. Lei
sapeva già
chi era il suo
nemico.
-Arcadios-san,
ti ringrazio per essere sempre al mio fianco da quando mio padre
è
venuto a mancare.-.
-Principessa...-.
-Qualunque
cosa accadrà
d'ora in
poi, desidero
che tu sappia
quanto
ti ho a cuore.-.
-Lei
è troppo… buona.- Incespicava.
“Sai
anche tu quello che sa per succedere, non è vero?”.
Hisui
ripensò a Kagura, la persona che più
l’aveva aiutata nella
ricerca della spia. A parte per il suo sfogo contro Gajeel, si era
rivelata una ragazza molto saggia.
Non
era arrivata alla verità, però c’era
andata molto vicina, il che
la rendeva…
Erano
arrivati davanti
all'infermeria,
ma
Arcadios si era fermato poco più indietro. Era decisamente
preoccupato.
-Volete
che aspetti qui?-.
La
sua armatura luccicava nella penombra, e l’elmo davanti agli
occhi
rendeva
sinistro il
suo
sguardo, come
quello di un'aquila che guarda ad una preda in basso.
-Capisco.
Hai altri doveri oltre a me. Vai pure.-.
Kagura
era sdraiata sul letto, girata sul lato, e non si muoveva. Calcolando
la distanza tra l’infermeria e le sue stanze, doveva essersi
riaddormentata proprio mentre Arcadios si era spostato. D'altronde si
era sforzata molto. Si avvicinò al suo letto, oltrepassando
quello
di Lily.
Camminando,
tastò lo stiletto nascosto sotto la manica. Sapeva bene che
era lì,
ma giunta a quel punto si poteva concedere alcune fissazioni.
“ Forse
dovevo prendere ancora qualche pillola. Visto l'avversario che sto
per affrontare...”.
Raggiunse
la ragazza, ancora
immobile.
Allungò la mano
e le scosse
la spalla.
-Kagura,
svegliati.-.
Oltre
il confine con Bosco
-Hah!
Hah!- Erza agitò le briglie e il destriero
galoppò con più foga.
-Erza-san,
la tua missione sarà molto importante.-.
-Cosa
devo fare, Principessa?-.
-All'apparenza
dovrai recarti a Zonia, ma lì rimarranno
Minerva e
Gajeel.
Tu dovrai spingerti in pieno territorio nemico.-.
Il
cielo non era più rosso fuoco, ma di uno sporco cremisi
tendente al
nero. Il vento bruciava tra i suoi capelli
che
in quell'atmosfera cupa erano di una tonalità più
chiara,
fastidiosa alla vista.
“Lo
posso fare solo io. Non devo avere alcun timore. Devo salvarli e
distruggere quel posto.”.
Dietro
di lei, un continuo abbaiare.
-Ma
non puoi andare da sola.-.
-Chi
verrà con me allora?-.
-Ecco...
in realtà...-.
-WILD
FOUR!!!-.
-Mennnnn!-.
-Fantastico,
Maestro Ichiya!-.
La
rossa sospirò sconsolata.
-L-Loro???-.
-Kun-Kun.
Erza, persino il parfum del tuo cavallo è delizioso.-.
-Aniki,
veramente non lo definirei un profumo... guh...-.
-Men!-.
-La
signorina Erza è così Wild!- Ruggì
Rocker.
-Ci
ha permessi di rimediare al nostro tradimento! Non la deluderemo!-.
“Io
non c'entro proprio niente con
questo.”
Pensò tra sé e sé la ragazza.
“A
dispetto delle apparenze,
sono i compagni di Bacchus. Loro e Blue Pegasus sono le scelte
migliori... immagino. Hm?
Cos'è
questa sensazione?”.
Qualcuno
le stava annusando i capelli.
-Kun-Kun!-.
-Nichiya!-.
-Parfum!-.
All'orizzonte
ancora niente, se non una landa desolata. Presto però,
davanti a
loro, si sarebbe stagliata una torre circondata da nove muraglie
magiche.
Il
solo pensiero di quello che stava per fare la spaventava. Si fece
coraggio.
-Ragazzi,
vi ringrazio di essere qui con me. Ma d'ora in poi le cose si fanno
più difficili, e non potrò proteggervi se sarete
in pericolo.-.
Ren
Akatsuki affiancò il proprio cavallo al suo.
-Erza,
siamo stati tra le migliori gilde di Fiore per sette anni.
Perciò
siamo noi a dirti che, se sarai in pericolo, potrai contare su di
noi. N-Non che una donna come te ne abbia bisogno...-.
-Il
solito Ren!- Commentò Hibiki: -E se succedesse qualcosa a
te, chi la
sentirebbe Sherry? No grazie, direi che è te che dobbiamo
proteggere.-.
-Ci
penseremo noi!- Urlò uno dei quattro che non era Rocker. Non
era
nemmeno uno due più grossi, ehm... e loro come si chiamavano?
-Noi
siamo i Quattro Cani da Guardia!-.
-Bauuuuuuuu!!!-.
E
avanti così. Erza sorrise, in qualche modo tutto quello le
ricordava
la baraonda di Fairy Tail.
Col
senno di poi, si stava lasciando influenzare dall'ottimismo senza
rendersene conto. Che era proprio la fregatura insita nell'ottimismo.
Emanava,
quell'uomo,
una scia di nebbia, come uno spirito del fumo, ma fredda prima che
umida: una sensazione di morte.
“Vattene.”.
“Vattene.”.
“Vattene.”.
“Esci
dalla mia visuale.”.
Hargeon
“Ora!”
In un secondo Wendy era piegata sul corpo della ragazza, muovendo
sopra di lei il palmo aperto per
accertarsi
delle
sue condizioni.
“Polmone
sinistro, cuore, stomaco, esofago, intestino, cistifellea; poi, gli
omeri, le ulne, i radio, 22 costole, lo sterno, il bacino, 15
vertebre, un femore, una tibia; quasi tutti i muscoli e le ossa delle
mani e dei piedi; quasi tutto l'apparato circolatorio. Solo la testa
è rimasta pressoché integra. Le
probabilità di successo sono
del... 1,3‰. Sei decimi di errore stimato.”.
-A...aa...ah...-.
“1,2.”.
-Non
sforzarti. Forse ti ricordo una ragazzina che conosci, ma non sono
lei. È
possibile che ti salvi.
Tuttavia, è più probabile che ti renda
più doloroso il trapasso.
Desideri che proceda?-.
La
Cambiata
strizzò gli occhi, contrasse le dita, probabilmente cercava
di
urlare ma
le mancavano troppi pezzi
per farlo.
-Ho
capito.- Tese la mano sul suo viso e le chiuse gli occhi; trasse un
profondo respiro e rialzò l'altro braccio.
Percepì il solito
formicolio della mano che si apriva e scomponeva in tanti ganci
metallici che si assemblarono svelti nei suoi strumenti.
-Mi
dispiace per te. Se sopravviverai, ti prego di perdonarmi. Quando
avrò finito
sarò la persona che odierai
di più.-.
Villaggio
Tully
Juvia
e Bickslow erano sconcertati, anzi, paralizzati dallo stupore.
“Allora...”.
“...è
vero.”.
Erano
stati preparati a questo, certo, e anche da tempo; tuttavia, ora che
stava accadendo, si trovavano davanti ad un abisso. Dopo quello che
era successo a Lisanna e Yukino, vederla lì, su quel tetto,
vestita
da punk e con la punta della lingua umida tra le labbra, lei che una
volta era loro amica…
-Vi
piace il mio look? È un ritorno alle origini,
sì?-.
Mirajane
spalancò le braccia e si piegò verso di loro: -Cosa
sono quelle facce? Sembra che abbiate appena visto un fantasma. Ohh,
ma forse non è per quello che siete nervosi. È
perché vi rendete
conto dell'infinito
che ci separa, eh???-.
I
due maghi deglutirono a vuoto. L'unico loro vantaggio era il numero.
Erano forti, ma non quanto lei, un tornado di sentimenti contrastanti
li attanagliava, e non avevano mai combattuto insieme. Inoltre, c'era
Elfman...
-Direi
che non avete niente da dire. Va bene, tanto non me ne frega niente
di voialtri. Iniziamo!- Schioccò le dita e rimase immobile.
Il
tempo di domandarsi che cosa sarebbe
successo
che un enorme potere
diabolico li investì in pieno; da
rosso il cielo diventò nero e delle urla deformi invasero
l'aria.
Dietro a Mirajane si alzò una parete fumosa come la schiuma,
ma
oscura.
Bickslow
piazzò le bambole attorno a loro, ma non avrebbero retto se
la
Nebbia li avesse travolti. Invece si diramò in due lingue
laterali,
lasciando libero spazio per Mirajane ma anche per loro.
Non
capivano, poi guardarono attentamente. Dalla superficie fosca
emergevano per pochi secondi teschi e volti sfigurati,
nonché mani e
braccia.
Juvia
biascicò uno “spaventoso” e l'albina le
fece il verso: -Davvero,
lo è. Noi, beh più che altro io, lo chiamiamo
Fetore, perché sono
i nostri rifiuti. Cambiati che non sono sopravvisuti al processo,
cadaveri di etherious e gli sporchi umani che ci sono finiti dentro.
Non importa se vivi o morti, è un eterno inferno oltre la
morte...
scommetto che ci potreste trovare alcuni vostri amici! Ahahah!-.
-Maledetti!-
Le ringhiò contro Bickslow.
Gli
rivolse un lugubre sorriso.
-Traaaanquillo,
tra poco li rincontrerai!- Agitò la mano, ma appena
prima
di calarla si fermò e
si
guardò intorno
con aria interessata.
-Uh-uh,
succede qualcosa... ah, laggiù!-.
Una
parte della superficie si stava increspando, qualcosa
ne stava uscendo. Prima una punta metallica, poi una gamba, e infine
un corpo: quello di una giovane donna, in armatura, dai capelli neri
e corti, con una spada in mano. Il
ricordo
di un essere umano. Pallida; la frangia incolta sugli occhi;
l'armatura corrosa; la veste a strisce sgualciti; il corpo ridotto ad
uno scheletro; il volto scavato fino all'osso.
-hhh....
Impugnare... la spada....-
Mosse un passo verso di loro, anche se sembrava reggersi a malapena
in piedi.
-Juvia
sa chi è.-.
-Uh?-.
Senza
staccarle gli occhi di dosso, la ragazza rispose: -Riana-san, era il
capitano delle Tigri Bianche. Lucy-san l'aveva salvata durante la
missione a Stella. Juvia aveva sentito che erano stati sconfitti dai
demoni...-.
-Hhh...-
Quel
verso che faceva con
la bocca era fastidiosissimo, come se le gorgogliasse sangue in gola
o avesse
ingoiato degli
insetti.
-Ohh,
molto interessante!- Esclamò Mirajane: -Ha avuto la meglio
lì
dentro ed è uscita con la forza di volontà! Non
succede mica
spesso! Vediamo che sa fare!-.
-Hhh...
sguainare la spada... hhh... non voglio... hhh...-.
-Tsch!-
Bickslow e Juvia si misero in guardia, aspettando la
sua
mossa. Non
volevano combattere, non in quel modo.
-Stai
indietro!- Le intimò lui: -Noi possiamo aiutarti!-.
-HHH...
proteggere...
Hhh... DEVO...
HHH...
i miei compagni...-.
“Non
ho scelta!”.
Fecero
per attaccare, ma qualcuno si mosse alle loro spalle.
-Solo
perché sembri mia sorella...-.
SWISH
STOOOOMP
-NON
SIGNIFICA CHE NON TI SCONFIGGERÒ!!!-.
Nei
territori dei demoni
-Eccola!
Si sta dirigendo verso di noi a tutta velocità!-.
La
Nebbia Nera strisciava sul terreno, rapida come la lava sulle pendici
di un vulcano, e presto li avrebbe sommersi.
-Statemi
dietro!- Impartì, e le obbedirono mettendosi in linea,
esattamente
alle sue spalle.
-Armatura
Perforante!-.
Aumentarono
il galoppo, Erza fendeva l'aria creando una scia di alta
velocità:
l'unica cosa che li avrebbe protetti.
L'aria
da secca diventò fedita, le si accapponò la
pelle, la magia nel suo
corpo si ribellava. Già era difficile scappare da quella
roba, loro
le stavano andando addirittura incontro. Una cosa da pazzi...
Ma
quante vite dipendevano dalla loro missione?
-Siete
pronti???-.
Un
latrato le fece da eco. Sorrise, ancora una volta, uno stupido
rischio, un'illusione... eh, da quando aveva iniziato a ragionare in
quel modo? Aveva svolto centinaia di missioni, alcune molto
più
pericolose di quella, ma non
aveva mai
avuto paura di sorridere o
di nutrire
speranze:
non
erano
vane
visioni,
ma
forza, la
forza che le davano i suoi compagni. Ora ne avrebbe avuto davvero
bisogno.
-10
secondi all'impatto!-.
-Noi
crediamo in te, Erza!!!- Le rispose Hibiki da dietro.
“E
io in voi.”.
-5
secondi!-.
I
cavalli nitrirono, ma non si sarebbero fermati. Povere bestie, le
stava condannando a morte.
-4!-.
-3!-.
E
poi, d'improvviso, un tuffo
nell'oceano, niente
più vento,
niente più ossigeno, né luce, ma buio
e
freddo. Solo
che non c'era il silenzio del mare. C'era l'inferno.
-Restate...iti!!!-.
-...sason...???-.
-At...chiya...ne!!!-.
Questo
era tutto
quello
che riusciva a distinguere delle voci dei suoi amici. Erano assaliti,
circondati
da ogni lato: tutto
intorno a loro si addensavano come
zanzare
creature mostruose e
demoniache, spettri
e
non-morti che cercavano di penetrare nella scia. Erza se li vedeva
schizzare davanti, venire
colpiti dalla sua lancia e sbalzati via: allungavano le mani per
prenderla e a volte la sfioravano, allora era come essere soffocata
dall'abisso. Si sentiva svuotare i polmoni, l'esofago
riempirsi di vomito,
la pelle seccarsi e creparsi, e i sensi mancare. Uno le
passò
davanti al viso, un volto putrefatto dagli occhi bianchi.
“Que-questo
è-è spaventoso! Non ho mai visto... erano tutte
persone???”.
Continuava
ad avanzare, davanti a lei solo quell'orribile spettacolo. Non doveva
cedere. Ma quanto ancora sarebbe durato? Da quanto tempo erano
entrati?
“Basta,
basta, è-è inumano, questo è
inumano!!! Come ha potuto fare
questo???”.
Alle
sue spalle sentì uno dei suoi chiamare aiuto. Dovevano
averlo preso.
Non
poteva voltarsi.
Non
poteva distrarsi.
Era
quello il patto, quello il prezzo da pagare per partecipare a quella
missione.
Lei
avrebbe dato la vita per salvarli, e lo avrebbe fatto in ogni momento
della missione. Però non in quello.
Dovevano
cavarsela da soli.
“Affiderei
loro la mia vita, ma non posso, ora non posso... mi dispiace!”.
Altri
spettri e altri zombi, ne sarebbe uscita invecchiata di cent'anni.
Ed
ecco, infine,
come in un sogno, la luce.
Malva
“Ha
capito che sono qui. Allora posso uscire.”.
Riemerse
dal terreno, di fronte a lei. La rossa si mise in guardia, anche
se sembrava più uno struzzo che cercava di nascondere la
testa nella
sabbia, mentre
l’altra
si limitò a distendere le braccia.
Lo
guardava sprezzante, dura, truce. Lui non voleva essere da meno,
anche quella
tra i loro sguardi
era una sfida.
-All'inizio
ti avevo scambiata per tua sorella. Non solo per i capelli. La tua
aura è cambiata molto dal nostro incontro.-.
Lisanna
alzò un angolo della bocca, girandosi un ciuffo tra le dita.
-Avrei
dovuto immaginare che ci saresti stato anche tu, Azuma.-.
L’ex
di Grimoire Heart
fece spallucce: -Non
che abbia avuto molta scelta, mi sono svegliato a giochi fatti. Ma,
in effetti, non me ne dispiaccio.
Anch'io oggi
sono
molto più forte di un tempo.-.
-Flare,
stai indietro per favore. Quest'uomo è in grado di
manipolare il
terreno e di creare degli esplosivi. Nove anni fa era al livello di
Erza-.
-Rossa...-.
-Bene,
direi che possiamo iniziare.-
Si sgranchì le ossa: -Ma
mi piacerebbe sapere cosa fa la tua amica.-.
Il
volto della ragazza si fece scuro, come se avesse appena
pronunciato una qualche blasfemia.
Tasto
dolente, eh?
-Ah,
già. A te piacciono i combattimenti duri, giusto? Se
proverai a fare
a lei quello che facesti a me, ti
ucciderò e basta, con un singolo
attacco.-.
-Ohh.-
Azuma era impressionato, ma anche eccitato da
quel qualcosa nella sua voce che non sapeva definire:
-Va
bene, farò come vuoi. In
cambio
ti prego di non risparmiarti.-.
Non
ottenendo risposta, se non un enigmatico sorriso, Azuma decise di
aprire le danze.
Partì
all'attacco con un pugno, coprendo in un istante la distanza che li
separava.
PUNCH
“!!!”.
“Cosa?”.
Glielo
stava
bloccando
con la mano; una
mano grande
la metà della sua; quella sinistra, debole; e con
il
braccio neppure teso,
bensì
sciolto;
nemmeno in viso mostrava traccia di sforzo.
CRONCH
PAM
-Kh!-.
Il
Cambiato arretrò, reggendosi la spalla destra che era scesa
fino al
gomito. Il sangue sprizzava dappertutto
e
gli sporcava il
viso.
Il dolore era
indicibile.
Con la sola pressione delle dita sulle
nocche aveva creato un impulso
di sangue che era esploso all'altezza della spalla.
Un
essere umano, anzi, un altro demone avrebbe perso il braccio. Ma lui
no. Una radice legava ancora l'interno del suo arto con la spalla, si
ritrasse e la ferita sparì. Anche il dolore cessò.
Ma
l'impatto psichico era ancora lì.
L'espressione
della maga cambiò ancora, non più fredda, ma
decisa a lottare. E
anche spavalda, di chi aveva lo scontro tra le mani.
-Non
sono più la ragazzina di un tempo. Ho superato il potere di
mia
sorella.-.
-Con
questa mia nuova forza io sconfiggerò Natsu.-.
Viva?
-Hhh!!!-.
Ginger
si irrigidì in uno spasmo. Respirava di nuovo. Aveva di
nuovo i
polmoni. E una mente per capirlo.
Il
dolore era cessato. In qualche modo, dopo chissà quanto
tempo, era
sparito.
Hargeon
Sentì
un sospiro, era
quella
Wendy con le tette grosse
e
il
braccio bionico. Braccio che ora crepitava e mandava scintille.
-Voi
Cambiati siete davvero incredibili.-.
-Incredibili...
sì... ah! Io sono incredibile! Io sono la Regina
del Ghiaccio e
del Fuoco! Ahahah!- Balzò in piedi col pugno
alzato. Ma la milza
rimase per terra.
-Ohi...-.
Anche
Wendy si rialzò, scuotendo la testa.
-È
un miracolo che possa già muoverti. Dovresti ritirarti e non
rialzarti dal letto per i prossimi dieci mesi. Ma
tanto sei
un caso perso… e io ho altro da fare.- Detto questo se ne
andò.
Riposare,
se c’era una cosa che Ginger odiava fare era proprio quello.
A
malapena sapeva pronunciare la parola, troppe sillabe. Riposare un
corno! Considerando poi che doveva uccidere quel… un
momento, ma
era già stecchito!
-CHI
DIAV-
SWISH
Una
crepa, uno squarcio, tipo, un portale, vabbeh avete capito, si
aprì
proprio di fianco a lei. Ne uscirono... ah, loro due.
-Nyah!
Finalmente fuori!-.
-Keh,
avremmo fatto precedenza...
ehm, prima,
se mi avessi tagliato i capelli più velocemente!-.
Millianna
soffiò indispettita.
-I
miei artigli non sono fatti per cambiarti acconciatura-miao!-.
-Beh,
ma sono venuti bene! Vero che mi stanno meglio corti? È un tributo
al
mio passato...-.
-Grunf!-
Altra cosa che Ginger odiava era l’essere ignorata. E poi
odiava
loro due. Però
odiava essere ignorata anche da loro due.
-Oh,
culo in fiamme, che ne pen-
-SENPAI!!!-
La gatta le saltò addosso, Ginger la bloccò con
un pugno in bocca
che la stese. A dire il vero si scorticò la mano nel farlo,
e sentì
male in tutto il corpo… ma ne era valsa la pena.
-Uh,
un pugno che
vale più di mille parole.
Testa fusa,
hai visto i miei-
-Levy-sama!
Ginger-sama! Millianna-sama!-
Le chiamò una voce dall’alto. Come un angelo, nel
senso che era
nella sua sexy-forma da angelo-diavolo, Yukino atterrò dal
cielo con
la grazia di una piuma. Cielo, cagava zucchero con quel
suo modo di fare. Uhh,
guardatemi, sono un-
SBENG
Ginger
finì a terra, colpita alla
testa da
una tallonata. Ora,
anatomicamente parlando il cervello non è in grado di
provare
dolore, ma quello di Ginger evidentemente non lo sapeva.
-Ti
sto parlando cervello surgelato!-.
-DANNATA
TAVOLA DA SURF, IO TI POLVERIZZO!!!-.
-Nyah!!!
Come hai osato ferire la senpai?!-.
Stavano
per venire alle mani, ma Yukino le fermò. A dirla tutta, fu
il
sentirla ridere a farlo.
Le
tre la guardarono stupite.
-Scu-scusate,
è solo che… siete le solite! Mi siete proprio
mancate ragazze!-.
Sobbalzarono
all’unisono, e poi guardarono
altrove con un lieve rossore alle guance.
“Quanto
la detesto quando non riesco a detestarla-dechi...”.
La
ragazza
si calmò e il
suo carattere cambiò radicalmente:
si inchinò più volte chiedendo scusa per aver
riso di loro,
mortificata
come se avesse pisciato sulle loro tombe.
Anche lei non era cambiata di una virgola.
-Oh,
Levy-sama,
che bei capelli che hai!-.
Levy
si illuminò tutta.
-Sapevo
che qualcuno l’avrebbe notato! Qualcuno con un po’
di senso
estetico...-.
Ginger
ruotò
gli occhi. Per
colpa di Yukino non aveva più voglia di dargliene (per ora).
-Seh
seh seh. Comunque, a quanto pare siamo tutte qui,
che bello...
che facciamo?-.
-Mmm...-
Millianna si massaggiò il mento con aria pensierosa: -Beh,
ci sarebbe quel fusto laggiù.-.
-!!!-.
In
piedi di fianco al corpo di Lyon, ritto come uno spaventapasseri, con
le braccia conserte e il volto truce, le fissava, silenzioso, un uomo
(un Cambiato). Neri i capelli, neri i vestiti, pareva offuscare la
luce attorno a sé con la sua sola presenza. La sua bocca era
coperta
dall’alto colletto felpato dell'uniforme, che era
praticamente un
collare.
Un
tizio strano, ma strano forte, di quelli che non scordi di averli
già
incontrati. Per questo erano sicure di non averlo mai visto prima.
Tutte
a parte Levy.
-Io
ti conosco! Sei Zest... Missy... Doran...
Doraemon...
no, aspetta, ci arrivo...-.
-Sei
Mest!-.
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