La
nostra nuova vecchia radio
Happy
birthday, John ♥
“Non è possibile che non funzioni…
insomma, è accesa, non
capisco proprio perché non si sente.” Brian
sospirò e si passò una mano tra i
riccioli folti e ribelli, per poi ruotare nuovamente alcune manopole
della
vecchia radio che stazionava di fronte a lui, sul gradino del
marciapiede.
“Secondo me dovremmo aspettare Deaky, lui sa aggiustare
sempre tutto” commentò Freddie, che osservava la
scena in piedi e con le
braccia incrociate al petto.
“Hai provato la rotella del volume?”
domandò Roger con fare
annoiato. Il bambino biondo, nonché proprietario della radio
gialla e
impolverata con cui Brian era alle prese, era seduto sul bordo del
marciapiede
lì accanto e si stava pian piano pentendo di aver riesumato
quel vecchio
rottame dallo scantinato di casa sua; avrebbe di gran lunga preferito
sfidare i
suoi amici in pedalate all’ultimo sangue, andare a comprare
il gelato nella
gelateria a qualche isolato di distanza o giocare a guardie e ladri,
invece da
quando Brian aveva visto la vecchia radio si era intestardito e voleva
a tutti
i costi farla funzionare. Lui onestamente cominciava a stufarsi ed era
tentato
di darsela a gambe.
“Ma certo, Roger! Mi hai preso per scemo?”
ribatté il riccio
esasperato.
Freddie si accovacciò accanto a lui. “Si sente una
specie di
fruscio… magari sono le casse a essere rotte”
osservò, indicando i piccoli
altoparlanti laterali.
“Ehi, mi è venuta un’idea!”
Roger saltò in piedi
all’improvviso e si esibì in un ampio gesto con la
mano rivolto agli altri due
bambini. “Spostatevi, mi serve spazio!”
Brian aggrottò le sopracciglia, dubbioso, ma si
alzò
lentamente e trascinò indietro anche Freddie.
“Cos’avrà in testa?”
borbottò tra
sé.
“Niente, neanche il cervello”
replicò Freddie
incrociando nuovamente le braccia al petto.
Roger si posizionò davanti alla radio e il suo viso si
corrucciò per la concentrazione; qualche istante dopo le
sferrò un forte pugno,
facendola scricchiolare rumorosamente, e sollevò il braccio
in aria con fare
vittorioso, le dita ancora strette e le nocche arrossate per
l’impatto.
“Roger! Ma ti sei bevuto il cervello?”
sbottò Brian
indignato, facendo un passo in avanti con gli occhi sgranati.
“Ma quale cervello? Te l’ho detto io che nella
testa ha solo
aria!” aggiunse Freddie, scuotendo il capo con fare altezzoso.
Ma Roger non li stava più ascoltando, troppo impegnato a
girare bruscamente tutte le manopole per controllare se il suo metodo
avesse
funzionato. “No, mi sa che è proprio da
buttare” osservò dopo alcuni secondi,
rimettendosi in piedi.
“Certo, l’hai finita di rompere tu,
genio” commentò Freddie
con fare accusatorio.
“Ehi ragazzi, che combinate?”
I tre bimbi si voltarono di scatto, trovando John alle loro
spalle che li scrutava curioso; erano talmente presi dai loro
battibecchi che
non si erano resi conto dell’arrivo del loro amico.
“Deaky, ti stavamo aspettando! Abbiamo bisogno della tua
sconfinata intelligenza!” si illuminò il corvino,
accostandosi a lui e
trascinandolo per un polso proprio davanti alla radio.
Intanto quest’ultima continuava a diffondere un leggero
mormorio
che ricordava vagamente una tempesta di vento.
Il nuovo arrivato aggrottò le sopracciglia, intrigato.
“Qual
è il problema?”
“Ho trovato questa radio in casa mia, siamo riusciti ad
accenderla ma non funziona, non si sentono le stazioni. Secondo te si
può fare
qualcosa?” domandò Roger, trattenendo uno sbuffo
annoiato. Ormai aveva
accantonato l’idea delle gare in bici e del gelato.
“Mmh, vedrò cosa posso fare”
affermò John con il suo solito
atteggiamento serio da genietto – che poco si addiceva al suo
viso dolce e
arrotondato da bambino – prima di accovacciarsi davanti alla
radio gialla e
prendere a esaminarla da tutte le angolazioni.
Roger sbadigliò teatralmente, senza preoccuparsi di coprirsi
la bocca con una mano. “E noi cosa facciamo nel frattempo?
Einstein è
all’opera, noi stiamo a guardarlo?”
“Se sei tanto annoiato, perché non vai a
procurarci da
mangiare?” lo apostrofò Freddie, senza staccare
gli occhi da John.
“Io?! Scordatelo!” replicò il biondo.
“L’unico che si lamenta sei tu” gli fece
notare Brian, per
poi spostare lo sguardo su Freddie e illuminarsi.
“Fermo!”
Il corvino si irrigidì.
“Perché?”
Brian gli si avvicinò e prelevò qualcosa dalla
sua spalla,
gli occhi che gli brillavano. “È un
ragnetto!”
Freddie lanciò un grido tremendamente acuto e
scappò via,
andando a nascondersi dietro Roger e aggrappandosi alla sua maglietta
azzurra.
“Brian, ammazzalo! Ammazza quel mostro! Oddio, che schifo, ce
l’avevo addosso…
Roger, fai qualcosa!” continuò a strillare a pochi
centimetri dall’orecchio
dell’amico.
Il biondino se lo scrollò di dosso. “E cosa vuoi
che faccia?
Prima ti lamentavi di me e adesso vieni a cercare aiuto?” Poi
posò gli occhi
azzurri e sgranati su Brian, tenendo d’occhio
l’animaletto che gli zampettava
sul palmo della mano. “Portalo via. Uccidilo!”
Brian sorrise innocente. “Hai paura anche tu, Roger? Non
è
velenoso, non fa niente… vero, John?” E, detto
questo, lanciò un’occhiata
complice all’altro bambino, ma lui era talmente preso
dall’esaminare la vecchia
radio e armeggiare con le manopole che non se ne accorse e non rispose.
John
era fatto così: quando si concentrava nel fare qualcosa,
soprattutto se
l’attività lo appassionava, il resto del mondo
scompariva e non lo sfioravano
nemmeno le conversazioni dei suoi amici.
“Non mi interessa, fallo sparire!”
sbraitò Freddie.
“Ha ragione lui!” concordò Roger.
“E comunque non ho paura!”
“Bastava così poco per farvi andare
d’accordo” commentò il
riccio con una risatina, poi si chinò e lasciò
scivolare via il ragno dalla sua
mano. “Vai piccolo, mettiti in salvo.”
Non appena l’animaletto cominciò a camminare
sull’asfalto,
Freddie lanciò un altro grido stridulo – Roger fu
costretto a tapparsi le
orecchie con le mani mentre il volto gli si distorceva in una smorfia
contrariata – e indietreggiò a grandi falcate,
rischiando di inciampare sul
gradino del marciapiede. “Fate qualcosa, quella bestia mi
vuole uccidere!”
Ma fu costretto a bloccarsi quando la mano destra di John
gli si posò su un braccio, mentre si portava
l’indice della sinistra sulle
labbra per intimargli di tacere. “Fermo!”
sibilò.
“Ma John, il ragno…” tentò di
protestare debolmente, ma le
parole gli morirono in gola quando si rese conto che dalla radio si
stava
diffondendo una hit leggera ed estiva e il suono era solo leggermente
disturbato.
Roger sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
“L’hai
aggiustata! Come hai fatto?”
“Sei un genio!” aggiunse Brian entusiasta.
John si strinse nelle spalle. “Io non ho fatto niente,
è
tutto merito di Freddie.”
“Mio?” si sorprese il corvino.
John annuì con la sua solita calma. “Non vi siete
resi conto
che manca l’antenna? E come può una radio
funzionare senza antenna?” cominciò a
spiegare, indicando un angolino dove chiaramente un tempo
c’era stata un’asticella,
ma era stata spezzata e ora non restava che un breve frammento
metallico. “Freddie,
fermo com’è in questo punto, a fianco alla radio,
adesso sta facendo da antenna
umana. Infatti, se si trova la giusta posizione, si può
usare un altro oggetto
che funga da tramite per ricevere le stazioni.”
“Cioè, tu vuoi farmi credere che se mi allontano
la radio
non si sente più?” si sorprese il corvino.
“Provare per credere.”
Freddie fece un passo verso sinistra e improvvisamente la
canzone che si diffondeva dalle casse venne sopraffatta da un
fastidioso fruscio.
“Che forza!”
“Ah, era tutto qui? Ma non hai fatto niente, ti sei solo
accorto che mancava l’antenna! Avrei potuto farlo
anch’io!” sbottò Roger, forse
sentendosi un po’ stupido per non esserci arrivato prima.
“Il punto è che tu avresti potuto farlo, io invece
l’ho
fatto” lo liquidò in fretta John, mettendosi in
piedi e stiracchiandosi.
Nel vedere l’espressione confusa e offesa di Roger, Brian
scoppiò a ridere di gusto e strizzò
l’occhio a John in segno di approvazione.
“Fossi in te, Rog, non sarei così ingrato: ora
finalmente
abbiamo una radio tutta per noi per ascoltare la musica!” si
entusiasmò
Freddie.
“Tutta per noi?! Mettiamo in chiaro le
cose: la radio
è mia!” sbottò
Roger, poi si avvicinò a Freddie e lo strattonò
di nuovo
vicino all’oggetto. “Tu intanto fai da
antenna!”
“Ma io sono stufo di stare fermo in piedi, e poi non so dove
è andato a finire il ragno e non voglio che quella bestia mi
mangi! Dato che la
radio è tua, dovresti essere tu
l’antenna!” protestò lui, la voce acuta
sovrastava di poco la musica alta.
“Che ne dite di andare a prendere un gelato alla gelateria
qui vicino? Avremo tutto il tempo per ascoltare la musica con la nostra
nuova
vecchia radio” propose John, sia per far smettere i
due di litigare sia
perché cercare la soluzione al problema gli aveva messo un
sacco di fame.
Roger spense la radio, si voltò verso di lui e gli
scoccò un
sorriso radioso. “John, amico mio, ora riconosco il tuo vero
genio! Le tue sono
sempre le idee migliori!”
“Hai visto, Roggie? È tutta una questione di
necessità!”
Freddie affiancò il suo amico e gli circondò le
spalle con un braccio. “Come
alla radio serve un’antenna per prendere le stazioni, tu
avresti bisogno di un
cervello per pensare, magari ti verrebbero delle idee sensate come a
Deaky!”
Roger se lo scrollò di dosso e lo trucidò con
un’occhiata. “Freddie
Mercury, sei un uomo morto!”
Il corvino lanciò un grido e corse via, mentre il biondo
partiva subito al suo inseguimento lungo la strada.
John e Brian si scambiarono un’occhiata perplessa, poi
quest’ultimo commentò: “Sarà
il caso di cercare un altro ragno, almeno
riusciamo a fargli fare pace…”.
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AUGURI
DEAKYYYYY *_________*
Spero che
questo regalo di compleanno renda giustizia al
nostro caro bassista dato che, anche se le sue battute nella storia
erano
poche, è stato l’unico a trovare la soluzione a
questo problema idiota XD
E lo
definisco idiota perché, mentre Roger ha preso a pugni
la radio, Brian ha provato a girare tutte le manopole e Freddie non ci
ha
nemmeno tentato, nessuno di loro ha notato che mancava
l’antenna XD
Confermo
per esperienza che a volte, quando ci si mette in
piedi a fianco a una vecchia radio che non prende tanto bene, il suono
migliora
di colpo perché il nostro corpo funge da antenna umana! Ed
è proprio notando
questo fatto che mi è venuta l’ispirazione per
questa storiella – forse di
livello leggermente inferiore alle precedenti, ma spero ugualmente di
vostro
gradimento!
Potevo
forse lasciarmi sfuggire l’occasione di far emergere
il lato melodrammatico di Freddie e metterlo a battibeccare con Roger?
Mi fanno
morire questi due XD
Tra
l’altro l’aracnofobia di Freddie non me la sono
inventata, aveva davvero paura dei ragni e ho deciso di sfruttare
questo
dettaglio a mio vantaggio :P anche Roger a quanto pare non prova una
particolare simpatia per questi animaletti, anche se nella storia ha
cercato in
tutti i modi di camuffare questa sua paura XD
Piccolissime
note sul pacchetto del contest a cui questa
storia partecipa – quasi mi vergogno ad aver consegnato
questa roba a un
contest, ma vabbè XD –: il pacchetto che ho scelto
si basava su una leggenda
che, quando l’ho letta, mi ha fatto morire dal ridere e che
vi riporto di
seguito:
La
leggenda
dell’uovo di Colombo
Gli ospiti del
cardinal Mendoza, invidiosi per l’impresa di Colombo di
scoprire le Americhe, cercarono di sminuire la sua opera, sostenendo
che era
alla portata di tutti. Indignato da queste affermazioni, Colombo prese
un uovo
e chiese agli spagnoli di metterlo dritto sul tavolo senza farlo
cadere. Gli spagnoli
non ci riuscirono; così il navigatore prese
l’uovo, lo colpì delicatamente
sulla base e lo lasciò sul tavolo in piedi. Arrabbiati per
esserci riuscito, i
nobili dissero che anche loro avrebbero potuto fare la stessa cosa. Ma
Colombo
replicò: «La differenza, signori miei,
è che voi avreste potuto farlo, io
invece l’ho fatto».
Nonostante
non fosse obbligatorio l’inserimento della
leggenda o di sue parti all’interno della storia, ho deciso
di rivisitare e
inserire quest’ultima frase, facendola pronunciare da Deaky
XD pare che il
bambino sia dolce e indifeso, ma anche lui sa affilare la lingua quando
sorge
la necessità :D
E a
proposito di “necessità”, questa parola
era proprio un
prompt contenuto nel pacchetto! So che forse è un
po’ forzato e sbiadito, ma ho
cercato di inserire il suo significato come
“l’antenna è necessaria per far
funzionare la radio”, quindi niente antenna niente musica XD
E niente,
dovrei aver detto tutto! Scusate per questo notine
chilometriche e spero che questa sciocchezza vi abbia almeno strappato
un mezzo
sorriso!
Grazie a
tutti coloro che hanno recensito i capitoli
precedenti, a Vintage per il bellissimo contest, e ancora tantissimi
auguri a
Deaky – grazie per avermi stregato col tuo basso, portato in
altri mondi,
caricato di energia e fatto venire la pelle d’oca *____*
Ci si sente
il 5 settembre per la storiella (l’ultima della raccolta T.T)
dedicata a Freddie!!! ♥
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