Cap 1
Disclaimer:
Harry Potter appartiene in toto a J.K. Rowling. La storia è stata scritta senza
scopo di lucro, a fini puramente artistici e di intrattenimento.
N.B. Questa storia è una traduzione. La versione originale la
potete trovare al seguente link:
fanfiction.net/s/8127864/1/The-Accidental-Malfoy
Malfoy Per Caso
(The Accidental Malfoy)
La Decisione
Ginny mise
sul tavolo tè e biscotti. Harry aveva invitato Hermione per un pranzo
infrasettimanale quella mattina al Ministero, e lei si era fiondata
sull’opportunità, dato che l’altra alternativa per la serata era la pizza
fredda che aveva comprato durante il fine settimana.
“Non che mi
lamenti o altro, qual è il motivo di questa improvvisa serata assieme?”, chiese
Hermione.
“Abbiamo delle
novità, e visto che non potrai partecipare al pranzo dai Weasley questa
domenica, pensavamo di dirtelo prima che a tutti gli altri”, disse Harry.
“Sono
incinta”, disse eccitata Ginny.
“Oh, Ginny,
è fantastico!”, disse Hermione. “Da quanto lo sai?”.
“Sono solo
di otto settimana, ma ci conosci, siamo sempre troppo elettrizzati per tenere
il segreto fino alla fine del trimestre”.
Hermione
strinse Ginny in uno stretto abbraccio, e diede ad Harry un buffetto sulla
guancia. Era genuinamente eccitata per loro, ma parte di lei si sentiva
disperatamente triste mentre realizzava che Harry e Ginny stavano per avere un
altro figlio. Non era colpa loro se lo voleva anche lei, ma non capiva come
potesse fare dato che continuava a vedere i suoi amici aggiungere sempre più
bambini alle proprie famiglie.
Dopo un po’
di tempo, Hermione si scusò ed andò al bagno. Stava facendo del suo meglio per
sembrare allegra della notizia, ma riusciva solo a pensare che sarebbe stato
l’ennesimo bambino non suo. Harry e Ginny avevano già James ed Albus, e quello
sarebbe stato il terzo.
La cosa tra
i due era diventata seria appena finita la guerra. Si erano fidanzati appena
prima che Ginny tornasse ad Hogwarts per l’ultimo anno. Harry l’avrebbe sposata
appena finita la scuola, ma Ginny aveva resistito fino ai ventuno anni. Erano
entrambi giovani, e lei non vedeva la necessità di correre. Hermione aveva
pienamente supportato la sua decisione. James era nato dopo poco.
Hermione si
lavò la faccia e si tamponò il viso. Cercò dei segni che dimostrassero il suo
recente pianto, ma gli occhi erano a posto, niente gonfiore o pelle rossa ad
incastrarla. Mentre tornava di sotto, non poté fare a meno di sentire la
conversazione tra Ginny ed Harry.
“Quel nuovo
Auror in ufficio, è bello”, commentò Ginny.
Hermione si
fermò e spiò dalla porta aperta. Non era carino origliare, ma aveva il
presentimento si trattasse di lei.
Harry guardò
sospettosamente sua moglie. “Non posso dire di non averlo notato, ma che
importa?”.
“Non credi
sarebbe perfetto per Hermione? Potremmo invitarli entrambi per cena, e vedere
come va”, suggerì Ginny.
Harry scosse
la testa. “Quando la smetterete tu e Molly di tormentare Hermione con questa
storia? Troverà qualcuno con i suoi tempi; lascia che sia sé stessa”.
Ginny
sospirò. “Non diventa più giovane, Harry. Potrebbe non ammetterlo, ma è sola.
Credevo si sarebbe messa a piangere quando le abbiamo detto che sono di nuovo
incinta. Non fa alcuno sforzo per frequentare qualcuno”.
“Si tratta
di Hermione, è testarda. Più le parli di incontrare qualcuno, più si chiude in
sé stessa e rifiuta. Comunque, è diversa. La maggior parte dei ragazzi non lo
capisce. Credono solo sia autoritaria e so-tutto-io. Molti sono intimiditi dal
ruolo principale che ha avuto durante la guerra. Ha bisogno di qualcuno che sia
sicuro di sé, che non abbia paura che lei sia sé stessa”.
Hermione
concordò con quando aveva detto Harry, non avrebbe risposto ai costanti
tormenti sulla sua vita amorosa. Lui la conosceva bene, ma non poté fare altro
che sentirsi ancora più depressa di quando era andata al bagno. Si rattristò
anche per non essere riuscita a prenderli in giro. Non glie ne voleva per star
avendo un altro figlio. Era felice fossero così contenti, ma lei voleva
trovarsi nella stessa situazione.
Hermione
rimase in piedi di fronte alla Clinica Media De Braun in Svizzera, cercando di
calmare le farfalle nello stomaco. Aveva venti minuti prima dell’appuntamento,
ma era nervosa. Parte di lei le diceva di correre lontano e non fare un passo
così drastico, ma l’altra che la spingeva le stava urlando di oltrepassare la
porta e farlo.
Ecco perché
si trovava all’esterno della discreta entrata della migliore clinica magica di
fertilità, in esitazione.
Non aveva
sentito il suo orologio biologico tintinnare finché non aveva raggiunto i
trent’anni. C’era qualcosa di pauroso in quel numero. Ricordava da piccola di
aver pensato che a trent’anni si fosse vecchi. Quando ne aveva venti, i trenta
sembravano distanti anni luce. Essendo giovane e senza impegni, appena uscita
da Hogwarts con dei M.A.G.O. imponenti, aveva fatto una lista di dove si
sarebbe trovata a trent’anni. Ovviamente, la sua carriera era piuttosto in
alto. Aveva predetto che si sarebbe trovata a capo del Dipartimento di
Controllo della Magia entro quel tempo. Ciò non si era esattamente avverato, ma
era noto fosse lei la sostituita del Capo attuale. Ripassando mentalmente la
lista, si ricordò di averci messo anche “moglie” e “madre”, non in alto quanto
la carriera, il che la fece sentire un po’ meglio, ma c’erano comunque.
Aveva
trovato la lista in questione qualche settimana dopo aver compiuto gli anni,
mentre traslocava in una casa più grande, ed aveva capito di volere un figlio
con o senza un compagno stabile, ma non voleva uscire con un ragazzo qualsiasi
per restare incinta. Avrebbe preferito farlo ufficialmente in un laboratorio
sterile, dove poi il padre non sarebbe potuto andare a reclamare diritti.
Hermione voleva essere una mamma, ma non era sicura di voler diventare una
moglie.
Quindi
quello era stato ciò che l’aveva portata all’esterno della Clinica in Svizzera,
stringendosi le mani e pensando se farlo o meno. Se n’era quasi andata per
sette volte. Non era certa di farcela. I nervi le stavano facendo venire la
nausea, non si sentiva così ansiosa dalla guerra. Era una decisione così
importante, ma sentiva fosse necessaria. Passeggiò di fronte all’entrata,
mentre continuava a dibattere con sé stessa. Il lato sensibile di lei le stava
suggerendo di tornare a casa e farsi una tazza di tè. Non sei tu, le diceva. Il
lato più sconsiderato le fece invece notare quanto stanca fosse di essere
lasciata indietro. Aveva una carriera di successo ed un bel gruppo di amici, ma
fine. Era l’unica senza un compagno. Ed il lato sconsiderato vinse.
Hermione
prese un respiro profondo e spinse la porta. L’atrio era preciso come si aspettava.
I divani di pelle color cioccolato sembravano costosi e comodi, mentre le
pareti color crema portavano appesi quadri originali. C’era una lavagna di
fianco al banco informazioni, con foto di bambini e lettere di ringraziamento,
che davano un senso di casa alla stanza. In qualche modo, questo la rassicurò.
Le immagini dei bambini gorgoglianti le diedero una sensazione di calore,
facendole pensare di aver preso la decisione giusta.
Fece sapere
alla receptionist che era lì, poi si sedette s sorseggiò la tazza di tè che le
venne portata. Diede uno sguardo ai vari giornali e riviste disponibili, e
cercò di non ridere per quando stranamente ordinario fosse il processo. Era
come trovarsi dal dentista per un normale controllo ai denti, piuttosto che una
discussione per l’inseminazione artificiale con un dottore.
Venne
chiamata per vedere il suo medico, il dr. Nicola Hedges. L’inseminazione
artificiale era stata sviluppata nel mondo Babbano, e la magia aveva apportato
solo qualche cambiamento al processo. I Guaritori che volevano specializzarsi
nel campo dovevano ottenere una laurea in medicina babbana. Hermione si asciugò
i pami sudati sulla gonna, prima di offrire la mano al Dr. Hedges.
“Signorina
Granger, è un piacere incontrarla”, disse il Dr. Hedges, prima di scortarla
alla sedia dall’altra parte della scrivania. Hermione fece i soliti
convenevoli, e si sedette.
“Ora, gran
parte di cui parleremo oggi è piuttosto tecnico, ma voglio informarla delle diverse
opzioni mediche disponibili per lei”, iniziò il Dr. Hedges. “Ci sono molti modi
per una fecondazione artificiale. La prima procedura, più usata, è
l’inseminazione intracervicale, che riproduce il modo naturale, ed è l’opzione
che le raccomanderei”, spiegò il Dr. Hedges.
Hermione
voleva ridere per l’ansia del processo. Le stava venendo spiegato in una tale
maniera che tutto ciò a cui riusciva a pensare era a come Ron sarebbe rimasto a
bocca aperta a fissare il dottore come se non fosse stato lì. Si schiarì la
gola, e guardò il suo taccuino. Aveva una domanda importante, che la
preoccupava da quando si era informata sul processo. “Mi spiace interromperla,
Dr. Hedges, ma ho sentito che il tempo è vitale in questo tipo di procedura. In
uno dei libri che ho letto, dicevano che avrei a disposizione solo dodici ore
per restare incinta”.
“Beh, è un
po’ più complicato di così, ma se riuscissimo a trovare il momento perfetto di
fertilità, allora certo, le possibilità di gravidanza aumentano”.
“É una cosa
che potete fare? Ho visto dei kit per l’ovulazione da casa”.
“Sì, faremo
dei test per mappare il suo ciclo mestruale”.
Hermione
annuì di nuovo, e colpì una pagina nel taccuino. Il Dr. Hedges le spiegò gli
altri tre metodi, ma visto che tutti avevano più specifiche restrizioni,
Hermione decise di accettare il suo consiglio.
Una volta
che i tecnicismi furono risolti, il Dr. Hedges condusse Hermione in una piccola
sala d’attesa. Era ciò che la spaventava di più. Parlare del processo andava
bene, era clinico e piuttosto distaccato da ciò che sarebbe realmente successo.
Invece scegliere un donatore sarebbe stato difficile.
“Questa è la
stanza dove teniamo tutte le informazioni sui donatori. Come può vedere,
cerchiamo di rendere l’esperienza comoda il più possibile. Ha pensato al
criterio di scelta che userà?”.
“Sì, so cosa
sto cercando”, replicò. Aveva la sua lista, e sarebbe stata attenta. Non
cercava cose superficiali come altezza, colore degli occhi o dei capelli, era
più interessata ai test di intelligenza ed alle carriere. Voleva il meglio per
il suo potenziale figlio, il che significava trovare un suo simile in fatto di
intelletto.
“Offriamo
anche una selezione di donatori Babbani. Ovviamente, sono tutti di successo, in
un modo o nell’altro”.
“Oh, voglio
un padre mago, altrimenti lo avrei fatto nel mondo Babbano”, informò Hermione
il Dr. Hedges. Avrebbe preferito il padre biologico fosse un altro mago. Era
stupido, visto che non avrebbe fatto alcuna differenza nelle abilità magiche
del bambino se uno dei genitori lo era, ma comunque, non sapeva perché, si
sentiva più a suo agio a mantenere l’intero processo all’interno del Mondo
Magico.
“Ok. Beh, si
prenda il tuo tempo per guardare le varie biografie. Non facciamo fretta a
nessuno. Può chiamare la receptionist se vuole del tè o del caffè, e quando
avrà fatto la sua scelta”.
Di nuovo,
Hermione sentì l’urgenza di ridere. Sembrava stesse scegliendo un divano od una
cucina, piuttosto che il padre di suo figlio.
Alla fine,
scelse un Guaritore. Pensò che, unite alle sue, le doti fossero ottime. Era
anche di media altezza, con i capelli castani e gli occhi marroni, le piaceva.
Significava il bambino avrebbe avuto probabilmente i suoi stessi capelli ed
occhi e, per qualche motivo, le importava. Probabilmente perché pensava a lui
come completamente suo, anche se non era biologicamente possibile.
Completato
il tutto, Hermione stava tornando a Londra. Prenotò i successivi due
appuntamenti per il mese prossimo, ed avrebbe trascorso una settimana in
Svizzera con il pretesto di sciare. Ciò le avrebbe dato il tempo di inventare
una storia su una relazione del tempo di una vacanza, che intendeva utilizzare
per spiegare la gravidanza. Non voleva che nessuno sapesse della drastica
decisione dell’inseminazione artificiale. La sua famiglia ed i suoi amici non
avrebbero approvato, e poi ci sarebbero stati i tentativi di affibbiarle
qualche altro amico single. Non voleva affrontare tutto l’estenuante processo
per poi scoprire che non ci sarebbe stato alcun bambino in arrivo.
Sei
settimane dopo, Hermione era di nuovo in Svizzera. Era il momento, ed era
comprensibilmente nervosa.
“È sicura di
volerlo fare, Hermione?”, chiese il Dr. Hedges. “Non è troppo tardi per
cambiare idea”.
“Sono
sicura”, disse fermamente, e lo era davvero. In realtà, era un po’ eccitata.
Aveva un formicolio ora, quando pensava al futuro. Aveva preso una decisione
che avrebbe cambiato tutto per sempre, e non vedeva l’ora.
“Bene.
Capisce anche che l’inseminazione artificiale non le garantisce la gravidanza”,
chiese il Dr. Hedges. Hermione annuì. “Usiamo un metodo simile a quello dei
Babbani, ma invece di utilizzare medicinali Babbani per aumentare le
possibilità di rimanere incinta, usiamo una pozione della fertilità, che
abbiamo scoperto essere più efficace. Questa pozione non avrà alcun effetto sul
feto, se dovesse concepire. Tutto è stato preparato per la procedura, e
l’inseminazione avverrà in pochi minuti. In ogni caso, le chiediamo di rimanere
sdraiata e ferma per almeno i trenta minuti successivi, per diminuire il
rischio di perdite ed aumentare le possibilità di concepimento”, la informò il
Dr. Hedges.
Hermione
storse il naso. Era preparata, ma averlo sottolineato in quel modo era strano.
Ovviamente sapeva di aver bisogno del seme per rimanere incinta, ma era la
parte più strana. Sarebbe stato quello di uno sconosciuto, e sarebbe stato
inserito con un ago. Era completamente l’opposto di come aveva immaginato
l’inizio della sua gravidanza, prima di prendere quella decisione.
Hermione era
distesa sul letto dell’ospedale, mentre cercava di non pensare a ciò che stava
accadendo nel suo utero in quel momento. Non voleva davvero gonfiare le
speranze di rimanere incinta la prima volta. Sapeva che la biologia non era una
cosa semplice e si potevano volere anche diversi tentativi, ma non riusciva a
sopprimerne il barlume. Non sarebbe più stata Hermione Granger, la donna che
viveva per il lavoro. Sarebbe stata Hermione Granger, madre della piccola Iris
Granger.
Sperava
davvero avrebbe avuto una bambina, ed aveva scelto il nome Iris perché
significava “speranza” nel linguaggio dei fiori. Iris era anche il nome di una
dea greca, il messaggero che collegava gli dèi agli uomini. Le piaceva. Lei
aveva rinunciato a così tanto per il bene dell’umanità, ed anche il suo nome
derivava dalla mitologia.
Si massaggiò
il ventre ed incrociò le dita per tutti i trenta minuti. Davvero non voleva
rifare la procedura d’accapo. Non voleva nemmeno continuare ad inventarsi
relazioni passeggere per dare una spiegazione delle sue fughe. Non aveva senso
tornare dalla Svizzera come se non avesse incontrato nessuno e poi dopo un mese
raccontare che non solo aveva avuto un flirt, ma era anche incinta.
"Che ti
succede, Hermione?”, chiese Ginny, mentre Hermione vagava per la cucina
preparando li pranzo.
Povera
Ginny, era assolutamente sfinita. Avere già due bambini attivi durante i primi
mesi della gravidanza, quando in realtà avresti voluto solo dormire, non era
facile. Non aiutava nemmeno il fatto che Harry fosse stato promosso a Capo del
Dipartimento Auror, ed avesse iniziato a lavorare per lunghe ore anche nei
finesettimana. A Ginny non importava. Era fiera di Harry, ed aveva anche una
grande famiglia che la aiutava quando poteva. Al momento, James ed Albus erano
con Molly, che ospitava sempre almeno uno dei suoi nipoti dato che non
sopportava la Tana vuota.
“Che
intendi?”, chiese.
“Beh, è da
quando sei tornata dalla Svizzera che cerchi di sopprimere l’entusiasmo”.
Hermione sorrise.
Ovviamente non poteva dirle cosa stesse realmente succedendo, ma era il momento
di iniziare a raccontare la storia di copertura. “Ho incontrato un ragazzo lì”,
disse.
Ginny si
sedette più dritta. “Parla”, comandò. “Ora!”.
“Beh, si
chiama Thibault, è francese ovviamente”, disse.
“Promettente”,
commentò Ginny. “E che aspetto ha?”.
“Era alto,
abbronzato e bello”, disse Hermione in una finta voce sognante. “Ed abbiamo
flirtato per tutta la vacanza”.
“Flirtato?”,
chiese Ginny con voce delusa.
“Oh, sì. Non
è stato nulla di serio. Ma ho capito che è passato così tanto da quando, beh,
lo sai. E lui flirtava con me con quel delizioso accento francese, così una
cosa ha tirato l’altra…”.
“Allora
intendi rivederlo?”, chiese la rossa.
“Oh, no. Era
una cosa senza scopo. Davvero, non ho bisogno delle complicazioni di una
relazione a distanza, in questo momento”, si inventò allegramente.
“Oh”, disse
distratta Ginny. Hermione sapeva cosa le avrebbe detto. Lei e Molly la
tormentavano da anni, ed anche quella volta l’amica non la deluse. “Hermione,
quando ti sistemerai? Perfino Neville è sposato”.
Hermione
sospirò. La cosa più irritante del Mondo Magico era il conservatorismo innato.
Il matrimonio era di rigore. Era insolito per una strega non avere una
relazione seria a trent’anni. “Ginny, sai che vorrei diventare la prossima
Silente. Vivrò a lungo, e sarò la migliore Preside che Hogwarts abbia mai
avuto”, la prese in giro Hermione.
Ginny roteò
gli occhi. Una risposta come quella da parte sua significava che non era preparata
ad infilarsi in una conversazione simile. Ginny non poté non preoccuparsi, al
pensiero. Hermione stava iniziando a rinchiudersi per sempre nel suo ufficio.
Hermione
percepì il proprio entusiasmo aumentare, mentre tornava in Svizzera. Aveva
programmato un test di gravidanza in caso di scomparsa del ciclo, ed ormai era
in ritardo di una settimana, il che non le era mai successo. Beh, eccetto
quella volta in cui stava dando la caccia agli horcrux con Harry e Ron.
All’epoca ne aveva saltati parecchi, a causa dello stress ed il terrore.
Il Dr.
Hedges la invitò ad entrare in ufficio. “Hermione, buone notizie. È incinta”.
Hermione
sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Sorrise tremolante al Dr. Hedges. “Grazie
mille”, disse, per una volta insicura su cosa dire. Non riusciva a crederci.
Aveva funzionato, al primo tentativo oltretutto. Aveva passato l’ultimo mese a
sopprimere l’eccitazione, convincendosi di non essere incinta e che ci
sarebbero probabilmente parecchi tentativi prima di riuscirci.
“Ora”, disse
il Dr. Hedges. “Deve contattare il suo ginecologo quando tornerà a casa. Sarà
in grado di darle dei consigli e sostegno per i prossimi passi della
gravidanza”.
Era un po’
spaesata. Aveva passato tutto il tempo a pensare sul come sarebbe rimasta
incinta, piuttosto che a cosa sarebbe successo dopo. “C’è molta differenza tra
cure mediche Babbane e magiche?”, chiese, volendo qualche informazione di base.
Il Dr.
Hedges scosse la testa. “In realtà, no. La differenza maggiore sta
nell’antidolorifico che le verrà dato durante il parto. Ovviamente, al San
Mungo usano pozioni per il dolore, invece che l’epidurale. Ma il resto sarà
molto simile. Incontrerà alcune ostetriche che le dipaneranno ogni
preoccupazione potrebbe avere, controlleranno il cuore del bambino e
prenderanno le misure della sua pancia. Ovviamente si recherà in ospedale per
ogni controllo”.
Hermione
annuì. Per il momento, sembrava normale. Si era persa tutto il percorso con
Ginny, dato che lei di solito portava sua madre per queste cose. Non che
Hermione la incolpasse. Anche lei avrebbe voluto Molly per aiutarla a
prepararsi, probabilmente. C’era qualcosa di rassicurante in quella donna che
era riuscita a partorire sette volte, una delle quali due gemelli.
Ringraziò il
Dr. Hedges ed uscì, massaggiandosi lo stomaco. “Ciao, piccola Iris”, mormorò.
“Non vedo l’ora di incontrarti”.
Decise di
aspettare prima di dire a qualcuno che fosse incinta. Era la cosa più dura che
avesse mai fatto. Voleva urlare la notizia dai tetti per l’eccitazione, e
l’aveva scoperto solo da una settimana, ma sapeva anche che nella grande
maggioranza dei casi gli aborti spontanei accadevano durante le prime dodici
settimane di gravidanza, e voleva passassero prima di dire qualcosa. Per il
momento aveva tenuto sotto controllo il desiderio comprando una marea di libri
su bambini e gravidanze.
Un paio di
settimane più tardi, Hermione si svegliò a causa dell’insistente picchiettare
di un gufo ad una delle sue finestre. Si mise sul fianco ed alzò, mentre lo
stomaco decideva di rivoltarsi. Wow, si sentiva così male. Balzò in bagno, dove
più che vomitare ebbe dei conati. Non riusciva a decidere cosa fosse peggio, se
vomitare realmente o la secchezza in gola che non le faceva sparire la nausea.
“Che mi combini, Iris?”, mormorò, mentre si asciugava la fronte con un
asciugamano.
Si diresse
in cucina per fare entrare il gufo, che stava ancora becchettando la finestra.
“Ok, calmati. Non ti hanno mai detto che la pazienza è una virtù?”, disse al
gufo, mentre quello entrò ed arruffò le penne irritato. Prese la busta, e gli
diede del pane.
Cara
signorina Granger,
dopo aver
controllato i nostri rendiconti di laboratorio, abbiamo notato qualche
discrepanza con il suo fascicolo e vorremmo fissare un appuntamento con lei il
prima possibile. Se potesse inviarmi una lista di date ed orari che sarebbero
confacenti, potremmo accordarci.
Grazie in
anticipo per il suo tempo e la sua cooperazione.
Sinceramente
vostro,
Sebastian De
Braun
Direttore
Hermione
lesse la breve lettera varie volte, prima di digerirne il contenuto. Il cuore
le batteva forte, mentre la sua mente passava velocemente in rassegna gli
scenari peggiori. Riusciva solo a pensare che il suo bambino sarebbe nato con
qualche difetto genetico orribile appena scoperto sul donatore. Diventò verde
per qualche minuto, prima di tornare velocemente in bagno, vomitando
immediatamente.
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