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Capitolo terzo: Ferite
<< Tieni fermo quel braccio, ragazzo
>> ordinò il poliziotto mentre un medico del pronto soccorso cercava di
ricucirgli la ferita.
Tom si morse il labbro inferiore a sangue quando
sentì il primo di chissà quanti punti, necessari per tappare quello squarcio che
gli deturpava la spalla, ferirgli la carne.
<< E' stato fortunato >> disse il
medico prendendo un batuffolo di cotone per disinfettare la parte più esterna
della ferita. << La scapola non è stata toccata per miracolo
>>
A Tom quasi non scappò un sorriso sarcastico ma
l'intensa fitta di dolore lo costrinse a soffocare il suo umorismo in un rantolo
sommesso.
<< Ma non gli può dare qualcosa per il
dolore? >> chiese il padre vedendo il figlio in
difficoltà.
<< Mi dispiace, abbiamo finito tutti gli
antidolorifici, oggi è stata una giornataccia >>
<< A c-chi lo dice.. >> mormorò il
ragazzo con un sorriso tirato sul viso.
<< Guarda che è colpa tua se sei ridotto ad
un colabrodo >> scherzò l'agente arruffando amorevolmente i capelli biondi
del figlio.
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<< Fortunatamente avevo la giacca ignifuga
>>
<< Fortunatamente hai sempre quello che
serve al momento giusto >>
L'uomo rise di gusto: sollevato dal fatto che il
buon umore del figlio non fosse svanito nemmeno dopo un'esperienza traumatica
come quella.
<< Papà... >>
<< Mmm? >>
<< Chi erano quei tizi?
>>
<< Credo fossero degli agenti
dell'Inquisizione >> disse sospirando.
Tom storse il naso.
Non che quegli uomini gli stessero particolarmente
antipatici, ma si mormoravano cose a riguardo
dell'Inquisizione.
Per la maggior parte erano fandonie, storie
esageratamente ingigantite dalla gente; eppure dentro quelle false verità ci
doveva per forza essere qualcosa di reale.
Reale, fino a qualche anno fa avrebbe
perfettamente saputo distinguere l'immaginario dal reale ma ora... ora non
più.
Era vero, quello era il primo demone che vedeva in
carne e ossa ma erano anni che si parlava di strane creature infernali che,
spuntate da non so dove, avevano portato distruzione e morte in qualche città
oltre oceano.
<< Non pensavo che sarebbero arrivati fino a
Green Valley >> mormorò suo padre guardando fuori dalla finestra con aria
imperscrutabile.
<< Hai già chiamato a casa?
>>
<< Si, le ragazze stanno benone >>
rispose il poliziotto grattandosi la nuca.
<< Mi aspetta una ramanzina a casa? >>
chiese il ragazzo alzando gli occhi al cielo. Ma il padre non rispose, fece
semplicemente finta di non sentire, infondo era semplicemente felice di averlo
ancora li, vivo.
L'uomo scaricò con rabbia l'enorme croce bianca
sul primo tavolino d'acciaio che si trovò vicino.
<< Maledizione Raul!! E' la terza volta in
questa settimana che la riduci ad un ammasso di fumante poltiglia informe!!
>> urlò stizzito un ometto con degli arruffati capelli
bianchi.
<< mi dispiace vecchio, davvero, ma la
situazione lo richiedeva >> spiegò lui togliendosi il pesante impermeabile
cremisi.
<< Maledizione figliolo!! Mi ci vorrà la
notte per... per ridarle almeno una forma!! Maledizione!
>>
<< Vecchio, sbaglio o non ti è concesso
imprecare? >>
<< Sono un prete, posso imprecare quanto
voglio, maledizione! >>
<< Su, su, lo sanno tutti che Raul ha la
mano pesante >> ridacchiò una voce alle sue spalle. L'uomo con la pistola
d'argento diede una poderosa pacca all'amico togliendosi il cappello rossastro
dalla testa. Scosse il capo facendo ballare i fluenti capelli
ricci.
<< Benji!! >> pigolò una voce
melodiosa alle sue spalle.
<< ecco la mia principessa >> esclamò
dolcemente l'uomo mentre una bambina gli saltò alla gola rischiando di farlo
cadere a terra.
Benji sorrise liberandosi anche lui
dell'impermeabile.
<< Raul, non trovi che Alice sia sempre più
bella? >> scherzò lui alzando la piccola in alto e facendola ridere di
gusto.
Lo spadaccino scrollò le spalle mentre il terzo
uomo vestito di cremisi entro nella stanza.
Calò il silenzio e tutti i presenti non poterono
fare a meno di distogliere lo sguardo da lui.
<< Tutto bene amico? >> domandò Benji
poggiando la bambina a terra.
Quello semplicemente annuì e si sedette su di una
sedia sgangherata, vicino alla finestra.
<< Questo era bello tosto >> aggiunse
Raul riferendosi al demone melmoso che avevano eliminato poche ore
prima.
<< Era uno del terzo livello... ma del
penultimo girone >> preciso l'uomo seduto. Gli altri due rimasero come di
stucco deglutendo rumorosamente.
<< Cazzo Benji, la prima genesis che gli hai
sparato non l'ha nemmeno sentita >> confermò Raul incrociando le braccia
al petto.
<< Quante genesis gli hai sparato Benjamin?
>> chiese il vecchietto sistemandosi gli occhiali spessi come un fondo di
bottiglia sul naso aquilino.
<< solo due >>
<< Tre >> lo corresse Raul <<
l'hai mancato una volta >>
<< E dici che i miei proiettili genesis,
fatti d'argento finissimo con un concentrato di acqua santa e polveri del letto
del fiume Giordano, gli hanno fatto il solletico? >> ripeté il vecchio
allarmato.
<< la prima si >> confermò l'uomo
estraendo il caricatore dalla pistola e porgendolo al vecchio.
<< Quella che gli ho ficcato tra gli occhi
però l'ha steso! >>
Il vecchio imprecò fra se e se ma prese i
proiettili e uscì dalla stanza evidentemente alterato.
<< Benji!! >> lo chiamò la piccola
sorridendo, l'uomo la prese sulle spalle, salutò i colleghi e uscì saltellando
dalla stanza.
Raul si chinò per raccogliere da uno scaffale in
basso una boccia ripiena di un liquido denso e scuro. Si avvicinò a testa bassa
verso l'altro uomo che se ne stava seduto sotto la finestra e gliela posò fra le
mani.
<< Non farne una dramma >> mormorò
appoggiandosi al muro di fianco a lui.
<< perché non dovrei? >> ripeté
l'altro rigirandosi il contenitore sulle gambe.
<< Eravamo impreparati questa volta ok? Non
ci aspettavamo che colpissero in una zona così centrale e soprattutto non così
tante persone insieme >>
<< Questo era stato evocato Raul >>
spiegò l'uomo togliendosi il cappello cremisi ancora fradicio per la pioggia. I
capelli neri come la pece gli scesero lungo le spalle
elegantemente.
<< E il bastardo che fine ha fatto?
>>
<< probabilmente è fuggito appena ha visto
che stupida cazzata aveva fatto >>
Raul sorrise immaginandosi la faccia di quel
criminale.
<< Niente professionista questa volta
quindi? >>
<< Qui? No... un satanista che si rispetti
non avrebbe davvero richiamato un demone di così alto girone... almeno non senza
precauzioni adeguate >> proferì lanciando uno sguardo d'intesa verso
l'amico. << Sarà stato un emulatore >>
<< Belle cazzate fatto i ragazzi d'oggi
>> abbaiò Raul alzando lo sguardo al cielo in modo lievemente
amareggiato.
<< L'ho sentito gioire quando ha ferito quel
ragazzo >> sussurrò stringendo le dita diafane sulla boccia stracolma di
sangue scuro.
<< L'hai notato anche tu allora? >>
domandò Raul sorridendo.
Il moro socchiuse gli occhi color
ametista.
<< Non preoccuparti Morgan, la prossima
volta andrà meglio... è sempre così all'inizio, pensi che forse avresti potuto
fare di più.. avresti potuto salvarli >>
Lo spadaccino posò amorevolmente una mano sulla
nuca del ragazzo lasciandolo solo nella stanza.
<> mormorò
portandosi la boccia fino alle labbra mentre finalmente la pioggia cessò di
cadere.
-+ Angolo autrice +-
Salve a tutti!!!!! Eccomi finalmente tornata con
un nuovo capitolo di
“ C2tA ” ( Close to the
Apocalipse)
Che dire, la storia inizia deve ancora evolversi
per bene: infatti deve ancora comparire la protagonista femminile ma.... non vi
anticipo nulla!!!
Spero davvero che questa storia sia piaciuta a chi
l'ha letta!! e spero che continuerà a seguirla e a commentare... forse sembro
pallosa, una delle tante, ma i commenti motivano davvero un sacco!!!
Cmq volevo davvero ringraziare LadyHellfire per
il suo commento!!!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeee!! se non ci fossi stata tu
credo che mi sarei demoralizzata e avrei anche cancellato la
fic...
Un bacione a
tutti i lettori!!! by
Shiida
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