Lui
con i piedi per terra mentre lei si librava in aria,armato solo della
sua spada e della sua spavalderia mentre Nevia era equipaggiata in
tutto e per tutto con due gladi e poteva usufruire di un armatura
magica,ma dal punto di vista di Milziade la cosa peggiore era il
vantaggio che le offrivano le ali,il solo fatto di poter permettere a
quella donna di volare gli faceva notare il notevole vantaggio che
lei aveva sul mercenario,il controllo del campo di battaglia. Lui era
limitato allo spazio del terreno e il suo attaccamento fisico alla
terra gli avrebbe reso impossibile raggiungere il comandante sia con
la spada che con la lancia,che era rimasta nella sua custodia sulla
sella di Briseide. Tutt'altra storia invece era per la noviana, che
poteva spostarsi liberamente in cielo e godere così non solo
di uno
spazio maggiore ma anche di un ottimo posizione di vantaggio,il che
rendeva ancora più sbilanciate le forze in campo. Ma per
quanto
potesse essere sfavorita la sorte con lui,il mercenario si mise in
posizione mentre compiva qualche saltello sul posto,come se trattasse
la cosa come un semplice allenamento. L'inizio fu rapido e
brutale,una discesa in picchiata veloce come una folata di vento fu
impercettibile ai più quando subito si mosse verso terra con
il
rombo improvviso del boato che si era creato per la spinta
improvvisa. Ali distese come quelli di un feroce rapace e due lame
non meno pericolose degli artigli del medesimo predatore scendevano a
velocità impressionante su quello che sarebbe stata una
preda facile
come Milziade,che appariva indifeso come un agnello preda di
aquila,ma invece schivò il colpo rotolando di lato e appena
riprese
la posizione stabile cercò di colpire a sua volta,mantenendo
la
posizione bassa e girando alle sue spalle per metà del suo
asse. Ma
non ci fu nulla da fare,per quanto il contrattacco fosse stato veloce
Nevia gli volò via ancor più velocemente e con
altrettanta
prontezza tornò in aria elemento che sembrava favorire la
sua
strategia d'attacco. Non si era nemmeno fermata per eseguire il
colpo,era volata giù fin quasi a toccare il suo lasciando
che le
spade giungessero al bersaglio non muovendo le braccia,ma lasciando
che il movimento aereo facesse tutto il lavoro,esattamente come un
aquila che scende in picchiata sulla preda,quella donna era una vera
predatrice,sia nei modi di fare che nel suo approccio al
combattimento. Una volta risalita in aria la vide fare il giro
dell'intero campo attorno a lui,si spostava lentamente,sbattendo le
grandi ali metalliche di tanto in tanto,allo stesso di modo che fanno
le aquile quando girano sopra la loro preda. Volava e continua a
fissarlo,la sua preda,il suo provocatore,il suo beffeggiatore,era
arrivato all'interno del suo campo apparendo ai lei come qualcuno che
chiedeva la resa oppure un qualche traditore di bassa lega,feccia
della peggior specie senza onore e senza dignità, o almeno
aveva
creduto lei all'inizio. Invece si era rivelato la più infida
delle
serpi e il più lurido dei randagi,all'inizio si era fatto
beffe di
lei e naturalmente la cosa la mandò su tutte le furie ma
quando capì
che lui sapeva già l'esito di quell'assedio,mostrandogli
prima la
copia della missiva e poi lesse la missiva che era giunta
direttamente dall'alto comando,dimostrando così non solo il
suo
vantaggio su di lei,ma lo aveva fatto di fronte ai suoi più
stretti
e intimi collaboratori,compreso il suo servo che era rimasto dentro
gli alloggi di Nevia,che sicuramente aveva visto la scena per intero.
La rabbia in lei era grande quanto la sua legione,ma ancora
più
della rabbia fu la vergogna,perché non solo aveva ricevuto
il danno
della ritirata obbligatoria,dandola vinta alla città-stato
di
Aegis,ma anche la beffa di non poter recuperare la nobile
traditrice,ma anche di essere stata insultata di fronte al suo
esercito da una nullità come quella e per giunta lasciarlo
andare
via come se nulla fosse era troppo,pensare che aveva superato ogni
genere di difficoltà per giungere alla posizione che si era
meritata
in anni spesi in addestramento,comprensione dei principi di base
della guerra,il costante allenamento fisico alla quale si era
sottoposta ma sopratutto il tempo che aveva impiegato per guadagnarsi
il diritto di essere chiamata comandante ed essere la prima donna
della storia della sua nazione a meritarsi un titolo prestigioso come
quello,solo per poter essere presa in giro da quella sottospecie di
brigante armato era la cosa più inconcepibile che gli fosse
mai
capitata in tutta la sua vita. Era un trattamento inaccettabile e per
questo lo avrebbe decapitato seduta stante,poi avrebbe spedito la
testa alla sua signora e il resto del corpo gettato nelle latrine,un
luogo fin troppo degno per una bestia simile. Presa com'era
dall'emozione accelerò il volo con un altro poderoso colpo
d'ali e
si preparò ad un altra carica a testa bassa,questa volta gli
avrebbe
portato via almeno una gamba,quale arte migliore da prendere come
bersaglio se non quello che gli avrebbe permesso di andarsene via
dalla sua collera? Milziade stava osservando il giro che la sua
avversaria stava compiendo per tutto il campo d'allenamento,aveva
già
compreso che quella ragazza possedeva un temperamento focoso e se
provocata si dimostrava aggressiva,tanto da farsi venire il sangue
alla testa e ciò sembrava influire sul suo metodo di
combattimento,la sua capacità di volare gli concedeva
affondi rapidi
e cariche devastanti con quale fare a pezzi gli avversari e nel caso
il colpo andasse a vuoto poteva sempre ritirarsi e tentare un nuovo
approccio e ciò non gli permetteva di contrattaccare
abbastanza
rapidamente da colpirla abbastanza velocemente. Cosa poteva fare?
Avrebbe potuto chiedere aiuto all'elfo? Infondo era un arciere e
giocando sulla distanza avrebbe potuto colpirla,il problema che non
sarebbe stato visto come una scorrettezza e i soldati li attorno
avrebbero potuto intervenire e bloccarlo per tempo. Cosa poteva fare?
Continuava a chiederselo ma non trovava una soluzione al suo problema
e intanto lei stava tornando indietro a tentare un altro assalto,non
gli restava altro da fare se non riflettere e trovare una soluzione.
Rallentò la respirazione e come sempre gli capitava nei
momenti di
peggior pericolo abbassò l'arma,prese un lungo respiro e
tornò alla
mente ad un vecchio ricordo,un frammento di un passato che ormai e un
pallido riflesso di un esperienza importante. Fu per un solo istante
ma ricordò a malapena l'immagine sbiadita di un vecchio
soldato
dall'armatura arrugginita,una zazzera di capelli bianchi e una
barbetta bianca,il tutto condito da una benda sull'occhio
sinistro,con uno sguardo fiero e accattivante.
“Sai
perché hai perso? E perché non ci ha ragionato
abbastanza. La
chiave della vittoria sta nel sapersi adattare a qualunque
situazione.”
Gli
venne da sorridere a quelle parole, “Dannato
vecchio.”,si disse
Milziade pensando alla figura dell'anziano monocolo,anche da morto
continuava a ricordagli le sue lezioni,che sempre gli si sono
rivelate utili,anche in quel accampamento la valenza di quelle parole
si erano rivelate più preziose dell'oro. Il problema
comunque
persisteva,cosa poteva fare per compensare lo svantaggio? Doveva
spremere le meningi e in fretta,la figura alata di quella donna si
stava avvicinando a grande velocità e senza poter far nulla
di
diverso se non schivare l'ennesimo colpo. Lei tornò a
lanciarsi
contro il mercenario ad altissima velocità mentre si teneva
pronta
per il nuovo e rapido attacco che precedente le era mancato,le spade
erano di nuovo pronte mentre si preparava a sferrare il nuovo
assalto. Lui rimase fermo in attesa di schivare anche questo
attacco,ed eccolo arrivare esattamente come prima,rapido come una
folata di vento e lui ancora che rotolava di lato per evitare il
colpo,ormai si era preparato a gestire quel tipo di approccio.
Peccato per lui che aveva cantato vittoria troppo
presto,perché lei
non era disposta ad un secondo fallimento. Per la seconda volta aveva
mancato il bersaglio anche se sapeva benissimo che ormai aveva capito
come funzionava la sua mossa d'entrata. Di solito quella mossa era
sufficiente ad iniziare e finire un uccisione,sul campo di battaglia
si era rivelata utile per penetrare nelle formazioni nemiche
più
vulnerabili e penetrare duramente,portando scompiglio e generando
decine di vittime anche solo un battito di ali e negli scontri
singoli si era rilevata utile,si per sfuggire ad avversari
più forti
di lei,uomini o bestie che fossero e colpire con la forza d'impatto
di quel singolo attacco volante. Quelli che in pochi sapevano e che
il suo vero stile di combattimento era ben più articolato e
mobile
di quello che dava a vedere. All'improvviso la ragazza si
appallottolò su se stessa a mezz'aria bloccando
così anche il
movimento delle ali,poi nello slancio del movimento piantò i
piedi
per terra,si girò di spalle verso Milziade e con un ennesimo
battito
d'ali si lanciò di nuovo verso di lui,ma questa volta
restando a
livello del suolo approfittando così della temporanea
distrazione
del suo avversario,che fece a malapena in tempo a capire cosa stesse
facendo la ragazza. Neanche il tempo di focalizzare la nuova
situazione che subito sentì con il suo corpo l'enorme forza
sprigionata da quella armatura,sentendo chiaramente una fortissima
spallata in pieno petto che gli mozzò il respiro e sentendo
le ossa
del torace comprimersi come se fosse stato colpito da un macigno,tale
fu la forza del colpo che lo spinse indietro e dovette impiegare
tutta la forza che possedeva negli arti inferiori per non cadere a
terra. Ma nemmeno il tempo di riprendersi che subito Nevia
ripartì
all'attacco lanciandosi a testa bassa in un furioso impeto di collera
e muovendo i primi fendenti di spada che non si limitavano agli
attacchi singoli come aveva fatto le prime due volte optando per il
combattimento ravvicinato.
“MUORI.”
urlò
lei prima di muovere tre colpi,i primi due vennero da destra e il
terzo da sinistra,mostrando la sua abilità con entrambi i
gladi,per
risposta Milziade li parò tutti e tre parando con la parte
piatta
delle sua spada ricurva mostrando che era si dolorante ma non
indifeso,nel corso della sua vita aveva subito ogni tipo di colpo
immaginabile,una spallata in pieno petto non lo averebbe di certo
ucciso,ma doveva constatare che anche se indossava la sua corazza di
bronzo il colpo non era stato leggero,senza di essa si sarebbe
ritrovato con il petto sbriciolato allo stesso modo di una porta
cittadina che veniva sfondata da un ariete d'assedio,una grossa crepa
nel centro del suo corpo era l'ultima cosa che desiderava in quel
momento. Lo scontro si stava dimostrando più difficile di
quello che
si era immaginato,meglio che trovasse una soluzione per vincere il
duello o presto la sua testa sarebbe stata veramente separata dal
resto del suo corpo e di certo non era una cosa che desiderava
accadesse.
Nel
frattempo,sopra le mura di Aegis.
La
ragazza dalla pelle d'ebano continuava ad osservare l'andamento dello
scontro tra il mercenario e il comandante,si leccò la punta
delle
dita quando finì di assaporare il dolce sapore dell'ennesimo
dattero
che aveva appena addentato mentre con occhi attenti e maliziosi
controllava che Milziade non ci lasciasse la pelle. Aveva appena
assistito alla scena della spallata che aveva appena incassato e che
ora era costretto a stare sulla difensiva,se non altro non era
morto,pensò lei con un pizzico di dispiacere misto ad
interesse.
“Povero
soldatino e pensare che era andato solo per convincerla a
ritirarsi,ma da come ha reagito lei vuol dire che ha esagerato con le
parole e adesso giustamente vuole pestarlo come un tamburo,certo che
a volte Milziade ha il tatto di un elefante in un laboratorio di
ceramiche.”
Disse
lei parlando tra se e se, lo conosceva da tempo e per la sua
professione poteva dire di essere ben informata sul suo conto:era
burbero,incivile e poco incline ai rapporti personali, era
provocatorio e offensivo cosa che molto spesso lo faceva cacciare nei
guai,ma che per un motivo o per un altro sapeva togliersene di torno
e scampare alla morte per pochissimo,tanto da credere che i suoi dei
lo amassero,sempre ne aveva ovviamente dato il suo cinismo. Ma era
anche vero che se veniva assunto per un lavoro lo portava a
termine,sempre e comunque,da questo punto di vista poteva essere
considerato un professionista nel suo campo e oltretutto tendeva alla
lealtà e non colpire mai alle spalle i suoi colleghi,anche
se non
era stati pochi quelli che non lo erano stati con lui solo per
ritrovarsi con uno squarcio nel petto oppure con qualche osso
rotto,nel caso non avesse le sue armi con se. Se fosse morto sarebbe
stato un problema per lei,dopotutto lei era ad Aegis anche per lui,
oltre che ad un altra faccenda in sospeso,ma per quello aveva ancora
tempo e dal suo che proveniva molto al di sotto di lei non le fu
difficile intuire che l'esercito di Aegis si stava preparando allo
scontro e che la mancata organizzazione alla battaglia da parte della
legione era una chiara conseguenza dello scontro che si stava
svolgendo di fronte a tutti quei legionari,chiara conseguenza delle
azioni di Milziade. Forse era giunto il momento di partecipare a
quella baraonda e di fare la sua parte,per tanto allontanò
la lente
dall'occhio e la ripose nel sacchetto,si alzò e scese dal
tetto
della torre con una grazia pari a quella di un felino,tanto pareva
che il suo corpo era leggero che non aveva fatto alcun rumore,o
quasi,quando i suoi piedi toccarono terra. La sua attenzione fu
presto attratta dal rumore di passi di una guardia che risaliva una
rampa di scale li vicino,le sue orecchie gli permettevano percepire
anche i suoni più accentuati alla stessa
intensità di due persone
che conversano con un tono di voce normale,anche se il suono dei
pesanti calzari avrebbero potuto essere uditi anche da una persona
normale. Non poteva farsi assolutamente vedere in quel punto della
città o la sua presenza ad Aegis sarebbe stata notata e
questa era
una cosa che non doveva accadere e lei sapeva esattamente cosa fare.
Si passò la mano destra sopra l'avambraccio sinistro e
pronunciò
poche parole sottovoce.
“Per
la furtività di Bastet.”
Una
formula magica,una cosa molto utile per situazioni come quella,cosa
che nel suo lavoro accadeva più di quello che si pensava,il
soldato
arrivò sopra le mura per il consueto giro di ronda e vide
che non
c'era nessuno sulle mura, neanche il tempo di iniziare il suo turno
di pattuglia che sentì qualcosa che strusciava vicino ad un
piede e
di conseguenza abbassò lo sguardo e quel vide lo
lasciò sorpreso.
Era un gatto,dal corto pelo nero e due grandi occhi azzurri. Il
soldato restò imbambolato per un attimo alla vista di quel
piccolo
felino non riuscendo a capire come fosse giunto li,in cima alla cinta
muraria. In ogni caso non poteva restare e con un qualche gesto di
minaccia allontanò il gatto,che scese subito le scale e
scomparve
alla vista della guardia che poté iniziare il controllo
della zona a
lui indicato. Fortuna che la trasformazione era una delle grandi doti
che possedevano le ragazze come lei,la quale un pizzico di magia di
tanto in tanto non faceva mai male. Scese le scale fino a giungere a
livello del suolo,passando di tanto vicino ad alcune guardie che
erano intente a svolgere il loro compito di sorveglianza,passando
quasi inosservata e suscitando una leggera perplessità in
chi la
incrociava mentre passava di fronte a loro in quella piccola forma
felina,ma del resto sembrava un gatto in tutto e per tutto e quindi
non destava alcun sospetto particolare potendo così giungere
di
nuovo in strada come se nulla fosse. Ora che aveva la strada libera
poté tornare a confondersi nella calca di cittadini che
passavano
incuranti della sua presenza. Presto sarebbe tornata alla sua vera
forma,ma non era ancora giunto il momento e fino ad allora il
mercenario se la sarebbe dovuta cavare da solo.
Colpo
dopo colpo Milziade e Nevia si stavano ancora scontrando come se
fossero all'inizio del combattimento,nessuna pausa e nessun
riposo,solo il clangore del metallo che batteva duro e forte su altro
metallo. I fili delle tre lame si incrociavano ancora accompagnati
dai movimenti esperti di entrambi gli sfidanti. Ma nonostante la
notevole esperienza di entrambi Nevia continuava a sfruttare il suo
vantaggio sugli spostamenti aerei e la sua abilità con il
maneggiare
due gladi contemporaneamente la rendeva un avversario veramente
difficile,forse anche senza quell'armatura si sarebbe dimostrata
comunque letale,l'unica cosa certa e che gli serviva una scappatoia
per sfuggire a quei rapidi assalti mordi e fuggi e improvvisare un
contrattacco che gli permettesse di rispondere efficacemente contro
Nevia,ma non poteva chiedere aiuto dato il fatto che fosse comunque
un duello,sbilanciato,ma comunque era uno scontro uno contro uno e
seppur senza supporti magici come quelli della noviana e
perciò non
poteva far altro se non sfruttare le risorse a sua disposizione.
Aveva bisogno di cambiare tattica e riportare dalla sua parte il
vantaggio tattico,ma come fare? Prima di tutto avrebbe dovuto trovare
un modo per contrastare la velocità e rapidi movimenti che
l'armatura alata concedeva alla sua proprietaria,una volta riuscito a
compensare lo svantaggio sarebbero stati alla pari, se solo fosse
stato più veloce avrebbe potuto anche farcela contro di
lei,veloce
quanto una folata di vento,almeno quanto Briseide quando correva al
massimo della sua potenza,di certo gli avrebbero fatto comodo un paio
di gambe per....ci pensò un attimo e subito gli si accese
una
scintilla che tornò a incendiare la sua astuzia,come aveva
fatto a
non pensarci prima? Era così logico e per di più
non avrebbe
chiesto aiuto a nessuno,senza contare che contava come una sua
proprietà e quindi non era necessariamente imbrogliare,cosa
che di
certo non avrebbe fatto indignare i legionari presenti allo scontro.
Ma prima però doveva convincere Nevia a fare il suo
gioco,sapeva di
poterla provocare e sapeva benissimo come riuscirci,bastava solo che
la fortuna,l'audacia e un pizzico di fortuna fossero dalla sua
parte,era tempo di fare la sua mossa. Schivò l'ennesimo
colpo della
donna scartando di lato la lama in arrivo e subito le
saltellò di
lato,puntandole la punta della spada verso il fianco.
“Accidenti
che colpi,davvero niente male però te lo devo dire,il fatto
che ti
serva un armatura del genere per uno come me la dice lunga sulle tue
abilità personali.”
La
donna non sopportò la provocazione e come previsto
cercò di
colpirlo con un colpo d'ala,ma lui si abbassò per tempo e
schivò
senza troppa fatica per poi indietreggiare verso Briseide.
“Guarda
che lo dico solo per il tuo bene non pensare male,personalmente
credo che tu sia insicura,non fa bene alla tua autostima usare
trucchi simili,poi detto tra noi il fatto che tu sia una donna in
mezzo a tanti uomini non è bello mostrarti così
emotivamente
sensibile,se combattessimo ad armi pari secondo me ti rispetterebbero
di più.”
Altri
due colpi portati da entrambi i lati con le spade e lui
saltò
indietro avvicinandosi ancor di più alla sua fedele
alleata,ormai
poteva sentire la rabbia di Nevia aumentare ancor di più,lo
percepiva da come portava i colpi e dal fatto che fossero si
più
potenti ma meno precisi,rendendo prevedibili le sue azioni.
“Visto
che stai combattendo male? Prima eri più concentrata ma
adesso devo
dire che stai peggiorando sempre più e questo non
è una bella cosa
da far vedere ai tuoi uomini,devi cercare di essere più
rilassata,come me,respira ed espira,respira ed espira,piano
piano,senza fretta.”
“STA
ZITTO”
La
voce di lei uscì furiosa dall'elmo come il grido di una
bestia
inferocita,odiava la voce di quell'uomo,odiava l'aspetto di
quell'uomo,ma soprattutto odiava il suo modo di fare,proprio come
prima. Mai come in quel giorno Nevia aveva provato così
tanto
disprezzo per una persona e per lo più una persona che aveva
saputo
rovinare completamente le sue prospettive di fama,onore e gloria. Era
giunto nel suo accampamento accompagnato da un nano,un elfo e le
sue poche possibilità di successo,eppure,con qualche frase
spregiudicata,un atteggiamento provocatorio come non aveva mai visto
e la copia di una lettera ufficiale del comando militare noviano era
riuscito non solo a scacciare via una intera legione con
così pochi
elementi,ma in più era riuscito a farla apparire debole di
fronte ai
suoi soldati,una donna a capo di un intero esercito,scacciata e
umiliata da un solo uomo,questo voleva forse dire che una donna,per
quanto potente e con una posizione di prestigio,restava comunque
inferiore ad uno straccione trasandato ma pur sempre uomo? No,non
poteva accettarlo,non lei, non Nevia Placidia Sannita e lo avrebbe
dimostrato a tutti quanto valeva veramente,doveva solo mozzare la
testa di quel lurido saltimbanco che non faceva altro che schivare i
suoi colpi. Anni e anni di faticoso lavoro per giungere dov'era
arrivata e meno di un ora per sentirsi derisa e umiliata di fronte ai
suoi uomini,era una condizione intollerabile per lei,avrebbe lavato
quell'onta con il sangue di quell'insulso essere,goccia dopo
goccia,dopo che lo avrebbe decapitato e appeso a testa in
giù come
un maiale al macello. Presa dalla furia cominciò ad
attaccare a
testa bassa dando più ragione al fuoco che sentiva dentro
piuttosto
che all'esperienza acquisita sui numerosi campi di battaglia che
aveva attraversato con fatica e sudore, eseguiva attacchi
alti,attacchi bassi e laterali,aveva persino spiccato nuovamente il
volo un paio di volte solo per poter attaccare immediatamente e
ridiscendere in maniera pesante su Milziade,ogni attacco era veloce e
potente ma prevedibile e privo di complesse strategie d'attacco,ormai
la cosa per lei era diventata talmente personale che non riusciva a
vedere come stesse cadendo nella trappola nella quale il mercenario
la stava trascinando. Nym e Gordlack assistevano allo scontro con due
umori molti diversi,il nano aveva uno sguardo vispo ed
energico,agitandosi ogni volta che veniva mosso un colpo o veniva
effettuato un movimento particolare si emozionava come un
bambino,ignorando il mondo circostante preso com'era dal
combattimento non riusciva a concentrarsi ad altro se non al
combattimento in se di per se, Nym invece manteneva una calma e una
concentrazione uniche nel loro genere,non stava solo seguendo il
combattimento ma restava attento anche alla situazione generale, i
legionari che stavano assistendo allo scontro non erano pochi e fin
tanto che loro due continuavano a tirar di scherma l'attenzione su
Gordlack e su di lui sarebbe stato l'ultimo dei loro pensieri,presto
l'esercito di Aegis avrebbe occupato il campo di fronte alle mura
cittadine e presto i noviani sarebbero stati costretti alla ritirata
e avrebbero smontato il campo,odiava ammetterlo ma il piano di quel
mercenario aveva sorpreso persino lui,che solitamente restava
indifferente a questo genere di tattiche disperate,ma ora il problema
che sussisteva era un altro. Anche nel caso di una vittoria di
Milziade,cosa che per lui era alquanto improbabile,era difficile che
li avrebbero lasciati andare come se nulla fosse. Se per un motivo o
un altro ne fosse uscito vittorioso dubitava che sarebbero stati
liberi di andarsene,certamente lui,il nano e quell'odioso di un umano
rappresentavano Lucilla in sua vece presso l'accampamento della
legione,ma non potevano certo dichiararsi una potenza politica di
spicco,erano comunque le guardie di una nobile fuggiasca e una
sacerdotessa che ufficialmente aveva rotto i voti sacri che aveva
preso presso il tempio nella quale risiedeva. Quindi il loro peso
come emissari era nullo e loro tre valevano solo come guardie
personali di Lucilla e ciò non garantiva loro alcun
salvacondotto
per tornare in città. La loro era situazione non
brutta,peggio. Un
altro attacco spinto dalla rabbia,un altro passo indietro verso la
vittoria,Nevia continuava a colpire spinta dalle proprie
emozioni,nessun tattica,nessuna strategia,solo una furia aggressiva
riempiva i suoi pensieri,un fendente dopo l'altro,un colpo d'ala e
poi un altro ancora,continuava a colpire senza accorgersi di essere
giunta al limite del campo, dove gli altri due compagni e centinaia
di soldati continuavano ad osservare lo scontro con grande stupore.
Anche per i veterani della superba era raro vedere il comandante
esibirsi in duelli così lunghi e quello era decisamente uno
dei più
impegnativi nella quale Nevia si era mai cimentata,l'attenzione era
tale che solo i soldati più vicini alle mura del castrum
poterono
notare i movimenti dell'esercito nemico e non potendo far niente se
non aspettare che il comandante desse un qualsiasi ordine per poter
affrontare l'armata in arrivo. Il mercenario era pronto a fare la sua
mossa,ma prima diede un ultimo sguardo con la coda dell'occhio alle
sue spalle,ancora un passo e sarebbe stato nella posizione
più
adatta per il suo contrattacco,doveva schiarire la mente e
controllare il respiro,il tempismo sarebbe stato di vitale
importanza. Milziade era ormai giunto di fronte a Briseide che
nitrì
leggermente in presenza del suo cavaliere,che a sua volta si
limitò
ancora una volta a parare e deviare le spade del comandante noviano.
Lei continuava a colpire con forza mostruosa nonostante il peso
dell'armatura e i brevi attacchi in volo che ogni volta che lo faceva
gli portava via sempre più energia,ragionava a fatica e
l'unica cosa
che riusciva a fare era attaccare tanto era grande la sua smania di
uccidere quell'individuo che aveva osata deriderla di fronte a tutti.
Era indietreggiato abbastanza verso la sua giumenta,il tempo di fare
la sua mossa era giunto, vide l'ennesima fendente tentare di colpirlo
in pieno e lui appena lo vide scartò di lato con tutto il
corpo
facendo andare a vuoto l'ennesimo tentativo di Nevia di colpirlo
mortalmente,ma questa volta Milziade non si sarebbe limitato a
restare sulla difensiva e avrebbe risposto con tempestività
a quel
furente approccio della noviana.
“Tocca
a te bella.”
Urlò
Milziade alla giumenta mentre con la mano libera diede una forte
botta con la mano aperta sulla schiena di Briseide,che appena
ricevuto il colpo emise un forte nitrito per poi alzarsi sulle zampe
posteriori,cogliendo di sorpresa la ragazza.
“Ma
cosa.....”
L'animale
si ergeva per tutta la sua stazza mentre con il peso del suo corpo
cadde in avanti puntando le zampe anteriori verso Nevia,che presa
alla sprovvista non poté far altro che sbattere le grandi
ali
metalliche lanciandosi indietro per non subire il peso dell'equino
che rischiava di travolgerla e fargli seriamente male.
Rialzò subito
la testa e vide Mialziade in groppa alla bestia che l'aveva
aggredita,notando che stavolta il guerriero non impugnava
più la
spada,ma bensì una lunga lancia.
“Oh,sei
salito a cavallo pensando che la cosa possa darti un vantaggio? Sei
solo un povero stolto che temporeggia nel tentativo di ritardare la
morte. La tua fine è già segnata.”
“Come
la prendi sul personale,avevo sentito dire che le ragazze noviane si
scaldano velocemente ma tu ragazza mia prendi subito fuoco,attenta ad
uscire nei giorni di pioggia ho rischi di spegnerti.” Disse
Milziade puntando la lancia verso la donna e guardandola in maniera
provocatoria,mostrandole chiaramente un ghigno di soddisfazione.
Nevia colse la battuta sarcastica sul suo carattere come un ulteriore
presa in gira di fronte ai suoi uomini alimentando ancor di
più le
fiamme della rabbia che le montava dentro come un incendio e senza
pensarci due volte decise di attaccare ancora una volta di passare
all'offensiva,balzando in avanti ed attaccando con l'intento di
attaccare il cavaliere con un pesante affondo portato con entrambe le
spade,ma Milziade si accorse della manovra e tirando con le redini
fece cambiare direzione a Briseide che subito scartò di lato
impuntandosi con entrambe le zampe posteriori,mettendo distanza con
le zampe anteriori tra Nevia e Milziade,per poi cominciare a correre
percorrendo tutto il perimetro dell'area di allenamento. Milziade
aveva fatto la scelta giusta nel voler utilizzare la giumenta per
combattere il comandante noviano. Se lei dalla sua parte disponeva
del vantaggio areo e di una maggiore protezione ora lui poteva
contare sulla velocità e la potenza d'affondo che la sua
lancia
poteva infliggere in carica,senza contare del vantaggio dovuta alla
posizione rialzata della cavalcatura e la lunghezza dell'arma in asta
che teneva in pugno,resistere a quell'offensiva spietata aveva dato i
suoi frutti ed ora potevano giocare ad armi pari,più o meno.
Nevia
rispose a quella ritirata strategica del suo avversario muovendosi di
nuovo in aria e posizionandosi a diversi metri sopra il centro
campo,per ottenere il vantaggio della posizione centrale che gli
permetteva di osservare il percorso che Milziade compiva col
cavallo,per contro Milziade girava tutt'attorno tenendo sott'occhio
la ragazza,che mantenendo la sua posizione in volo restava
ferma,mentre le ali d'acciaio continuavano a sbattere ritmicamente
per mantenersi in aria senza spostarsi,ora lo scontro si era portato
su tutto un altro livello di maestria. I soldati restavano
immobili,mentre l'aria di montagna riempiva i loro polmoni e il sole
del pomeriggio li faceva sudare sotto le loro loriche segmentate. Era
tempo di porre fine a quel duello una volta per tutte,si guardarono
un attimo mentre ognuno manteneva la propria strategia di
approccio,comprendendo entrambi che le ultime energie a loro
disposizione stavano per lasciarli definitivamente. Da una parte
c'era Milziade,che a forza di arretrare e difendersi aveva consumato
troppe energie per evitare che la sua avversaria lo facesse a pezzi
con l'ausilio della sua armatura magica, il che aveva del notevole
tenuto conto che combattere un avversario ben equipaggiato come
quello senza alcuna difesa appropriata era qualcosa di più
unico che
raro, dall'altro Nevia,che nei continui tentativi di portare a
termine al più presto lo scontro e optando per un approccio
tanto
aggressivo quanto stancante in termini di fatica fisica l'aveva
portata di nuovo al suo limite sopportabile ed ora era costretta ad
una tattica evasiva,anche se in volo e ciò le portava via
altre
energie,in sostanza entrambi non se la passavano troppo bene e
ciò
li metteva sulla stesso piano e ciò li costringeva entrambi
ad un
unica soluzione definitiva. Terminare lo scontro con un ultimo
colpo,non c'era altra scelta. Si guardarono un attimo mentre entrambi
si preparavano per l'atto finale di quello scontro e con le ultime
forze si mossero entrambi a fare la propria mossa. Lei fiera e
violenta come un aquila si lanciò verso il
mercenario,planando verso
terra con entrambe le braccia che puntavano rigide verso l'esterno e
le lame dei gladi che tagliavano l'aria,così da poter
rendere più
aerodinamico il corpo e diminuire così l'attrito con l'aria
e
rendere meno stancante la manovra e lui che facendo girare la
giumenta per tutto il tutto il campo l'aveva tenuta in movimento
così
da non farle perdere la sua forza d'impatto dovuta alla velocità,di
vitale importanza per i cavalli dato che il movimento in situazione
di pericolo era la loro arma migliore e quando la fece girare per
correre incontro alla noviana non perse la sua velocità ma
anzi lo
scatto finale fu quanto meno più energico ed
esplosivo,consentendo
così a Milziade la possibilità di poter
effettuare con la lancia un
colpo potente e inarrestabile. Difficile a dirsi chi dei due avrebbe
vinto. Entrambi caricarono al massimo della loro velocità
intenzionati ad usare tutta l'energia rimanente in loro pur di
vincere lo scontro,poco importava se dopo non avessero avuto la forza
di rialzarsi,la morte del nemico era l'unica cosa che contava in quel
momento,tutto il resto sembrava superfluo,non contava nient'altro.
L'assedio fallito,il ritiro delle truppe,la missione della
principessa fuggiasca,nulla contava,c'era solo la violenza nei loro
pensieri e presto quella sete di sangue e morte si sarebbe placata in
un solo ed unico colpo. L'aria che sferzava il viso,il vento che
passava sopra le lucidi ali di metallo,la velocità era
padrona
dell'atto finale. Lei mosse una sola delle sue spade contro la figura
del mercenario quando si accorse che la giumenta spiccò un
balzo dal
suolo mentre Milziade cercò di affondare il colpo contro la
ragazza
in volo,evitò all'ultimo il fendente poiché non
era mai stata sua
l'intenzione di attaccare al primo colpo ed una volta oltrepassato
cavallo e cavaliere si girò su se stessa eseguendo per la
seconda
volta quella bizzarra manovra,girando su se stessa a mezz'aria per
poi caricare una seconda volta alle spalle del nemico e finirlo in un
azione rapida da un punto ceco nella difesa avversaria.
“MUORI
COME IL DANNATO PEZZENTE CHE SEI”
Pregustava
il sapore della vittoria misto alla sete di morte e di rivalsa che
sentiva di dover soddisfare nei suoi confronti e dimostrare ancora
una volta che Nevia Placidia Sannita era la donna giusta per
comandare la ventiduesima Legio Superba e lo avrebbe dimostrato con
una violenza feroce ed immediata. Le sue armi erano pronte a ghermire
la preda e il suo corpo a schiacciarlo con tutta la forza che gli era
rimasta,non c'era più bisogno di manovre,nessuna
necessità di una
tecnica sopraffina perché così combatteva un vero
comandante di
Nova, con forza,vigore e audacia,era così che faceva lei le
cose e
ancora una volta aveva funzionato e ancora una volta avrebbe vinto.
Milziade aveva mancato il bersaglio e la sua schiena era ormai
vulnerabile,troppo piegato in avanti perché potesse girarsi
e troppo
esposto affinché potesse mettersi sulla difensiva,la
situazione era
disperata e le possibilità di vincere erano quasi nulle.
Tuttavia la
cosa strana in tutto ciò e che nonostante il fallito attacco
e la
sconfitta ormai imminente il suo volto era calmo e nei suoi occhi non
c'era più scherno,ma una serietà e una
lucidità di pensiero che in
pochi avevano visto nei suoi occhi e buona parte di loro era morta
nel constatare l'esistenza di un suo atteggiamento così
caricò di
forza e allo stesso tempo concentrato e pieno di determinazione. Il
suo colpo sarà andato anche a vuoto,ma questo non voleva
dire che
non aveva altri assi nella manica, o per meglio dire....nello
zoccolo. Con l'affondo della lancia andato a male sapeva, o per
meglio dire,sperava che la sua avversaria reagisse di conseguenza e
compisse un attacco alle spalle,sicura di avere la vittoria in
pugno,senza tenere conto però che anche Briseide era
presente nello
scontro e che a differenza dell'armatura magica,ragionava con una
mente tutta sua ma in totale connubio con il suo padrone.
“ORA
BELLA.”
La
giumenta non se lo fece dire due volte e piantando con forza le zampe
anteriore nel suolo si slanciò in maniera completamente
inaspettata,muovendo entrambe le zampe posteriori verso il retro del
corpo,come a voler tirare due potenti calci in maniera
difensiva,nella stessa direzione in cui stava arrivando Nevia,il
tutto accadde in una manciata di secondi. Lei sicura della sua finta
si era già lanciata alla carica non accorgendosi per tempo
di quel
colpo improvviso tirato da un equino che non dava l'impressione di
essere poi così sveglio e reattivo. Era troppo tardi per
virare in
un altra direzione e parare il colpo era impossibile data
l'imprevidibilità dell'animale e la posizione delle braccia
non le
consentivano di parere il colpo con gli arti superiori. Con lei che
si era spinta in avanti e il cavallo che aveva calciato con la forza
di un muro di lancia l'impatto fu inevitabile, Gli zoccoli presero in
pieno la testa del comandante noviano che subì un colpo
tanto forte
da sentire la botta che andava ben oltre le difese fisiche
dell'armatura,facendo sbattere la testa così forte da
sembrare una
mazzata dritta in volto,cadendo rovinosamente al suolo,con la testa
ciondolante in preda al dolore e allo stordimento appena subiti.
Milziade scese subito da cavallo e si avvicinò al comandante
sconfitto e poi si inginocchio, per poi togliergli l'elmo con la
parte infondo della lancia e puntargli alla gola la punta che tanto
l'aveva ingannata. Il volto di Nevia e sporco del sangue che le
usciva dalla bocca,cosa ampiamente dimostrata dal fatto che stesse
digrignando i denti rossi in maniera arrabbiata,ma intontita com'era
non era chiaro se fosse consapevole di quello che era appena accaduto
oppure fosse ancora incosciente per il colpo che aveva incassato
male. Negli occhi di lui non c'era alcuna pietà ne alcuna
esitazione,avrebbe potuto finirla se avesse voluto,sarebbe stato
facile e la cosa non gli avrebbe fatto perdere il sonno,ma poi come
ne sarebbe uscito vivo con tutti quei soldati presenti durante il
combattimento? Erano ancora immobili per lo stupore della scena
appena vista e nessuno seppe che cosa fare. In anni e anni di
carriera nell'esercito imperiale nessuno dei veterani della
ventiduesima aveva mai osato immaginare un evento simile,Nevia
Placidia Sannita,la prima donna ad essere riuscita a salire i ranghi
dell'esercito e divenire comandante,che si era fatta un nome durante
la guerra civile e le due guerre di espansione venute quasi subito
dopo,era stata sconfitta da un uomo dall'armatura squarciata e una
giumenta pezzata. Non esisteva sogno che avevano fatto in vita loro
che potesse lontanamente avvicinarsi a quell'eventualità, a
dimostrazione che a volte la realtà vinceva
sull'immaginazione,ma
quel giorno aveva trionfato alla grande e senza risparmiare nessuno
degli spettatori presenti.
“Allora,immagino
che oggi non manderai la mia testa come monito alla ragazza,o
sbaglio? Detto tra noi,hai combattuto veramente male,ci vediamo
dolcezza,forse la prossima volta ci penserai due volte prima di dare
di matto.”
E
con queste ultime parole si allontanò dalla ragazza tornando
in
groppa a Briseide,diede un ultimo sguardo a Nevia,che si stava
riprendendo dal colpo subito,la sua soddisfazione non era stata
pienamente appagata e per questo non poteva ritenersi
soddisfatto,sentire di essere ad un passo dal potere eliminare un
altra figura di spicco dell'impero gli avrebbe dato un certo grado di
godimento personale,ma prima delle questioni personali veniva il
lavoro e lui in una maniera o nell'altra rispettava sempre i propri
incarichi,per cui si sarebbe limitato ad infliggere un cocente
umiliazione all'immagine di un militare noviano, anche se donna,cosa
che non lo toccava minimamente,come molte altre del resto.
“Fer-matelo.”
Una
voce dolorante,indebolita,ma carica di rabbia tornò a farsi
sentire
alla orecchie del mercenario e la cosa non gli piacque per niente. Si
girò preoccupato e poi la vide li,in piedi,confusa,lo
sguardo vacuo
di chi aveva ricevuto un forte colpo alla testa. Riusciva
faticosamente a stare in piedi e dovette far uso di tutte le forze
rimaste,contando anche quelle che aveva consumato per tenere indosso
l'armatura e usarne le capacità magiche era incredibile che
non
fosse crollata come un sasso nonostante la pesante botta ricevuta in
testa. Il suo sguardo era simile a quello degli ubriachi e la testa
ciondolava ancora in preda a quella sensazione di vuoto mista a
nausea che gli vorticava nella scatola cranica mentre puntava una
spada verso l'uomo.
“Fermatelo...lui
e quel suo schifoso ronzino, vi ho dato un ordine soldati,
eseguitelo.....SUBITO.”
Presi
alla sprovvista i primi ad aver sentito con chiarezza l'ordine
estrassero il proprio gladio e chi poteva imbracciava anche anche lo
scutum mostrando chiaramente la loro intenzione ad eseguire l'ordine
nel più preso possibile. Milziade maledisse mentalmente
quella donna
incapace di accettare la sconfitta e cominciò a guardarsi
attorno
come a cercare una via di uscita in quella situazione. Cercò
con lo
sguardo Nym e Gordlack,ma anche loro sembravano straniti e non
seppero che cosa fare, allora cercò una via libera in mezzo
ai
soldati,ma anche se avesse superato i primi cento che stavano
assistendo allo spettacolo si sarebbe dovuto confrontare con un
intera legione per poter fuggire e difficilmente l'esercito cittadino
sarebbe corso in suo aiuto per salvarlo.
“Adesso
si che siamo nei guai.”
Disse
Milziade mentre girava Briseide in tutte le direzioni,nel disperato
tentativo di uscire da quella pessima situazione. Ma proprio quando la
situazione sembrava disperata un leggero profumo lo distrasse
dalla catastrofe imminente. Lo aveva già sentito in qualche
incarico
precedente e tutte le volte era legato ad una sfilza di tante
ricompense quanti erano i guai che le seguivano.
“Loto
azzurro...forse era meglio che mi facevo catturare”
E
non ebbe nemmeno il tempo di parlare che il vento si fece
più forte
che i soldati che si stavano avvicinando a lui cominciarono a
comportarsi in maniera strana,all'inizio cominciarono a barcollare
come ubriachi in preda al vino,poi cominciarono a far cadere le armi
a terra ed infine crollarono direttamente al suolo. Era l'occasione
che stava aspettando e senza indugiare cominciò a galoppare
verso
l'uscita,se la fortuna era la sua presto l'intero accampamento si
sarebbe ridotto in quello stato. Ancora una volta c'è
l'aveva
fatta,ma sapeva che era ancora presto per cantare
vittoria,perché se
aveva indovinato chi era l'artefice di quella scappatoia allora aveva
di che preoccuparsi,perché se mai anche lei era li in
città allora
la cosa non poteva che rivelarsi problematica,ogni volta che c'erano
lei erano guai,guai molto grossi. Poteva solo sperare di uscirne vivo
anche questa volta.
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