Harold posò la farfalla moribonda dentro
un vasetto di medie dimensioni. Le mise vicino qualche fiore appassito,
ciò che rimaneva della povera aster.
-Morta sola, io non c'entro.- si discolpò Leshawna.
La vittima era una pianta erbacea dai fiori blu tendenti all'indaco,
simili alle margherite ma con petali più sottili e numerosi.
L'imputata era accusata di... non lo sapeva nessuno dei due e il
ragazzo non l'aveva accusata esplicitamente, ma l'aveva guardata di
traverso dalla scoperta della piantina passata a vita migliore.
-Molto sospetto... planticida...-
-Ma per favore! È sopravvissuta a Kunoichi che cercava di
mangiarla. Per ammazzarla,cosa avrei dovuto fare? Forse non stava bene
nel vaso o... forse è che non sei stato a casa per settimane
e la pianta è rimasta senza l'acqua per troppo tempo...-
-Sono tornato ogni tanto per occuparmene... oltre che per controllare
che nessun senza tetto avesse approfittato della mia assenza, visto
ciò che è successo ai vicini... tu invece, l'hai
annaffiata?-
-E' una domanda trabocchetto?- era abbastanza soddisfatta di averlo
scoperto. -Se rispondo di si, l'ho annegata, se dico di no l'ho fatta
morire di sete...-
-Ok, lascia stare, caso archiviato...- rispose svogliatamente, era
insolito che mollasse l'osso con tanta facilità.
Il ragazzo guardò il vaso con malinconia, la farfalla aveva
ormai smesso di muoversi. Leshawna lo osservò mentre cercava
di mettere in piedi uno dei fiori. Forse doveva essere una specie di
piccolo monumento funebre. -Forse... sarebbe carino se prendessi
un'altra piantina da mettere nella stessa terra, una sorta di riciclo
di materia organica...- commentò a voce alta e si
allontanò dalla ragazza con fare nervoso.
A lei venne il dubbio che il motivo di quella che le era parsa
ostilità non fosse la defunta aster. Ma considerando la
situazione, a comportarsi in modo strano era lei, magari.
-Vuoi che ti aiuti con i bagagli?-
-No, faccio da solo. E... potresti smetterla di starmi addosso, per
favore? Anche prima mentre sistemavo il vaso... mi sei stata attorno
tutto il tempo fissando... come se ti aspettassi di sbloccare qualche
evento...- disse come stesse parlando di un videogioco. -Se devi dirmi
qualcosa potresti sbrigarti? Ho sempre apprezzato il tuo essere
schietta...-
-Ah, scusa... è solo che sono un po' stanca quindi, vedimi
un po' come uno zombie che vaga vicino al primo cervello che ha a
disposizione.-
Harold la guardò sospettoso -Ok... effettivamente, hai delle
belle occhiaie...- commentò distogliendo lo sguardo,
sembrava non poter mantenere a lungo il contatto visivo. Poi
sparì nella camera da letto/soggiorno. Con il bagno,
l'appartamento era di tre stanze.
Il ragazzo non riemergeva da un po' così Leshawna
andò a controllare e lo trovò seduto sul
divano-letto dal lato del muro con un volume in mano, nell'altra una
matita che faceva ruotare nervosamente e sulle ginocchia vari fogli in
disordine. Alzò brevemente lo guardo verso di lei, poi
tornò a sottolineare.
Una vista fastidiosa per Leshawna. Era stupido, ma vederlo studiare la
bloccava, si sentiva in difetto. In teoria era ancora iscritta in
sociologia e, nonostante di facciata avesse rinunciato, si era portata
i libri dietro... libri che non era riuscita a tenere aperti per
più di qualche minuto per poi buttarli a terra frustrata
visto che non riusciva a concentrarsi.
Non riusciva a studiare, ma non era riuscita neanche a cercarsi un
lavoro mentre era... in quella condizione... ed Harold a causa dei suoi
episodi di svenimenti e vertigini sempre più comuni aveva
perso il part-time... “Chissà se la situazione si
è sistema mentre ero via...” ma non si sentiva a
proprio agio a chiederglielo, almeno lui qualcosa di utile la stava
facendo.
Poteva essere il momento peggiore per provare, esporsi ad un confronto
era una pessima idea, ma decise di tirare fuori da sotto il divano uno
dei suoi libri dell'università, quale fosse non era
importante. Si sedette all'altra estremità del divano.
“Ok, mettiamoci a lavoro...” deglutì.
-Posso aiutarti, se vuoi.- disse Harold incuriosito, spuntando vicino a
lei come dal nulla.
-No! Non ho bisogno del tuo aiuto, pensa per te!- l'apparente
aggressività non era voluta.
Harold sbuffò. -Senti, capita a tutti di avere dei periodi
di blocco e più si rimane fermi, più ci si sente
scoraggiati. Se in questa fase avessi bisogno di aiuto non ci sarebbe
niente di male, quindi se cambiassi idea sei libera di chiedere...-
disse diplomatico, ma Leshawna aveva i nervi a fior di pelle.
-Ho detto che non ho bisogno del tuo aiuto! Ti rendi conto che
è ridicolo? Non vado più a scuola!-
-Stai reagendo in modo illogico...- sentenziò scoraggiato.
Si alzò per spostarsi a studiare in cucina.
Guardò per un attimo fuori dalla finestra. “E'
ancora là...” c'era una vecchia macchina verde
acido che girovagava nei dintorni, era abbastanza sicuro che non
appartenesse a nessuno del vicinato. “Magari sto diventando
un po' paranoico... prima o poi riuscirò collezionare tutti
i disturbi che un essere umano può avere, ci sarà
un premio per me?” pensò sdrammatizzando, poi si
sentì un po' in colpa. Avendo passato diverso tempo in
ospedale da bambino, sapeva che le cose potevano andare molto peggio.
Nonostante le avesse detto che non voleva che gli stesse addosso, non
vedendola più uscire dalla camera sentì il
bisogno di andare a controllare come stava.
Il libro era a terra e Leshawna era distesa, Harold andò ad
assicurasi della situazione inquieto. Stava dormendo, che si aspettava?
Tirò comunque un sospiro di sollievo. Poi
allontanò istintivamente gli occhi dalla ragazza. Da quando
erano entrati cercava di mirarla il meno possibile e, se proprio
doveva, guardare nella sua direzione senza concentrarsi sulla sua
immagine.
“Carina... sembra un orso addormentato...”
-Leshawna? Leshawna...- provò a chiamarla, la ragazza
ringhiò letteralmente. Harold incurante rimase al suo posto
pur allontanando lo sguardo di nuovo.
“Che razza di nodi... ma è andata in giro
così?” si chiese notando alcune masse sulla sua
testa... i suoi capelli non erano uniformi. Alcuni erano un po'
più lisci anche se spessi, altri erano incontrollabilmente
crespi e arricciati. Con l'umidità diventavano tutti
così, ma lei non li sopportava. Dovevano essere un casino da
gestire...
Harold provò a vedere se era possibile sciogliere i nodi,
lei emise un ringhio nuovamente “Glieli farò
notare una volta svegliata...” -Leshawna? Devi restare
sveglia e aspettare che sia sera per dormire, se vuoi rimettere in
ordine il tuo ciclo sonno-veglia.- lei aprì gli occhi per un
attimo, ma gli morse la mano. -...Ahi.- disse in ritardo,
più per la sorpresa che per altro. Leshawna mollò
la presa e si rimise a dormire. -Non scherzavi quando mi dicevi di
vederti come uno zombie...- commentò mentre si strofinava la
mano sulla maglietta.
-Non... ho le mani... abbastanza forti, devo contare sui denti...-
disse Leshawna più addormentata che sveglia.
-Ah si? A me sembra che tu abbia molta forza, invece.-
commentò abbozzando involontariamente un sorriso.
-Oh... giusto... ma quando ero piccola, non ne avevo molta...-
confessò continuando a non dare prove di
lucidità. -Una volta ho dovuto mordere al collo uno di
sedici anni che infastidiva una mia amica di undici... l'ho morso
così forte da fargli perdere i sensi...- rise brevemente.
-In realtà... è stata una tragedia... credevo di
averlo ucciso... non che me ne pentissi, ma... non mi andava di andare
in prigione a neanche dodici anni...-
-Forse gli hai provocato una contrazione nei muscoli che ha bloccato
momentaneamente il flusso di sangue dalla carotide.-
ipotizzò Harold.
-Tu non sembri molto forte... se qualcuno ti attacca... ricorda di
saltargli al collo e morderlo...-
-Come un cane?- sorrise nuovamente non prendendola molto sul serio.
-Esatto, un cane... i cani sono ottimi esempi... non voglio che ti
succeda qualcosa, quindi ricordatene...-
-Grazie... lo farò.- magari era strano che si sentisse
felice della preoccupazione della ragazza nonostante il modo in cui
fosse esposta. “Deve avere il sonno davvero
scombinato...” era abituato a sentire Leshawna parlare in
modo strano. A volte la trovava brutale, ma così era
cresciuta, non l'aveva mai turbato in modo spiacevole, al contrario...
“Ok, potrebbe essere problematico...”
Istintivamente le posò la mano sulla testa, poi la
ritirò come si fosse punto.
Decise di farsi due passi per schiarirsi le idee.
Uscendo trovò la vecchia macchina verde acido. Ora che
l'aveva davanti la riconosceva, ma il conducente non l'aveva ancora
notato.
-Signor Gardner, è qui per spiare sua figlia?- chiese
infastidito. L'uomo inizialmente ebbe un sussulto, poi lo
guardò arcigno.
Il padre di Leshawna non era imponente da alzato. Era piuttosto piccolo
per un uomo, ma aveva delle spalle ampie e un espressione poco
amichevole, a volte di presa in giro, perlomeno quando lo sguardo era
rivolto ad Harold.
Fra Russel Gardner e Harold McGrady il rapporto non era cominciato nel
migliore dei modi.
Quando, alla terza volta che Leshawna si portava dietro il ragazzo,
Russel si era finalmente degnato di notarlo, la figlia glielo aveva
presentato come suo ragazzo. La reazione dell'uomo fu quanto meno
bizzarra... piuttosto maleducata anche.
-Ah, ho capito.- affermazione che niente di buono lasciava presagire.
-Sei lesbica e non hai il coraggio di presentarmi la tua fidanzata,
così hai deciso di mettermi alla prova presentandomi 'sto
coso.- disse sotto gli occhi sgranati di Harold. L'uomo gli diede
un'energica pacca sulla schiena con fare allegro. -Mi spiace che ti sia
dovuto prestare al gioco.- gli disse Russel. Leshawna si mise a ridere,
prima di spiegargli effettivamente che non era uno scherzo.
Forse non era un buon segno per l'inizio di una relazione...
Anche la madre del ragazzo, non aveva avuto un approccio molto normale.
Era rimasta tranquilla ad osservare con attenzione la situazione le
prime volte, del resto la signora Agnes non era tipo da giudicare
così su due piedi... ma un giorno si era avvicinata ai due
dicendo: -Tu sei aggressiva e hai evidentemente dei pessimi freni
inibitori.- si era rivolta a Leshawna in tono neutrale. Non era sua
figlia quindi voleva essere una semplice constatazione. -Mentre tu,
provi una preoccupante attrazione verso chi è aggressivo e
potenzialmente pericoloso oltre ad avere una bussola morale non sempre
affidabile.- disse più critica rivolgendosi al figlio
minore. -Siete una combinazione potenzialmente problematica.- concluse
-Non voglio dirvi come agire, ma mi sembrava giusto darvi la mia
opinione.- scosse le spalle e dopo averli salutati pacificamente se
andò.
Leshawna, fu talmente presa alla sprovvista da non riuscire a
rispondere prima che la donna se ne fosse andata.
-Non ti odia, ha solo cercato di dare un giudizio e mia madre pensa
sempre a sottolineare tutto ciò che le sembra potenzialmente
negativo in modo... beh, negativo...- Leshawna l'aveva guardato
malissimo, forse come lui c'era rimasto male per il fatto che la
ragazza avesse riso quando il padre lo aveva ridicolizzato, lei non
aveva preso bene che lui non avesse nulla da dire in contrario a
ciò che aveva detto la madre.
Almeno dopo quell'episodio la donna era sempre stata abbastanza
disposta a conoscere meglio la ragazza... Era anche troppo curiosa per
certi aspetti... Russel invece aveva continuato a dimostrare che
l'avrebbe presa meglio se Leshawna gli avesse presentato una ragazza al
posto di Harold.
Stranamente, o forse no, i loro genitori sembravano andare
particolarmente d'accordo. Non fosse stato per la differenza di
età fra i due, Harold si sarebbe preoccupato un po'.
Almeno a Lupe, la madre della ragazza, Harold sembrava ispirare
simpatia, per quanto desse l'impressione di non prenderlo sul serio.
-Vuole salire per vederla?- chiese Harold più gentilmente.
-Non c'è bisogno. Quando vorrà vedermi,
verrà di sua spontanea volontà. Sono
più che sicuro del suo spirito di sopravvivenza, volevo solo
assicurarmi che fosse qui come pensavo.-
-E il fatto che si sia appostato nei d'intorni con un binocolo non
è affatto inquietante... potrebbe essere scambiato per un
maniaco...-
-Non devi dirmi tu come comportarmi, ragazzino. Se si lamenta qualcuno
spiegherò la situazione.- affermò sicuro di
sé.
-Perchè i padri che conoscono sono tutti così
strani?- si chiese fra sé e sé, Harold.
“Il mio non sarà una brutta persona, per quello
che so di lui, ma era molto negligente. Quello di Gwen, dopo il secondo
figlio è andato a prendere le sigarette e non è
tornato più. Il padre di Duncan sembrerebbe normale ma era
talmente severo e freddo col figlio da ottenere il contrario di quello
che avrebbe voluto che diventasse. I genitori di Heather non la
considerano... forse Arthur è normale ma aspetto che Riff
cresca per esserne sicuro... ed io? Io che cosa devo fare? ...Come mi
dovrò comportare?”
-Non ne hai uno, che ne sai di padri, tu?- ribattè Russel -E
guarda che Agnes è parecchio strana...- gli fece notare
improvvisamente allegro. La cosa, aggiunta al fatto che si riferisse a
sua madre per nome dava ad Harold vibrazioni negative. -Sempre a
sghignazzare malefica mentre parla delle disgrazie altrui.-
“Perchè il tatto tuo invece...” -Eh,
no... sghignazzare il più delle volte è un
segnale di nervosismo.- “Forse anche per questo sembra
così allegra nelle foto del suo matrimonio.” -Ogni
volta che è preoccupata, triste o infastidita, ghigna.-
“L'ho vista raramente manifestare tristezza in modo
normale...”
-Rimane poco normale... a proposito, io ed Agnes ne abbiamo parlato. Se
doveste decidere di sposarvi nuovamente non siamo interessati a
partecipare a 'sta farsa, non so lei, ma io personalmente della vostra
relazione instabile ne ho abbastanza...-
“Bello sapere che mia madre e suo padre confabulano alle
nostre spalle...”
-Quasi avrei preferito sapere che non era tornata da te...-
“Non stiamo più insieme se può
consolarla...” ma si trattenne dal dirglielo, non sapeva di
cosa avesse paura, ma gli sembrava un'informazione che gli si poteva
rivolgere contro. “Che tragga le conclusioni che
vuole...”
-Capisco che la nostra relazione le sembri strana.- “Non ha
funzionato infatti, forse lo nascondo solo perchè non voglio
darle ragione? Non lo so...” -Ma le dispiacerebbe spiegarmi
cos'ha contro di me?- gli disse con più trasporto di quello
desiderato. -Non spaccio, non sono mai finito in prigione o in un
riformatorio, non ho mai procurato ferite ad altre persone... perlomeno
non di proposito, a volte sono stato un po' maldestro e... ok, altre mi
sono dovuto difendere, ma insomma, non mi sembra di essere un pericolo
o un poco di buono!-
-Proprio questo è il problema...- sospirò Russel
infastidito. -Ok, dovrò essere crudele...- lo
avvertì. -Vuoi?- chiese quasi beffardo al ragazzo. Harold
rimase immobile ad aspettare, si pentì un po'.
-Sei patetico, appiccicoso ed emotivamente dipendente! Mia figlia
è sempre stata molto libera. Per lei un carattere come il
tuo è una disgrazia, ma non sei una cattiva persona, proprio
per questo viene difficile scacciarti senza sentirsi in colpa,
è un ricatto morale! Ora non è più
questo il problema... beh, certo, l'hai messa incinta!- disse mostrando
i denti minaccioso e aggrottando le fosche sopracciglia. -E poi... poi
c'è quell'imbecille di mio zio, che non poteva limitarsi a
schiattare normalmente, ma certo che no! L'ha allontanata dalla
famiglia ancora di più col suo stupido matrimonio, la sua
stupida eredità e la sua stupida putta-moglie!-
alzò la voce l'uomo liberando la sua frustrazione. Harold
rimaneva immobile, capo chino, viso imporporato e pugni chiusi. Un
odioso pidocchio, era come dare contro ad un piccolo stupido cane che
si limita a subire con la coda fra le gambe. Cos'era passato per la
mente di Leshawna? La conosceva davvero sua figlia?
Il ragazzo rosso rimuginò su cosa rispondergli mentre l'uomo
accendeva la macchina. Se se ne fosse andato e lui fosse rimasto muto
ci avrebbe ripensato per tutto il resto del giorno, magari anche per
quello dopo. Non poteva permetterselo... ma l'uomo stava già
andato... Le gambe di Harold ebbero uno scatto, decise di assecondarle
così raggiunse l'auto e ci saltò su appoggiandosi
sul parabrezza. Russel frenò sorpreso, ma il ragazzo rimase
in equilibrio posizionato con una raganella.
-Eh... prima vorrei dirle una cosa...- accennò il ragazzo.
Russel azionò i tergicristalli facendo togliere dal vetro le
mani del ragazzo, poi provò a fare altri passi con la
macchina e frenare, ma Harold non sembrava fare una piega. -Eh... Lo sa
cosa ho di positivo?- disse stranamente leggero in quell'assurda
situazione.
-L'essere incurante della tua sopravvivenza può essere
considerato come positivo?- ringhiò l'uomo.
Harold sorrise nervoso. -Il mio equilibrio... fa schifo! Ma proprio
tanto... però se sono in una situazione di tensione o
particolarmente concentrato diventa ott...- prima che potesse finire,
l'uomo ripartì e frenò bruscamente. -Ok, ammetto
che 'sta volta ho avuto paura...- disse Harold riuscendo a rimanere in
equilibrio. -Vuole davvero farmi cadere... rischiare di investirmi per
sbaglio?- Russel sembrò pensarci. -Uh... lo temevo.- il
sentimento di pericolo lo rendeva particolarmente loquace anche con
lui.
-Ciò che volevo dire è che io... magari
sarò dipendente, appiccicoso quello che vuole lei, ma le
assicuro che ho un lato positivo...- l'uomo sembrava molto poco
interessato, Harold pensava che probabilmente volesse riprovare a
buttarlo giù. -Sono comunque capace di stare per conto mio,
ci sono abituato e sto anche bene così.- “Bugia...
era così prima che Leshawna mi desse corda... ora... dovrei
rimparare...” -Mi irrita che una persona possa starmi intorno
per pena, se avessi mai avuto l'impressione che Leshawna l'avesse
fatto, l'avrei mandata al diavolo.- disse frustrato “Non
bugia... forse...” -Non è così che
è andata e...- “...e se Leshawna ha sempre avuto
dei moti di fuga dalla famiglia, si faccia due domande invece di
incolpare me o il morto!” forse doveva ringraziare la gola
secca e lo scemare dell'adrenalina. Magari non sarebbe sopravvissuto se
glielo avesse detto in faccia. E non sapeva neanche molto di come
funzionasse la famiglia di Leshawna, forse non era giusto che parlasse
in quei termini? Stava diventando stranamente sensibile all'argomento
familiare. “Lui invece dice peste e corna quando non sa
niente! Davvero niente...”
-Forse... visti i moti di... indipendenza di Leshawna dalla famiglia...
non potrebbe fare lei il primo passo e salire a vedere come st..?- la
macchina ricominciò a camminare, questa volta non sembrava
intenzionata a fermarsi così, Harold, per evitarsi una
passeggiata fra le macchine si buttò cercando di limitare i
danni prima che la macchina uscisse dalla zona del condominio.
-Com'è che non le piaccio quando sto zitto, ma neanche
quando parlo?!- tentò di urlare Harold ancora a terra con la
voce rauca a causa della saliva asciutta, poi tossì e si
rimise in piedi.
Provava una curiosa combinazione di euforia e vergogna, un po' per la
passata sensazione di pericolo, un po' perchè sentiva che si
sarebbe pentito più tardi di ciò che aveva detto
o fatto. L'imbarazzo a cui non era stato particolarmente sensibile in
adolescenza, per vendicarsi di essere stato ignorato, aveva cominciato
a fargli visita negli ultimi tempi per ficcare gli artigli in eventuali
piaghe approfittando del periodo di debolezza. “Quando
nascerà il bambino mi adatterò e
tornerà tutto alla normalità.” era una
speranza, ma la teneva stretta. All'improvviso cominciò a
vedere male e cadde mentre tutto si muoveva sotto di lui.
Intuì che le sue gambe dovevano aver ripreso a pulsare e
fremere al di fuori del suo controllo.
Sospirò seccato, ormai era annoiato dalla situazione, e
prese il telefono per chiamare Leshawna.
“Aspe'... perchè lo sto facendo? Voglio forse che
trasporti fin dentro casa o cosa?!” chiuse la chiamata e
sbuffò. “Però... sarebbe stato
comodo...” si riposò qualche secondo, nel mentre
che stava disteso sull'asfalto salutò pure una vicina di
mezza età che lo ricambiò con un sorriso forzato
e indietreggiando lentamente. Approfittando che fosse andata,
scalciò un po', per riprendere il controllo degli arti
inferiori. “Credo di aver dato abbastanza spettacolo per
oggi...”
Leshawna si svegliò dopo cena.
-C'è dell'insalata di riso in frigo.- fece presente Harold
seduto al tavolo mentre leggeva, questa volta per svago nonostante
tenesse comunque una matita per sottolineare.
Leshawna scosse il capo con gli occhi semi aperti. -No, temo di dovermi
rimettere a dormire per notte...-
-Ma da quant'è che non dormivi?- chiese Harold inquieto.
-Meh... ieri... avrò dormito tipo tre ore.- disse mostrando
quattro dita, pessimo segno. -E anche l'altro ieri non avrò
dormito di più... forse di meno...-
-E tu hai guidato in queste condizioni?- disse il ragazzo sgranando gli
occhi.
-Ehi! Finchè il sole è alto sono comunque
pienamente funzionante, infatti non ti sei accorto di niente!-
affermò ritrovando le energie. -Il problema è il
pomeriggio e non posso neanche bere il caffè.- disse
guardandolo storto.
-A parte che il caffè andrebbe preso moderatamente in
generale, rischieresti di vomitare, mi limito a sconsigliartelo. Non
è una cosa che ho stabilito io, sono innocente.-
-Ah, già... allora incolperò lo spirito santo.
Comunque... ti ho detto qualcosa di strano mentre... dormivo?-
Harold mostrò istintivamente la mano anche se non erano
rimasti segni. -Ti sei limitata a mordermi, tranquilla.- non sapeva se
avrebbe condiviso con lui volentieri l'aneddoto da sveglia quindi
preferì fare finta che non gli avesse raccontato niente.
-Ah... deve essere la gravidanza...-
-Ti sei informata dai film dell'orrore con donne che partorisco
l'anticristo o robe simili?- chiese lui divertito. -Non credo che il
bambino necessiti di carne umana.-
-Non si dice di fare attenzione agli animali con dei cuccioli?- chiese
infastidita. -Magari la maternità rende più
aggressivi.- espose con una certa sicurezza la sua ipotesi.
-Uh...- ci riflettè ma non disse nulla in proposito, si
ricordò invece di una cosa. -Tuo padre sa che sei qui
comunque...-
-Come?!-
-Dava per scontato che... se non ti eri diretta a casa ed eri ancora in
città, saresti tornata qui... e che io non avrei fatto una
piega...-
-Ma che diamine!- esclamò infastidita e imbarazzata.
-Sembrerò una barzelletta se pensano che sia fuggita per poi
tornare da te!- vide il ragazzo osservarla perplesso -Ed...
è proprio ciò che è successo! M-ma...
non è proprio come pensano!- sbuffò -Comunque...
non sono scappata da te, detta così suona male... ti voglio
bene e mi fido di te solo... eh...- “Eh... perchè
mi sono messa in questa situazione?” -Beh, ottima idea
togliere il lato amoroso della faccenda! Sono sicura che ora
andrà tutto meglio!-
-...Ok.- rispose Harold dopo un lungo silenzio, non gli andava di
mettere in dubbio la natura della loro situazione dopo aver preso
finalmente una decisione definitiva. -Comunque se mai dovessi
considerare mia madre pazza, ricorda che non era lei che si aggirava in
modo sospettosamente sospetto nei paraggi armata di binocolo...-
-Mai spacciato mio padre per normale...-
-E ha cercato di farmi cadere dalla macchina... forse anche di
investirmi...-
-Cos...-
-Comunque ho sempre cercato di tenerti mia madre alla larga quando la
vedevo troppo in vena di domande e osservazioni...- non era sicuro del
perchè volesse parlarne, anche se i loro genitori avessero
influito nel non far funzionare le cose, ormai era andata...
-Beh, anche io ho provato a tenerti alla larga mio padre quando mi
sembrava rabbioso, ma stavamo parlando di...-
-E tuo padre potrebbe essere interessato a mia madre. Tua madre
potrebbe ucciderli.-
La ragazza scoppiò a ridere. -E' troppo grande per lui e
poi, per quando possa apparire diversamente è molto legato a
mia madre... I nostri genitori sono due antisociali, è
normale che si trovino bene insieme, tutto qui.-
Il ragazzo accennò ad un sorriso, parlarne a voce alta aveva
già fatto sembrare il suo timore più stupido. Un
po' sorpreso, un po' sollevato, pensò che complessivamente,
nonostante tutto, era contento Leshawna fosse lì.
“Beh, c'è l'ho voluta io...”
Il ragazzo si alzò. -Dove vai?-
-Sul divano sto più comodo.-
-No, aspetta ti ho detto che volevo dor...- disse seguendo il ragazzo
nell'altra stanza. -Oh... merda è un divano-letto...-
mormorò osservando Harold seduto.
-Che c'è? Sì, è un divano letto...
questa è una stanza... all'interno di un'abitazione... io
sono un essere umano seduto su... oh merda, è un divano
letto!- realizzò -Non ci ho pensato, è l'unico
posto per dormire... non c'è neanche un altro divano...-
Leshawna sospirò -Va beh, non sarà la fine del
mondo.- rassegnata abbassò il letto incurante del ragazzo.
-Da Celia ho una brandina, potrei andare a...-
-Oh, e vuoi metterti a guidare? ...di notte? ...al buio?- come aveva
previsto, il viso del ragazzo parve atterrito. Provava una bizzarra
soddisfazione in quel momento...
-Posso usare la bici.- Leshawna afferrandolo lo costrinse a cadere sul
letto.
-Dovrei bruciartela la bici!- sbuffò e gli mise una mano
davanti gli occhi. -Fai il bravo e dormi.- Lo liberò dalla
presa. Harold riprese a respirare, eppure era certa di non
avergli stretto il torace o bloccato le vie respiratorie, era un po'
preoccupata.
-T-tu...- pronunciò Harold, arrossato, sedendosi a gambe
incrociate mentre puliva con fare nervoso gli occhiali dalle ditate
lasciate da lei. -Dì, la verità, odi l'ambiente e
vuoi vederlo soccombere sotto i gas di scarico di quei mezzi infernali
comunemente chiamati automobili!- si sfogò imbarazzato.
“Ok... forse la troppa vicinanza gli fa uno strano
effetto...”
-E non è che perchè tu non sai starci sulla bici,
allora io devo essere peggio di te. Non sei migliore in tutto dal punto
di vista fisico.- continuò con quello strano nervosismo.
-No, ma trovo ridicolo che ti faccia tutti questi problemi per l'auto e
poi non te ne faccia quando si tratta di un mezzo instabile e leggero
come una bici.- disse infastidita. -Non dico se ti investe, ma
già se ti tocca un auto mentre sei in bici voli e ti rompi
tutto!-
-In macchina ci sto male e non riesco ad orientarmici...-
sospirò, ma si arrese e tornò a leggere. -Non vi
divertite tutti ad evidenziare quanto io sia una mina vagante? Ad una
mina vagante faresti mai guidare un auto?-
-Spegni la luce quando hai finito o va di là, ancora
meglio.- disse la ragazza coprendosi il capo con le coperte.
-Sto più comodo qua...- disse prendendo dall'armadio un
cuscino da sistemare dietro la schiena. -Dormi v...-
“Sì, è meglio che dorma con i
vestita...” -No, niente...- “Dovrebbe
cambiarsi... in bagno? Dovrò anche io cambiarmi in bagno?
Non avevo pensato a tutti questi problemi di spazi
personali...” ripensò turbato al modo in cui
l'aveva afferrato e bloccato, gli era sembrato di morire, gli sembrava
di morire di nuovo. “Non sa cosa siano gli spazi personali...
Non
può trattarmi come una bambola solo
perchè bla bla è forte e se lo può
permettere!”sospirò buttando un occhio alla
ragazza accanto a lui sotto le coperte. “Sarà una
lunga nottata...”
Angolo dell'autrice:
Salve come va? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Come avrete
capito, storia è molto incentrata sull'aspetto slice of life
in un certo senso, non essendoci trame fantasy, sci-fi o sparatorie di
mezzo. Spero comunque di riuscire a mantenere il vostro interesse su
questa storia credo un po' insolita e che sia una lettura piacevole. I
vostri pareri sono come al solito ben accolti.
Avrei voluto aggiornare prima, ma non c'è una cosa che sia
andata come doveva in questo 2020...
Spero di non aver fatto errori o altro.
Nota:
-Lupe si legge come si scrive, è un nome di origine spagnola
(forma abbreviata di Guadalupe) Non so perchè ho voluto fare
la madre di Leshawna afrolatina... mi ispirava così...
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