Chapter 13
Chapter 13
Un
anno e due mesi prima
Paddock orientale. Gask aveva preso l'abitudine da qualche giorno di
stendersi da qualche parte, alle pendici del boschetto, a guardare i
cavalli liberi che scorrazzavano, giocavano, si meritavano il momento
di libertà in quel grosso pezzo di terra recintato a legna.
Era davvero rilassante, scacciapensieri, quello spettacolo di creature
che vivevano con l'uomo e sembrava seri e ligi quando serviva, per poi
scoprirli come cuccioli eterni e divertenti. Rapivano la tua
attenzione, senza che te ne accorgessi, pensò.
o forse si stava facendo influenzare?
Fin da piccolo aveva avuto cani e altri animali intorno. Li aveva
osservati, ma se alcuni facevano pena per come erano tenuti e trattati,
alcuni per sfide e per scommesse, altri erano pericolosi e
poco inclini a
gentilezze. Colpa dei proprietari, di come li facevano crescere, ma non
erano affatto animali che, guardandoli, ci si rilassava.
Odiava perfino il persiano peloso e dalla faccia
che
vagava nell'ufficio del Capo, e spadroneggiava come voleva. Se capitava
qualcosa, da oggetti rotti o bisogni fatti in ogni angolo,una volta
sulla scrivania o su un divano, ci andavano di mezzo gli uomini che
stazionavano a turni nella stanza, come guardie.
Urla, punizioni e sopportazione di essere picchiati era routine
quotidiana. A quel gatto niente, gli uomini che non pulivano o
sistemavano in tempo schiaffoni, bastonate sulla schiena fino al
peggio, e pensare al vero distruttore... quelle erano cose di
poco conto.
Lui non rientrava in quelle mansioni e non gli capitava mai di essere
anche solo sgridato per quelle faccende, ma quelle volte che doveva
restargli al fianco e fissava il gatto, tanto non cèra
niente
che dovesse fare, non era rapito da quel qualcosa che invece
assaliva il Capo direttamente. Passava il tempo a fissarlo
mentre si
toelettava, stiracchiava, assopiva, girava e dava fastidio graffiando
tendaggi e mobili, aggrappandosi addosso alle guardie con unghie
affilate e altre diavolerie che gli venivano in mente.
Viveva sempre là dentro, con tanto di cuccia regale, e gask
non capiva cosa rilassasse nel vedere quel muso sempre scontroso,
libero da ogni problema, stare in quel luogo facendo casino e rompendo
le scatole.
E poi rise per l'altro giorno, ripensando al momento in cui uno dei
gatti degli uomini,
che tenevano in giro e che uscivano nel parco, si presentò
miagolando mentre cèra un addestramento con Kianta presente,
e si
buttò di pancia davanti i piedi degli uomini in posizione.
Caso voleva che i giardinieri e paesaggisti stessero
rinnovando
alcune zone dello spiazzale laterale allo Chateau, dove facevano la
chiamata mattutina , e avessero tolto i cosi, non ricordava mai cosa
fossero, per scacciarle con gli ultrasuoni gli animali sotto terra.
Cosa erano, si chiese. Conigli? Quali altri animali stavano sottoterra?
Comunque non erano attivi e quindi un animale sgusciò da un
buco
vicino e sfrecciò fra gambe degli uomini. Il gatto rimase
là a miagolare, muovendo pigramente la coda e guardando
tutti,
compresa quella cosa che cercava di raggiungere dei bulbi messi da
parte in un angolo, estratti dalla terra per essere piantati altrove.
No, proprio non ne capiva di giardinaggio! Il fatto però era
che
ne aveva preso uno fra i denti e cercava di tornare. Kianta
fissò rabbiosamente quell'animale senza dire niente ne
muoversi,
mentre gli uomini avevano rotto le righe per acciuffarlo, e
capitò che inciampò vicino il gatto, perdendo
quella
radice. Vicino il Gatto. POco distante da Kianta.
Il micio guardò la radice, fissò l'animale che
prima si
finse morto, e poi miangolò chiudendo gli occhi qualche
volta
come se non fosse successo niente.
Gli uomini chiedevano cosa fare a Kianta, la quale fissava il gatto con
voglia omicida. Era chiaro.
L'animale che non sapeva definire si mise in piedi, o meglio sulle
zampette, si avvicinò al gatto, si annusarono e via a
prendersi
la radice e andarsene, sfrecciando tra la gente.
Kianta non aveva fatto niente e non aveva dato ordini, era rimasta solo
guardato il gatto dall'inizio alla fine, accigliata, angoli della bocca
in giù.
Poi quando gli uomini non sapevano che fare e improvvisavano nuove
file, Jd si avvicinò a lei e le disse qualcosa. A quel punto
lei lo guardò, si voltò dall'altro lato guardando
alle spalle Lubo e gli chiese il kit di lavanderia con il lavatoio o
lava panni in legno più ondulato che trovasse.
"Kianta... perchè ti serve?" preoccupatissimo, stringendole
un gomito.
"Mi serve uno spaventapasseri da regalare a zio Tommoliver per il
cambio stagione. Devo però pulirlo, farmi dare un meccanismo
con il ruggito di un leone e che faccia muovere la cosa come un
indiavolato con denti a sciabola e occhi luminosi..." contando sulle
dita cosa le serviva ma Jd la strattonò di nuovo. Ancora
più preoccupato.
"per favore, è solo un gatto. Quello che vuoi..."
"Poprio perchè è un gatto..." dicendo l'ultima
parola comeun insulto "... e perchè o impara o smamma. Non
mi interessa. Me ne frego se i gatti non si fanno addestrare
facilmente. O fa qualcosa o lo faccio volare io da qualche altra parte.
Il loro compito sarebbe spaventare le bestiole, tanto questi cosi con
la supponenza non ammazzerebbero manco un sorcio, così che
non devastino nulla. Spevantare. Eì cos difficile? GUarda,
GUARDA!!!" indicando il gatto che si rotolava per terra "perfino le
capre, le oche, le galline, qualunque animale abbiamo qui e alla
fattoria ricambia le cure, il cibo, ogni cosa facciamo per loro. Non li
sfuttiamo, prendiamo solo cosa danno senza ormoni, schifezze,
allontanare i piccoli e altro schifo che fanno altrove. E va tutto
bene. Pure le piante carnivore ci pappano gli insetti
molesti. Ma loro, questi botoli gonfi di senso di divinità
non fanno altro che essere in ogni angolo a rompere e rovinare e
pasciarsi al sole. E rompere perchè hanno fame. BASTA! Se
loro vogliono i gatti per loro amore per questi figli di satana, che se
li tengano nelle stanze o negli edifici appositi e non me li facciano
vedere. Ma s etrovo un altro che è inutile a tal punto, lo
uso come nuovo tipo di drone spia che spaventa con molti optional, ma
almeno ricambia un minimo. Condivisione e scambio, ricordi? Loro non lo
fanno. Avviso te, avviso loro..." rivolti agli uomini che cercavano di
non fissarla "e che l o diciate a tutti. Topi, bestie infestanti e
gatti non li voglio vedere. Se voglio un animale che non fa un cavolo
dalla mattina alla sera mi prendo un cigno, un pavone, pure un procione
che almeno è simpatico. E altri tipi di animali ma i gatti
no. Adesso voglio che mi sentiate bene, vi ho mandati il programma per
oggi. Alle sette e zero zero voglio che siate in mensa per la colazione
dopo il riscaldamento giornaliero, poi che seguiate le istruzioni. Se
avete problemi parlatene con Jd, il vostro capitano o con me. Oggi ho
cose da fare che andare per tutta la residenza a controllare che siate
diligenti nei vostir compiti. E abbiamo degli ospiti. Procedete e
andate...."
"Kianta, ma dire queste cose agli uomini e all'alba...."
"Sanno perfettamente che nella vita ci si impegna e si ottiene. Chiedo
forse troppo? Loro sono pagati per lavorare, addestrarsi, istruirsi..."
"Si, va bene..:" cercando di calmarla "ma la questione è che
non puoi minacciare un gatto di farlo diventare un... qualsiasi cosa
volessi fare solo perchè sta disteso a terra!"
"Si che posso, mica che ho detto che lo uccido. Gli faccio applicare le
cose dopo averlo lavato, visto quanto era sporco, e lo faccio legare a
un drone e lo mando in volo a controllare le zone e spaventare animali
che potrebbero danneggiare qualcosa. Non uccido nessuna delle due
parti, faccio in modo che quelle creature fastidiosefacciano almeno
qualcosa di davvero prezioso per tutti e..."
"Senti, lo so che hanno ucciso alcuni uccelli delle voliere che
lasciamo liberi alcune ore intorno e che te ne sei trovato uno in
camera tua perchè aveva scalato l'albero di fronte...
però non è un pò troppo? Non fai
questo per nessun animale. E dire che Warden è un disastro
cosmico a volte..!"
"Si, ma lui come tutti gli animali se ben addestrati, capiscono cosa
devono e non devono fare e si riesce a tenerli a bada. O li fai
giocare, spompare, stancare finchè non corrono loro come
dovrebbe essere nel loro spazio personale per dormire e star calmi.
Semplice. Quelle piccole disgrazie ambulanti invece vedono tutto come
loro, rubano cose o le rovinano. Bello quel che è accaduto a
decorazioni e suppellettili antiche, originali o che i nostri uomini
hanno prodotto con impegno e materiali pregiati sotto unchie, denti e
spruzzi di urina. Dimmi, è giusta una cosa del genere? O
visto io gatti che usano con le zampe sporche e i didietro e coda sulle
tavolette dei water per distendersi e piùvolte
sono finiti a sciacquettare dentro perchè caduti nel sonno,
sporcando tutto. E la gente li usa senza che siano puliti e
sterilizzati. Per non parlare come ho trovato una delle dispense della
cucina piene di schifo come fosse la loro sabbietta. Sacchi
vandalizzati con i prodotti da buttare, i cuochi si girano pensando non
ci siano bestie malevole e spuntano su impasti e tavoli d'acciaio zampe
come per magia. E' corretto? Se per te è corretto io ti
lascio volentieri la Albert con tutte le chiavi e codici di accesso per
lo Chateau e me ne vado..."
"Sai che MIlan non ti farebbe mai andare via, ma il punto è
che... Si, hai ragione. Non è igienico, non è
corretto vedere mobili, tene, muri rovinati a quella maniera. Ma sono
gatti!"
"E io sono io e ripeto, o io o loro. Non me ne frega. Se lascio loro
far quello che vogliono dovrei permetterlo a tutti gli animali e anche
agli uomini. Sarebbe anarchia e casino. Come era all'inizio!"
"Va bene, ma anche alla fattoria sono viziatissimi. Vedi le capre. Se
la mattina non escono e ricevono un abbaccio forte, se sono piccole
alzate e strette, fanno casino. I maiali grattate quando le vogliono.
Le mucche i massaggi con spazzole al posto di quelle elettriche..."
"Buon per loro, qua invece si trattano quei gomitoli isterici come dei
in terra facendo cosa vogliono. E graffiano, soffiano, fanno casino...
mi sono rotta. Basta. O cambiano o fuori..."
Jd sospirò e... che doveva fare? Aveva ragione anche se
perdeva facilmente la pazienza su certe cose.
E anche Gask aveva capito, anche con discorsi con Alaric, che poteva
essere la calma fatta persona per poi diventare più velenosa
di una serpe s ele giravano. E ammetteva che, come per quel
gatto, non trovava i felini poi così simpatici.
Ma anche con altri animali non andava meglio. Aveva da sempre avuto
poca interazione con la parte animale, solo visti da lontano e usati
per scopi umani. Con le persone sempre diffidente, vi stava lontano e
trattava poco chiunque.
Ma con le persone bastava stare alla larga o fare come volevano, e
tutto era apposto. Con gli animali che aveva scoperto ovunque in quel
posto...
Si era ritrovato dubbioso e incapace con quella femmina di cavallo che
quella testarda femmina gli aveva appioppato.
Strinse le labbra. Stava di nuovo inconsciamente quasi scimmiottando la
gente per cui lavorava, prima etichettando le persone con certe parole,
poi considerandole meno di niente.
Si grattò la testa rabbioso, mentre un cavallo
nitrì
così forte da portarlo a fissarlo.
Che cavallo era quello? Poteva essere... Luma? No, non pareva quello.
Poteva essere di Orson, l'uomo che lo spalleggiava da qualche giorno
con un'emozione negli occhi inquetante?
No, forse il cavallo che raspava con la zampa e nitriva doveva essere
di Silvain o Travis, due nuovi che erano del gruppo... si
sistemò con rabbia con il corpo contro il tronco, non
riuscendo
a ricordare i nomi assurdi che il Leader dava a ogni cosa. Erano della
divisione C, nome base che almeno ricordava, ed erano dell'Arme
dell'aereonatica.
"Che casino..." incrociando una sull'altra le gambe distese, cercando
di capire meglio il posto dove si trovava e come vi vivevano.
Quel dannato posto constava di migliaia e migliaia di persone, non
tutte presenti ma dislocate in vari luoghi sia della Francia che del
mondo, e suddivisi per prima cosa in quale formazione militare
servissero. Si mise a guardare il cielo per ricordarsi le cose che gli
aveva spiegato Orson. Fanteria,
Cavalleria, Divisione
corazzata, Marina, Aeronautica, Carabinier o Gendarmeria. Erano tutti?
Boh, non gli veniva in mente altro. E questi erano solo i miliari.
Cèrano così tante categorie di lavoro che gli
venne voglia di pensare ad altro. Si erano messi a
suddividerli in tantissimi
gruppi più piccoli detti Specializzazioni, ognuno con
caratteristiche diverse. E lui che abituato a un migliaio di persone
buone.
"E chi se li ricorda. Io ero abituato alla semplice..."
"Adesso parli da solo?"
Gask quasi si strozzò con la sua stessa saliva per il colpo.
Si
voltò verso Jd, che camminava piano e silenzioso come uno
come
lui sapeva fare. Di quale vecchio squadrone specializzato veniva? Forze
speciali tipo navy seals o altro? Erano francesci comunque,
ricordò.
"cercavo solo di rilassarmi..." borbottò col broncio.
Jd rise e si sistemò a terra vicino, con un ginocchio
piegato a
sostenere una mano e la testa. Nel mentre i cavalli si inseguivano, li
guardavano o facevano versi come per chiamarli.
"Come mai sei qui? E' successo qualcosa?"
Gask voltò gli occhi verso l'altro, tenendo le braccia alte
e
mani incrociate, per non poggiare la testa contro il tronco.
"Volevo solo staccare un pò dopo oggi. Tutto qui."
"Lo facevi anche prima?" armeggiando con le tasche dei pantaloni come
in cerca di qualcosa.
"Quando non dovevo lavorare me ne stavo nell'appartamento o girovagavo
per la casa. Cèra qualche posto che... insomma, me ne stavo
là da solo, per non vedere gli altri e quel che facevano"
"Mh..." uscendo un coso di legno che Gask aveva già visto.
Sembrav a una scatoletta di legno formata da varie parti e con dei
buchi.
"Mi spieghi cosè? L'hai suonata varie volte e sembra che a
Kianta piaccia"
"Davvero non la conosci? E' una CH Double Ocarina, uno strumento a
fiato generalmente in terracotta o legno. Ma questo non
è
una semplice ocarina, ma una doppia. E in legno di valore. Ossia ha due
camere e quindi due
imboccature che equilvagono a due strumenti. In base a cosa si suona,
è possibile suonare questa al posto di due strumenti..."
"... ok..." poco convinto. " E senti... che sarebbe Camova?"
Confuso, jd lo fissò incerto, non capendo cosa potesse
significare la domanda.
"Oggi Milan mi ha spedito in una nuova Torre dove Kianta stava
iniziando i lavori di restauro. Credo. Sono successe delle cose e alla
fine ne ho parlato con lui. Mi ha detto tante cose e mi ha fatto vedere
delle cose..."
"Tanto cose, eh?" ridendo di gusto, anche se Gask sembrava crederlo uno
sfottimento.
"... E ha parlato di un Certo Camova che aveva usato dei
marmi... qualcosa sulle statue..." restando sempre vago.
"Ah, Canova! Si tratta di un grandissimo artista. Uno scultore. So che
non sai nulla, o meglio, molte cose io stesso le conosco per
via di
Milan e Kianta. QUindi non preoccuparti...."
"Vuoi dire che era come Bronson?"
"bravo... anche se il nostro scultore è particolarmente
suscettibile. Iroso, collerico e crede che le sue doti pittoriche
meritino la medesima stima delle opere scultoree. Ma
è
chiarissimo che non lo è... è solo geloso"
"Geloso di cosa? Da quello che so in molti gli hanno chiesto vari
lavori, tanto è bravo..."
"Si, ma con la pittura non ci sa fare. Come me. Non so
perchè,
ma dammi una chitarra o un'ocarina e so arrangiarmi. Dammi qualunque
altro strumento, un computer o armi bianche e sono negato. Anche se
te, Kianta, Milan, Lubo e via dicendo vedete altrte
particolarità in me. Col corpo a corpo sono
vergognoso" sorridendo amaro "Mi è bastato l'altro giorno
con un
addestramento straordinario per te. Sei bravo in quasi tutto, con le
armi da fuoco, i fucili pesanti te la cavi meglio. Però
lasciami dire che se con armi come bastone e a lama non sei male, con
arco e corpo a corpo non ravvicinato degli lavorare... Per il resto sei
un'ottimo acqusito. Davvero molto, e sei
così bravo che tieni testa ai migliori con armi
più
leggere e più facili da impugnare. Ma col corpo a corpo,
anche
grazie al tuo Acinaces o Akinakes è tutta
un'altra
cosa. Quella spada persiana sembra da ridere, ma è per
quella
che sei stato Egeo. No?" ridendo beffatamente.
"Smettila di usare quel nome. Me lo avevano dato ai
rastrellamenti e non mi piace. Mi ricorda troppo quegli anni"
imbruttendosi nel viso per le smorfie come di dolore che faceva.
"Bhe, non è che Gask sia meglio. Sappiamo bene che
significa. Ma perchè ancora te lo tieni?"
"Non l oso, ormai lo sento più mio che Egeo. E poi
è
stato il Capo a darmelo quando rilevò tutti quanti. E' il
nome
che mi ha dato lui..." sussurrando con la testa chiaramente persa
altrove.
"Capisco. A me non dispiace, è solo che non capisco
perchè
darti un come così. Milan l'ha trovato interessante per come
alla fine suona bene su di te. E..."
"Se ho capito bene, tutti qui avete nomi che vi siete dati o che vi
hanno dato per il vostro lavoro..."
"Si e no... quando fai un mestiere come il nostro capita, spessissimo
come vedi qui, che alla fine per come ti senti o gli altri ti vedono,
di cambiare il nome di nascita con qualcosa di più adatto o
che
abbia un significato in qualche modo. Milan stesso ha un soprannome,
Lubo, Alaric, Bronson..."
"E Kianta? E riguardo al mio?"
"Uhm... riguardo al tuo, per come lo vede? Niente direi. Per lei un
nome, è quello e lo usa. magari le può venire la
domanda
nella testa del ma come hai visto non giudica in base ai nomi. Anzi
credo
che anche lei lo trovi adatto come suona a te. Tutto qui..." vedendolo
stupito "Credevi che ti odiasse per il significato del nome? Naaa...
solo per quello che hai combinato quel giorno! E' stata grossa, per uno
come Milan se fosse accaduto al suo avrebbe detto ..."
"Davvero direbbe questo? Lui...!?!"
"Non ti credere. Può sembrare affabile, gentile,
interessato e premuroso... ma per ogni sua azione cè sempre
un
motivo. Ah! Se Kianta fosse qui inizierebbe un suo monologo sulla
questione... rispetto a Kianta, Milan davvero aiuta e si dimostra
vicino a tutti solo per delle motivazioni. Ma la vera preoccupazione,
interessamento... lo ha dimostrato veramente solo con due persone.
Facciamo tre..." guardando Gask serio "... resta il fatto che, come ti
ho detto, ed essendo tu, avrebbe manifestato profondo fastidio ma
anche soppiantato cosa ha perso. Anche se ammetto che
dall'arrivo di
Kianta è cambiato un pò e credo che la sua
affezione per
te sia dovuta a questo. Non per dire qualcosa di male ma lui
ti
vede... per fare un paragone, come Kianta senza tette, versione
maschile in toto. Metà questo e metà suo fratello
maggiore. Dorde..." pronuncia quel nome con un tono e un modo di dirlo
quasi schifato, rabbioso o altro. Gask non capiva.
"Non ti seguo..."
".... non dovrei dire certe cose. Insomma, sono i miei capi, chi mi da
il cibo, soldi, un posto fastastico come questo. Anche se cè
da
dire grazie a Kianta per questo... il succo è che Dorde non
mi
piace. E questo l'ho capito per Kianta. Lei...non si fida facilmente.
Anzi, per niente. Studia e analizza tutti e tutto quel che fanno e, se
prima per me Dorde
foss euna figura extra, che stava sempre fuori dallo Chateau e
l'organizzazione... Dopo è diventato più centrale
che il
leader stesso. Milan, per Kianta, è come succube di Dorde.
Almeno così mi ha detto. E Milan esegue cosa Dorde
decide,
dice, ordina. La stessa questione della religone che abbiamo qui
è per Dorde. Milan è più neutrale.
Crede alle basi
ma non al resto. E' Dorde il marionettista. Almeno, Kianta crede
questo. Milan prova una sorta di ammirazione per il fratello maggiore,
da quando scapparono dal paese dove erano nati. Un posto medievale,
come direbbe Kianta, troppo attaccato a tradizioni e a tempi decantati
dai vecchi ai nuovi, per giungere anche solo a metà dei
centri
urbani meno moderni. Milan e Dorde fecero tutto quel che poterono per
scappare e sopravvivere, insieme. Se ci fu un momento in cui Milan
divenne grande e capace da essere pari del fratello, fu scoprendo e
migliorando le sue abilità di base. Eppure, nonostante Milan
sia
in grado di fare ed essere più del fratello in certe cose,
come
l'essere un ottimo militare e aver creato tutto questo... Dorde ha
sempre supremazia. Chi lo ha
aiutato alle spalle per avviare tutto? Dorde. Questo è
quello
che ho capito io in anni al suo servizio. Milan desiderava essere chi
sta al fianco del fratello maggiore, mentre non è
così. Non conosco Dorde affatto, mai visto, ma so che
è
straordinario su molti aspetti e che Milan nutre sempre un senso di
inferiorità, nonostante tutto. Eppure Kianta... eppure lei
pensa
che..." riflettendo, stringendo la mano sul ginocchio a pugno sotto il
naso, dopo aver alzato un pò il mento.
"Spiegami..."
"Meglio se ne parliamo un'altra volta. Inoltre ho paura che Kianta
scopra una discussione del genere..."
"Kianta... Milan mi ha detto una cosa oggi. Ma non l'ho capita..."
"Cosa..." chiaramente sofferente alla cosa.
"ha detto delle cose su quanto è arrivata. Che a causa di
un'amnesita era... aspetta... Era pura e innnocente come doveva
essere... una cosa del genere. Perchè?"
"...uff. Kianta è quella che è per...
quell'amnesia.
Amensia! " sorridendo come se non ci credesse "Comunque, per quel che
le era accaduto prima di arrivare
lei... provava rabbia e odio, insicurezze e senso di
inutilità.
Kianta, hai presente no? Per la società là fuori
lei era un problema,
un niente, qualcosa, bada bene non qualcuno, da cambiare a forza
perchè sbagliata. Invece dopo quell'amnesia lei divenne...
cosa
doveva essere. Senza quelle esperienze e accadimenti che le procurarono
tutte quelle cose. Per loro lei era niente, per noi qui
è una persona insostituibile. Qualcosa che sembra
impossibile.
Lei là non era che sbagliata e incapace di niente, eppure
l'hai
vista...."
"Si. Quindi voleva dire questo. Perchè la vedevano come
inutile?"
"perchè la società là fuori... molte
cose non sono
cambiate in secoli. Ecco perchè. E di nuovo, non aprire quei
discorsi con lei per favore. Evita..."
"Sei già il secondo che me lo dice"
"Si e saremo in tre con Alaric. Il punto è che sono temi...
negativi, non parlarne con lei o davanti a lei. Ok?"
"Si, ho capito..." guardando i cavalli "eppure non capisco come il capo
dopo Milan di questo posto, che sa tante cose, è stata
capace
di..."
"Quello che tu sai adesso non è quello che cè
là
fuori. Tu stesso la prima volta non l'hai trattata per come merita,
solo perchè donna...." vedendo la sua faccia mortificata e
colpevole "Anche tu, adesso, stando qui, la pensi così. Ma
come
all'inizio e come vivono là, una persona che nasce
è un
nuovo membro della comunità che dovrà essere in
un certo
modo. Se non lo è, diverrà sbagliato. Tutto
quello che
volevano su e per lei, non le era adatto. E così era
inutile. In
passato la gente inutile veniva sbattuta per strada o negli istituti
per malati mentali. Non che adesso vada meglio, ti mandano dallo
strizacervelli. La questione è però che per
Kianta
relazioni, matrimonio, sesso e figli sono cose così assurde
e
distanti da lei, come essere, che poco tollera chi le ricorda cosa il
suo corpo dovrebbe fare. Per lei pensare a queste cose
è
come... un orso che balla. Non so se ne hai mai visto uno, ancora
adesso in molte parti li sfruttano e maltrattano per la bile e
spettacolini per soldi, ed è una cosa contro natura. E per
lei
la stessa cosa. Fin da piccola doveva trovare un uomo che la sposasse e
con cui fare figli. Doveva procreare la nuova generazione della
famiglia. Ma per una come lei, che trovava una sofferenza l'esser vista
e considerata per aspetto e necessità, l'idea, solo l'idea,
di
ricevere attenzioni sessuali, proposte e inviti a fidanzamenti e
matrimonio era orribile. E peggio fare figli. Poco accetta tutto il
sistema biologico della procreazione..."
"E' per questo che non assiste mai ai periodi della riproduzione degli
animali? Ne ho sentito parlare gli stallieri l'altro giorno,
affermavano che di nuovo lei non avrebbe per nulla al mondo assistito,
che fossero cavalli o altri animali."
"Si, prova ripugnanza e orrida repulsione al pensarlo o assistervi. E
una cosa per lei, se fosse stato per i secoli passati ove si
cercava con
ogni mezzo di obbligare a queste cose... sarebbe finita in due soli
modi "voltandosi a guardarlo "farla finita o cadere in disperazione,
depressione pre e post parto e peggio. Non avrebbe retto. E ama poco i
bambini come i cuccioli. Raramente vuole avere a che fare con soggetti
troppo piccoli che siano uccelli, cani, cavalli e via dicendo. Odia il
concetto di essere piccoli e ignoranti..."
"Ignoranti?"
"lei si rifugia in una sorta di studio pazzo e disperato per conoscere
ogni cosa del mondo, vanno bene solo le basi, ma che sappia. L'idea che
si è piccoli, ignoranti, incapaci di sapere, la porta alla
rabbia. Ecco perchè poco tollera te e altri che dimostrano
di
non sapere molte cose. Ma bada bene, non chi è ignorante
perchè non ha potuto come te ad esempio, ma chi lo
è perchè... perch non voleva. Per lei
molti mali del mondo esistono proprio
per questo. Perchè la mente becera della società
pensa
che donne e bambini non debbano sapere certe cose per l'età
e il
sesso. E così vi sono rapimenti, violenze e morte. Per lei
non
spiegare già da piccoli, con le parole giuste, ma
insegnando è come considerare stupido, incapace di usare il
cervello e impossibilitato in molte cose il bambino, ragazzino o
adolescente. La negazione di tante cose ha portato alla fiducia o
debolezza e alla fine che... sappiamo cosa capita a molti bambini, no?
Kianta odia con tutta se stessa il periodi dell'infanzia e
l'ingnoranza. Se fosse per lei si dovrebbe nascere già
adolescenti. E con una certa conoscenza. Ma non è
così..."
"capisco..." ma sembrando incerto.
"Ti dico una cosa. Se vuoi migliorare le cose qui per sentirti a tuo
agio, cerca di non farti considerare maggiormente negativo da Kianta.
Gli uomini si fidano di lei e, anche se stravedono per te adesso,
molti di loro le sono legati. Lei non lo sa, o meglio non lo
ha voluto
vedere o capire mai, ma sono tantissimi quelli che le devono molto e le
vogliono bene. "
"Per la Raccolta, vero?"
"Anche, ma non solo per quello. Lo stesso Bronson deve la sua bravura e
abilità a Kianta. Prima usava la creta ma lei ha sempre
spinto
la gente a provare altre cose e... facendo una Lezione sulla scultura e
pittura, Bronson è partito in quarta. Ha scoperto di saper
scalpellare il marmo, il granito, lavorare e lisciare questa materia
rispetto alla creta e pennello. Cosa interessante è Kianta
che
ha abilità di modellazione con la creta sintetica. ha la
capacità di creare sculture con il metodo dell'aggiunta...
ma
non come Bronson!"
"kianta sa creare sculture?" sorpreso calando le braccia
"Si, è una cosa che faceva per dimenticare. Ed era brava. Da
quando è qui lo fa di rado e in posti tranquilli. Come nella
zona ristoro davanti le rose blu. Cè un tavolo e delle sedie
come molt angoli nel giardino, e ci passa qualche ora. Non è
affatto male, devo dire. Ma è solo un passatempo.
Adora
guardare gli altri creare, finanzia molti artisti e creatori nel mondo,
ovviamente per arte che ha senso. Non moderna e simili, ma pittori e
scultori capaci di veri capolavori degni dei migliori artisti passati.
Non hai idea di quanta gente ha avuto aiuto da lei. "
"Ma quanto spende? Ha davvero tutti quei soldi? Quanto la paga Milan?"
"Ah ah, no. Lei non riceve una sorta di stipendio come noi. NOn viene
pagata da Milan, non ha mensilmente una retribuzione per il lavoro
svolto...."
"In che senso? non ha un compenso?" mettendosi a sedere esterrefatto.
"No, è così. Giuro. Lei ha una sorta di patto con
Milan.
ottiene una sorta di dono quando va a Milan, che lei usa per sue spese
personali e per i suoi animali. Quelli personali intendo. O per donarli
a chi ha bisogno o ha necessit di un sostegno per continuare il lavoro,
come gli artisti di cui ti parlavo. Ma è raro... forse non
raro,
ma solitamente usa dei soldi messi in un conto da Milan per
l'amministrazione dello Chateau e spese necessarie. A volte civili,
specialisti in vari campi, docenti e ricercatori e via dicendo, sono
tutti sul libro paga di Kianta con i soldi conservati in quel
conto. Non hai idea quante perosne hanno avuto
aiuto, vero, da lei nel mondo e sono riusciti a rialzarsi mentre il
mondo a loro vicino li guardava e voltava il capo schifati. Se hai e
fai, sei considerato un Signore. Se hai problemi, potresti essere
chissà che figura che davvero da al mondo ma non puoi, o
accade qualcosa tutti spariscono. Ma il discorso è troppo
lungo. Lei agisce. Riceve soldi da chi vuole protezione, ricerche di
vario tipo, e tanto altro che offriamo e li mette a disposizione di chi
ha bisogno davvero. NOn hai idea di qwuante gang, spacciatori e gruppi
pericolosi nel mondo ha fatto fuori e salvato zone o quartieri... altro
che la polizia locale. Lei..."
"Li ha fatti fuori?"
"Ormai dovresti sapere che lei non uccide nessuno. Ha solo..."
"Si, questo ormai lo so ma trovo assurdo che abbia..."
"Senti, volevo dirtelo
da prima. Ma
tu non dovresti essere dagli Handler? Anche se Milan gongola che ti ha
nell'organizzazione, capiscimi... Dorde e Kianta non sono molto
felici..."
"Cazzo! A che ora
era?... perchè Kianta non è felice?" iniziando ad
alazarsi.
"lei odia quelli come
te...." rispose piano, candidamente, guardandolo alzando gli occhi
dall'ocarina.
"Perchè...?"
"Credevo che lo avessi
capito anche
dalle sue stesse parole. Oltre il casino di quel giorno, e anzi credevo
che finisse davvero male, lei odia quelli come te. Quello che sei. Poco
importa tutto il resto, il suo odio per ciò che rappresenti
la
porta a vederti solo una piaga, un chiodo nello stivale, un fastidio
pericoloso. Tu incarni quello che lei odia..."
"Ma perchè,
non lo capisco!"
"Davvero? Eppure lei mi
èsempre sembrata chiara dal primo momento. Presta attenzione
a
cosa, chi ti sta intorno e cosa viene detto. Tendi troppo a vedere solo
te stesso e odi le complicazioni. fai come ti dico e capirai. Ora
corri, o gli Handler faranno rapporto, se hanno troppa paura di Kianta"
"E tu che farai?"
"Io... sono qui
perchè il mio
Zool ha perso stranamente un ferro. Messo male, dicono. ANche se sembra
strano, visto che Batter è bravo nel suo mestiere. Ma lo ha
perso tornando e ora è stato messo qui nel paddock in attesa
che
i cavalli da mostra e competizione fossero pronti. Prima loro, ha detto
il nostro Battitore. Mangiamo anche per queste cose, il mio invece Zool
può giocare tranquillo qui! E quindi..."
"Ma anche tu usi solo i
cavalli?"
"No, ovviamente.
Rispetto ad altri io
ho un solo cavallo. Ottimo esemplare e bello da vedere, non
sarà
al livello di Rasmusen di Milan ma ci siamo affezionati a vicenda. Ho
anche una macchina mia ma ammetto che è da tanto che
è
nel parcheggio dello Chateau. Insomma, vado dove mi mandano o vado in
giro con i paesini e cittadine qui vicino. Giro poco da solo. E ci
conoscono, quindi non
è strano che andiamo con i cavalli e non inquiniamo. Anche
se
andiamo ad idrogeno... adoro però più che le
macchine , i
motocicli. infatti ho un Motociclo Bmw con Sidecar e un scooter
Manurhin . Vivendo qui da anni, li tengo qui, ovviamente. Li
uso alcune
volte al mese entro un certo tot di kilometri, ma sai... ho imparato
con Zool che se hai un buon rapporto con un cavallo, questi
è
un'ottima compagnia. Anche se la gente riderebbe, non sa cosa
significa. Una motocicletta la usi, la fermi, la lasci lì e
basta. E' solo un mezzo. Un cavallo è diverso..."
"Se lo dici tu. Io con
quella cavalla che chi sai tu mi ha imposto, non mi sono ambianto per
niente"
"perchè vedi
il cavallo come
faresti con una macchina o scooter o altro. Non sono
,
come ho detto. Ascolta bene, ricordi?" vedendo l'altro fare
un'espressione quasi offesa.
"Come mai il tuo si
chiama in quel modo? I nomi li inventate?"
"Ah aha ha... sai,
cè stato
qualcuno che ha detto qualcosa del genere. Tempo fa " mostrando un
sorriso come un pensiero felice "in questo caso è stata
proprio
quella persona a darglielo. Vedi? "indicando un cavallo maculato bianco
e nero "è un paint e si chiama così sia per il
suo
carattere che colori. E la smania di mangiare zucchero. Lei diceva che
le ricorda un gioco dell'infanzia, Zool appunto. E così ha
deciso di lasciarglielo. Tutto qui..."
"Odia ricevere regali?"
Jd lo guardò
incerto, restando
qualche secondo a riflettere sulla domanda. Guardò i
cavalli,
poi in direzione dello Chateau e sospirò.
"Perchè lo
chiedi..."
"Uno dei ragazzi mi ha
consigliato di
farmi perdonare, e da sempre so che i regali sono ben accetti dalla
gente. Così ho deciso di regalarle una cosa che le
può
servire. Così ho fatto fare questo pagandolo con il primo
stipendio, ma mi ha aggredito..." mostrando il coltello, per poi
guardandolo amareggiato, fra le sue dita.
"Aspetta.... ahhh!"
grattandosi il
naso "on dovresti mai,
con lei, agire senza sapere. odia le sorprese,
odia la gente che fa le cose per proprio tornaconto, odia... come ti
viene in mente di chiederle scusa regalandole cose? per
carità,
è un bel gesto, ma lei non è come gli altri. NOn
cambia
idea o cade nell'amicizia per cose regalate o gesti gentili. Devi
essere... cerca altri modi per farle perdere l'odio. Lavora sodo,
impegnati, fai cose giuste. E mettilo da parte, un giorno magari... ma
occupati di cambiare per far parte di questo posto." gestisolando,
mostrando apprensione.
"Hm...."
"Sbrigati, se
cè Kianta agli addestramenti lo sentirò da qui,
il suo incazzamento. Non peggiorare le cose"
Gask sospirò,
lo salutò
con la mano e lo lasciò là, seduto sotto un
albero
intento a suonare il suo strumento in legno, mentre i cavalli nitrivano
e camminavano seguendolo, finchè il recinto del paddock lo
permetteva.
Jd restò a
suonare ma lo
faceva meccanicamente, guardandolo andar via, ripensando
amomenti
come Zool, i requisiti per l'introduzione di nuovi membri e... quel
giorno.
Un anno e quasi nove
mesi prima
Inquetanza. Ecco come la
chiamava lei. Quel mix di inquetante e
incapacità di adeguarsi subito a quanto accadeva, che
rendeva
irrequeti.
Mentre se ne andava, una
mano nella tasca che stringeva le siringhe,
osservava le facce degli uomini che, fianco a fianco, formavano una
fila compatta come un plotone di saluto, per tutta la strada mezza
asfaltata fino all'uscita. Anche se ancora non la vedeva, tanto era
lontana dall'edificio.
"E io che mi lamentavo
delle stravaganze degli scemi che dicevano di
essere una gilda di magia. Andiamo, pare di essere di un horror fatto
da ragazzini con attore incapaci di tutto"
Lo diceva tra
sè sussurrando, o meglio borbottando amaramente
mentre vedeva le facce che le scorrevano da entrambi i lati. FAcce
bieche posavano gli occhi su di lei. Chi di traverso, chi
visibilmente male, chi altro minacciosamente, anche storto e
torvamente. Anche se sembravano espressioni simili, si notava quando
uno guardava malamente da uno in maniera minacciosa. E tutta quella
gente sembrava guardarla negativamenteper qualche motivo o spiegazione.
Eppure a loro non aveva fatto niente.
E ancora ad aggravare la
cosa, il modo in cui parlavano era
cantilenante, annoiato, scocciato, sputato come per presa in giro e
alcuni pure sorridevano selvaggiamente. Ad un uomo che
sorrideva e
basta, guardandola direttamente, lei salutò mimando il
saluto
militare con il dito medio, facendogli cancellare il ghigno
all'istante. Come confuso.
Dopo aver superato quel
tizio di altri due colleghi, si avvertì
un fischiare e chiamare dallo Chateau, tanto che gli uomini in fila si
voltarono a guardare. Lia si voltò per capire,
chiaramente
il tranbusto non era normale da come si comportavano gli uomini
intorno. E poi si sentì come un passarola, qualcosa
biascicato tra le fila.
"E' Milan."
"Jd si sta sbracciando"
"ma non aveva una spalla
rotta?"
"Il leader chiama dalla
finestra?"
Tra lo sbigottimento
generale, perchè non si capiva chi
chiamassero e perchè, giunse Ribert di corsa col fiato
corto,
fermandosi con una slittata che lo fece chinare in avanti.
Respirò a pieni polmoni e alzò un braccio verso
lo
Chateau.
"Lia... anf... ti...
vuole..! Jd dice... anf... che devi andare...
il... Leader... vuole.... parlare... conte!" soffiò le
parole a
intervalli, cercando di farlo velocemente, mentre Lia restava
a
fissarlo accigliata.
"Perchè devo
ritornare?"
"per favore, mi sono
fatto dal suo ufficio fino ad ora al massimo della
velocità, e ho bevuto un pò perchè in
pausa.
Torna... per favore..."
"Quanti anni hai per
bere al punto che una corsa ti fa stare così? Non dovresti
essere allenato?"
"Carina, Ribert al
massimo sa fare le scale e per lui è
già troppo. AH ah ah! Se non fosse per la sua bravura con
l'elettricità sarebbe fuori. E' un peso morto!"
"primo, chiamami carina
di nuovo e ti faccio spuntare le due cose che
credi preziose dalle orecchie. Secondo, il fatto che uno non sia
portato per le attività fisiche non significa che sia
inutile o
stupido. Anzi, a volte valgono due volte di quelli che si pompano solo
per
apparire... " proruppe lei, confrontandosi faccia a faccia con il tizio
che aveva parlato "chi lo sa che chi si pavoneggia solo per i muscoli
un giorno non finisca a pedate nel culo fuori da qui, perchè
troppo vecchio e questo qui non diventi il vice del Leader. A ognuno la
sua caratteristica. Ragiona così e sei solo stronzo..."
La discussione si
interruppe, mentre l'uomo si incavolava come un
pazzo, per qualcosa che si conficcò vicino a loro. Quasi un
metro, forse poco più prima di dove stava discutendo e
l'uomo
arretrò, guardando l'oggetto. Lia fissò la cosa.
Una
freccia con un piumaggio particolare tremolava dove era riuscita a
conficcarsi, mostrando qualcosa di bianco, legato.
"Ma in questo posto fate
tutto fuori dall'ordinario? Un telefono? Un
messaggio? Qualcosa di istantaneo?" disse Lia rivolta al ragazzo e
guardandosi intorno, fissando chi la attorniava.
"Il tiro con l'arco
è..."
"Si, si. Sarei stata
più colpita se avessero preso qualche
tacchino pomposo anche su una coscia, non proprio su una chiappa..."
guardando l'uomo con lui stava discutendo sorridendo "ma mi aspettavo
cose più veloci di una strepitata alla finestra,
spolmonandosi da un kilometro. Sono sicura che tutti voi avete
un telefono. Per carità, di questi tempi è
più
sicura e privata una lettera sparata con una freccia, fa molto altri
tempi, ma in questo caso pure Giulietta e Romeo si sentirebbero
mortificati per voi..."
Si avviò,
dopo aver sbuffato, verso lo Chateau e rifece al
contrario il percorso, vedendo man mano avvicinarsi Milan alla finestra
e si chiese cosa gli passasse per la testa per far scoccare frecce e
urlare da decine di metri. E notò Jd alla porta.
Perchè
stava tornando indietro, si chiese? Poteva benissimo andarsene e tanti
saluti.
Eppure fu una decisione
fatta d'impulso.
Raggiunse il giovane
sulla soglia del portone principale e, alzando la
mano per farlo tacere, lo superò, avviandosi per le scale.
Perfino la donna che l'aveva accompagnata strampolava sui tacchi per
raggiungerla sulla scala, ricevendo un silenzioso proseguire non
degnandola e
indirizzarsi verso l'ufficio di quella persona.
Assurdo lui, assurdo
questo posto, assurdo quanto le persone più
strambe siano quelle che erano capaci di grandi cose. Come far cadere
in ginocchio il mondo a quel modo.
E a me, cosa importa? Fu
una domanda intima comprensibile, eppure era
perplessa. lei doveva andarsene, punto. Perchè le era
sembrato
strano quel comportamneto solo per attirare la sua attenzione? E
fermarla?
"ma chi ha scoccato la
freccia?" sbottò tra sè ma che fu udita dalla
donna,
"Oh, il nostro Leader.
E' un ottimo arciere, tanto che ha vinto molti
tornei, anche perchè lui utilizza archi e frecce vecchio
stampo,
non quegli arnesi moderni che lavorano per te..." poi vedendosi
guardata malamente dalla ragazza rispose più piano
"così
dice lui!"
"Ha un arco in ufficio?
Seria?"
"Ha una stanza attigua
dove mette in mostra le armi che ha
collezionato, personali, di un certo pregio. Credo che abbia
usato quello fatto a Mano di Legno mongolo, di pregio che usa
solo per dimostrazioni con amici e clienti. O magari era
quello..."
"Si, ok. grazie. ora
può andare, conosco ormai la strada..."
disse tagliente verso la donna che sembrava adesso quasi incerta su
cosa fare.
Non la sentì
per niente finchè non raggiunse l'ufficio,
bussò con le dita e si fiondò dentro, senza
aspettare
l'invito. Un'azione che fece infuriare la donna, lamentandosi di
maleducazione. E questo non piacque a Lia.
"Senta, conosco
benissimo, e perchè sono io, la giusta educazione
e come comportarsi ni molte situazioni. Ma direi che, dopo aver visto
un
tizio scapicollare come un indivolato per chiamarmi, mentre una freccia
gli sfrecciava sul capo per fare la stessa cosa, rendano la diligente
attesa della risposta del padrone dell'ufficio, irrilevante. Ora, se
vuole retrocedere e permetterci di conferire..."
allungando una mano tesa
verso la porta, aperta dopo che era entrata,
fissando la donna con severità. La stava mandando
fuori
meglio che poteva, ma lei era ancora sulla soglia, sfregandosi le mani.
"FUORI!" facendola
sobbalzare e scappare, sbattendo la porta.
Una risata cristallina
proruppe nella stanza e Lia si voltò,
mezza infuriata. Quella donna prima la trattava con
superiorità
e poi, perchè era stata richiamata, come se dovesse
accompagnare
qualcosa di pericoloso che non sa gestire. E Lui rideva.
"Se continui
così finirai davvero per litigare malamente con
qualcuno. E rischi davvero che una delle tue paure prenda forma..."
"A cosa devo i tuoi
richiami... folcloristici"
"EH, lo so. Guarda,
guarda questa meraviglia..." mostrandole un grosso
arco sopra la scrivania, poggiato su panni che sembravano velluto. Tre
tipi di legno di colori diversi svettavano contro il tessuto "
Preciso, magnifico, di valore... Arco Tradizionale Mongolo in fibra e
legno, adatto anche ad allunghi superiori e fino a 32 pollici,
ambidestro. Non
è uno dei più preziosi per legni e materiali, ma
ha il
suo costo e comprato proprio da un vero artigiano. non quelli che si
trovano adesso che sono fatti in serie e non calibrati per il
portatore. Questo... è personalizzato! Ma... si, ok. Ti ho
chiamato perchè avrei bisogno di parlare con te. " accorosi
alla fine che sembrava offesa e scalpitante per l'attesa.
"Di cosa. Della tua
collezioni di armi? Mi hai fatto tornare per questo? Io dovrei.."
"Si, si. E' proprio di
lui e alcune cose che hai detto, che vorrei... chiarire?!? Discutere?
O..."
"Cosa vuoi..."
incrociando le braccia nervosa e stanca.
"Mi auguro che
già l'effetto non sia svanito. Vorrei parlarti
dei discorsi su questo posto che ti sei lasciata sfuggire...
Ho
riflettuto, mentre tu parlavi con Jd di sotto ho chiamato
velocemente mio fratello e... Ho deciso di trattare certe
cose con te per
capirle meglio. Come ha detto mio fratello, mi hai aperto un mondo..."
"Ah... addirittura..."
"Non fare la polemica.
Siediti qui" indicandole una delle poltrone
"perchè ho bisogno di un altro parere, mente, occhi... Su,
non
abbiamo tutto il giorno!" prendendo carta e penna dalla scrivania e
dirigendosi verso la zona con divani e poltrone.
"Eh, anche per me!"
Continua
|