Tra
Reale e fantasia
Happy
birthday, Freddie ♥
“Ragazzi, venite qui! Vi devo far vedere una cosa!”
Brian e Roger, che se ne stavano stravaccati sul marciapiede
con carta e penna nell’intento di giocare a tris, si
scambiarono un’occhiata
confusa quando sentirono il grido di Freddie risuonare
nell’aria.
“Che cosa vorrà adesso?” si
domandò Brian confuso, inarcando
un sopracciglio.
“Andiamo a scoprirlo!” Roger si alzò e
si stiracchiò appena.
Qualsiasi fosse il motivo per cui Freddie li stava chiamando, lo
ringraziò
mentalmente: stava cominciando ad annoiarsi, ci voleva una bella
novità in
quell’afoso pomeriggio d’estate.
I due si avviarono verso l’abitazione del bimbo corvino e,
non appena ebbero svoltato l’angolo, sgranarono gli occhi in
preda alla
confusione: Freddie, con l’aiuto di John che era accorso
immediatamente, stava
trascinando un vecchio e imponente baule sul vialetto di casa sua.
“Venite a darci una mano!” pigolò John,
mollando la presa
sull’oggetto per asciugarsi il sudore dalla fronte; a
giudicare dal fiatone e
dal volto arrossato, quel grande contenitore in legno doveva pesare
parecchio.
Brian e Roger corsero subito verso di loro e presero a
osservare il baule con fare curioso.
“Da dove salta fuori questo coso?”
domandò il biondo,
facendo scorrere le dita sul bordo del coperchio.
“Dalla mia soffitta” ribatté Freddie con
orgoglio,
incrociando le braccia al petto.
“E che cosa c’è dentro?”
chiese a sua volta Brian,
profondamente affascinato e interessato. Un sorriso sognante gli si era
dipinto
sul viso, la sua mente già fantasticava sui tesori che
quello strano forziere
poteva contenere – magari era addirittura appartenuto ai
pirati!
“Portiamolo fuori, così poi lo possiamo
aprire” propose
Freddie, facendo un cenno verso la strada.
“Ma tu lo sai già?” insistette il riccio.
“Certo, io l’ho già aperto!”
Freddie mise su un sorrisetto
sornione e piegò appena la testa di lato.
“Ma non è giusto, sono curioso!”
ribatté Brian,
imbronciandosi e scrutando il suo amico con un’espressione da
cane bastonato.
“Smettetela di perdere tempo e portiamolo fuori!”
intervenne
Roger, afferrando il baule per i lati e strattonandolo verso il
cancelletto
aperto; tuttavia riuscì a smuoverlo soltanto di pochi
centimetri e si dovette
aggrappare al braccio di Brian per non ruzzolare a terra.
“Cavolo, ma cosa c’è
qui dentro, piombo?”
John ridacchiò e lo aiutò a spingerlo.
Una volta sul marciapiede, i quattro bambini circondarono la
cassa in legno e la scrutarono in silenzio per qualche istante, quasi
spaventati da ciò che avrebbero potuto trovarci dentro.
“Va bene, siccome sono il proprietario lo apro io!”
ruppe il
silenzio Freddie, piazzandosi di fronte all’oggetto e
sollevando la levetta in
metallo che lo teneva sigillato. Non appena il corvino tirò
su il coperchio, i
suoi amici si fiondarono su di lui per poter guardare a loro volta.
“Ma sono…” mormorò Brian,
estraendo dal baule quello che
aveva tutta l’aria di essere un mantello rosso.
“Dei… costumi. Tipo quelli del teatro!”
esclamò Roger,
tuffandosi con la testa e le braccia in mezzo al tessuto colorato e le
varie
cianfrusaglie per poi afferrare una spada in plastica.
“Esatto, ci possiamo travestire da qualunque cosa!”
strepitò
Freddie con entusiasmo; afferrò un cappello da giullare e lo
ficcò in testa a
John, che intanto esaminava con occhio critico il contenuto del
forziere.
Preso alla sprovvista, il castano si portò una mano sul capo
e si voltò a osservare Freddie. “Questo dovresti
darlo a Roger, è lui il
giullare. Io non faccio ridere.”
“Ehi, scordatelo! Io non farò il pagliaccio, sono
molto più
importante!” sbottò il biondo piccato, brandendo
la sua spada con fare
minaccioso.
“Comunque,” riprese la parola Freddie, accostandosi
a Brian
e rubandogli il mantello dalle mani, “questo lo uso io!
Perché, essendo il
proprietario di questi costumi, sarò io
a decidere i ruoli!” Tornò a
frugare nel baule, per poi portarne fuori una maestosa corona dorata.
“Io sarò
il re!”
“Veramente, Freddie, quella è una corona da
regina. Quella
del re è diversa, ha le punte” gli fece notare
John, osservandolo mentre si
pavoneggiava con indosso il copricapo in plastica.
“Non fa niente, allora sarò la regina!”
replicò il corvino
senza scomporsi.
Roger scoppiò a ridere di gusto. “La regina!
Sai che
bello travestirsi da femmina!”
“Ridi, ridi…” borbottò
Freddie, per poi voltarsi nuovamente
verso il baule e scrutarne il contenuto. Quale ruolo avrebbe potuto
assegnare
agli altri?”
“E io? Non c’è un travestimento da
astronauta?” chiese Brian
con impazienza.
“Un attimo, tesoro, poi penso anche a te. Allora…
Roger!”
“Dimmi!” saltò su il bambino con
entusiasmo. “Io sarò il
principe, vero? Sembro proprio un principe, io! Di quelli valorosi che
vanno a
sconfiggere i cattivi con la loro spada super affilata! E poi posso
fare il
principe azzurro perché ho gli occhi
azzurri…”
“Tu sarai la principessa” lo interruppe Freddie,
porgendogli
un lungo e pomposo vestito rosa ricolmo di fiocchetti e brillantini.
Brian e John, nel vedere l’espressione indignata che si era
dipinta sul volto di Roger, scoppiarono a ridere.
“E prendeva in giro Freddie perché si traveste da
regina!”
esclamò John, gettando un’occhiata complice al
riccio.
“Ma perché la principessa la devo fare
io?” sbottò Roger,
sempre più corrucciato.
“Non discutere, io sono la tua regina e devi sottostare ai
miei ordini!” lo liquidò in fretta Freddie,
gettandogli tra le braccia l’abito.
“In effetti, Rog, potresti benissimo essere scambiato per
una bambina! È il ruolo perfetto per te!” lo prese
in giro Brian.
“Stai zitto, Louis Armstrong dei
poveri!”
A quel punto Brian rideva così tanto che dovette sorreggersi
a John per restare in equilibrio. “Guarda che
l’astronauta che è arrivato sulla
Luna si chiama Neil Armstrong, non Louis!”
“È uguale!”
“Silenzio!” li riportò
all’ordine Freddie, recuperando la
spada che Roger aveva gettato a terra poco prima. “Eleggo
come principe… il
signor Brian Harold May!” annunciò solennemente,
consegnando al suo amico l’arma.
Lui sorrise. “Grazie!”
Roger sbuffò.
“Che hai da ridire? Brian è un vero gentleman,
sarà
un principe perfetto!” gli si rivolse Freddie.
“Quindi io e lui ci dobbiamo sposare?”
commentò il biondo.
“Certo, amore mio!”
cinguettò Brian tra le risate,
affiancandolo e circondandogli le spalle con un braccio.
“E io invece cosa faccio?” chiese timidamente John,
attirando l’attenzione di Freddie.
“Tesoro, te l’ho già detto prima: il
giullare di corte!”
“Ma io non faccio ridere!” protestò lui,
puntandosi le mani
sui fianchi.
“Vedi, Deaky… per essere un giullare, e quindi
intrattenere
e divertire la tua regina, devi ingegnarti e fare battute intelligenti.
È un
ruolo importantissimo!” gli spiegò Freddie in tono
serio, sistemandogli bene il
cappello colorato sulla testa.
“Altrimenti possiamo scambiarci i ruoli” propose
Roger,
osservando con fare sprezzante il vestito che avrebbe dovuto indossare.
John ghigno divertito. “No, grazie, tengo il mio
incarico.”
Seduto sul baule chiuso a mo’ di trono, Freddie osservava
con fare estremamente soddisfatto i suoi amici: il travestimento
più azzeccato
era senza dubbio quello di Roger che, con i lunghi capelli biondi e il
visetto
dolce da bambina, stava davvero bene col vestito rosa da principessa.
Lui e Brian, che ovviamente stavano gerarchicamente al di
sotto della regina, si erano seduti sul gradino del marciapiede uno
accanto
all’altro.
“Oh, avete visto, miei prodi? È già
l’ora del tè!” cinguettò
Freddie, per poi rivolgere un cenno a John. Quest’ultimo si
avvicinò a loro con
un vassoietto in plastica su cui era ordinatamente disposto un servizio
da tè
in miniatura, anche quello raccattato dentro il baule. Non avendo
qualcuno che
interpretasse il ruolo del servo, portare il tè era ruolo
del giullare.
“A me nemmeno piace, il tè! E poi è
estate, fa venire caldo!
Abbiamo un gelato in questa corte?” si lagnò Roger.
“Non rompere, tanto lo devi bere per finta” lo
zittì
Freddie, per poi voltarsi nuovamente verso John e afferrare una tazzina
in
plastica dal vassoio con movimenti misurati. “Grazie
caro!”
“E questi sono per il principe e la principessa!”
esclamò il
castano accostandosi a Brian e Roger, per poi posare tutto accanto a
loro.
“Grazie, giullare Deacon!” disse Brian con un
sorriso.
“Io non mi sto divertendo” borbottò
Roger incrociando le
braccia al petto.
“Hai sentito, giullare? La principessa si annoia! Facci
ridere un po’!” colse la palla al balzo Freddie.
“Non in quel senso…” tentò di
obiettare Roger, ma si costrinse
a tacere quando notò l’espressione concentrata di
John; era proprio curioso di
sentire cos’avrebbe portato fuori per farli divertire.
Il castano si illuminò. “Ci sono! Ho
trovato!” Fece una
pausa a effetto e si schiarì la gola. “Einstein
va al mare. «Che fisico!»
commenta un bagnante quando lo vede passare.”
Brian scoppiò a ridere di gusto, talmente tanto che a un
certo punto si accasciò sulla spalla di Roger e fu costretto
ad asciugarsi gli
occhi dalle lacrime.
Freddie e Roger intanto si scambiavano occhiate confuse e
perplesse.
“Io non l’ho capita” affermò
Freddie dopo qualche istante.
“Nemmeno io. Ma era una battuta?”
concordò Roger.
“Che fisico! Perché Einstein
è un fisico! Davvero non
ci siete arrivati?” esclamò Brian ancora tra le
risate.
“È stato Freddie a dirmi che dovevo fare battute
intelligenti!” si giustificò John, scuotendo
appena il capo e facendo tintinnare
i campanellini del suo cappello.
“Hai visto, regina? Hai sbagliato ad
assegnare i
ruoli, dovevo essere io il giullare!” fece notare Roger
tronfio.
“Veramente tu hai detto che non volevi fare il pagliaccio!”
replicò il corvino.
“Non è colpa di Deaky se siete stupidi!”
intervenne Brian,
alzandosi per dare il cinque a John. I due si scambiarono
un’occhiata complice,
prima di scoccare un sorriso a Roger e Freddie.
“Okay, basta: questo gioco non è più
divertente!” decise il
corvino, mettendosi in piedi.
Gli altri tre non poterono fare a meno di sghignazzare.
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AUGURI FREDDIE *_________*
Non so se ora come ora abbia senso fargli gli auguri, ma io
sono certa che li sentirà, in qualsiasi posto lui si trovi ^^
Ma non siamo qui per intristirci, anzi! Anche stavolta mi
sono data all’idiozia potente con questa shottina XD
Ho deciso, per celebrare Freddie, di prendere la sua
attenzione per i costumi di scena e riadattarla in stile kid! Scrivere
di
questi quattro alle prese con un baule pieno di travestimenti
è stato trooooppo
divertente!
Do qualche altra piccola spiegazione e notina prima di
passare ai ringraziamenti ^^
Nel titolo ho cercato – vi prego ditemi che non è
stato un
tentativo fallimentare XD – di fare un gioco di parole tra
‘reale’ inteso come realtà
e ‘reale’ inteso come famiglia reale, di cui
appunto fanno parte regine, re,
principi, principesse ecc…
Roger è la principessa perfetta, dato che più di
una volta è
stato scambiato per una ragazza quando era più giovane, e
nel video di I
Want To Break Free è assolutamente credibile
vestito da donna XD
Poi… per quanto Louis e Neil Armstrong condividano lo stesso
cognome, le loro professioni sono decisamente diverse: il primo un
musicista,
il secondo un astronauta… ora bisogna spiegarlo a Roger XD
E per la battuta di Einstein, so che è una cosa
tremendamente idiota, ma avevo bisogno di qualcosa che Brian capisse
nell’immediato e gli altri no AHAHAHAH ma sì, dai,
diamo la colpa al fatto che
in questa storia Rog e Fred sono dei bambini, mica possono essere
informati su
tutto :P
Che dire? Scrivere questa raccolta – le prime kidfic della
sezione! – è stato davvero uno spasso, ho amato
tantissimo immaginare questi
quattro da marmocchi e gettarli in queste situazioni comiche! Davvero,
adoro
scrivere di loro ed è stato bellissimo festeggiare i loro
compleanni in questo
modo un po’ particolare, forse un po’ demenziale ma
con tutto il mio cuore :3
E ringrazio voi, adoratissimi lettori, per avermi seguito in
quest’avventura! Grazie a Kim, Evelyn, Carmaux, Izzyguns,
ninfetta e chiunque
giungerà fin qui, grazie ai lettori silenziosi e a chiunque
abbia aggiunto la
raccoltina alle liste, GRAZIE per apprezzare ciò che
scrivere e per sorridere
insieme a me! *_____*
Alla prossima avventura e ancora tantissimi auguri a Freddie
– grazie per far tremare i cuori e le stelle con la tua
meravigliosa voce ♥
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